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LUCA BADINI CONFALONIERI « IL PASSO DELL’USCIO » Per una lettura del dialogo « Dell’invenzione » Estratto da: Manzoni e I'Idea di Letteratura - 1985 «Tl passo dell’uscio ». Per una Iettara del dialogo « Dellinvenzione », Luca Badini Confatonieri «Pasian, veniamo repistati, segrctaie diligent ascoltano fe nostre foxmaron ano, le tisrivono, ne curano I panteggiaurs, ne viewano una prima sesura che ct viene sottoposta afinché Jn ripuliamo di nuevo prima di consegnarla alla pabblicrone, at Whro, al YYeterniti, Non & forse questo il ritual della “telete del morto"? Imbalsamiamo Ta nosta pa sols, come una mummia, per renderla eterna. Perché bisogna pur darare un po? pit della propria voce; bisoasa pre, mediante Jt commedia della scrittua, icrivers? dovunque sam (Bees). Quel che si dice in umiora (anche un balbestone) on si viene a capo di srivedla in tun mese>. (A, MANZO) co Nel dialogo Dell'invenzione Manzoni pitt volte invita a leggere un libro di Rosmini’ Queste mie parole vogliono essere un invito alla lertura del dialogo maa- roniano. Per aliro, le parole che ditd sal dislogo Dellinvenzione potsanno riman- date al discorso pits completo che far’ per iscritto negli « Atti»? Direi che con que- sto parlare di rimandi di Manzoni a Rosmini, del mio discorso al Dellinvenzione, additittata delle parole che vi dird ora al testo che sari poi scritto negli « Atti» siamo gid entrati proprio, pitt di quanto forse si possa supporre, nel contenuto pitt vivo di questo dialogo, che & animato de una concezione dinamica della veri, 1a quale non sid’ se non nella sua conquista, ¢ potia sempre un rimando a qualcosa ai ulteriore. TI dialogo si compone di due parti. Si apre con due amici che disemtono st cosa fa il poeta ¢ pit in generale Vartista. A uno 2 « scappato detto » che Parti- sta crea: Valtro si impunta che questa non & la parola giusta. Un terzo personaggio, che & poi lo scrittore del dialogo, artiva in questo momento e si mette in disparte, in silenzio, ad ascoltare. I! primo personagsio, che prende proprio il nome di Primo, * Sf not anche il sttotitlo della trad. fancese: De Vinvention, Dislogne plilosophiaqne e Manzoni, pour servi d'ntroduction aus cenores de Rosmini traduit de Fitalien et prictde ‘'aveNotice sur Rossini par M. De Fresne, Ancien Conseiller Etat, Pais, Vaton, 1858, * Quella che qui si presenta & la tascrrone deffintervento al Convegno che ® pursa al TYautore mantenere, nel suo 0n0 didasealic, una sua qualehe wiles dt « introdazione tara. Sintende aiora che il rimando agli « Auti» deve venite soxpinta ancore pit in TB, a vm lavoro di imminente pubblicarime sa rivisis. Es intends anche cost Paspeiio «parla > ... vedremo. Ora & chiato, si potrebbe obiettare, che dal momento in cai il dialogo rimanda esplicitamente al testo rosminiano Ie possibilita erano solo due: 0 la coincidenza completa con quel testo, ¢ allora il dialogo doveva finire, oppure patlare d'altro. Per) mi pare che non sia solamente questa la spiegazione, ia una pit interna, intima al modo con cui nel dialogo & prospettata Ia verita, con quella concezione dinamica a cai ho git aecennato che non suppone mai tun punto di arresto ma sempre un rapporto, appunto, un rapporio dentro-fuori, tra_un prima e un dopo. In questo senso, anche se poco fa dicevo che solo la prima parte & « tecnicamente » dialogica, tutto il dialogo viene ad assumere nella sua struttura complessiva un aspetto dialogico proprio perché vive di un prssagsio continuo dentro-uori, da una parte allaltea, di questa concezione dinamica della veriti, Pottei fare molte citazioni; ecco solo tna frase della seconda parte: « la ve- rita non si salva che per mezzo della conquista > (166), ed ecco un bel brano sul- 47 Ve andare avanti», sul pensiro che non & mai una quiete eriosa ma & sempre re Tanciato in tna dinamica: « Ora, quando il tornare indietro & impossible, e fl fer- sarsi ineopportabile, non ’& altro ripiego che andare avanti. Non & poi un cos ttisto riiego. E con Pandare avanti, che st passa dalla molieplicitd all'enita, nella quale sola Vintelletto pud acquictarsi fondstamente ¢ stabilmente. E & col ripren- dere le mosse dall'unita (giacché non si tratta d'una quicte oriosa), che strive, Per quanto & concesso in questa vita mortale, a discemer Fordine nella moltepl- itd reale delle cose contingemti ¢ create » (256)! E siamo ormai alla seconda parte. Indicherd dapprima i temi che affronta pet poi fore qualche considerazione finale pid diertamente interpretativa, La struttora 2 palesemente digressiva: «Secondo: ward a chiedere una spiegarione; ma ora andate avanti. Primo: dite pure: gid 2 tutto un discorrere »(« discorvete » in senso cximologico, passare da una cosa allaltza) © anvi la parola tccnica « disgressione > appare explcitamente mentre Primo sea tratando di Robespierre e della tivelwrione Srancese ¢ si trova a parlare del presente ¢ del timoze di una rivoluvione di alto tipo: « Ma vedete un poco come questo benedetto presente, quando non si prende per tems, si fen nel discorso, come digtesione >. $i inizia con un elogio « dal di fuori » del sistema rosminiano e eon l'ivito a tivelgere contro esso stesso le atm che Rosmini nei suoi scrtti usa per distruggere gli alti sistemi. Eun tipo df am- raestramento metodotogico che abbiamo gid potuto ossetvare nella prima parte: 18 cera il procedimento di « cattura delle parole » ¢ Primo exa ben contento che 2 un certo punto anche Secondo lo facesse suo: qui si parla della ertiea di Rosmini ai sistomi e poi si invita a fare questa citica anche al sistema rosminiano: & fate autenzione, un invito di Manzoni al lenore a usare qusste procedure ertiche anche sullopera sicssu che sia leggendo, sul Del!iuvensione quindi. Nella pare di eri tiea il dialogo parlzfiel sistema flosofico di Loclse, accenna a Condillac, e poi so- pratturto (forse non sempre nella scuola fo si sa 6 nemmeno Lo si congestuta) ab- biamo wn giudirio rapido di Manzoni su Kant, Fichte, Schelling, Hegel: non 2 molto di pit che un accenno, ma & un giudizio ersico negative, Vale quell che vale, anche perché Manzoni non li aveva poi in realih tanto lett, ma mi pare in teressante che sappiate che c' questo passo di un vostro « 2uiore df ftaliano, © proprio di Manzoni, si vostei « ator’ » di flosofa, Secondo a questo punto fa una objezione a Primo che, dopo aver digimo a volo d'ucello i sisicmi passatie la Toro fallacia si sia distendendlo in na lode del , XXIK (197), dy Dp 393398: G. Du Sanrt, Hrcitd e storia in « DelMinvenione » di A. Manzoni, in» Glorale a Metafisica », XXIX (1974), 56, pp. 544-595. Pee quanto riguarda a bibliogrta wal dalogs sf indica itanio Ia voluminoss rassegne (con ample citevon!) epprootata da U. Covostan, Jk, nerario nusszoniana, Milano, Edizioni Paclise 1965, pp. 5-206. Tra i ontsbul che semaone quella data condo, concentra intorno alfttro eantencios F, Prestovtese, Manzoat pometora in « Rivisa rosminiana », LXVIL (1973), 4, pp. 215263 (dello stesso, sulla « Riis dl ote ‘ca> del medesimo anno, pp. 118137 il saetio I peasicro extetico di Alessandro: Manson’); A. Vaxpoxs, Aarzoni © Rosurini. Lettera aperta al Prof. Piemontese im « Rivita sosmiane LXIX (1975), 12, pp. 11119; P. Provast, Us x ovrtice » Meszort Resmi, ia «Nuova, Ae toloria », CIX (1974), 2077, pp. 6571; G. Baetuscost, 1! «Dislogo dellinscatione » ¢ Toate. ica det Afanconi in AW, Stadt fa onore di A. Char, Brescia, Paicea 1973, wl, 1, pps Lit. 1163. Recentssime, fe pagine dodicate al Dallinoemione da P. Prist nel cap. 5 Gell sus inodavione a Le Stevie, diloghi di A. Mexzowi con A. Rasutni eleborati de Raggero Bove si, a cura di. Prini, Milano, Comunia, 1983 (si trata delle po. 253) ¢ Vinlecene ool da Jogo nesli Ani del Convegno per il cenicnario «A. Manzoni e la wea smbrostana >, Milano 1985, Cir. anche, di S. Atnuscit, Sell’approdo del Aleszon! af cwini del pervievo rosorinians in « Riviste rosminiana », EXXIK (1983), 4, pp. 391394 122 derazione le citazioni di cui & cosparso il Dell'invenzione * si pwd notare che mole rimandano a questi concetti di cai diciamo, C’ una messa in movimento continua: «in piccioletta barca » dice ad es. a un cetto punto con richiamo a Dante, alPandar rel « pelago »; in un'altra citazione allude alle sirene, ¢ dunque a una tentazione, E ha tents spiegata dal richiamo intettestuale finale: quando i due personaggi finiscono di parlare si tivolgono al terzo ¢ lo incitano a mettersi anche Ini a studiare ced ecco Ia seavione det terzo, che & quello che scrive il dialogo: <«— “Io eanuto spettacolo”? risposi: «< Oportet siuduisse. Perd meglio tardi che mal. ciata dalle vitgolette, ma —- come tutte le eitazioni del dialogo — senz esplicita della provenicnza, questa & una citazione dall’ode II pericolo di Patini. Pe Holo di che? Per il Parini ormai anziano, appunto « canto spettacolo », il peri- colo & di essere attratto dalle bellezze di una gfovane donna « for del porto » in cui lui « navigato nocchiet » si & rinchiuso, di nuovo a « uscit nel pelago ». Eeeo, io ppenso che il¢ passo delluscio », di cui si pela in questo dialogo, non porti nel ehivso i una stanza in cui tutto staticamente & git conosciuto e compiuto ma « fuori», nelfavventuroso, inebrinte, aperto pelago della dinamica conosctiva e morale, ® Un'enlisi dettagliata delVintersstualic. nol Delfinvensione & nel mio studio di pros sima pubblicvione. Anticipo solo che emergono anche alti temi di grade intersse come quello relativo alla © al «scne0 comune » 123

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