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L'interesse per lo studio di materiali con dimensioni nanometriche sorge dalle nuove propriet fisico-chimiche che derivano dall'elevato

rapporto superficie/volume, dall'elevato numero di atomi di superficie rispetto ai solidi macroscopici e dagli effetti quantistici di confinamento in strutture cos piccole. In particolare le nanotecnologie sembrano prossime a rivoluzionare due settori fondamentali della societ in cui viviamo, quali le tecnologie dell'informazione e le tecnologie mediche. In questo panorama, le nanostrutture metalliche d'oro rivestono un ruolo fondamentale per una combinazione fortunata di propriet peculiari, quali la facilit di funzionalizzare la loro superficie con molecole aventi funzioni specifiche, l'assenza di citotossicit delle particelle di oro in organismi viventi, l'intensa banda di assorbimento dovuta all'oscillazione collettiva degli elettroni di conduzione (denominata plasmone di superficie SPR). Quest ultima caratteristica quella che conferisce al nanoparticolato i colori brillanti e che produce una forte intensificazione della sezione d'urto di estinzione (scattering + assorbimento) e una localizzazione dei campi elettromagnetici fino anche a molti ordini di grandezza.questo non si sa. A che serve questa banda di assorbimento? Solitamente le nanoparticelle di oro (AuNp) sono ottenute mediante riduzione chimica dei rispettivi sali (acido tetracloro aurico ad esempio) con un buon controllo delle dimensioni e della forma finali dei prodotti. Tuttavia tale approccio presenta alcuni svantaggi tra cui la difficolt e la necessit di purificare le nanoparticelle dai reagenti chimici in eccesso ed il fatto che la purificazione trova comunque un limite nella presenza costante di molecole stabilizzanti sulla superficie delle particelle, le quali, a loro volta, rendono difficile la funzionalizzazione con qualsivoglia molecola esterna alla procedura di sintesi. Inoltre gli stabilizzanti possono interferire con le propriet chimico fisico delle particelle e spesso inducono effetti di tossicit non presenti altrimenti nella particella di metallo in s. Per aggirare questi inconvenienti stato ottimizzato un metodo di sintesi di nanoparticelle mediante ablazione laser di un target di massivo immerso in una soluzione liquida chiamato Lasis dall'acronimo Laser Ablation Synthesis in Liquid Solution. La Lasis una tecnica molto veloce ed ha bassi costi di produzione, sebbene sia necessaria una spesa onerosa nell'acquisto del laser impulsato e di qualche componente ottico. Inoltre non richiede nessun reagente chimico, quindi la purificazione dei prodotti non necessaria. Oltre alla purezza, un altro problema riguardante la preparazione delle nanoparticelle e la loro successiva applicazione la lunga stabilit. Sebbene si possa ottenere una lunga stabilit delle nanoparticelle utilizzando degli opportuni stabilizzanti, la loro presenza sulla superficie potrebbe inibire l'assorbimento dei composti funzionalizzanti. Pertanto estremamente importante indagare la possibilit di ottenere nanoparticelle metalliche in solventi puri. In seguito dar una breve descrizione di quali siano i principali meccanismi ritenuti responsabili nella produzione di nanoparticelle. L'ablazione laser inizia con l'assorbimento da parte del target dei fotoni incidenti i quali producono riscaldamento e foto-ionizzazione dell'area irraggiata. In seguito a tale processo, parte del materiale pu essere espulso dal target sotto forma di vapore, di gocce liquide, di frammenti oppure tramite una colonna di plasma. La quantit di materiale ablato dipende dall'energia assorbita dal target e quindi dalla fluenza del laser utilizzato. Sotto opportune condizioni di fluenza (bassa fluenza>quantificare), il prevalente meccanismo di formazione delle nanoparticelle consiste nella nucleazione durante il raffreddamento della colonna di plasma seguita poi dalla crescita dei nuclei e dalla loro aggregazione per formare le particelle di dimensione nanometrica. Il processo di nucleazione seguito da un processo di crescita diffusivo limitato che perdura per centinaia di nanosecondi dopo l'impulso laser. Durante la fase di crescita, gli atomi metallici liberi si condensano sui nuclei formatisi e gli stessi nuclei possono aggregarsi insieme originando la struttura della nanoparticella ottenuta tramite la tecnica Lasis. In accordo con questa teoria di formazione, la dimensione delle particelle dipende prevalentemente dalla densit degli atomi metallici durante la nucleazione e il processo di crescita e dalla temperatura. Purtroppo, sia la densit degli atomi che la temperatura non presentano un profilo omogeneo nella colonna di plasma. Per questo motivo, per controllare(diminuire) la dimensione delle nanoparticelle prodotte si ricorre a una tecnica di post-irraggiamento. Tale metodo si basa sulla frammentazione ottenuta per

riscaldamento fototermico delle nanoparticelle e pu produrre dimensioni predeterminate,minori rispetto a quelle di partenza. Oltretutto il processo di ablazione porta alla produzione di particelle aventi tutte forma sferica o forme assimilabili ad ellissoidi (almeno fino ad oggi) contrariamente all'analisi chimica, dove invece si ha una maggiore versatilit riguardo alla forma delle nanostrutture. La nucleazione e la successiva crescita non rappresentano il solo meccanismo di creazione di nanoparticelle. Utilizzando fluenze diverse (pi alte-> quantificare) si ipotizza un secondo principio di produzione legato all'espulsione di gocce metalliche e frammenti dal target chiamato explosive boiling. Comunque, non presente in letteratura una conferma diretta di questo meccanismo, possiamo solo ipotizzarne teoricamente la sua esistenza. Inoltre il processo di ablazione dipende anche da altri parametri quali la lunghezza d'onda utilizzata e la durata dell'impulso laser. Pertanto risulta ancora difficile la spiegazione del fenomeno di produzione di nanoparticelle.Tutto questo molto generico (io ne so poco). Conta la durata degli impulsi e anche la presenza di funzionalizzanti. E anche la lunghezza d'onda. L'esperimento che descrivo si basa sulla produzione di nanoparticelle d'oro ottenute per ablazione laser in acqua e il successivo studio della loro stabilit mediante misure di elettroforesi. L'apparato sperimentale utilizzato, nella produzione delle nanoparticelle, consiste in un laser impulsato (Nd:YAG, 25 ps, fino a 50 mJ a 1064 nm, con frequenza selezionabile 1064, 532, 355 nm mediante l'uso di cristalli non lineari), un sistema ottico per focalizzare il fascio e una cuvetta contenente il campione metallico, posto prima del fuoco della lente per evitare la pirolisi del solvente. Dopo aver tenuto il laser acceso per almeno trenta minuti, in modo da far termalizzare i componenti ottici interni al sistema, tramite un software, scritto in Labview, si gestisce l'apparato sperimentale. In particolare, tramite un opportuno trigger si comanda il laser e un sistema ottico disposto coassialmente composto da una lampada Uv-Vis e uno spettrometro. Dopo un numero prefissato di colpi del laser, si acquisisce gli spettri che vengono successivamente elaborati per dare l'assorbanza rispetto alla lunghezza d'onda in situ. Questo sistema ci permette di vedere in tempo reale cosa succede durante la fase di ablazione e se si stanno formando delle nanoparticelle (aggiungo grafico apparato sperimentale). Spettro, dimensioni TEM, colore,colloidi precipitano, interessante studirare stabilit, potenziale z. Secondo me non devi pubblicizzare la tecnica, ma mettere in luce gli aspetti fisici: interazione radiazione-materia e propriet fisiche delle particelle che si ottengono In definitiva le nanoparticelle ottenute tramite Lasis ablando con un fascio laser a 1064 nm, 15 mJ su di un target posto in una cuvetta riempita con 2 cc di acqua presentano una forma sferica e una dimensione media ,osservata al TEM, di circa 4 nm. Gli spettri osservati presentano la forma caratteristica delle nanoparticelle di oro, con il plasmone a 520 nm. La soluzione colloidale inoltre presenta il caratteristico colore rosa proprio dell'oro ridotto in forma di nanostruttura. Inoltre tali campioni sono estremamente stabili, con nessun evidente cambiamento dello spettro,aggregazione o formazione di precipitato su tempi lunghi anche diversi mesi. Un'utile verifica sperimentale consiste nel calcolarsi il potenziale z della particella, ovvero la differenza di potenziale elettrico che c' tra la specie carica fortemente adsorbita sulla superficie del metallo e quella (di segno opposto) dello strato diffuso nel mezzo dispersivo (il solvente) ( faccio un disegno) . Lo strumento utilizzato per effettuare questa misura (Zetasizer NS90) sfrutta il principio fisico dell'elettroforesi, secondo cui una particella carica immersa in un liquido viene spostata da un campo elettrico applicato con una velocit proporzionale al campo elettrico stesso tramite una costante detta mobilit elettroforetica (scrivo la formula v= mu*E). Mediante una misura di shift Doppler lo strumento si calcola la velocit con cui si muovono le particelle. Sapendo che la mobilit legata al potenziale z tramite la relazione () otteniamo il valore di potenziale z, che indica una migliore stabilit tanto pi il numero ottenuto maggiore in valore assoluto. Il valore ottenuto per le particelle di oro in acqua, risulta di circa 40 mV. La differenza di potenziale misurata una media dei potenziali di singola particella. Pertanto avendo tutte le nanoparticelle lo stesso segno di potenziale, esse si respingeranno per repulsione elettrostatica non permettendo, quindi, alle forze di Van Der Waals (forze attrative presente a corta distanza) di farle aggregare. In letteratura come quantit di

riferimento di potenziale z in valore assoluto si trova, per un colloide stabile in soluzione acquosa, 30 mV. Pertanto il risultato osservato conferma la prolungata stabilit. In conclusione in questo tema ho descritto la tecnica Lasis per la produzione di nanoparticelle soffermandomi sui processi fisici che entrano in gioco nei meccanismi di formazione. In particolare, rispetto alla sintesi chimica, la tecnica laser presenta diversi vantaggi tra cui il costo minore dei materiali necessari per l'ablazione, la possibilit di utilizzare altri tipi di metalli o altri tipi di solventi senza dover cambiare la procedura sperimentale ed inoltre una tecnica verde ovvero non c' bisogno di purificare i prodotti finali. L'esperimento preso in considerazione porta alla produzione di nanoparticelle di oro in acetone di forma sferica con una dimensione media di circa 4 nm. Considerata l'importanza della lunga stabilit della soluzione per le applicazioni si fatta una misura di potenziale z che ha dato come valore -40 mV. Tale valore indice di una soluzione stabile. Purtroppo Lasis presenta problemi tra cui uno dei principali la non completa conoscenza del meccanismo di ablazione che si rispecchia quindi anche sul poco controllo dimensionale e di forma delle nanoparticelle. Comunque i risultati ottenuti con questa tecnica, fino ad oggi, ci suggeriscono che pu rappresentare un valido metodo per investigare i processi fisici che stanno alla base della produzione delle nanoparticelle e potrebbe rappresentare uno strumento indispensabile per la realizzazione di nano materiali in futuro.

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