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Il trattore e le macchine operatrici

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D. Pessina, L. Galli
Classificazione delle tipologie di accoppiamento
tra trattore e macchine operatrici

Collegamento di tipo «TRAINATO»

La macchina operatrice è collegata al gancio di traino del trattore (CEE o CUNA) ed


è dotata di uno più assi, eventualmente sterzanti e/o dotati di trazione

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Classificazione delle tipologie di accoppiamento
tra trattore e macchine operatrici

Collegamento PORTATO (O SEMI-PORTATO)

La macchina operatrice è collegata all’attacco a 3 punti posteriore (o anteriore) del


trattore. Nel collegamento semi-portato l’operatrice è dotata di ruote(o altri organi
di appoggio) che sono a contatto con la superficie del terreno durante il lavoro in
campo (o su strada). Meccanizzazione
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Classificazione delle tipologie di accoppiamento
tra trattore e macchine operatrici

Collegamento «FISSO CON STAFFE»

La macchina operatrice è collegata mediante viti e bulloni al supporto portazavorre


anteriore o ad altri punti di attacco disponibili sul corpo trattore.

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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»

Nell’accoppiamento tra trattore e rimorchio, è indispensabile accertarsi


che il carico verticale statico generato dal rimorchio non superi

!
quello accettabile dal gancio del trattore
! Meccanizzazione
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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»

(gancio cat.
B, C, e D)

(gancio cat. A)
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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»

(Norme CUNA (Commisssione per l’Unificazione Nazionale dell’Autoveicolo) :


NC 338-02 e NC 438-06)

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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»

GANCI: barra di
traino
(cat. A - CUNA)

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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»

GANCI: ganci
(cat. B, C, D2 e
D3 - CUNA)

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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»

Gancio automatico

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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»

Gancio
“Pick-up hitch”
(EU)

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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»

Gancio
“Piton FIX” (EU)

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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»

La
preoccupante
realtà…. Meccanizzazione
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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»

no
E’ importante mantenere la linea
! di tiro il più orizzontale (e bassa)
possibile.
!
no

A tale proposito, quasi tutti i tipi di


gancio agricolo sono progettati in
modo da adattare entro ampi margini
ok l’altezza da terra dell’aggancio, poiché
le conformazioni dei timoni delle
operatrici trainate sono molto varie.

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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»
Generalità sul concetto di aderenza

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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»
Generalità sul concetto di aderenza

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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»
Generalità sul concetto di aderenza

2 RM 4 RM

ruote cingolati
isodiametriche

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Requisiti per il collegamento di tipo «TRAINATO»
Generalità sul concetto di aderenza

L’aderenza diventa requisito fondamentale quando il trattore deve esercitare


un’elevata forza di trazione, cioè nelle lavorazioni profonde del terreno (aratura,
scarificatura, ripuntatura, ecc.).

Per tale motivo, in questi casi è prassi appesantire il trattore con una notevole quantità di zavorra
(di norma non oltre al 30% del peso tal quale), allo scopo di aumentare la massa che grava sulle
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ruote motrici, anche per migliorare la distribuzione dei pesi sugli assi, a tutto vantaggio della
stabilità, soprattutto nei trasferimenti. agroforestale
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Requisiti per il collegamento di tipo
“PORTATO, SEMI-PORTATO o FISSO con STAFFE”
nella circolazione su strada

>20% Mt

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Requisiti per il collegamento di tipo
“PORTATO, SEMI-PORTATO o FISSO con STAFFE”
nella circolazione su strada

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Il motore diesel sui trattori agricoli

In linea generale, su un trattore agricolo la potenza fornita dal motore


endotermico al trattore viene erogata:

TRAZIONE
(moto rettilineo)

PTO (e albero cardanico)


(moto rotatorio)

Flusso idraulico
(sotto pressione)
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Il motore diesel sui trattori agricoli

I motori mostrano prestazioni a volte molto


differenti anche a parità di potenza erogata:
infatti, le loro curve caratteristiche possono
essere tra loro alquanto diverse.
Per un motore destinato ad un impiego su un
mezzo agricolo, se accoppiato ad una
trasmissione meccanica (ovvero di tipo
tradizionale) la cosiddetta riserva di coppia
assume infatti una grande importanza.
Viceversa, se è installata una trasmissione CVT
diventa più importante mantenere bassi i valori di
consumo specifico minimo e massimo.

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Il bilancio dinamico
(ovvero la potenza impegnata dal trattore come autoconsumo)

In qualunque lavorazione, una certa quota parte della potenza erogata sarà impegnata dal trattore stesso
per permettere il suo regolare funzionamento.

Ne consegue che solo la parte rimanente potrà essere sfruttata dalle attrezzature accoppiate.

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Il bilancio dinamico
(ovvero la potenza impegnata dal trattore come autoconsumo)
E’ quindi necessario fare un «bilancio dinamico» per capire quali siano gli impegni di potenza nelle varie
condizioni di lavoro. Si considerano di solito 5 voci:

1 - Autodislocamento
E’ la potenza impegnata dal trattore per avanzare (per pompare acqua da un fosso o nel collegamento con una
cippatrice ovviamente non si ha questa dissipazione) e dipende in gran parte dalle caratteristiche della superficie su
cui si lavora.
Tra il trasporto su strada asfaltata, asciutta e in piano (potenza impegnata 2% circa) e il transito in una risaia allagata
(potenza impegnata sino al 25-30%) vi sono moltissime situazioni intermedie, tipiche della maggior parte delle
lavorazioni agricole.

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Il bilancio dinamico
(ovvero la potenza impegnata dal trattore come autoconsumo)

2 – Trasmissione (il cambio)

I cambi esclusivamente meccanici evidenziano i rendimenti più alti, cioè gli assorbimenti di potenza più bassi.
In relazione poi alla crescente complessità, la potenza assorbita progressivamente aumenta.
Indicativamente:

- per un cambio solamente meccanico si sta normalmente intorno al 8-10%;


- per un Powershift semplice (Hi-Lo) si sale al 12%;
- per un powershift di gamma si aumenta al 15%;
- per un powershift totale (full powershift) si può arrivare anche al 20%.
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Il progressivo aumento è dovuto alla gestione via via più complessa delle frizioni secondarie. agroforestale
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Il bilancio dinamico
(ovvero la potenza impegnata dal trattore come autoconsumo)
Pertanto, in generale, quando il cambio è in funzione (e
se il trattore è immobile ovviamente non lo è) ha un
rendimento tipico che varia da un minimo di 0,7
(trasmissioni idrostatiche) a un massimo di 0,90-0,92
(trasmissione meccanica semplice).

Ovviamente, si deve considerare un’ampia serie di


situazioni intermedie (Hi-Lo, Powershift di gamma o
Powershift totale) che, pur facilitando sempre più il
lavoro,comportano assorbimenti di potenza
progressivamente più alti.

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Il bilancio dinamico
(ovvero la potenza impegnata dal trattore come autoconsumo)

Anche soluzioni come l’ inversore idraulico, molto utili perché senza dubbio semplificano il lavoro
(specie nel centro aziendale), comportano assorbimenti di potenza che, con il motore al massimo
regime, vanno tipicamente da 3 a 8 CV.

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Il bilancio dinamico
(ovvero la potenza impegnata dal trattore come autoconsumo)
Il calcolo degli assorbimenti di potenza si complica ulteriormente quando si ha a che fare con trasmissioni a
variazione continua (CVT, Continuously Variable Transmission), dove gli assorbimenti variano in funzione della
quota parte del moto trasferito per via meccanica e per via idraulica.

Dal primo CVT con split-power meccanico-idraulico (1996) sono state immesse sul mercato altre trasmissioni a variazione continua,
che peraltro hanno caratteristiche diverse le une dalle altre e che quindi evidenziano assorbimenti diversi.

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Il bilancio dinamico
(ovvero la potenza impegnata dal trattore come autoconsumo)

centralina trasmissione

centralina motore

Grazie alla gestione elettronica della trasmissione, che è posta in comunicazione con la gestione elettronica del motore è
possibile controllare l’intero sistema, in modo da tendere costantemente verso le condizioni di funzionamento di miglior
rendimento globale.
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Il bilancio dinamico
(ovvero la potenza impegnata dal trattore come autoconsumo)

3 - Presa di potenza (PTO)

Quando è in uso (e se è in buone condizioni di manutenzione e non usurata), comporta una dissipazione di circa il
5 % della potenza motore (rendimento 0,95)

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Il bilancio dinamico
(ovvero la potenza impegnata dal trattore come autoconsumo)

4 - Impianto idraulico

Con impianti a centro aperto, la pompa (a ingranaggi classica) è sempre in funzione (quindi anche senza
distributori collegati e con il sollevatore non in funzione): ciò comporta un impegno di circa il 4 % della potenza
motore (rendimento 0,96); nelle medesime condizioni, sia gli impianti a centro chiuso con pompa di tipo Load
Sensing che gli impianti a centro aperto dotati di valvola di esclusione comportano assorbimenti inferiori all’1%, e
pertanto trascurabili .

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Il bilancio dinamico
(ovvero la potenza impegnata dal trattore come autoconsumo)

5 – Slittamento

Nei lavori che prevedono grossi sforzi di trazione, una certa quantità di energia viene dissipata per via dello
slittamento esistente tra le ruote e il terreno, necessario per ottenere l’aderenza necessaria da parte del trattore.

La quota parte dissipata varia molto in funzione delle condizioni (dal 5% al 30% circa), con un trattore a doppia
trazione che opera in condizioni ottimali di norma si attesta intorno al 15%, con un 2RM il valore è logicamente
più alto (20% circa).

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Il bilancio dinamico
(ovvero la potenza impegnata dal trattore come autoconsumo)
Dopo aver quantificato i singoli rendimenti è necessario calcolare Pu, cioè la potenza utile che il trattore è in
grado di mettere a disposizione per la lavorazione. Occorre quindi moltiplicare i singoli rendimenti per ottenere il
valore globale, che nella maggior parte dei casi risulta compreso tra 0,5 e 0,7.

In altre parole, ciò significa che dal 30 al 50% circa della potenza del motore del trattore è impegnata per
rendere possibile l’effettuazione dell'operazione in questione. Meccanizzazione
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DIPARTIMENTO DI
INGEGNERIA AGRARIA
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Trasmissione della potenza alla presa di potenza
(PTO, Power Take-Off)

Più vasta è l’offerta in termini di modalità di funzionamento della PTO (540 – 540 ECO – 1000 – 1000 ECO) e maggiore
è il numero di standardizzazioni richieste per il maschio scanalato (quando è intercambiabile), ma anche più elevata
sarà la versatilità di impiego del trattore. Meccanizzazione
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Trasmissione della potenza alla presa di potenza
(PTO, Power Take-Off)

L’adozione della PTO in modalità ECO (540 ECO o n1000 ECO) non consente di sfruttare un’elevata
quota della potenza disponibile, come succede invece nelle modalità classiche (540 o 1000 giri/min),
ma permette senza dubbio un risparmio dei consumi di combustibile (oltreché una riduzione
dell’usura e una minor rumorosità del motore). Meccanizzazione
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Trasmissione della potenza alle operatrici tramite albero cardanico

Il giunto cardanico (ovvero l’elemento fondamentale dell’albero cardanico)


prende il nome dal matematico italiano Gerolamo Cardano, e ha trovato
soprattutto negli ultimi 40 anni un notevolissimo impiego in agricoltura.

Questo organo meccanico permette la trasmissione di movimento e potenza tra


alberi ad assi concorrenti, che formano angoli più o meno ampi.

Il giunto cardanico è costituito da una crociera su


cui si articolano due forcelle; la crociera permette
alle forcelle di ruotare attorno agli assi Y e Z.

In agricoltura è necessario che tale rotazione


possa raggiungere, ad alberi non rotanti, un
angolo di quasi 90°.

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Trasmissione della potenza alle operatrici tramite albero cardanico

Il giunto omocinetico

Per ovviare ai fenomeni di sfasamento del moto in uscita dall’albero cardanico, è possibile ricorrere all’uso di un albero cardanico
dotato di giunto omocinetico che, come indica l'etimologia della parola, è in grado di mantenere uguale la velocità in entrata ed
in uscita con qualsiasi angolo di snodo.

L'operatore può così continuare il lavoro alle normali condizioni anche nelle manovre e nelle sterzate, con conseguente suo
risparmio di tempo, attenzione e fatica. L'albero cardanico può essere dotato di uno solo (a) o di due giunti omocinetici, installati
in quest'ultimo caso ad entrambe le estremità del dispositivo (b).

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Trasmissione della potenza alle operatrici tramite albero cardanico

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Trasmissione della potenza alle operatrici tramite albero cardanico

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Trasmissione della potenza alle operatrici per via idraulica

Un impianto idraulico a centro aperto (ovvero, la pompa


idraulica principale è sempre in funzione quando il motore è
acceso) molto performante garantisce una buona funzionalità di
parecchie attrezzature anche con il motore a bassi regimi, ma
inevitabilmente comporta significative dispersioni di potenza quando
la potenza idraulica non è richiesta.

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Trasmissione della potenza alle operatrici per via idraulica

Viceversa, con impianti a centro chiuso dotati di pompe Load Sensing (ma anche con i più semplici impianti “Energy
Saving”recentemente brevettati dal gruppo SDF) è possibile ridurre quasi a zero le dissipazioni di energia dovute
all’idraulica, quando questa non è necessaria.

Infatti, quando il sollevatore e i distributori non sono utilizzati (ad esempio nelle fasi di trasporto), l’impianto idraulico
“energy-saving”, attraverso una specifica valvola on-off del circuito idraulico chiude automaticamente il flusso d’olio ai
servizi e lo rimanda direttamente alla trasmissione.

Tra l’altro, ciò permette all’olio di mantenere una temperatura più bassa, preservandone pertanto più a lungo la
qualità, allungando in tal modo gli intervalli di sostituzione.

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Evoluzioni e sviluppi futuri

Recentemente si stanno sviluppando anche trattori e attrezzature che


prevedono il trasferimento di potenza dalla motrice all’operatrice per
via elettrica.

La strada da percorrere è ancora lunga, e ciò comporterebbe comunque


un aumento del costo (e del peso) delle attrezzature, che dovrebbero
essere necessariamente dotate di un proprio motore elettrico.
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Evoluzioni e sviluppi futuri

Sono già disponibili diversi Ruotismo Inverter


prototipi di trattori ibridi epicicloidale

Generatore
elettrico Motore
elettrico
Pacco
batterie
centrale

Pacco
batterie
laterale

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Evoluzioni e sviluppi futuri

Ma per i trattori «full-electric» bisognerà aspettare ancora un po’…

36
34
32
30
28
26
24
22
Kg/KWh

20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
1995 2000 2005 2010 2015 2020 2025 2030
Anni

Nichel Litio Litio prototipo M1 Meccanizzazione


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Evoluzioni e sviluppi futuri

Invece, è già realtà la guida automatica, che si basa sulla rete di satelliti per la Meccanizzazione
georeferenziazione. agroforestale
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Evoluzioni e sviluppi futuri

Le tipologie di segnali GPS (e della loro correzione) influenzano l’efficienza


aziendale in termini di scelta della meccanizzazione

+ +

+
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46 DiSAA – sezione di Ingegneria Agraria D. Pessina, L. Galli
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47 DiSAA – sezione di Ingegneria Agraria D. Pessina, L. Galli
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DIPARTIMENTO DI
INGEGNERIA AGRARIA
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49 DiSAA – sezione di Ingegneria Agraria D. Pessina, L. Galli
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La combinazione di diverse mappe (sia statiche che dinamiche) si rivela un efficace supporto alle decisioni
agronomiche e di meccanizzazione.

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DIPARTIMENTO DI
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51 DiSAA – sezione di Ingegneria Agraria D. Pessina, L. Galli
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La connettività ISOBUS
I primi tentativi di far “comunicare” trattore e attrezzature sono degli inizi degli anni 90, ma solo nel 2000 il
protocollo di comunicazione (ISO-Bus) codifica il connettore di connessione. Si è trattato di un passaggio
fondamentale, per montare al posto di guida un unico terminale con cui poter gestire qualsiasi attrezzatura.

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Evoluzioni e sviluppi futuri

Per garantire un controllo completo è necessaria un’efficiente comunicazione tra sensori, centralina e attuatori.
Una comunicazione che storicamente risulta essere basata su una connessione indipendente tra ciascun dispositivo
e la centralina della trattrice, fatto che impone inevitabilmente un gran numero di cablaggi con il rischio di
danneggiamenti dovuti alle gravose condizioni che spesso si riscontrano in campo (vibrazioni, condizioni termiche,
polverosità, umidità, ecc).

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Evoluzioni e sviluppi futuri

L’ISOBUS rappresenta quindi un collegamento tra le periferiche,


le quali trasmettono i dati basandosi su regole comuni e
definite.

Il termine si compone infatti di due importanti abbreviazioni,


“ISO” rappresenta l’acronimo dell’Organizzazione Internazionale
per la Standardizzazione (ISO), ovvero una figura riconosciuta a
livello internazionale nella definizione di regole tecniche-
funzionali alle quali ogni componente o sistema di gestione
deve rispondere indipendentemente dal costruttore di
appartenenza, e dal termine “BUS” che fa riferimento invece al
sistema di trasmissione dei dati anch’esso unificato a livello
internazionale.

Alla base del sistema di comunicazione ISOBUS vi è quindi lo


standard internazionale ISO 11783 – "Trattori e macchinari per
agricoltura e silvicoltura – Comando seriale e reti dati per
comunicazioni”.
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Gli elementi del sistema

Il sistema ISOBUS prevede la presenza di due


unità elettroniche di controllo: la Tractor-ECU
e l’Implement-ECU, che trasmettono i dati
rilevati a un terminale presente in cabina,
attraverso il quale è possibile visualizzare e
gestire i dati operativi derivanti dalle due unità.

La Tractor-ECU fornisce ad es. informazioni


velocità, regime della PTO, consumi, mentre la
Implement-ECU si occupa dei parametri
funzionali dell’operatrice (es. controllo volume
distribuito, superficie lavorata, ecc.).

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Evoluzioni e sviluppi futuri

Dal punto di vista costruttivo,


trattandosi di un’interfaccia standard, a
prescindere dal costruttore, questa
unità di controllo permette di
collegare ogni trattore ad ogni
tipologia di attrezzatura grazie ad
un unico connettore universale per
garantire il trasferimento dati dalla
macchina operatrice alla trattrice e
viceversa.

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Evoluzioni e sviluppi futuri

L’operatore è oggi in grado di poter interagire con un sistema gestionale di bordo, ma è necessario disporre dei dati
sui quali poter “decidere” come intervenire, e quindi sono necessari dei sensori per raccogliere/registrare dati e un
“linguaggio” per renderli poi disponibili.

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Uno dei principali vantaggi dell’ISOBus è senza dubbio quello di poter raccogliere, gestire e conservare i dati
derivanti dalle varie periferiche, grazie anche ad un “sistema di bordo” che convoglia i dati raccolti in un’unica
periferica di gestione, dalla quale poi esportarli mediante supporti di memoria (USB, SD, ram-card, ecc.).

Tra l’altro, in molti casi i componenti per la compatibilità ISOBUS sono applicabili anche in retrofitting.
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La standardizzazione dei sistemi rende molto più agevole la generale automazione nel controllo dell’operatrice in
fase di lavoro (operazioni automatiche di fine campo per trattore e/o attrezzo, automazioni associate alla posizione
sull’appezzamento del cantiere di lavoro, ecc.), aspetto da non sottovalutare per un migliore rendimento operativo.

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La possibilità di sfruttare un’unica unità gestionale di bordo comporta un’importante semplificazione sia nei
collegamenti/hardware (es. cablaggi, monitor di controllo, ecc) che nell’uso degli applicativi di controllo. L’operatore
ha infatti la possibilità di visualizzare sul monitor un “elenco” di attrezzature e tra queste selezionare quella di
prossimo impiego.

Tale obiettivo, ad oggi non si può purtroppo considerare completamente raggiunto, in particolare nel comparto delle
attrezzature, non tanto perché non ci sia stata una concreta evoluzione tecnologica, ma per la variabilità con la quale
i diversi costruttori hanno affrontato le opportunità date dall’applicazione di un sistema comune di trasmissione dati.
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L’ISOBUS ha aperto nuove


frontiere per quanto riguarda la
gestione delle flotte a livello
aziendale e il monitoraggio dei
parametri operativi della
macchina in telemetria,
consentendo di pianificare in
maniera precisa gli intervalli di
manutenzione, la posizione del
cantiere di lavoro e i principali
parametri operativi della
macchina.

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Al momento, è disponibile la “Tecu di Classe III”,


ossia una centralina montata sul trattore che è in
grado di ricevere comandi anche da parte
dell’attrezzatura.

Si tratta di un passaggio fondamentale verso


l’automazione del rapporto trattore-attrezzatura, che
consente di massimizzare l’efficienza delle operazioni
di campo.

I primi esempi più importanti sono disponibili proprio


nell’ambito della fienagione: le rotoimballatrici sono in
grado di trasmettere al trattore alcuni input
fondamentali per ottimizzare la formazione della balla
durante la raccolta e per lo scarico.

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