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L'Uomo naturale - Estratto omaggio

Mario Spinetti

LUomo naturale
Sul concetto del valore in s della natura
Appunti sparsi per una ecologia sociale ed una ecologia della conservazione

Arianna editrice
Estratto dalla versione eBook

Lo stile di vita

Come lalbero non finisce con le punte delle sue radici o dei suoi rami, e luccello non finisce con le sue piume e col suo volo, e la terra non finisce con i suoi monti pi alti, cos anchio non finisco con le mie braccia, i miei piedi, la mia pelle, ma mi espando di continuo con la mia voce e il mio pensiero, oltre ogni spazio e ogni tempo, perch la mia anima il mondo (N. H. Russel, indiano Cherokee) Il mondo della vita scorre come un fiume, a tratti placido a tratti impetuoso, e lungo il suo possente cammino accoglie nel suo letto tutti gli elementi dellambiente circostante e delle proprie interiorit. Si sente ormai nel cuore che occorre mutare il proprio stile di vita, occorre chiudere il cerchio per uscire dallinfame mondo dello spirito contemporaneo per collocarsi, quanto pi possibile, alle parti marginali, per non ritrovarsi in punto di morte (parafrasando un po Thoreau) incatenati alle assurdit, alle sudditanze ed essere stati

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Occorre altres sottolineare che la maggior parte dei consumi oggi disponibili esprime una straordinaria forza di seduzione nei confronti dei potenziali utilizzatori; cos, ad esempio, la disponibilit di una sfarzosa illuminazione, o dellacqua corrente e del riscaldamento automatico, ci d lillusione di essere pi liberi perch pi ricchi della facolt di scelta, ma in effetti solo chi fa luce con la fiamma dellolio che ha prodotto, solo chi va ad attingere lacqua del torrente, solo chi si riscalda al fuoco della legna che ha precedentemente raccolto, pu dirsi un uomo veramente libero, in quanto la sua personalit non si lascia manipolare dalla catena esasperazione dei bisogni - consumo - produzione. Parafrasando J.J. Rousseau si pu affermare che eravamo nati liberi, e ovunque siamo in catene. The mass of men lead lives of quiet desperation (La maggior parte degli uomini trascorre una vita di quieta disperazione Henry D. Thoreau). Non a tutti appare chiaro che il modello di sviluppo basato sulla predetta catena non sia un archetipo della natura, n affondi le proprie radici lontano nel tempo, ma sia al contrario una costruzione umana abbastanza recente, anzi potremmo dire quasi contestuale al nostro tempo, se consideriamo che, per diversi, lunghi millenni, altri furono i rapporti economici che regolavano la convivenza civile. Il sorgere dellorganizzazione capitalistica

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Luomo ha smarrito la propria via nella giungla della chimica e dellingegneria, e dovr ritornare sui suoi passi, per quanto doloroso ci possa essere. Dovr scoprire dove ha sbagliato, e far pace con la natura. Nel far questo, forse potr riacquistare il ritmo della vita e lamore per le cose semplici della vita, che saranno per lui una gioia che si rinnova ogni giorno (R. St. Barbe-Baker in Goldsmith, 1997).

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complici della morte della natura, per poi non fare altro che amaramente comprendere di non aver vissuto. Nei secoli che precedettero lEvo moderno il rapporto di dipendenza che intercorre tra un individuo e laltro, e, con pi ampia accezione, tra un individuo e la societ che lo esprime, era di una semplicit estrema, ed egualmente semplici erano le conseguenti sovrastrutture socio-politiche. La produzione agricola, fondamento delleconomia, era affidata ad una societ di contadini al cui interno ogni singola unit familiare costituiva un unicum economicamente autarchico. Si consumavano carboidrati, proteine e grassi che erano prodotti in proprio, si filava e si tesseva la lana ricavata dalla tosatura degli armenti, e si illuminavano le modeste dimore con le lucerne alimentate dallolio ricavato dai propri oliveti. Si coglie qui lopportunit fornitaci dal riferimento alla lucerna per effettuare un raffronto tra quella convivenza arcaica e la convivenza di oggi: quando una famiglia appartenente a quellantica societ decideva di accendere la lucerna non doveva compiere che un atto semplice, sottratto ad ogni mediazione, riempiva cio la lucerna con lolio conservato nei grandi recipienti di terracotta; laccensione di una lampadina elettrica invece oggi un atto che mette in moto una centrale (p.e. la centrale atomica Phoenix in territorio francese), attiva una condotta elettrica ad alta tensione, e mette in moto tutta una serie di sinergie e di controlli che la grande distribuzione di energia richiede. Laccensione della lampadina una esemplificazione che vuole rappresentare lodierna complessit tecnico-economica del rapporto consumo/produzione ma, com ovvio, vi sono altre migliaia di consumi che attivano rapporti altrettanto complessi, anzi spesse volte di una complessit ben maggiore, articolata com in innumerevoli variabili.

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Le mie parole non sono che una cosa sola. Con la grandezza delle montagne, Con la grandezza delle rocce, Con la grandezza degli alberi, Esse non sono che una cosa sola con il mio corpo Esse non sono che una cosa sola con il mio cuore. Voi tutti mi verrete in aiuto Grazie al vostro potere soprannaturale. E tu, giorno, E tu, notte! Voi tutti mi guardate E io non sono che una cosa sola con il mondo (Preghiera, Yokuts - in AA. VV.,1995)

Il mutamento del proprio stile di vita dunque una tappa essenziale per la salvaguardia di tutti gli ecosistemi del mondo, ma sarebbe un grave errore considerare questi cambiamenti solo in qualche settore particolare. Scrive infatti Giovanni Salio (1989): Occorre allora un cambiamento su pi fronti, da quello culturale ed etico, a quello politico, normativo, relazionale, sociale tecnologico. Mi difficile pensare che un cambiamento di queste proporzioni possa avvenire senza una filosofia di base ispirata s ad una vita che renda gli esseri umani pi felici, ma non attraverso un semplice edonismo materiale, che porta quasi inevitabilmente a una rincorsa senza fine di bisogni indotti, quanto piuttosto a uno stile di vita ispirato a una scelta di semplicit volontaria che renda pi ricchi interiormente, anche se pi poveri esteriormente. Integra il discorso Devall & Sessions (1989): Nelle societ industrial-tecnocratiche propaganda e pubblicit incessanti stimolano falsi bisogni e desideri distruttivi atti a favorire un aumento di produzione e

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della societ, e perci della produzione di massa, si fa risalire da alcuni al XVI secolo col nascere delle prime citt commerciali, da altri al processo di industrializzazione avviatosi nella seconda met del settecento; tra i fattori che si pongono alla base di tale processo, v nellInghilterra del XVI secolo la recinzione (enclosures) delle terre di uso comune e la loro appropriazione da parte dei latifondisti, col conseguente esodo della popolazione rurale verso le citt, ove essa si trasformava in manodopera per la nascente industria. Il sorgere di grandi imperi coloniali, col conseguente afflusso di materie prime a basso prezzo, limmissione di grandi quantit di metalli preziosi in Europa, leffetto esercitato dalle enclosures di cui si gi detto, furono gli eventi che crearono le condizioni necessarie al sorgere del capitalismo moderno attraverso laccumulazione originaria, alla quale contribuirono, secondo alcuni, anche la pirateria e la tratta degli schiavi. Occorre considerare non di meno che il capitalismo ha attraversato diverse fasi storiche; quella che si distingue per lincentivazione dei consumi ha inizio dalla crisi degli anni 30 (del secolo trascorso), quando, su suggerimento di Keynes, essa fu usata come antidoto alla grave depressione delleconomia mondiale. Ma quella che doveva rappresentare una fase congiunturale si poi trasformata in una fase strutturale fino a raggiungere, tramite lossessiva aggressione pubblicitaria, la paradossale catena che abbiamo poco prima definito esasperazione dei bisogni consumo - energia. Tuttavia la societ occidentale capitalistica odierna non potr perdurare nel futuro: il crollo repentino e globale sar totale a meno che non rinunci alla creazione dei bisogni e ponga urgentemente in atto i provvedimenti indirizzati alla protezione dellambiente; ma questo in netta antitesi con i principi stessi del meccanicismo capitalistico. Il clamoroso fallimento del distorto socialismo reale lascia momentaneamente e illusoriamente ampio spazio. La totale assenza dei rapporti unitari con le cose e con se stessi la peggiore manchevolezza delluomo contemporaneo:

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consumo. Questo ci distoglie spesso dallaffrontare la realt in modo oggettivo e dal cominciare il vero lavoro di crescita e maturit spirituale. Il risanamento della spaccatura fra la coscienza delluomo e la natura tappa inalienabile per chi vuole vivere cos come la natura pensava che avremmo dovuto vivere (concetto tratto dalla terza e quarta parte del libro di D. LaChapelle, 1978, in Devall e Sessions, 1989). Annota Giuseppe Moretti (1995): C una precisa sequenza che traccia la genesi del rapporto uomo natura nella cultura occidentale: - dalla natura totemica delle genti primarie, cacciatori raccoglitori, dove ogni forma di vita aveva un significato perch parte di un ampio e misterioso insieme (la natura selvaggia era la loro casa); - alla natura madre delle genti divenute agricoltori allevatori, dove la natura era sacra, era madre/nutrice, perch premiava con ricchezza di messi le loro fatiche; - alla natura prodotto, dove le logiche matematiche ne misurano limportanza ed il valore. La natura non pi n sacra n totemica, ma merce di potere, di arricchimento o di semplice svago. Noi apparteniamo a questa terza fase. Ogni giorno sul posto di lavoro, sui giornali, sul tram, nelle conferenze, ci viene ricordato che apparteniamo allera moderna, che la natura inscindibilmente parte di unirrinunciabile crescita del PIL (prodotto interno lordo). Che non si pu tornare indietro. Ma c una linea di pensiero, giunta sino a noi, custodita nelle liriche dei poeti, nelle visioni dei mistici, nei miti, negli archetipi e nella saggezza delle genti semplici native, che ci parla di una continuit di immagini simbiotiche con il mondo naturale, che troppo sbrigativamente abbiamo messo da parte. Il recente fiorire di una sensibilit ecologica che chiede allumano moderno di fermarsi, di riflettere, di far chiarezza su quello che il proprio ruolo sulla terra, non altro che la reazione dellumano selvatico dentro di noi alla distruzione del verde delle foreste, della chiarezza delle acque, della salute del suolo. A questa consapevolezza istintiva deve seguire una ricostruzione concettuale e pratica della nostra appartenenza alla trama della vita. Una ricostruzione che, secondo Gary Snyder, istruita dal posto, informata sulla situazione eco-biotica, socio-politica e sulla storia sociale e ambientale del proprio luogo . Per completare lasciamo la parola al sempre attuale pensiero di Rousseau che osserva: Vivere non respirare, agire, far uso dei nostri organi, dei nostri sensi, delle nostre facolt, di tutte le parti di noi stessi che ci danno il senso della nostra esistenza. Luomo che ha vissuto di pi, non quello che ha contato un maggior numero di anni, ma quello che pi ha sentito la vita. Tutta la nostra saggezza consiste in pregiudizi servili; tutti i nostri usi non sono che soggezione, molestia e angoscia. Luomo civile nasce, vive e muore in schiavit: alla nascita lo si serra nelle fasce; alla morte lo si inchioda in una bara; finch conserva aspetto umano incatenato dalle nostre istituzioni. Osservate la natura e seguite la via chessa vi traccia.... Ecco una bellissima poesia di Edgar Lee Masters su cui riflettere: Molte volte ho studiato la lapide che mi hanno scolpito: una barca con vele ammainate, in un porto. In realt non questa la mia destinazione ma la mia vita. Perch lamore mi si offr e io mi ritrassi dal suo inganno; il dolore buss alla mia porta, e io ebbi paura; lambizione mi chiam, ma io temetti gli imprevisti.

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Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita. E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca. Dare un senso alla vita pu condurre a follia ma una vita senza senso la tortura dellinquietudine e del vano desiderio una barca che anela al mare eppure lo teme. (George Gray di Edgar Lee Masters, dalla traduzione di Fernanda Pivano, nelledizione Einaudi, Torino 1974). In un piccolo regno con poca popolazione, farei s che gli strumenti per dieci e cento uomini non fossero adoperati. Farei s che al popolo calesse di morire E che lontano non se ne andasse, che pur avendo carri e navigli non vi salisse, che pur avendo armi e corazze non le schierasse. Farei s che tornasse alle cordicelle annodate e di esse si servisse, che trovasse gustoso il suo cibo, belle le sue vesti, comoda la sua dimora, dilettevoli i suoi costumi. Gli stati vicinori si vedrebbero lun laltro, le voci dei galli e dei cani si risponderebbero lun laltra, ma i popoli giungerebbero alla morte per vecchiaia senza aver commercio lun con laltro.

Andai nei boschi perch desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto Henry David Thoreau Mentre compi la tua scelta nella vita, non dimenticarti di vivere Samuel Johnson Non si pu chiedere ad un lupo di diventare altro da s. una violenza. Difendi sempre la tua essenza contro ogni tentativo di esproprio. Scopri che animale sei e vai. Avrai fortuna. Segui la legge della natura. Sii te stesso. Questo il mio augurio caro fratello mio... Ricordati che ogni fiore selvaggio, anche se appassisce in fretta, prima di morire dona al vento infiniti semi....

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(Starsene per proprio conto, in Testi taoisti, UTET, 1977 da Devall & Sessions, 1989).

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La paura di perdersi
... buttare una manciata di foglie di t e un po di pane in un vecchio sacco e saltare il cancelletto del giardino di casa (J. Muir). Laddomesticamento del territorio diventato una pratica inscindibile dal pensiero quotidiano delluomo civilizzato. Si imbrigliano fiumi, si cementificano coste e valli, si aprono cave, si erigono rifugi ed alberghi montani, si costruiscono aree pic-nic: la lista potrebbe essere lunga. Purtroppo, dalladdomesticamento e dallo snaturamento dei luoghi, non ne restano immuni neanche le aree protette, che spesso, anno dopo anno, presentano sempre qualcosa di umano in pi e qualcosa di natura in meno. La paura di perdersi o di correre altri rischi, ha determinato, soprattutto nelle zone montane, la necessit di realizzare tutta una serie di strutture: rifugi, bivacchi, segnaletiche vistose e abbondanti, colonnine di soccorso SOS, ecc. Tutto ci frutto di una mentalit che ragiona allinverso: se unescursionista cade in un burrone o uno sciatore precipita in un crepaccio, anzich responsabilizzare la gente a non recarsi in montagna nei posti pericolosi o ad essere consapevoli dei rischi che si corrono, si preferisce recintare lorlo del burrone per impedirne la caduta, si preferisce alterare un luogo arricchendolo di mille segnavia e cartelli per non far perdere lescursionista, si decide di erigere rifugi in serie per rifocillare il viandante tecnologico del duemila. In certi Paesi, per esempio in America del nord, immensi territori wilderness non presentano alcun riparo o struttura umana, pur contenendo infiniti rischi per la persona. Coloro che vogliono visitare un luogo del genere devono essere consapevoli dei propri limiti e dei rischi che possono correre. Non si snatura la natura ma si plasma la mentalit del singolo al selvaggio e alle difficolt che si possono incontrare. La natura in s non mai assassina, luomo stesso che si mette in condizione di morire o di subire danni! Le montagne, dice il maestro, stanno camminando... Sono costantemente a riposo e costantemente in movimento. Dobbiamo dedicarci a uno studio dettagliato della virt di camminare... Chi dubita che le montagne si muovano, non ha ancora capito il suo proprio movimento (Dogen, Sutra dei monti e dei fiumi). Scrisse un indiano Piedi Neri: Un uomo non dovrebbe mai camminare con tanto impeto da lasciare tracce cos profonde che il vento non possa cancellare.

Lecologia profonda
Lecologia profonda radicalmente tradizionale dal momento che collega una corrente antichissima di minoranze religiose e filosofiche dellEuropa occidentale, del Nordamerica e dellOriente e ha anche forti legami con molte posizioni filosofiche e religiose dei popoli nativi (compresi gli Indiani dAmerica).

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In un certo senso essa pu essere considerata come la saggezza che conserva il ricordo di ci che gli uomini sapevano un tempo (Devall & Sessions, 1989). Dopo aver approfondito il grande pensiero della filosofia wilderness, non potevamo esimerci dal trattare, sia pur brevemente, il pensiero dellecologia profonda che focalizza, pi di ogni altro, il valore in s della natura e il valore globale di tutte le cose, anche perch limprecisione sulla origine dellecologia profonda poca cosa rispetto ai giudizi sommari, denigratori, ironici che si leggono assai spesso sulla stampa di largo consumo (Salio, 1994). Liniziatore esplicito di questa visione della realt naturale e vitale il filosofo norvegese Arne Naess che nel corso degli anni settanta tramite uno specifico e rivoluzionario articolo distinse categoricamente lecologia in superficiale (Shallow ecology) e in profonda (Deep ecology). Lecologia profonda, come implicito nella sua stessa definizione letterale, va ben oltre lanalisi superficiale e asettica dei problemi ambientali propria della scienza ecologica classica, manifestando, al contrario, solo una visione completa e totalizzante del mondo. Si tratta dellidea che non possiamo operare alcuna scissione ontologica netta nel campo dellesistenza: che non c alcuna biforcazione nella realt fra luomo e i regni non umani... nel momento in cui percepiamo dei confini, la nostra consapevolezza ecologica profonda viene meno (Fox, 1983 in Devall & Sessions, 1989). Tuttavia lessenza dellecologia profonda ben antecedente alle idee di Arne Naess in quanto gi nelle epoche storiche remote (cultura indiana, animista, ecc.) si sono evidenziati atteggiamenti mentali e pratici unificatori dove ogni elemento aveva valore in s ed era universale. Sono una pietra, ho visto vivere e morire, ho provato felicit, pene ed affanni: vivo la vita della roccia. Sono parte della Madre Terra, sento il suo cuore battere sul mio, sento il suo dolore, la sua felicit: vivo la vita della roccia. Sono una parte del Grande Mistero, ho sentito il suo lutto, ho sentito la sua saggezza, ho visto le sue creature che mi sono sorelle: gli animali, gli uccelli, le acque e i venti sussurranti, gli alberi e tutto quanto in terra e ogni cosa nelluniverso (Preghiera Hopi). Mentre lecologia superficiale si pu considerare prevalentemente ispirata a unetica del valore strumentale, seppure intesa in chiave riformista (conservazione e preservazione) e non di puro e semplice sfruttamento, lecologia profonda sostiene tesi del valore intrinseco degli oggetti naturali (Salio, 1989). Ottima anche la definizione del termine fatta da Capra (1997): Lecologia superficiale antropocentrica, cio incentrata sulluomo. Essa considera gli esseri umani al di sopra o al di fuori della Natura, come fonte di tutti i valori, e assegna alla Natura soltanto un valore strumentale, o di utilizzo. Lecologia profonda non separa gli esseri umani, n ogni altra cosa, dallambiente naturale. Essa non vede il mondo come una serie di oggetti separati, ma come una rete di fenomeni che sono fondamentalmente

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interconnessi e interdipendenti. Lecologia profonda riconosce il valore intrinseco di tutti gli esseri viventi e considera gli esseri umani semplicemente come un filo particolare nella trama della vita. Naess dichiara che lessenza dellecologia profonda sta nel porsi domande pi radicali, cio nel porsi domande che mettono in discussione le certezze superficiali della nostra concezione del mondo, concezione che vede luomo protagonista assoluto della Terra, dominatore di tutte le creature. Lecologia profonda, valica questo paradigma e sfocia nellimpersonale spostando luomo da motore centrale a semplice elemento della trama della vita di cui siamo parte (Capra, 1997). Lecologia profonda ricondiziona lo stile della vita umana, pone quesiti su ogni atteggiamento del quotidiano e tenta di radicare nel pensiero una nuova etica universale ed onnicomprensiva. In altri termini un ecologo profondo avr un atteggiamento positivo in qualsiasi settore dei rapporti sociali e naturali perch universalizza un principio che sin dallorigine impostato su una visione monistica, radicale e paritetica. Scrive ancora Capra (1997): Il potere del pensiero astratto ci ha condotto a considerare lambiente naturale - la trama della vita - come se consistesse di parti separate, che diversi gruppi di interesse possono sfruttare. Inoltre, abbiamo esteso questa visione frammentata alla societ umana, dividendola in differenti nazioni, razze, gruppi politici e religiosi. Il fatto di credere che tutte queste parti, in noi stessi, nel nostro ambiente e nella nostra societ, siano realmente separate ci ha alienato dalla Natura e dai nostri simili, e ci ha quindi sviliti. Per riconquistare la nostra piena natura umana, dobbiamo riconquistare lesperienza della connessione con lintera trama della vita. Questo riconnettersi, religio in latino, la vera essenza del fondamento spirituale dellecologia profonda. Continua ancora Capra (1997): Per lecologia profonda, la questione globale dei valori decisiva; , infatti, la caratteristica centrale che la definisce.... una visione del mondo che riconosce il valore intrinseco delle forme di vita non umana. Tutti gli esseri viventi sono membri di comunit ecologiche legate luna allaltra in una rete di rapporti di interdipendenza. Quando questa concezione ecologica profonda diventa parte della nostra consapevolezza di ogni giorno, emerge un sistema etico radicalmente nuovo. Oggi la necessit di una tale etica ecologica profonda urgente, soprattutto nella scienza, dato che gran parte di ci che fanno gli scienziati non serve a promuovere la vita n a preservarla, ma a distruggerla... Nel contesto dellecologia profonda, lidea che i valori sono insiti in tutto ci che parte vivente della Natura, ha le sue basi nellesperienza ecologica profonda, o spirituale, che la Natura e lIo sono una cosa sola. Questa dilatazione totale dellIo fino allidentificazione con la Natura il fondamento dellecologia profonda... Ne consegue che il rapporto fra una percezione ecologica del mondo e un comportamento corrispondente non un rapporto logico ma psicologico. Dal fatto che siamo parte integrante della trama della vita, la logica non ci conduce a delle regole che ci dicano come dovremmo vivere. Tuttavia, se abbiamo la consapevolezza ecologica profonda, o lesperienza, di far parte della trama della vita, allora vorremo (e non dovremo) essere inclini ad aver rispetto per tutto ci che parte vivente della Natura. In effetti, non possiamo fare a meno di reagire in questo modo. I principi basilari dellecologia profonda possono essere cos riassunti (da Devall & Sessions, 1989): 1. Il benessere e la prosperit della vita umana e non umana sulla Terra hanno valore per se stesse (in altre parole: hanno un valore intrinseco o inerente).

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I punti schematici test riportati pongono in evidenza come lecologia profonda, sia una delle poche concezioni che ha ricollocato luomo nella giusta armonia con la natura (in linea con una nuova etica della terra). Ecco un semplice parallelo tra i principi della cultura dominante e quella profonda dellEcologia profonda (da Devall & Sessions, 1989): Cultura dominante: CD Ecologia profonda: EP CD: Dominio sulla natura EP: Armonia con la natura CD: Lambiente naturale una risorsa per luomo EP: Tutta la natura ha un valore intrinseco/uguaglianza delle biospecie CD: Crescita economica/materiale per laumento della popolazione umana EP: Bisogni materiali semplici CD: Fiducia nellabbondanza delle risorse EP: Risorse limitate della Terra CD: Progresso e soluzioni ad alta tecnologia EP: Tecnologia appropriata: scienza non dominatrice CD: Consumismo EP: Sobriet/riciclaggio CD: Comunit centralizzata/nazionale EP: Tradizione minoritaria/bioregione Livingston (in Devall & Sessions, 1989) afferma giustamente che gli argomenti inerenti alla protezione della natura sono sempre stati impostati verso interessi umani diretti ed indiretti, tanto che senza una mutazione integrale della consapevolezza e della profondit dello spirito, non possibile connettersi in verit con il mondo naturale e quindi non c alcuna speranza di ribaltare la situazione e di proteggere i boschi e gli animali selvatici dalla distruzione umana. Per esempio listituzione di unarea protetta un classico intervento dellecologia superficiale, sempre, come detto, in chiave antropocentrica. Non si mettono mai in dubbio le certezze della societ e della scienza moderna, ma si criticano esclusivamente gli

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2. Questi valori sono indipendenti dallutilit che il mondo non umano pu avere per luomo. 3. La ricchezza e la diversit delle forme di vita contribuiscono alla realizzazione di questi valori e sono inoltre valori in s. 4. Gli uomini non hanno alcun diritto di impoverire questa ricchezza e diversit a meno che non debbano soddisfare esigenze vitali. 5. La prosperit della vita e delle culture umane compatibile con una sostanziale diminuzione della popolazione umana: la prosperit della vita non umana esige tale diminuzione. 6. Lattuale interferenza delluomo nel mondo non umano eccessiva e la situazione sta peggiorando progressivamente. 7. Di conseguenza le scelte collettive devono essere cambiate. Queste scelte influenzano le strutture ideologiche, tecnologiche ed economiche fondamentali. Lo stato delle cose che ne risulter sar profondamente diverso da quello attuale. 8. Il mutamento ideologico consiste principalmente nellapprezzamento della qualit della vita come valore intrinseco piuttosto che nelladesione a un tenore di vita sempre pi alto. Dovr essere chiara la differenza tra ci che grande qualitativamente e ci che lo quantitativamente. 9. Chi condivide i punti precedenti obbligato, direttamente o indirettamente, a tentare di attuare i cambiamenti necessari.

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aspetti negativi apparenti di superficie senza andare mai al nocciolo della questione. doverosamente giusto un intervento protettivo, si badi bene, ma deve essere integrato da quella visione profonda della realt naturale dove luomo un elemento indistinto in un tutto unico e dove ogni atteggiamento sempre spontaneamente in armonia con laltro. Fermiamoci per un attimo a riflettere. Proviamo a cambiare la nostra vita. Entriamo nella spiritualit profonda della natura e perdiamoci entro le sue forze, senza pensare ad una meta n ad un nostro particolare interesse. Scrivono Lombardo & Olivetti (1991): Un passo dietro laltro. Limportante non anticipare, non pensare a quanto manca per arrivare. Camminare, dentro le proprie scarpe, senza considerare il tempo esterno. Lo sanno bene quelli che hanno imparato a farlo, in montagna o pi genericamente nellambiente naturale... Camminare , in primo luogo, andare alla ricerca del tempo perduto...Il tempo perduto perch il presente pieno non esiste pi, nella nostra vita, neanche nei momenti di svago e disimpegno. Viviamo in una dimensione in cui il passato cancellato...ma anche il presente morto, sostituito da una continua anticipazione di quello che faremo fra dieci minuti, unora, due giorni. Un limite continuamente spostato in avanti. Proviamo allora a ricongiungerci alla natura, proviamo a raggiungere lessenza delle cose nel loro profondo, anche nel pi profondo di noi stessi, e spegnamo finalmente la bramosia delle sensazioni esterne. Alla lunga, per partecipare con gioia e con tutto il cuore al movimento dellecologia profonda, bisogna prendere la vita molto seriamente. Chi mantiene un basso tenore di vita e coltiva unintensa, ricca, vita interiore, riesce, meglio di altri, ad avere una visione ecologica profonda e ad agire di conseguenza. Mi siedo, respiro profondamente e sento esattamente dove sono (Arne Naess). Scrive Dalla Casa (1996): Nellimpostazione di pensiero dellecologia profonda, la nostra specie non particolarmente privilegiata. Gli esseri viventi e gli ecosistemi, come tutti gli elementi del Cosmo, hanno un valore in s. Tutta la Natura ha un valore intrinseco ed unitario, cos come ha un valore in s ogni sua componente, formatasi in un processo di miliardi di anni. La specie umana una di queste componenti, uno dei rami dellalbero della Vita... Il mondo naturale non patrimonio di tutti, ma ben di pi: di miliardi di anni anteriore alla nostra specie. Se proprio si vuol parlare di appartenenza, lumanit che appartiene alla Natura e non viceversa... In questo quadro lidea occidentalebiblica sulla posizione umana appare pi o meno come un curioso delirio di grandezza. Mentre nellecologia di superficie la Terra va rispettata perch di tutte le generazioni presenti e future, nellecologia profonda la specie umana non depositaria n proprietaria di alcunch. Tuttavia, come precedentemente detto, anche lecologia di superficie importante, soprattutto per gli interventi che devono avere un immediato riscontro nel campo della conservazione. Tenuto altres conto che per raggiungere una visione profonda dellecologia necessario avviare un radicale mutamento del proprio pensiero, non si esclude che le acquisizioni mentali dellecologia di superficie siano una delle tappe fondamentali verso quelle profonde. Sperando che lecologia di superficie non sia un ennesimo spettacolo della civilt occidentale! Per la prospettiva ecologica profonda, vivere la natura selvaggia significa: a) sviluppare il senso del luogo;

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b) ridefinire il ruolo delluomo nel sistema naturale: da conquistatore della terra a persona che sperimenta un contatto pieno con la natura; c) coltivare la modestia e lumilt; e infine, d) comprendere il ciclo vitale delle montagne, dei fiumi, dei pesci, degli orsi.... Come ecologista profondo... Muir indagava la natura e non si limitava ad ammirarla. Cominci a capire che le cavallette o i pini e le pietre non dovevano essere intese come entit separate perch erano strettamente connesse (Devall & Sessions, 1989). Occorre infine ricordare che un idea anche se sostenuta da una minoranza pu nel tempo produrre degli effetti sostanzialmente positivi. Scrive infatti Kaczynskj (1997): Prima della lotta finale i rivoluzionari non dovrebbero aspettarsi di avere la maggioranza dalla loro parte. La storia fatta di minoranze attive e determinate, non dalla maggioranza, che raramente ha una idea chiara e precisa di quello che realmente vuole. Nel tempo necessario per arrivare allo sforzo finale verso la rivoluzione, il compito dei rivoluzionari sar quello di costituire un piccolo nucleo di persone profondamente coinvolte piuttosto che cercare di guadagnarsi il favore della massa. Per quanto riguarda la maggioranza, sar sufficiente renderla consapevole dellesistenza della nuova ideologia e ricordargliela con frequenza.... Quello che conta non solo lidea, ma la capacit di crederci fino in fondo (Ezra Pound).

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Carlo Bertani

il futuro dei trasporti


Come ci muoveremo quando finir il petrolio? Le alternative ai combustibili fossili gi esistono e le grandi compagnie internazionali stanno iniziando quella che sar la pi grande ristrutturazione della civilt: il passaggio dallevo petrolifero a quello delle energie rinnovabili, unesigenza non eludibile. Oggi si propone lidrogeno come nuovo carburante, ma un combustibile credibile nellattuale rete mondiale dei trasporti? Nellattesa dei nuovi mezzi che la tecnologia sappresta ad immettere sul mercato, cosa dobbiamo fare?
Gruppo Editoriale Macro

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lecologia Profonda
Lineamenti per una nuova visione del mondo Vengono distinti due tipi di ecologia: - una ecologia di superficie che recepisce le idee correnti in materia - una ecologia profonda che intacca il concetto di progresso e le idee-guida della civilt industriale. LAutore sostiene che solo con il passaggio a una filosofia compatibile con il secondo tipo di ecologia si possono ottenere risultati a lunga scadenza.

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Guido Dalla Casa

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