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40 IL NUOVO BARBIERE Entrai biaapeaitiolic nel salone, con la precisa intenzione di liberarmi della mia capigiiatura, anche perché il caldo afoso mi rendeva pit pesante la testa. Il barbiere era seduto Su una sedia bassa, piegato su un tavolinetto e immerso nella lettura di un giornalino a fumetti. 1 mio barbi r iere, piuttosto anziano, era solito fare queste letture: aveva Parecchio tempo libero, perché, trovandosi il suo locale in periferia, era frequentato piu che altro da persone anziane, sempre rare, a cui pia- ceva chiacchierare e leggiucchiare. . “Barba e capelli!” gridai dopo aver salutato, con un'irruenza che esprimeva anche limpazienza. Destato dalla mia presenza e dalla mia voce, il barbiere si alz0. Mi accorsi subito che non era il mio barbiere ma uno nuovo. In quella posizione, con quel solito cami- ce e con quegli occhiali, nonché per una certa simile fisionomia, non lo avevo rico- nosciuto prima. Se avessi saputo di non trovare il mio barbiere, al quale ero abitua- to da anni, non sarei andato li: avrei atteso i! suo ritorno oppure mi sarei scelto un altro barbiere. Ma ormai ero li e certo non potevo dire che rinunciavo al taglio. Cosi, dietro un suo bonario invito accompagnato da un largo gesto della mano, mi acco- modai sulla poltrona, osservando quell'uomo, Mi accorsi subito che i! nuovo barbiere era... un vecchio barbiere. Se definivo anziano il mio, questo avrei dovuto definirlo decrepito’. E dovetti sbalordirmi* ancor pi, quando miinformd che il barbiere titolare era andato a fare la stagione in mon- tagna, lasciando come sostituto* lui, cioé il padre. Mi sbalordi questa affermazione in quanto che non avrei mai pensato che il mio barbiere a quell'eta potesse avere il padre ancora vivente. Nello studio che feci di quell'uomo, la prima cosa che mi colpi fu l'estremo pal- lore’, Certamente era ammalato: poteva crollare a terra da un minuto allaltro, e magari poi avrei passato dei guai con la giustizia per testimonianze, interrogatori, accuse, ecc. Successivamente mi colpi il tremito della sua bocca, che mi confermé lopinione sulla gravita di quella malattia. Guardandolo attentamente sulla bocca, avevo tim- pressione che stesse per esalare® l'ultimo respiro. Non capivo come quell'incoscien- te di un figlio avesse lasciato un moribondo a sostituirlo. Perché non aveva chiuso bottega, invece di mettere in pericolo la vita dei clienti, oltre che quella di suo padre? Infine mi terrorizzd il tremito delle sue mani. Non capivo come avrebbe potuto maneggiare strumenti cosi delicati e (nelle sue mani) pericolosi. Stavo per andar via, dicendo che rinunciavo al taglio, ma poi ebbi pieta di quel povero vecchio, che cer- tamente si sarebbe sentito inutile, se io avessi fatto quel gesto, e avrebbe trascorso pill tristemente gli ultimi suoi giorni. Allora mi sottoposi al supplizio, raccomandan- dogli di farmi solo la sfumatura’, visto che a me piace diventare capellone. Il nuovo barbiere si mise al lavoro e io comincial a raccomandarm a tutti i santi del paradiso. Sospettavo qualche ferita, qualche sconcio®, se mi avesse fatto “le scale", come avrei potuto presentarmi al lavoro o in giro? Ma pazienza: sarei anda- 116 50 60 to da un altro barbiere, pregandolo di assestare® le linge, col rischio di vedere ip, lita troppo la mia capigliatura e la mia figura a ituale. ; pieciou ti di quell'uomo erano lenti e mi. II lavoro procedeva lentamente. | movimenti misurayi Sembrava che egli dovesse meditare prima di compiere un ee Non vedevo tor, che passassero quei minuti € che io potessi uscire vivo, sano e libero da quelting,. bo, anche se un po' sconciato. Chiesi un giornale per distrarmi, ma quel barbiere era talmente povero che non aveva nessun altro #arcale che quel fumetto diaboyj.. co. Cosi fui costretto ad assistere a quello scempio”’. 2 . Finalmente arrivo il momento del rasoio. Gli vidi brandire’* quellarma e fuj Preso dal panico'*. Con voce rauca gridal "No!”. II barbiere rimase un momento come incantato: con una mano teneva il rasoio e con laltra mi stringeva la testa. Lo osser. vai in questo atteggiamento; e poi convinto che il mio sacrificio dovesse essere con. sumato fino all'ultimo, aggiunsi: "No, non mi stringa la testa cosi forte, se no mj fa male." Lui mormor®: "Mi scusi, é lei che tira la testa dalla parte opposta. Se lei allon. tana la testa, come faccio a raderla?" Sembrava un medico che volesse convincere un malato capriccioso 0 pauroso; e mi convinse. Abbozzai un sorriso, il sorriso della morte e ne ricevetti uno di ricambio. Intanto chiesi la grazia a sant'Antonio e gli pro- misi che gli avrei acceso un cero nella chiesa pi vicina. Da quel momento il nuovo barbiere fu il padrone assoluto di me, della mia vita e della mia morte. || sangue delle vene mi defluiva™* verso il basso 0 il centro, comun- que lontano dal cervello. Non so se fossi pit Pallido del barbiere. Non sentivo bene; © quando il mio torturatore mi chiedeva qualcosa, dicevo sempre si, desiderando soltanto di andar via il pit: presto possibile. Allimprowviso sentii dirmi: "Pronto, signore!” Non mi parve vero. II taglio era fini- to. La tortura era finita. Ero sano. Ero vivo. Ero libero. Cominciai a distendermi Indugiai® a guardarmi negli specchi che il brav'uomo mi girava intorno per farmi ammirare il suo capolavoro. Ferite non ne avevo; ¢ il taglio dei capelli... mica male. Era durato un'eternita, ma era presentabile, anzi era buono... “Perfetto!" dissi con una doppia soddisfazione. Lo pagai doppio. Nel ricevere il denaro, egli mi sorrise; e i nostri sguardi si incon- trarono. Sembrava che volesse esprimermi gratitudine e soddisfazione. Alla sua eta e nelle sue condizioni é difficile che un taglio riesca cosi. Certamente lui era uno di quei vecchi artigiani, divenuti maestri nella loro arte. Ho capito che, anche se era vecchio, il mestiere lo conosceva, e come! Era un vecchio leone. Chissa come sara stato contento di essere ancora utile a qualche cosa! (liber. tratto da C. CICCIA, Storie paesane) 1. slancio impetuoso e travolgente m 2. molto vecchio m 3. stupirmi, provare meraviglia # 4. al suo posto m 5, colore bianco del viso m 6. emettere m 7. taglio graduato dei capelli sulla nuca m 8. cosa fatta male m 9, mettere a posto m 10, sogno terribile 0 angoscioso che lascia un senso di aura o terrore m 11. grave rovina = 12. tenere in mano, detto di un’ar- Te L3: Para fortissima, improwisa e irrazionale, individuale o collettive. w 14, scorrere in basso m 15, mi fermai per un po!

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