Sei sulla pagina 1di 6
22107123, 08441 PRESENTAZIONE LAssociazione Culturale Italian Sword&Sorcery é orgogliosa di comunicare Vadesione attiva di Gianfranco de Turris, giornalista RAI e de Il Giornale, saggista, scrittore, curatore e studioso che ha dato propulsione all’heroic fantasy nel nostro Paese. Nella fattispecie, presentiamo un lavoro nel quale analizza in maniera specifica e magistrate la storia dello sword and sorcery dalla sua nascita a oggi, in Italia. Buona lettura. LAUTORE Gianfranco de Turris (Roma, 19 febbraio 1944) @ un giornalista, saggista e scrittore italiano, studioso della letteratura del fantastico in Italia. Gia vice-caporedattore del Giornale Radio Rai per la cultura, ricopre la carica di consulente editoriale per le Edi ioni Mediterranee di Roma. E inoltre segretario della “Fondazione Julius Evola”, per conto della quale cura tutte le ristampe dei libri del filosofo tra ionalista. E stato ideatore ed editorialista del programma di Rai Radiol LArgonauta, in onda dal 2002 per 12 anni, con 399 puntate curate da de Turris fino al 1° luglio 2012 e quindi da Paolo Corsini fino alla chiusura del 6 aprile 2014. hitps:myperborea live/20108/06/per-una-fantasi-efoica-taliana-d-gianfranco-de-tutis! 219 2210729, 08.41 Per una fantasia eoica “alana” di Ginfanco de Turis Negli anni sessanta ha curato la sezione narrativa della rivista Oltre il cielo. Fin dagli anni settanta & stato autore di numerosi saggi e libri sulla letteratura fantastica, in particolare su J. R. R. Tolkien e H. P. Lovecraft, nonché direttore di LAltro Regno, rivista di critica fantascientifica edita fino alla fine degli anni ottanta. & stato inoltre presidente del Premio J.R.R. Tolkien per tutte le tredici edizioni dal 1980 al 1992. La sua__attivita giornalistica. comprende collaborazioni con L'Italiano, Linea, Secolo d'Italia, I! Tempo, L'Italia che scrive, Roma, Dialoghi, Liberal, Il Giornale d'Italia, L'Indipendente, Prospettive nel mondo e Il Giornale. Nell’ambito del fumetto collaboré per anni alla rivista Linus diretta da Oreste Del Buono e a L’Eternauta (Tratto da Wikipedia). PER UNA FANTASIA EROICA “ITALIANA” di Gianfranco de Turris Sin da quando la “fantasia eroica” (heroic fantasy, L. Sprague de Camp) o “spada e stregoneria (0 magia)” (sword and sorcery, Fritz, Leiber) venne tradotta non saltuariamente in Italia, ho sempre sostenuto una tesi. Alla fine degli anni Settanta — inizio anni Ottanta del XX secolo, il genere propriamente fantastico si era ormai affiancato al genere propriamente fantascientifico sino ad allora dominante, non solo per il sucesso strepitoso de Il Signore degli Anelli (Rusconi, 1970) e de Lo Hobbit (Adelphi, 1973), ma soprattutto con due collane popolari della Nord, la casa editrice creata dal compianto Gianfranco Viviani che diffuse la science fiction in libreria: prima e in parte con Arcano (1971- 1973, 9 volumi, curata da Riccardo Valla e Renato Prinzhofer), poi con la Fantacollana (1973-2008, 208 volumi, curata inizialmente da Valla-Prinzhoer, quindi da Sandro Pergameno e infine da Alex Voglino sino al 2002 quando comincid a declinare fino alla acquisizione della Nord da parte della hitps:ryperborea.ive2018/09/Siper-une-antasia-eroica-taliana-d-iantranco-de-tris! 30 2210729, 08.41 Per una fantasia eoica “alana” di Ginfanco de Turis Longanesi), che impose definitivamente il genere e influenzd anche altri editori facendo conoscere cosi con regolarita autori fra loro assai diversi ma tutti inseribili in questo genere letterario: ja Howard a Moorcock, ai citati de Camp e Leiber ¢ innumerevoli atri, soprattutto gli autori che potremmo definire post-tolkieniani. Nel 1980 si aggiunse a sollecitare il lettore/scrittore italiano anche il Premio Tolkien, promosso dalleditore Solfanelli dal 1980 al 1992, che si rivolgeva al fantastico in genere, indipendentemente dall’autorevole nome cui era dedicato, e che come risultato ebbe due serie di antologie, Le Ali della Fantasia per i racconti (1981-1988, 7 volumi), Immaginaria per i romanzi brevi (1986-1988, 2 volumi) e altre collaterali.. La tesi che sostenevo in articoli e nelle introduzioni a queste antologie era allo stesso tempo semplicissima e provocatoria per quei tempi condizionati dalla narrativa di lingua inglese, in sostanza unica pubblicata da noi (e infatti a una convention di fantascienza, svoltasi a ‘cusato di Courmayeur, venni “nazionalismo”!). Non si vedeva il motivo per cui gli autori italiani che volevano scrivere di fantasia eroica o di spada e stregoneria dovessero ambientare quasi obbligatoriamente le loro trame in paesi esotici, del passato, del futuro o di un tempo immaginario, in luoghi inventati o anche reali di tutti i tipi , ispirandosi soprattutto a Tolkien e Howard, eccetto che in Italia. L'Italia, scrivevo in quel periodo, non ha nulla da invidiare a nessuno: i suoi miti, le sue leggende, il suo folclore, le sue favole sono tali da costituire delle meravigliose fonti d’ispirazione per gli autori di heroic fantasy. Non solo, ma anche la storia, quella vera, lo é, basta andare a scegliere momenti e personaggi adatti. Non si capiva perché, ad esempio, l'Italia barbarico-medievale & potuta essere fonte d’ispirazione degli autori inglesi de! Sette e Ottocento che hanno in tal modo “inventato” il “romanzo gotico” fantasticando su luoghi e personaggi addirittura in Puglia Sicilia, e non lo poteva essere per i giovani autori italiani di fine Novecento. In pit sollecitavo anche un’originali 4 stilistica che non imitasse per pigrizia o assuefazione il modo di scrivere dei pitt famosi nomi d’importazione. E per dimostrare che tutto cid era possibile iniziai a pubblicare racconti italiani di questo tipo a partire in appendice alle antologie tradotte per la collana Enciclopedia della Fantascienza edita da Fanucci: in particolare in Heroic Fantasy (1979), che riuniva due volumi curati da Lin Carter, aggiunsi una appendice intitolata Italian SAGA che riprendeva il nome della associazione americana degli scrittori specializzati nel genere, che cercava di rintracciare i “precursori” italiani e riuniva per la prima volta storie di questo tipo di Cersosimo, De Pascalis, Pandolfi e Zuddas, chiudendo con un fondamentale saggio di Alex Voglino, Le radici della fantasia eroica. Trascorsi un paio d’anni, in Maghi e guerrieri (1981), che riuni ancora due antologie di Lin Carter, in un’altra appendice intitolata Nuove saghe italiane riunii storie di Bologna, Petruccioli, Pizzorno e Prosperi, ¢ il saggio Temi e strutture della fantasia eroica di Giorgio Giorgi. hitps:myperborea live/20108/06/per-una-fantasi-efoica-taliana-d-gianfranco-de-tutis! 49 22107123, 08441 Per una fantasia eroica “italiana” oi Gianfranco de Turis Probabilmente da qui é iniziato tutto. Poco dopo misi su un’antologia di romanzi brevi inediti di sei autori italiani, gid sperimentati o esordienti: Cersosimo, Voglino, Zuddas, e De Pascalis, Morganti, Pizorno. Sei modi diversi di affrontare quella narrativa. Apparve alla fine divisa in due volumi: Le spade di Ausonia e I guerrieri di Ausonia (Akropolis, 1982): un titolo a meta di stile americano e a meta di stile italic, ma che forse fu la prima che metteva in campo una heroic fantasy “all italiana”. Stiamo parlando di 38, 36 e 35 anni fa, quando avevo appena concluso malamente la mia decennale collaborazione con la Fanucci e ercavo altre strade... Onore quindi a quei sei (dieci) iniziatori di una heroic fantasy tutta nostra che con la loro immaginazione affrontarono una terra (ancora parzialmente) ignota. A forza di insistere si sono ottenuti buoni, anzi ottimi, risultati (tanto per fare un nome tra i primi, Gianluigi Zuddas con il ciclo delle Amazzoni ambientato in un Mediterraneo mitico, sviluppato in vari romanzi, il promo dei quali, Amazon, usci nel 1978, pur avendolo letto e citamente to io per primo ma che non potei pubblicare non volendo Fanucci opere espli Poi il nostro fantastico & quasi totalmente caduto nell’oblio per la crisi dell’editoria di genere tra gli anni Novanta e Duemila. 0 meglio: la crisi del genere fantastico e fantascientifco, perché il giallo, lo spionistico, il noir, il thriller di autori italiani hanno proliferato e dilagato, attirando, data la concreta possibilita di essere pubblicati, anche validi autori di fantasy e science fiction che, per cosi dire riciclandosi, si sono comunque fatti valere. Inoltre, la mancanza di riviste-riviste, intendo dire quelle tradizionali, assenti da tempo dalle edicole, non ha contribuito alla sua sopravvivenza, ¢ le rarissime eccezioni esistenti hanno lasciato poco o punto spazio ai nostri scrittori, a parte Robot (che peré in edicola non va) che una certa attenzione la possiede. Certo cé la Rete, ma per me non é qualificante soprattutto perché non effettua una vera selezione. Essendo pura anarchia, tutti pubblicano 0 auto-pubblicano tutto. In questa situazione poco allegra perd qualcosa di nuovo cerca di riemergere, dato che la passione per il fantastico, per la heroic fantasy continua, fosse solo a livello individuale, e magari anche in antologie collettanee, si riescono a identificare autori nuovi con qualita di idee e di stile, soprattutto il secondo = lo dico da sempre, anche se qualcuno potra non essere d’accordo — quello che serve come solida base di partenza. Scrivere una trama rutilante ma sciatta lo sanno fare tutti Uno di questi autori certamente Max Gobbo, prolifico e poliedrico sui due piani, idee e serittura appunto, diciamo quasi mimetico rispetto ai diversi generi che ha affrontato, spesso mescolandoli tra loro a cominciare da storie di una Italia quasi-parallela in cui prendono vita invenzioni, protagonisti e avventure che fanno agire personalita reali e letterarie sullo stesso piano (a hitps:myperborea live/20108/06/per-una-fantasi-efoica-taliana-d-gianfranco-de-tutis! 59 2210729, 08.41 Per una fantasia eoica “alana” di Ginfanco de Turis cominciare da Capitan Acciaio supereroe d'Italia, Psiche Aurona, 2011, per finire a L’Occhio di Krishna, Bietti, 2017). In una Italia che & e non @ allo stesso tempo quella che fu e quella che &, che ci hanno descritto i libri di storia e quella che viviamo. Insomma, come se la fantasia dell’autore avesse riscritto la storia di ieri mescolando invenzioni tratte da fumetti, cartoni animati, romanzi davyentura di Salgari e Motta. Questo singolare frullato si ritrova anche nella presente serie di racconti collegati fra loro, un libro che narra le incredibili peripezie di Alasia, La Vergine di Ferro, nell’Italia di un Cinquecento @invenzione, quello del Concilio di Trento (1545-1563) ¢ della Controriforma per intenderci. Alasia, con il suo cappellone sugli occhi che ne nasconde Ia chioma corvina, gli stivali, il giustacuore, pistole alla cintura e spada al fianco, a ben vedere non é altro che la versione italiana e femminile, ma non femminista, di Solomon Kane, lo spadaccino puritano ideato da Robert Howard: un vendicatore d’ispirazione religiosa che nel XVI secolo se la deve vedere con mostri, negromanti, vampiri, morti viventi, reincarnazioni, spettri, entita di ogni tipo in avventure fra Europa, Africa e America opportunamente trasfigurate. Anche le storie di Alasia sono ambientate nello stesso periodo: la energica fanciulla, armata come Solomon non solo di pistoloni ma addirittura di una spada benedetta, dono del Pontefice, é una guerriera indomita che in nome di Dio percorre in lungo e in largo un’Italia invasa dai mai-morti che scorrazzano nella Penisola insieme a schiere di demoni guidate dal Nero Signore, Tappresentante del Maligno. E soprannominata anche la Mano Sinistra di Dio, una vendicatrice spietata sia della propria famiglia, sia di una Paese sconvolto nella sua normalita da orde in apparenza incontrollabili di succhiatori di sangue risorti dalle tombe o contagiati in vita e teoricamente immortali, ma non alla sua lama e alle sue palle di bronzo speciale. Una mescolanza di heroic fantasy e horror, dunque, come in Howard di cui si segue la lezione di ridondante linguaggio barocco e di azione convulsa, con in pit, in alcuni episodi, un tocco di ironia e umorismo e di ina toria sentimentale. Una giovane donna, addestrata sin da raga aluso delle armi per raggiungere lo scopo di fare giustizia degli assassini e per mettersi a disposizione del Pontefice, gelosa della propria femminilita, assai diversa dalle eroine un po’ scandalose e irriverenti create da Gianluigi Zuddas nel suo ciclo delle Amazzoni, ma in una vena tutta italica. Una Vergine di Ferro che da un lato, quando & necessario si trasforma in una vera macchina da guerra presa da un furore incontenibile, e che dall'altro, quando meno se ’aspetta, sta quasi per cedere ai sentimenti e all’amore. Una eroina che, pur non assomigliando alle scanzonate e disinibite amazzoni di Zuddas, non @ perd affatto androgina come qualcuno potrebbe immaginare, che non rinnega le sue caratteristiche di donna, che non é una virago come ogi piacciono alle pseudo-femministe che vorrebbero essere pari agli uomini al punto di confondersi con loro (una immagine di una muscolosa culturista americana ha per scritta: “il suo sudore puzza come quello dei maschi’...), e che nemmeno ha alcun contatto con Rose di Versailles hitps:myperborea live/20108/06/per-una-fantasi-efoica-taliana-d-gianfranco-de-tutis! a9 2210729, 08.41 Per una fantasia eoica “alana” di Ginfanco de Turis (1971), il manga giapponese poi reso celebre dalla versione a cartoni animati Lady Oscar (1982), la spadaccina dell’epoca di Luigi XV che si nasconde sotto vesti maschili. Alasia @ un tipo tutto diverso: pud essere anche scambiata per un efebo dal viso perfetto, ma quando scompiglia suoi capelli corvini e si trova di fronte al nemico, che gli ricorda le orde che massacrarono la sua famiglia, diventa una vera furia inarrestabile e implacabile senza pietd ¢ misericordia. 11 tutto narrato con un linguaggio volutamente ridondante, dalla costruzione della frase desueta e dalla ricerca di parole e aggettivi fuori dal comune, ma adatta al tempo, al luogo e ai personaggi che, come si é detto, pud ricordare Howard. Ma a veder bene in queste storie non c’e soltanto l’irruente scrittore texano, ’8 anche... il professore di Oxford, proprio lui, Tolkien. L'ultima avventura infatti vede Alasia in un contesto, la battaglia di Torino, che fa venire con insistenza alla mente l’assedio di Minas Tirith da parte delle schiere orribili e in apparenza inarrestabili di Sauron, con troll, orchi e nazgul: il Nero Signore, le orde dei vampiri e dei mai-morti, i pipistrelli giganti sono, mi pare proprio, una reminiscenza dell’assedio cruciale della saga tolkieniana, rivissuta in chiave italica, Nel raccontare i sei episodi del suo tribolato viaggio lungo la Penisola infestata dalle schiere infernali alla ricerca del Maligno, Gobbo fa incontrare la sua eroina con trame e avversari che nulla hanno da invidiare a quelle di Solomon Kane, per concludere senza concludere veramente. Lultimo episodio rimane “aperto”, come si usa dire, a varie possibilita, a varie biforcazioni della vita di Alasia: rivedra poi affascinante ufficiale del Sultano? Riuscira finalmente a uccidere il Nero Signore? Si incontrera con il Maligno in persona? Il lettore rimane in sospeso, augurandosi che Pautore continuera a narrargli le avventure della sua ferrea, indomabile ma sempre femminile eroina. Gianfranco de Turris ABBONATI SUBITO A ITALIAN SWORD&SORCERY Lssociazione Culturale Italian Sword &Sorcery apre la campagna abbonamenti valida per il 2018. ‘Ai nostri stregoni e spadaccini offriamo: * nr. 4 volumi in formato digitale, prodotti nel corso del 2018 da Italian Sword&Sorcery Books nei quali saranno pubblicati i migliori autori italiani di sword and sorcery (tra cui Pirro il hitps:myperborea live/20108/06/per-una-fantasi-efoica-taliana-d-gianfranco-de-tutis! 719

Potrebbero piacerti anche