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CULTURA
IL RUOLO DEGLI SCRITTORI NEL RINNOVAMENTO DELLA CITT: INCONTRO CON LUIGI PINGITORE
durre grandi quantit di energia creativa e intellettuale. Gli scrittori scelti ovviamente una parte piccola rispetto alla quantit presente sul territorio sono diversi per et, per linguaggio e per sguardo, ma sono tutti accomunati da una cosa: il rifiuto a concepire la letteratura come intrattenimento. quello che sostiene Saviano quando parla di tracciare una mappatura del presente? Se la letteratura, che dimensione sostanzialmente solipsistica, ha un valore in queste rassegne pubbliche, ce lha appunto in virt della sua capacit di illuminare le zone complesse del nostro tempo, strappando inoltre il racconto del chi siamo al monopolio ossessivo e mediocre della televisione. La letteratura che non si uniforma a questo imperio, che non adotta lo stesso linguaggio para-televisivo, che non cede al ricatto della banalit spacciandola per semplicit, noi crediamo sia il solo faro che un evento culturale come questo dovrebbe aver cuore di preservare. Cosa significa operare nel settore della cultura in questa citt? Organizzare un evento culturale a Napoli un incantevole esercizio di meraviglia e scetticismo, di disincanto e speranza. Bisogna conservare un cuore molto giovane, e lavorare con sufficiente tenacia e pazienza per non disperdere quella passione e quellenergia che ad un certo punto della vita ci ha spinto in direzione dellarte e della letteratura, tenendo entrambe sia possibile creare uno spazio dove intelligenza e senso estetico possano convivere senza subire gli infiniti ricatti e le meschinit che immaginavamo come mero appannaggio della sfera quotidiana. A questo punto, fatta la tara con le disillusioni che deriveranno da questa immersione nel mondo culturale, si potr finalmente rispondere alla domanda: cosa vuol dire fare oggi cultura a Napoli? probabile che la risposta a questa domanda sia la stessa che si darebbe in qualunque altra citt del mondo. La vera differenza sostanzialmente una: qui da noi sembra mancare il reale destinatario di un evento culturale. Nel senso che a Napoli non esiste una domanda culturale? La sensazione che si ha qui, che la maggior parte degli eventi culturali siano costruiti per addetti ai lavori. Che quella fascia intermedia (La borghesia colta? La borghesia che ha votato per il cambiamento?), sia sostanzialmente disinteressata allo sviluppo civile della citt. Gi Croce lamentava la mancanza di un ceto borghese capace di diventare motore di sviluppo civile, sociale e culturale. Questo un antico problema se da quasi ottantanni diverse generazioni di intellettuali denunciano unipotetica assenza della borghesia di mezzo verso la citt. Ovviamente abbastanza naturale che ad ogni happening teatrale, letterario, musicale, si vedano in prevalenza attori, scrittori, musicisti. Ma se accanto a questi manca laltra parte di cittadinanza, quella rappresentativa della stratificazione socio-economica del territorio, tutti questi eventi rischiano di impaludarsi in una sterile autoreferenzialit. Come stimolare la citt a muoversi? Chiss che non sia laria di mutamento che, a cicli pi o meno regolari, si respira nellaria, a dare una svolta. Questo oggettivamente un periodo nuovo per la citt, lelezione del nuovo sindaco ha risvegliato pulsioni giovanili e voglia di azione. Dei nostri moschettieri, vorr parlarne pi dettagliatamente sin dal prossimo scritto. Vedremo cos se e come mantennero le promesse. Un primo risultato immediato fu che vennero, gi dallanno successivo, cio nel 1961, invitati a partecipare al Festival di Napoli, e come si suol dire inglobati. Uso questa parola: perch da parte dei big dellepoca, i quali non avrebbero mai ceduto neanche un centimetro alle nuove generazioni, si usava la tecnica di farsi affiancare dai nuovi , per meglio controllarli. Casomai li si faceva registrare anche qualche canzone dandogli lillusione, cos di volerli far crescere, supportare. Ma non tutti cadevano nella rete di quei navigati marpioni e cos che si ebbe un nutrito esodo di talenti , i quali si trasferirono al nord a cercare miglior fortuna e qualcuno che realmente volesse valorizzarli. Intanto cominciavano ad occupare la scena mondiale i Beatles che cambiarono il modo di fare musica e molti di quei giovani si lasciarono sedurre da quel nuovo modo di fare musica ed abbandonarono senza rimpianti dalla loro musica di appartenenza. Fu il periodo della maggior fioritura di orchestrine che dal Nigth cominciarono a spostarsi nelle megastrutture dove i giovani avevano trovato il loro posto al
PENNE MILITANTI
GOLFO DI POLICASTRO
al riparo dagli infiniti saliscendi del mercato culturale. dunque un esercizio arduo? Bisogna sforzarsi di credere che
IL LIBRO
mondo, intrapresi con lo spirito e la voglia di conoscere gente e luoghi diversi dai propri. Per poi scoprire che, ovunque vai, puoi trovare un angolo che assomiglia tanto alla tua citt, Napoli in particolare per lautore, o abitudini e motti che conosci fin da bambino. E cos a Labrang, nel Sikkim, in un monastero abbarbicato su una montagna, dove era andato con un gruppo di amici per conoscere un vecchio monaco capace di compiere la levitazione, Treccagnoli scopre la profonda cultura contadina di questuomo, cos simile a quella di sua madre, quando gli chiede cosa aveva imparato dalla vita. Quello che conta la nostra terra, quello che riusciamo a tirarne fuori. Parlava come mia madre riferisce nel testo Avevo fatto
tutta quella strada per sentirmi dire le sue stesse cose. La terra, il lavoro della terra. O come quando a Mosca ha mangiato salsicce di sangue di maiale, cibo molto ricercato per i napoletani doc, il samurchio, che da tempo vietato dalla legge. Un tuffo nel passato, che manco fossi stato Proust con il suo dolcetto moscio tra le mani. Era una variante ucraina del samurchio, alla faccia del dietologo. Non ne mangiavo da quando ero bambino. Grande la Russia, come Giugliano di una volta. Cos, nostalgia di casa e dei tempi che furono? In effetti, lungo tutto il racconto, si avverte una nota malinconica di rimpianto, di desiderio di ritornare verso i propri lidi, alla stregua di Ulisse. Daltronde lo stesso autore a confessarlo, questa volta mentre divora lennesimo
samurchio a Montevideo: Del resto, masticando masticando, quello che ho pensato, e mi sono accorto di aver sempre pensato che il napoletano non dovrebbe viaggiare. Perch farlo? Sono gli altri che devono venire da noi. Noi siamo gi arrivati. Lina Maiello
emozionato Mariano Rigillo che, causa disguidi microfonici, non pot dare il meglio di s. La serata avrebbe dovuta essere ripresa interamente dalla Rai, ma i soliti protervi autori e cantanti, sempre loro, col preciso scopo di annientare le speranze di queste giovani leve, e far loro abbandonare qualsiasi velleit, riuscirono a non far trasmettere la manifestazione, anche quando venne registrata in un secondo momento negli studi della Rai di Roma. Sono andato a ricercare la cronaca di quei giorni ed il 30 settembre del 1960 su Il Mattino a cura di Angelo Cavallo e sul Roma da Giuseppe Di Bianco si poteva leggere il resoconto di quella prima serata proposta dalla nouvelle vogue. Angelo Cavallo titola: Mina delude come cantante in dialetto. Di Bianco spiega cosa si era proposto la formazione composta da Umberto Boselli, Rodolfo Mattozzi, Eduardo Alfieri, Ettore Lombardi, Salvatore Palomba e Mario Pagano: Volevano i nostri giovanissimi e valorosi poeti e musicisti: far parlare alla canzone napoletana un linguaggio pi vivo ed
attuale del tempo in cui viviamo. Fu una nobile crociata, se Napoli non fosse avara di comprensione solo con chi vuole innovare nel bene, semplicemente innovare, e senza distaccarsi troppo dalla tradizione, rimanendo nei canoni. Ma Angelo Cavallo scrive che: Il guaio che stavolta le strade nuove sono vecchissime, o diventano subito tali con la nouvelle vogue. Ma pi avanti aggiunge: Sono canzoni che hanno talvolta il privilegio non indifferente di uscire dai vecchi schemi canzonettistici sia nella forma che nel contenuto. Questi due passi li ho riletti pi di una volta, anzi me li sono trascritti, per essere cos sicuro di non aver letto male. A me sembra che si dica una cosa ed al tempo stesso il suo contrario. Sono lultima persona che pensa di criticare un monumento come Angelo Cavallo che ho sempre molto stimato: anche perch quando ha scritto di me lo ha fatto in modo lusinghiero. Infine chiosa affermando che: La canzone napoletana come la pizza, ci vogliono pochi ingredienti per farla, ma non sempre riesce bene,
sembra facile cucinarla e talvolta si aggiungono ingredienti pi prelibati per renderla pi saporita, ma si finisce per fare una torta certamente raffinata, ma non la pizza napoletana. Come a dire: ragazzi siete preparati, ma la canzone napoletana unaltra cosa. A noi sembra, confortati sopratutto dalla certezza dei fatti nel tempo, che i nostri ragazzi avessero centrato il bersaglio. Infatti alcuni dei brani da loro presentati, su di un totale di quindici e propriamente Ciento strade, No, nun d ca me vu bene, Chi s chi so, A pianta e stelle, incise da Peppino Di Capri, Celeste cantata da Mina, si ascoltano ancora oggi. Chi s chi so, fu incisa anche da Don Marino Barreto jr. Fu un vero avvenimento. Don Marino era la colonna musicale portante delle notti italiane di quegli anni. Come non affermare allora che la proposta venne largamente accettata? Questa considerazione trova fondamento nel fatto che di tutte le canzoni presentate nei vari Festival di Napoli non se ne sono salvate dalloblio del tempo il trenta per cento.
sole! Non sapevano cosa si stesse preparando per il futuro : lavvento dei disc-jockey ed il momento pi nero per chi aveva scelto di fare una vita da musicista , da orchestrale. I proprietari di locali trovarono pi conveniente ingaggiare una sola persona che aveva la possibilit di essere sempre aggiornato col repertorio , del resto doveva solo acquistare lu ultime novit discografiche, mentre lorchetra per quanti sforzi potesse produrre non sarebbe mai riuscita a tenersi al passo con le novit. Anche se si fosse voluto provare ogni giorno, cosa assurda, non si sarebbe mai giunti allo stare aggiornato, con tutte le novit che venivano prodotte a gettito continuo. Continua www.carlomissaglia. It