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I raggi X furono scoperti, per caso, dal Prof.

Roentgen, Roentgen studiava i fenomeni associati al passaggio


di corrente elettrica attraverso gas a pressione estremamente bassa. Stava lavorando in una stanza oscura
ed aveva avvolto accuratamente il tubo di scarica in uno spesso foglio di cartone nero per eliminare
completamente la luce, quando un foglio di carta ricoperto da un lato da una sostanza fosforescente, posto
casualmente su di un tavolo vicino, divenne fluorescente.

Egli spiegò il fenomeno come dovuto all'emissione, dal tubo di scarica, di raggi invisibili che eccitavano la
fluorescenza.

Nello stesso periodo, il Prof. Augusto Righi, all'Università di Bologna, faceva la sua prima radiografia
utilizzando i raggi Roentgen. La cavia era il suo meccanico.

Li chiamò raggi x proprio perché erano raggi misteriosi e invisibili, come il significato della x nelle equazioni
matematiche.

Produzione dei raggi X


Vengono usati nella diagnostica medica per la loro caratteristica di attraversare i tessuti molli ma di essere
assorbiti dalle ossa. Sono delle onde elettromagnetiche con lunghezza d’onda diversa, tra i 10 alla -2 ai 10
nanometri. Sono fotoni ad alta energia. Si generano in due modi

+Quando l'elettrone di un fascio interagisce con il campo elettrico del nucleo di un atomo subisce una
brusca decelerazione e perde energia cinetica che viene emessa sotto forma di fotoni. Questo processo,
chiamato "radiazione di frenamento"

+ Se, invece, l'interazione dell'elettrone incidente avviene con uno degli elettroni più interni dell'atomo
bersaglio il processo di produzione dei raggi X prende il nome di "radiazione caratteristica". A seguito di
questa interazione, entrambi gli elettroni sono diffusi fuori dall'atomo, così che nell'orbitale rimane un
posto libero o "lacuna". Successivamente uno degli elettroni più esterni si sposta per colmare la lacuna. È
durante quest'ultimo processo che l'atomo emette radiazione X con un'energia che individua in maniera
esatta il materiale di cui è composto l'atomo bersaglio, da cui il nome "radiazione caratteristica".

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