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LA SICILIA

MERCOLED 7 SE T TEMBRE 2011

26.

CATANIA
Alla manifestazione di protesta della Cgil hanno partecipato lavoratori, disoccupati, pensionati ma anche i rappresentanti del Partito democratico e di Rifondazione

Lo sciopero generale

Dare un futuro a Catania


Massiccia adesione. In migliaia in corteo per via Etnea e al comizio di chiusura
ALESSANDRA BELFIORE

IL VIGILE DEL FUOCO


Ecco alcune immagini del corteo che si snodato in via Etnea e del comizio finale in piazza Manganelli. Secondo gli organizzatori sarebbero stati circa diecimila i partecipanti a Catania alla manifestazione della Cgil
foto Gianni DAgata e Davide Anastasi

LOPERAIO EDILE

Le bugie del governo hanno avuto le gambe corte!. Cos ha aperto il suo discorso, ieri mattina, dal palco di piazza Manganelli, il segretario provinciale della Cgil catanese, Angelo Villari, al termine del corteo organizzato per lo sciopero generale che anche a Catania ha visto sfilare un fiume di persone: oltre diecimila, secondo gli organizzatori. Via Etnea stata riempita dal popolo della Cgil e del lavoro, quel "paese reale" che vive sulle proprie spalle tutto il peso della crisi e che intende opporsi strenuamente a questa manovra finanziaria. La crisi di cui le opposizioni e la Cgil - continua Villari - parlavano da tempo cera allora, come c adesso. Eppure allepoca venivamo accusati di pessimismo. Se quella crisi fosse stata affrontata per tempo, oggi non ci troveremmo sullorlo del baratro. La manovra colpisce i pi deboli, privatizza i servizi pubblici, a dispetto degli esiti dellultimo referendum votato a giugno dalla stragrande maggioranza degli italiani, criminalizza la scuola e il pubblico impiego. Per Catania chiediamo politiche serie in favore di tutti i settori e in particolare di aziende come la Pfizer, la St, la Numonyx- Micron, la Sat, la Cesame e le tante piccole e medie imprese in crisi e chiediamo una politica seria per la nostra agricoltura. Questa crisi non pu essere pagata sempre dalle solite persone: pensionati e lavoratori. Sono tanti, troppi, i punti trasversalmente contestati a questa finanziaria demergenza, fatta di ping-pong e ribaltamenti repentini. Ma lultima "trovata", che proprio non va gi, il fatto che con larticolo 8 della manovra si vadano a ledere i diritti della contrattazione nazionale e dello statuto dei lavoratori, come spiega anche Claudio Longo, segretario provinciale della Fillea Cgil: Toccare larticolo 18 e la contrattazione collettiva significa esporre i lavoratori a una totale mancanza di tutele. Per questo mi appello alla base di Cisl e Uil perch dia un segnale di malcontento ai vertici, affinch il mondo del lavoro possa essere unito e coeso contro queste iniquit. Iniquit che sono ancora pi odiose proprio in Sicilia. Cambiare la manovra per far crescere Catania e dare un futuro al Paese, questo lo striscione dapertura del lungo corteo. Questo anche il parere del Pd, presente in piazza, insieme agli altri partiti di opposizione, come Rifondazione e i Comunisti Italiani. Il Pd vuole essere ovunque ci siano lavoratori in dissenso contro questa manovra - spiega Luca Spataro, segretario del Pd catanese - Lalternativa c e lo abbiamo dimostrato alle ultime amministrative. A differenza di quanto fatto da questo governo fondamentale ripartire dallabolizione dellattuale legge elettorale e ripartire dal rafforzamento dei ceti e dei territori pi deboli e dalle nuove generazioni. E partire dalle nuove generazioni significa non solo risollevare le sorti del lavoro, ma anche quelle di scuola e universit. Lanno che sta per partire vede la scuola italiana e siciliana in caduta libera. Le immissioni in ruolo in Sicilia non hanno riguardato neanche di striscio diverse aree, tra cui le elementari o le cattedre umanistiche delle superiori: queste ultime gravemente colpite al nord come al sud. Io credo che il problema sia politico - ribadisce Giovanna Nastasi, coordinatrice del Coordinamento Precari dellFlc Cgil - In Sicilia molti colleghi stanno protestando con lo sciopero della fame, scelta che personalmente non condivido e che gi stata percorsa anche in passato. ora che i politici la smettano di fare la passerella davanti a questi colleghi che scioperano e di portare solidariet non mangiando per mezza giornata! Piuttosto questi politici si sostituiscano a questi colleghi e scioperino a oltranza affinch le cose cambino davvero dappertutto, e perch si sblocchi la crisi della scuola in una Sicilia che davvero da troppo tempo e da sempre la escort peggio pagata dItalia!.

Ventidue anni da precario al servzio dei cittadini


Di loro non si parla quasi mai. Eppure sono universalmente stimati e amati, anche perch svolgono uno dei cosiddetti lavori a rischio della funzione pubblica. Si tratta dei Vigili del Fuoco che ieri, anche a Catania, sono scesi in piazza per lo sciopero di otto ore indetto dalla Cgil, non solo per dire no alla manovra, ma per opporsi a una politica di tagli che ha fortemente colpito anche il loro settore. E non solo da ora. Da questo punto di vista, la testimonianza di Massimo Liruzzo drammaticamente e grottescamente emblematica: Sono un vigile del fuoco precario da 22 anni. Lavoro con dei contratti a tempo determinato - i cui pagamenti, oltretutto, vengono effettuati a quattro mesi dalla scadenza soprattutto da giugno ad agosto. Ovvero nella fase MASSIMO LIRUZZO di picco degli incendi estivi, in cui c pi necessit di personale. E dire che lefficienza dellintero corpo dei Vigili del Fuoco determinata anche dal servizio svolto da questo personale precario e non adeguatamente riconosciuto. Normalmente le squadre che coprono pi di mezza provincia di Catania, da Nicolosi a Scordia, sono solo due, composte appena da cinque persone! - spiegano i colleghi Giovanni Mendola e Claudio Testa - La situazione va malissimo su tutti i fronti. Le assunzioni e gli aumenti contrattuali sono bloccati da tantissimi anni e le risorse non sono sufficienti. La nostra professionalit si completa attraverso delle attrezzature adeguate. E noi, bene ribadirlo, lavoriamo per la salute e la sicurezza pubblica e quando mancano i veicoli e le strumentazioni adatte ci va di mezzo la societ intera!.
A. BEL.

Senza lavoro per aver difeso il diritto alla sicurezza


Daniele Castro, lavoratore edile, 47 anni, disoccupato da dicembre. Disoccupato perch si battuto coraggiosamente per la sicurezza sul suo posto di lavoro. E quella scelta lha pagata cara. La sua storia inizia esattamente un anno fa. Il 6 settembre 2010 - racconta Castro, rappresentante sindacale della Fillea Cgil - mi venne fatto un contratto di tre mesi presso la ditta che ha avuto un appalto per conto dellAnas, per i lavori del ponte Primo Sole. Stiamo parlando di grandi opere, non di piccoli cantieri. Ho gi anni di esperienza in questo settore e so bene cosa significhi lavorare in sicurezza. Mi resi subito conto che l quelle condizioni di sicurezza erano assenti, a partire dalla mancanza di servizi igienici e spogliatoi, arrivando al fatto che si lavorava sulle impalcature senza imbra- DANIELE CASTRO gature di sicurezza o dentro scavi non puntellati. La goccia che ha fatto traboccare il vaso stato il ribaltamento di unautobetoniera. Lincidente non provoc nessuna conseguenza. Ma fu un caso. Sarebbe potuto accadere ben altro. Di l a breve ho denunciato laccaduto allispettorato del lavoro, che dopo circa un mese ha fatto un sopralluogo, facendo chiudere il cantiere per 15 giorni. La ditta stata multata, ma nel frattempo si avvicinava la scadenza del contratto. Ebbene il contratto scaduto a me come ad altre cinque persone. A loro stato rinnovato, a me no. Vado avanti cos da allora, fatta eccezione per un contratto di 18 giorni. Soli 18 giorni, eppure Daniele non si pente di nulla: Lho fatto per i miei colleghi, ma anche per i diritti dei miei figli. Un padre di famiglia esce di casa per andare a guadagnare il pane onestamente, non per morire.
A. BEL.

VILLARI
Occorrono politiche serie per rilanciare lindustria locale e lagricoltura. La base di Cisl e Uil lanci un segnale sullarticolo 18

LIRONICO BLITZ DEL MOVIMENTO STUDENTESCO

Ila Movimento Studentesco Catanese ieri ha aderito sia allo sciopero della Cgil sia a quello indetto dai sindacati di base. Abbiamo scelto di aderire, perch lo sciopero fondamentale in questo momento, ma abbiamo comunque le nostre posizioni, spiega Matteo Iannitti, a nome del Movimento, che ieri mattina, distaccandosi dal corteo principale ha messo in atto unazione dimostrativa, davanti alle sedi della Banca Nazionale del Lavoro e di Unicredit di Corso Sicilia. I ragazzi, mascherati da Berlusconi, Bossi, Tremonti e Bersani, hanno steso uno striscione con su scritto "Il vostro debito non lo paghiamo", spiegando ai passanti le ragioni della loro protesta. Ciascuno di noi ha 32.000 euro di debito sulle spalle. Un debito che i governi vogliono far pagare ai cittadini e che stato causato dai potentati delle banche - spiega Iannitti - In questo momento c un problema strutturale che riguarda leconomia globale, al quale il sindacato d risposte che vanno bene solo a livello congiunturale, cio in questo momento, ma non per il futuro. Ci vogliono delle serie forme di redistribuzione della ricchezza. Basti fare un esempio: la patrimoniale vero che toglie soldi ai pi ricchi, ma per darli a chi ancora pi ricco, ovvero le banche.
A. BEL.

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