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IL PROCESSO AMMINSITRATIVO

Secondo l’articolo 113 della nostra costituzione, contro gli atti della PA è sempre ammessa tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi
legittimi dinanzi agli organi giurisdizionale della giustizia ordinaria e amministrativa. Nell’ ordinamento italiano la tutela giurisdizionale è
ripartita, appunto, tra organi di giurisdizione ordinaria preposti alla difesa del diritto soggettivo e, quelli della giurisdizione amministrativa,
preposti alla tutela degli interessi legittimi e anche dei diritti soggettivi nelle materie di competenza esclusiva come definiti dal codice del
processo civile.

Ma cosa sono gli interessi legittimi e i diritti soggettivi?

Entrambi vanno a determinare una situazione giuridica soggettiva, oltre che definire, per sommi capi, la linea di demarcazione tra
giurisprudenza amministrativa e ordinaria.

Il diritto soggettivo è un potere riconosciuto al singolo per la soddisfazione del suo interesse. Un potere che può consistere nella
supremazia del volere del titolare quando questo può da solo realizzare questo suo interesse. Un potere che può consistere nella
supremazia del volere del titolare quando questo può da solo realizzare il suo interesse, supremazia alla quale corrisponde dall’altro lato
del rapporto giuridico una mera soggezione. Questo potere può consistere in una pretesa alla quale corrisponde nel soggetto passivo
l’obbligo di tenere un determinato comportamento grazie al quale il titolare del diritto soddisfa il suo.

L’interesse legittimo, invece, possiede una definizione più controversa. La nostra costituzione ne definisce la sua portata in relazione ad
una situazione giuridica sostanziale che preesiste al processo con cui ne viene assicurata la difesa. Questo interesse si caratterizza anche
per la sua modalità di protezione: ossia per il potere di annullamento che la legge conferisce al Consiglio di Stato- massimo organo di
consulenza giuridica amministrativa e di giustizia amministrativa in Italia dell’atto o del provvedimento amministrativo che sia viziato di
incompetenza, eccesso di potere o violazione di legge. Un potere, che va negato al giudice ordinario.

Se l’interesse del privato viene tutelato con l’annullamento dell’atto lesivo e l’annullamento e disposto quando l’atto e direttamente o
indirettamente contro la legge allora, la tutela dell’interesse legittimo coincide con l’interesse pubblico al rispetto della legge. Di fatto, chi
ricorre al Consiglio di Stato tutela un suo interesse senza il quale non sarebbe legittimato. Ma il suo interesse viene soddisfatto solo se
l’atto e’ illegittimo e quindi nella misura in cui il suo annullamento soddisfa l’interesse pubblico al rispristino della legalità violata. Dunque,
l’interesse legittimo è quindi un interesse tutelato in forma diretta o riflessa, a differenza del diritto soggettivo, al quale l’ordinamento
appresta una protezione diretta o immediata e il ricorso del provato al giudice amministrativo non e altro che lo strumento per sollecitare
ulteriore controllo dell’amministrazione. In linea di massima l’interesse legittimo è una situazione soggettiva correlata al potere della
discrezionalità della PA. Il potere discrezionale viene esercitato con una scelta, talvolta anche la scelta di non agire, la cui alternativa
soggiace una situazione soggettiva appunto l’interesse legittimo. L’interesse è legittimo perché può essere tutelato solo con un atto
legittimo. Appunto, nella misura in cui coincide con l’osservanza della legge. Esiste una classifica: INTERESSE LEGITTIMO OPPOSITIVI che il
privato ambisce a conservare uno stato di cose che lo soddisfi; INTERESSE LEGITTIMO PRETENSIVI l’interesse di chi richiede il rilascio di
un’autorizzazione o una concessione. Come per i diritti soggettivi, anche per gli interessi legittimi è stata riconosciuta la risarcibilità. In
definitiva, l’interesse legittimo si può definire come l interesse pretesa, aspettativa o aspirazione a che l’autorità amministrativa eserciti il
suo potere in modo da soddisfare l’interesse stesso o lasciando inalterato lo stato di cose in atto o modificandolo nel senso voluto dal
soggetto. L’interesse che è tutelato nella misura in cui la sua soddisfazione si realizzi con un provvedimento legittimo, l interesse e tutelato
prima che il provvedimento venga preso, con i diritti di partecipazione al procedimento amministrativo e, dopo che il provvedimento è
stato preso, se sfavorevole al soggetto, con il potere di reazione in via giudiziale o amministrativa.

Ma quali sono le materie di giurisdizione esclusiva e del GA ?

Negli ultimi anni, con il processo di privatizzazione del pubblico impiego, al giudice amministrativo sono state sottrae le competenze in
maniera di contratti del pubblico impiego. Cosi che le controversie relative ai pubblici impieghi sono state devolute al GO. Sottratte a
questa regola sono: magistrati, avvocati di stato, militari, forze di polizie, avvocati di stato, dipendenti della Banca di Italia, diplomatici
e alcune delle autorità amministrative. Il giudice amministrativo che si vede amputato di questo settore ne acquisisce altri. E’
competenza del GA le controversie aventi ad oggetto diritti patrimoniali conseguenziali, ivi comprese risarcimento del danno, in
materia edilizia, urbanistica e dei servizi pubblici. A questo si aggiunge che la novità che la competenza dei tribunali amministrativi
regionali TAR sono riconosciute la competenza del risarcimento del danno anche attraverso la reintegrazione in forma specifica e ali altri
diritti patrimoniali conseguenziali. Non solo quindi nell ambito della giurisdizione esclusiva ma in genere nell ambito della intera
giurisdizione anche quella di tutela dell interesse legittimo: il giudice potere condannare al risarcimento del danno il ricorrente che ha
subito dal procedimento amministrativo. Quindi la risarcibilità del danno dell interesse legittimo può essere avanzato e va chiesto al GA.
Quindi le materie sono definite in blocchi.

Quali sono le azioni ammissibili dinanzi al GO?

E’ legittima la domanda di accertamento, perché se accolta si limita ad accertare senza modificare lo stato delle cose. Riguardo la
condanna, condannando l’atto nelle materie di sua competenza, il GO non modifica o annulla l’atto amministrativo ma piuttosto impone
alla amministrazione di modificarlo o annullarlo sicché è l’amministrazione ad agire e non il giudice. L’annullamento dell’atto
amministrativo è tuttavia possibile quando la domanda e fondata su legge di settore che attribuisco al GO .

IL DOPPIO GRADO DI GIURISDIZIONE AMMINISTRATIVA

Il principio del doppio grado è previsto dalla costituzione. L’articolo 125 stabilisce che ogni regione sia dotata di giustizia amministrativa di
primo grado. L’articolo 103 parla di Consiglio di Stato, il quale è giudice di appello rispetto agli organi amministrativi regionale. I tribunali
amministrativi di primo grado non sono controlli su enti locali, essi sono giudici di primo grado preposti alla tutela degli interessi legittimi e
ai diritti soggettivi nelle materie di competenza esclusiva. Il consiglio di stato è giudice di appello ma anche giudice ultimo. Contro le sue
sentenze come anche contro le sentenze della corte dei conti non è ammesso ricorso in cassazione- giudice di legittimità di ultima istanza
delle sentenze emesse dalla magistratura ordinaria- se non per motivi inerenti alla giurisdizione art 111. Non è previsto il ricorso di
violazione di legge previste per tutte le sentenze degli organi giudiziari ordinari o speciali. Ma si ricorre in cassazione solo se una sentenza
del consiglio di stato difetta di giurisdizione o se lamenta il mancato esercizio della giurisdizione.

IL PROCESSO AMMINSITRATIVO

E’ DISCIPLINATO DAL CODICE DEL PROCESSO AMMINSITRATIVO. ESSO SI COMPONE DI 5 LIBRI.

1. DISPOSIZIONI GENERALI
2. PROCESSO AMMINSITRATIVO DI PRIMO GRADO
3. IMPUGNAZIONI
4. OTTEMPERANZA E RITI SPECIALI
5. NORME FINALI

PRINCIPI

I principi sono enunciati nei primi due articoli del codice e rispettano i principi costituzionali: principi parità delle parti, del contradditorio e
del giusto processo, ragionevole durata del processo.

Pienezza ed effettività della tutela: la pienezza è assicurata dalla pluralità delle azioni che il privato può esercitare azioni di annullamento,
di condanna, averso il silenzio , azione di nullità.

Principio della domanda: il giudice non può pronunciare una sentenza se non c’’e una parte che lo chiede nel proprio interesse. Il privato
può chiedere la tutela giurisprudenziale ma può anche astenersi dal farlo.

Principio del giusto processo: è giusto il processo quando si svolge tra le parti, che ci sia una parità delle parti e difronte al giudice che sia
terzo e imparziale, nonché nel istituto del contradditorio. La partita delle parti significa anche che ognuno ha diritto ad una difesa e che sia
notificato anche l’avvio del processo ai controinteressati.

Durata ragionevole del processo: esigenza questa può volte richiamata dalla corte europea dei diritti del uomo Nel senso che una giustizia
tardiva pur sempre un ingiustizia.

Principio della necessaria presenza della tutela costitutiva: è quella più idonea a bilanciare il potere della PA di disporre unilateralmente
della sfera giuridica del privato, l annullamento elimina l’atto impugnato in maniera retroattiva obbligando la PA di rimuovere situazioni di
fatto che sono venuto in essere in forza dell’atto annullato.

Un processo chiuso: contro le sentenze del consiglio di stato non sono ammesse ricorso per cassazione se non per i soli motivi inerenti alla
giurisdizione. Il difetto di motivazione o la violazione di legge possono essere conosciute solo dal GA di promo grado e di appello alle
condizioni che essi si mantengono nei limiti della giurisdizione amministrativa.

COMPETENZA PER TERRITORIO

La competenza dei TAR è distribuita secondo i seguenti criteri:

1. Se la controversia è relativa ad atti, provvedimenti, comportamenti o accordi che spiegano effetti in ambito regionale o
infraregionali competente è il tribunale della regione. La regola vale anche se ad emettere è un tribunale di un’altra regione, se
gli effetti sono circoscritti all ambito regionale.
2. Per controversie riguardanti pubblici impieghi, il tribunale nella cui circoscrizione territoriale he’ situata la sede di servizio.
3. Negli altri casi è sempre competente il TAR del Lazio. Mentre per gli atti dei soggetti ultraregionali, il TAR nella cui circoscrizione
ha sede il soggetto.
4. Competenze speciali del TAR Lazio e del TAR Lombardia per servizi energia elettrica e gas.
5. Fase cautelare: la competenza territoriale e funzionale sono inderogabili anche in questa fase. L’incompetenza del giudizio di
primo grado è rilevata di ufficio. In appello il difetto di competenza è rilevato solo se è stato impugnato il capo do sentenza che
ha statuito sulla competenza anche in modo implicito. L’inderogabilità della competenza in fase cautelare comporta che il
giudice investito di domanda cautelare deve verificare la propria competenza e decidere di astenersi se ritiene che la sua
competenza sia in difetto. In questo caso, l ordinanza dichiara la propria incompetenza. Se non viene proposta una domanda
cautelare, il difetto di competenza può essere eccepito entro il termine del giudizio. Rilevata la incompetenza, quando viene
sollevata, il presidente fissa la camera di consiglio per la pronuncia immediata sulla competenza e ove il collegio dichiari la
propria incompetenza indica il giudice compente, davanti al quale la causa viene riassunta. L’ordinanza che pronuncia sulla
competenza senza decidere sulla domanda cautelare e impugnabile esclusivamente con regolamento di competenza. Il
regolamento di competenza è proposto entro 30 GIORNI DALLA NOTIFICA O 60 DALLA NOTIFICAZIONE DELL ORDINANZA O
VIENE DECISIODAL CONSIGLIO DI STATO CON ORDINANZA IN CAMERA DI CONSIGLIO, atto che vincola il tar indicato come
competente davanti al quale il giudizio va riassunto se il giudice indicato dal CONSIGLIO DI SATO e diverso da quello
originariamente adito.

LE AZIONI PREVISTE DAL C.P.A

Le azioni sono previste nel cap II e III, capitoli dedicati alle azioni di cognizione. Classificate in: AZIONI DI ANNULLAMENTO, AZIONI DI
CONDANNA, AZIONI AVVERSO IL SILENZIO E AZIONI ( O DECLARATORIA) DI NULLITA’. In relazione alle ultime due l’art 31 stabilisce che
l’azione avverso il silenzio ha per accertamento l’obbligo dell’amministrazione di provvedere, mentre la declaratoria di nullità consegue
l’accoglimento della domanda volta all’accertamento della nullità prevista per legge. L’art 34 stabilisce invece che il ricorrente insieme all
azione di all’annullamento di diniego o dichiarazione di obbligo dell’amministrazione di provvedere deve chiedere anche la condanna al
rilascio del provvedimento richiesto. Il processò amministrativo ha quindi azioni di condanna, di annullamento e di accertamento.

AZIONE DI ANNULLAMENTO: è prevista per violazione di legge, incompetenza ed eccesso di potere entro 60 GIORNI. L’azione di
annullamento presuppone un atto amministrativo, uno o più vizi di legittimità lesivi di interesse legittimo o di diritto soggettivo.
L’annullamento prevede la cancellazione dell’atto fin dall’origine con l ‘obbligo per l’amministrazione di rimuovere lo stato di fatto cui
l’atto ha dato origine. La condanna pecuniaria è un supplemento destinata soprattutto a risarcire i danni che non sono eliminabili con
l’annullamento dell’atto. In base agli elementi sostanziali, il giudice decide se è un’azione di annullamento o condanna o accertamento.

AZIONE DI CONDANNA: è prevista in 3 casi:

1. Quando nelle materie esclusive del GA si ha un danno cagionato alla lesione di diritto soggettivo.
2. In tutte le materie quando il ricorrente richiede il risarcimento del danno ingiusto derivante dall’illegittimo esercizio dell’attività
amministrativa.
3. Quando il ricorrente si duole non dell’esercizio, ma del mancato esercizio dell’attività amministrativa obbligatoria ossia quando
l’amministrazione non ha adempiuto all’obbligo.

La azione di condanna può essere avanzata sia autonomamente che contestualmente ad altre azioni. La domanda di risarcimento può
essere allegata anche all’azione di nullità. Nei soli casi della giurisdizione esclusiva la domanda di risarcimento può essere avanzata anche
in via autonoma e nei soli casi dei termini di prescrizione. La domanda di risarcimento per interessi legittimi deve essere proposta entro
120 giorni dal giorno in cui il fatto di è verificato o dal giorno della conoscenza del provvedimento se il danno deriva da questo.

Se è stata proposta un azione di annullamento, l’azione di condanna puoi essere esercitata contestualmente o può essere introdotta nel
corso del giudizio o comunque deve essere inviata non oltre i 120 giorni dal passaggio in giudicato della sentenza senza che ha annullato
l’atto. Mentre, se non c’è domanda di annullamento e ci si limita solo alla richiesta di risarcimento del danno cagionato dal
provvedimento, vanno esclusi i danni che l interessato avrebbe potuto evitare usando l’ordinaria diligenza attraverso l’esperimento di
strumenti di tutela disponibili. Quindi, non si può chiedere il risarcimento di effetti durevoli se non è stato invocato l’annullamento che
avrebbe potuto ridurre i danni. Il concorso di colpa del creditore può essere ravvisato nell’omesso tempestivo ricorso alla tutela di
annullamento. Dunque secondo il cpa all’art 30, il legislatore ha accettato l’autonomia della azione risarcitoria ma allo stesso tempo
escludo da questa il risarcimento dei danni che si sarebbero potuti evitare usando l'ordinaria diligenza anche attraverso l’esperimento
degli strumenti di tutela previsti. Il mancato impugnazione della azione di annullamento non rende inammissibile l’azione risarcitoria ma
giustifica nel merito il rigetto totale o parziale della domanda di risarcimento. L’azione di condanna autonomamente proposta è soggetto a
termine di 120 giorni. Nel processo civile il diritto di risarcimento del danno da illecito civile si prescrive in cinque anni, mentre l ordinario
termine di prescrizione decennale per il diritto di credito. La condanna è quasi sempre pecuniaria, può essere fatto secondo quanto
previsto dall art 2058cc che il risarcimento non deve essere eccessivamente gravosa per il debitore. Tuttavia il ripristino dello status quo è
conseguenza naturale dell annullamento e quindi forma oggetto d’obbligo della amministrazione di ottemperare.

AZIONE AVVERSO IL SILENZIO: quando decorsi i termini per l’amministrazione di intervenire, l interessato può esperire l’azione di
accertamento dell’obbligo della PA di intervenire. Tale obbligo viene meno se l’amministrazione ha provveduto respingendo già la
domanda, o l’organo adito sia incompetente o il richiedente non abbia alcun titolo all’avvio del procedimento, cioè sia privo dell’interesse.
Tuttavia anche quando la domanda di avvio del procedimento sia inammissibile, improcedibile, o infondata la PA ha l’obbligo di
provvedere sia con un punto sintetico di riferimento di fatto o di diritto ritento risolutivo. L’interessato oltre ad accertare l’obbligo di
provvedere può anche accertare la fondatezza della sua domanda se l’attività’ vincolante, attività nella quale la PA ha esaurito obbligo di
discrezionalità o di attività nella quale non è necessario l’istruttoria. Quindi il giudice non solo accerta l’esistenza dell’obbligo ma anche che
la rischista sia legittima, ovvero se esiste un obbligo di legge per il quale l’amministrazione non è tenuta ad intervenire. Il termine di agire
è sino ad un anno dalla scadenza del termine stabilito per la conclusione del procedimento. Se l’amministrazione è rimasta inerte anche
dopo l’anno senza che l’interessato abbia proposto ricorso questi può rinnovare l istanza di avvio del procedimento cosi che i tempi
vengono riaperti.

AZIONE DI ADEMPIEMNTO: il giudice quindi si pronuncia in merito al silenzio quando si tratta di attività non vincolante o non risultante
margini di esercizio della discrezionalità e non ci sono adempimenti istruttori, al di fuori di questi limiti viene adottata la condanna al
rilascio di un provvedimento.

AZIONE DI NULLITA’: Configurata all’articolo 31. L’atto nullo non produce effetti a differenza di quello annullabile che produce effetti fino al
momento in cui viene annullato. Di conseguenza, l’interesse a far valere la nullità è un interesse di certezza alla situazione giuridica di cui si
dispone. Nullo è l’atto privo di elementi essenziali o e viziato da difetto assoluto di attribuzione o e stato adottato in violazione o elusione
del giudicato o e qualificato nullo da specifiche previsioni di legge. Ovviamente affinche questo sia valutabile dal GA è opportuno che
l’atto nullo sia legato ad un interesse legittimo o della giurisprudenza esclusiva del giudice amministrativo. L’azione di nullità nel diritto
civile e’ imprescrittibile mentre nel c.p.a. è assoggettato ad un termine di decadenza di 180 giorni . Decorso questi termini, la situazione
che viene a determinarsi e un atto nullo contro cui non si e agito. Un trattamento particolare è l’atto nullo adottato in violazione od
elusione del giudicato: comporta l’istaurazione del giudizio di ottemperanza.

LE PARTI DEL PROCESSO AMMINISTRATIVO

Ogni processo si svolge, secondo l’art 11 cost nel contraddittorio delle parti in condizione di parità davanti al giudice terzo e imparziale. Si
attuano i principi del giusto processo, del contradittorio e di parità delle parti. Alla tutela giurisdizionale dei diritti provvede l’autorità
giudiziaria su domanda di parte mentre per proporre una domanda o per contraddire alla stessa e necessaria avere un interesse. Colui che
propone la domanda è il ricorrente, cosi dominato perché questo è un processò di ricorso anziché di citazione. Infatti si fa ricorso al giudice
piuttosto che citare una controparte. Nel processo da ricorso l interessato ricorre contro un atto rivolgendosi al giudice. Chi ricorre è
sottratto da una legittimazione in questo caso appunto l’interesse legittimo o diritto soggettivo nelle materie ad esclusiva. Non può agire a
tutela di una situazione giuridica altrui a meno che non abbia mandato, ne può agire per l’interesse di tutela pubblica o tutela di legalità.
Amministrativa. In deroga a questo sono le c.d. azioni popolari che deroga alle previsioni di individualità della personalità. L’azione
popolare e ammessa anche in tema di operazioni elettorali del comuni delle provincie e nelle regioni. è derogato anche con il
riconoscimento delle associazioni ambientalistiche del potere di ricorre al giudice amministrativo per l annullamento di atti illegittimi
adottai in materia del ambiente. Si parla appunto di interessi legittimi che l’associazione si fa carico. Anche l’interesse collettivo a tutela del
interessi degli associati come il sindacato cha agisce a tutela del organizzazione sindacale.

L’INTERESSE A RICORRERE: diversa dalla legittimazione ad agire è interesse a ricorrere che è anche essa condizione necessaria affinche il
giudice ne consideri la domanda. Mentre la legittimazione è una situazione soggettiva (interesse legittimo o diritto soggettivo) l’interesse a
ricorrere consiste nella utilità a che chi si agisce può trarre dall’accoglimento della domanda. L’interesse a ricorrere deve persistere a tutta
la durata del processo. Se venisse meno nel corso del giudizio, il ricorso sarebbe dichiarato improcedibile mentre se manca sin dall’inizio il
ricorso e inammissibile. Perché la dichiarazione di improcedibilità sia possibile e necessario che sia sopravvenuta una situazione di fatto o
di diritto del tutto nuova o sostituisca di quella esistenza al momento della proposizione del ricorso.

L’AMMINISTRAZIONE RESISTENTE: il ricorso è contro una PA appunto l’amministrazione resistente colei che ha posto in essere l’atto da
impugnare. Se l’atto proviene dal sindaco, dara il comune l’amministrazione resistente, se previene da un prefetto sarà il ministri
dell’interno a rivestire il ruolo. Se ci sono atti imputabili a più amministrazioni per esempio un decreto interministeriale o un accordo tra
enti allora saranno più amministrazioni resistenti. Quando più amministrazioni partecipano ad un procedimento amministrativo sarà
resistente quella a cui imputabile l’atto finale, conclusivo. Se il ricorrente denuncia il vizio di un atto intermedio che si ripercuote su quello
conclusivo e l’atto intermedio è posto ine essere da un amministrazione diversa anche questa sarà chiamata in giudizio. L’amministrazione
resistente ha diritto a difesa. Perché tale diritto possa essere esercitato è opportuno che il ricorso deve essere notificato all’autorità che ha
adottato l’atto impugnato: la conoscenza del giudizio che si va ad istaurare (ed il deposito notificato presso la segretaria del tar) sono
elementi necessario senza il quale il diritto di difesa non può essere attuato.

IL CONTROINTERESSATO: Colui che ha interesse contrario al ricorrente. Ad esempio se il ricorso e per rimozione, l interessato ha interesse
a mantenerlo. Per stabilire il controinteressato non è necessario che sia menzionato nell’atto ma occorre tener conto del pregiudizio che
una persona anche non menzionata riceverebbe dall’annullamento giurisdizionale dell’atto stesso. Quando i controinteressati sono più di
uno e sufficiente che entro il termine del ricorso sia notificato ad almeno uno di loro. Il legislatore considera anche le difficoltà per il
ricorrente di rispettare il termine quando ci co sono più controinteressati e la difficoltà quando ne sono molteplici. Quanto la notifica, il
giudice più autorizzare la notifica per pubblici proclami ossia la pubblicazione nella GU di un sunto del riscorso e le sue conclusioni.

L’INTERVENIENTE: chiunque può intervenire nel processo tra le altre parti per far valere nei confronti di tutti o solo alcuni un diritto
relativo all oggetto indipendentemente dal titolo dedotto nel processo del medesimo. Abbiamo l’intervento principale che può essere fatto
nei confronti di tutte le parti e che non è ammesso nel processò amministrativo, abbiamo invece l ‘intervento adesivo, che è la sola forma
ammessa nel processo amministrativo che è intervento di chi ha interesse a sostenere le ragioni di una delle due parti contro l’atra.

L’intervento ad adiuvantes e interesse a sostengo del ricorrente non può avere la consistenza dell’interesse che propone, nel senso che
anziché intervenire direttamente se si interviene nel ricorso si finirebbe per eludere il termine per ricorrere a pena decadenza. Dunque
questo intervento e ammesso a tutela di un interesse che e diverso ma collegato a quello principale.

L’intervento ad oppoendum ossia quella ad intervenire accanto all’amministrazione [può essere di due tipi. O proposto dal
controinteressato non intimato ovvero interviene un terzo che comunque potrebbe subite un pregiudizio dell accoglimento del ricorso in
questo caso si possono proporre motivi diversi da quelli della amministrazione a differenza invece dell intervento adiuvantes.

IL CONTRADDITTORIO: Avviene tra le parti quali ricorrente, amministrazione resistente, controinteressato. Per poter aver il contraddittorio
è necessario la notifica del ricorso a cura del ricorrente tra le parti. La notifica è da effettuarsi a mezzo di ufficiale giudiziario consente
a[appunto alle parti di poter portare a conoscenza del esistenza del processo e quindi di difendersi. Il principio di contraddizione non so
comporta; l obbligo di notifica ma anche di depositare l’originale del ricorso presso la segreteria del tar. Del principio del contraddittorio
ha diritto di avvalersi anche il ricorrente. Il termine per il deposito dei documenti è di 40 giorni prima dell’udienza, serve anche al
ricorrente per esaminare ciò che viene prodotto dalle altre parti ed utilizzarle in vista di eventuale memoria, (memorie da depositare
fino a 30 giorni pima della udienza) entro il termine per ricorrere (ossia entro 60 giorni dalla notifica del ‘atto da impugnare o dalla
piena conoscenza) il ricorso va notificato non solo all’amministrazione resistente o alle amministrazioni se più di una ma anche al contro
interessato/i. la legge afferma che entro il termine il ricorso vada notificato ad almeno uno dei controinteressati . Il contraddittorio si
perfezione quando l’atto introduttivo e notificato non sol all amministrazione ma anche agli controinteressati. Nelle more delle
integrazione del contraddittorio il giudice può pronunciare provvedimento cautelari.
L’ATTO IMPUGNATO: il ricorso è contro atti o provvedimenti dell’autorità. In alcuni casi l’atto non c’’e come nel caso del silenzio. Come si
distingue l’atto impugnabile da quello che non lo e? distinzione tra mero atto amministrativo e provvedimento amministrativo.

Il provvedimento è per definizione quello impugnabile. E’ impugnabile l’atto conclusivo di un procedimento. Non sono impugnati gli atti
preparativo perché il procedimento potrebbe concludersi con atti di portata diversa. Tuttavia ci sono atti che pur non essendo finali del
provvedimento possono essere impegnati. L’atto endoprocedimentale è impugnabile quando prelude ad un provvedimento che può
essere sostanzialmente vincolante. Un atto che deve essere seguito nei 45 giorni successivi da un provvedimento finale e definitivo. Pur
essendo preparatorio è impugnabile perché lede un itneresse legittimo. Quindi è impugnabile quando l’atto lede una situazione giuridica
soggettiva. E’ il caso anche dell’atto che esclude interessato dal prosieguo del procedimento. Non sono di norma impugnabili le norme
regolamentate a meno che non hanno una portata direttamente lesiva. Non sono impugnabili gli atti emanati dal governo nell’esercizio del
potere politico, non sono impugnabili perché ad essi non sono correlati ne interessi legittimi ne diritti soggettivi. Diversamente, dall’atto
impugnabile e quello del procedimento viziato onde la sua validata si ripercuote sul provvedimento fiale viziandolo a sia volta. In tale
ipotesi è impugnato sia il provvedimento finale che l’atto viziato. E’ sufficiente impugnare quello conclusivo. Ci sono ipotesi in cui l’atto
non può essere impugnato per il semplice fatto che siano trascorsi i termini brevi di decadenza per farlo. A tal proposito, se l’atto
successivo e stato adottato a seguito di una nuova istruttoria o a seguito di una nuova ponderazione di interessi esso e autonomamente
lesivo quindi può essere impugnato anche se l’atto confermato non lo e stato nei termini di impugnazione. Se l’atto invece e confermativo
nel senso che la decisione e’ una decisione che conferma quella già prese nel precedente procedimento, allora il termine di decadenza
vale.

TERMINE EPR RICORRERE

Il termine di breve termine serve per una certezza giuridica. gli atti non devono essere esposti per un lungo lasso di ritempro agli attacchi
dei destinatari. I termini secondo il c.p.a. variano.

ANNULLAMENTO= ENTRO 60 GG

CONDANNA AL RISARCIMENTO DEI DANNO DI LESIONE DI INTERSSI LEGGITTIMI =SE NON CONTESTUALE ALL’AZIONE DI ANNULLAMENTO
(QUINDI 60 GG) O NEL CORSO DI GIUDIZIO DI IMOPUGNAZIONE VA PROPOSTA IN 120 GG

SE CHIESTO ANNULLAMENOTO MA NON IL RISARCIMENTO DELLL DANNO L’AZIONE DI RISARCITORIA FINO A 120 GG DAL PASSATO IN
GIUDICATO DELLA RELATIVA SENTENZA

AZIONE AVVERSA IL SILENZIO = FINO A CHE EPRDURA L’INADEMPIMENTO E COMQ NON OLTR UN ANNO DAL TERMINE DI SCADENZA il
provato che abbia lasciato il decorrere di questo termine può ottenere la riapertura del procedimento riproponendo la domanda di
provvedimento

AZIONE A TUTELA DEI DIRITTI SOGGETTIVI = ENTRO IL TERMINE DI RPESCRIZIONE PREVISTI DAL CODICE CIVILE LA STESSA VALE PER
L’AZIONE DI OTTEMLERA ZA CHE PUI ESSERE ADOTTATA ENTRO IL TERMINE DI RPESCRIZIONE DI 10 ANNI

LA AZIONE DI IMPUGNAZIONE IL TERMINE DECORRE DALLA COMUNICAZIONE O DALLA PUUBBLICAZIONE O DALLA PIENA CONSOCENZA. La
comunicazione è prevista per io provvedimenti recettizi la cui efficacia si lega alla comunicazione quindi per tutti gli atti limitativi di sfera
giuridica del privato. La pubblicazione può essere come forma sostitutiva di comunicazione. Il termine in questi casi decorre dal termine di
scadenza della pubblicazione. La pubblicazione mantenuta ed es per 15 gg. In alcuni casi le persone non ricevono la comunicazione, in
questi casi i termini slittano al momento in cui prendono piena coscienza della comunicazione. Quando cioè si conoscono i contenuti
essenziali dell atto. Se invece il resistente o controinteressato ritengono che sia stata a conoscenza prima, grava a loro l’obbligo di darne
prova. L’osservanza del termine per la proposizione del ricorso e essenziale. Trattandosi di un termine decadenziale non e suscettibile di
sospensione o interruzione che invece sono ammesse per i termini di prescrizione.

IL CONTENUTO DEL RICORSO: è diretto al TAR regionale e deve contenere le generalità del ricorrente , del difensore, delle parte
avversarie, l indicazione dell oggetto della domanda, compreso l’atto impugnato , la esposizione sommaria dei fatti, i motivi del ricorso , la
sottoscrizione della parte e dell’avvocato che lo rappresenta. Un ricorso che non consente i motivi sarebbe inammissibile come
inammissibile sarebbe un ricorso diretto contro l’atto che non risulta lesivo di interessi,. Il motivo deve essere in qualche modo
identificabile dal giudice. Il ricorso è nullo se manca di sottoscrizione o se vi e’ assoluta incertezza sulle persone o sull’oggetto della
domanda. La comparizione dell’intimato sana la nullità e la irregolarità del atto salvo i diritti acquisti anteriormente alla comparizione. Se il
ricorso contiene irregolarità allora il collaggio può ordinare che la notifica sia ritrovata entro un termine da lui fissato.

LE FASI

Notifica ricorso- deposito ricorso-istanza di fissazione di udienza-costituzione delle altre parti- fissazione dell udienza da parte del
presidente del tribunale-deposito dei documenti-deposito delle memorie-udienza di trattazione.

Il processo è avviato dalla notifica alle amministrazione, alle amministrazione resistenti e ad almeno ad uno dei controinteressati. Il ricorso
notificato entro 60 gg o pubblicato. Se manca notifica o pubblicazione il termine decorre dalla piena conoscenza dell’atto. La piena
conoscenza si reputa acquisita quando il ricorrente ha esercitato il diritto di accesso per ottenere copia dell’atto o del testo integrale dello
stesso. Il termine di 60 giorni e stabilita a pena decadenza. Il ricorso notificato tardivamente e irricevibile. Il tribunale deve limitarsi a
prendere atto della tardività e dkichiarare il ricorso irricevibile senza entrare nel merito.

Entra 30 giorni nel momento in cui si perfezione anche per il destinatario l ultima notifica l originale ricorso va depositato. Il documento
deve offrire la prova delle eventuali notifiche es essere accompagnato da copia dell atto impugnato nonché dei documenti sulla quale si
fonda il ricorso. Se il ricorrente non è in possesso di nessun di questo atto allora nel costituirsi in giudizio l’amministrazione e tenuta a
provvedere al deposito degli atti che avrebbe dovuto produrre il ricorrente. In base alla principio di parità prevista dall art 11 cost. il
deposito dell originale del ricorso alla segreteria del TAR viene instaurato il rapporto processuale. Con la notifica il ricorrente si limita a
chiamare in giudizio l’amministrazione resistente e l’eventuale controinteressato ma e solo col deposito che il giudice viene tirato in nullo.
Prima del deposito alla segreteria infatti, l’amministrazione ignora l’esistenza della lite.

Nel processo amministrativo l’istanza di fissazione deve essere sollecitata da un’apposita istanza del ricorrente. In mancanza di una istanza
del genere l udienza non può essere fissata e ove il ricorrente non lo fa entro il periodo di un anno, il ricorso e perentato ovvero decaduti.
Questo termine desunto determina un estinzione del giudizio per r inattività delle parti. L impulso delle parti non e solo richiesta per la
fissazione dell udienza, ma anche quando l udienza si è avuto, serve anche nella richiesta di conclusione del processo. Pure in questo caso,
in mancanza di una nuova istanza entro un anno si ha la cancellazione della causa del ruolo. La parte può segnalare l urgenza della
decisione depositario un istanza di prelievo. Come il ricorrente ha l’obbligo di presentarsi in giudizio mediante il deposito se vuole una
decisione così le altre parti hanno l’onere di di costituirsi in giudizio se intendono difendersi onere ma non obbligo. La difesa infatti e diritto
ma non obbligo. Un termine di 60 giorni e previsto per la difesa e i controinteressati dal giorno della notifica del ricorso per la
costituzione. Si tratta di un termine ordinario. la parte può costituirsi fino a a 40 giorni prima della udienza e entro il quale e possibile
depositare documenti, mentre di 30 giorni per depositare memorie . Venti giorni assegnati per deposito di eventuali repliche. la
costituzione può avvenire anche in udienza ma in questo caso si può solo partecipare alla discussione .

ANNUALLATA LA NOMINA DI UN AZIENDA SPECIALE, IL SINDACO PROVVEDE ALLA NOMINA DI UN'ALTRA PERSONA NELLO STESSO UFFICIO
CON ATTO DIVERSO.

Colui che ha proposto il ricorso contro l annullamento della sua nomina deve ricorre contro la nomina di un altro persone a sostituirlo se
non lo fa rischia di dichiarare inammissibile il suo ricorso per carenza di sopravvenuto interesse. Motivi aggiuntivi sono ammessi quando si
viene a conoscenza di nuovi visi del provvedimento impugnato. I motivi aggiuntivi vanno promossi entro il termine di 60 giorno, i motivi
aggiuntivi possono essere che le domande nuove purché legate a quelle gia proposte può trattarsi di nuove voci del danno risarcibile, ecc..
i motivi aggiuntivi possono essere proposti anche dal ricorrente per via incidentale. In ossequi al principio dio concentrazione, se la
domanda nuova e proposta davanti allo stesso tar il giudizio provvede alla riunione dei ricorsi.

Il ricorso incidentale può essere proposto dalle parti resistenti, i controinteressati e gli intervenienti. Viene evocata dal processo civile la
domanda riconvenzionale, ossia la domanda che dipende dal titolo dedotto in giudizio della attore. Con il ricorso incidentale il
controinteressato attacca il provvedimento impugnato dal ricorrente principale in una parte diversa da quella che viene investita nel
ricorso principale per evitare o mitigare i danno che derivano dall’accoglimento della domanda principale. Il ricorrente può impugnare o la
domanda principale ma in un altro punto o una atto che si collega alla domanda principale. Le parti resistenti possono altri attivare mezzi
di auto tule cioè annullamento o revoca della atto emanato al posto del ricorso incidentale. Il giudice competente a pronunciarsi sul
ricorso principale deve anche pronunciarsi su quello incidentale. A questa regola si deroga quando la competenza e del tar del Lazio. Ad
esempio, ricorso contro tar di Calabria ma il controinteressato ricorre in via incidentale per un regolamento governativo che ha efficacia su
tutto il territorio allora la competenza va al tar Lazio. Il termine per ricorso incidentale e di 60 giorni dalla notifica del ricorso principale. Se
il ricorso incidentale contesti la legittimazione faccia avere un motivo a carattere escludente il ricorso incidentale va esaminato prima del
principale.

L’istruttoria: alcuni ricorsi possono essere fatti senza istruttoria cioè consente al giudice di decidere senza prova. Il giudice verificherà solo
la competenza dell autore ad impugnare l’atto. I mezzi istruttori richiesta o chiarimenti sono usati per acquisire gli elemini di prova che non
sono nella disponibilità del ricorrente o del contro interessato

Il giudice dispone che il processo sia sospeso nel caso in cui egli stesso o altro giudice deve risolvere una controversia della cui definizione
dipende la decisione stessa. La sospensione e dipende anche quando pende davanti al giudice ordinario un giudiziose che a per oggetto la
capacita di agire di un ricorrente o un incidente del falso ed e’ disposta quando viene rimessa alla corte costituzionale la questione di
legittimità costituzionale. La morte o la perdita della capacita di stare i giudizio di una delle parti private al pari della morte della avvocato
della sua radiazione o sospensione dalla albo producono interruzione del processo. In questo caso, quando l intervento riguardo l
avvocato, la sospensione e automatica. L’interruzione si produce solo quando il giudice lo pronuncia. Senza questo, il processo continua. Il
processo interrotto prosegue anche quando le parti fissano una nuova istanza. Se interrotto il processo deve essere riassunto dalla parte
diligente entro 90 giorni dalla conoscenza legale della evento.

SENTENZE DI RITO E SENTENZE DI MERITO=per stabilire se il ricorso sia fondato o meno il tribunale deve verificare se il ricorso sia stato
presentato nei termini, se è stata notificato al controinteressato, se è stato depositato tempestivamente, se l’interessato conserva
interesse alla decisione, se è stata presentata domanda di fissazione della udienza e se dopo essere stato interrotto o sospeso per cause
previste, è stato ripreso entro i termini e se cosi via. Se il ricorso è tardivo sarà dichiarato IRRICEVIBILIE, senza procedere, se il
contraddittorio non è stato rispettato, perché il ricorso non è stato notificato al controinteressato o agli altri una volta effettuata la notifica
agli altri, il ricorso sarà INNAMMISSIBILE. Il ricorso invece notificato tempestivamente ma non depositato entro 30 giorni dall’ultima
notifica è IRRICEVIBILE, mentre, qualora l’interessato abbia perduto interesse nella decisione finale è IMPROCEDIBILE. Mentre, qualora il
TAR ritenga ci sia un difetto di giurisdizione perché esse spetta al giudice ordinario o alla corte dei conti o alla commissione tributaria o al
tribunale superiore delle acque, questo sarà INAMMISSIBILE. In tutti questi casi, elencati nella legge art 35 del c.p.a il tar emette una
sentenza di rito: perché incontra un ostacolo che non gli permette di entrare nel merito del ricorso ossia di emettere un sentenza di
merito. Le sentenze di rito sono quelle che si arrestano alla pregiudiziale, mentre le sentenze di merito sono quelle che decidono in merito
alla domanda, ossia accertano la fondatezza o infondatezza della domanda di annullamento o delle domande di annullamento, di
accertamento mero o di condanna art 34. Solo quelle sentenze di merito si forma il giudicato una volta che siano decorso i termini per
l’impugnazione. Solo in questo caso infatti si può dire che l’accertamento contenuto nella sentenza passata in giudicato fa effetto ad ogni
effetto rea le parte, i loro eredi e i loro aventi causa. E’ sufficiente che un solo motivo sia fondato perché venga accolta il ricorso. In base
alla teoria dell’assorbimento infatti, tutti gli altri motivi vengono assorbiti da solo un motivo per essere accolta, considerando che anche
solo per quel motivo il ricorso va accolto. Se ci sono dei vizi, allora vengono sottolineati con l impugnazione della ‘annullamento della atto
impugnato. Il tribunale infatti giudica solo della fondatezza del ricorrente e quindi l’accoglie o la rigetta.

IL GIUDICATO AMMINISTRATIVO: il giudicato amministrativo è giudicato formale o sostanziale.

Il giudicato formale è della sentenza non più soggetta a impugnazione per decorso del termine salvi i casi eccezionali in cui anche la
sentenza non più appellabile e quindi passata in giudicato può essere impugnato con la revoca straordinaria o con l’opposizione di un
terzo.

Diverso invece il giudicato formale che e l’accertamento contenuto nella sentenza passata in giudicato che fa stato tra le parti. Tale
sentenza è definita nel merito, osservando il rapporto tra le parti e non nelle sentenze di rito che appunto definiscono irricevibilità,
inammissibilità, improcedibilità, perenzione e cessazione del contenere della materia. Nelle sentenze di merito si distinguono le sentenze
di accoglimento e di rigetto. Di fatto, queste ultime sentenze lasciano inalterate le cose, oggetto del giudicato saranno l disposizioni del
provvedimento che il ricorrente voleva annullare. Quindi, si [può affermare che il giudicato vero e proprio si ha nel momento in si accoglie
un ricorso e si provvede all’annullamento.

Esistono tuttavia una differenza tra annullamento di un contratto, per mezzo del giudice civile, e annullamento amministrativo.
Nell’annullamento del contratto infatti, la sentenza riporta il ripristino della liberta tra le parti, non più obbligate. L’annullamento del
provvedimento invece, il potere amministrativo non viene liberato, ma rimane, seppur orientate nell’adozione del successivo atto. Quindi
considerando che l’amministrazione può rinnovare il potere e rilasciare un nuovo provvedimento, si hanno diversi effetti
dell’annullamento.

1. Effetto demolitorio: che investe anche gli atti successivi adottati sui presupposti dell’atto annullato.
2. Effetto ripristinatorio: cioè ripristino fase ante anche attraversi atti giuridici.
3. Effetto confermativo: cioè conferma il potere della amministrazione dirigendolo nel verso giusto.

La sentenza può avere limiti oggettivi o soggettivi. I limiti oggettivi sono quelli appunto ella sentenza mentre quelli soggettivi sono quelli
che si circoscrivono ai soggetti, l’amministrazione può per ragioni di equità estendere il giudicato di annullamento a soggetti che non erano
parte del giudicato. se estende gli effetti del giudicato solo ad alcuni allora i soggetti esclusi potrebbero impugnare l’atto perché viziato,.

IL GIUDIZIO DI OTTEMPERANZA: non sempre l’amministrazione si adegua al giudizio della giudice. Sono infatti previsti dei casi in cui
attraverso l’istituto di ottemperanza la sentenza deve essere eseguita. Nel caso della sentenza amministrativa sarà il TAR o il consiglio di
stata a farla eseguire. L’oggetto del giudizio di ottemperanza ha un triplice effetto: ripristinatorio, che e tipico della annullamento, un
effetto ordinatorio, che appunto la rimozione di un fatto venuto in essere, e confermativo. Il giudizio di ottemperanza previsto dal codice
del processo amministrativo può essere sia un giudizio di esecuzione volto all’attuazione del giudicato, sia un giudizio di cognizione. E’
sicuramente di cognizione quando vi è la richiesta di un risarcimento o quando invece bisogna integrare la condanna con ulteriori
elementi. Il giudizio di ottemperanza può essere richiesto anche per avere dei chiarimenti. L’effetto confermativo invece e connaturato
nelle sentenze che annullano il procedimento lesivo. Gli atti per i quali e’ ammesso il giudizio di ottemperanza vi sono: i ricorsi straordinari
del Capo dello Stato. Il giudizio di ottemperanza rientra nella giurisdizione di merito del giudice amministrativo ciò comporta:

1. Il giudice può sostituirsi alla amministrazione


2. Con la sentenza il giudice adotta l’atto, modifica o riforma quello adottato.
3. Il giudice può determinare il contenuto della amministrazione o nomina un commissario ad acta. Con la sentenza che accoglie il
ricorso il giudice nelle misure idonee ad assicurare l’attuazione del giudicato può nominare un giudice ad acta fissando un
termine entro il quale se l’amministrazione non sia adegua allora interviene un commissario.

La sentenza di ricorso per ottemperanza resa dal Tribunale amministrativo regionale e impugnabile davanti al Consiglio di Stato.
L’impugnazione non è ammessa quando il ricorso e’ stato proposto al Consiglio di stato.

I PROCEDIMENTI ACCELLERATIVI: Mutando un principio sancito dal Convenzione europea dei diritti dell’uomo, si garantisce la durata del
processo. I procedimento accelerativi possono intervenire:

1. Quando il ricorso è manifestamente fondato o infondato –irricevibile. Improcedibile o inammissibile, il Tribunale


amministrativo decide con sentenza succintamente motivata. E’ sufficiente che esso faccia riferimento al punto di difetto o al
punto ritenuto risolutivo che esonera al TAR di esaminare il resto. La decisione in forma semplificata può essere presa dal
giudice in camera del consiglio fissata per l’esame delle istanze cautelare. Viene presa in una fase del processo e comunque in
una fase anteriore a quella in cui la causa sarebbe decisa.
2. Rientrano in queste decisioni anche quelle in cui il giudice prende atto alla rinuncia al ricorso, o dalla cessazione della materia
del contendere o dalla estinzione del giudizio o dalla perenzione –ovvero quando l istanza di fissazione della udienza non e
stato presentato entro il termine . la pronuncia ha carattere vincolato. Essa compete al presidente, piuttosto che presa dal
collegio, e la forma è quella del decreto ossia di una atto sostanzialmente non motivato.
3. Il secondo tipo di intervento acceleratorio consiste nella riduzione dei termini del processo nelle cause che riguardano settori
sensibili come gare di appalto di opere e servizi pubblici, provvedimenti delle autorità amministrative indipendenti,
provvedimenti relativi alla privatizzazione o dimissione di imprese dei beni pubblici, provvedimenti di nomina dei dirigenti
generali o relativi ad altre cariche elevate, scioglimento degli organi di enti locali. In questi processi i termini sono ridotti fino a
meta.
4. Ultimo caso di procedimenti acceleratori e quelli contro i ricorso avverso il silenzio decisi in camere di consiglio con sentenza
succintamente motivata entro 30 giorni dal termine del deposito del ricorso. Alla sentenza che contiene l’ordine alla
amministrazione di adeguarsi se non succede viene nominato il giudice il commissario incaricato di provvedere.
5. I tempi rapidi sono previsti anche per il ricorso contro il diniego di accesso dei documenti.

GIURISDIZIONE ESCLUSIVA: trasferendo al GO la giurisdizione in materia di contesa dei pubblici impeghi al giudice amministrativo e stato
devoluto la giurisdizione esclusiva in pubblici servizi, dell’urbanistica e della edilizia. A tali materie si aggiunge quella oin materia di:
censura cinematografica, passaporti, concessione dei beni e servizi, sanzioni edilizie, sanzione epcuniarie inlitte da autorita indipendenti e
giurisdizione sull’impiego del personale che rimane in regime di diritto pubblico come magistrati, avvocati dello stato, militari, forze di
polizia, carriera diplomatica e prefettizia, docenti universitari, procedure di affidamento di appalti di pubblici di lavori, forniture, sottoposte
a normativa europea o nazionale o regionale o materie della urbanistica come espropriazione. Spetta alla giurisprudenza del giudice
amministrativo la controversia al risarcimento del danno da occupazione illegittima mentre al giudice ordinario la domanda di risarcimento
di danni cagionati da occupazione legittima non seguita da decreto di espropriazione. Al processo amministrativo si applicano tutti i mezzi
di prova prevista dal processo civilistico ad eccezione del interrogatorio formale e del giuramento. Quanto alle decisioni del giudice
amministrativo nelle materie di giurisdizione esclusiva essi comprendono oltra all’annullamento dell atto impugnato e all’accertamento del
diritto –sentenze costitutive di mero accertamento- pure la condanna al risarcimento del danno ingiusto anche attraverso la
reintegrazione in forma specifica.

PRONUNCIA SUI DANNI: IL GIUDICE PUO PRONUNCIARSI ANCHE SUL RISARCIMENTO DI DANNO. IL RICORRENTE PUO CHIEDERE IL
RISARCIMENTO SIA IN FORMA SPECIFICA CHE PER EQUIVALENTE. IL RISAECIMENTO OMN FORMA SPECIFICA PREUPPONE che i danni non
siano eccessivi per il debitore e la rimozione dei danni con lo ristabilimento dello status quo ante. Quando accerto l’illecito il giudice
amministrativo condanna alla amministrazione il pagamento di un risarcimento per equivalente, cioè un risarcimento che non copre del
tutto le perdite del ricorrente perché impossibile da poterle coprire o per l’eccesso onere o per che impossibile ripristinare il tutto.
Costituiscono condotti illeciti tali da giustificare il risarcimento i seguenti comportamenti:

1. Antigiuridicità della condotta


2. Colpevolezza dell autore il fatto cioè che abbia agito con dolo o con colpa
3. Nesso di casualità tra condotta illecita e lesione del bene della vita

Per quanto riguarda la colpevolezza, la giurisdizione parla di condotta lieve che è diversa da quella responsabilità amministrativa-contabile
del dipendente verso l’amministrazione che richiede invece la colpa grave o del dolo. La colpa consiste nella negligenza, imprudenza o
imperizia da [arte dell’agente e va intesa in senso oggettivo ossia va desunta dai vizi che inficiano il provvedimento della gravita della
violazione commessa dei precedenti giurisprudenziali delle condizioni concrete.

Per il nesso di causati il danno deve essere provato dal ricorrente. Non sussiste per esempio quando il danno sia causato da qualcosa che
sia autonomo rispetto al comportamento dell’amministrazione.

Quanto al settore dei contenziosi degli appalti pubblici si utilizza lo schema che distingue il danno emergente, la perdita subito, dal lucro
cessante ovvero il mancato guadagno, ossia la reale diminuzione reale del patrimonio del privato per effetti di esborsi connessi alla
partecipazione della gara e la perdita di occasione di guadagno.

I RITI SPECIALI: essi sono previsti nel libro secondo del cpa. Essi riguardano controversie che per ragioni della loro peculiarità accesso
documenti, ricorso contro il silenzio etc, o per la rilevanza economica come appalti pubblici o politica contenzioso elettorale sono
sottoposte a regole speciali soprattutto in relazione ai termini processuali che sono più brevi del processo amministrativo ordinario. Essi
sono:

1. Rito in materia di accesso di documenti amministrativi:30 giorni per ricorrere. Decisione in forma semplificata che in caso di
accoglimento chiede alla amministrazione di esibire i documenti richiesti in 30 giorni.
2. Ricorso avversi il silenzio: esercizio di azione affinché dura l’inadempimento e comunque non oltre un anno dalla scadenza del
termine di conclusione del procedimento, salava la possibilità di riproporre l’istanza con conseguenza decorrenza dei nuovi
termini. Decisione semplificata con intimazione di provvedere in un termine non oltre i 30 giorni. Il giudice può altresì
pronunciarsi sulla fondatezza della domanda ovvero accertare che non vi erano obblighi derivati dalla mancanza di
discrezionalità della PA se non vi erano adempimenti istruttori e ove occorre il giudice può eleggere un commissario ad acta i
cui atti sono sottoposti ai controlli del giudice che lo ha nominato. Se nel corso del giudizio il provvedimento sarà negativo per
interessato questo può impugnarlo con motivi aggiuntivi. Se colui che contro il silenzio chiede il danno allora il giudice definisce
il ricorso contro il silenzio con rito camerale mentre lazione risarcitoria procede con rito ordinario.
3. Procedimento di ingiunzione: ad esso può ricorrere il creditore di una somma di denaro nell’ambito di una giurisdizione
esclusiva dei diritti soggettivi di natura patrimoniale. L’ingiunzione a pagare emessa dal tar o da magistrato da lui delegato e
opponibile con ricorso davanti al tribunale. Si applicano le nome di procedure civile.
4. Rito abbreviato in determinate materie: nelle controversi di affidamento lavori, servizi e forniture e provvedimenti autorità
amministrative indipendenti, privatizzazione o dimissione imprese o beni pubblici, costituzione, modificazione o soppressione
di società aziende ed istituzioni da parte di enti locali, scioglimenti enti locali i termini di processo sono dimezzati, rimangono
fermi i termini per ricorrere anche in via incidentale o con motivi aggiuntivi. Se viene proposta una domanda cautelare il
giudice può fissare l udienza in merito ove ritiene che il ricorso sia fondato. Tra il deposito della udienza cautelare e l udienza di
merito deve correre un termine non inferiore 30 gironi. Con l’ordinanza in caso di estrema gravita il giudice può disporre misure
cautelari.
5. Affidamento di lavoro, servizi e forniture: in questi riti e in considerazione le regole di diritto comunitario in termini di
concorrenza. Il termine per ricorrere se è mancato la pubblicazione del bando è di 30 giorni. Se in detto avviso non viene
giustificata la mancata pubblicazione il termine slitta, ma il ricorso va notificato entro 6 mesi. Il termine è sempre di 30giorni sia
per ricorre re contro gli atti di rpocedure sia per impugnare il bando. Il giudice amministrativo ha competenza nella
annullamento del contratto tra i rapporti della aggiudicato e aggiudicatario. L annullamento della aggiudicazione determina
l’inefficacia del contratto in caso di grave violazione. Ciò si verifica quando l’affidamento non e stato preceduto dal bando o e
avvenuta con procedura negoziata senza bando o fuori dei casi ammessi o se il contratto e stato stipulato senza rispettare i
termini dilatorio, se il contratto e stato stipulato senza rispettare la sospensione obbligatorio del termine per la stipulazione
derivante dalla proposizione del ricorso giurisdizionale contro l aggiudicazione definitiva pregiudicando la possibilità del
ricorrente di ottenere l’affidamento. Tuttavia il giudice non può esprimersi sul inefficacia del contratto quando il rispetto di
esigenze imperative connesse ad un interesse genarle impone che i suoi effetti siano mantenuti art 121. Non costituiscono
esigenza imperative i costi connessi al ritardo nell’esecuzione del contratto o derivanti di indire una nuova gara o dal
mutamento dell appaltatore. Fuori dai casi previsti dall art 121 il giudice e tenuto a dichiarare l inefficacia. In deroga al principio
della effetto derogativo della annullamento il giudice può stabilire da quanto partono gli effetti. Nel decidere questo, il giudice
tiene conto delle interessi elle parti, della effettiva possibilità del ricorrente di ottenere l’aggiudicazione, dello stato di
esecuzione del contratto, della possibilità del ricorrente di subentrare nel contratto. Nei casi in cui, nonostante le violazioni, il
contratto rimane in piedi si applicano le misure sanzionatorie dell art 123 ossia una sanzione che va dallo 0.5% -al 5% del valore
del contratto ossia del prezzo di aggiudicazione e nella riduzione residua del durata del contratto da 10 a 50 % della durata
stessa, il ricorrente può ottenere l aggiudicazione solo se il contratto e dichiaro inefficace. Se questa non viene dichiarato
dispone del risarcimento per danno equivalente.

IL GIUDIZIO CAUTELARE: la tutela cautelare è una tutela anticipata rispetto alla decisione di merito accordata a cautela delle ragioni di chi
agisce. La tutela cautelare serve che i tempi del processo giochino a danno della parte che ha ragione serve ad assicurare provvisoriamente
e anticipandoli gli effetti delle decisioni di merito. Se il richiedente chiede l’emanazione di misure cautelari compresa l’ingiunzione a pagare
una somma in via provvisoria che appaiono idonee ad assicurare gli affetti della pronuncia di merito, il collegio si pronuncia con
ORDINANZA EMESSA IN CAMERA DI CONSIGLIO. Se dal provvedimento impugnato ne derivano danni gravi e irreparabili allora l unica
misura cautelare e la sospensione del provvedimento impugnato. Ovviamente questo è; una misura adeguata quando si tratta di
provvedimento restrittivi ma non è lo stesso se si tratta di provvedimento ampliativi. Perché la domanda di cautela possa essere accolta è
opportuno che ci siano due condizioni: il fumus boni iure e il periculum in mora. Il perciulum in mora e il danno grave e irreparabile mentre
il fumus che coincide non soltanto con i pregiudizi in allegato ma anche ad un sommario esame dell’esito del ricorso. La domanda può
essere accolto se il ricorso appare fondato. L’esame è appunto sommario perché i tempi stretti; o impongono. Ovvero i tempi stretti di
agire tipici del provvedimento cautelare. Quindi si paral di fumus ovvero di una parvenza di fondatezza della domanda adottata in tempi
ristretti in cui può capitare che il controinteressato e l’amministrazione intimati non riescono a costituirsi con una difesa adeguata. Nel
caso in cui di una ragione infondata l’azione amministrativa verrebbe paralizzata da un ricorso respinto nel merito. E’ chiaro che quando il
danno è molto grave il ricorso è palesemente fondato. Ovviamente non vale solo l’interesse del ricorrente ma anche quello del
controinteressato. Proprio per questo è previsto che se dalla decisione sulla domanda cautelare derivano effetti irreversibili, il collegio
può disporre la presentazione di una cauzione anche mediante fideiussione subordinata detta prestazione e la concessione di misure
cautelai. La cautela non può essere richiesta quando la domanda cautelare attenga a diritti fondamentali della persona o ad altri beni di
primario rilievo costituzionale.

Le ragioni di urgenza spingono il ricorrente a chiedere la misura cautelare. Che sono come seguendo:

Ricorso introduttivo del giudizio, notificato e perfezionato il deposito. Il collegio decide nella forma di camera di consiglio successiva
purché decorsi almeno 20 giorni dal perfezionamento dell ultima notifica o almeno 10 giorni dal deposito di ricorso. Le parti possono
depositare memorie e documenti fino due giorni liberi prima della camera di consiglio e per gravi ed eccezione ragioni. Possono essere
autorizzate a depositare documenti anche nella camera di consiglio purché essi siano stati consegnate copie alle parti prima che inizia la
discussione. La discussione si svolge in maniera sintetica. L’amministrazione intimata e i controinteressati possono costituirsi nella camera
di consiglio e possono difendersi solo oralmente essendo decaduti dalla possibilità di presentare memorie.

La domanda di cautela assume un ruolo centrale a questo punto nel processo amministrativo che in questo caso potrebbe essere di 3 tipi.

1. Il collegio può pronunciarsi sulla domanda emettendo un’ordinanza motivata di accoglimento o di rigetto in ordine alla
valutazione dell’allegato.
2. Può se ritiene che ci siano i presupposti di giudizio di merito fissare con ordinanza collegiale la data di discussione del riscorso di
merito in tempi brevi. La decisione in questo caso non viene presa in sede cautelare ma rimandata ad una udienza di merito
temporale vicina.
3. Può definire il giudizio con sentenza in forma semplificata purché sia assicurato il contraddittorio e non sia necessaria
un’istruttoria. Tale soluzione non e ammessa quando una parte dichiari di voler presentare motivi aggiuntivi.
4. Art 56 e 61 del cpa disciplina quando nonostante i termini siano brevi essi rimangono ancora troppo lunghi. In caso di estremità
d urgenza tale che non consentire la dilazione fino alla camera di consiglio, la richiesta può essere rivolata al presidente del tar
o ad magistrato da lui delegato. il giudice accerta l’avvenuta notifica e procede con decreto motivato e non impugnabile.
L’inoppugnabilità del provvedimento monocratico si giustifica in ragione del suo carattere del tutto provvisorio che verrà
assorbito in tempi brevi dal provvedimento collegiale. In questo caso a decidere sarà il presidente. L interessato è comunque
tenuto a notificare il ricorso con le richieste di merito insieme alla domanda cautelare. In questo caso il ricorso di merito non
viene omesso ma viene semplicemente posposto: se esso non viene notificato entro 15 giorni e non viene depositato entro i 5
giorni corredo da istanza di fissazione d’udienza il decreto presidenziale perde efficace. Se il ricorrente osserva questi termini il
decreto cessa di aver vigore comunque decorso 60 giorni dalla sua emissione dopo di che restano efficace solo le misure
cautelari che siano confermate o disposte dal collegio. La camera di consiglio deve essere convocato in questo arco di tempo.
5. Contro le ordinanze cautelati e ammesso appello al consiglio di stato da proporre entro il termine di 30 gironi dalla notifica dell
ordinanza ovvero di 60 giorni dalla sua pubblicazione. Il consiglio di stato è chiamata a valutare l ingiustizia dell ordinanza cosi
come prospettata d’appellante ma può anche d’ufficio accertare la violazione delle regole sulla giurisdizione sulla competenza
per territorio o sulla competenza giudiziale e annullare l ordinanza impugnata per questo motivo. In questo caso la domanda
cautelare può essere riproposta dinanzi al giudice competente. Quando accogliendo il ricorso in appello il consiglio di stato
dispone di misure cautelari l’ordinanza viene trasmessa a cura della segreteria al primo giudice in modo che questi fissi l
udienza in periodo con priorità. La stessa cosa quando il consiglio di stato conferma la misura cautelare del tar ma questo non
ha fissato l’udienza di merito. L’ordinanza del tar che respinge la proposta cautelare può essere riproposta se si verificano
mutamento delle circostanze di fatto. Specialmente se le parti propongono la revoca cautelare.

LE IMPUGNAZIONI: I mezzi di impugnazioni delle sentenze sono l’appello, la revocazione, l’opposizione del terzo e il ricorso per
cassazione per i soli motivi inerenti alla giurisdizione. Se più parti impugnano la stessa sentenza allora il giudice adito dispone la
riunione in un solo processo. Accanto alle impugnazioni principali sono previste anche quelle incidentali con differente
trattamento a seconda che siano proposte con l art 333 o art 334 del cpc. Quella avanzata con 333 e’ un impugnazione che non
si distingue dalla principale se non per il fatto che e stata impugnata di altra parte ed il termie per ricorrere in via incidentale e
60 giorni dalla notifica della prima impugnazione. Quella del 334 invece sono le impugnazioni incidentali tardive viene proposta
soltanto perché la parte soccombente ha impugnato in via principale la sentenza. La parte vincitrice si sarebbe acuita, , sebbene
non pienamente soddisfatta se non fosse che la parte soccombente abbia impugnato la sentenza. Allora, in questo caso la parte
vincitrice impugna a sua volta la sentenza in modo da ridurre il danno che nascerebbe da un eventuale accoglimento della
impugnazione. In questo caso, se il giudice dichiara l’impugnazione principale inammissibile, questa incidentale tardiva
cadrebbe. L’impugnazione incidentale ha come ambito di applicazione il ricorso al CONSIGLIO DI STATO. tra le parti, potrebbe
essere l interventore. Il giudice potrebbe disporre della sospensione della sentenza quando questa possa derivare dalla sua
esecuzione un danno grave e irreparabile. Un potere cautelare pero non e’ attribuito alla Corte di Cassazione. L’eventuale
sospensione può essere chiesta al; consiglio di stato in analogia al processo civile quando si ricorre alla corte di appello.

L’APPELLO: il doppio grado di giudizio e appunto la sentenza dei TAR sono impugnabili al consiglio di stati che ha la stessa
competenza e gli stessi poteri giurisdizionali di cognizione e decisione del giudice di primo grado. L’appello appunto e’ un
secondo giudizio che si distinguono con l’impugnazione che tende ad attaccare la sentenza, questi di appello tendono alla
ripetizione del giudizio o al rilascio di una nuova sentenza sostitutiva. Può proporre appello la parte soccombente: il ricorrente,
se il ricorso e’ stato respinto, l ‘amministrazione o il controinteressato se e stato accolto. Quando il consiglio di stato respinge
l’appello significa che ha confermato la sentenza di primo grado del tar. Mentre, se l’accoglie, sostituisce la sua sentenza con
quella del tar con una portata contraria. Tuttavia, e’ possibile che il tar abbia giudicato il ricorso irricevibile perché tardivo,
oppure nullo perché carente degli elementi essenziali o inammissibili perché manca di notifica al controinteressato o per difetto
di interesse o di giurisdizione del giudice. Dunque, in questi casi e’ mancato il giudizio di primo grado un giudizio di merito
poiché ci si e’ fermati alla pregiudiziale. Il principio del doppio giudizio in questi casi vorrebbe che il Consiglio accogliesse
l’appello rinviandolo al giudice di primo grado per emettere un giudizio di primo grado. Tuttavia, in questo caso prevale
un’esigenza di economia processuale sicché il consiglio di stato annullando la sentenza finisce col giudicare di merito superando
la pregiudiziale. La causa e rimessa al primo giudice se e mancato il contraddittorio e lo rimette anche quando c’è stato un
errore di competenza dichiarando se stesso carente o incompetente. Vale il principio del doppio processo. Nel giudizio di
appello vale la regola sancita per il processo civile secondo cui non possono essere proposte domande nuove e se proposte
devono essere dichiarate inammissibili di ufficio. Possono pero essere chiesti gli interessi maturati dopo la sentenza. L’originale
della ricorso in appello con la prova della notifica va depositato in segreteria del consiglio di stato entro 30 gg dalla ultima
notifica. Analoghe al processo dinanzi al TAR sono le regole per fissare l udienza, per presentare le memorie e i documenti e per
l udienza di discussione. Si esclude altresì nuovi mezzi di prova nel corso della appello. Tuttavia, se la parte viene a conoscenza
di documenti non prodotto da altre parti sui quali potrebbero emergere dei vizi allora si possono proporre motivi aggiunti.
L’Appello non sospende la sentenza impugnata. Per avere la sospensione bisogna fare domanda al consiglio di stato domanda
che va depositata con la domanda di appello e che viene accolta se ci sono gravi e irreversibili danni dall’esecuzione della
domanda. Se il ricorso di primo grado e stato respinto, allora la domanda si di sospensione della sentenza si risolve con una
domanda di sospensione del provvedimento impugnato presentato al TAR. Se la domanda viene respinta e l’amministrazione
non ne dà esecuzione il giudice può esercitare i poteri di ottemperanza.

I RICORSI AMMINSITRATIVI
I ricorsi amministrativi sono rimedi giuridici previsti dall’ordinamento per la tutela del privato nei confronti della PA che con i
rimedi giudiziali costituiscono il complesso di sistema di giustizia amministrativa. A differenza dei rimedi giurisdizionali, i ricorsi
amministrativi sono decisi dalla stessa pa all’ esito di un procedimento amministrativo di secondo grado attivato dalla
interessato. L’istanza del privato infatti e’ l’impulso al procedimento dei riesame, l impulso e’ il requisito minimo previsto dalla
legge per la sua proposizione. I rimedi amministrativi non sono ammessi per atti di diritto privato emanati dalla pa ne sono
esperibili come rimedi per meri comportamenti della PA . i ricorsi presentono i seguenti caratteri:
1. Impulso di parte
2. Motivi
3. Principio del contraddittorio
Esistono diversi tipi di ricorsi amministrativi. I ricorsi gerarchici sia proprio che improprio e il ricorso in opposizione sono
proponibili solo avversi ad atti non definitivi per far valere sia vizi di legittimità che visi di merito i cosiddetto ricorsi ordinari. Il
ricorso straordinario e’ invece ammesso solo avverso provvedimenti definitivi della PA per far valere vizi di legittimità.

I presupposto dei ricorsi amministrativi sono diversi:

1. Presupposti di ammissibilità:
a. Non definitiva del provvedimento impugnato sono definitivi i provvedimenti nei confronti dei quali non e piu
ammissibile un riesame se non per autotutela.
b. Legittimazione a ottenere la decisione che dipende da due condizioni che vi sia un interesse sostanziale diretto
o indiretto protetto dall’ordinamento e che sia stato leso
c. Interesse alla decisione. L’interesse deve essere personale, diretto e attuale.
2. Presupposti di ricevibilità: in mancanza dei quali non esiste il dovere della PA di pronunciarsi sul ricorso
3. Presupposti di procedibilità: gli adempimenti ai quali il ricorrente deve attenersi a pena della decadenza, cosi come la non
sopravvivenza di cause che facciano venir meno la legittimazione o interesse al ricorso, la mancato preposizione di un
ricorso giurisdizionale.

Il ricorso gerarchico PROPRIO e’ un rimedio a carattere generale indirizzata all autorità superiore a quello che l ha adottato ma
che sia sempre della stessa amministrazione. Esso e’ proponibile solo per atti non definitivi. Esso e proponibili per vizi di
legittimità e di merito. Occorre che il titolare abbia un interesse legittimo e diritto soggettivo. Eccezionalmente anche per
interessi collettivi. La decisione di questi ricorsi può essere di rito o di merito e deve essere redatto per iscritto. Nel rigettare il
ricorso, l’organo superiore puoi anche integrare la motivazione di rigetto. il ricorso amministrativo fa sorgere per l’autorità a cui
e rivolto l’obbligo di pronunciarsi e per il ricorrente l’interesse legittimo ad ottenere tale pronuncia. Quanto all’inosservanza
dell’obbligo di decisione dei ricorsi amministrativi, trascorsi 90 giorni dalla presentazione dei ricorsi questa si intende respinto a
tutti gli effetti. Qualora poi la decisione tardiva sia di rigetto il soggetto interessato potrebbe impugnarla. La decisione dei ricorsi
amministrativi non può essere annullata d’ufficio dalla PA. la decisione adottata deve essere comunicata in via amministrativa
oltre al ricorrente e all’organo che aveva emanato latto anche ai destinatari . La decisione intervenuta sul ricorso può essere
impugnata in sede giurisdizionale dal ricorrente. L’impugnazione può essere proposta al GA e al GO a seconda della natura
giuridica. Avverso la decisione emessa al ricorso gerarchico e altresì proponibile per ricorso per revocazione, l’istanza do
correzione di errori materiali e opposizione di terzo.

RICORSO PER REVOCAZIONE E OPPOSIZIONE DI TERZO: il consiglio di stato e giudice di secondo e ultimo grado e le sue
sentenze sono impugnabili con ricorso per cassazione solo per motivi inerenti alla giurisdizione quindi non perché il consiglio
abbia giudicato male nel merito o sia incorso in una violazione di legge ma perché ha giudicato fuori dalla sua giurisdizione a
questa regola fanno eccezione due rimedi: il ricorso per revocazione e opposizione di terzo che possono essere entrambi
proposti contro la sentenza del consiglio di stato. i ricorsoi vanno preposti davanti allo stesso consiglio di stato. Il ricorso per
evocazione e’ ammesso nei casi di in cui la sentenza e affetta da dolo di una delle due parti, se si e’ giudicata in base a o
dichiarate false se dopo la sentenza sono stati trovati errori e se la sentenza e effetto di un errore. Quando il fatto e rilevabile
dalla sentenza il termine da impugnare e di 60 giorni e decorre dalla notifica della sentenza. La revoca presuppone un visto
nella formazione della volontà e del giudizio del giudice determinato dal dolo o dall’ utilizzo di errore o di prove false. Un vizio
revocatorio può incedere anche sulla sentenza di primo grado. La revoca e richiesta al TAR. La sentenza che chiude il giudizio di
revoca può essere riassunta in due fasi. La fase rescindente quando viene accolto il riscorso, rescinde ossia si elimina la
sentenza impugnata, la fase rescissoria cioè che emette un nuovo giudizio. Nella fase rescissoria il consiglio di Stato potrebbe
anche emettere un giudizio che coincide con la conclusione con il giudizio di primo grado. L’opposizione di terzo può essere
proposto ai controinteressati pretermessi o sopravvenuti ai quali non fosse notificata il ricorso e perciò non furono posti nelle
condizioni di difendersi. Annullato il provvedimento vengono travolti anche gli atti successici che su di essi si fondano. Queste
sono proponibile sia nei confronti del TAR che nei confronti delle sentenze del Consiglio di Stato. Il rimedio può essere proposto
in ogni tempo.

RICORSO PER CASSAZIONE: il ricorso di cassazione contro le sentenze del consiglio di stato e’ ammesso:

1. Contro le sentenze con cui si e giudicato in materie sottratte alla competenze della giurisdizione amministrativa.
2. Contro la sentenza con cui il consiglio di stato abbia dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo e il
ricorrente sostiene l opposto
3. Contro sentenze in cui il consiglio di stato abbia esercitata competenza anche di merito al di fuori della materia in cui e
competente.
4. Contro la sentenza adottata da un collegio che si assumeva irregolarmente composto

La cassazioni che accoglie il ricorso cassa la sentenza se impugnata senza invio se nega l esistenza della giurisprudenza del GA mentre cassa
la sentenza e la rinvia se ritené che sia di competenza del GA. In questo secondo caso il processo va riassunto davanti al Consiglio di Stato

LA TRASMETTIBILITA DELLA DOMANDA TRASLATIO IUDICII da un giudice all altro e importante perché siano convertiti gli effetti della
domanda proposta davanti ad un giudice privo di giurisprudenza. Il giudizio va riassunto davanti al giudice competente. In tale modo sono
fatti salvi gli effetti processuali e sostanziali della domanda. Se e scaduto il termine per ricorrere al giudice amministrativo questo non
preclude i termini se vi e’ una ragione. Le prove raccolte davanti al giudice privo di giurisprudenza possono essere valutate come
argomenti di prova. Le misure cautelari concesse del giudice carente di giurisdizione persona efficacia dopo 30 giorni dalla pubblicazione.
La fdomanda cautelare può essere riproposta davanti al nuovo giudice.
Il ricorso gerarchico IMPROPRIO e un rimedio di carattere eccezionale proponibile nei solo casi espressamente previsti per legge che si
caratterizzata per la mancanza di un rapporto gerarchico tra l’autorità che ha adottato l’atto e quella decidente. Esso e’ esperibile dinanzi
ad un organo monocratico avverso delibere di organi collegiali e viceversa, a d un organo collegiale avverso delibere di altri organi, ad
organo statale avverso provvedimenti di altro enti. Deve essere proposto etri il termine decadenziale di 30 giorni e notificato a cura del
ricorrente o dall’autorità adita a tutti i controinteressati. La decisione deve intervenire entro 90 giorni decorsi i quali si forma il silenzio
rigetto. Questi ricorsi gerarchici impropri sopravvivono nelle materie di pubblico impiego privatizzato.

Il ricorso in OPPOSIZIONE deve essere presentato all’organo che ha emanato gli atti. Esso deve essere proposto entro 30 giorni dalla data
della notifica dl provvedimento o dalla sua pubblicazione. L’opposizione sospende e riapre il termine per ricorso giurisdizionale.

IL RPOCEDIMENTO del ricorso: Il procedimento deve essere redatto in forma scritta e per la sua regolarità sulla carta da bollo ad
esclusione di quelli di materia pubblico impiego, di assicurazioni sociali, di pensione, di leva militare e di quella proposta dalla PA che sono
esenti. I contenuti e’ quella del ricorso giurisdizionale e deve contenere: indicazione autorità adita, i motivi di ricorsi, le generalità del
ricorrente, gli estremi del provvedimento impugnati, i motivi, la sottoscrizione del ricorrente. Il ricorso va presentato entro il termine di 30
giorni. Il diritto di ricorso si estingue con la rinuncia, con l’acquiescenza con la decadenza a causa di cessazione della materia . I termini di
decorrono dalla notifica o dalla comunicazione amministrativa del provvedimento, il ricorso può essere presentato mediante consegna
diretta all’ufficio che ne rilascia la ricevuta con notifica a mezzo ufficiale il ricorso deve essere portato a conoscenza di tutti i soggetti
direttamente interessati per garantire la pienezza del contraddittorio.

Le forme di intervento possono essere ad opponedum quando si vuole mantenere la conservazione del provvedimento o adiuvantum
coloro che non possono agire in qualità di ricorrenti. E permesso il ricorso incidentale. Le fasi del procedimento del ricorso sono
istruttoria, contradittorio, raccolta delle prove, conclusione dell’istruttoria. La fase decisoria e’ un decreto avente natura di provvedimento
amministrativo i cui elementi essenziali sono l indicazione dell autorità decidente, motivazione, il dispositivo, la sottoscrizione e la data. La
decisione può essere il rito di irricevibilità, di inammissibilità di nullità o di merito- accoglimento o rigetto.

IL RICORSO STRAORDINARIO AL CAPO DELLO STATO: le ragioni di questo ricorso sono da individuarsi nella rapidità con la quale viene
decisivo nonché nei lungo termine di 120 gg in concesso per la sua proposizione. E’ ammesso per soli vizi di legittimità. E un rimedio di
carattere generale esperibile in tutti i casi in cui non sia escluso dalla legge. E’ straordinario perché proponibile nei confronti di tutti gli atti
a carattere definitivi o non sono esperibili rimedi alternativi amministrativi all’interno dell amministrazione dalla quale proviene l ‘atto.
Esso non e’ esperibile nei confronti di atti la cui giurisprudenza appartiene a giudici speciali, come ad esempio le controversie in ambito
pensionistico, quando la controversia sia stata compromessa in arbitri, avverso un atto privo di requisiti del provvedimento
amministrativo. Senza dubbio e ammissibile l’impugnativa avverso agli atti posta in essere da soggetti qualificabili come organismi di diritto
pubblico. Non e’ ammissibile altresì il ricorso gerarchico in riferimento all accesso di documenti amministrativi, agli atti di rpocedure di
gara e nelle materia elettorali. E’ possibile impugnare nel rucorso straordinario decisioni sul ricorso gerarchico o il silenzio. Può essere
altresì impugnata la decisione tardiva mentre e inammissibile contestare solo i meri comportamenti della PA.

Il procedimento e la regola della alternatività il ricorso straordinario deve essere presentato entro 120 giorni dalla notifica o comunque
dalla conoscenza del provvedimento entro tale termine deve essere notificato ad almeno uno ei controinteressati e deve essere
depositato con prova di notifica. Presso il ministero competente a curarne l’istruzione o presso l’organo che ha emanato latto. Il ricorso e’
irricevibile sia in caso di notifica o deposito di autorità non competente. Deve essere diretto al capo dello stato e notificato al ministero
competente per materia o all’amministrazione che a emanato latto o ove manchi qualsiasi ministero presso la presidenza del consiglio dei
ministri. E’ possibile la proposizione di motivi aggiunto nel termine di 120 giorni. e ammissibile la domanda cautelare . L’istruttoria del
ricorso spetta alla PA esaurita l’istruttoria il ministro competente deve trasmettere il ricorso, con i relativi allegati e la propria relazione al
consiglio di stato affinché venga emesso il prescritto parere. La decisione del ricorso e’ adottata con decreto del presidente della
repubblica proposto e controfirmato dal ministero competente per materia deve contenere l’espressa menzione del parere reso dal
consiglio di stato e dall’eventuale dissenso del consiglio dei ministri. La decisione di accoglimento produce l’effetto di annullare ex tunc il
procedimento impugnato e obbligo amministrazione al ripristino dello status quo ante. Il decreto che decide il ricorso straordinario e
impugnabile in sede giurisdizionale solo per erroris in procedente. Unica eccezione e’ che il ricorrente principale non abbia notificato il
gravame al controinteressato procurandogli la possibilità di chiedere la trasposizione in sede giurisdizionale. L’impugnazione della
decisione del ricorso straordinaria e soggetta al all’ordinario regime dei ricorso in sede giurisdizionale avverso agli atti amministrativi da
impugnare aggravare ai tribunali amministrativi nel rispetto del doppio grado di giurisdizione e non contro il consiglio di stato. Contro il
decreto presidenziale e’ ammesso il ricorso per revocazione. Il ricorso straordinario al capo dello stato e’ un rimedio alternativo rispetto al
ricorso giurisdizionale. I controinteressati entro il termine di 60 giorni dalla notifica del ricorso straordinario possono chiedere la
trasposizione della controversia in sede giurisdizionale. Il ricorrente qualora intende insistere nella sia impugnazione deve depositare
entro 60 gironi dalla notifica presso il tar competente in atto do costituzione om giudizio da notificare alla pa e ai controinteressati. Il
giudizio quindi proseguita in via pregiudiziale. Il ricorso straordinario ha natura formalmente amministrativa ed e’ desunta da vari
elementi: natura organo amministrativo della autorità responsabile, natura del parere reso dal consiglio di stato, forma di provvedimento
amministrativo come atto che conclude. Diverse implicazioni sil piano pratico: la natura amministrativa del decreto decisorio
conseguentemente sottoposto alla visto della corte dei conti ove difforme dal parere reso dal consiglio di stato la non proponibilità nella
del procedimento attivato con la proposizione del ricorso straordinario della questione di legittimità costituzionale dal ricorso per
cassazione avverso la relativa decisone nonché della istituto della sospensione e l’inidoneità a produrre gli effetti propri del giudicato con
conseguenza non esperibili del rimedio di ottemperanza. (vedere articolo codice 112)

Se l’amministrazione il cui atto viene annullato non ottempera la decisione può essere adito il TAR del Lazio con azione di ottemperanza.

Altri rimedi non giurisdizionali contro la pa

 Materia della trasparenza regolata dal 33/2013 rimedi amministrativi avversi al inerzia o diniego di istanza di accesso
 Nel settore dei contratti pubblici, l’istituto dei pareri precontenziosi dell ANAC quale rimedio alternativo
 Nel settore dei contratti pubblici il collegio consultivo tecnico

I principi di diritto europeo che hanno influiti sulla giurisprudenza amministrativa sono diversi~:

Disapplicare a norma interna contrastanti col diritto comunitario.

Responsabilità dei pubblici poteri e quindi la risarcibilità dei diritto soffertivi e degli interessi legittimi imponendo agli tati membri in materi
di appalti pubblici di lavoro e forniture l’obbligo di accordare un risarcimenti danni alle persone lese dalla violazione

Un altro settore su cui ha influito la giurisprudenza europea e quelle delle misure della tutela cautelare. Alla sospensione del
provvedimento impugnato sono sostituite misure cautelari compreso la decisione di pagare una somma come msiura idonea a tutelare
dalla impugnazione della atto.

ALCUNE DOMANDE

1. La risoluzione dei conflitti di giurisdizione e’ attribuita alla Corte di Cassazione


2. Nel giudizio di primo grado secondo il 150/2011 L’opponente all’ordinanza ingiunzione puo stare in giudizio personalmente
3. Quando la sanzione e stata applicata per violazione concernenti disposizioni in materia di previdenza e assistenza obbligatoria
lopposizione e davanti al tribunale
4. Sanzione e pecuniaria e accessoria per chi circola con veicolo sottosequestro

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