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CRONACHE E STORIA-GIUGNO 1961 Leditoriale di Bruno Zevi dedicato alla grandezza di Le Corbusier, non tanto sul piano artistico

o quanto su quello umano. Le Corbusier rappresenta la personificazione di un genio particolarmente raro nella storia perch del genio non ha il difetto di rendersi avulso dalla cronaca delluomo e di creare in solitudine controcorrente. Egli riassume la storia e la esalta, la rappresenta ma non la registra, la anticipa e quindi la ferma: fu unico nel suo tempo che riusc a calarsi negli avvenimenti che gli accaddero intorno. Non gli interess la coerenza ideologica e meno ancora quella formale, non si preoccup pi di dimostrare e bruci la piccola ambizione di essere un caposcuola; assunse in s il crollo del razionalismo, lesplosione dellinformale, i dubbi e le contraddizioni di una societ la cui prosperit coincideva con linsicurezza e le cui capacit scientifiche e tecniche non si traducevano in prospettive civili. Poteva insistere continuando a incarnare le proprie soluzioni, come facevano Mies, Oud, Aalto e Gropius, ma prefer compiere, soprattutto con Ronchamp, una rottura, ancor oggi ad anni di distanza, clamorosa e oltre ogni limite. Negli anni 60 la societ era afflitta da un male congenito, da uninverosimile degradazione frutto dellincomunicabilit e della noia e in questo clima lunico architetto a dimostrarsi vivo fu, senza possibilit di smentita, Le Corbusier. In quegli anni la stessa vitalit e lo stesso senso di responsabilit di Le Corbusier la ritroviamo osservando il lavoro di Danilo Dolci. NellItalia degli anni 60, paternalistica e burocratica, capace di spendere centinaia di miliardi in interventi settoriali e in piani di rinascita improvvisati e inefficaci, Dolci lottava per far riconoscere la validit della sua via dal basso indicata, attuata e dimostrata nella Sicilia pi povera. La storia di Danilo Dolci sfiora larchitettura: dopo la guerra, infatti, studia Architettura a Roma, dove segue anche le lezioni di Ernesto Buonaiuti. Torna poi a Milano, dove conosce Bruno Zevi. Insegna presso una scuola serale di Sesto San Giovanni e prosegue gli studi di Architettura al Politecnico di Milano, ma nel 1950, poco prima di discutere la tesi, decide di lasciare tutto per aderire all'esperienza di Nomadelfia. Lasciata larchitettura inizi il suo lento percorso nella Sicilia pi povera con una attivit di animazione sociale e di lotta politica sviluppata, con coerenza e coraggio, attraverso gli strumenti della nonviolenza. Lesempio di Dolci fu apprezzato pi allestero che in Italia e la conferma la troviamo nel fascicolo di giugno: il presidente Americano Kennedy non solo dichiar di aver letto Inchiesta a Palermo ma attinse ufficialmente nellesperienza di Dolci per concepire lidea dei Corpi volontari della pace. Il fatto che Dolci fu invitato a tenere conferenze a Yale, a Harvard e che gli chiesero suggerimenti e pareri per impostare il lavoro nei paesi poveri, non spinse le nostre universit o i nostri dirigenti politici a rivedere le proprie posizioni. Fu osteggiato in maniera sistematica ma ebbe sempre la forza di non scoraggiarsi di fronte a niente e a nessuno; dimostr di essere il solo architetto italiano la cui vocazione non era condizionata dal calcolo di un reddito a breve scadenza. Di Danilo Dolci mi piace ricordare questa piccola ma intensa poesia: Se l'occhio non si esercita, non vede. Se la pelle non tocca, non sa. Se l'uomo non immagina, si spegne. Cronache senza tempo.. Ha avuto notevole rilievo sui giornali un fatto assurdo e grottesco che si verifica a Roma: vi sono interi quartieri ad Acilia, Ponte Mammolo e a Torre Spaccata le cui case sono state completate da

anni, ma in cui non vive nessuno. Mancano le strade, lacqua, il gas, la luce, insomma tutti i servizi pubblici che il comune di Roma dovrebbe realizzare dopo che lINA CASA ha costruito gli stabili. Il Comune di Roma ha approvato i progetti, si impegnato ad assicurare i servizi pubblici ai nuovi aggregati, ma non ha i fondi per mantenere le promesse: il risultato che quarantamila romani si trovano nellimpossibilit di usare le case loro destinate. Cos si amministra in Italia: ogni ente si preoccupa del settore di sua competenza, infischiandosene del risultato finale. Non spaventatevi, non strabuzzate gli occhi e tranquillizzatevi, questa una vecchia cronaca e non quello che accade oggi nelle nuove Centralit intorno a Roma. Se, nel 1961, decidevi di fare un pieno di benzina nelle splendide stazioni di servizio Agip, con annesso motel, spendevi lire 120 al litro..pardon 0,062 euro. Architetto Arcangelo DI CESARE

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