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Immagini di Robespierre negli scritti di Manzoni di Luca Badini Confalonieri 1. Il saggio manzoniano sulla rivoluzione francese, postumo ¢ in- compiuto!, si interrompe sulla discussione del 1 settembre 1789 in- tomo al disito di veto del re. Eppure il periodo del Terrore, evocato gia nella prima pagina, costituisce un punto di iferimento costante, T due «gravi effetti» della rivoluzione francese, si legge infatti nel- Vintroduzione dell’autore, furono «l’oppressione del paese, sotto il nome di liberti; ¢ la somma difficolta di sostituire al governo distrut- to un altro governo; che avesse, s‘intende la condizione della dura- ty?, Per cid che riguarda il primo effetto esto «? sufficientemente indicato dal nome di “Terrore”, dato e rimasto a una fase non breve di essa: nome che, applicato a un'intera popolazione, presenta da sé Tidea deloppressione pid forte ¢ pit: universale che si possa immagi- nare, cio? di un‘oppressione che pesi anche su di quelli che non sia- no colpiti direttamente, e levi agli animi il coraggio e fino il pensiero della resistenza»*, Ma, soggiunge subito Manzoni, se tale nome fa dato solo a una fase della rivoluzione, arbitsi e violenze, ¢ dunque oppressione, «in minor grado e in varie forme», si ebbero gia a par- tire dall’89 ¢ continuarono anche «cessato il Terrore propriamente detto>'. Chiarito che la distruzione del governo di Luigi XVI fu rea- lizzata gia negli atti con cui, nel giugno 1789, i deputati del Terzo Stato si proclamarono da sé assemblea generale della nazione e si mantennero per tali contro il divieto del re’, Manzoni afferma che tale distruzione, «non necessaria» per ottenere «i miglioramenti che la Francia volevan ed effettuata con una «manifesta usutpazione di * Manzoni vi lovor’ tail 186061 e il 1873, Tanne della monte. Fu publica postumo dal Bonghi nel 1889, "Cle A. Manzoni, L Rivlusione Frencote del 1789 e le Rivolaione Ualina del 1859. Osseractioné comparative, ix Sent soi e polis, «esta i F. Ghisalbert, vol. dalled. Tate le opore nei «Clas Mondadori», Milano, 1963, p. 309. pido, yp. 30530, ‘Cir >In vel mp 310 I ciaimento sniene subito dopo: fr. widen, p 512. INTERSEZIONI / a. XIV, n. 3, dicembre 1994 415 Luca Badin) Confalonieri poteres, cred «uno stato di cose, dal quale vennero € dovevano veri Te, per una conseguenza inevitabile, i due disastrosi effetti indicat’ ‘I discorso @ ripreso molto chiaramente in apertura al capitolo V: «L..J vedremo svolgersi di mano in mano, e ora alternarsi, ora con- sieme, gli [..] efferti che abbiamo annunziati dal principio [..J, cio&: Oppressione col nome di libert’ e Difficolta di stabilire un aliro governo che potesse durare. Per questa parte ogni discorso pud forse parer superfluo; tanta & notorieti di quegli effetti. Quis aut Eurystea durum, Aut inlaudasi nescit Busiridis aras?>? (In perfetto chiasmo con Venunciazione dei due effetti ecco evocati le fatiche di Ercole e gli «altari dell'eseerato Busiride» che erano altar, come @ noto, di sacrifici umani: 2 un’immagine sinistra, un'epigrafe sanguinante che balena nei versi dell’amato Virgilio.) «Ma» ~ soggiunge Manzoni ~ «® una parte essenziale del nostro assunto il toccare quei fatti, in quanto furono una conseguenza ¢ un progresso della prima usurpazione. La Rivoluzione francese & riguardata da moltissimi come divisa in due tempi affatto diversi: il primo, di intenti benevoli e sapienti e di sflorzi generosi; il secondo, di deliri e di scelleraggini. E certo, le di- versita, e di fatti e di persone, tra quei due tempi furono molte & gravissime; ¢ sarebbe insultare alla evidenza non meno che alla giust zia il mettere in un mazzo la pit parte degli uomini del Jeu de Pau me e della seduta reale del 23 giugno, con quelli che, nel periodo pit nefasio della Rivoluzione, si acguistarono una esecrabile rinoman: za, (Ho detto la pitt parte, perché vi era mescolata anche una semen- za di questi ultimi, come Robespierre, Barére, Vadier, Voulland.) Ma la diversita dei fatti non deve impedire di osservamne il nesso ¢ la di- Alcuni uomini, anche onestissimi tra quelli che avevano in quelle deliberazioni, o che le avevano secondate, sia coll’opera sia colla penna, inortiditi poi dai fatti che vennero in se- guito, ¢ inquietati nella loro coscienza dal sospetto di averci anch’essi tuna colpa remota, cercarono di giustificarsi in faccia a sé e agli altri con dire che quei fatti non si potevano riguardare che come acciden- idem, p. 311 idem, pp. $1419. * Quella in partcolrs, dlle Georgie (come alkrove, sempre nel suai sulla Riveuzione fi, p45B por na charlone preynante dal lone Gna del Hove pein. Qui fa ct & da TL 4 5 aChi nom conosce il erudele Euristco, ol altri delfeserato Busiride™) e la pertnenza farchbe ancora mansiore di quanto Pa indieato te x volessesovolincare anche il tapion eal ier che some et lopped ibn, uae antag scl Pospite fe rano solo dept strani, dg spi (con exuvoco proprio sla sacral del Sion fan, nes te de parte Bose fa wes da Era 416 Fobespierre negltscriti oi Manzoni ti strani, come una deviazione portentosa dal corso naturale delle cose. Ma non si pud romper cos! il filo della storia, la quale, volendo a gran ragione maravigliarsi il meno possibile, ¢ intendere il pidi pos- sibile, cerea nei fatti antecedenti cid che abbia potuto preparare i fatti posteriori; ¢ ha tanto maggior motivo di fare una tale ricerca, quanto pitt questi siano insoliti ed esorbitanti. Diviene meno difficile Fintendere come in questo o quel momento della Rivoluzione, ora uno ora un altro numero d'uomini, la piti parte oscuri ed abiett, abbia potuto, chiamandosi il popolo, esercitare una orribile tirannia, quando si osserva che altri uomini, quantungue con intenzioni ben diverse, con diverse forme e con un titolo specioso, si erano per pri- mi attribuito un potere sovrano col dirsi la nazione, del resto, nei primi momenti stessi, si erano potuti vedere i sag- ai di quei tristissimi effetti, come un punto oscuro nella buccia d'un frutto accusa il baco che lo rode dentro» Vertebbe da glossare con parole di Furct ¢ Halévi, come: «L’estate del 1789 non contiene tutta la Rivoluzione. La cronologia indica a sufficienza che non ne é che Vinauguravione; ma @ una scena iniziale cosi ricca che comporta tutti gli clementi degli ati che seguono»" Manzoni si opponeva in questo modo a un’idea, cara agli idéologues, da Garat a Ginguené, ¢ presente in Constant e poi in molta storio- grafia ottocentesea!' secondo cui occorreva separare nettamente '89 ¢ °93, la fase «positivan della Rivoluzione da quella «negativan del Ter- ore. L'incomprensione, in moki degli stessi protagonisti, della cont nuiti tra le due fasi & sottolineata in una postlla eloquente alle Con. sidérations sur la Révolution francaise, Parlando dei girondini durante il Terrore la Staél aveva scritto: «Provavano senza dubbio in fondo al cuore un vivo pentimento per i mezzi impiegati a rovesciare il trono: e quando questi stessi mezzi furono diretti contro di loro, quando conobbero le loro proprie armi nelle ferite che ricevevano, dovettero 2 Thien, pp. 419-420, ' Che F Pore eR. Hale, L’Amnée 1789, in «Annales ESC, janvier fever 1989, pp. 3:24 in pare. p20. Ct. anche alle pp. S-: ala Rvousione feanceze I] poriede subi, a fo appari, € che la cowtiace come tina modal india dll scone © dels wore ta linea dt divsione del tenpo prodotta dala velonta deg uomini, © aprente da alors cn awe nite stuotainatamente eompleso da contvalvee orgniszar Quo che di ala Feuaca i Sun patimonia politico tiolusonario, pet | due secali che verano, ¢ coxitito in qualche tnesd, tt fine pimaveraeenate 17890, er dale rise au ssa inicrpetasiome ce A De Isr dela Revlon fran dans son morent ermcnentiu, in eDchitine 715-292. pat. 289. Memare str ls Resolaton ow exoné de mn condsite dant le fers et dans fer fonctions publigecs, Pai, . Sms et C., 17 Tesemplare posseduto da Manzoni ¢ fala fbn cin Morne) pes Ginguene fea Fakzo = ho accomato la mia ts ‘kort Un degremmns euro: Martone Btta tt epca, sto ¢ romans ~ una miitante tezension, che non dovete ree iota al Manvon, «una cone Fen de apie ‘Air aula cea del 31 octbre 1804; per Constant cl: Des fs de a Tenens. ma Pari, se an V [oagaio 17971 a7 Luca Badini Confalonior senza dubbio rifletere su questa rapida giustizia delle rivoluzioni, che concentra in qualche istante gli avvenimenti di molt secoli>. E Man- zoni: «Al contrario, non cessavano di vantarsene. Dovettero! Dica “Avrebbero dovuto”»”. Tale impostazione storiografica fa ben comprendere come Manzoni sia sovente portato, in un discorso sull’§9, «a far menzione» ~ co- m’cpli dice - «di conseguenze anche remote»” e, pili in particolare, a evocare Terrore'* ¢ tribunale rivoluzionario”. In questo contesto si inscrisce l’evocazione di Robespierre anche se, come vedremo, Manzoni & ben lontano da una riduzione troppo semplice di Robespierre al Terrore. Trichiami al rivoluzionario francese non paiono disposti casual- mente, Manzoni esclude dal primo abbozzo dell’introduzione e da un passaggio del capitolo X due riferimenti non idonei al sistema che ‘wuol costruire', Cosi come rimane, il testo parla di Robespierre in rapidi flash evocativi ad ordine inverso, che partono dal 10 termido- 10, per retrocedere al 9, passare al Terrore’, scendere fino ai discorsi per Fesecuzione del re del 3 28 dicembre "92. Nel frattempo era stata indicata, in successione normale, la sua presenza agli Stati Ge- netali, al giuramento della Pallacorda, alla seduta reale del 23 giugno, nella delegazione inviata il 9 luglio al re per chiedergli Vallontana- mento delle truppe da Parigi. Al'ultimo posto ci sono i suoi discorsi del 20 e soprattutto del 30 luglio ’89. In essi le due linee si fondono Ce anche quello che lo steso Manzoni dele Osserusiou comparaie serve su Mounier (pp. 375376 neta) e su Barave (p. 400), Per la ditaionee il testo delle postile alle Consi- '® Fermiamoci almeno un momento sui primi due quadri, quelli del 10 e del 9 termidoro, fanzoni ha dedicato molto spazio al discorso reale del 23 giugno e dice che in esso spiacque, tra Yaltro, il nome - che vi si dava - di benefici alle disposizioni che il re pensava di adottare. Ma benefici erano, replica; e soggiunge: «per una gran parte di quei deputati poi, la dichiarazione del re era anche un benefizio personale, perché, ac. cetiata, avrebbe loro risparmiati terrori continui, prigionie, emigtazio- ni, confische. E benefizio in grado speciale per alcuni di loro, e che si tutti quelli che lo ebbero pitt a sdegno». Qui, con Fanafora di «Benefizio in grado speciale per» Manzoni evoca, con pennellate brevi ma precise, la tragica morte di diversi deputati pre senti, a cominciare dal Bally. Alla fine, al sommo della climax: «Be. nefizio in grado speciale finalmente per quello che fu ultimo della lugubre lista, Robespierre deputato di Arras, che non sarebbe stato proscritto alla sua ora, e condotto al supplizio, ta gli spasimi di una mascella fracassata da un colpo di pistola, e accompagnato da im- mense grida di esecrazione e di giubilo, e grida quella volta non pa- gate né comandater™, ' Cle ibidem, p. 508. «Chi avicbbe dees ~ commenta Manzoni ~ sai vat) sui colleghi pearcigan, come ll, del rigoe,e ali lei Frances! dello weseo parere, quanto tril cova 2 tcbbe sata pit tard Psser Teamo sospeuo al depute allo oscuro dk Arras! Tl suo tempo non era ancora vento; ma gl unt e yh alt isle preparavanon UBid) ° Thiden, p38 ® Ihidem, . 398. E.cle, «Gavette nationale ole Monitent Univers, 311, primi 11 thermidor Van 28me (mardi 29 jalle 1794, veue sql ala aera del U6; I fro fete 2080 dae sl pathol, in mezzo alle acclamzion’ di un popola immense ale gris mile vlte porte divin ke Repubblica! ees a Concensouels URcinpression de P Ancien Montew (mai 1789 = novembre 1799), avee des notes explicatves par M. Léonard Gallo, Pass, Au Burea Cental, 1841, «21, p 336) sepuire sostaniaente, per questo eal guide eset, solo «*Monitcur» non tote che Manzoni disponese damp lteratia di apprfindimento, Posso ‘ut indica, a parte le opcre i eaatere pi generale sulla Rivoheione a presen, nella Bi Blioteca di vis Morone, dh EB. Courtois, Repport fat au nom de le coommtion charge de examen des papiers tomes chez Robespionesn Pars, Imprimerie Nationale des Lois an TIL (1994), dE Ffamel, Hate de Robespuene, Bans, Libraite Interationae, 1865-7 vel), dt liga Dauban (CA. Daun, ta demagngie en 1793 4 Part. hitter jour par jour deen inde 1793, Pacis, Plo, 1868 e Pars on 173 el en 1793. Histone de fa mc, deeb de font ‘eg Pais, Pon, 186) e del lavoro i Campardon (E, Campardon, Le iubeadlrevoletiarnare de Bors, Oucraze compase daprs les docnments erignaus tomtom a archives de Tenpire, Paris, Plon, 1866) Cant, in un eco di testi ehe andeclive pres c veifenta nel suo eee to infereste manzoniano, anpts tra Tato «Gli doleva che ssl pes mete intrtita I THisoe re dels Tereur di Mosimet-Temaux (le. C. Cant, Alrenndr Mancont. Reminicnae, Mi lino, Treves, 1882, vol II, p. 254: « in elle, in leiera det 1862 al bbliteeuio dl emico Giulni, Manzoni die di veleréonscrvare ancata gauche tempo i due volumi el Totome de a Tercur ti Lous MoatmerTerna cet in presi (tata exidentemence del da vo. Iwi per alla dspenibie dlfopers utcirono, dat" al '6, sete vokumi). 419 Luca Badin Contalonier! Si pensi per contrasto al dialogo tra le ombre di Luigi e Robe- spierre di Alfieri ROBESPIERRE To dunque (4.] tentai con una pistéla simastami involarmi all'imminente fatal Guigliotina RE LUIGI é alcuno mai poteva esserti degno carnefice, quanto tu stesso ROBESPIERRE, ‘Ma questa mia mano, mal ferma in sb importante momento, tradivami RE LUIGI ri Tnsanguinata di tante miglija di trucidati innocent, mal seppe uceidere un reo. ‘Ta dangue allors i wees sul ifeenza pasasse fea Fiviag edt la mors & il darla a sé stesso, ROBESPIERRE Sfracellato cose semivivo, io fui tosto strascinato st quella piazza medesima, da quel carnefice stesso, sono la'stessa mannaja, che troncé la ta testa; e quivi fu tron: ca la mia; © mostrata recisa ad un popolo immenso [..}. Bene sta In Manzoni non pud trovar spazio T'insulto sprezzante, ma nemme- no lesaltazione dell ultimo gesto che avrebbe fatto un Mathiez («Sep- pe almeno riscattare i propri errori con un nobile gesto. Non voleva cadere vivo nelle mani dei *bandii” trionfanti. E se anche in questo non riusci, il suo gesto resta. Era rimasto in lui qualcosa di quei Romani che i suoi maestri del collegio “Louis le Grand” gli avevano insegnato ad ammirare nelle Concioness*). Nulla di pitt lontano da Manzoni dell’esaltazione di queste wvirta romane». Quel Manzoni che aun passo della Staél sul «coraggion dei girondini condannati e di un Valazé che «s'era conficcato un pugnale nel cuore, con una mano cost ferma, che non respirava pit) un secondo dopo essersi colpito» annotava: «f! cosi certo che uccidersi per evitare la morte sia un atto di coraggio?»®. Quello con cui viene considerato qui Robespierre & un partecipe sentimento «creaturale> penso non troppo dissimile da quello che nel II abbozzo del saggio @ evocato per Luigi XVI: «uomo meritevole [..], per gli orrendi suoi casi, d’una straordinaria pietio™, Tale atteggiamento & confermato poche pagine piti avanti, nel se- condo quadro, quello relativo al 9 termidoto: «‘I tibaldi trionfano” esclamd i! Robespierre nella Convenzione, quando fu messo in stato d'accusa, Si ammetta pure (e non 2 poco} > Che Alen, 1 Miglin Sera polit mort vl TT, cna dC. Marat Asti, Casa d’Alir, 1984 Go, V delle Opere di Vittorio Alien), pp. 336357. 8 A. Mathier, Etudes sav Robespere, Pats, Mevidor / Editions Seale, 1988, p. 199. TL sagpio Robespierred le Commane fe 9 thermidor, compar per la prima volta in «Reve de Francen, 15 lévrler 1924, fu poi pubblicato in Autour de Robespierre, Patis, Payot, 1926. "Et posills& ancora alle Conridéions: ef. pt vant, nota 36, Sxl aug de. anche A. Manzoni, etre 2 M. Chanoct, in Sr lenera, a car di ©. Rica e By Tea, vol V.t TM dali ct dt Tate le oper, Milano, 1991, pp. 136137 2°Cik. A: Manzoni, La Rivolione Facet, cia pe 6. 420 Robesplerre negil scritt i Manzoni che quell'uomo fosse disposto @ dar la sua vita pet il trionfo di una ‘causa; non intendeva certo di fare un tale sacrificio perché ttionfasse- ro i ribaldi»**, ii come, una pagina prima, per Barnave («condannato a morte, esclamd, battendo il piede sul palco del patibolo: “Ecco dungue il ptemio di cid che ho fatto per la liberta”>*) si riflette sulla umana dclusione delultima ora per le conseguenze impreviste, e sentite per immeritate, della propria azione, Su Barnave Manzoni commentava: «Sarebbe certamente un fenomeno strano quanto doloroso, se cid cche fosse fatto per la libert2, avesse potuto condurre al pid atroce e indegno dispotismo, quale fu il dominio di alcuni scellerati sulla vita di ogni Francese. Ma non era cosi; e quelle ultime parole, degne per uun'altra ragione di una profonda e rispettosa pieta, mostrano che l'in- felice Barnave moriva senza aver conosciuio che Ia questione tra il re © i Comuni non era stata una questione di liberti (giaeché la liberta il re Vaveva offerta) ma di potere [...”. Qui pet Robespierre il di scorso @ perd pitt complesso ¢ fa pensare in controluce a una pagina su Bruto del Dell invenzione: «|...] quel Bruto che, al termine forzato della sua attiviti, esclama: © virti, tu non sei che un nome vano! Certo, se la virtit ha per condizione Vindovinare tutti gli effetti del- Vazioni umane, ® un nome vano quanto la cabala, Certo, @ un nome vano quella virti che, deliberando se sia ben fatto il buutarsi addosso un uomo, in figura d'amici, con de’ memoriali in una mano, e de’ pugnali sotto la toga, per levarlo dal mondo, non ascolta quel 0 temo, risoluto, sonoro, che la coscienza pronunzia, anche non inter rogats; ma decide in sua vece, che quell'azione & non solo lecita, ma santa, perché & il mezzo di riavere de’ veri consoli, de’ veti tribuni, de’ veri comizi, un vero senato. E come se li hanno avuti! Certo, la virtd 2 un nome vano, se la sua veriti dipende dallesito della batta- alia di Filippi>”. 2, E siamo cost passati al secondo testo che ci proponiamo di esa minare, il dialogo filosofico Dellinvenzione®, Perché, una decina di pagine prima di questa evocazione di Bravo, sul cui senso stiamo per tornare, a Robespierte vengono esplicitamente dedicate alcune pagine. ® fe thidem, . 401. Per Is fam frase eft, sempre in. 311 del «Moniteur» (ePRE- RON: Gita cols, ia pata, ques ogee la Hherta usccanno dale Tore roving, ROBE” SPIERRE: S, prche trionfana tral, el cit, p33), * Thidom, p00, Trio. * A. Manzoni, Dellimentione.Dislogo, in Opere morale fbsofiche, u eara di F. Ghisa bru, ol IT delle. cit. dt Tate le pore Nilano, 196, p. 753. > Tnizato sul finite del 1849 il dislopo fa stexo ¢ conclaso ent il prima semestre det 1850.11 efaciolo setom delle Opere varie che lo contine ssi s stampa ai pint douobte (ele. siden, 82). 421 ‘Luca Badin! Confalonier Quello che va subito osservato & come esse si inseriscano in un sistema di rapporti di pitt vasto respiro™. Caratterizzata tutta da una struttura digressiva, e ostentante anzi una piena liberta di «chiacchie- ta» («non c'8 in queste chiacchiere nessun ordine obbligatorio; e si pud quindi, senza inconveniente, saltare da quella parte che pat me- lio") la seconda parte del Dell invenzione appate in realta molto saldamente imbricata, Le pagine su Robespierre sono interrotte, al loro interno, da una «cligressione» (la parola @ di Manzoni) sul presente e sul problema, in esso, della ricerca della perfetta flict’ sulla terra, con chiare allu- sioni al socialismo. Ripreso e conclusa il discarso sul rivoluzionario, si passa a parlare di Rousseau e del suo Emilio, per titornare poi ancora alla rivoluzione francese e alla sentenza di Mirabeau che «la petite morale tue la grande», La riflessione tocca allora dellutilitar- smo settecentesco weicolato dal De Fesprit di Helvétius, «discendente naturale ¢ immediato» del Saggio sulPintelletto wana di Locke. Un esempio di applicazione tratto nuovamente dalla rivoluzione francese? Vergniaud che, contrario in privato al voto di morte per Luigi XVI, si pronunzia in Convenzione per «da mort» allegando poi, a chi gli chiede ragione del repentino cambiamento di posizione, l'aver visto agitarsi di fronte a sé lo spettro della guerra civile. Dopo le due pa- gine, intense, sulPoratore girondino, la riflessione torna al presente, allutilitarismo contemporaneo, a partire dalla Deontology di Bentham. Due pagine ancora ed ecco Pevocazione di Bruto gia citata. nella produzione degli avvenimenti: «Se Gi fu mai un‘epoca in cui le speculazioni metafisiche siano state pro. duttrici d'avvenimenti, e di che avvenimenti! & questa, della quale siamo, dird al mezzo? 0 al principio? Dio solo lo sa; certo, non alla fine», Si faccia perd attenzione che l'uso del termine «metafisico» (che compare anche nel saggio sulla rivoluzione francese, traendo spunto da un passo di Bailly, per essere applicato a Sieyés)” non @ affatto casuale né innocuo. Ci si permetta di insistere su questo punto per- ché esso & fondamentale nell'interpretazione delle pagine su Robe- spierre. Quando, nella pagina precedente al passo citato, Pnterlocutore del dialogo parla dell’« per il De Pesprit di Helvétius e il Saggio su- Vintelletto umano di Locke”. Tn che modo metafisico, in particolare, il pensicro che spinge avanti Robespierre ¢ Mirabeau, Vergniaud e Bruto? Lo @ in quanto, ragicamente (¢ aldili del «retto senso» del «rozzo cristiano»), cambia il male in bene, Gli avvenimenti violenti su cui si riflette in queste pagine (Tetrore, regicidio, uceisione di Cesare) sono per Manzoni un male, Ora il male lo si pud fare perché attratti al male da passioni perverse, Ma pid grave @ il caso, invece, dei nostri personaggi. La eamassimam di Mirabeau «la petite morale tue la grande» ~ dice Man- zoni — «per i tristi di mestiere superflua, 0 di poco uso; ma questi non potrebbero far gran cosa, se dovessero far tutto da sé ¢ non avessero laiuto delle coscienze erronee. E, per ingannar le coscienze, ‘qual cosa pid efficace d’una massima che, non solo leva al male la qualita di male, ma lo trasforma in un meglio? che fa della trasgres- sione un atto sapiente, della violazione del diritto un'opera bona?»™. Ecco allora Vergniaud, ¢ la sua risposta a chi gli chiedeva perché si fosse pronunziato in Convenzione per la morte: «Se (...) avesse rispo- sto che, alla vista del pericolo che poteva correre ubbidendo alla sua coscienza, gli era maneato il core, ci sarebbe certamente da deplorare tun fatto, ‘pur troppo non raro, di debolezza colpevole e vergognosa. Ma la risposta che diede rivela un principio di male pit terribile, perché ben pid fecondo e comunicabile, come quello che ha sede nelle menti; € piit insidioso, perché pud operare indipendentemente da passioni personali, e quindi parer superiore a quelle. Rispose, a un di presso, (..): “Ho visto la fantasima della guerra civile; e non ho creduto che la vita d’un tomo potesse essere messa in bilancia con la salute d'un popolo”, Era uno che, riconoscendo d’aver operato con- tro coscienza, non credeva di fare una confessione, ma di proporre tun esempio (...). Come la guerra civile sia stata schivata, non ci pen- siamo: il torto non @ nell'aver previsto male, ma nel sostituire a una legge eterna la previsione umana»”. Di Bruto, de! suo non ascoltare la coscienza e decidere invece «che quell’azione era non solo lecita ma santa, perché era il mezzo ec» abbiamo gid letto®. Ma & da qui uocehit al primi temp dl Crisianesin, una dle ose ee clic pit ne eomincament Eagclpocsdivina a a immense supesons dt lam, nels ee mora dealt Apostot st that pofell acu est andsvano a por quella Ie che x & foe er os nel mondo, trcla face da cl vegan ta {apg i verh deat mondo a fa ora belly per ul Rrsends woo Hlumingo da non aver pis Dogo di sicolate | kro sucewort, che dco! ks Uoatingetroa che et precaronon, siden, p 920) 3 i A Manson, Be imencione, ci po 78% 2 Gh idem pA 2 Ch eid, p90. 1 Mf postane aggungere che, ai dle elason aleiane (Bro rem coo per las Getct hua frat Paid kl 1600) dello stesso ponte impeano eco 424 Robespierre negli sci ot Manzoni che trac Ja sua forza argomentativa anche il rifiuto che Manzoni compie di certa interpretazione «neta» di Robespierre", $i ascoli di chi arriva alla «decisione |...] di uccidere> per «interesse privato, una passione egoista», senza «dover vincere grandi ripugnanzer a quello di chi giunge a «questa ortibile risoluzi ne» «sedotto da un grande pensiero, un disegno straordinario, un'il lusione potente>®. Manzoni ancora una volta riscrive, in una luce nuova, un palinse- sto antico. Si pensi al Dialogo fra um uomo libero e un liberto del Misogallo, dove nei panni del liberto si deve scorgere, ancora, Robe- spierre: une ier sk et ur «ml cy p 5723, 3 aoe. Julia, La fue d Rousse Biel nar les conriuences Eltoiqaes de Uns de souomaté ‘ular, Pass 1985 ca L. Gusti, Alsondro Manco e 1789, 1n «Stu stecentechs, 10, 4987 fame V, fac TI), pp. 22953, ‘© A Manzooi, Dllinwonsone, cit, pp. 73.6 8, Manzoni, Lee @'M. Chowne ct. pp- 9495. 427 Luca Badini Confalonieri sshtnto; ma che i bene the ne de nascere srt inmenso ed etna. se meter mano a ferro per esirparne i tat) mmr: sana non x! orgomcaoa ee utile, ¢ certo. Noi quindi costretti dalla imperante necessita dei frangenti, anzi che ‘veder tronca a mezzo la nostra magnanima impresa, abbiam dato nelle proprieta e Non @ il caso di richiamare altsi passi manzoniani sulla scusa della necessiti e della ragion di stato, dalla citazione dall'Henriade nel sag- gio sulla rivoluzione (anccessité, excuse des tyrans»)"” a una bella postilla a Cicerone, Pro Flacco, in cui si evoca anche la rivoluzione {rancese™; la prospettiva del discorso manzoniano 2 chiara, Piuttosto si pone un problema: come questo si coneili con V'orrore della vio- lenza in quel Rousseau che aveva scritto «la liberta sarcbbe acquistata @ troppo caro prezzo con il sangue di un solo uomo»’! (e Manzoni , aveva fatto eco, nel capitolo settimo della Morale cattolica: «il sangue di un uomo solo, sparso per mano del suo fratello, & troppo per tutti i secoli e per tutta la terray®). In realti la risposta Pabbiamo git vi- sta: Manzoni ci presenta Robespierre come chi ha portato all’estreme logiche conseguenze la premessa di un maestro che invece «per quanto fosse un capo ardito, aveva perd il giudizio necessario per Y, Ales 1 Mingulla, t,pp. 3056 © GiesA. Basson ba Rela Frncse, et, . 314 > Cie A, Manzoni, Opee sree rave, wo Tl ps 248: «CICERONE: O ona ile Deccres, ge, me conse, ts; quem ego dics tre natal ulus urbis ar eet sak tar apelire posum, MANZONT. Mf semigaregoclle none al jure dls reason ance perch vost che dino patente ipa i leo autre. por uals none non be sarone; 6 vlero fei i matan, Te qual Dstsono, core ogpan sm 3 Gic in FurseM, Onl, Bisonmate eum dle Rvluton Fans, Par, Flam sion 1988, p. 874 toll voce Rawasoy dB. Manin} °S A Manzoni, Quensaion safle Move Cava (1853), i Opere moa e filoroib, ce, p66 (sf gd sess Te da virgo dallincno~ nlled. 181% ce sidem, 310). Me Eimportate anche ly medisione cl ions de Set, che in er eapialo al De PAlemegee {0813 sea db fopdamentle a quo seuatdo per Manzoni (il weicesino del tetea pte: De e eae fond tar Pinte han serves aa eRowseas ha Sato che not Es permevo wna naconedtequatare le pit dedeabe dele rslaton eo angne dn ‘Smaontr ae de Stat, De Fllonagns, Para, Femin Dida, 1876, p. 476) E cf iy al Be Falcne des peso, che & tl TSG Nom ¢ uere ce nd sv fe olrenoe che bsogra contre 8 sl poste support ls posi dfarsofire un inocente pet ‘noid ssc sarcbbe auoce ol eager pet In seara anche cna maine itera ma quest ‘paveton erative non esto alto nla tal» (me de Sach De vince despa Shs fe bonbeur der Todo ef de nation, Pas, Marandan, (48, p38) 428 Robespicrre negli sort dt Manzoni non abbandonarsi affatto alla logica, in un affare avviato senza di essa>”. E che la conseguenza della ricerca del paradiso terrestre porti con sé l'altra, della violenza verso chi ostacola tale realizzazione, Manzoni non ha dubbi. Ecco che cosa scrive in quell’Appendice sul. Putilitarismo (al capitolo TI della Morale cattolica) che & coa stretta- mente legata al nostro testo: «Sarete come Dei, & il primo consiglio A'uuilta che sia stato opposto a una regola, ¢ regola suprema, di git. stizia, qual ¢ lubbidienza della creatura al Creatore; come il pitt spa. ventoso di quanti ne vennero i conseguenza, fu quellaltro: Torna conto a voi che un uomo moia per il popolo. L'uilita publica fa sempre un pretesto per violare la giustizias™*. Per dirlo con il Popper di un famoso confronto con Marcuse, pro: prio su Rivoluzione 0 riforme: «Ura suite le idee politiche, il desiderio di rendere gli uomini perfetti e felici & forse la pid pericolosa. Il ten. tativo di realizzare il paradiso sulla terra ha sempre prodotto infer. now 3. La presentazione di Robespierre, nel capitolo XIX della terza parte delle Considérations sur la Révolution francaise di Madame de Staél” avviene al termine e anche al culmine di un capoverso tutto 23 -Chr A. Manzoni Deinvemione, eit, p. 70 2 A, Manzoni Del sistema cbe fonda te'mondle salut, ix Opere monde fosohbe, cit, P24, Mio itconivo dan consgpienzan % K. Popper. Marcse, Revolution alee Ror? Herbert Marcie und Karl Popper. Eine Kasfrontation,herausgegcincn von Frant Stak, Munchen, Kos) Vedog Grnbfl e Cor 137, trad it dP. Masini Roma, Armando, 197, p. 8.11 iat dl utopia per eu cl. anche nd owl 3 Cows dono poltiuc de Sayin A. Matson, Opee tne 9 rae eh Tht ps 462) non nt pa coincda ped per Manzo on sina vaio infintamenedeproet del where lumano in socket ls, con una paris nllo wats quo secondo ua & tama a sosenee, anc tc, Gio Bola (ta voce Mascon’ m Libero delle Rahat, Le interprctacon della Rwvoluione france, a cars iB. Bongiovainl ¢L- Gach Torey, Einaudi 198, pp. 426-433, n par, pp 192-193). Nelle payin dl Deliver one aitepione viene conirapponta non Timpesssiit dasione ma un ceo dioranme alfeselierss i aea Dtesuntuosa eprofeia la seratnante ed empiri vith dels eprudencay (eft-A: Manzoni Det !iwcncone, cp, 732-93), Non iversaente da Bake, donde, Manson ie eon Top, pote alla ervouzione di Rouscaum la feances) quella di Montesquieu (americans), Qeel Montsaui dk cui cava con pion eonsemo, nel Appendie suf uiidarinn, un parcgyione Veipnd des ltr dove sesame: «Cosa miabie! La telpine estan, ls suale pve ie ooh ais alo oggeto se non la ict dlrs va, ci rende flit anche fa qertart Masao, Del sitema, cep. 219, Per lo stesso covert eft anche una poslla x Gatoves ie A; Manso, pee inet o are, vl Hepp. A745, un fammento in ances per le exons pe de 'a Monat cto, ed. Ghtsalberty ct, p. 360 ei frammanto IL 3 ae betes nets esl Sern teucrar, pp. 15-16). Si eat dt una flict che conga insemesapigqrs ana invension,eiptanzan stasscgarines (le. pp. 143.79) over, comes age wa pela second part dll Morale extol Cap, dled! Ghsulbert ell daifed. Amerch epasieas { ®. ultima postilla ci riporta ancora alla cattura di Robespierre, con mascella fracassata. La Staél infatti cosi conclude il suo capitolo: «Si vide [-.] quest'uomo, che aveva firmato per pid’ di un anno un numero inaudito di decreti di morte, riverso tutto sanguinante sulla stessa tavola dove apponeva il suo nome a quelle sentenze funeste. La sua mascella era fracassata da un colpo di pistola, non poteva nemmeno parlare per difendersi: lui che tanto aveva parlato per pro- sctivere! Non si potra certo dire che la giustizia divina, allorché pur nisce, disdegni di colpire Pimmaginazione degli uomini con tutte le cireostanze che possono maggiormente agire su di leit" sein hg gu can eins Sin Contin inhi moe nae ‘Ale prime patle (check pid non cera con lat di Bhogna) it Maneonl sons, setendo che Gulla on ea ctuzlone meramente esa, ma nae na confeone eae del ge he teoy chloahchamana necesro,conlcsionesbiatnte pneu wane (N- Toma, tos. Maycon nelle diate cnrmemoncton dlfcnn che Antone Rosa] mot i “icin Soro alan,» fee RVI. pp. 329931). In ees per Manzoni cones imeno che wap potere vce da Dion (pur gu atato nel forma Inuit del desma) ¢ teaTakzo premesta necenars allo sabilmento di un goverso dare (ch. A. Mansooi, Be ‘eos spe lan ua dl toma Torgabed Ta, Sih sr © poli, eh pp 3 Srna Time de Sit, Conitatons its tT, . 1B. ‘© {Gh Bulla, Essen erie de Forrige posbume de Mme de Ste ayon por tre sConitdrations sr es prinapoen toenemens dele Revolution froncoien, Pats, A Bale ist. 2 toms, p. 225. Vopera non & presente nelle ioreche manzontae. Lense delfanl che ex convasionale rondno fa dl aptlo dal Sul en praca i derone iver dl pensiro manzoniano, Mente indica il carats cmosttn Gi Robespirte (oon Sijocritan ma pres dl tere al di yole abe a wvirn) Bal ise sala teoua iis sry che oo porno a Fore ula toponobii npc Se # Sime de Stach Conidéations, ct Th, p. 14, 433 Luca Badin! Confalonieri E Manzoni, in particolare alla frase «quest'uomo, che aveva firma- to per pid di un anno un numero inaudito di decreti di morte»: «

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