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xt IL CICLOPE [KYKAQY) Per lenire le pene d'amore non ve rimedio pid efficace della poesia: questo & V'assunto di ordine generale (Priamel) che Teo- crito premette programmaticamente al tema, ia trattato nel. VI, 4 Polifemo innamorato di Galatea; difatti, i canto del Ciclope si chinde con Pautoesortazione a lasciar perdere la ragazza © a ritomare alle abituali oceupazioni, Ma al di I del ‘messaggio’, signifcativamente rivolto al’amico Nicia, che era medico ¢ al ‘tempo stesso poeta, Vinteresse del componimento & tutto nella tumoristca rappresentazione del goffo Ciclope, della sua corte maldestra, dellasua disarmante ingenwita, Ancor pitchenele. VI, ‘poeta sembra trascurare gli aspetti piu grotteschie mostruosi, per trattegsiare un personaggio di cui si pud anche sortidere, ma che nella sua freschezza commovente riesce a suscitare anche senti- menti di tenerezza. I] carme @ stato imitato da Virgilio nella seconda ecloga, ma il poeta latino non ne riprenée il carattere sottilmente ironico; anzi, sostituendo il Cielope con un comune pastore (Coridone), lima di fatto il tono umoristico del suo ‘modell. 0 8 OUBiY moe Tey Epcorer Teg gpa Eo, Nixio, oft? fyxpiorey, tuly Borat, o€ ertrecrrou, A ral Thepibes* xodgov 86 tt Tobro Kal 45% ‘yiver in duSpdrors, ip Bod P46isv tors, ‘ywdone 8! olual Tv Kahdis leerpov déirree al Tals tov 6 repihnpivoy Efoxer Moioas. obras you flora Bikey’ & Kinkoy & map! sly, patos TloAigaus, x’ fiparo Tas Fekerslos pm yemdobioy mepl 73 oTSua Ths KpOTE DHS fipcto 8’ ob uéois oUBE faB~ oUBE riKiwvaNs, GN SpSals peviais, Ayetto BE mera: Mépepy. odkéna Tal Bies Trott ToUAloy ara énisSov whaapls ix Plortngs: 8 88 eo Faddreiow éelBcav abn tir dadves xereréaero quxcotooas BE dots, ExSiovov Fxev trroxdpSio Eheos, KinrpiBos te wryéAas 16 of fmarrt se Pedauvov. EAN TO qeipuonon Cpe, KaeLEuevos B beh wErpas taynhs bs aebvrov Sptiv Geibe ToIatrra, Non ¢'é altro rimedio contro Pamore, © Nicia, né unguento, a me pare, né polvere, fuor che le Pieridi: rimedio Heve, e dolce, & questo per i mortali, ma trovarlo non & facile. Lo conosci bene tu, credo, che sei medico, 3 © caro oltzemodo alle nove Muse. Cosi dungue al meglio viveva il nostro’ Ciclope, Vantico Polifemo, quando spasimava per Galatea, ‘¢da poco la barba gli spuntava attomno alla bocca e sulle tempie. Non con pomi 0 con rose 0 con riccioli manifestava Vamore, 19 ‘ma con vere frenesie; ¢ tutto il resto per Iui non contava, Molte volte dal verde pascolo le pecore tornavano sole all‘ovile;* ed egli cantando Galatea si straggeva sul lido algoso sin dall’aurora, tenendo nel cuore la tremenda ferita 15 che il dardo della possente Cipride gli aveva inferto in petto. Ma trovd il rimedio, e sopra un'alta roceia, lo sguardo verso ill mare, cantava cost: sept sl nostro conterrancos una conf dl oie scons eoerito. ag titre le oospuon’ abil sogno evidese diana condone 209 "O Deuck Tadérea, wh tov giktovr’ odd, mm Peveorip menctés ronibely, Smrancrépcr dws, wéox yauporipa, glopertépa Sugcnos cues: gorris. 8008" obs, Soc yhunds mvs Bn bs fxn 8 ebSds Tota’, Scex yRuKIS Orvos avi} HE, qeuyns 8 Gomep Ss ToAidy Atxov G8pioacc. 25 fipdaSny lv Eyaye wots, xépa, dona mparov FvQes fu adv porpl SAoI0" GoxtvSiva GUAR BE Epeos Bpéyaosar, tye B SBdv cyeudvevov. srotoaaSat 8 kniSdov Ty Kol Gorepov oO8E wh me voV x Tiive Bivoyen * tiv Bo BEA, of pee At", oOBEY, 0 yivoxes, Yopleooa xdpa, Tivos obvexce gevyeis” ofveré por Aaala piv dppts mi wavti perder AE Gordy terete worl Scorepov dg fer wap, als 8 SpSonuds treont, wharela BE pls Eni yeiAa, GN obt0s ToIotTos kav Bore xiic BSOKCD, 35 tore xb xpémiotov éuchyéuevos ya whiea* tupds Bot Aelires wot’ av Sépa ott ly dmabpqy, od xeIpdivos éxpea* Tepaol 8 dmepaxSies all. ouplabey B'ds obs Enlorayos db Kuaorev, ctv 18 gikoy yhuwiuenoy aug whyavrby éeibaw 40 ——-TOAAdK vurrds éeopl. tpeapeo BE To! 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Seducente ragazza, comprendo perché fuggi: 2 & perché un irsuto sopracciglio sull’intera fronte a un orecchio all’altro si stende, unico ¢ lungo, e sotto c’8 un solo occhio, ¢ largo & il mio naso sopra il* labbro. Ma anche sc sono cos,’ mille bestie porto a pascolare € da esse il miglior latte mungo € bevo, 8 € il cacio né d'estate mi manca, né d’autunno, € neanche nel cuore del?inverno, ma i graticei sono sempre stracolmi. E come nessuno dei Ciclopi so suonare la zampogna, cantando te, mio dolce pomo, e insieme me stesso, sovente fino 2 notte fonda. Undici cerbiatte allevo per te, 0 tutte col collare, € quattro orsacchiotti Vieni dunque da me, ¢ ci guadagnerai; lascia che il ceruleo mare si franga mugghiando sulla + Per compentare Ia brutezia isa, a sudiso del Cicloe, <> la prosper ifantlent ortentatacisonoi deni, ec€ sopeatiteFoteta Ectrasicnrante mondo della terrafsrma (« Poifemo non capscita come Gates pon preferreTingictante ambiente marino). 2a abiov by téovepep Tee! tuly iy weve, Bras. 45 beth Bégvon Tae, br} faBwel weméprovot, fon pidas woods, For’ dumehos & yauninapros, tom yuxodv OBcop, 15 por & moAVEIEpEOS Alva ands ix yidvos ToT” éuPpsio’ wpotirn. rig nex TGvBe Séaosay Fev A wives” Ero sal BE rox aitrds tycav Borde Acordrepos fpev, vel Bpuds Bina vor weil td oT0BS daiertov Op rendyivos 8° Or Tes al v8v yrs Goexoliter al dy By be Seduby, Ta por yAuespdotepov oUDEY. Guot, Sr obK Fredy y'é wérne Besyx Exovra, 55 ds xarébuy ‘rovl aly wal tay ytpa Tes EpfAnoo, col ph 18 orbuer Nis, tgepov 86 vot) xplver A) wna? deradiy tpuSptr meray du’ Exon, ANE ne uv Speos, Te BB yivera by yen, Gor’ of wi ToL rodra gépery Syst wavT BEV. © vo» po & xépioy, vow atria vel¥ ye poeta, al xa as ody vat Woy Elvos GB" dpinran, 5 e166, oh ox’ 6B) Kerronsiv Tov PuSev Cuniy. fvSors Tarra val tEBoIon: AéSor0, Bonep yoy viv Ge KaSiunves, olkab’ émevsely, 6 romaine 8 EBAOIS ov buly Gy Kal yd’ ésdyery rei twp fan réaoov Bprvciy bea. & perp dBnat ue wove, vent pluponar aoa OtBev mimoy’ Shes worl “tiv gidov elev Omép veU, + Poitemo per amore scifishersbe pein so piso ohio: © inges eet nto ssn, gol oto ior scesato da a "Ey peuinaia con cat Feisno ston che won pote ote concinforencaaie ala sibel fotehe sboclano instal dere Simonsen : 3 Garo esenpio roi tray oan ce approdet el sola (Gaye) ao sce pos separ a0! 2 Pit dolcemente nell’antro da me passerai la notte: 18 sono i Iauri, 1a sono gli ondeggianti cipressi, “s Yedera scara ¢ la vite dai dolci frutti, € 0% lacqua fresca, bevanda divina che per me fa scendere dalla candida neve [’Etna selvoso. Chi vorrebbe avere, in cambio di tutto questo, il mare ¢ le onde? E se io stesso ti appaio troppo irsuto, * ho legna di quercia, € sotto la cenere un fuoco inestinguibile; da te sopporterei che mi bruciassi anima, ¢ Punico occhio, di cui niente a me & pid caro.‘ Ah, che sfortuna che mia madre non mi abbia generato con le branchie! Mi tufferei per venire da te, ¢ ti bacerei la mano, 5 se mi rifiuti la bocca, e gigli bianchi ti porterei, © teneti papaveri dai rossi petal. Ma questi fioriscono d'estate, quelli d'inverno, € cost non poirei portarteli tutti assieme.” Ora voglio subito imparare a nuotare, ragazza, « se capita qui con Ia nave un forestiero;* cosi vedrd che gusto c’é per voi ad abitare nell’abisso. ‘Oh, se volessi uscire, Galatea, e dimenticare, come me che sto qui seduto, di tornartene a casa, ele greggi con me volessi pascolare, ¢ mungere illatte, 6s € preparare il cacio con il caglio acido!” Mia madre soltanto mi fa torto, ¢ con lei me la prendo perché mai una volta ti ha detto una buona parola per me; * Perduto nel suo sogno d’amore, Polifemo actarezza la speranza che Galatea vogliacondividere la sua rozza via dl pastore ‘'fnfantdmente Polifemo si mostra adirato net confront della madre, che non speade neanche una buona paola in suo favore,e i propone di Impictosifla, enfatizzando il suo stato di malesere 213 rol rath Susp bn’ dap Sptiok pe Aerrinovet. a good Tay Kepordy Kai rds TABas EupOTEpEOS UE opiobew, ds aad", tne whydy éviducn. & Kirhooy Kindooy, mi tas gpivas temenéramat; lx SAY TaAdpKAS Te TAROIS Kal SAARI dudoos ‘ras digvecar qdpais, wexsr Ka TCAD WEDROV Exors véby. 75 Tay mrapestoay Gushys* wh roy getyourer Bice; sipnosis Fadéreray Taras Kal KaAAov’SORov. roMhal ovmalobey pe Képan “ev winner KEROvTay wyMloBover' Bt wréom, Enel x adrrals trraxoto. Bio én Av 3G YG Kye mis qaivouan Ay. 0 Ovres roi TloAdpapos broipeivey tov Eparrcr pouoiobav, Agov 8 Bidy’ A el xpvaby Euxev. sent sete «alge Sein Rt sn wu ees eu rat ss tS corns Se ep ee feet orgies meegwenara dae Te miitscemen nian lnancie can Weta tices tencemie tenner a4 eppure vede che giorno dopo giorno mi consumo. Dird che nella testa e nei piedi n mi sento battere; cosi ne sara afflitta, perché anch'io mi afiliggo. Ciclope, Ciclope, dove te ne sei volato con la mente?” Se piuttosto andassi a intrecciare canestri ¢ a cogliere germogti da portare alle agnelle, avresti molto pit senno. Mungi quella che ti é vicina; perché insegui chi fugge? 75 Un’altra Galatea troverai, forse anche pid bella Molte ragazze m‘invitano a giocare con loro la notte, ¢ ridono tutte, quando le ascolto. E chiaro che sulla terra anch’io, a quanto pare, sono qualcuno», Cost Polifemo pasceva il suo amore » cantando, e meglio viveva che se avesse speso dell’oro. Polifemo interpreta come un 1 ammiccante e dvertito delle rgazze. ' Intend: Poifemo curava col canto la sua malattia d'amore meglio che ‘se avesse speso deaariin medicine. L/assuno iniziale tora ala fine nella ‘aratteristiea composizione ad ancl. amo sessuale Tatteggiamento 2as ILA (YAA3] «Non soccombono all’amore solo i mortal, ma anche gli din: com questa proposizione generale, Teocrto, rivelgendosi allamico Nicia, introduce il tema di Eracle innamorato del gjovinetto Ta, © isperato quando inrimediabilmente lo perde. Epillio o epistola poetica? Si trata, in rcalt, dell'uno e deilaltra, nello spirito di quella «mistione dei generi>, che costituisce, come @ noto, una diffusa tendenza della letteratura alessandrina (vd. L. E. Rossi in Studi classict in onore di 0. Cataudella, I, Catania 1972, pp. 279- 293) episodio di Ma si inserisce nel quadro della sage argonautica, ed raccontato anche da Apollonio Rodio (11172 seg). E-poiché Je concordanze sono tali e tante che & d'obbligo supporte una interdipendenza tra i due pocti, sorge il problema di chi abbia imitato Faltro (lo status quaestionis & limpidamente presentato da G. Serrao, Problem di poesia alessandrina I. Studi su Teocrito, Roma 1971, pp. 111 sgg,). Lopinione prevatente & che Apollonio abbia tratato il ema per primo, e in tal caso appare del tutto vverosimile che Teocrito abbia intesoriserivere Vepisodio, ‘correg- gendo' Apollonio, in base ai canoni elaborati nel ambito della ‘muova postica. In ogni caso, @ da rlevare il ben pit ampio spazio riservato al tema dellamore, tant’é che Wilamowitz (Textg. d. ‘griech. Buk., pp. 74-177) interpretava il carme come tn vero € proprio xaudtz6y, mediante il quale Teocrito avrebbe inteso esal- ‘are Tamore pederotico, in risposta alle critiche di Nici. In realt& © ben poco di celebrativo neliatormentosa vicenda di Eracle, a «cui amore sottrae gran parte dela sua dimensione eroica: come it Polifemo innamorato del c. XI, Eracle dimentica tuiti i suoi ‘mpegni; vaga senza meta alla ricerca di Hla; viene considerato un, 26 Aisertore dai soi compagni;2 cosrettoraggiungere la Colchide Pied (vd. D. J. Mestronarde, «Trans. Am, Phill. As.» 99,1968, Pp. 273290). Ela tensione tra eroicoe non eroico si traduce sche ‘sul piano stilistico, nel continuo alternarsi di locuzioni epicheg- ant, di repsio alto, e square realist e bucolic, che hanno Fevidente obiettivo di abbassare Ia grandeur del'epos Ooy Sul Tov Hpeorer udvors Ere’ ds Uonetves, Nixia, ¢ tw TOUT Sev rox: Tewov fyevT0" oth, duly 1 woth operons neiAe gaaiveren eluey, of Svatol medSueaSa, 1 8° atpiov otx koopibues: ANA vai “Augerptioves 8 xeaKoRtDSI05 ules, 4&5 Tey Aly Oméuswve Toy Gyprov, fipcrro waiBés, ‘TOU yaplevtos “Yaa, Tod tay wAoKowlba qopetivros, xai uw weév¥ iBiSaoKe Warp dooet ploy via, Sosa uadiov yobs Kal dolGines atlrds Eyevro" 10 Xeapls BT ovBErroK’ Hs, UB" el wkooY Sap SpoITo, 005" Sy’ & AetarrrMos everrpexor i Aids ds, O08" Srcdx’SpréAyoL invupol roth KotroY Spdev onoomivas rep uorpds Ex’alSandern merEIpKD, + Leamico medica, «ent Teocrito indriza anche ic. XT, upuslmente di ‘contenuta amaroso’ L'nciit del carme prende le forme di una vera & ia epistola poeta, benché poi il contenuto epico-nerrauivo abbia, nell economia del 9pers, un'assoluta prevalenza, Una connotezione ‘con solatoria' stata ilevate da T. B. L. Webster, Hellenic Pocty and Art, [London 1964, p. 85, e poi, in mania pi argomentata, da R. Pretagostini, Ricerche sulla poesia alesandrina, Roma 1984, pp, $9-103 *Sallade ella molteplicta di tradzion rjguardo alla gonealoga di Eros. » Lracesione del leone nemeo costtuiva una delle tradizionali odici fatiche Brack, 28 Non per noi soli, come credevamo, o Nicia,’ fu generato Amore da quel dio, chiunque fosse, eni nacque tal figlio,® non a noi per primi il bello appare bello, a noi che siamo mortali, ¢ ignari det domanis anche il figlio di Anfitrione dal cuore di bronzo, —s colui che attese a pié fermo il feroce leone,* amava un, ragazzo, i seducente Ila dalla chioma ricciuta, gl'insegnava, come un padre al caro figtio, tutto quanto avendo appreso, era egli stesso divenuto valente € glorioso;' ‘mai da lui si separava, né quando a mezzo del suo corso @ il giorno, 10 né quando Paurora dai bianchi caval si slancia verso il cielo, né quando i puicini guardano pigolando al loro nido, ¢ la madre, intanto, scuote Pali sulla trave affumicata;* “ E messo in sllvo il valore paidewtco dell'¥oa reaubinés. Per una informazione generale sulPomosessualith in Grecia si veda K. J. Dover, Greek Homosexuality. London 1978 (anche in tad. i, Torino 1985) ¢ F. Bullire, Eros adolescent. La pédérase dan la Grice antique, Paris 1980. * in aliri termini, né a thezzopiorno, néalfalba, né al tramonto, 0 qu, nel'tims delle tee fra coordinate, evocante una tenera gine domestica, un interessante esempio di sapienteabbassamento™ el regisico epico. 29 5 ean rere Suuby 6 mers wreroventvos etn, 1s ath 8'el Bnav bs edadivoy dbp" daoBain, NW bre 7 xpiotioy Ender perk Kéos “Ihoaw Aloouibas, ol Being épieties cwenovro ‘ready & moAov nporsheypivor Sv Sgehds th, kero xo todaepyds évip & dquerdy “larnévy 20 "Advaxfvas vids MiBedrios fipcalves, ‘ow 8" air’ acréBoavey “YAas eteBpov ts “Apyo Gris reevedv oo X Spor owEpoudBav wads, eine Buckie, Pay B’elotBpaue Cer, alerds 5 nly Raruc, dp’ oF tere Xorpdtes fore, 25 Gyos 8 dvdr Tadadbss, toxemia BE Gove viv Béoxorn, terpoutiv elopos ABn, ‘réyos vawriNlas unuwéoreto Seios GesTos fipdeov, rothaw BE KahBpwnstvres ts “Apyd ‘DNdenovroy Tkovte vse tplrov Sop avr, 30 dow 8° Spuov {Serr TIhowovtibos, BSc Kiaviiy cetioxas eipivovnt Pes piers Seorpov. 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E possibile che I'e 12 alinda wndhcert coef pas enor at aan oes Same A SR i sere OO ato rete tol cece ented tre oracle Earn Speedie Far ino ups ncaa dtd Eis Poaceae decor amie Se Ra a ee eas ig Bm 20 80, oltre ea at rea rine ieee an A sami ce dae ar hoa gene epi (o Saeed ee atin fit bao Rly ro) eee 230 voleva che il ragazzo secondo il suo animo si formasse, ¢ che, unendosi a lui in un sol giogo,_ divenisse un vero uomo. 15 Quando Giasone I'Esonide’ prese il mare alla ricerca del vello d’oro, ¢ gli uomini pid valorosi lo seguivano, il fior fiore di tutte Le citta, nella prospera Tolco giunse anche 'infaticabile figlio dell’eroina Alemena Mideatide, 2» © con lui venne Tla per imbarcarsi su Argo dai bei banchi, la nave che non toced Ie scure rocee cozzanti, ma tra esse si slancid, € penetrd nel profondo Fasi, come un’aquila nel grande abisso; ¢ da allora percid stettero scogii immobili.? Nella stagione in cui si levano le Pleiadi, e i pascoli Tontani_ 2s utrono gli agnellini, quando la primavera gia declina, allora il divino fiore degli eroi si sovvenne della navigazione, e imbarcatisi su Argo, al terzo giorno, con i soffi di Noto, giunsero all Ellesponto, € s'ancorarono nella Propontide, nel paese dove i buoi 30 dei Ciani consumano l'aratro, aprendo larghi solchi.”* Scesi sulla spiaggia, banco per banco apprestavano il pasto, ‘verso sera, € molti prepararono un unico giaciglio." Cera per loro una prateria, buona per fare letti di fogliame; da questa tagliarono acuti giunchi e alto cipero. s » sulla costa meriionle dla Propo (Mar i Marmara) " Laseen del bace resota sumeros punt i contatt con Fansoga soenadesrita da Apollon, ein lita dnalis cnmotvoomesico tat B Tee bro non tre fr teers a che es Sapo (68) ttoviemo a eri gh pron per sapere, Su questa ¢ Sac SStnerenze 8 safermato G. Sermo, Problems, St pp 1 98g 231 KGye9""Vaas & FovS8s Cap imBépmov ofacor ca 9 Hpeadfy wal dorauget Taw, ‘ot lav dupe traipo: del Saivuvto tpdrrelav, adiaoy Byyos Sx. xd BE xp brine 40 Alea bv Yedpep- Trepl GE Spex wONAK Trepinet, rudvedy Te XeNBénOy yheopév 7” ABlovToV ral SéaRovre oBlwa wal eEhrevis Gypeoons. ‘Bart Biv uksr Niugar xopov eprifevro, Noupen éxoiynrot, Baived Seal ypotdrans, 4s Etvixer kal MaAls top 3° dpéaca Noy. 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Il giovinetto avvicind all'acqua la capace brocea, volendo immergerla, ed esse tutte lo afferrarono per la ‘mano, perché di tutte il tenero animo fu colpito dall’amore per il fulgido” ragazzo; neli’acqua scura precipitd un colpo, come quando una rossa stella d'un tratto dal cielo 0 precipita nel mare, e il marinaio dice ai compagni: «Ragazzi, allentate le gomene; ii vento @ favorevole».* Le Ninfe, tenendo sulle ginocchia il giovinetto in lacrime, con dolei parole lo rincuoravano, e intanto il figlio di Anfitrione, in ansia per il ragazzo, 3s s‘incamminava, preso Parco scitico ricurvo,® @ la clava che sempre aveva nella destra. tre volte gridd, con quanto fiato aveva in gol tre volte il ragazzo rispose, ma tenue giunse Ja voce dall'acqua; era vicino e pareva lontano. o ‘oni! termine tna, git in Omezo, i indcano tut gh attrezei dlls nave, © fidin partcolare le fun. Intendo in questo mode: in prevsione dun veste favorevole che consenta di salpae, sida Yordine ala carina ci allege ‘res, ci8 allentare le funi che tengono ormepeiata la nave ' Propriamente «ciurvo alla maniera degli abitanti della Palude Meo- tide», cot con ls doppia exva (wareo i Cupidor). La Palade Meoude & Todieroo Mar &'Azew. 233 [es 8 bxér’juybvaos. éorémp091 Aig toaxstions] veBpiS gSeyfeulvas mis by Speow dyopicyos Als AE eovds Forever troiporéray tt Batra, “Hpoxdins ro.atros tv éxplirrotawy aiev Sens 65 Talbar moSdy BeBSvqTo, wroRdW B EmeAduBave XSpov. oxtriiot of giMiovtss: EAdpevos Soa" kasynow peat wat Bpunids, re BF "Kkooves Gorepa wut’ As. vais por Epuev’Fxotoe perdporer Tv mapebvrew, Tovia: BY Seat ussowinerow tax Sexpov 70 ‘Hpoxdfia wivovres, 3 8°, & Totes dyov, bydpa waavbuevos yadends yap foo Sebs finep Euvcoey. ores piv KéRMoTOS “Yaas tondipoov épipetraty “HpaxXiny 8'jpwes txepréusov Asrroverirov, oivasy ‘ipconae tplonovtéluyey ’Apy* 75 mel Bs KéAXes te Karl Efevov Trt Olior, ° Lrespunzione del, 61& dettateanztutto da ragion dcriic diploma tica (manea nel codice K, che rappresenta uno dei de ram principal della ttadizione manoscrtta tgorrtea, e inoue in un papio, Pe, del V se), pol anche da dificoltaintrnseche al esto. E possibile che i verso siasiato Eggluno per sanare le (presuata)eificolt della similitadine paatatica, per la quale futtavia non mancano esempi in Teoeit stesso (XIV 39; XVIE 3): si oppone allespunsione H. Whito, Studies in Theocritus and ofker Hollenstle Poets, Amsterdam 1979, pp. 86-8. in questa espressione generalzzante sono compresi tutti eoloro che soffrono per amore, aomini di, in evidente Haggancio al pensicro formulate nel preamboo. Ber Fesegesi di questo tormeatato passo (su cui vd. Gow, TT pp, 243, 1g.) hotennto present la spiegazione deli seoliasta (p. 268 Wend): yey ‘yerdg we ona wal te ngooToves ~éoouOG wETEOOA TaY EvSrEDY, 234 Al bramito di una cerbiatta, un leone selvaggio sui monti balza dalla tana verso la facilissima preda; cosi Eracle, tra impervi cespugli di rovi, S‘aggirava bramando il ragazzo, e percorreva molto cammino. 6 ‘Sventurati coloro che amano!” Quanto dovette sofirire errand per monti e per macchie! L'impresa di Giesone era Tultimo dei suoi pensieri. La nave era la, con le attrezzature dei presenti gid issate, © i giovani, a mezzanotte, spiegavano Ie vele,® aspettando Eracle; ma egli andava come un folle 7 dove lo portavano i piedi: un dio affannoso gti consumava, dentro, il cuore. Cosi i bellissimo Hla @ annoverato tra i beati, Eracle, invece, come disertore lo schernivano gli eroi, perché aveva abbandonato Argo dai trenta banchis a piedi giunse tra i Colchi e al Fasi inospitale.® | 15 inclre Ia ploss di Esicho, s.v.queva: rd agdg w taoxeluevo npiryua ruefbera eal bqudbie. Quind gneve sostantivatoe repge wn apes ‘toy. Mail esto trasmesso dai cogil (vaig wv guey’ Eyovou uevago.a ay -rapedvT0) écertamente corrotto,perché &ametrico,¢ perdi pit mancail ‘erbo di modo finito; in via lpotetiea proporrei vat: #y &quev’ Eyot0a, “oy Ragen, con otrione pean jy zon no ineqenie ‘ella lingua greca (vd. G. Bjorek, HN ATAAZKON, Uppsala 1940), * La nave éormal prontaa slpare, eg uomin!ipcominciano a spiegare Jevele, sempre sspettando Eracie, Mi pare convincente la propostadiL-Di Grogoro (in appendice alfedizione di Pisani, pp. 295 sy.) ti intendere, sulls seorta deo seolio, Gowobetiow nel senso i azide, Sfugge a Wilamowitz la poinze del verso conclusive: in realtd non 2 nessun recupero dell'idecle eroico, ¢ Vimmagine di Erase, costreto 8 ‘agglungere a picdi le Colchide, ha un tono sottimente umoristico. 235

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