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GUIDA ALLA LOMBRICOLTURA

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Lombrichi & humus
Fabio Barone - Luigi Compagnoni

Lombricoltori con dedizione e passione dal 1979

“Scopri come diventare un lombricoltore: ti accompagneremo


passo dopo passo in questa antichissima attività, redditizia e
ormai indispensabile per l’ambiente.”
Lombrichi & humus
Fabio Barone - Luigi Compagnoni
“ Nessun’ altra creatura
sulla terra ha fatto
così tanto
per l’umanità
come il lombrico. ”

Charles Darwin
Indice:

Introduzione
• Perché avviare un impianto di lombricompostaggio
• Lombrichi e humus
• Chi Siamo e come nasce il consorzio CON.IT.A.LO.
• La mission aziendale
• La nostra esperienza nella lombricoltura
• Il mercato di riferimento

Come realizzare la tua azienda


• Spazio ambientale necessario
• Materie prime indispensabili
• Attrezzature

Gestione del prodotto


• Filiera distributiva
• Valore di mercato e opzione di ritiro del consorzio

Fornitura del tuo impianto


• Come vengono consegnati i lombrichi?
• Densità di una lettiera e sua popolazione

Assistenza e controllo
• Affiliazione
• Software gestionale
• Canali di assistenza dedicata
• Formazione nelle scuole

Conclusione
• Il momento giusto per iniziare
• 3,2,1… via, si inizia!

Bibliografia
Introduzione

Perché avviare un impianto di


lombricompostaggio
Se stai leggendo questo e-book, probabilmente, anche
tu hai a cuore la salute dell’ambiente e dei terreni e sei
attratto da un’attività in grado di coniugare etica e profitto
in maniera così evidente.
Attraverso un impianto di lombricoltura, infatti, è possibile
intraprendere un’attività altamente redditizia partendo da
investimenti decisamente modesti ed alla portata di tutti.
Il vermicompost, o humus di lombrico, detiene il titolo di
miglior ammendante al mondo, ed è richiestissimo per
uso agricolo. Inoltre, un allevamento di lombrichi offre
molte altre prospettive, come ad esempio la possibilità
di smaltire lo scarto organico domestico o aziendale e la
vendita di lombrichi in eccesso come esche da pesca e
come integrazione proteica nello svezzamento di pulcini
e volatili.
Insomma, seguendo i consigli di questo libro potrai tro-
vare nella lombricoltura una professione appagante sotto
molteplici punti di vista.

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Lombrichi e humus
Perché parlare proprio di lombrichi?
Intestino del mondo per Aristotele e animale più impor-
tante della terra per Charles Darwin, nell’antichità il lom-
brico era talmente importante per la fertilizzazione nella
valle del Nilo da essere definito sacro da Cleopatra.
Quello che in molti si ostinano a chiamare verme è in re-
altà un prodigio della natura, un vero e proprio “ingegnere
ecologico”.
I lombrichi ingeriscono tutti i nostri scarti organici trasfor-
mandoli in humus, uno dei migliori concimi naturali cono-
sciuti: un ammendante ammesso in agricoltura biologica
in grado di migliorare la struttura chimica e fisica del ter-
reno, aumentando la sua fertilità.
La presenza di lombrichi, infatti, incrementa del 50% la
sostanza organica di un terreno apportando 1,5 volte cal-
cio, 2 volte magnesio, 5 volte azoto, 7 volte fosforo e 11
volte potassio rispetto alle condizioni di partenza.
Ogni terra oggi conosciuta è passata, nel corso di milio-
ni di anni, attraverso il loro intestino, venendo costante-
mente arricchita di sostanze organiche dalla loro presenza
allo scopo di essere sempre fertile.
Charles Darwin affermò che “nessun’altra creatura sulla
terra ha fatto così tanto per l’umanità come il lombrico”.
Egli stesso dedicò gran parte della sua vita allo studio di
queste creature e al ruolo importantissimo che esse han-
no per i nostri terreni. In merito aggiunse: “l’aratro è una
delle più antiche e utili invenzioni dell’uomo, ma molto

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prima che esso esistesse, la terra veniva regolarmente e
continuamente arata dai lombrichi”.
Dopo quasi quarant’anni di studi, nei nostri impianti ab-
biamo scelto di utilizzare una sola particolare qualità di
lombrico fra le 700 specie esistenti: l’Eisenia Fetida, co-
munemente chiamato “lombrico rosso della California”.

Conosciamo più a fondo i nostri lombrichi...


Ogni lombrico è un essere ermafrodite di lunghezza va-
riabile tra i 6 ed i 10 cm, dotato di 5 cuori e 6 reni e ca-
ratterizzato da un corpo cilindrico costituito da 80 a 120
anelli simili a segmento. Il lombrico è un animale a sangue
freddo, ed il suo corpo è formato per il 70-80% di acqua
contenente, in percentuale sul secco, fino al 65% di pro-
teine e circa il 10% di grassi.
Il suo processo di respirazione avviene attraverso la cuti-
cola che ne riveste il corpo; questa pelle rimane sempre
umida grazie alla produzione di una sostanza vischiosa che
permette inoltre al lombrico di abbassare l’attrito duran-
te gli spostamenti. Il sangue scorre dentro 2 lunghi vasi
chiusi, uno dorsale e uno ventrale, collegati fra loro da vasi
laterali. Dai vasi laterali lungo tutto il corpo, supportati da
5 inarrestabili pompe (cuori), partono i vasi capillari, che
portano il sangue fin sotto l’epidermide dove avvengono
gli scambi di ossigeno e anidride carbonica con l’esterno.
Un esemplare adulto, sessualmente maturo, arriva a pe-
sare mediamente 0,55 grammi e si accoppia con un suo
simile di lunghezza paritaria più o meno ogni 5 giorni.
Un regolare accoppiamento comporta mediamente l’e-
spulsione di 6 ooteche (uova) a settimana.

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Dal 18° al 26° giorno, nascono mediamente 3-4 lombri-
chi per ooteca che a loro volta diventano sessualmente
maturi in 28/30 giorni.
I piccoli lombrichi nascono di colore interamente bian-
co e sottili come un ciglio. La caratteristica dei cuccioli è
che dopo tre giorni cominciano a cambiare colore verso
il rosa, un ottimo segnale per permetterci di conoscere la
loro l’età.
Le condizioni climatiche per ottenere un ciclo vitale ot-
timale dell’animale sono, oltre alla presenza di ossigeno,
una temperatura tra i 15 e 24 °C (con limiti 0/35 °C), un
valore di acidità compreso tra 5 e 9 di pH ed un’umidità
costante compresa tra l’80 e l’85% (con limiti 60/90%).

Figura 1 - Com’è fatto un lombrico

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Chi siamo e come nasce il consorzio
CON.IT.A.LO.
L’azienda agricola CON.IT.A.LO. è una branca di Alma
Consulting s.r.l., azienda leader a livello nazionale nella
coltivazione di piantagioni di bambù gigante, ed è nata per
soddisfare la crescente domanda, nel mondo dell’agricol-
tura moderna, di conversione alla concimazione biologica
dei terreni. La ricerca di un prodotto altamente efficace
che potesse sostituire tutte le concimazioni chimiche si
è conclusa felicemente con l’individuazione dell’humus di
lombrico o vermicompost, come soluzione ottimale per
rispondere a tale esigenza.
Il rapido ed esponenziale sviluppo dell’azienda ha porta-
to ad una altrettanto rapida crescita dei nostri impianti
di compostaggio, garantendo notorietà in tutta Italia al
CONsorzio ITaliano di Allevamento LOmbrichi.
Infatti, CON.IT.A.LO. vanta oggi una struttura numerosa
e ben dislocata su tutto il territorio Italiano, tanto da farci
essere presenti in quasi tutte le regioni. Una rete capillare,
frutto del lavoro e della credibilità che la nostra azienda si
è costruita negli anni passati: un risultato che ci rende fieri
del lavoro fin qui svolto.

La mission aziendale
L’azienda agricola CON.IT.A.LO. ha come sua mission
quella di diventare la più grande azienda produttrice di
vermicompost a livello Europeo, grazie all’eccellenza del
proprio prodotto. In parallelo, si sta già strutturando per

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essere realtà di riferimento a livello nazionale per ogni sin-
golo lombricoltore ed istituzione pubblica.

Figura 2 - Stabilimento Conitalo

La nostra esperienza nella lombricoltura


Pur essendo una società giovane, vantiamo 40 anni di
esperienza. Ti stai chiedendo come sia possibile?

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La risposta risiede nel fatto che abbiamo acquisito la più
rinomata e storica azienda di lombricoltura in Italia: la
“Lombricoltura Compagnoni”, pioniera del mercato
spagnolo, francese ed israeliano, oltre che di quello ita-
liano. Il suo accorpamento in CON.IT.A.LO. ci permette
di disporre del know-how acquisito in quattro decadi di
storia della lombricoltura italiana.
L’azienda è sempre stata rappresentata egregiamente
dalla figura del suo omonimo fondatore, Luigi Compa-
gnoni, che oltre ad insegnarmi quotidianamente da oltre
due anni lo strepitoso mestiere del lombricoltore, mi ha
fornito un prezioso supporto nella stesura di questa guida
e che colgo l’occasione per ringraziare. Ops, non mi sono
ancora presentato! Mi chiamo Fabio Barone ed ho l’o-
nore di essere il Presidente dell’azienda CONITALO sarl
e l’onere, invece, di diffondere la conoscenza di massa di
questa affascinante materia.

Figura 3 - Impianto Conitalo

Tornando al vero protagonista della Lombricoltura in


Italia, Luigi ad oggi, ricopre all’interno della compagine

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aziendale, All’interno della nostra compagine aziendale, il
ruolo di “manager dei processi di qualità” di tutti gli im-
pianti di compostaggio posseduti e venduti dal Consorzio.
Collabora anche da tempo con diverse Università, e con
una di queste ha portato a termine la “ricetta perfetta”
per poter utilizzare i lombrichi come farine alimentari a
scopo umano, aprendo un ulteriore canale di vendita alla
lombricoltura dalle grandi potenzialità. Probabilmente la
mia generazione, come forse quella dei nostri figli, avrà il
beneficio di scegliere se mangiarli o meno ma è cosa certa
che in un tempo non molto lontano, le farine proteiche
alternative saranno presenti sulle tavole più del pane.
So cosa stai pensando, probabilmente abbiamo fatto la
stessa smorfia... è comunque innegabile che il tema ali-
mentazioni alternative interessa e interesserà sempre di
più il nostro pianeta.

Il mercato di riferimento
A questo punto magari ti starai chiedendo se l’avvio di un
impianto di lombricoltura sia l’intuizione giusta e se anche
il momento sia quello giusto. Il mercato della lombri-
coltura è un mercato già saturo o offre invece ancora
delle opportunità?
Secondo gli ultimi dati Eurostar (2016) ci sono, solo in
Italia, 6.728.000 di ettari coltivati, di cui 2.032.000 in
modo permanente.
Considerando una spesa di circa 1.500 euro annui di
concimazione per ettaro e l’incremento di utilizzo dell’hu-
mus da parte di un solo 10% di queste colture intensive, si

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configura uno scenario che genera un giro d’affari di oltre
305 milioni di fatturato annui.
Per semplificare il concetto di “fabbisogno”, provo a ribal-
tare la prospettiva dal punto di vista di noi lombricoltori.
Per soddisfare la fornitura di quel 10%, occorrono circa
100 mila tonnellate di vermicompost ovvero... circa 2,5
milioni di lettiere!
Il prodotto che proponiamo riesce altresì ad inserirsi
prepotentemente in tutti quei mercati che hanno come
mission la ricerca di un prodotto biologico di eccellenza.
Secondo il rapporto SINAB “Bio in cifre 2017”, realizzato
in collaborazione con MIPAAF (Ministero delle Politi-
che Agricole e Alimentari), ISMEA e CIHEAM (Istituto
Agronomico Mediterraneo), l’Italia ha raggiunto la con-
versione biologica di 1.795.650 ettari, riscontrando un
incremento del 20,3 % rispetto all’anno precedente. In
termini assoluti, nell’ultimo anno, sono stati convertiti al
biologico oltre 300 mila ettari.
I principali orientamenti produttivi riguardano le colture
foraggere (341.940 ha), i pascoli (321.011 ha) ed i cereali
(299.639 ha). Notevole l’incremento segnalato dalle ca-
tegorie di olivo (+23,7%), vite (+23,8%) cereali (+32,6%)
ed ortaggi (+48,9%).
Il nostro prodotto è quindi fortemente ricercato anche da
tutte quelle aziende agricole che cercano attraverso l’u-
tilizzo del prodotto organico il rinvigorimento del proprio
terreno ed il miglioramento della sua efficienza.
Questo si traduce in terra più sana, che dà origine a piante
più sane che a loro volta incrementano in modo esponen-
ziale le proprietà organolettiche dei nostri alimenti.

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Esistono altri canali di vendita?
Oltre alla generazione di reddito derivante dalla vendita
dell’humus, la lombricoltura si presta, come già abbiamo
accennato, a molteplici fonti di reddito.
Infatti, essendo in grado di smaltire qualsiasi matrice or-
ganica come sfalci del verde, umido (FORSU), fanghi di
depurazione, letami, digestati provenienti da biogas, scar-
ti di cartiere e così via, un impianto di lombricoltura è in
grado di generare profitto a partire dallo smaltimento di
questi ultimi.
Sono tantissime le aziende e amministrazioni comunali
che ogni giorno fanno i conti con i costi di smaltimento
degli scarti, per i quali la lombricoltura può rappresentare
quindi una possibile soluzione vincente a impatto zero.
Inoltre, la velocissima riproduzione dei lombrichi per-
mette di utilizzare quelli in eccesso per generare utili dalla
vendita di:
• nuovi impianti;
• cibo altamente proteico per lo svezzamento animale
(polli, uccelli, tartarughe ecc…);
• esche per la pesca;
• un domani, come farine proteiche da inserire nella
Novel Food.

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Come realizzare la tua azienda

Spazio ambientale necessario


Se arrivati a questo punto ti stai chiedendo se hai spazio
per iniziare ad allevare i tuoi lombrichi, la risposta è sicu-
ramente sì!
Infatti, potrai iniziare gestendo una piccola compostiera
domestica, anche sul balcone di casa, fino ad arrivare, se
lo vorrai, ad impianti industriali di decine di migliaia di me-
tri così come sono quelli di CON.IT.A.LO.
Nel caso in cui si inizi a parlare di impianti a terra di medie
dimensioni, bisogna porre particolare attenzione al modo
in cui approcciamo l’attività zootecnica. Sarebbe infatti
opportuno sapere quanto spazio, tempo e risorse eco-
nomiche si hanno a disposizione, prima di intraprendere
questa affascinante attività.
Per guidarti nel rispondere a questa prima autodiagnosi,
ci sentiamo in dovere di metterti a disposizione degli utili
strumenti di valutazione.
Ad esempio, possiamo iniziare analizzando la quantità di
humus che pensi ti possa servire in autoconsumo, iden-
tificando di conseguenza il fabbisogno alimentare del tuo
impianto.
Ecco quindi svelato quanto humus è in grado di produrre
una lettiera di lombrichi di dimensioni che d’ora in avanti
considereremo convenzionali pari ad un metro quadrato
(1m x 1m):
alimentando correttamente la tua lettiera per circa 9-10

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mesi otterrai mediamente 400 Kg di humus, a fronte di
un apporto di circa 1000 Kg di materia organica stabi-
lizzata, regolarmente distribuita pressappoco ogni 10 gg
(rapporto 1:0,4).
L’approssimazione sulle tempistiche di alimentazione è
doverosa, in quanto non esiste una ciclicità matematica
con la quale procedere.
Proprio per questo motivo è molto importante la con-
sulenza di un lombricoltore esperto, affinché possa tra-
smetterti tutti i trucchi del mestiere acquisiti in anni di
attività.

Materie prime indispensabili


I lombrichi sono esseri facilmente addomesticabili. Infatti,
se tenuti in cattività, non abbandoneranno mai l’habitat
ottimale nel quale sono cresciuti, compostiera o lettiera
che sia. L’indispensabile è che non manchi mai loro ali-
mentazione (materia organica) e giusta umidità (acqua).
È quindi fondamentale disporre della giusta quantità di
scarti organici, da cui deriva la possibilità di estensione del
futuro impianto, e del giusto quantitativo d’acqua per ga-
rantire l’umidità, primaria condizione di sopravvivenza dei
lombrichi.

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Attrezzature
Considerando che partirai da un piccolo impianto, gli uni-
ci strumenti che ti serviranno all’inizio saranno:
• telo pacciamante
• forca preferibilmente a 4 e/o 5 punte
• carriola
• innaffiatoio
Con questo semplice elenco di attrezzature sarai in grado
di gestire i tuoi lombrichi.
Se seguirai tutti i nostri semplici ma preziosi consigli, in
meno di un anno sarai in grado di ottenere il tuo primo
cospicuo raccolto. Per quest’ultima operazione ti servirà
ancora una pala ed un setaccio. Il setaccio potrai tran-
quillamente sostituirlo con una rete da cantiere a maglia
stretta.

Gestione del prodotto

Con questo schema possiamo riassumere in modo snello


ma esaustivo un ciclo produttivo completo.
Possiamo racchiudere un ciclo completo di lavorazione in
8 fasi:
• Preparazione della lettiera
• Messa a dimora
• Conduzione

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• Raccolta e/o sdoppiamento
• Asciugatura
• Vagliatura
• Insacchettamento
• Vendita
Con il termine preparazione della lettiera si intendono le
opere da compiere affinché i lombrichi, una volta posati,
trovino un ambiente atto ad ospitarli nel migliore dei modi.
La lettiera può essere di tre tipi: confinata, a terra, su livelli.
La lettiera confinata è la lettiera più bella ed ordinata da
vedere. Generalmente larga 2 metri, viene preparata su
una superficie a livello terra e con una leggera pendenza
longitudinale al lato lungo, coperta da un telo pacciaman-
te e coronata da delle sponde lignee (assi di legno da pon-
teggio) o laterizie (mattoni o blocchi in cls).

imm
LETT

Figura 4 - Esempio di lettiera confinata

A questo tipo di lettiera ricorrono tutti coloro i quali vo-


gliono gestire impianti di modeste dimensioni (max 200
mq di estensione), eseguendo concimazioni manuali con
l’ausilio di forca e badile intervallate da costanti irrigazioni

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con gomma, ancor meglio se con impianto “a pioggia”.
Per impianti al di sopra dei 200-250 mq, dove sia l’ali-
mentazione che l’irrigazione avvengono con mezzi mec-
canici (ad es. spargiletame e autobotte), si preferisce
invece collocare i lombrichi direttamente su un terreno
rullato e perfettamente livellato, effetto “campo da boc-
ce”. In questo caso, l’indispensabile ausilio dei mezzi mec-
canici rende complicato mantenere integre le strutture
perimetrali citate nel caso precedente. Ovviamente non
è che sia vietato, anzi! Questo è però il nostro suggeri-
mento, frutto di decenni di esperienza e sperimentazione
in termini di analisi costi/benefici.
In questo caso sarebbe inoltre ottimale la stesura preven-
tiva di un tessuto non tessuto o di un telo pacciamante
(purché drenante) affinché l’humus non venga mai con-
taminato con il terreno; l’alternativa è raccogliere il pro-
dotto impalando a 5 cm dal suolo, evitando così di racco-
gliere accidentalmente della terra.

Figura 5 - Messa a dimora di lettiere industriali

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In assenza di grandi spazi o in condizioni climatiche avver-
se (forti piogge e/o spazi ristretti) è facile, invece, imbat-
tersi in un impianto a livelli, ultimo nel nostro elenco ma
non certo per potenzialità.

Figura 6 - Impianto di lettiera multi level

Questa tipologia di impianto è molto onerosa e si sviluppa


soprattutto nei paesi nord europei, dove gli inverni sono
molto rigidi ed i lombrichi necessitano di essere mante-
nuti in serra a temperatura controllata.
Nella pratica si tratta di vasche poste a circa un metro dal
suolo di lunghezza variabile, generalmente non più lunghe
di 30 metri e alte circa un metro e mezzo.
Queste vasche, caricate di letame dall’alto con l’ausilio di
una pala meccanica, sono dotate di un setaccio mecca-
nizzato posto alla base e sono in grado di rilasciare quoti-
dianamente pochi mm di humus verso il basso per 365
giorni all’anno.
In base a tutto ciò che ti ho appena raccontato, chiudi gli
occhi e visualizza l’impianto che hai in mente per te.
Una volta individuata ed impostata la lettiera rispondente
alle tue esigenze, sarai pronto ad accogliere i tuoi primi

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lombrichi.
Generalmente i lombrichi vengono forniti in cassette di
legno insieme al loro habitat naturale, humus semilavo-
rato.
Questo gli permette di viaggiare in teche e/o scatole so-
pravvivendo diversi giorni.
Una volta in possesso delle teche, dovrai rovesciarle e di-
stribuirle in modo equidistante su tutta la superficie della
lettiera, che dovrai inoltre immediatamente ricoprire con
uno strato omogeneo di matrice organica stabilizzata di
circa 5-8 cm, in modo perfettamente planare.
Successivamente, occorrerà bagnare la lettiera e veri-
ficare con un igrometro che l’impianto abbia raggiunto
un’umidità tra l’80 e l’85%, che dovrà essere tua cura
mantenere per tutta la vita dell’impianto.
Solo col tempo potrai fare a meno del costante utilizzo di
alcuni degli strumenti, ed imparare attraverso trucchetti
del mestiere come garantire la giusta umidità, ascoltando
ad esempio il “suono della lettiera”…ma questo te lo inse-
gneremo durante i vari sopralluoghi di controllo.
Dopo circa 10 giorni dovrai cospargere sull’intera super-
ficie della lettiera un ulteriore strato di materia organica
(ad es: letame, scarti organici umidi, sfalci del verde, ecc)
per un’altezza di circa 6 cm. Qualunque matrice vorrai
utilizzare, è fondamentale che sia stabilizzata, dunque do-
vrai assicurarti che sia terminata la fase “termofila” della
materia, ovvero che non siano più presenti esalazioni di
anidride carbonica.
Ti sarà sicuramente capitato di vedere un cumulo di le-
tame fumante in un campo aperto. Ebbene si, stavi as-

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sistendo all’avvio di un processo di bio-ossidazione, du-
rante il quale la frazione organica più assimilabile come lo
zucchero subisce un attacco microbico; un processo nel
quale il letame raggiunge temperature fino a 60 gradi!

Figura 7 - Modello di evoluzione della temperatura


nel cumulo durante il processo di compostaggio

Figura 8 - Esempio di matrice organica non ancora


stabilizzata - Processo termofilo in corso
Nel letame, per tornare al nostro esempio, possono vo-
lerci da uno ai tre mesi di stagionatura e ripetuta aerazione
affinché questa frazione organica possa essere smaltita
dall’intestino dei lombrichi senza che questi incorrano in
un ambiente gassoso e quindi nocivo.
Ripetendo questa fase di alimentazione circa ogni 10 gg e
garantendo costantemente la giusta idratazione, vedre-

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mo pian piano crescere in altezza la nostra lettiera.
Raggiunta l’altezza di circa 60 cm, generalmente dopo 9
mesi, è possibile raccogliere i lombrichi che si troveranno
ormai alla sommità della lettiera (nei primi 15 cm), pron-
ti ad essere traslati a latere nella cosiddetta “lettiera jol-
ly”. Questo apposito spazio, lasciato inizialmente vuoto,
è indispensabile per poter dare origine ad una eventuale
nuova lettiera, senza dover sprecare tempo ed energie
in trasporti distanti dalla lettiera oggetto di raccolta e/o
sdoppiamento.
La parte sottostante, una volta raccolti i lombrichi, ne sarà
ora priva, pronta per essere raccolta e posta in ambiente
asciutto e al riparo dalla luce. Quest’ultima operazione è
necessaria al fine di evitare il formarsi di vegetazione nel-
le zolle di humus ricche di enzimi, acidi umici e fitormoni
promotori dell’accelerazione vegetativa.
Circa ogni due giorni dovrà essere rivoltato il raccolto,
affinché si arricchisca di ossigeno e scenda progressiva-
mente di umidità fino al 45%.

Figura 9 - fase di asciugatura dell’humus

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Raggiunto questo stadio, l’humus è finalmente pronto
per essere vagliato. Tanto più sarà a maglie strette, tan-
to più sarà raffinato ed assimilabile. Commercialmente,
i prodotti che più trovano collocazione sul mercato sono
il vagliato medio 3 cm e il 5 mm. Più si tende a raffinarlo,
più energia e tempo vengono impiegati. D’altro canto, il
valore economico del prodotto va proporzionalmente in
crescendo all’aumentare delle ore di lavoro impiegate.
Questo non perchè l’humus abbia proprietà differenti,
ma in quanto la sua raffinazione fa si che il prodotto finale
trovi campi d’applicazione differenti (dallo spandimento in
campo, al rinvaso o addirittura per la concimazione di prati
all’inglesina piuttosto che campi da golf).
Setacciandolo ulteriormente, è possibile ottenere una
polvere nera, fine e soffice come il borotalco. Diluita in
acqua, e per mezzo di un preciso procedimento aerobico,
quest’ultima è in grado di fornirci un ottimo ed inimitabile
concime liquido utilizzabile in fertirrigazione e concima-
zione fogliare, comunemente conosciuto in tutto il mon-
do come “worm tea”.

Figura 10 - Esempi di diversi impieghi dell’humus

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Creati dei cumuli di prodotto di vario calibro, dovrai prele-
varne tre campioni da 1 kg ciascuno, mischiarli accurata-
mente e consegnarli in un laboratorio certificato in grado
di fornire analisi fisico-chimiche del tuo vermicompost.
Le aziende che intendono commercializzare humus de-
vono infatti essere iscritte al registro nazionale dei pro-
duttori di fertilizzanti, e devono aver registrato il prodotto
specificando il tipo di letame usato per il vermicompost
o quale miscela di letami sia stata utilizzata con le relative
percentuali di utilizzo.
Tale iscrizione avviene mediante procedura telematica al
portale Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole e Fo-
restali), nel quale andremo ad inserire i risultati ottenuti
dalle analisi redatte secondo le specifiche normative di
settore, per poi attribuire un nome al prodotto che an-
dremo ad immettere in commercio. Entro ogni 31 del
mese di dicembre bisognerà manifestare, sempre sul
portale telematico, la volontà o meno di proseguire nella
commercializzazione anche per l’anno successivo.
Senza questa autorizzazione è vietato commercializzare
all’esterno della propria azienda agricola qualsiasi tipo di
fertilizzante e/o ammendante.
All’interno della normativa vigente DLgs n° 75 del 2010,
vi sono inoltre le linee guida per la corretta compilazione
dell’etichetta informativa da apportare obbligatoriamente
sulla confezione.
A titolo non esaustivo, oltre alle caratteristiche intrinse-
che del prodotto, la confezione dovrà riportare il numero
di registro del produttore e del prodotto che viene univo-
camente attribuito ad ogni nuovo produttore.

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Filiera distributiva
In molti ci domandano: se inizio a produrre humus,
poi a chi lo vendo?
Quando ci imbattiamo in questa domanda rispondiamo
col premettere che non promuoviamo la lombricoltura
come mera opportunità di business, ma anche per risol-
vere un problema di smaltimento della materia organica
(anch’esso sovente un problema economico) converten-
dola in prodotto di altissimo valore.
Vediamo nell’humus la chiave alla soluzione di un impor-
tante e vitale problema che non possiamo continuare ad
ignorare o fingere non ci interessi direttamente; è fonda-
mentale per noi promuovere e divulgare l’importanza del
ritorno alla concimazione organica dei suoli. L’uso intensi-
vo del chimico ha ormai fatto esaurire la parte contenen-
te sostanza viva nel suolo, la stessa sostanza complice del
gusto e della produttività di qualsiasi coltura.
D’altronde siamo ciò che mangiamo. Nel 430 a.c. Ip-
pocrate, padre della medicina, sosteneva: “lasciate che il
cibo sia la vostra medicina e la medicina il vostro cibo”.
Non ci stancheremo mai di rispondere che l’attività di
lombricoltura, seppur iniziata a livello hobbistico, ha un
ruolo dapprima etico e solo dopo redditizio.
Con questo non voglio mettere in secondo piano l’aspet-
to economico, altroché!
Crediamo al 100% nella straordinaria potenzialità del
lombrico e del suo derivato, che non per niente è sopran-
nominato in tutto il mondo “the black magic”, il nostro
oro nero.

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Ritornando a chi vuole vendere humus come prodotto,
il primo consiglio è quello di provarlo in prima persona.
Questa consapevolezza porterà in te uno straordinario
potere attrattivo verso i tuoi clienti. Che sia il vicino con
pochi vasi sul balcone, un amico con un piccolo orto sino
ad arrivare al vero agricoltore e, perché no, al tuo vivaio di
zona, il segreto è sempre lo stesso: fallo provare.
Il salto di qualità da produttore hobbistico a professionale
potrebbe essere davvero imminente, ed ovviamente al-
trettanto alto dovrà essere il livello qualitativo del tuo pro-
dotto.
Perché si possa definire tale, l’humus deve essere humus!
Un prodotto non trasformato al 100% equivale ad avere
un vermicompost qualitativamente scarso, composto in
parte da humus e in parte da matrice organica non ancora
digerita dai lombrichi. Il sottoprodotto ottenuto abbassa
drasticamente le cariche microrganiche, e ciò non può
che creare errori di dosaggio nell’utilizzo del prodotto, do-
vuto a prestazioni non ottimali che non gli appartengono.

Valore di mercato e opzione di ritiro del


consorzio
Se deciderai di affidarti a noi, potrai in qualsiasi momento
esercitare la tua opzione di ritiro dedicato del prodotto.
L’eccesso della tua produzione invenduta potrà infatti es-
sere acquistata dal Consorzio al miglior prezzo di mercato
decurtato del 40% dei costi di lavorazione e marketing.
Ad oggi, il valore commerciale del prodotto varia tra i 30
€/quintale (per un prodotto “tal quale”) ai 10 €/quintale
(per un prodotto super raffinato).
27
Per poter esercitare questa opzione dovrai rispettare tre
semplici requisiti:
• aver alimentato la tua lettiera con letame bovino;
• aver rispettato il disciplinare di produzione
CON.IT.A.LO.;
• esibire delle analisi del tuo humus effettuate presso
un laboratorio certificato.
Il rispetto di questi tre pilastri garantiranno l’immis-
sione del tuo prodotto nei canali di vendita a marchio
CON.IT.A.LO. ®

Figura 11 - Panoramica degli impianti Conitalo

Perché abbiamo bisogno di te?


Da soli si va più veloci, insieme si va più lontano!
Il grosso problema per la quale l’humus di lombrico non è
sulla bocca di tutti nonostante le sue eccelse e note qua-
lità, resta la limitata produzione ad oggi disponibile.
Basti pensare che una sola azienda agricola, con ad esem-
pio 100 Ha di ulivi, può necessitare di una fornitura che

28
varia, a seconda dell’età della piantagione, tra le 100 e le
300 tonnellate annue di humus.
Da qui l’idea del consorzio di una community guidata, in-
formata e addestrata sotto la guida di un preciso disci-
plinare di produzione e qualità. Crediamo che la condivi-
sione reciproca di informazioni e risultati sia la chiave per
soddisfare al meglio la sempre crescente domanda del
mercato. Ad oggi si contano tante realtà di lombricol-
tori, che sono però piccole e distanti l’una dall’altra, con
una conseguente difficoltà di fare rete. Conitalo con la
sua continua ricerca e sviluppo in partnership con le più
virtuose Università promuoverà per step l’attività di lom-
bricoltura al Ministero affichè venga, una volta per tutte,
regolamentata, valorizzata ed incentivata.

Fornitura del tuo impianto

Come vengono consegnati i lombrichi?


La consegna, a seconda della grandezza del tuo primo im-
pianto, potrà avvenire in due modi differenti:
• Spedizione con corriere direttamente a casa tua (per
un modesto numero di lettiere);
• Consegna nella tua azienda da parte del nostro per-
sonale qualificato (per impianti da 20 lettiere in su)
Quando parliamo di consegna di una lettiera intendiamo
la fornitura di un metro quadrato di lombrichi della spe-

29
cie Eisenia Fetida (comunemente detti Lombrichi Rossi
Californiani), misti a terriccio semi-compostato (habitat
naturale di crescita dei lombrichi stessi contenenti uova e
piccoli). Il tutto pronto da essere disteso omogeneamen-
te a terra su di una lettiera precedentemente preparata.

Figura 12 - forniture di lombrichi ad uso hobbistico

Densità di una lettiera e sua popolazione


Con la parola densità invece, vogliamo identificare quan-
ti lombrichi, tra adulti, piccoli e uova, troverai all’interno
della tua lettiera.
Su internet si possono trovare svariate tesi sulla giusta
concentrazione di lombrichi per lettiera, ma ricorda: due
piedi in una scarpa non possono stare!
Per non addentrarci troppo in tecnicismi e non creare
confusione, vorremmo farti comprendere l’importanza
dell’equilibrio di coesistenza.
Se in un tavolo con sei posti si vuol mangiare in dieci, è
inevitabile che qualcuno mangi scomodo, che tutti man-

30
gino di meno e che qualcuno si alzi per cercare posto al-
trove.
Nella lettiera succede la stessa identica cosa: una con-
centrazione troppo elevata di lombrichi porterebbe ad un
minor apporto di alimentazione agli stessi, ad un drastico
calo degli accoppiamenti, all’inevitabile istinto di soprav-
vivere altrove.
Per chiudere il cerchio su quanto appena detto, possia-
mo affermare che una lettiera con densità ottimale si
aggira intorno ai 15.000 lombrichi, di cui 10.000 adulti
e 5.000 tra nascituri e uova. Questa è senza ombra di
dubbio la concentrazione ottimale per il giusto sviluppo
della lettiera, affinché possa produrre con un rapporto
ottimale di 1 a 0,4 (una tonnellata di materia organica in
ingresso per 4 quintali di humus in uscita) in condizioni
climatiche miti.

Assistenza e controllo

Affiliazione
Il Consorzio Italiano Allevamento Lombrichi nasce con lo
scopo di creare un’attività 100% accessibile e proietta-
ta verso un business green, legato ai benefici offerti dalla

31
terra e dai suoi naturali abitanti, i lombrichi.
Proprio per questo motivo diventa indispensabile moni-
torare gli sviluppi e le evoluzioni del consorzio, assistendo
e supportando ogni suo singolo cliente lombricoltore.
Questo ci permetterà di dar maggiore coesione ad una
comunità fino ad oggi rimasta alla deriva, vuoi per l’as-
senza di una consolidata associazione di categoria ma so-
prattutto per la mancanza di linee guida nazionali sul piano
normativo.
Per ottenere il nostro obiettivo, sono state instaurate
partnership con le facoltà universitarie di Scienza Agraria
di Milano e Torino.
In particolare, con la prima si è dato il via, due anni fa, alla
prima sperimentazione nazionale sulla produzione di fari-
ne alimentari di lombrico a scopo umano proprio nell’ot-
tobre scorso è stata resa pubblica al Clever Earth Con-
cept di Milano una ricerca ad esito positivo per il possibile
impiego alimentare umano.
Con la seconda, invece, si cercherà di dimostrare scien-
tificamente come un impianto di lombricompostaggio
sia in grado di ottemperare alla vigente Direttiva Nitra-
ti, al fine di ridurre l’inquinamento delle falde acquifere.
Per spiegare meglio, l’attuale normativa regolamenta
lo spandimento di letame in kg per ettaro. Gli allevatori
sono pertanto costretti ad affittare ingenti superfici per
dimostrare matematicamente che lo spandimento delle
deiezioni dei loro animali non carichi in modo concentrato
su una singola porzione di terra, ma che al contrario venga
diluita su una vasta superficie, così come la percentuale

32
di concentrazione di azoto in falda. Questo particolare
fenomeno promuove la crescita di alghe rosse destabiliz-
zando l’equilibrio marino.
Lo scopo della ricerca sarà quello di liberare quei terre-
ni occupati “burocraticamente” dagli allevatori e renderli
nuovamente disponibili all’agricoltur a tradizionale, quel-
la fatta per la raccolta. Dalla prospettiva degli allevatori,
invece, permetterà di risparmiare affitti e a parità di su-
perficie vincolata allo spandimento, incrementare il n° di
capi allevati nei propri stabilimenti. La redazione di linee
guida nazionali, redatte in collaborazione con autorevoli
docenti universitari, sarà uno dei primi concreti passi per
il riconoscimento della lombricoltura, non più come mero
complemento all’attività agricola ma come vera è propria
attività zootecnica.
Quest’ultimo obiettivo sarà fondamentale al fine di nor-
mare, attraverso il compostaggio dei letami da parte dei
nostri lombrichi, una straordinaria opportunità legata
all’ottemperamento della direttiva nitrati.
Iniziando dai piccoli lombricoltori che ad oggi già pos-
siedono almeno una compostiera domestica, e arrivan-
do a consolidate aziende presenti da anni sul mercato,
l’adesione al consorzio italiano di allevamento lombrichi
permetterà il censimento, localizzato per zona climati-
ca, dei diversi impianti. In termini statistici si riusciranno a
monitorare i dati quantitativi di smaltimento e qualitativi
dell’humus prodotto.
Il tema della qualità del prodotto generato, che esso pro-
venga da scarti di letame, rifiuti organici, frazioni del verde
e/o digestato proveniente da impianti a biomassa, sarà una
delle missioni che il consorzio, in sinergia con le università

33
di cui sopra, si propone di portare a termine protocollando
l’intero processo di trasformazione.
Questi risultati saranno condivisi tra gli stati membri della
comunità europea e con le autorità ministeriali, al fine di
regolamentare e promuovere in modo capillare un anti-
chissimo, ma ormai dimenticato, strumento di riciclo al
100% ecologico.

Software gestionale
Siamo sempre più convinti che la tecnologia debba anda-
re di pari passo con la società, siamo altrettanto consape-
voli che la tecnologia sia in grado di correre più veloce e
con meno fatica. Per questo dedichiamo molte tempo e
risorse nello sviluppo di semplici ma intuitivi software ge-
stionali.
Il loro aiuto ci permette di dedicare maggiori energie alla
ricerca e alla coltivazione dei rapporti umani.
Worm-y è il gestionale che abbiamo sviluppato, in grado
di affiancarti durante la creazione del tuo nuovo modello
di business.
L’applicativo ci permetterà inoltre di seguire il tuo alleva-
mento a distanza grazie ai tuoi report fotografici ed ap-
punti, inseriti direttamente sul RDC (Registro Digitale di
Campagna).
Grazie a Worm-y puoi richiedere consulenze program-
mate con i migliori tecnici di zona e gestire la program-
mazione delle alimentazioni ed irrigazioni da effettuare.
Il suo quotidiano uso ti garantisce un eccellente prodot-
to senza perdite di tempo, oltre a preservare la garanzia

34
dell’impianto.
Una costante interazione con noi attraverso la piattafor-
ma ci permette di correggere eventuali gestione scorret-
te del tuo allevamento, garantendo così la massima effi-
cienza e vitalità di ogni singola lettiera.

Canali di assistenza dedicata


Chiamando il numero verde gratuito dedicato 800 199
653 o scrivendo una mail a info@conitalo.it, verrai ricon-
tattato entro 24 h da personale qualificato e specializza-
to. Saremo in grado di assisterti in primis a distanza e se
ritenuto necessario, intervenendo fisicamente a domicilio
presso il tuo impianto.

info@conitalo.it Numero: +39 011 56 94 795

800 199653

Formazione nelle scuole


L’educazione al benessere, inizia dalle scuole!
Oltre alla tecnologia messa a disposizione, CON.IT.A.LO.
dispone di molte risorse umane dislocate su tutto il terri-
torio italiano. La tecnologia è ottimo strumento a sup-
porto dell’ uomo, ma ciò che per noi è fondamentale e

35
che ci distingue, resta sempre il rapporto umano alla qua-
le dedichiamo molto attenzione.
Siamo certi che l’educazione e l’attenzione al rispetto
del nostro pianeta debba essere coltivata nei giovani. Per
questo offriamo con grande piacere ed enorme entusia-
smo lezioni gratuite presso gli istituti scolastici, con un
programma di 100 minuti efficace e divertente.

Figura 13 - lezione Conitalo presso le scuole elementari

In questo arco temporale, i tuoi figli e/o nipoti assisteran-


no ad una lezione davvero unica ed entusiasmante, capi-
ranno l’importanza del mangiar sano e come si ripercuote
negativamente sulla nostra salute il maltrattamento dei
suoli. Verrà inoltre trasmesso un breve video dove gli al-
lievi viaggeranno virtualmente nel sottosuolo di una pian-
ta, comprendendo le funzioni di un organismo vegetale e
ciò che provoca l’intensivo ma ormai consueto utilizzo dei
fertilizzanti chimici nel terreno.
A fine lezione, potranno tastare con mano i lombrichi e
vedere in diretta ciò che questi straordinari animaletti ri-
escono a restituirci ogni giorno grazie al loro instancabile

36
ed inesorabile lavoro di digestione.
Se anche tu credi che il nostro operato sia quello giusto
per ottenere un mondo migliore, parlane dapprima con le
maestre/i di tuo figlio e manifesta il comune interesse con
una mail. Faremo del nostro meglio per programmare con
il Preside un nostro intervento nella scuola interessata.

Conclusione

Il momento giusto per iniziare


I lombrichi, se mantenuti ad umidità costante e a una
temperatura attorno ai 20°, sono in grado di lavorare
inarrestabili tutto l’anno, 24 ore su 24.
Naturalmente, come per tutto il mondo animale, la pri-
mavera è sicuramente il momento più adatto agli amori
dei nostri amici lombrichi.
Con temperature rigide, questi meravigliosi animalet-

37
ti rallentano la loro alimentazione e conseguentemente
la loro attività sessuale. Essi sono comunque in grado di
resistere al gelo e sotto metri di neve. Indifferentemente
da dove ti trovi potrai quindi sostanzialmente cominciare
in qualsiasi momento. Ovviamente i periodi più favorevoli
per dare il via a un impianto di dimensioni importanti sono
quelli miti come la primavera e l’autunno. Questo nostro
consiglio, frutto di migliaia di forniture, ci ha sempre ri-
pagato nel tempo attraverso la soddisfazione dei nostri
clienti. Con temperature non eccessivamente fredde o
calde, diventa infatti più facile il nostro intervento sul-
la correzione di eventuali gestioni scorrette iniziali, che
potrebbero incidere sulla popolazione dell’allevamento e
ripercuotersi sulla velocità di smaltimento.

3,2,1… Via, iniziamo insieme!


Se hai deciso di approcciarti alla lombricoltura, come hai
ben capito, la prima cosa da fare è dotarsi di lombrichi
adatti ed in un numero corretto per raggiungere al meglio
i tuoi obiettivi.
Da questo momento in poi sarai in grado di rispondere
con chiarezza alle domande mirate che un nostro opera-
tore ti porrà per progettare ad hoc il tuo primo impianto,
e valutare la tua capacità di gestirlo nella maniera più op-
portuna sin da subito.
Contattaci, saremo lieti di ascoltare le tue esigenze e aiu-
tarti a soddisfarle nel migliore dei modi.
Siamo arrivati ormai alla fine della lettura, spero di non
averti annoiato e di averti al contrario trasmesso tutta la

38
passione che metto e mettiamo in questa strepitosa at-
tività. Qualora volessi iniziare, voglio che tu sappia che il
primo ingrediente essenziale, come al solito è…metterci
passione.
Negli ultimi anni sono sempre di più le aziende che ven-
dono lombrichi, qualunque di loro tu scelga il mio consi-
glio è quello di verificare per prima cosa la loro storicità e
i risultati ottenuti.
Non basarti solo sul prezzo, il valore del prodotto è spesso
determinato dal know how e dalla struttura aziendale che
vi orbita intorno.
Una grande esperienza potrà trasmetterti in maniera fa-
cile ed intuitiva gli essenziali accorgimenti da adottare sin
da subito. Se sceglierai di affidarti a CON.IT.A.LO., sa-
premo guidarti ed assistere al meglio anche a distanza sia
tramite consulenze telefoniche che grazie al nostro ge-
stionale. Solo chi ha molta esperienza sarà in grado di rivi-
vere e risolvere con te, attraverso i tuoi occhi e per mezzo
delle tue mani, tutte le situazioni e le problematiche già
vissute per milioni di volte.
Se hai interesse a visitare un impianto di decine di migliaia
di metri, non esitare a contattarci!
Saremo lieti di accoglierti in azienda e farti vivere attra-
verso un tour guidato quello che per noi oggi è il mestiere
più ecologico e remunerativo nell’agricoltura moderna ed
innovativa.
Se ti fa piacere rimanere aggiornato sulle nostre
pubblicazioni, infine, seguici sulla pagina Facebook
”Conitalo” e Instagram “conitalo_humus_e_lombri-
chi”.

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40
Bibliografia

IL LOMBRICO, UN ALLEVAMENTO MODERNO E


REDDITIZIO Luigi Compagnoni 1983

Vermiculture Technology
Earthworms, Organic Wastes, and Environmental Ma-
nagement ByClive A. Edwards, Norman Q. Arancon,
Rhonda L. Sherman

LOMBRICOLTURA, L’ALLEVAMENTO MODER-


NO E REDDITIZIO DEI LOMBRICHI Luigi Compa-
gnoni. Pubblicato nel 1982

Atiyeh, R.M., Arancon, N., Edwards, C.A. and Metzger,


J.D. (2002). The influence of
earthworm-processed pig manure on the growth and
productivity of marigolds.
Bioresource Technology 81, 103-108

L’ALLEVAMENTO MODERNO DEL LOMBRICO E


L’UTILIZZAZIONE REDDITIZIA DELL’HUMUS Luigi
Compagnoni e Giovanni Putzolu. Pubblicato nel 1984
CON.IT.A.LO con
LOMBRICOLTURA
COMPAGNONI.

Lombricoltori dal 1979

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