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Seguendo costantemente le norme CEI, le opere della EDITORIALE DELFINO facilitano la forma- zione professionale nella scuola e nell’industria. DISEGNO ELETTROTECNICO G. Dei Monaco G. Del Monaco G. Del Monaco G. Del Monaco = Convenzioni per impianti di energia. - Lo schema elettrico funzionale. - Atlante dei circuiti, - V. Re - Disegne elettrotecnico ed elettromeccanico. MISURE ELETTRICHE E, Cometta D. Armanini E. Cometta A, Bandini Buti A. Bossi A, Bandini Buti A. Bandini Buti A. Bandini Buti A. Bossi D. Armanini = L. Cibrario - Unita di misura. - Trasformatori per misura e protezione. - Misura delle temperature. - 1 nomogrammi per lelettrotecnico. - E. Coppi - Metodi di misura nei circuiti a corrente continua. - M. Bertolini - Misure elettriche: strumenti e metodi misura. - M, Bertolini - Prove e collaudi delle macchine e de- li impianti. - Elettrotecnica pratica: misure elett - La tecnica delle prove ad impulsi. - A. Bandini Buti - Teoria e tecnica delle misure elettriche. MACCHINE ELETTRICHE E. Carbone M. Rossini M. Bertotini F. Pezzoli P. L. Cerato A. Bandini Buti M. Borsani G. Paleari MECCANICA F. Pasqualini ©. Clerici ©. Clerici - Costruzione e calcolo dei piccoli trasformatori. - Progettazione e calcolo dei motori asincroni trifasi di piccola e media potenza. - Motori elettrici di piccola e piccolissima potenza. -V. Re = Protezione delle macchine elettrichi - | gruppi Ward Leonard: composizione, funzionamen- to, realizzazioni elettroniche, applicazionl. - Elettrotecnica pratica: macchine elettriche. - Calcolo e progetto dei trasformatorl industriali. - Installazione e manutenzione dei trasformatori, - Tracclatura d'officina. isegno tecnico: problemi fondamentali grafici e geometrici - Convenzior macchine, jel disegno tecnico e degli organi delle (Segue in terza di copertina) ERNESTO CARBONE LA COSTRUZIONE E IL CALCOLO DEI PICCOLI TRASFORMATORI EDITORIALE DELFINO - MILANO IV_EDIZIONE V RISTAMPA Copyright 1966 by © EDITORIALE DELFINO Via S. D’Orsenigo 25/27 - Milano ust Unione Tipografica - Via Pace 19 - 20122 Milano CaprroLo 7 PRINCIPI GENERALI Tl trasformatore @ un apparecchio elettrico che tunziona in cortente alter- nata e serve per trasformare una data tensione o corrente in un’altia di valore prefissato, i costruiscono trasformator di tutte le dimensioni, da piccolissimi di pochi ettogrammi per campanelli, a grossissimi dal peso di varie decine di tonnellate pet la trasmissione a distanza di energia eletitica ad altissime tensioni. Il trasformatore consta di un circuito magnetico (nucleo di ferro) e di due o pitt circuiti elettrici (avvolgimenti) (v. fig. 1); quindi costruttivamente il trasformatore & costivuito da lamierino magnetico, da rame, “—) —, raramente alluminio, ¢ da materiale isolan- a te. Il cireuito al quale viene applicata la 4 [> tensione di alimentazione dicesi primario; il! ty 1 circuito dal quale si preleva Ja tensione tra- i> 1 sformata dicesi secondario. ~~. Tl funzionamento del trasformatore & reversibile, cio’ ogni circuito pud funzionare da. primario. Cosi un trasformatore con rap= porto 220/100 V pud essere alimentato a 220 V ed erogare a 100 V come pud ali- Fig. 1 - Elementi de! trasformator I - avvolgimento primario mentarsi a 100 V ed erogate a 220 V, a TZ avvolgimento secondario meno della diversa caduta di tensione al cleo o circulto maguetico secondario. Il lamierino magnetico e il rame sono detti materiali attivi del trasforma- tore. Noi qui ci occuperemo solo di piccoli trasformatori monofasi di tensione per potenze da 10 a 1000 VA, del tipo a raffreddamento naturale in aria, con un solo primario e un solo secondario. Lenergia elettrica immessa nel trasformatore nel passare dal primario al secondario attraversa uno stadio intermedio in cui cambia natura, ossia dallo stato elettrico passa allo stato magnetico e viceversa. Negli schemi per impianti elettrici il trasformatore monofase a due avvol- gimenti viene rappresentato come nelle figure 2. Nel trasformatore abbiamo perdite nel nucleo e perdite negli avvolgimenti che si manifestano sotto forma di riscaldamento. Occorre pertanto che il trasfoimatore sia situato in am- biente a libera circolazione di aria che permetta la dissipazione naturale del calore prodotto. E’ ovvio che lo sfruttamento del lamierino magnetico ¢ degli avvolgimenti debba essere tale che in essi non vengano generate temperature pericolose. Il materiale pit delicato é l’isolamento degli avvolgimenti la cui durata deter- mina praticamente la vita del trasformatore. Per l'isolamento di conduttori viene usato. Lewd re") 9 » o seta, raion, cotone, carta, e Fig. 2 - Rappresentazione grafica del trasformatore monofé due avvolgimenti ~ a) bifllare ~ 6) sehematico - ¢) unifitare. T'avvolgimento risultante pud o no essere impregnato con vernici speciali aventi, oltre a buone propricta isolanti, anche qualith cementanti € di prote- zione contro gli agenti atmosferici. L'isolamento con simili materiali organici impregnati dicesi isolamento di classe A. Alla classe A appartiene anche il filo smaltato tipo oleoresinoso. Per temperature pit alte vengono usati conduttori isolati con mica, amianto, filato di vetro (materiali di classe B) e smalti sintetici (materiali di classe E), Le norme per le macchine elettriche stabiliscono dei limiti di temperatura che non dovrebbero superarsi se si vuole una buona conservazione della mac- china. Questi limiti sono indicati sotto forma di sovratemperature ammissibili sull’ambiente, L’ambiente aria ammesso & di 40? C massimi, Le ultime norme CEI prendono in considerazione per trasformatori a secco gli isolanti di classe A, B ed E. Le tabelle I e II riportano i valori di sovratemperature e temperature ef- fettive ammesse negli avvolgimenti in aria rispettivamente secondo le norme italiane CEI e norme tedesche VDE. L'aumento di temperatura con il metodo per resistenza si ottiene misurando Vaumento di resistenza degli avvolgimenti dall’inizio alla fine della prova. 4 Si misura percid la resistenza iniziale Rj che deve essere fata a tempera- tura t; esattamente conosciuta; in genere sari quella dell’ambiente quando Vavvolgimento sia stato inattivo per un tempo sufficientemente lungo. Indi si rileva la resistenza Ry dell’avvolgimento caldo al termine della prova. Tl ri- scaldamento dell’avvolgimento si ottiene mettendo il trasformatore da pro- vare in funzione al suo catico nominale e tenendovelo fino a che esso non abbia raggiunto la temperatura di regime. La temperatura di regime si ritiene rag- giunta quando il trasformatore non aumenta pit la sua temperatura, In altre Tanrita I —. SOVRATEMPERATURE E_ TEMPERATURE EFFETTIVE AMMISSIBILI NEGLI AVVOLGIMENTI DEI TRASFORMATORI IN ARTA (Norme CEI) Misura con il metodo | Misura a mezzo per resistenza termometro Avvolgimento Ty Sovratem: r con isolamento in Sovratem- Tempera peratura, le peratura va (del punto tel media | @flettiva | ccetsibile| Panto ac media [2cfessil°| “cessibile PI pit caldo Cotone, seta, raion, carta (av- volg, impregnato) Smalto tipo oleoresinoso (fili smaltati) (Isol. classe A) 55°C 95°C | 65°C 105°C Smalto tipo sintetico (Aili smal- tati) (Isol. classe E) 65°C 105°C, 75°C 115°C. Mica, amianto, vetro e altre so- stanze inorganiche combina- te con materiale organico (Isol. classe B) 75°C | 115°C 85°C | 125°C Per il nucleo @ ammesso di misurare, sulla sua superficie, a mezzo termome-| tro, una sovratemperatura di 55°C (cioé temperatura effettiva di 95°C). parole il trasformatore non accumula pit calore; tanto calore viene generato e tanto ne viene dissipato. Con la formula seguente si determina la temperatura finale t; per avvolgi- menti di rame: RR () Y= + Re (2345 + 4) (°C) A chiarimento facciamo un esempio. Sia t; = 20° C e Ry = 100 ohm ri- spettivamente la temperatura e la resistenza dell’avvolgimento a freddo da provare. A caldo, con avvolgimento a regime, si misura Ry = 120 ohm, La temperatura finale raggiunta sara: azo 4 120100 = + 100 (234.5 + 20) = 20 4+,20 X 254,5 = 20 + 50,9 = 70,9 °C La sovratemperatura sara 50,9°C. Taperta Il — SOVRATEMPERATURE E TEMPERATURE EFFETTIVE AMMISSIBILI NEGLI AVVOLGIMENTI DEI TRASFORMATORI IN ARTA (Norme tedesche VDE) Misura con il metodo per Avvolgimento resistenza con isolamento in Sovratempe- | Temperat. ef- ratura media | fettiva media Cotone, seta, raion, carta | non impregnato 50°C 85°C impregnato 0° C 95°C Smalto........eee ee i'600C 95°C ‘Taprrta III — SOVRATEMPERATURE E TEMPERATURE EFFETTIVE AMMISSIBILI NEGLI AVVOLGIMENTI DEI TRASFORMATORI IN ARIA NEL CASO DI CORTO CIRCUITO E PER BREVE TEMPO (Norme VDE) Sovratemp. Avvolgimento con ° ratura media isolamento in Temperat. ef- fetitva media Cotone, seta, raion, carta | non impregnato 908 C 1259 C impregnato 100° C 135°C Smalto ... 120°C 155°C Determinato l'aumento percentuale della resistenza dell’avvolgimento, il corrispondente aumento di temperatura pud pure leggersi direttamente dalle curve della figura 3, per temperature ambiente di 10° - 209 e 30°C. La temperatura degli avvolgimenti, determinata con il metodo per resi- stenza, & la temperatura media del rame. I punti pit caldi bisogna invece determinarli con il metodo termometrico, La misura delle temperature con il metodo termometrico si effettua a mezzo di termometri ad alcool o a mercurio 0 con termocoppie. Il termometro si applica sulla parte accessibile ritenuta pit calda avendo cura di realizzare un contatto termico il migliore possibile e con le condizioni di ventilazione normali del trasformatore. ~ Le temperature indicate nelle tabelle 1 2 sono le massime ammesse quando il trasformatore sia destinato a funzionamento continuo alla sua piena potenza sia portato percid a regime. Nella tabella TIT riportiamo dalle norme tedesche VDE i valori di tempe- ratura che sono tollerati negli avvolgimenti quando il trasformatore funzioni per breve tempo con il secondario in corto circuito ¢ il primario alimentato alla sua tensione normale (temperatura misurata con il metodo della resistenza). Le temperature della tabella TIT sono anche ammissibili, sempre per po- chi minuti, qualora, fuori dei limiti delle norme, si debba progettare un trasfor- matore particolarmente economico. Per esempio un trasformatore destinato a servizio speciale di breve durata il cui intervallo di riposo sia sufficientemente 6 Juogo perché il trasformatore ritorni alla temperatura dell’ambiente (servizio di durata limitata), Infatti per il materiale isolante non esiste una temperatura ben definita oltre Ja quale esso si guasti rapidamente ¢ al disotto della quale non si deteriori 40 2B 26 | { 24 JC 22 20 3 16 | “4 t2 10 o | 0 0 2% 30 4 50 60% 80% 100°C @ = Sorratemperatura rispelts alte lemperalura ambrente le dumento percentuale of resistenta R% o Fig. 3 - Sovratemperature in funzione dell’aumento percentuale di resistenza, Esempio. - Attraverso la misura delle resistonze a freddo (Ri) ¢ @ caldo (Re) dell'avvolgimento si 11g—100 16100 ohm; Ré=118 ohm; R% ===?» a6, Tn cotrispondenza R % = 18 ed al valore della temperatura amblente ta (supposto = 20 #0) legge- remo sulle ascisse il valore di 46 *0 di sovratemperatura, Tn effett quindi, la temperatura reale dell'avvolgimento sara: 20 + 46 = 65 °C. determina aumento percentuale (R%). Suppos affatto. Praticamente il deterioramento del materiale isolante avviene a tutte le temperature ed & funzione della durata del suo riscaldamento. Fertanto & possibile sottoporre il materiale isolante a temperature effettive intorno ai 150°C come indicato nella tabella III, a condizione che queste punte di riscaldamento siano di breve durata. CapitoLo Li CENNI SUL FUNZIONAMENTO Si abbia un circuito magnetico chiuso sul quale sono avvolti due avvolgi- menti, uno di alimentazione (primario) e l'altro di erogazione (secondario) (vedi fig. 4). Se si alimenta tra 1 e 1 il primario a mezzo di una corrente alter- nata si genera un fiusso alternato che si concatena con ambedue gli avvolgi- Fig. 4 - Nucteo a elrculto chiuso con line Gi usso che concatenano simulta- neamente Vavvolgimento Te IL menti, Al secondario tra 2 € 2 si manifesta quindi una tensione alternata; ma finché il secondario rimane aperto in esso non pud circolare corrente, Il funzio. namento con secondario aperto dicesi funzionamento a vuoto del trasformatore e la corrente che circola nel primario dicesi corrente a vuoto Ig. Essa é la risul- tante della corrente di magnetizzazione Ime della corrente Ig richiesta per fare fronte alle perdite nel nucleo (vedi fig. 5). La corrente di magnetizzazione una corrente sfasata in ritardo di 90° sulla tensione, che, come dice la parola, serve @ magnetizzare il nucleo. Le spire N, del primario moltiplicate per la Im diconsi ampére-spire (Ny Im). di magne- tizzazione. La I, invece @ la componente attiva in fase con la tensione e sopperisce alle perdite di Foucault ¢ di isteresi nel nucleo. Essendo la cotrente di magnetizzazione notevolmente maggiore della Iq, la corrente a vuoto risultante @ fortemente sfasata in ritardo rispetto alla ten- sione e pertanto il trasformatore a vuoto si comporta come una bobina di im- pedenza assorbendo dalla linea di alimentazione una potenza fortemente swat- tata. La currente a vuoto si esprime in percento della corrente normale del fun- zionamento a carico e per piccoli trasformatori da 10 a 1000 VA & dell’ordine del 30% + 10% (il valore massimo per i trasformatori pit piccoli). Fig. 5 - Rappresentazione vettoriale dello sfasamento della corrente a yuoto risperto alla tenslone” primarta. corrente a vuoto = Tat ime To = Shivoneatel ative dell sorte a vuoto 14, = Componente raliva’o'dl magnetiszasione oft = sngolo Uh sfasmento. tra ‘conente 8 vasto To e tensione V; nel funzionamento a yuoto del trastormatore. La corrente a vuoto aumenta con ’aumentare del numero dei giunti e della lunghezza del circuito magnetico. Chiudendo il circuito secondario con una resistenza in esso circola una cor- rente ¢ la corrente primaria aumenta in proporzione di quella richiesta dal secondario. Cio’ il trasformatore regola automaticamente la potenza assorbita dal primario proporzionandola a quelia richiesta dal secondario. Questo an- che significa che se si richiede un carico superiore al dimensionamento dei con- duttori gli avvolgimenti bruciano. La corrente I, del primario a carico normale @ notevolmente superiore alla corrente 1, a vuoto. Inoltre J, risulta quasi in fase con V, per cui il trasformatore a carico funziona con un fattore di potenza (cos @) assai superiore che a vuoto. Quando 1a potenza assorbita dal secondario corrisponde alla potenza per cui il trasformatore @ stato calcolato si dice che il trasformatore lavora a pieno carico. Se invece la potenza richiesta @, per esempio, la meta di quella per cui il trasformatore & stato previsto, si dice che il trasformatore lavora a meta carico. Mentre i motori, essendo apparecchi utilizzatori, hanno un proprio fat- tore di potenza ben definito e pertanto hanno la potenza espressa dal prodotto: W = VIcos@ dove: W = watt assorbiti; V = tensione in volt; J — corrente in ampere; cos ¢ = fattore di potenza, i trasformatori, essendo apparecchi di ali. mentazione, forniscono una potenza che é soggetta volta per volta al cos 9 dell’'apparecchio utilizzatore derivato. Quindi per rendere la potenza indipen. dente dal cos ¢ del carico utilizzatore essa si indica di solito a mezzo della po- tenza apparente ossia dal semplice prodotto volt x ampere (potenza per tra. sformatori monofasi). Quando al secondario del trasformatore si applica un apparecchio utilizza- tore la tensione secondaria subisce un abbassamento di valore. Lo scarto tra il valore a vuoto ¢ quello a carico dicesi caduta di tensione. Essa si esprime in per certo del valore della tensione secondaria a vuoto. Vow — Vee (2) 100 Ly, Vw La caduta di tensione oltreché dalle caratteristiche del trasformatore di. pende dal cos @ dell’apparecchio utilizzatore. Cosi uno stesso trasformatere ha cadute diverse a secondo che alimenta un carico resistivo a cos = 1 (come lampade a filamento incandescente, fornelli e stufe a resistenza) o un carieo induttivo a cos @ = 0,7 (come un motore)+ Dialtra parte la corrente ammissibile negli avvolgimenti del trasformatore & proporzionata alla sezione dei conduttori, ossia per un dato trasformatore essa & costante. Ne deriva quindi che la massima potenza erogabile da un trasfor- matore corrisponde a quella di un carico con cos @ = 1. Noi ci riferiamo qui a trasformatori previsti per alimentare carichi a cos =1 per cui i watt assorbiti coincidona con i VA, Abbiamo visto che eccitando il trasformatore si stabilisce nel nucleo un fusso magnetico alternato, Esso & prodotto dalla corrente magnetizzante, che fluisce nelle spire del primario. Per una legge fondamentale dell’elettrotecnica questo flusso induce negli avvolgimenti con esso concatenati una forza elettromotrice il cui valore & dato dall’espressione: (3-0) E = 444(N® dove: E = tensione indotta agli estremi dell’avvolgimento in volt # = frequenza in periodi al secondo N = numero di spire dell’avvolgimento ® = flusso generato espresso in weber La stessa (3-a) ci permette di stabilire il flusso quando al circuito sia ime Pressa la tensione V, alla frequenza f (3-8) © =—-_ 444 fN Essendo il flusso ¢ la sua frequenza eguali tanto per I'avvolgimento pri mario di N, spire che per l'avvolgimento secondario di N, spire, le tensioni ins 10 dotte nei due evvolgimenti stanno fra loro nel rapportc delle spire, per cui si pud scrivere: Ey (4) z E, € Ey = tensioni indotte nel primario e secondario Ne N, = spire del primario e secondario. / ll rapporto delle spire N,/N, = + dicesi rapporto di trasformazione del ras polcha s vuoto la caduta di tensione al secendario & trascurabile, le ten- sioni ai capi del primario e del secondario V, ¢ V, possono confondersi con le tensioni indotte E, © Bs per cui nel funsionamento a vuoto il rapporto tra la tensione primaria ¢ quella secondaria & praticamente eguale al rapporto delle spire, cio’: -y My NM (5) Ey ~ Ver = Ny Quando si alimenta un apparecchio utilizzatore nel secondario passa una corrente di senso opposto alla primaria per cui le amperespire primarie e se- condarie si contrastano fino a lasciare sussistere solo le amperespire di magne- tizzazione necessarie per la creazione del flusso, il quale percid & praticamente costante al variare del carico. ; Percid le amperespire che si vengono ad aggiungere al primario sono eguali ma di segno contrario a quelle de] secondario. ; Nel caso di pieno carico la corrente a vuoto é una piccola percentuale della corrente di carico per cui in via approssimativa si pud scrivere: (6) LN, = LN, Le relazioni (3), (5) e (6) sono fondamentali per V'impostazione del calcolo ci i we rapport allo slrottamento det materiel! attivi dobbiamo tuttavia con siderare ancora due formule, cio la densita di corrente ne} rame e la densita i luzione) nel nucleo. | “ aise aensita di coments indica quanti ampere si ammettono per ogni milli- metro quadrato di sezione del conduttore dell’avvolgimento e la indicheremo con 8: . ) b= L = —corrente inampere__ ( gensita di corrente Aa ” Seu ~ Seaione conduttore in mm? mn La densit& di flusso ® nel ferro & espressa dal rapport 8) 2 = —__Assso (weber) __( induzione in WP (8) 8 = Sa> = “Seaione effettiva del nucleo ia m* mH Quando, come di solito, la sezione effettiva del nucleo é data in cm* il va- lore del flusso in weber 8 dato da: (9) B Sfp x 10-4 = © (Wb) Allora la (3-4) si pud scrivere: (x0) E = 4,44fN® Sy x 10 (volt) i frequenza in periodi al secondo numero di spire dell’avvolgimento induzione in Wh/m* sezione effettiva del nucleo in cm® Nota: Ricordiamo le seguenti relazioni tra il sistema Giorgi (volt, secondo, metro) da noi qui usato e il sistema C.G.S, elettromagnetico (centimetro, grammo, secondo), flusso ® = 1 weber (Wb) = r voit secondo (sistema Giorgi) = = 10° maxwell (sistema C,G.S,) induzione 8 = 1 Wh/m! (sistema Giorgi) = rot gaus (sistema C.G.S 12 Tan. IV — LAMIERE PER TRASFORMATORI TIPON. | 1 | 2 (x) La classificazione delle lamiere in tipo 1, 2, 3, stra comodit& e non ha alcun riscontro in commercio, Tas. V -- PERDITE IN W/kg A 50 Hz PER LAMIE) LAMIERA TIPO 3 4 Lamiera spessore 0,5 mm, le- , . gata al silicio see 105% ST | 1% SI | 2% SE | 4% SI Perdita specifica ws (W/kg) a 1 Wb/mie 50 Hz .. 3,6 3 23 Ly TIPO N. | 5 | 6 7 Lamiera spessore 0,35 mm, = ~ legata ai silicio .. . 4% SI | 4% St | 4% SI Perdita specifica ws (W/kg) a 1 Wb/m? e 50 Hz... 13 1,08 08 Valori dell’induzione 8 in Wb, & stata fatta per no- RE IN COMMERCIO »/m* (v. nota Tab. IV) 0,8 10 12 15 N. 1 = spessore 0,5 mm, | 2,10 | 3,60 5,30 8,60 N. 2 = spessore 0,5 mm | 185 | 3,00 4,50 740 Sa -spewmreos mm | sae | ase | sas ‘5.60 | N. 4 - spessore 0,5 ‘am | 1,06 | 1,70 2,50 4,00 N. 5 - spessore 0,35 mm | 0,84 | 1,30 1,96 | 3:25 N. 6 - spessore 0,35 mm | 0,68 | 1,08 1,58 2455 N. 7 - spessore 0,35 mm | 0,52 | 0,80 1,16 1,86 13 Capitoro TL PERDITE NEL TRASFORMATORE Come in tutte Je macchine anche nel trasformatore si hanno perdite che si manifestano nei materiali attivi. Abbiamo cicé perdite nel ferro e perdite nel rame. A) PERDITE NEL FERRO DEL NUCLEO. Le perdite nel nucleo sono costituite da perdite di natura elettrica (per correnti parasite) e perdite di natura magnetica (per isteresi). Le perdite per correnti parasite costituiscono dal 20 al 40 % delle perdite nel nucleo; la rimanente parte dell’8o + 60 % & costituita dalle perdite per isteresi. a) Perdite di natura elettrica; ossia perdite per correnti parasite. Se il nucleo fosse costituito da una sbarra di ferro massiccio, le correnti indotte in esso produrrebbero alte perdite le quali darebbero luogo a un forte riscaldamento del ferro. Per tato, per limitare queste perdite, il nucleo viene laminato, ossia formato da tati sottili lamierini di spessore 0,35 — 0,50 mm. debolmente iso-lati tra loro, Fer ostacolare ulteriormente la circolazione di queste correnti parasite si aumenta la resistivita del ferro usandolo in lega con piccole percentuali di si- licio. Si ottengono in tal modo le cosiddette lamiere legate. Le perdite per correnti parassite variano direttamente con il quadrato dello spessore del lamierino, con il quadrato dell'induzione, ossia della tensione di eccitazione, con il quadrato della frequenza e inversamente alla resistiviti della lamiera. 2) Perdite di natura magnetica ossia per isteresi. Il ferro oppone una certa inerzia alla variazione del campo magnetico cui @ sottoposto per cui i valori dell’induzione seguono con un certo ritardo (isteresi) i valori del campo magnetico. In altre parole il passaggio dell’energia dallo stato elettrico a quello magnetico avviene con una certa perdita per isteresi, Essa dipende dalla qualita del materiale e non dalla forma del nucleo; qundi 1a la- minazione del nucleo non infiuisce su di essa. 14 Le perdite per isteresi aumentano all’incirca con il quadrato dell’induzione, ossia della tensione di eccitazione, e con la frequenza. La separazione delle perdite ha solo scopo di indagini. Nella pratica si determina sperimentalmente il valore complessivo di per- dita traducendone le leggi di variazione in funzione della frequenza e dell’in- duzione. Percid i Jamierini vengono catalogati in commercio secondo la loro per- dita teorica per kg determinata con l’apparecchio di EPSTEIN. Questo apparec- chio consiste essenzialmente di un nucleo magnetico campione eseguito con striscie della lamiera in prova. I nucleo porta avvolgimenti di caratteristiche note. ‘Alimentando l’apparecchio di Epsrsin, a una data frequenza, con valori diversi di tensione (a forma d'onda praticamente sinussoidale) si pud tracciare la curva di perdita del lamierino in prova. Diamo nella tabella TV la cifra di perdita in watt per kg, per 8 = 1 Wb/m* e f =50Hz, di alcuni tipi di lamiera in commercio. Si pud ritenere con discreta approssimazione che, a pari frequenza, per valori di 8 compresi tra 0,8 e 1,4 Wb/m? la perdita teorica vari con il quadrato dell’induzione. Cosi riferendoci alla lamiera tipo (x) si haz per 8 = 0,8 Wb/m? 3,6 x 0,8 = 2,3 watt/kg per B = 1,2 Wb/m? 3,6 X 1,2 = 5,2 watt/kg Per valori di frequenza diversi da 50 Hz la perdita varia nel rapporto delle frequenze (per frequenze tra 40 e 60 Hz), Es,: A 42 Hz le perdite diminuiscono, a pari induzione, nel rapporto 42/50 = 0,84. Percid la lamiera (1) per 8 = 1 Wb/m* ¢ frequenza = 42 Hz ha per- dita 0,84 x 3,6 = 3,02 W/kg. Quindi possiamo determinare con sufficiente approssimazione la perdita per kg di lamierino, ad una induzione e frequenza qualunque, semplicemente con la seguente formula: i (a1) Wikg = —— w, B* 50 dove: {= frequenza in periodi al secondo della tensione di alimentazione ws perdita specifica a 1 Wb/m? per 50 Hz (in base al tipo di lamierino: vedi tab. IV) ® = valore dell’induzione considerata espressa in Wb/m* Crediamo utile riportare nella tabella V i valori teorici di perdita, dati dalle ferriere per 50 Hz, a diversi valori di induzione. ‘Nella determinazione delle perdite reali del nucleo di un trasformatore i valori teorici di perdita sopra riportati vanno maggiorati di circa il 20 % per tenere conto del peggioramento di caratteristiche che il lamierino subisce in conseguenza della tranciatura e di altri maltrattamenti a cui é sottoposto In definitiva le perdite reali nel nucleo si possono caleolare con la formula, seguente: t (22) Wie = 1,2 — w, 8? kgy, (watt) 50 15 perdita reali in watt del nucleo 7” =frequenza della tensione di alimentazione ws = perdita specifica teorica del tipo di lamiera scelta a 1 Wb/m* (tab. IV) x valore dell'induzione in Wb/m* kgy, = peso in kg del lamierino del nucleo. B) PERDITE NEL RAME. Nei piccoli trasformatori che trattiamo le perdite nel rame si riducono alle sole perdite ohmiche perch’ avendosi conduttori sottili e frequenze non elevate le perdite per correnti parasite sono trascurabili, Pertanto possiamo scrivere: Weu Ry + IR, (watt) Wew = perdita totale in Watt nel rame I," = corrente in ampere nel primario TZ, = correnti in ampere nel secondario 2, =resistenza in ohm dell’avvolgimento primario Ry =resistenza in ohm dell’avvolgimento secondario La resistenza di un conduttore elettrico si calcola: (14) R=e (ohm) dove: resistenza in ohm alla temperatura t?C 2 = resistenza specifica (resistivit’ in Q mm*/m alla temperatura t? C) J = lunghezza del conduttore in metri s ezione del conduttore in mm* La resistenza dei metalli aumenta con la temperatura. Per rame elettrolitico dei conduttori elettrici si assume p = 0,0175 2 mm*/m per temperatura di 15 °C. Per temperatura di 75°C ¢ = 0,021. Convenzionalmente le perdite sono riferite a 75 °C. Pud riuscire comodo ij calcolo delle perdite ohmiche nel rame in base al peso del conduttore senza fare intervenire nt la sua lunghezza né la sezione Abbiamo allora: Weu = 2,37 8 kgeu (Wa 750 C) dove: 3 densiti di corrente Tegow = peso del conduttore in kg Esempio: In un conduttore di rame avente peso di 100 grammi e densit& eguale a un 1 A/mm? si hanno 2,37 x 1? x 0,1 = 0,237 watt. Invece per 8 = =2Ajmm? si hanno 2,37 X 2% x 0,1 = 0,95 watt. RENDIMENTO DEI TRASFORMATORI Conoscendo le perdite nel rame e nel ferro si pud determinare il rendimento del trasformatore: VA ser (5) a= ——— x 100 VAsec + Wie + Wen 16 dove: * rendimento percentuale del trasformatore VAge = potenza resa al secondario Wye = perdita nel ferro in W Wen perdita nel rame in W Quanto pit grande é la potenza di un trasformatore, tanto migliore di so- lito & il suo rendimento. A titolo di orientamento diamo i seguenti valori di rendimenti per potenze da: 3a ro VA — 60-70% 10a 30 VA — 65-80% goa 50 VA — 75-85 % 50 a 100 VA — 80-90 % 100 a 1000 VA — oltre il 90 % 7 z-an Carrtoro 1V NUCLEO Il nucleo 0 circuito magnetico ha lo scopo di raccogliere e convogliare il flusso magnetico generato dagli avvolgimenti. Il nucleo costituisce un circuito magnetico chiuso che nei piccoli trasformatori monofasi viene realizzato in tre forme: nucleo a mantello (fig. 6-a), nucleo a due gambe (fig, 6-b) e nucleo ad anello o toroidale (fig. 6-c). Le forme generalmente usate sono le prime due. andomento dle | face Fcsce— Hoestra colomna 0 genba ool orvelpinenls TK geve He spessore cel pea a sez a-a Fig. 6a - Nucleo monofase a mantello. 18 Premettiamo che nella costruzione di trasformatori normali @ necessario che l’avvolgimento primario e secondario siano avvolti uno sopra l’altro, 0 per lo meno sulla stessa gamba, in modo che ambedue siano concatenati con lo stesso flusso, al fine di limitare la caduta di tensione al secondario, - oo F —t— . | finestra A RC 0 t att PL | coleane 0 genie a a = ————_} ae Li 8 I at Hsspessore oe pecco sez a-a sez. ava Fig. 6b - Nucleo monofase a due gambe. Fig. 6c -Nucleo ad ancllo, 21 42 24 Fig. 7a - Nucieo monofase a Fig. Tb = Nucleo monotase a Pig. 7e - Nucteo monofase ad ruintello:Insola colonnaccene due. gaimbe "=" Due’ bubing, —anelio avvoltos irate porta giv‘avwoigimenti. egualf una su ogel gembe, ri'morectitaettayvoigiaen: °° sek emis fo primarto 2-2 moreettl dellavvoigimen- to secondarto. Solo per costruzioni speciali in cui sono richieste forti cadute di tensioni il cimario si avvolge su una gamba diversa da quella del secondario. PrimNel nucleo a mantello (fg. 7-2) si ha una sola bobina, comprendents Bian . ha una So s te gl a imenti primario e secondario, che viene infilata sulla gamba centrale, Le du cone erenton portano aveolgimenti © costituscono la chiusura del cir cuito della gamba centrale. 42 4 2 Fig, &b - Avvolgimento primario * in serie e avvolgimen- to secondario in paral- tee Fig. 6a - Awvolgimento pri- ‘* mario ¢ secondario imbeaue conness! in'serle. | _ a = He | fs ‘ Fig, 9 - Bobine Fig. 10 ~ ‘Bobine Rsesarie mbes primarie "wvole Sue avvolte nel- fe tn senso op- posto, connesse Big. 12 = Be ‘Brimarie ‘vvol Tein senso op- poste connesre Fig. 11 - Bobine Drimarie avvolte nnello stesso sen- 0, connesse in tonnesse in'serie: Tn paraltelo. darailelo. insert posi mk NY BOBINA Ne pL cant snstea Nao | \ canta estat 13 « Bobine in serie - £ come se af avesse untunica bobina Fig. 13 ‘distesa sul nucleo reso rettilineo. 20 Pertanto la dimensione F nel nucleo a mantello é generalmente la meta di C. Nel nucleo a due gambe (fig. 7-b) le bobine sono due, ognuna comprendente met& spite del primario e met& spire del secondario, che possono essere indi- pendentemente connesse in serie o in parallelo tra loro. Cioé un avvolgimento, per esempio il primario, pud avere le due gambe in serie e il secondario le due gambe in parallela (v. fig. 8-a e 8-b). Il parallelo si usa quando, avendo forti correnti, occorre sdoppiare i conduttori, Naturalmente nell’eseguire le connes- sioni tra bobine di due gambe bisogna porre attenzione che le tensioni non si annullino, Nelle figure 9, 10, 11, 12 diamo le connessioni corrette che per chia- rezza sono riferite ad un solo avvolgimento. Una regola semplice per ricordare il senso di avvolgimento di due bobine da connettersi in serie é pensare di con- tinuare I’avvolgimento alla seconda gamba attraverso il giogo. Infatti i due av- volgimenti in serie passono considerarsi l’uno come la continuazione dell’altro; ovvero come un unico avvolgimento del nucieo reso rettilineo (v. fig. 13). Mentre per il nucleo a mantello e per quello a due gambe gli avvolgimenti vengono pre- parati a parte su forme e si possono quindi eseguire a machina, il nucleo ad anello non permette una disposizione uniforme dell’avvolgimento (per la dif- ferenza tra diametro interno ed esterno) ed esige che le spire vengano avvolte direttamente su ess € a mano. Data questa difficolt& e il maggior sfrido per la tranciatura il muclea toroidale & poco usato bench magneticamente sia superiore agli altri tipi, potendo essere esegnito senza giunti I nuclei, qualunque ne sia la forma, sono costituiti da tanti lamierini so- vsapposti; ogni lamierino ha lo spessore di 0,35 0 0,5 mm. Essi vengono isolati tra loro mediante un sottile foglio di carta o a mezzo vernice speciale applicata su una faccia ossia verniciando un Jamierino si e Valtro no, Si tiene conto dello spessore dell’isolamento introducendo nel calcolo della sezione netta della gamba un coefficiente di stipamento Ks che indi- chiamo nella tabella VI. Tap. VI — ISOLAMENTO DEL LAMIERINO Fattore di stipamento Ks Lamierino magnetico Spessore del foglio con | con carta vernice 0,35 mm ... ni 1,09 1,08 1/06 0,5 mm... Variando il numero dei \amierini sovrapposti @ facile variare la sezione del nucleo, Generalmente @ bene che lo spessore H del nucleo carrisponda alla larghezza C della gamba dell’avvolgimento in modo da avere la minima lun- ghezza di spira dell’avvolgimento. Per quanto riguarda il tipo dei giunti magnetici questo pud essere del tipo a lamierini intercalati (fig. 14) 0 a lamierini affacciati (fig. 13). Il tipo a lamierini affacciati facilita molto il montaggio dell’avvolgimento e V’impaccatura dei lamierini, Perd & pit complessa la chiusura del nucleo dovendo prevedere dei tiranti a vite per tenere i gioghi ben serrati contro le colonne. Per evitare che i 21 Fig. 16 ig. 17 Cartonelfo “isotante Nucleo ‘con Blunt! af- Sai iinetl per evltare faccioti “per etl glogo Tee Httemnerlal della supertore-e glut in- CBionaa mettano: in tercatat neltinferiore orto’ ciecutto quel el dioao. Fig. 14 ig. 15 Giunto a lamiere inter- Glunto a Ia- ccalate. mlere affac- ‘late, Fig. 18 Pig. 19 ig, 20 Diverse forme di glunt! di lamferin! tranciatt Fig. 21 Nucleo a due gambe ren~ Hazzate com lamierint (2 Gliati con la tagierina. Pgralo 2 strafo Fig. 22 Pstralo Balraro Pig. 23 rst clatem! dl tagtio edjimpaccatura per reallzzare il nucleo Diversi siateml dt tafe a has 20. lamierini dei gioghi mettano in corto circuito quelli delle gambe e viceversa, il che comporterebbe aumento di perdite per il formarsi di correnti parasite, nelle parti affacciate viene interposto un foglio di carta, o cartoncino, di spes- sore 0,03 + 0,04 mm (v. fig. 16}. Alle volte si usa il giunto affacciato per uno dei gioghi mentre Valtro si fa del tipo intercalato (fig. 17). In commercio esistono lamierini tranciati sia per nuclei a mantello che per nuclei a due gambe con un numero limitato di giunti, Nel tipo a mantello i pit piccoli hanno wn solo taglio sulla gamba centrale (fig. 18), i pitt grandi invece sono composti di due parti uguali che vengono af- facciate (fig. 19 e fig. 20 ). Per formare il nucleo a giunti sfalsati i singoli la~ mietini vengono infilati nel rocchetto dell’avvolgimento disposti alternativa- mente in un senso e nell’altro in modo che i tagli di due strati vicini siano fra loro sfalsati. Un nucleo di facile costruzione, perch’ i lamierini si possono tagliare con una semplice taglierina, é quello a due gambe rappresentato in fig. 21. Esso 6 costituita solamente da due formati di lamierino disposti alternativamente in modo da avere giunti intercalati, Si hanno perd quattro giunti invece dei due esistenti per lamierini tranciati speciali. Le figg. 22 e 23 indicano due tipi di ta~ glio dei lamierini per impaccatura a giunti sfalsati, Completato il pacco dei lamierini essi vanno stretti a mezzo di una salda legatura con cordicella ti torta, in modo che non possana vibrare e risultare rumoro: Per i nuclei tranciati i fornitori dei lamierini di solito hanno gia serrapac- chi e calotte adatte al nucleo e agli avvolgimenti. In Italia non si @ ancora effettuata la normalizzazione dei lamierini tran- ciati per piccoli trasformatori. Perd alcune ditte hanno costituito delle serie proprie con rapporti ben de- finiti tra le dimensioni. Riportiamo, a titolo di esempio, alcune relazioni relative alle dimensioni che caratterizzano i lamierini di una nota ditta: — la larghezza C della gamba centrale é il doppio della larghezza D della finestra C = 2D; — l'altezza E della finestra é il triplo della sua larghezza E = 3D; — la larghezza D della finestra @ uguale alla larghezza F del giogo D = F; — rapporto fra I’area piena del lamierino e l’area della finestra: area piena del lamierino area libera della finestra 23 CaprtoLo V AVVOLGIMENTI E RELATIVI ROCCHETTI Nei piccoli trasformatori gli avvolgimenti primario e secondario di solito sono avvolti uno sopra l’altro e formano una unica bobina. Tl conduttore viene avvolto a spirale in pit strati su un rocchetto che ha la funzione sia di isola- mento verso il nucleo che di sostegno degli avvolgimenti. Il rocchetto di solito si costruisce in carta o cartoncino incollato in moda da risultare sottile e nello stesso tempo robusto e rigido. Si pud fabbricare un rocchetto servendosi di una forma di legno suila quale si avvolge della carta in pitt strati, incollati tra loro con colla da falegname o gomma arabica. Si prevede la carta pitt larga dell’altezza del rocchetto, si taglia agli estremi lungo gli spigoli e queste parti si ripiegano e incollano alle due flange, le quali in tal modo vengono rigidamente fissate al corpo del rocchetto. L’uscita dei capi dell’avvolgimento all’esterno del rocchetto avviene at- traverso fori praticati nelle flange in corrispondenza della zona non coperta dalle lamiere del nucleo, Le uscite sono sempre punti delicati specialmente quando il filo @ sottile ¢ facile a rompersi. In questi casi si saldano i capi dell’avvolgi- mento, ¢ le eventuali prese, a sottili lastrine di rame le quali si possono facil- mente fermare sul rocchetto e portare all’esterno. Le lastrine saranno isolate tra fogli di carta. Invece di lastrina di rame pud usarsi treccia flessibile di rame che pud fa- cilmente piegarsi senza eccessivo pericolo di spezzarsi. Le spire sul cartoncino vengono avvolte a spirale, una accanto all’altra fino a riempire la lunghezza del rocchetto; formano cio’ un primo strato sopra il quale vengono avvolti altri strati fino ad esaurire le spire richieste. Tra gli strati pud essere interposto un sottile foglio di carta. Alle volte l'in- terstrato si pone tra ogni strato, altre volte tra gruppi di strati. 24 La carta ha il triplice compito di irrigidite la bobina, di rendere gli strati uniformi, non permettendo lincastro delle spire nello strato sottostante e di assicurare un adeguato isolamento. Naturalmente, per quanto sottile, l'interstrato incide assai sull’utilizea- zione dello spazio disponibile per l'avvolgimento e l'utilizzazione & tanto minore quanto pit piccolo @ il diametro del filo. Dinensionamenla ae! rocchetlo -spessori eartone Soessore a fae 12208 600 ”“ ¥ |ax2208 6007 spesore © Ty yy, "4 atm’ etmn) | ainal| cin) to- w0\ 15 | 10 | 20 | 45 100- 500 20 | 15 | 25 | 20 \ Corpo (00-1000) 25 | 20 | 30 | 25 @ ipessore ellak ob/ roechello-cariontino spessore del corpo ot racchelb-carloncina Fig. 24 - Dimensionamento del rocchetto di sostegno degll avvolgimentt in funzione della potenza del trasformatore e del valore pit alto della tensione degli! avvolgimentl, L’uso degli mterstrati & basato su criteri vari, quale il diametro del filo, il tipo di isolamento e la tensione che risulta tra strati. La fig. 24 da alcune misure per il dimensionamento del rocchetto, Tra avvolgimento primario e avvolgimento secondario verra sempre di- sposto una fasciatura di carta il cui spessore sara in relazione al valore del tensione degli avvolgimenti, La bobina finita sara a sua volta fasciata con nastro di cotone, o carta, met& sovrapposto in modo che gli avvolgimenti risultino ben legati e protetti Infine la bobina finita potra, dopo eventuale primo essiccamento in stufa, essere immersa in vernice Sterling 0 lacche equivalenti, che, a seconda del tipo. potranno esigere un asciugamento ancora in stufa. CavrtoLo VI PROCEDIMENTO DI CALCOLO II progetto di un trasformatore pud eseguirsi in numerose soli.zioni, poten™ dosi alterare, entro limiti abbastanza vasti, il rapporto tra il peso del lamierino magnetico € quello del rame. Talvolta saranno esigenze di ingombro o di ripartizione perdite, pit so- vente il fattore economico, ciod il rapporto tra il costo rame e costo lamierino, a indicare se @ da preferirsi un nucleo pit: grande con meno rame ad uno pid piccolo con pitt rame, Per trasformatori che debbono rimanere con il primario inserito di conti: nuo, put avendo il secondario che eroga corrente solamente ad intervalli (per esempio l’alimentazione di un frigorifero attraverso un trasformatore) (*) sar’. consigliabile cercare di ridurre al minimo le perdite a vuoto nel ferro e percid si preferirh un peso di nucleo piuttosto piccolo, Se nulla & precisato il trasformatore si intende per servizio continuo, Quando si esige un funsionamento particolare esso deve essere esplicita- mente indicato nella richiesta. Ricordiamo brevemente: — il numero di spire aumenta diminuendo Ja sezione della colonna del ferro; — la sezione del conduttore degli avvolgimenti & indipendente dalla se- zione della colonna del ferro, cioé dal numero di spire. Pertanto aumentando la sezione del ferro in genere si risparmia rame ¢ viceversa. Generalmente per limitare le perdite, e la corrente a vuoto, oltre che il ronzio del nucleo (dovuto alle vibrazioni dei lamierini) si lavora intorno a 1,2 (+) Spesso si preferisce inserire ¢ disinserite il carico agendo sul circuito secondario e non sul primario, lasciando in tal modo il trasformatore eccitato di continuo e cid per sottrarre’ gli apparecchi alimentati dal trasformatore alle sovratensioni di estracorrenti originate nel trasformatore stesso. 26 s s s g 3 z £ 5 or 2 03 GOS q 2 3 4¢ 567890 2 ws2 Wide? Fig. 25 -Sopraclevazione sall’amblente delia temperatura media a regime per piccole bobine in aria (alterza massima 1,5 dm) su nucleo eceitato, ‘La formula esponenaiale corrispondente 8: 9° = 18 ws 843 dove 0° = sopra clevazione me~ dia in gradi della bobina sull’'ambiente, wg = watt nella bobina per dm* di superficie disperdente, Esemplo: con ws = 5 Widm! si legge una sopratemperatura di 50° 0. Se latemperatura dell’ambiente & di 40° © la temperatura raggiunta dalla bobina & dt 50° + 40" = 90° C. \Wb/m®, Con lamiera a bassa perdita, se non ha importanza la rumorosit& del nucleo, si pud arrivare fino a 1,5 Wb/m*. ; Data la disposizione delle lamelle e la loro vasta superficie esposta le per- 27 dite generate nel lamierino vengono in genere facilmente dissipate ¢ quindi di esse, almeno dal lato riscaldamento, non ci preoccuperemo. Cercheremo invece di valutare il riscaldamento degli avvolgimenti per potere determinare la massima corrente ammessa in essi nel rispetto delle so- vratemperature delle Norme. Sul riscaldamento degli avvolgimenti & basata a nostra impostazione di calcolo. La curva di riscaldamento dalla quale sono derivate le tabelle di calcolo, 128 (pag. 45 + 57), @ data dalla fig. 25 e vale per piccole bobine di avvol- gimenti aventi un'altezza massima di circa 1,5 dm e disposti in ambiente a libera circolazione d’aria. In base ai watt per di* di superficie disperdente si leggono le sovratem- peratwie medie raggiunte negli avvolgimenti. Esempi: avendo 2 W/dm? si ha 23,5°C di sovratemperatura sull’ambiente ; con 5 W/dm? si ha 50°C di sovratemperatura sull'ambiente, I watt da dissipare sono le perdite calcolate negli avvolgimenti ¢ la super- ficie disperdente (espressa in dm*) si pud titenere eguale a 1,5 volte la superficie cilindrica esterna della bobina. Questa & una valutazione semplificata: infatti [a superficie disperdente reale & costituita: a) dalla superficie libera cilindrica esterna della bobina; d) dalle superfici degli spessori delle due testate deila bobina, la cui ef- ficienza @ perd diminuita dal ricoprimento delle flange del rocchett ©) dalla superficie interna della bobina affacciata al nucleo, attraverso il quale, perché di solito & a temperatura inferiore a quella della bobina a pie- no carico, avviene pure una dispersione di calore. La somma delle superfici 6) ¢ ¢) si ritiene equivalente a meta della super- ficie a) per cui, come detto sopra, la superficie disperdente effettiva totale si assume sia una volta e mezza quella della superficie a). Ne deriva che la corrente ammessa nel conduttore diminuisce con I'au- mento dello spessore della bobina. Nelle tavole da r a 8 (pag. 45 + 57) sono riportate le varie curve per Ia determinazione delle grandezze che interessano il calcolo. La loro applicazione é riportata al calcolo dettagliato di un piccolo trasfor- matore monofase a mantello da 300 VA. (tav. 9 a pag. 58 e seguenti), Altri esempi di calcolo di trasformatori a mantello sono stati invece eseguiti su moduli dai quali @ pit facile avere una visione d’assieme di tutti gli elementi del trasformatore. Il procedimento di calcolo indicato nelle tavole 1 + 8 é valido sia per i trasformatori a mantello che a due colonne. Tuttavia, per questi ultimi — essen- do Vavvolgimento suddiviso in due parti — @ opportuno tenere presenti al- cune lievi varianti di impostazione, come @ indicato nel capitolo che segue, 28 Caprroto VIL TRASFORMATORE MONOFASE CON NUCLEO A DUE COLONNE Il calcolo, come @ stato detto nel capitol precedente, si conduce in modo analogo a quanto indicato per il nucleo a mantello, ad eccezione dei seguenti punti: scelta delle dimensioni del formato del nucleo: A x B(cm’) = 50 ) VA/fB (nucleo a due colonne, due colonne avvolte) A x B(cm) = 80 ) VA//B (nucleo a mantello, una colonna avvolta) . VA x (I + v%) voltispira = Fe (DT x By Musleo a 2 colonne) — voltyspira’= 2%VAx es (nucleo a mantello) Ajem* x (D’ x E” per il nucleo a due colonne lo spessore dell’avvolgimeato si determina in base alla dimensione D’ del rocchetto, la quale dimensione @ un po’ minore della met& della finestra D; — per il nucleo a mantello lo spessore dell'avvolgimento si determina in ase alla D’ che & un poco inferiore al totale della finestra D. Per il nucleo a due gambe avremo pertanto gli avvolgimenti ripartiti su due bobine eguali, una per ogni gamba, ognuna composta di meta spire del primario e met& spire del secondario. Le bobine in genere si prevedono per la connessione in serie. La disposizione in parallelo si effettua quando si abbiano forti correnti e occorra quindi disporre due conduttori in parallelo, Esempio di calcolo di trasformatore monofase%sw nucleo a due colonne, "Elementi noti: 300 VA; f = 50 Hz V, = 220 V, Vye= 160 V a cosp=1 Elementi prefissati: nucleo a due colonne: 29 — lamierini spessore 0,35 mm; isol. carta; perdita ws 1,2 Wb/m?; — avvolgimenti in filo rame smalto normale. Elementi di orientamento per l’impostazione del calcolo: — scelta delle dimensioni del formato del nucleo: A x B(cm‘) = 50 J 300/50 x 1,2 = 112 em* Poniamo che il nucleo disponibile pit. prossimo risulti: AX B=15 x9 =135 cm? ed abbia le seguenti dimensioni (fig. 26): a To A = 150 mm Jf | +i, |B = 90 mm |S! C = 30mm |e ~ D = 30mm “4 E = 90mm hoe Big. 26 Ogni rocchetto sara eseguito per avere (fig. 27): D = 12 mm E’ = 85 mm D’ x E’ = 10,2 cm? gi = 05 mm (gioco radiale interno) é 1,5 mm (Spessore del rocchetto) a 2 mm (spessore dell’ala) Dalla tav. 3 determiniamo il rendimento 4 = 91,5 %. Dalla tav. 4 la caduta al secondario v % 305+ Primario: 300 =n0V, = Vy=220V, Tha So = to A Secondario: Vo = 160V, Vy = 160 X 1,035 = 166V, 1, = 322 21,88 A. 160 Per spessore di avvolgimento di 15. mm dalle tavole 5 6a abbiamo: Primario: 4, =0,9, @,=0,97, im mm? 0,636, A/em* = 97, 30 1,96 W/kg a Ny Secondano d, =1,0, mm* 0,785, VA x (tr + 0%) 300 X 1,035 Ajem® x (DX EB) ~ 97,5 X 10,2 sp/V = 3,2 N, = 3.2 x 220 = 704 spire totali (due gambe) Ny » 166 = 532 spire totali secondarie (due gambe) N,/2 = 352 spire primarie per ogni. bobina 266 spire secondarie per ogni bobina Spire per strato: Visp = I 8,5 x 9,8 = 83 spire II) 8,5 X 8,8 = 75 spire Numero di strati: T) 352 : 83 424 = 5 strati II) 226 : 75 3,55 = 4 strati Spessore radiale: T) 0,07 x 5 = 4,85 M1) 1,08 xX 4 = 4,32 on X 4 = 0,40, 0,10 X 3 = 6,30 4 = 5,25 mm xi = 4,02 mm Ingombro assiale: 1) 0,97 X 84 = 81,5 mm Tl) 1,08 x 76 = 82 mm Ingombro radiale totale: 2git2et sit cit rit eetzet 2 fase, Disposizione radiale: 2gi 1,00 42,5 (spessore del pacco) 26 3,00 72,5 X 2 = 145 mm zi 4,62 8,62 (v) — Spira media II: i= 145 + 4 X 8,62 = 179,5 mm Spira media I: ly = 145 + 4 X 19,49 = 223 mm 26,74 mm <30 mm (D) Peso del rame: I) 8,9 x 2 X 352 X 0,636 X 223 x 107% x 2 x 26 0,89 kg © X 0,785 X 179,5 X TO 0,67 kg 1,56 kg Perdite /?.R nel rame: J) 2,37 X 2,342 x 0,89 1,6 watt TI) 2,37 X 2,30° x 0,67 ot watt 20,7 watt tot. 0,312; 31 32 Peso del lamierino: Ax B—D x E = 108 om TT X 108 X 4,25/1,09 X 10-* = 3,24 ke, Perdite nel lamierino: 1,2 X 1,96 X 3,24 = 7,6 watt Verifica della caduta di tensione al secondario: 11,6 532, oF 149 704 2,88 La tensione a vuoto secondaria dovrebbe quindi essere di: 160 + 10,75 = 170,75 volt = 5,9 + 4,85 = 10,75 volt Dobbiamo quindi aumentare le spire secondarie da 522 a 547. Verifica del rendimento: 300 = 91,3 % (previsto 91,5 %) 20,7 + Caprrozo VIII PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO E IMPOSTAZIONE DI CALCOLO DEGLI AUTOTRASFORMATORI Generalita Si abbia un nucleo con un solo avvolgimento, per esempio, di 10 spire, e questo sia alimentato a 100 volt, Derivando dallo stesso avvolgimento due pre- se, comunque situate, tra i loro estremi risulta una tensione che é proporzionale al numero di spire incluse tra le prese, come se si avesse un avvolgimento se- condario separato, Possiamo quindi sctivere, come per un trasformatore a due avvolgimenti: v= 100V Nis 10spire Vee Ne= 6 spire 0000000000 Fig. 28 - Schema di principio det'sutotrasformatore. Nel nostro esempio (fig. 28): V, = Vi NN, = XE 60 v 10 33 D’altra parte sappiamo che la corrente che fluisce nel secondario @ in ogni istante di segno opposto alla corrente nel primario, essendo le amperespire del primario eguali alle amperespire secondarie. Infatti trascurando la corrente a uoto, si pud scrivere: NyI, = Nels. Ritornando alla nostra figura, appare quindi che nel tratto di avvolgi- mento che funge da secondario la corrente che vi passa é la diferenza tra le corrente secondaria e la corrente primaria (nel nostro easo 54 — 34 = 2A). Un circuito siftatto rappresenta il circuito di un autotrasformatore (fg. 28). Pertanto l’autotrasformatore @ un trasformatore particolare avente un unico avvolgimento, che pud considerarsi come risultante dalla soveapposizione del circuito primario al circuito secondario. Considerazioni sull’autotrasformatore. $i possono considerare nell’autotrasformatore due parti dell’avvolgimento la I (ig. 29) che appartiene solamente al circuito a maggior tensione e la I] che @ in comune sia al ciscuito di alta tensione che al circuito di bassa tensione. ‘La parte I la denomineremo avvolgimento serie ¢ la parte I] avvolgimento comune. Fig. 29 - Suddivisione dell avvolgimento in tun autotrasformatoce. Essendo la corrente del primario I, in opposizione alla corrente secondaria T,, Vavvolgimento comune (IT) viene percorso dalla differenza delle due correnti T,—T, e percid & possibile fare une economia nella sezione del conduttore, ‘Trascurando perdite, cadute e corrente a vuoto possiamo per l’autotra- sformatore monofase scrivere: - potenza prelevata dalla linea = potenza resa potenza passante, os: Vly = Vala = VA () — potenza nell'avvolg, serie = potenza nell’avvolg. comune = potenza interna, ossia: (Vy — V2) Ty = Ve Ip — Lh) = VAL (2) La potenza espressa nella (x) dicesi potenza nominale 0 potenza passante delt'autotrasformatore; quella espressa nella (2) @ la potenza trasformata 0 po- tenza interna dell’autotrasformatore. Tl rapporto tra Ja potenza interna e la potenza passante: ViwVs vy @ il rapporto di riduzione dell’autotrasformatore. V, @ la maggiore delle due tensioni, Quindi anche: VA x Kp = VAi =K, 34 posia la potenza interna di un autotrasformatore si ottiene moltiplicando la sotenza passante per il rapporto di riduzione K, dell’autotrasformatore. Ad esempio un autotrasformatore da 300 VA con rapporto 120/160 V avr’ la potenza interna: 160 — 120 VA; = 300 = 300 X 0,25 = 75 VA Ossia I’autotrasformatore da 300 VA, rapporto 120/160 V equivale ad un trasformatore della potenza nominale di 75 VA con rapporto 120/40 V. Da quanto sopra, risulva che il calcolo dell'autotrasformatore si pud effettua- re considerando di avere un trasformatore in cui il primario abbia una tensione V,— V, con corrente 1,; ¢ il secondario una tensione V, con corrente I,— Ty. I valori percentuali della caduta di tensione, delle perdite e della corrente a vuoto vengono calcolati riferendoli dapprima alla potenza del trasformatore equivalente, cio’ alla potenza interna dell’autotrasformatore, I corrispondenti valozi riferiti alla potenza passante dell’autotrasformatore sono quindi ottenuti moltiplicando i valori sopra trovati per il rapporto di riduzione Di solito l'autotrasformatore si definisce in base alla sua potenza passante non in base alla sua potenza interna, Questa sarebbe complessa da definire quando lautotrasformatore avesse pil prese. La potenza passante interessa chi si serve dell'autotrasformatore mentre la potenza interna da al progettista un'indicazione per i] suo dimensionamento. . Per il calcolo delle sezioni dei conduttori nei diversi tratti tra le prese & opportuno preparare una tabella delle correnti considerando i diversi funzio- namenti uno alla volta, I valori massimi per ogni tratto servono a determinare la sezione pit opportuna del conduttore. Uso, vantaggi e svantaggi dell’autotrasformatore. * 3 L’autotrasiormatore pud essere tanto elevatore che abbassatore, Esso é tanto pil conveniente quanto minore é ii rapporto di riduzione, cioé quanto pid la tensione primaria é vicina alla secondaria. In genere si ricorre all’autotrasfor- matore quando il rapporto tra le tensioni non @ superiore a tre, avendosi in tal caso ancora una sensibile economia di materiale, Avendo minori dimensioni, anche il costo @ minore; inoltre si hanno per- dite minori, cadnta secondaria inferiore ¢ minore corrente a vuoto in confronto al trasformatore di egual potenza. LVautotrasformatore presenta perd anche svantaggi che principalmente riguardano la sicuezza nei confronti dell'isolamento, Infatti, essendo gli avvol- gimenti metallicamente connessi tra loro, ogni circnito & soggetto ai disturbi generati nell’altro. In particolare una terra accidentale sul lato alta tensione pud portare il circuito di bassa tensione ad assumere il potenziale dell’alta ten- sione, Percid quando si richiede una certa sicurezza di isolamento (per esempio alimentazione di strumenti di laboratorio), é preferibile usare il trasformatore anziché l’autotrasformatore, Esempio di autotrasformatore con pit rapporti di tensione. Faremo Vesempio di un autotrasformatore con alimentazione a 160 V, 50 Hz ¢ due prese secondarie per 120 e 220 V, ambedue per erogare, non simul- taneamente, una potenza di 400 VA. Fig. 30 - Avvolgimento di un au- totrasformatore a pi rapport. Le due prese dividono I’avvolgimento in tre parti I, IT, IIT (fig. 30), ognuna delle quali percorsa da correnti massime diverse, I valori delle correnti massime di ogni tratto I, I1, 111 moltiplicati per le rispettive tensioni parziali ci danno tre potenze (VA)y, (VA)z, ¢ (VA)zz77 1a cui semisomma diremo potenza equi- valente interna dell’autotrasformatore. In base a questa potenza viene dimen- sionato l’autotrasformatore, Consideriamo separatamente i due funzionamenti possibili, trascurando, per semplicita, perdite, corrente a vuoto e cadute, 19) Funzionamento; Rapporto 160/220 V, 400 VA 220 — 160 60 = 2400 = 109 VAs corrente di linea: corrente di linea: corrente nell’avvolgimento tratto I (avvolg. serie) 1,82 A, 60 V corrente nell’avvol. tratti II, II (avvolg. comune): 68A, 160 V. 2,5-1,82, 36 Deve anche verificarsi: 1,82 A x 60 V = 0,68 A x 160 V = 109 VA; 2°) Funzionamento: Rapporto 160/120 V, 400 VA 160—120 40 160 #°° = 769 49° 100 VA; corrente di linea: 400 Th Y69 = 25 A corrente di linea: 00 $8 = 3.33 A 120 corrente nell’avvolg. tratto IT (avvolg. serie) 25A, 40V corrente nell’avvolg. tratto III (avvolg. comune): 3,333-2,5 = 0,83 A, 120 V, 2,58 x 40 V = 0,83 x 120 V = 100 VA; Possiamo riportare in una tabella i valori trovati sopra, tratto tratto tratto rT IL TIT a 220 V secondari 1,82 A 0,68 A 0,68 A a 120 V secondari - ag A 0,83 A Correnti massime | 1,82 A | 25 A | 0,83 A Tensione per grad | 60 V | 40.V | 120 V Pot. mass, per grad. ....... | 109 VA | 100 VA | 100 VA. La potenza equivalente sara: 109 + 100 + 100 ; 154 VA In base a questa potenza sceglieremo le dimensioni del formato del nucleo © poi il calcolo procede nel modo solito. 37 38 Usando un nucleo a mantello abbiamo Ax B (em) = 80 J 154/1,2 x 50 = 128 em Useremo nucleo A x B = 120 cm’, — Dimensioni principali del nucleo: A = oo mm B = 120 mm Cc = 40mm D= 20mm = = 60 mm Rocchetto: D’ = 165 mm Dx EB = 8,75 cm EB =53. mm _ Filo rame smaltato normale. Spessore dell’avvolg. 15 mm (D’ = 16,5 mm): 4182, G=10, 2, =108, | m = 88, | Ajem?=98, 0,785 mm’ Tl) A 2,50, a = 1,25, ad’, 134, m = 7,1, Ajem® = 99, III) A 0,83, d3=0,70, as m = 12,5, Ajom? = 97, , wo, 00, — Vispire “98 Xx 8:75 99 X 8:75 + 100 _ __ 4.36 (spire/V = 2,78) 97 * 8.75 — Spessore del pacco: H 7 mm, he = 1,09, Sfe = 13,5 em? (sez. utile’ col) — Numero delle spire I) 2,78 x 60 = 167 Tl) 278 x 4o=urt TIT) 2,78 x 120 = 334 — Numero delle spire per strato: T) 53 X 88 = 47 (E" = 53 mm): spire per strato YD) 53 X 7,1 = 38 spire per strato IIT) 53 X 12,5 = 67 spite per strato 1,08 48 = 52 mm (53) 1134 X 39 = 52 mm (53) 0,76 X 68 = 52 mm (53) — Numero degli strati: T) 167: 47 = 3,55 =4 strati Il) rrr 138 = 2,92 = 3 strati III) 334 + 67 = 4,97 = 5 strati -— Spessore degli avvolgimenti: 1 1,08 x 4 interst, 0, X 3 uso 4,70 mm 4,02 uso 4,30 mm. — Disposizione radiale degli avvolgimenti e spire medie: 15 (=2i) +3(=20) + 4,7 ( = avvolg. I) 9,20 + 4,7 (avvolg. I) + 1 (= 27’) + + 4,3 (== avvolg. II) = 19,20 mm 19.20 + 4,3 (avvolg. M1) 2 (= ad) + 4.3 (= avvolg, IT) = 28,80 mm 9,20 mm Perimetro nucleo: C+ H=40+ 3777 X 2=154 mm spira media I S44 X 9,2 spira media [1 54 +4 X 19,2 spita media Ir = 154 + 4 x 28,8 19r mm 231 mm 269 mm Peso del rame: 9 X 0,785 x 167 X I9r X 10~* = 0,223 kg Tl) 8,9 X 1,226 X Inf X 231 X 107? = 0,280 kg 9 X 0,385 X 334 X 269 x To = 0,308 kg. peso totale rame = 0,811 kg Peso del lamierino magnetico (lamierino spess. 0,35: isolato carta): 7 BD ye gona 77 x 96 x 3 x 10 St kg Perdite a vuoto: (lam. tipo 1,3 W/kg a 50Hz per B = J Wb/m*): 1,2 X 1,96 X 2,51 = 5,9 W Caratteristiche elettriche dipendenti dal rame: 19) Funzionamento; rapporto 160/220 V, 400 VA (109 VA). Perdite del rame: 1) Ajmm* = 182/0,785 2,327 X 2,37 X 0,223 TI) A/mm? = 0,68/1,226 0,555" X 2,37 X 0,28 = 0,21 watt Tl) Ajmm! = 0,68/0,385 = 1,77 1,77° X 2,37 X 0,308 = 2,3 watt 39 Rendimento (riferito alla potenza passante): 400 X 100 400 + 59+ 536 97% a= Caduta di tensione al secondario: TI metodo pit semplice e rapido consiste nel determinare la caduta per- centuale riferita alla potenza passante, cio’: perdite nel rame x 100 VA passani = 0% Nel nostro esempio: + 3:06 + 23 09 ao * 3S = 1:35 % (caduta percent, del second.) 100 In altra maniera, essendo l’autotrasformatore in questo I funzionamento elevatore, si ha egualmente; W nel serie W nel comune A serie + A comune spire serie xa = caduta in volt ‘spire comune. 167 82 0,68 445 ,68 + 1,27 = 2,95 V ossia: 2,95 X 100 _ og 320 = 135 % 2°) Funzionamento; rapporto 160/120 (abbassatore): goo VA (100 VAi) Perdite nel rame: Tl) (serie) A/mm? = 2,5/1,226 = 2,04 2,042 X 2,37 X 0,28 = 2,77 W II) (comune) A/mm? = 0,83/0,385 = 2,15 2,15! X 2.37 X 0,308 = 3,37 W Rendimento (riferito alla potenza passante di 400 VA): 400 X 100 400 + 6,14 + 5,9 Caduta di tensione al secondario: a = 97% perdite nel rame x roo VA passanti % (caduta percentuale di tensione) 6,14 X 100 eo = 153 % (caduta in %) 1,53 X 120/100 = 1,84 V (caduta in volt al secondario) 40 In altra maniera, essendo |'autotrasformatore abbassatore, abbiamo: W comune W serie spire comune ‘A comune ‘A serie ~~ spire totali spire serie spire totaly ~ caduta in V 37) rn 4+ 3222 x St = 084+ 1,00 = 1,84 V 445 0,83 445 ‘ ‘ Determinate le cadute di tensione al secondario si ritoccano le spire per riportare al valore calcolato le tensioni a vuoto al secondario, 41 TAVOLE Calcolo piecolt trasformatori DETERMINAZIONE APPROSSIMATA Tavola - DEL FORMATO DEL LAMIERINO 1 IN BASE ALLA POTENZA IN VA Elettrificazione 400 360 360 340 320 300 260 260 240 220 200 180 160 140 120 100 6 60 0 20 0 La 0 20° 30 40 5060 80 100 200 300 400 20600 800 1000 Potenza VA Superficie del lamierino Se= 4x8 (em?) Bsempio: Per ua trasformatore monofase da 300 VA Ia superficle del lamlerino (AX) sara di cirea 180 em* (adottando una induzione di 1,2 Wb/m') trasformatori ‘Tavola RELAZIONT PERIL DIMENSIONAMENTO - DEI NUGLEI © DEI RELATIVE ROCCHETTI 2a Bheterificazione Calcolo piccolt NUCLEO A MANTELLO Ax B= St (om efficfente di stipamento Ke az a [3 ofS ‘Tipo Ssolomento [a-o [ana Caria : 103 | 109 smalto ui | 406 a — oo alle |) | a Se | : se aa el) per t = 7 C_, Peso del laleino magneto Kye = 7,7 Sy x HX 107 (kg) ie (HT im om ea Su in om) i = spessoro jntorstrato carta tra avvolg. interno ed esterao 2g, = giuoco interno del raechetto 22 = giuoeo esterno doll'ata . Zq_ ~ apescore avvolgimento esterno Zi = spessore avvolgimento interno He2d-208, we o 042m | Crm 04 240) ell lla |, ve wen +20 PeeL He! ? We +a +e) a = spesore dual spessore del rocahetto (CHM +4w waotZiti + Ze 2C+M+40 Bi +0) + Zi Spira media avvolg, esterno le Spira media avvolg. interno It ‘trastormatorl DIMENSION! DI ALCUNI FORMATI Tavota - DI LAMIERINI E RELATIVE ROCCHETTI 2b Eleterificasione LAMIERE A MANTELLO AxB AxB\ DxE |p x2| © | syne xe) mm cm? cm? 3475 x 12x | 6,35 9,68 37 x 16,3 1S 13,05 40 x 19,2 8 15,35 47,5 X 271 | 95 21,70 55,40 X 37.0 | 11,09 x 33 29,62 63,5. x 48.5 | 12,7 x 38 38,82 70,95 x 00,5 | 14,2 x 42 58,29 79:97 X 94,95 75 15,8 x 47, 60 90 x £05 ont 18 X 54 77,69 100 x 120 | 120 20 x 60 96 125 x 150 | 187,5 25 X75 18,75 | 50 150 150 x 180 270 30x90 | 29 | 60 216 ROCCHETTO DELL'AVVOLGIMENTO AxB | a c | a | be | DxE | DxXE mm mm | mm | mm | mm | mm | cm? | | 3075 x 38,1 U5, r 25 25, 4x14 0,56 37 X 44 US I 5, 05, 5X17 0,85 40 x 48 15 1 0,5 10 55 X 19 1,045 47,5 X 57 15 r 0,5, 1,0 7X 23 1,60 55.40 x 60,56 | 1,5 r 05 1,0 85 x 275 | 2.34 63,5 x 76,2 | 15 I 05 13 O7 X 32,6 | 3.2 x 85,3 15 I 05 5 11 X 37 4.07 79,07 X 94,95 | 1,5 I 05 15 | 12,5 x 42 5.25 90 x 108 2 15 0,75 | 125 | 145 x 48 Z 100 x 120 2 15 075 | 1,25 | 16,5 x 53 8,75 125 x 150 25 2,0 075 | 125 21 x 67 14,1 150 x 180 3 235 075 | 1,50 25 x 82 20,5 i 8 dolla ditta Terzago Tranciatura di Milano. TI primo gruppo di lara 46 47 Caleoto piccoll trasformatori Tavola COEFFICIENTE Ky DI UTILIZZAZIONE - DELLA FINESTRA DEL NUCLEO A MANTELLO 2c Elettrificasione Caicoto pleco trasformator! Elettrificazione Ka 76 a4s| ae comor23 45678910 1 1 16 18 20 22 th 2% B I Le curve soprariportate danno andamento del rapporto Ky tra la sesione utile D'X" ¢ la sezione lorda Dx delladnestra, ossia: px m= La curva superiore si riferisce a tensloni Ono dl 220V © pud essere prolungata; la curva Infe- riore vale inveee per tension! degli avvolgimenti da 220 a 600 V e viene impiogata per tra- sformatori di maggior potenza. (dai 500 ai 1.000 VA). Queste curve hanna valore indicative ap- plicabile per determinate il valore della D’ x H’ quandosi conosce D xB del formato del lamierino. Esemplo: Fer un trasformatore da 600 VA, 2 500 V (tensione massima), per it quale si @ adottato un lamierino avente una finestra Dx E = 3x 8 cm, Marea Lo spazio utile per gli avvolgimenti indieato D"< E" sarh 5.35 cm, dove 0,64 8 il’ coemMclente Ky letto sulla curva inferiore. 1000 800 600 500 40 300 CURVA INDICATIVA PER LA DETERMINAZIONE PREVENTIVA DEL RENDIMENTO PERGENTUALE, 100 80 50 30 VA ress al secondario 8 48 4en ‘mento percentoale Per un trasformatore monofase de 300 VA il rendimento sulYordine det Calcolo piccoll trasformatort CURVA INDIGATIVA PER LA DETERMINAZIONE Tavola = PREVENTIVA DELLA CADUTA PERCENTUALE 4 DI TENSIONE NEL SECONDARIO Elettrificazione 1000 800 600 500 400 200 100 30 VA resi al secondario 8 10 20 30 0 50 1 2 3 4 567890 V% Cadvla percentuale of tensione riferila @ Vee Esempio: Per un trasformatore monofase da 300 VA 1a caduta di tensione percentuale ° @ sull'ordine di grandezza del 3,5%, ossia 3,5 volt ogni 100 volt del secondario. Caleolo piecott frasformatort DETERMINAZIONE DEL DIAMETRO ‘Tavola DEL FILO NUDO IN BASE ALLO SPESSORE - ED ALLA CORRENTE DELL'AVVOLGIMENTO PER UNA SOVRATEMPERATURA DI 50° G. Elettrificazione 30 Spessore bobina in mm SBRRLR cn Diamelra cei file nudo in min Gor 402 08 406 4h a2 a5 1 2 345 10 1520 0° Ampere ommessi nel condubore per sovratemperalura dele bobina oi 50°C Esemplo: Ammesso to spessore della bobina sia dl 20 mm; che la corrente primaria 1, sia di 1,49 A; che Ia corrente secondaria I, sia di 1,88 A, dovranno essere adottati't sequent diametri di filo nudo: per il primario, in corrispondenza della corrente di 1,49 A, un filo del diametro 1mm; per Il secondario, In corrispondenza della corrente di 1,88 A, un filo del diametro di fl tm. 50 61 Calcolo piccoli ' Galcolo piccoli ‘rasformator! spavol trastormnatort CARATTERISTICHE ED INGOMBRO DEL ‘avola CARATTERISTICHE ED INGOMBRO Tavola - ee SuALTATO NORMALE 6a _ DEL FILO GON DOPPIA SPIRALE DI COTONE 6b Blettrificazione Elettrificaz one m= “10 { 7 @ aude intent." ate | xe, | auao su, |? 8 a lasifot ma | Spiemn® | mam grt 10 mat [oom | om | spam ‘fa’ | amma | spjeome | “reait | sam See ese eA a | mo - | oot min min spfent | teal | mm oo0100| 0,08 | oe |1se | 1a | oaz2 | ooo | sn9s0 | 9800 ) 90g I Gooosge | C0 | Hoss | ta | ta | oes ) vse | “gad | Zaz | 0.08 o.oo 7 peas) $08 | Gees | toe | ia | estas | 000] 70s | 210 | O07 $,031 gat | ot | sun 432 | og ; ¥ ft) a 302 | OB 0,09503 | 0,08 | 9004 | oz | 11 300 | 5100 | 003 00. T ‘00064 | 0,09 | 0,105 | 87 vt 5270 4.300 0,08. OOne asa | Oa 400 314 0,25 Sroors | ote | ons | 7 | 1a ik | 8620 | 0.10 Sone ose | ot | gee 278 | ols Sroos | os | oes | | ar ste0 | Soa | ott o.c707 oso | ot | Bo ze | oe ois | oz | oss | e6 | Lt 3390 «| 2710 | 0112 o1n962 QoL | Out 05 259 032 \ ' ; 3 215 | 08s | | | | 1 goss | one | anor | sa | ua 2400 | 1900 | ote oa | ; Covet | oa | dass | as | nt To00 | 1505 O16 ones 233 11 | 040 Grosse | ous | oar | 43.) vn teag | 1300 | bas at 200 ig | ae sosis | 020 | 023 | ga5 | ta rgee | 1100 | 0}20 Sage im i | 0s0 diss) | oe | 0 | soa | Ut LT ose | Oz Er 108 0,58 5 103 | of60 1 0,0491 os | age | aa | asa | 0.06 955 rer | 0,95 ost | 0.0016 Oba | ast | mi | oss | oes | car bor | os oa 120 055 | 063 ae | Set | tos | owe | on 35 305 | ofa0 o3e8 108 RS | 88 O35 | ana | os | oe | oa 83 33 | ose oes 8 822 | olg0 oo | ane | os | owe | on ir aos | 038 ores oe | sis | 090 7 | 452 | 10 pass? | 040 | ous | 2x2 | 1.05 | 9.55 | on 285 308 | r Baise | as | ost | ast7 | nos | ost | or 307 241 | 50,6 La ous | oso | ofs6 } ar. | 105 | O68 | on 27 200 au ts 0,264 oss | ots | 149 | 296 | O74 | On 201 155, | 333 Va Oe | of | oles | rae | Xo | oie | it 199 a? | Be ve - | E us ose | ogo | 138 oo | on am 134 3 | | ; 0138s one | Us os | ont 145 in | on | 179 122 | 20 0503 oar) it o'er | on 113. 85.5 | 0:80 | I 1533 ros | 22 0,636 0,97 98 1,07 01 B10 69 0,90 12,1 7,96 25 0,785 nos | 38 vis | On m3 110 | 05 63 28 ! \ sa | Bins | 30 95 | ut 8 1,29 ase | ad S22 | 5 aa ia ao | 12 iss0 |e es "50 aso | a | 20 re Site 170 me | 10 oe | 18 3 260 ia | ts | 7 1 | aa | 20 4s7| 105 | 218 21 145 | as 22 435] vo3 | 2330 Ta | 9 ga | as sor| Los | 260 ise | ‘ets ae | as 33] vos | 200 i 72 nor | 8 Sos] Los | 539 05 | 63 (diametsi lenlati della Ditta Gronda Rabosst di Milan Bruzzano) (Giametri isolacé della Ditta Gronda Rabossi di Milano Bruzzano) 8 33 Calcolo plecolt trasformatori | pg-rERMINAZIONE DEGLI AMPERE PER OGNI em! DI AREA DI FINESTRA DEL NUCLEO NOTO IL DIAMETRO DEL FILO NUDO. Ja Plo smatiato a 50°C. ‘Tavola * Blettrificazione™ 200 190 180 T = 170 ID [ — | ervalaimante spessoré 160 150 140 130 120 110 100 90 60 70 60 50 Re 8g Alem? (50°C) se s 0 02 a 06 08 40 42 t# 46 18 20 22 24 Diametro filo nude Esempio: Ammesso che lo spessore della bobina sia di 20 mm ed i diametri del con- Guttor! degli avvolgimenti primario e secondarlo siano rispettivamente 1 ed 1,1 mm, avremo 85 ampere per ogni cm? di area della finestra del nucleo (éssendo, nel tratto considerato Ia curva pressoché rettilinea). 54 Caleoto piecoll trastormatori | peTERMINAZIONE DEGLI AMPERE PER OGNI em‘ DI AREA DI FINESTRA DEL NUGLEO Tavola - NOTO IL DIAMETRO DEL FILO NUDO 7b Filo isolato cotone a 50°C. Blettrificazione 200 Cy Tt 100 4 [ rH i a a | a co ‘ 180 1 | J | - | {~ a 170 r oc SSF Ht ® 88 8 Mem? (50°C) 8 0 02 of 06 08 40 42 416 Ut | t 1618 Diametro filo nude ° Esempio: Si procede come nel caso precedente. 55 Caleolo piccoll trasformatorl | ppTERMINAZIONE DELLA SEZIONE EFFETTIVA Tavol DELLA COLONNA DEL NUCLEO vavola - Quando siano noti i volt per spira 8a “oppure le spire per volt Eletrifcasione Rees Bee BESS 100 SSS t 10 20 15 10 A ae , Sexione effettiva dela coloang del nucleo Sfe (cm?) volt per spira a a a3 east Spire per # bal @ $0 he Esemplo: Se si adotta una induzione di 1,2 Whym! ed | volt per spira sono 0,52. dat diagramma potremo desumere la serione effettiva della colonia del nucleo, pari a 19,3 cm! ed fl aumero delle spire per ogal volt, essia 1,92. NOTA - 11 dlagramara 8a pud essere partloolarmente utile, se realizzaro con seale pit: ampfe, in Quanto eoasonte di definite contemporancamente la seziund del nucleo e le spire per ogul volt. 2345680 20 3005 M0 56 Calcoto piecott tresformatort DETERMINAZIONE DELLA SEZIONE EFFETTIVA DEL NUCLEO QUANDO SONO NOTE 1 VOLT PER SPIRA In effetti i valori di cul sopra sono gia ricayabili dat diagranma Siz qui seno ipostatl in astaltea 8b Scula per inaggior chiarezza di lettura, Tavola Eletcrificazione 200 4,90 180 470 460 1.50 4,40 130 120 “0 1,00 090 980 270 060 050 ass SB Volt per spire @ §0 He ° 02 4 6 & W 12 1d 16 18 20 22 M26 2 IO 32 34 36 38 40:42 $4 16 48 HO Sfe (on) Esempio: Riferendoci sempre a 0,52 volt per spira, la sezione effettiva del nucleo pud essere pit facilmente definibile in 19,5 cm* che non nel caso precedente. Calcolo piccoll trasformatori Elettrificazione Tavola PROCEDIMENTO DI CALCGOLO PER UN - TRASFORMATORE MONOFASE DA 300 VA 9 Per il calcolo del trasformatore oc- corre che siano dati: 1) la potenza resa al seconda- tio in VA (0 watt che assumiamo a cos@ =1). 2) la tensione di alimentazione V. 3) la frequenza della tensione di alimentazione in Hz. 4) la tensione a carico del secon- dario (cio’ volt letti ai morsetti del- Yapparecchio utilizzatore) Vse. Tnvece della potenza resa al secon- dario pud essere data la corrente I, assorbita dall’apparecchio _utiliz= zatore. Allora & Vy x I, = VA. Sia richiesto un trasformatore monofase in cui 1) Potenza = 300 VA 2) V; = 220 volt 3)/ 50 Hz 4) Vee = 160 volt Tavore 2a - Tra i formati disponibili si sceglie quello avente il valore A x B pitt prossimo al valore sopra determinato. La tabella da anche le altre dimen- sioni del nucleo e rocchetto, in parti- colare i valori D x E e (D’ x E’) (cm?) Segue tavola 9 2b - 20 Sceigo A x B = 187,5 (cm*) @ cui corrisponde: = 21 mm 67mm =D’ x E 14.0 cm* C =50mm Prefissata la qualita del lamicrino magnetico da usare ne conosciamo percid le caratteristiche: a) perdita specifica teorica, W/kg (v. tab. IV-V pag. 12-13) 3) spessore A’ (0,5 oppure 0,35 mm) ¢) tipo di isolamento, smalto © carta e percid si fissa il fattore di stipamento Ky, Inoltre stabiliamo il tipo di iso- lamento del filo ¢ la sovratemperatu- ra ammessa negli avvolgimenti. Usiamo lamierino legato al silicio: a) tipo 1,3 W/kg a 50 Hz — 1 Wb/m? avente w, = 1,96 W/ kg a 1,2 Wb/m? — 50 Hz b) Spessore 0,35 mm ¢) fattore di stipamento per isolamento in carta Ks = 1,09. Stabiliamo per gli avvolgi- menti: @) filo rame isolato smalto normale; 2) sovratemperatura 50° Dalla tavola 1, in base alla potenza VA e al valore dell’induzione prescel- ta si determina il formato del lamic- tino 4 x Bin cm? (A x B) = 80 7 (emt) EX Tavora 1. Formato del lamierino: (A x B) = 80 [ss T2 x 50 0 179 em* TAVOLA 3. La tavola 3 ci d& un valore indi- Troviamo ¥ = 915% = cativo del rendimento 7 in funzione = 0,915. Del primario conoscia- della potenza VA. Esso ci serve per | mo caleolare la corrente del primario: V, = 220 volt VA Rimane da determinare = (ampere) 00 , iV ; —_ 30 h O15 xa20 = HAD A 300 1, = 32 = 188A Tavota 4. Con_riferimento alla potenza, la Per 300 VA troviamo tavola’s ci fornisce un valore di orien- tamento per la caduta di tensione al 0% =3,5% = 2,035 secondario, Dalla caduta v % risa- _ liamo al valore della tensione secon- T + 0,035 = 1035 daria a vuoto Vay che @ necessatio conoscere per fissare le spire del secon- Var = 1,035 x 160 = 166 V Veo = (1 +0 %) Vee Tavora 5. Questa tavola vale per sovratempe- rature dell'avvolgimento di 50°C. Essendo ormai determinate I, € Is, in base allo spessore della bobina, as- sunto eguale alla dimensione D’ (mm) del rocchetto, si determina il dia- metro del filo nudo, Usando filo isolato con smalto normale e prefissata sovratemp. 6. = 50°C dobbiamo riferirci alla Tav. 5 da cui (essendo D’ 1 mm): 149 —+ d, =r (spess. 20 mm) '88—+ dy=1,1 (spess. 20 mm) 58 Tavora 6: Tavola 6a - per filo smaltato nor- male. Tavola 6b - per filo con doppia spi- rale di cotone. ‘Da queste tavole sono rilevabili la sezione del filo in mm? e il diametro de le spire per cm di lunghezza m, 59 Segue tavole 9 Segue tavola 9 ‘b) Tavora 7a (7b) AVVOLGIMENTI - Pest E PERDITE Tavola 7a - filo smalto normale 1) dy =1 Ajem? = 85 8 09 C . (per spess. 20 mm) Determiniamo ora le spire prim: N, = 220 X 1,92 = 422 spire Tavola 7b - filo doppio cotone Te) dy = 1,1 Ajem? = 85 tie N, e secondarie N, conoscendo i primarie 8 = 50°C (per spess. 20 mm) volt a vuoto tispettivi e le spire per Tn’ base al diametro nudo del filo ¢ 1 volt. Ny = 166 x 1,92 = 318 spire allo spessore della bobina (D’) si de- 2% 300 X1,035 Navy x splv ‘secondarie terminano gli ampere per cm®siadel | V/sp = 32> U082 rimario che del secondario, La me- 5 Te Ny = Ver x sp/V Spire per strato, essendo E’ = PB > i a = Veo pire p' dia tra i due valori sara usata nella 1 wer em: formula della determinazione dei | spireperr volt = >>> = 192 Le spite per strato sono date per il volt/spira: ’ Je e Tle, essendo E’ in cm, da: T) 67 x 88 = 59 2x VA X(t +0 Vvisp ‘Ajem? x (D’ x E’ x m = No spire per strato M67 x8 =54 Tavota 8a (8b) 4 2nd Heaviamo it namero di stra- Numero di strati: Dai V/sp (oppure spire/V) ein base | Dalla tabella 8a (8b) ovvero ‘ire totali co . yo) 422 >, 8 strati al valore dellinduzione prescelta si | dalla formula si ha: Spire per strato ~ N° di strati ) 59 715 (6 strati) determina la sezione effettiva della 318 colonna del nucleo 0352 x 108 Possiamo ora definire l’ingombro U9) Z,— = 5.9 (6 stati) La formula é: \ Ste = tyq x go x12 ~ degli avvolgimenti. Assialmente per ; Visp x10, @ > 03 mm: . Sto = Fay ep xB em) | = 19,5 emt Ingombro assiale: oo a’ x (spire per strato-+1) = E’ Ie) 1,08 x 60 =65 (E’ =67) o . Il*) r,19 x 65,5 Nucrxo - Dimension - Puso » Perpire Radialmente: Nota la sezione effettiva Sj in cm?, Essendo: "ye Nl i Ingombro radiale: 5 fe yg No str. (N° str. — 1) = il fattore di stipamento K, e la lar- x NO ‘stlotecrs aevely Spessore: I) 1,08 x 8 ghezza C della colonna del ‘nucleo, si Sje = 19,5 cm? Interst.: on x7 determina lo spessore H del pacco. Ky = 1,00 7 Ste C =5,0cm e H= Cc Ks (cm) 19,5 ini earh = s : 119) 6 Tl numero dei lamierini sari: H 1009 = 4.25 0m rneegsore: M8) Baro x Ne lamierini = 22m) Ne lamicrint —4*5 sar Zz No lamierini = 3-2, a mow 7 Tl nucleo @ ora determinato in Dalla Tav. 2 possiamo com- - - tutte le sue dimensioni, Possiamo pletare le dimensioni del nucleo: Per determinare le lunghezze delle Per il nostro rocchetto @: calcolarne il peso. (D xB) = A=125 B=150 C=50 spire medie degli avvolgimenti occor- spessore ¢ = 2 mm ‘osto: (4 x B) — 2 | E) = D=25 E=75 re prima calcolare: gioco radiale gj = 0,75 mm k Su, (om?) € assunto it peso ey F=25 H =42,5 1’ = spessore isolamento: 0,5 rino eguale a 7, i : " am’, Abbinmo con Hin em.” Su = 187.5 —2 x 18,75 = Ile) avy. interno: 2¢ + 2g) + Zi = mm carta a = 150 em’ =v (mm) 1 . - 2 (ke) 0) 2x 2-2 x O75 + Kole = 7,7 * Su RP 10°* (ke) Kyte = 7.7 x150 222 x10 = 4,5 ke T°) avy, esterno: 2¢ + 2g; + 2%," + + 764 = 13,14 =0 Le perdite a vuoto sono: 109 + 2; + Z, =w (mm) Essendo wy = 1,96 W/kg a 1,2 I} 2x2 42 X 0,75 + Whe = 1,2 X Wy X Kafe (watt) Wb/m? — 50 Hz abbiamo: +2 7,64 $2 % 0,5 + Whe =1,2 X 1,00 X 4,5 = +934 = 3512 = w = 10,6 watt 60 61 Seque tavola 9 Spire medic: II®) avy, interno i = 2 (C + H) + + 4v (mm) Te) avv. esterno le = 2 (C + H) + ++ 4w (mm) dove ¢ =spessore del rocchetto (v, Tav. 2) gi = gioco radiale interno del rocchet- to verso il nucleo . Z; = spessore dell’avvolg. secondario (interno) | e= spessore dell’avvolg. primario (esterno) i* = spessore deli'isolamento tra av- volgimento interno ed avvolgi- menito esterno iva media avvolg. secondario (interno) (esterno). spira media avvolg. primario (esterno) Peso del rame: I9) 8,9 x le x Ny X Sel x 107% Kgou (kS) . Tie) 8,9 x jx Ny X $2 x 1078 = Kgeus (kB) _ (dove le, di espres: sez in mmé) Perdite nel rame, riferite a 75°C: 19) Wy = 2,37 x Bit x Kons 119) Wy = 2,37 x 8:2 X Ker (3 = A/mm’). in mm; sot, | Spite medie, con C = 50 € H=42 | Me) 5 6 ='2 (50 + 42:5) +4 x x 13,14 = 237 mm = 2(50 + 42,5) +4 X x 312 = 310mm Peso dei rame in kg: Te) 8,9 x 310 x 422 X 0,785, x x 10-8 = yg 2003 HB II®) 8,9 x 237 x 318 x } y = 0,640 kg 1,555 gs Perdite nel rame, riferite a 2,37 X 108 x X 0,01 seeet 7,85 watt °) W, = 2,37 x X 1,98" x 0,64 = 5,95 watt Possiamo ora calcolare il rendi- mento ¢ la caduta di tensione secon- daria ¢ confrontare con i valori pre- sunti in partenza; quindi verificare se ® opportuno apportare modifiche al calcolo, VA Rendimentoy = 74-f Wa + We We Caduta He = + Zh (volt) VERIFICRE Perdite totali, rame e ferro: 10,6 + 13,8 = 24.4 300 x 100 300 2p4 Rendimento =92,4% Caduta al secondario riferita alla tensione a carico: 785 _% 318, 5,95 V = vag x q22 + 4,88 ~ 71? 12 X 100 > v% n 160 = 445 % 62 ESEMPI DI CALCOLO DI TRASFORMATORI MONOFASI Dopo Vesempio di calcolo relativo ad un trasformatore da 300 VA, svolto precedentemente ed in modo dettagliato, riportiamo ora alcuni esempi impo- fati secondo uno schema semplificato, schema che trova riscontro nei moduli piegati dalle dite costruttrici. La sequenza delle operazioni é la stessa di quella dell’esempio del trasfor- matore da 300 VA, Nella tavola di sinistra, in alto, sono indicati gli elementi noti di partenza per il calcolo, ossia la potenza resa al secondario, la tensione e la frequenza di alimentazione, e, infine, la tensione secondaria. Sotto la voce « Elementi prefissati» sono indicati la qualita e le caratteri- stiche del lamierino prescelto, il tipo di isolamento del filo e la sovratempera- tura prevista, I] ealcolo si svolge poi secondo lo schema precedentemente indicato, La parte a destra in alto della tavola é dedicata alla determinazione delle dimensioni fisiche del nucleo, del rocchetto e dell’ingombrso degli avvolgimenti (vedi tavola 2). Portandoci in basso, a sinistra, troviamo, in colonna, la disposizione ra- diale degli avvolgimenti, dalla quale ricaviamo la «v» ¢ la «wo, che usiamo per la determinazione delle spire medie degli stessi. In particolare &: v =2 x (spessore rocchetto + gioco radiale del rocchetto) + spessore del- Yavvolg. interno. w =v +spessore dell’avvolg. interno + 2 x spessore interstrato tra avvolg. interno ed avvolg. esterno + spessore avvolg. esterno. Inoltre la stessa disposizione radiale ci permette di controllare che lo spes- sore totale degli avvolgimenti sia contenuto nell’ampiezza disponibile della finestra del nucleo (nel nostro esempio 13,68 minore di 14,2 = D). Jn basso, a destra, vengono calcolate le spire medie da cui vengono deter- minati i pesi e le perdite del rarne; sotto viene calcolata la caduta di tensione del secondario, Le ultime due righe danno peso e perdita del lamicrino, 63

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