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Mindfulness

interpersonale
martedì 28 gennaio 14
C’è una frattura
dalla quale emerge ciò che è intatto.

Una distruzione da cui


emerge qualcosa di indistruttibile.

C’è un dolore al di là di ogni dolore


che conduce alla gioia
e una fragilità dalla cui profondità
emerge la forza.

C’è uno spazio vuoto troppo ampio per le parole


uno spazio che attraversiamo con ogni perdita
Al di fuori di questa oscurità siamo benedetti

C’è un grido più forte di qualunque suono


i cui bordi seghettati tagliano il cuore
e mentre rompiamo ciò che è indistruttibile
impariamo a cantare.

Rashani Rea

martedì 28 gennaio 14
UN PRIMO PASSO REALISTICO

Spesso la sofferenza conduce a due diverse


strade o risposte: ci disregola oppure ci
porta ad esplorare. Alcune volte facciamo
entrambe le cose.

Vedere le cose come sono, coltivare la


capacità di osservare le nostre reazioni in
ogni momento, significa praticare
mindfulness. Questo permette anche di
essere calmi a sufficienza da esplorare le
nostre reazioni emotive anche quando
possono attivare moltissimo stress.

martedì 28 gennaio 14
Se guardiamo alla condizione
umana vediamo che la
sofferenza e lo stress sono
intrecciate con il piacere.
Spesso evitiamo di guardare il
dolore nella convinzione che
questo potrebbe farlo emergere
troppo intensamente. Questa
paura è infondata: se limitiamo
la nostra capacità di comprendere
il dolore limitiamo anche la
nostra capacità di comprendere la
gioia.

martedì 28 gennaio 14
Le perdite relazionali che
abbiamo vissuto sono
diventate parte di noi e
condizionano profondamente
il modo con cui ci
rapportiamo all’esperienza.
Rimangono come ombre,
pronte a riaffiorare, anche se
“la nostra sensibilità di
bambini si è trasformata nella
nostra callosità di adulti”.

martedì 28 gennaio 14
C’è un dolore che deriva da
situazioni fisiche e psichiche.
E una sofferenza che deriva
dalle nostre reazioni a ciò
che accade, che aumenta
molto il dolore primario.
Parte di questa sofferenza,
inoltre, è legata alla tendenza
della mente ad aggrapparsi a
ciò che sperimenta.

martedì 28 gennaio 14
“L’associazione con
l’indesiderabile è sofferenza, la
separazione dal desiderabile è
sofferenza, non ottenere ciò che
si vuole è sofferenza.”
Nascere come sensibile
essere sociale in un ambiente
complesso e in cambiamento
è la radice della sofferenza
interpersonale.

martedì 28 gennaio 14
La sofferenza interpersonale
Tutti noi sappiamo cos’è la sofferenza
interpersonale perché siamo esseri
essenzialmente relazionali.

Paradossalmente a volte proviamo


vergogna per la sofferenza che nasce dalle
relazioni e questo oscura la nostra
comprensione della natura della sofferenza
interpersonale.

martedì 28 gennaio 14
Comprendere le cause della sofferenza è il primo passo
verso la libertà.

Ignorare un problema non aiuta. Piuttosto l’ignoranza serve a rendere la sofferenza


invisibile, ne assicura la permanenza e le permette di determinare il tenore della
nostra vita.

Una delle forme di sofferenza interpersonale è l’isolamento che esprime la nostra


paura del vuoto e della morte. L’isolamento può essere sia personale che sociale.
Quando è personale significa che mancano relazioni intime, mentre nell’isolamento
sociale manca l’integrazione nella comunità.

Spesso combattiamo questa sensazione di isolamento attraverso il consumo di


prodotti che ci fanno sentire parte del “mercato” o capaci di avere una immagine
adeguata.

martedì 28 gennaio 14
I tre desideri di base
Noi abbiamo tre desideri di base: il desiderio
per il piacere, il desiderio di esistere e il
desiderio di non esistere. Lottiamo per
realizzare questi desideri che sono saldamenti
interconnessi tra di loro. La loro mancata
realizzazione è alla radice della sofferenza
relazionale.
Vorremmo essere amati e riconosciuti per
quello che siamo - e quindi esistere per le
persone che amiamo e in generale per gli altri -
ma quando questo non avviene vorremmo
scomparire come neve al sole. Ci aggrappiamo
così al piacere cercando di scacciare il dolore e
in questo modo spesso siamo come palline di
un flipper, che vanno avanti con una direzione
disegnata dagli altri.

martedì 28 gennaio 14
Aggrapparsi
Aggrapparsi è la connessione che c’è
tra il desiderio e la sofferenza.
Questo avviene nella mente così
come nel corpo
Quando non possiamo avere ciò che
desideriamo infatti la tensione
dell’insoddisfazione perdura. Questo
aggrapparsi accade sia per qualcosa
che ci piace che per qualcosa che non
ci piace.
Per comprendere la sofferenza
dobbiamo indagare questo
movimento: “aggrapparsi”.

martedì 28 gennaio 14
Aggrapparsi
Ci aggrappiamo internamente ed
esternamente e non solo come risultato del
momento che viviamo piacevole o
spiacevole. E’ risultato anche di tutti i
momenti passati di piacere e dispiacere.

Infatti non ci aggrappiamo solo alle


emozioni positive ma anche alle emozioni
negative.

Inoltre, poiché corpo e mente sono una


unità non separata, questo movimento si
manifesta sia nel corpo che nella mente.

martedì 28 gennaio 14
La prossima volta che sperimenti sofferenza nelle
tue relazioni vedi se puoi riconoscere come si
esprime l’aggrapparsi.
C’è un trattenere una immagine, una speranza, una
paura o un controllo?
Nota se questo crea un trattenimento, un
aggrapparsi, oppure un dolore legato al
cambiamento.

martedì 28 gennaio 14
Mindfulness
interpersonale
Questo protocollo è pensato per renderci
più consapevoli e capaci di accettazione
nelle nostre interazioni con gli altri.

Il fine è quello di comprendere, esplorare e


ridurre lo stress che viviamo nelle nostre
relazioni, attraverso una pratica di
consapevolezza mindfulness pensata per
essere realizzata in un contesto relazionale.
Unisce l’esperienza dei protocolli MBSR
con l’esperienza dell’Insight Dialogue, nata
da Gregory Kramer, fondatore della
Metta.org

martedì 28 gennaio 14
Attraverso la pratica di
meditazione individuale e a
coppie esploreremo gli
aspetti salienti della
comunicazione, della
relazione e dell’espansione
che nasce dall’apertura
mentale.

martedì 28 gennaio 14
La meditazione
interpersonale
La meditazione interpersonale utilizza un metodo preciso
per coltivare consapevolezza, concentrazione e insight.
Questo metodo si basa sulle sei linee guida dell’Insight
Dialogue che vengono contemplate in gruppo o con un
partner.

Alle pratiche di meditazione individuali si aggiungeranno


quindi delle pratiche di contemplazione, attentamente
strutturate, per permettere ai partecipanti di osservare le
abitudini mentali ed emotive che caratterizzano la loro
comunicazione.

Con l’approfondirsi della pratica, le capacità di insight,


concentrazione e accettazione hanno un naturale
approfondimento che permette di esplorare le componenti
interpersonali dello stress relazionale e della gioia.

martedì 28 gennaio 14
La
comunicazione
Tutti noi abbiamo una sensibilità innata verso
la comunicazione. Questa capacità
individuale, presente fin dalla nascita, è alla
base della nostra possibilità di stabilire una
buona relazione con noi stessi e con gli altri.
Proprio per questa caratteristica relazionale,
la comunicazione è spesso uno degli aspetti
che più risentono della storia delle nostre
difficoltà relazionali.La mindfulness ci
insegna come rimanere in contatto con noi
stessi e con gli altri, quando veniamo feriti o
quando rimaniamo delusi, senza attivare
quelle strutture difensive che diventano il
primo ostacolo ad una buona comunicazione.

martedì 28 gennaio 14
SVEGLIARE IL CORPO
Spesso impariamo a parlare contemporaneamente a
quando impariamo a camminare. Parole essenziali,
passi semplici e consapevoli.

I bambini non si possono permettere il lusso


dell’inconsapevolezza. Devono stare attenti perché
hanno appena imparato.

Non è un caso che passi e parole procedano insieme.


Perché all’inizio tutto è connesso, e corpo e parola
sono la stessa cosa.

Le strade si separano quando perdiamo


consapevolezza. E questo trasforma le nostre parole
in suoni a volte meccanici e i nostri passi in
movimenti senza grounding.

La consapevolezza unisce di nuovo corpo e parola.

martedì 28 gennaio 14
AMMORBIDIRE IL CUORE
La mindfulness interpersonale si colloca nel
tentativo di passare dall’identificazione con un
Sè solido, ristretto e limitato, alla
consapevolezza della necessità di cogliere e
rispettare l’interdipendenza che è frutto della
relazione.
Quando siamo difesi abbiamo tre
preoccupazioni principali: ottenere ciò di cui
abbiamo bisogno, rifiutare o punire la fonte del
nostro disagio o la sorgente della nostra
minaccia e ignorare tutto ciò che è estraneo alla
nostra preoccupazione. Anche se alla fine
riusciamo ad ottenere ciò che vogliamo, questa
vittoria può rivelarsi una vera e propria
sconfitta. Perdiamo infatti l’identificazione con
la relazione – una relazione in cui ci sia spazio
per entrambi – e corriamo il rischio di rompere
il legame che ci unisce.

martedì 28 gennaio 14
Aprire la mente
“I problemi non possono essere risolti nello
stesso livello di consapevolezza che li ha
creati” diceva Einstein. Una affermazione
profondamente vera. Quando abbiamo una
difficoltà cambiare prospettiva, ampliare la
mente, cercare di essere flessibili e aperti,
diventa una necessità Questi tre passaggi –
cambiare prospettiva, ampliare la mente,
essere flessibili e aperti – richiedono la
presenza di un interlocutore. Ecco perché la
meditazione dei protocolli di Mindfulness
Interpersonale aggiunge alla meditazione
individuale la meditazione in coppia. Il
nostro interlocutore diventa lo strumento per
fare questi tre passaggi fondamentali.
Diventa lo strumento per quella espansione
della coscienza che ci può far procedere in
avanti

martedì 28 gennaio 14
La struttura del
protocollo
Il protocollo è organizzato su incontri
settimanali di due ore per otto settimane. alla
sesta settimana sarà possibile partecipare ad
un ritiro intensivo che avrà un costo ridotto
per i partecipanti al protocollo.

Sostenuti da specifiche linee guide di


meditazione, nate dall’esperienza del
maestro Gregory Kramer, impareremo a
esplorare ciò che emerge nel presente sia
nella esperienza individuale che quando
siamo in un contesto relazionale. In questo
modo la consapevolezza, la saggezza,
l’esperienza dei partecipanti avrà un
sostegno ulteriore: quello della relazione

martedì 28 gennaio 14
“La consapevolezza è il viaggio
di tutta una vita su un
cammino che alla fine non
porta da nessuna parte: solo a
scoprire chi sei”.
Kabat Zinn

martedì 28 gennaio 14

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