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Lunedì 28 gennaio 2002 18.

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partito a velocità tanto per vedere quanto ci vuole per scrivere una pagina di quelle che stretta la lima
tra i denti operato vizioso nel circolo si fa da parte per non concedere agli ospiti quello che si dovrebbe
se non altro per gentilezza. E’ viscido il ragazzo, si ferma, boccheggia smette di punteggiare la
laringoiatria e si fa da parte come uno schizzo, uno schianto di boxe, si fa in quattro il pederasta si fa
lumaca chiede a voce alta s'inalbera quanto non si sa sapere, formazione mercato ittico palombella di
primo pelo arrochita e arroccata sulle posizioni di Desdemona non si fa pregare per riciclarsi da un'altra
sponda, ha spocchia da vendere crede di essersi derubata da sola della possibilità di far si che gli
stambecchi straparlino a lume di candela e di naso dovrebbe essere nel suo terzo centenario dalla
vittoria delle ripide soluzioni. Tangenziali affrettate, le macchine, odore di fiato perso al mattino, sui
gigli pallidi scorre come melma si ferma appiattita, non ci sono lacrime rastremate da conseguire,
napalm, circonvallazione si scontra con la realtà giornaliera e non sa più se prendere fiato ad ogni
respiro, come pugnalate, riecco il camion, ha un vestito sbottonato sul davanti, davanti, dietro niente,
nuda col sedere di fuori, si ostina a belare in seconda fila, vuole che glielo mandino di sotto quel figlio
di puttana senza palle, ma lui non s'affaccia nemmeno, sa da troppo tempo con chi ha a che fare, e non
si risparmia il fiato. Giù all'arco del trionfo sollecitano bravamente i pompieri perché facciano il loro
dovere, si sono mossi prima del tempo e il giudice di caviglia buona a passo elastico è tornato indietro
con un guizzo digitale sul tempo di immissione della legge prima che qualcuno degli amici avesse il
tempo di cambiare il trend o imprigionarlo in quel paesaggio asfittico e senza colore: Melbourne
all'alba di un'alba qualsiasi, il fazzoletto con lo sputo sanguigno raggrumato, taxi, per due motivi non lo
hanno beccato con le mani nel sacco18.44.22. Questa cosa dell'ora potrebbe farmi impazzire tanto che
la rimetto un'altra volta.18.45.30. Adesso basta, pesta, pesta sui tasti faglielo vedere a quelli che non ti
credono che non ti stimano che non ne vogliono sapere di te, vendetta, personalmente, attribuire attriti,
farsi una sequenza interminabile di appunti storici, sistematizzare il mondo per esorcizzare la paura o le
paure, credere in qualcosa di definitivo e di definito, diverso il ramo, sguazzare a palla levata, farsi
rimbrotti da solo come papà orso nel Klondike, vedere al massimo che il torrione insieme al rotore,
rottami, brando, brandelli, brigantino, brigare, braccia levate, tre, omelia, pastasciutta, cavoli di
Bruxelles, affranto, si sente che sei triste dice il figlio spurio, di te ne ho abbastanza, dice il padre Furio,
la madre infetta, incollerita, gira gli occhi al sol levante, tra i denti la sigaretta, impregna l'aria col
profumo mozzafiato delle sue prestazioni, non si vergogna che il figlio la veda, anzi, gioia maligna, per
il padre più che altro. Della figlia si vergogna invece. Strano. Era andato via presto, la sera qualcuno
poteva prima del tramonto aspettare che nella via sotto le finestre di quelli che non erano ancora
scappati si facesse buio del tutto, i lampioni restavano accesi anche durante le giornate estive, si
sfrigolava lentamente sull'asfalto, potevi cuocerci un uovo tranquillamente verso le tre che poi erano le
due per via della legale. Si passava i denti, non la lingua, i denti sulle labbra, mugugnava dei richiami
ai cani, la moto passava sul lato, sinistra, nella destra imbracciava un fucile canne mozze da film, senza
sparare mai, solo incuteva rispetto il guardarlo, 18.54.03
22.08.56Alleviare il dolore senza fretta però costanza l'infante non voleva sentirne parlare, faceva il
bucato e nelle situazioni impreviste si reggeva sulla coda in modo da formare un piccolo labirinto
solitario nel colore delle giunture che le andavano più strette sul lato della culisse più vantaggiosamente
venduta all'interno del filo quadro sopra il dimenticatoio; ruggiva degli esposti tribali da ambo i lati
quadretti diritto alla sostanza non ritenendosi più colpevole dell'orchestra tra i filari a capodichino la
purga spuntata tremante immedesimando la parte stoppie del caso facendo fili e finta di bucarsela in
seno al lino. Occhipinti si strusciava sulla porta della rena, faceva ad un tratto cadere nell'arco
dell'industria il baffo capitanato a singhiozzi dall'inverecondo comportamento del cicalino di fronte:
Gliene aveva parlato a più riprese di vino in varia specula factum probiviri sentenzia ub usque sine quid
travisava i faticosi movimenti peristaltici fino al congresso utopistico dall'altro lato della sala si levava
quel fumo denso e acre che caratterizzava e caratterizza tutte le riunioni sinodali fin dai tempi di Caio
sesterzio in pubblico si abbandonava tranquillamente senza far caso affatto agli animali di grido e di
grinta più che il doppio copione tirava acqua di sghimbescio sulla multietnicità che adamantina fin dal
protocollo non gradita alla regina, impiastro, succintamente vestito si preallarmava ad ogni sospensione
del pene dalla pena: Fumante, il trittico della Minerbia, informe, nel calare ruggente del sole di là della
foce dell'estuario si sarebbe detto a capochino se non in attitudine ancor più mesta e solitaria, indizio di
una grave passione non riconducibile ad altro che al muso del primo topo centenario: Detto. Fatto:
Acerbo ed aspro al consiglio, venditor di gotte e angosce altrui sotto la liquida formattatura del
dischetto. Poteva dipanarsi in altri frangenti da quando aveva ritirato il patentino di cacciatorte non
faceva fatica a farsi carico di quelli che non avendo avuto il tempo di smaltire in cantina lo facevano ai
piedi della grande scala in marmo bianco che adornava E INCUTEVA NELLO STESSO TEMPO IL
TEMPIO, COSI' PALLIDO E SCHIETTO NELLA LUCE DELLE POZZANGHERE E DEI
RIGAGNOLI DI SPORCO SOLCATI, IMPOVERITI E IMPOLVERATI, AFFACENDATI,
INEBETITI IN COLLERA, SONNOLENTI, A PASSI LENTI PASTORI SERAFICI PIANGONO
SUGLI USCI E PIANO PIANO SI LASCIAN TRASPORTARE DAL ROSSORE DELLE GUANCE
UMIDE, PAROLE SUSSURRATE A MALAPENA A BOCCA SERRATA E DENTI STRETTI DI
TRA LE LABBRA SOCCHIUSE APPENA UN SOFFIO OD UN RANTOLO PRONTE AD
AMPLIFICARE. 22.23.26
29 gennaio 20028.33.16 Col pensiero puoi pensare quel che vuoi, mi frega assai dei sogni, anche se
restano con impressioni fragili come le ragnatele a colorire la giornata. Vado più lentamente,
collegamento con il respiro che viene e che va, viva la libertà, garibaldi non è morto per nulla,
anzitempo forse, poteva restare al mondo, come lo spazio che si rincorre per trovare un guscio
atemporale dove rifugiarsi in preda agli scoppi d'ira che caratterizzano i condottieri, sembra che ne
avessero sia napoleone che cesare, romiti, aumenta la velocità, la logicità si fa grazie a dio latitante, il
bello arriva quando non ci si ferma più, la velocità come un'ebbrezza molle, ti invischia e prende per i
capelli, come il codino del barone autosollevantesi con cavallo e tutto, brandelli come nei sogni di
impressioni dei giorni precedenti, saltare sopra le proprie ginocchia, l'occhio che non può vedere se
stesso, il quadro che non può occuparsi della cornice , sempre di pensieri si tratta, e quelli che si
autostimano con le mani grondanti di sangue? che c'entro io, potrebbero grondare anche a te, poi non è
mica necessario ammazzare per potersi dedicare all'autostima. impaziente, vobis tuonando arpa
deleteria sunt ab interiora addendi usque benedicta in rolo genensi. Ad can.
+ interessante vedere, come un baco da seta muove il capo filando e rinchiudendosi nel proprio
bozzolo, vomitare la propria morte, con movimenti lenti uguali precisi, ruminando. aerostazione.
mortimer, luciano, fagiolini in bagno decorare il condottiero, firmato in scala nazionale, priscilla si
vende nel riquadro sotto catasto prensile autocoinvolgimento, speciale disney, qui di tutto un po' come
la neve anche la nave, boria, una certa nostalgia della velocità, pourboire, mancette e manchette, l'uomo
libero sa quello che fa, quando il troppo stroppia andare a nozze coi fichi secchi interessa la giunta
comunale non il prete del villaggio, lo scambio di persone è gradito in massimo rispetto tridente perché
non si autosalva da se solo, richiede uno sforzo complementare che porta vantaggi non indifferenti, sul
mercato appare come una lontra selvaggia in procinto di scagliarsi sul dente marino, si ritrae e poi parte
all'attacco con un grugnito che sembra quasi un belato, l'elefante marino molto più grosso, di
costituzione generosa si potrebbe affermare, non ha denti prospicienti la proboscide se non due canini o
incisivi molto sporgenti, le lenti spesse, affumicate, occhi sporgenti da triglia, colorito verdastro da
folaga imperiale, non crede nel passaggio da una parte, dall'altra vorrebbe ma il pensiero razionale lo
impedisce a grave nocumento, bertuccia sale grosso e sale fino si sdilinquisce in prese di posizione alto
mediterraneo rintuzza il lavoro di ognissanti cede crede al ritmo, si lascia impantanare quattro ruote nel
deserto di sabbia, alla lunga lisca ottiene di confabulare con un prete sul nevischio di montagna e
campagna, ama i maiali e li stuzzica facendoli cibare del proprio corpo per meglio dire di salame ed
affettati vari ridendone coi bambini tenuti per mano, nella loggia il signor conte girando i pollici si fa le
seghe.09.27.16 anche l'alemanno troppo preso prevede la previsione.
10.49.28 con capa reza vediamo cosa succede che ritmo encefalo ti danno, comincia lento dove mi
porti tuttociòchec'èc'ègià, e allora perchè starsi a sforzarsi di cercà, perchè tanto l'hanno già trovato
tanti anni anni fa, però mica me, mica io, le conquiste dell'umanità quali sono, somoza dittatore, fa i
baffi sui muri a pinelli che stanco di cadere cerca le rose nei campi di granturco che lontano
all'orizzonte cercano cercano cercano, ti ho spento spengitore di cervello è un eufemismo femminile,
improta all'angolo collabora con i venditori di gelati al limone, qualcuno che ci capisce qualcosa non si
è ancora trovato in questa parte di universo, negli altri archi chissà, nessuno, nel senso di ulisse, lo sa, e
la politica della vendemmia a tutte le ore del mungere finchè ce n'è, acqua nella chiglia, ha fatto bene il
conte a spararsi, rimaner paralizzati e farsi accudire finchè non ne possono più e le lodi si trasformano
in bestemmie, chi ha dato ha dato, chi ha avuto continua ad avere altro che pioggia sul bagnato, son
piene le fosse e i leoni quelli son belli a lisciare il pelo alla compagna mai che vadano a procurarsi il
cibo, loro si che han capito come si fa, nella noia e nell'insofferenza prega, nella depressione sguazza, a
cicala donata non far sapere, meglio l'uccellino piccolo che il cacatua. infilarsi abilmente provette dove
non batte sole, analisi, logica, sterrata la strada, bianca come una citazione, di questo amore come un
tarlo sulla spiaggia, renitente alla leva non si leva dal letto, smettere di pensare di voler sempre
essere i migliori che ci sono sulla piazza, il giochino del sono tanto buono, ma non cercare di
vedere chissà che cosa, appena si presenta l'occasione o il pensiero di farina non del tuo sacco, si
va bene ma nel mio sacco c'è poco, come distinguere quel che è mio da quello che non lo è,
rendendosi conto che anche questa non è idea del mio ma del suo? senza soddisfazione, come uno
che qualsiasi cosa ma non viene mai ma sapendo che è così non prova neanche il piacere
dell'aspettativa, che fregatura, tutta colpa dell'ignoranza e dell'ignorare oppure tutta colpa del troppo
sapere, fa quasi lo stesso risultato, a gambe molli a ventre teso, solleticandosi la pancia con un vello,
pecore incinte grosse come vacche stagione dei sette mari, maghi ne hanno arrestati, una volta le
bruciavano le streghe, adesso li osannano, susanna ha il cancro e mi fa paura l'idea di incontrarla,
maestro di vita di chi, delle mie chiappe, altro che non giudicare e altro che autostima, ci risiamo,
perditi nei meandri, là almeno si sta bene. 11.17.51
14.53.06 andiamo a mietere il grano questo ho in testa e partir da dove si è sembra sia cosa onorevole e
giusta, questo è quello che c'è e non c'è nulla di cui vergognarsi se questo è quello che c'è, diceva non è
mica colpa mia, non è colpa di nessuno anche se qualcuno ci va sempre di mezzo a torto o a ragione,
prendi picone, lui non ne sa molto, qualche volta sconfina, si fa troppo bello agli occhi di qualche
cagnetta in frega ma da questo a condannare a morte o all'esilio ci corre e ci passa un tir, segreti a parte,
gonne allacciate alla caviglia, estaticamente congiungendo il trip con quelli che dall'altra parte del
fiume, consapevoli di essere impossibilitati a visitare, festevoli, frugano, trovano, scovano, e i covoni
della paglia si beano nell'ignoranza, ci fosse qualcuno che li incendia troverebbero qualcun’altro di
animo buono e bigotto che perdona sempre qualsiasi sia l'entità e da conditio sine per non condannare
la superbia di mente, quella fisica è tribale, vista danzare tra lombi e fianchi di diverse popolazioni
primeve di questo continente, resta da stabilire chi ha diritto, chi sono gli ottentotti, dove sbarcano le
falene, macchine di guerra in movimento sussultondulatorio tanto che il l° fa mostra oltre che di non
vedere sentire parlare anche pensare ed altro che scimmiette. S'impone una soluzione, questa volta
probabilmente dal basso, senza colpoferire, tralasciando i bambini dell'asilo, già asportato, timbro
metallico, manomorta, febbre all'ultima stazione in via Vittor Pisani, il numero non c'è, altri si erano
ACCAMPATI PER UN NUMERO DI GIORNI PRECEDENTI A FAR SCATTARE LA REGOLA
DELL'IMPERFETTO, SI SVEGLIO'. Piedi per terra, abbraccio taurino, muscoli degli addominali
come animali, anche alla luce dei fanali e rivestito così come si vedevano, controluce, albachiara,
sigaretta spuntata oltre alla pallottola. 15.40.22 tram del desiderio ritorna a portarmi via senza la paura
con le ali spuntate a rincorrere il balzo travaso di bile innocente come lo sparviero hai fatto male i conti
ti fai prendere alla sprovvista, fumo sinottico, incedere elegante, manipolo di soldati, cinico
controvoglia che si imbuca al sale sotto le onde di fronte al giudizio non sa oppure non vuole sapere e
si disfa degli impegni coi ricci tutti uguali, ugualmente disposti in ranghi regolari, tremante per le
troppe ore di esposizione alla luce solare come in quel libro in cui la soluzione era fuori dalla finestra e
le associazioni ti parlano una tira l'altra come le ossicina del pollo tenute tra indice e pollice e poi
scostate di colpo a determinare la fortuna di chi vince e si lascia trasportare con gioia verso le sponde
alte del nilo sotto la cappa di mercurio cappelli a larghe tese, larghi anche gli occhi, venati di pagliuzze
d'oro, tre volte incipriati, il naso fa da esca ai pochi pesci, chi lo sa lo mette per iscritto aspettando le
grazie, gli appannaggi, le regole monastiche il turpiloquio, l'anima errante senza posa, non si annoia
mai si fa per dire si dice per fare lungo i continenti sulle schiene deserte sfatto senza posa prende le
briglie allunga il passo da quasi venti giorni senza cibo acqua anche poca, si abbevera come può, una
goccia di tequila, la gola non risponde, non fa al caso suo, passa per strada con le mani nelle tasche ha
invidia del prossimo crede nei demoni, protegge gli umili, consola i superbi, annega gli ignavi, sotto la
coltre, oltre la corte, verso l'infermo, specchiandosi con le braccia nude nel delirio di quel vulcano
assopito ma che ad ogni istante potrebbe risvegliarsi senza sapere il da farsi e senza volere il
ritemprarsi lo spirito in allegria in serenità, in astuzia, monco di dita, fa acqua, si scompiscia, chiedere
il risarcimento danni, famelico affronta la giustizia degli uomini, si chiede domande, e si dà da solo le
risposte, poi azzera, trova il punto di arrivo del labirinto, rimesta nel calderone le proposte più ovvie
quelle sconce gettate da parte, come una pelliccia di renna
, guarda da una parte, attraversa, lo sterco si allontana da lui come il pulviscolo dorato nelle stanze in
cui filtra da un buco nella persiana il timido raggio della luce crepuscolare, giallo per incanto e
precipitando verso il baratro si distende allarga arraffa medusa mistico in bilico, triremi, sogna sputa
annaspa quasi affoga tossisce per la polvere, si libera le orecchie stringendo fra pollice ed indice le nari,
si solletica con una piuma, gode dei nasturzi a vivaci colori, colorito, un corpo liscio e sodo, senza
regole senza perdonarsi, senza spada, senza foruncoli, senza soldi, senza patemi, senza famiglia senza
luci, senza trappole, senza confetti, senza remore, senza sanguisughe, senza sugo, senza cemento, senza
prati, senza fiori, senza ricordi, senza sapere, senza dropping, tramutato in animale, una centuria, versi
sparsi, sotto le colline, acre il fumo, travasa, si sente stonato nell'insieme, insensato il lampo, non si fa
trafiggere, gli danzano intorno le ballerine concupiscenti, ne fa una strage porta la mano agli occhi,
beve, si asciuga col dorso della mano, fa incetta di preservativi, esce di casa, rientra all'alba sporco di
sangue, aspetta che i vermi passino ad un altro stadio di evoluzione, permette alle macchine di
iscriversi ai temi di ballo, pianta una lancia per terra, il suolo è aspro, il sole al confine muta
impercettibilmente di cammino segnando al passaggio gli alberi dal lato del muschio, non si scompone,
risponde spavaldo a chi lo interroga, si da delle arie da gran signore, sfodera sorrisi, si spiana la via
psicologica del ritorno per afferrare saldamente il bordo dorato del manifesto inchino di stato, con e
anche senza, più e anche meno, di sopra o di sotto, annullando le differenze tra le diverse ipotesi, le
sensazioni irraggiungibili della giovinezza che attanagliano e fanno respirare a fatica, e il membro,
sempre più piccolo, nascosto tra le pieghe di questa carne, sangue del mio sangue, occhi dei miei occhi,
bontà sua se appare qualche volta in prima serata. Com'è difficile porco di un cane, diceva re carlo, ma
è morto, mi sembra che non percorra e non abbracci, anime in cerca di qualcosa, mestizia, sensi di
colpa bastano per tutta la vita, si abbatte facilmente al passaggio degli equinozi, in fiamme, spietato e
volgare non gli interessa in alcun modo l'impressione di destare ribrezzo nelle femmine, si avvale di
questo per tenerle lontane al massimo pigola nel cantuccio, in castigo dietro la lavagna, una crepa
invitante sul muro ci passa il dito sopra, si ricorda che la mano sinistra e quella che lava l'inlavabile,
odora piano, tiene le labbra scostate e ci fa passare sopra l'aria del respiro fino a farle screpolare, poi le
umetta a brevi colpi di lingua e quando sono umide le rifà screpolare, senza annoiarsi. E' incredibile
quanti sono i modi più svariati per perdere tempo senza accorgersene. In Crimea, durante l'ultima
guerra hanno trovato un banano sfiorito figlio di Kant. Quando qualcuno osserva che non significa,
traslucido, parte per la tangente, che me frega, dice, tirino la loro pietra, giudichino pure, con la stessa
moneta sarò ripagato ma anche loro, bella la soddisfazione di sansone quando non c'è più niente da
fare, è stato bello però, si può ricominciare, non ti chiedere, non CERCARE, inframezzare, piccola
venatura tra i tubi e gli ingorghi di scarico, conteggiare le parole, solo conta il numero, di contenuti ne
ha fin sopra le orecchie, a bella posta, intinto nel foraggio e nel formaggio, la lingua di bue blu ed
ispessita, tagliare a fette, dicono che i turchi fossero maestri nella pratica dell'impalamento e dello
scorticamento in punta di scimitarra, tortura della goccia, samurai vivente, gli fa schifo farsi da parte,
coi lucciconi negli occhi, afferra tra le dita la lama, si taglia, scorre sangue a fiumi, non coagula, figlio
dello czar, sangue blu, rispecchia il peccato del padre, cerca di battere un record, trono, sopra il trono,
dietro il trono, una nicchia dalla parte dell'ossario ha molti frati in testa, di denari quaranta, spigolatrice,
biondo come un cammello, setter irlandese, l'ultima possibilità di giocare a rimpiattino, sotto la croce si
gioca a dadi, i panni stesi, sciacquare le voglie in arno, farsi pretendente della figlia del re, giacomino e
la paura, registi a holliwood, sopra il monte non si rimargina la ferita del fuoco. Nel '36. Dal '36 in poi.
Senza date. Acquari in stile napoletano, sabbietta dorata, pioggia dorata e bottiglie di dom perignon alla
james bond. Sulfimigi. Orsolina continua a puzzare. Unguenti sulla pelle liscia: La bicocca lasciata, son
cresciuti i rovi, troverà il principe la sua strada, scintillio dei dentidilupo al buio, notte di mezza estate.
Se solo volesse conquistarsi il posto, di rimando, di palo, di sponda, alla rete, vicino al condomino,
sopra l'ellisse, donna circolare uomo ellittico, franco spodestato in spagna, fucilazioni agli angoli,
dessert, ristoranti piccoli e parigini, boulevards, pittori fiamminghi di rione, nella scatola di montaggio
bottigliette di selz, la citrosodina ed il bicarbonato, la spola, il remigar di ali, il confronto, lo spurgo e lo
sfiato, il candelabro sospeso, la lite rinunciataria, gli aggettivi storpiati, l'ansia da abbandono con
l'abbandono dell'ansia, la paura di segnare un punto, il faticoso stimolo del troppo pieno, indiani
d'america vi hanno preso in giro, non vogliono pagare le tasse, lo sfruttamento bestiale dell'uomo
sull'animale e dell'uomo sull'uomo. FARE SOLO PICCOLI PASSI UNO ALLA VOLTA ALTRO
CHE GRANDI STRAVOLGIMENTI, altro che tutto e il contrario di tutto, ci sarà qualcuno che avrà
l'ardire di leggere sempre che ci sia qualcuno che abbia l'ardire di pubblicare. Mettersi in proprio per
cercare il moto perpetuo, evitare accuratamente gli scandali e la politica, a questa velocità dove si
arriverà, se ti prende lo sconforto lasciati andare a peso morto.
17.05.54 Pusillanime, paraparaparapà, le trombe del giudizio, i cavalieri del, oroscopo, sdentato,
squattrinato, memento mori, oboe, trattenere a stento, lasciarsi andare con diletto, come mi piace la
trasgressione ed il pentimento del dopo trasgressione, anche se mi sembra di no, se no perchè lo fo'? hai
presente, ti si confà, ci credi, ti salvi, mi credi, ti parli, non vedi, io tarli, son trevi, straparli, allegri,
infingardi, si scioglie, veleggia, tranquillo scoreggia, s'ammoscia, scavalca, gioisce, s'esalta, poi sfugge,
redento, capace superbo incallito, col mazzo del cazzo sfiorente sfinito, s'appoggia, indietreggia,
s'allunga di nuovo s'ammoscia, non scade di un'oncia. perpetuare inneggiare, slabbrate, prone,
trionfanti e supreme, scaligere perse, d'indocili pene, s'annebbia pallido sdrucito contorto, rieccheggia i
suoi passi, non cerca conforto, ardente e invaso aduso al disprezzo, immondo e sfiorito nel candido
letto, ricerca aspra, ricerca forte, ricerca. Il cerchio della botte allentato sopra la loggia, lavando i panni
giù alla roggia, muover di catene, prati maltesi e rovine appiedate, trucidare infanti a fil di spada nel
segno del signore dell'impero, un dicastero al ministero, uffici pubblici per il torero che a malincuore ti
getta un fiore, aspro il cipiglio, la mano lassa, languidi gli occhi di pesce in nassa, velato il guardo
17.36.37 Appena andati via gli anziani mormoni, uno degli states l'altro dell'australia.
18.46.50 fatti coraggio da solo. è l'ordine, perentorio, come i piccioni tubando si recano a pascolare
non nell'erba ma nell'aria, così colui che sa si pascola lo spirito non in terra, a ridosso del fiume la
vicina azzimata faceva mostra dei segni della vecchiaia, cucinava del brodo con stoviglie d'argento, il
carbone era finito, 33 passi di specchio, luce e solco nella mano, antigone liberata dal malcapitato,
berengario lucido in biblioteca, legge del portale e non si contiene, segreti e segrete, cellette, come le
api, avvio della dittatura del poco sul molto, malachia tiene l'affanno, sta incurvato sotto le mura di
pietro che non sono ancora state distrutte, barbari speziali e contingenti d'assalto, turingia, annibale alle
porte, i lestofanti si sono impadroniti dei sacri nomi e minacciano di divulgarli a chi se non al volgo, il
volto di cristo in pergamena, trattasi di penne di gallo cedrone, tiremm innanz a passo di carica con le
armi appiedate in lizza 15 per parte vinca il migliore, lionello di valmedonte s'adombra per l'armatura
poco lucida. insegne che non brillano, passaci il sidol, cavalli e mignotte, tutti dalla stessa parte a
rinverdire la sorte del signore di orbetello, sapiente all'ultimo stadio, di singolare presenza di spirito,
bello di sembiante, vestito alla moda dei livornesi, attaccato al carroccio della vittoria sprigiona
un'energia misteriosa che anche i profani avvertono, sembra che dorma quando gli altri vegliano, sarà
vero, voce di popolo, furore, cerbiatto, cuore di cerbiatto, milza di cerbiatto, fianco di cerbiatto, poche
erbette appetitose, cappelli come cigni, fucili a tromba di cane, passerotti in salamoia, lucifero ha il
comando e non se li lascia di certo scappare, anche pippo baudo sa il fatto suo in certi frangenti
l'esperienza vale più della competenza e della spocchia dell'ignoranza e tutte le favole hanno il loro
contrario oltre che dei principi naturali e morali da trasmettere, soprattutto in superficie, in apnea si è
perso da lungi, le boe corrette del pesce martello, olio di fegato, puzza, probiviri, poppea con l'asino
che raglia, star male nel campo dei vicini e lì travestirsi da bonzo per far correre i monaci dall'abbazzia
fino all'estragalo, tratta la spada col dado, se ne fa forte, discepolo raro, sempiterni accenti, commosso,
lo sguardo sa pregare come elia anche quando al bandolo della matassa si arriva scivolando e
ciondolando per il sonno. Questione di fortuna Baby, disse rappaport, stringeva gli occhi in abbaglio di
sole, friggeva le melanzane, faceva ancora la spola una volta al mese dalla casa al fiume e poi su fino
alla città al di là delle spalle, stringeva la mitria con la destra e il mitra con la sinistra, convertire gli
invertiti, carne da cannone, stroboscopio da discoteca coi movimenti rallentati, abbecedario alla
pinocchio infilato su per il naso come l'anguilla aspettando da secoli godot, l'ingegnere a mani
congiunte dopo aver mozzato quelle di caterina, si aspetta che la discesa finisca presto, più presto, il
fornaio ha sfornato, il cappellano ha suonato, il giudice giudicato il dottore visitato, L'OSTE
OSTIATO, LA BIRRA DISSETATO, IL CANE ABBAIATO, IL GATTO maculato, il carbonaio
sfrontato, il contadino dissanguato, il parere parato, lo shopping addestrato, il bagnino nuotato, il
calendario appeso nell'angolo più alto di una costruzione bassa e sinistra. A destra, lungo la parete più
esposta alle intemperie, un canneto di bambù del giappone con varie varietà, da fini come il mignolo di
un neonato a nerborute e muscolose come la coscia di un delfino gigantesco, Tre gradini conducono al
limitare di una rientranza dove l'altare in pietra non ha motivo di crollare. Sette pietre sette, lunghe un
braccio, svasate, senza appigli apparenti, giunzioni o incollature in equilibrio perfetto una sull'altra una
accanto all'altra. Sullo sfondo un armadio-tabernacolo, ricettaccolo, dispensario. Tra i rami degli alberi
a cui si accede senza fatica, una tunica svolazza di ramo in ramo, ha un fischietto argentino fra i denti e
pare giocare a nascondersi coi matti della costruzione secolare. Una porta sbarra l'accesso dopo il ponte
più dietro ad una certa distanza un laghetto di ninfee tra il purpureo ed il violetto, alcune di esse coi
seni nudi, altre allacciate a tritoni si cullano fra le onde di plastica finte. Nettuno al posto del tridente
tiene una confezione di pappa per cani, agita i denti d'oro mobili ed ha una vocetta acuta quando dice
ho un certo abbassamento di voce. Il primo postulante si fa avanti nel proscenio, è un giovane di caprio
tutto vestito a parte l'uccello piccolo e striminzito da poppante che gli fuoriesce dalla tunica: come nel
sogno si vergogna ma sa che deve avanzare e rivolgersi al pubblico alle baccanti alle saturnalia ai
parafernali, ai simboli, ai sottaceti, alle meduse d'oro, ai burattini rinfrancati da bicchierinio di wodka
bieloskowaika, ai piattini con dentro le orecchie degli asburgo, ingentiliti a stare al freddo, ai
saltimbanchi nelle splendide uniformi da guardie svizzere. Educati, edulcorati, si chiedono senza
timore se devono aspettare gli squilli di tromba prima di mettersi a cantare in coro. Dietro la prima
parte dello sfondo, nella navata circolare dietro la quinta di destra sotto la cascata irregolare tre donne
si tengono per i gomiti e intonano a bocca chiusa una melodia arabocirenaicovenusiana, hanno i capelli
lunghi, le tuniche raccolte da un laccio mettono in evidenza i seni di marmo, donne di carne con seni di
marmo, i capelli raccolti in riccioli sulla nuca le labbra piegate a squadra in una smorfia dolorosa, gli
occhi chiusi guizzano sotto le palpebre, sembrano addormentate senza esserlo. Il canto a bocca chiusa
si fa più intenso e si incominciano ad intravedere dietro alle tre donne tre schiavi negri con enormi
membri inguainati nell'oro in erezione, dietro i tre negri, un toro su un vassoio con un rametto di
ramerino nel culo. Dall'alto scende una specie di tenda scura ma trasparente, forse una rete, si appoggia
ad una specie di lucernario fatto d'acqua, cioè una finestra di vetro fatta d'acqua. Serve per vaticinare
pensano i cretini e i creduloni. Al di là dello schermo d'acqua si apre una stanza circolare alta come la
caverna di titano cioe 122.000 passi, larga 244.00, lunga 488.000, protetta da un'idra a quattro nasi e
sette peli sul cranio, accosciata su un tappeto intessuto di fili di stoppa e paglia. Un leggio con un libro
con pagine incise nel piombo che parlano quando sono rivoltate, un camino in pietra dove arrostire gli
elefanti, uno scannatoio, tre rampe di pali infissi ad una certa altezza per farvi sonnecchiare i pipistrelli.
Nella parete di destra si apre l'unica cavità, la stanza del tesoro, una dispensa dove sono contenute alici
in salamoia, radicchio di treviso, tre palafitte circolari per salare e affumicare i salmoni, panetti di burro
del peso di 47 libbre ciascuno appesi sopra le casseruole, e poi farine di grano, avena, miglio, crusca,
saraceno, pani di spagna leguminacee, cuori di bambù, orsetti lavatori squartati, mollica di pane intrisa
nel dorso degli scarabei per stare al fresco, palle di lardo e petti d'oca, barili d'imene di vergini, latte di
cammella, nasturzi sottaceto, impronte digitali con limone, piccole trofie, muco di afidi delle piante di
girasole ginevrino, pelli di leopardo stese ad essiccare alla luce di tre lampade abbronzanti, pannocchie
varie e semi di cacao giganti, tre cuochi cinesi vestiti di peluche, il più piccolo con una cicatrice
orrenda che gli attraversa la faccia di sghembo da orecchia a orecchia
31 gen. 02 18.35.50
addetto alla preparazione dei pesci palla, li scuoia con rapidi movimenti del piccolo coltello d’acciaio,
il secondo grasso come un elefante marino assolutamente privo di peli.
01/02/02 7.55.54 Cimarosa che nome straordinario di via, com’è bello pensare che puoi sempre tornare
indietro per correggere o continuare qualcosa, cari cuochi ne vedrete delle belle, per intanto dei cuochi
non me ne frega niente ma perché arenarsi se invece dei cuochi ci son le barche a vela o gli spifferi
pedullà la marini nannipieri cantar danzando fare sembiante di essere un ciccolataio, terrone sul filo,
paradigma isola di wright per tremortartaro, arrivederci al prossimo, tromboflebitico, sassolini nella
scarpa da togliersi in metro, tre palle sul cervello fanno segno ai tamburini di avanzare sul lato più
lontano della piazza d’armi, i baccanali, la ritmica stonata, faretti da parete di galleria d’arte moderna,
anche se non sembra il lupo, porto di mare, mi scappa tutta l’amministrazione comunale ha un debole
per il sindaco, iscrittosi al primo anno non ha dato esami nel primo quadrimestre, equestre sotto odor di
sferza il tentativo altro che confessare c’è più lino alla porta di quel che vorrebbe sembrare l’orbace, tra
magli e colpi di martello, l’officina galleggiante dei pari di Londra aspetta solo che il chierichetto
romano distrugga l’ultima possibilità del volo radente sugli aranceti per distillare l’impegno e l’ingegno
del ruolo del suolo del moro del trono, non è bilingue, si fa fare i compiti dai primi ministri del passato,
ha lo sguardo vacuo quando insegue le segretarie nei corridoi, non mi manca di rispetto, ha altro a cui
pensare e se ne infischia di quel che pensano gli amministratori locali, può sempre salvare sul dischetto
il materiale e portarselo anche dall’altra parte tanto non viene perquisito in nessun caso, alberga a rio,
gli asini mancanti sono stati sostituiti con dei muli molto più atti al trasporto delle ruote dei cannoni
sulle strade impervie di montagna. Confalonieri lo sa, dire che ci marcia per il fatto che lo sa e sa che lo
sanno è dire poca cosa. Al confronto il pelo ed il peso sullo stomaco degli innocenti. Di erbe ne ha fatte
un carro intero, le sceglie con cura, con abbondanza di particolari, le annaffia, fa si che prendano
uniformemente un bel colorito tabaccaceo,
01/02/02 18.32.32 obliterare i biglietti alla stazione una ricerca di quelli che si fottono il cervello a
cercare di ricercare il cercabile da tutte le parti con i libri le inchieste adesso poi coi motori, le pagine, il
lifting, i don’t care, inglese che bello, cantami e cantati, corrotto sei, ti esce pus dalla bocca, la lingua
gonfia ti soffoca, violenza sudata, scende come cannonata, cannon ball, cannon man, tripletta, taverne
sulla stima, carattere scipito, trapelare, tuscolano vecchio, chi è e chi non è, calzamaglia nera,
redingote, tabula rasa, viticcio, polenta e salsiccia, carabinieri in alta uniforme equestre, chi s’incula
chi, affamare gli orpelli settecenteschi, non richiesto balsamo in controluce si arrampica sui dossi della
penicillina, fiutato l’affare si fa sempre da parte, in segrete e celle buie, dopo il concistoro, in riunioni
private, le pieghe del mantello coprono oltre ogni dire, sa di non poter scrivere l’ultima pagina anche se
gli piacerebbe dire ai posteri e dare ai posteri, ma come si fa, concederglielo non è possibile coi tempi
che corrono si allargherebbe troppo e non si finisce più con la bontà una volta cominciato è difficile
smettere, ci si fa la bocca ed anche le orecchie non disprezzano le lodi. Segnato a dito, indicato, segnato
a braccio, braccato, segnato a piede, calciato, segnato a bocca, leccato, segnato in fronte, scelto, unto
del signore, capro espiatorio, risolve i mali in terrena bellezza, apostata del diavolo, seguace di teorie
scioviniste, incapace di far fruttare i talenti che gli sono stati dati in dono, conto zero, niente risparmi,
neanche di parole, eufemismo per dire che straparla, ha l’aria dell’ingegnere o del giardiniere? Potrebbe
tranquillamente recitare i due nello spazio di un bliss ma preferisce conservare un profilo basso, non
farsi notare, meglio essere conosciuti da una ristretta cerchia di adepti. Molta carne al fuoco, sfrigola,
odore di sugna, odore di pelle di maiale appena scuoiato, fuori ragazze timide porgono la guancia ai
lontani amici di famigli che son sempre i primi ad arrivare quando si festeggia: Gli altri, più nobili, si
fanno attendere, a volte non vengono, nemmeno se invitati.
02/02/02 9.51.26 buongiorno james, anche se non ti ho mai letto, (dovrò farlo) ti sento come un padre
nel giorno del tuo genetliaco farò un grande sforzo, il solo dirlo mi fa sorgere l’ombra di un sorriso a
proposito del fare e a proposito dello sforzo. Tant’è. Velocità figlia di Tantalo, bacino euforico di tante
notti insonni addormentate, lumi di candela, stoppini, sulfimigi, arenaria, vedere dove parare, chirurgia
toracica in assenza di polveri, artificialità della prova, conoscere il conoscibile, frase letta piaciuta ma
dimenticata, il lavabo sporco con tracce di dentifricio, un pinguino alla menta, sbocconcellare piano il
pane, le briciole ad uccelli ed insetti, essere felici senza motivo di esserlo, così perché succede e dura
fino a quando non ci si domanda il perché, che meraviglia la correzione automatica, un delinquente
corretto automaticamente, un bugiardo sbugiardato, altro che rivoluzione culturale, tutti i nodi al
pettine, chi pettina? sbadigliare, sentire i molari mancanti, non farsi preoccupazioni inutili, andare per
la propria strada, fermarsi ad ogni piè sospinto a considerare il risultato, tremor tartaro per la seconda
volta citato in giudizio, donne di malaffare mi hanno traviato, lasciato nudo su quest’isola dove il cielo
coperto non permette indicazioni di sorta, dove il cibo è a malapena sufficiente, l’acqua scarseggia, fa
freddo, umidità penetrante, stanchezza da troppo vuoto intorno, niente musica, ma perché hai sempre
sonno?, perché ti rivolgi a te come se fossi me? non sei me ed io non te, per deo gratias, attento alla
curva, partito per la tangente mi ritorna in mente quel povero mucchietto di ossa in cui si è trasformato
joyce.con la testa ciondoloni e quest’impressione di sonno alle palpebre degli occhi arrossati che
bruciano, vado a mettermi il collirio.Consapevole che sarà sempre colpa mia (ibidem). pompa come
imputato ammetto il mio reato (riibidem). situazione che mi aveva tolto la gioa di vivere, per non
sapere, per non volere, per piangere per scatenare le emozioni per sentire i toni bassi per farsi da parte e
lasciar dormire i coglioni per suonare arie classiche e vedere le porte cedere agli impulsi delle buone
intenzioni, che si fa, che si dice che si incontra che ti parla che guarda fermi fermi. non c’è scopo
all’esistenza, perché la soluzione dello scopo della vita e del tempo e dello spazio è al di fuori degli
stessi e quindi imperscrutabile, perché il maiale non può conoscere o farsi domande sul coltello che lo
scannerà altrimenti scapperebbe, perché il punto all’interno del cerchio non può essere cosciente del
3,14, non sa di circonferenze e raggi, quindi ovviamente la soluzione alla questione del significato dello
scopo dell’esistenza non è nel trovare una risposta alla suddetta domanda ma l’intima e baluginante
luminosa realizzazione che non c’è SCOPO. Buddha insegna. La domanda che non può essere
formulata ha una risposta che altrettanto non può essere formulata, niente scopo. Di tutti gli inganni il
più pericoloso è quello di credere pensare (scambiare) vivere la propria visione della realtà come
l’UNICA possibile soprattutto se và a braccetto con lo zelo missionario di diffondere le proprie idee, di
convertire tutti quelli con cui si può venire a contatto sia che lo vogliano o no. Perché diavolo ci sono
milioni di milioni di cristiani, cattolici, mussulmani, altro che parlare ora di globalizzazzione, è
cominciata da secoli, cari maestri fottetevi. Occhio a non far entrare le cose in casa dalla porta sul retro.
Ordine e caos non sono verità oggettive, come tutto, sono originate e determinate dal punto di vista
dell’osservatore, dalla prospettiva, dal punto, dal momento, e quindi influenzate da cultura, eredità,
imitazione. Cos’è il tempo? Non lo so, ma so che non è semplicemente una dimensione della mente
umana, un errore di valutazione della coscienza. L’universo quattrodimensionale di alberto è il nostro
universo benchè le qualità della quarta dimensione, il tempo, siano differenti dalle altre tre: alto, largo,
lungo. Per determinare con precisone l’accadimento di un evento in un dato luogo oltre che destra
sinistra avanti indietro basso alto cioè le coordinate spaziali ci vuole anche il Quando, se poi si vuole
determinare le caratteristiche psicologiche dell’evento bisogna aggiungere anche il COME. Il
PERCHE’ come si diceva nei postulati precedenti è meglio lasciarlo perdere. Puoi rispondere a tutte le
questioni scientifiche di questo mondo senza per questo capire un cazzo del problema della vita.
L’uomo esiste indipendentemente dal sapere perché e con una larghissima, intensissima, complessa,
individuale, privata R E L A Z I O N E con la vita non smette mai, neanche per un attimo, a tutti i
livelli, di cercare conoscenza, conoscenze, risposte, dai videoquiz, alla filosofia dell’essere passando
per tutti gli stadi da quelli di calcio a quelli dei razzi della nasa, semper dré a cercà quaicos, come sto
facendo in questo momento. sono soggetto ed oggetto della mia ricerca. La sofferenza è originata
dalla non corrispondenza o discrepanza tra quello che è e quello che dovrebbe , che ci immaginiamo
dovrebbe essere, che ci aspettiamo. forse è arrivato godot.11.39.52

A U T O P E R P E T U A Z I O N E ? cercheremo di sviluppare.

18.09.06 niente.

03/02/02 11.22.04 Perché pensare di essere bloccati e crearsi delle fantastiche nel senso di fantasiose
difficoltà, non necessitatur est, sbattitene, non credere a quel che da sé solo si dice, fai andare le dita
sulla tastiera e accontentati di quel che c’è o ci sarà senza giudicare, senza ansia, con curiosità, senza
porti il problema se è in sintonia, in linea o pertinente con quello che finora si è già scritto. tutto qui.
continuum storico, avere paura dei brufoli come una quindicenne al ballo delle esordienti perché
accompagna la sorella maggiore circondata dall’attenzione di tutti, lei si “consola” coi brufoli per non
porsi veramente di fronte a quella che è la reale sofferenza, che poi in realtà non è neanche quella
perché nasconde sotto di essa qualcosa di molto più profondo ed importante. now, battere le mani, now
compressione, now comprensione, now won, now on, know how, sapere come si fa, fare come si fa,
come si fa a fare, wake up, nuove possibilità della lingua in tutte le forme e le salse, delicata, avere
qualcosa di nascosto sotto a cui attaccarsi come un polpo ad uno straccio bianco, e dì li con la sicurezza
del tentacolo attaccato a qualcosa perché si sa che si può sempre, scappando, tornare indietro al punto
di partenza, spaziare, visitare, interdire solo a metà, far brillare ed apparire per scomparire, sotto una
coltre, come nel fumo, nella nebbia, nel crepuscolo o presto all’alba, fugace l’impressione, lascia in
bocca negli altri il sapore dell'appena sfiorato, dell'appena intravisto, lascia il desiderio di volerne di
più, ti fa scoprire il magma ribollente delle influenze continue dalle quali neanche per un istante ci si
può separare, impossibile a questo punto dipanare, separare, loglio e ortica, spada che non taglia più il
nodo, consiglio ricevuto per interposta persona, sta, un bicchiere di vino, desiderio di un bicchiere di
vino rosso, chianti, che sorge all’improvviso e può essere con delizia soddisfatto, detto fatto. calmo,
tranquilo, detto alla brasiliana, all’america latinoamericana, come quella notte che tina suonava senza
tema di svegliare i vicini ed un uccello sull’albero cantava ed io….io… in preda al tarlo che rodeva le
cervella mi rodeva e l’azione impediva, golem, zombie, meglio zombie visto che in brasile si è, da lì si
può andare ovunque seguendo il filo tenue, arianna insegna, di nuovo il tentacolo del polpo, bada al
tarlo ed alle cervella, mantieniti ad una certa distanza, senza paura della fantasia della pazzia, senza
limitazioni, ma questa è la bugia così coccolata, pieno di limitazioni ma sembra il complesso di colpa e
di paura per via delle stesse, senza alterigia e superbia: tanto meglio tanto peggio, sono fatto così, senza
l'ansia del futuro della prossima parola, a squarciagola cantare, sonetti, versi, similitudini, parentesi,
bracci secondari, poi rivoli, rigagnoli, vasi capillari, amebe fiorite, solitari percorsi, navate, cattedrali,
di nuovo rivoli, sentierini, orme, impronte digitali, dna, catene sempre più filiformi, spirali di cerchi
concentrici toccantisi, salvataggi all'ultimo momento, sospiri di sollievo, degustazione intima, lacerto
cosa vuol dire?, oscurità splendente, dragon ball, io so che tu sai, dragon ball, ahia mi son fatta male,
dragon ball ci hai messo, rumore dell’accendino, risatina, colpo di tosse, tirare su con il naso, mamma
dal bagno strilla la figlia: arrivo. E’ sempre pronta ad arrivare la mamma, sempre, risponde sempre la
mamma, per fortuna, non ti lascia mai, la mamma. Malati d’ansia. In questo paese vanno di moda le
gole profonde, segreti, segrete, finestre che si chiudono da sole, altro che opera del maligno. Cosa c’è
alla televisione, la voglia di chianti già assopita, la linfa, il greggio, buchi in atmosfera, il signore è
molto ricco, spende e spande senza tenere conti, arrivare al tredici che porta bene in questo secondo
mese del 2002 nell’addì 3 alle 11,57 senza essere su internet, sulla rete tra, tra rete, nella rete, gettar le
reti, tirare su pesci, pescatori di anime, vedere quanto manca alla fine, senza pregiudizi, babbo, quanti
capelli, guardati allo specchio, non fiatare sul vetro, farsi male scendendo le scale, baggio non gioca, la
domenica di pasqua, aspettare che lo stomaco si autodigerisca, sperando che non lo faccia è un pensiero
ipocrita essendo perfettamente consci delle quattro fette di pane con maionese appena ingurgitate,
diario di quel che mangio e bevo nei minimi particolari, sì si può fare, l’animo del ragioniere della
partita doppia è sempre lì armato ad aspettare l’occasione per saltar fuori e mettersi in mostra, altri
stanno in agguato in questo antro profondo e buio, disposti a qualsiasi sacrificio pur di venire, anche
solo per un istante alla luce, e la cattiveria dove sta accuratamente celata? Non mi interessa in questo
momento, se ne stia pure rincquattata ( come si scrive?) e poi non è sicuro che ci sia, boia ma quanto
manca, il richiamo della tele sentendone la voce suadente come le sirene si fa più forte e noi lo
freghiamo col filosofo eminem, che se ne sbatte o sembra, fuck yourself, sensation, il basso con le
campane mi fa vibrare il ventre e non m’importa se lo sentono anche i vicini, annulla il richiamo della
televisione e questo mi basta, baciami il culo e ti ucciderò, quando ero un piccolo bambino mia madre
usava dirmi stai attento che il babbo è un diavolo, ok ma’. bitch. chain saw. kill you,

17.39.11 f

mentre eminem canta vediamo subito come cominciano le paranoie quando ad esempio vedo che
senza accorgermene ho schiacciato oltre al grassetto anche il sottolineato, mentre stavo entrando nella
stanza, anzi un po'’prima in cucina ho pensato subito ad eminem emissario del diavolo, che anche se
non si capiscono le parole è la musica che lancia un certo tipo di vibrazione, paura perché avendo
fumato debba succedere qualche cosa che non sono capace di fronteggiare. è questa la paranoia?
eminem canta you want to kill me, i kill you, ridacchia posso sempre fermarlo altro che weapen, adesso
c’è il rumore della tastiera e del disco del computer, poi una specie di fischio lontano, l’unico modo di
vincere la paura è toccare il fantasma dopo averlo evocato e subito mi dico che non ho il coraggio di
farlo, pergè ho paura di morire?, no, ho paura che si scopra la mia vita segreta, ho paura di vedere fino
in fondo cosa sono i miei trip, cioè ho paura di guardare veramente quello che faccio e quello che sono,
un buonanulla, un lunatico, uno straccione, un barbone, un maestro fallito, un marito tradito? no, un
marito traditore, ha ragione sergio? dubbio amletico. penso di portare tutto questo in teatro. per
dimenticare la morte parto nel trip grande attore autore regista maestro etc. etc. telefono a roberto come
ad un amante, ad un padre ad un datore di lavoro, la panza, la panza, che pesa, il cuore che batte, i
piedi,le mani, il respiro affannoso, un pip, che cos’è muovo il corpo mi stiro, mi faccio due seghe,
vengo nella carta del rotolo della cucina, mi faccio un bel 116, silvia sei il mio 116, tu giulia anche, il
bisness dei telefoni, puoi non telefonare più? si altro che smettere di fumare. il problema è smettere di
telefonare, smettere di scrivere, smettere il computer usare, andare con la moglie andare, farsi il trip da
solo fare, rinchiudersi in casa senza parlare, smettere di pensare delle cose dovere fare, la droga ogni
tanto fumare? senza punto interrogativo visto che lo fai, cancellare il punto interrogativo.prego. i
messaggi farsi dettare, il trip della paranoia o della scoperta di se stessi abbandonare, non si chiedere
che cosa ci stai a fare, è la regola per soffrirele, per beato andare a farsi fottere, degli errori di scrittura
cominciare a fregarsene, non ribattere le copie per non ridere, sulfumigi poi fare diettro bartali, Slalom
gigante, pencolare di qua e di la, non voler vedere fino in fondo lo spettacolo che fa, torna il teatro
come estremo ricettacolo, la ginnastica da sedia, scaldarsi le mani, aver la sensazione d'essere un genio,
ritorna il trip della morte, il colpo al cuore, il senso di colpa, l'idea che se non mi curo e se non la
smetto di farmi due seghe per dimostrarmi che sono sempre giovine e che mi tira ancora
nonostantetutto io che quasi quasi ho fatto il sessantotto, (autobiografico), la paranoia di essere
governato da forze o persone, non so se è una paranoia, in realtà l’idea che possa essere vero che sono
una pecora e finirò scannata e non lo so perché ipnotizzata, mi perseguita, una di queste persone
potrebbe essere patrizio, o stefano o tutti e due, sono loro che ti controllano e non viceversa, sono come
mio padre e cinzia e come mia madre, io mi credo più furbo di mio padre, si più essere più furbi del
proprio padre, non mi interesso della vita segreta dei miei figli, sto nel mio chek più chepoz, e di mia
moglie non mi frega un cazz, questa è la verità coz. ti fa sentire in colpa, no, l’importanza di salvare sul
computer per non perder quel che si è scritto fino ad ora, dominato dal trip dello scrittore che è colui
che se anche tutto gliè contro lo deve scrivere, e pur vedendo il bandolo del matassolo, gli occhi
socchiude e si perde dietro un velo, paura che succeda qualcosa di male a qualcuno dei miei familiari:
arriva la maga e ti risolve il problema a colpi di milionii, il problema quindi non è fare grancassa sugli
arresti ma capire e far capire quello che c’ dietro. malocchio non vuol dir niente, si gioca sulle ansie e
sulle paranoie delle persone. chi non ha un minimo di strumenti per fronteggiare questi pensieri cade
facilmente preda di truffatori. che molto spesso però risolvono in qualche modo il problema e quindi la
gente continuerà a chiamarli. rispondono in qualche modo a un'esigenza del pubblico, delle persone,
quelle in qualche modo di essere ascoltate, consigliate, indirizzate. (Sociologia). (Comico) In questo
senso in glottologia il logaritmo pulsante plurimo segna lo sfascio della realtà. Il bulbo quattinico si
risolleva e parte giù un applauso. Tatatatatata riva da una parte la banda dei carabinieri. firuli firulin
firulin dall'altra parte i filibustieri, mi sono stancato del comico, troppa energia grassa nel comico
meglio restare più su il drammatico anche se scoderò il mito attinico, mi si conceda anche per questo di
rivedere la sua spoglia mortal (Operistico). se un trip comincia a prevalere sugli altri si diventa scrittori,
attori, registi, se ci sono tanti trip ci sono tanti personaggi, uno ne sceglie uno e lo fa fino in
fondo:oblomov. Zachar. , arrivato a casa simone (ricordati di tutto quello che hai fato), arrivata micol
con cristina (ricordati di tutto) lo scimpanzè e il territorio, ricercare i comportamenti, micol ti ho dato
noia con la tua amica, pensi che non verrà più a trovarti per colpa mia? preferivi rimanere sola con lei
per raccontarvi le vostre cose? No? no deciso, sì, la galleria degli infiniti personaggi, l’attore, ahh mi
sento un brivido alla caà giù per la schiena. ego enorme sconfinato, ritorno a me, ego enorme e troppo
enfiato, eccomi qua, tutto scrivere dopo aver visto che tutto registrare è costoso, noiso difficile
complicato richiede tempo, tanta pazienza far l’archivista della realtà, così deciso di cambiare e il
computer a casa portare e cominciare a disgorgare il rubinetto dello scrivere così son proprio sotto la
lente di ribellarmi non voglio più accetto il gioco delle perle di vetro e mi ci perdo, (autoanalisi)
(woody allen) (costruire false citazioni alla dario. ad esempio woody allen in cascade dice testualmente
il dialogo appena riportato. io sono nel cerchio nel cerchio posso vedere me il cerchio. non posso
vedere fuori dal cerchio. qualcuno nel cerchio più grande del mio e che lo ingloba può vedere il
cerchio suo, se stesso, il cerchio mio e può vedere me, nel caso lui fosse a sua volta inglobato in un
cerchio più grande non potrebbe vedere questo cerchio o mondo più grande. Questo per quanto
riguarda la figura piana nel mondo bidimensionale. Nel momdo tridimensionale non si tratta più di
cerchi ma di sfere o mondi contenuti uno dentro l’altro (filosofia). mi riprometto di non cancellare mai
più gli errori si scrive in prima stesura bastardo, altro che ripensarci sopra, altro che usare dizionari
volcabolari correttori automatici, cerca parole in inglese, word processor, translato, gator, emulator,
emuletor, sensescion scrivere l’inglese in italiano è l’unica cosa da farsi, il mischiamento ve lama lo
ivrit, efsciar lictov be ivrit beotiot latiniot ve se hu se il gioco è fatto, non ti scaldar scender dal letto.
Boena boena, tarim oti, ten li lirot, ma ata osse, in this respect is very interestin what you jast nau sei
molti verimuch pipol andersten yor vibrescion. ai em so dart ai em so kart, ai em so bart in evri pipol
ai em saundbest (io sono una bestia). mio padre è stato operato d’ulcera, probabilmente farò la stessa
fine, ma perché mentre succhio una pasticca contro l’acidità di stomaco, faccio questo o viene questo
pensiero? l’orgoglio di essere un buon soggetto per uno psichiatra. nasconderlo questo orgoglio se ce
l’ho? comprimerlo, ucciderlo, perché si perché no. non c’è usare non c’è usato c’è dare, tu stai dando o
ti stai gonfiando? mi sto gonfiando. Tov allora vedi un po’ te. questo di adesso non è meglio degli altri
un po’ come bill gates in piccolo, lo fai per te stesso, per i tuoi interessi, per i tuoi giochi di potere per
le tue illusioni, per dimenticarti quello che sei veramente, sei uno stupido, non vali niente, altro che
autostima, aver il coraggio di fermarsi, ma perché volersi fermare? sei nel mondo, siici vivilo fino in
fondo in tutti i suoi aspetti e sfumature sii quello che sei quando sei santo, quando sei tonto, quando sei
forte e quando fumato, quando bevuto, quando scoppiato, guarda in faccia alla realtà, come sei vestito
quanto ti lavi, quanto spendi di telefono e di internet, non ti basta mai, non ti sazi mai, non ti stanchoi
mai dei tuoi giochi stupidi perfidi malefici, forse satanici. sto parlando di me, di renzo lovisolo. alla
pagina qualsiasi cosa
posso dire e confessare?, mondami pagina bianca di cui ho questa paura, fai che non nasconda mai
volutamente la verità come sto facendo forse 9in questo momento qua, pagina bianca consigliami dalle
ansie e dagli eterni dubbi toglimi, il computer ha una sua vita autonoma, mi sono accorto, ne avevo il
dubbio, che ha salvato automaticamente, senza abbellire e senza fronzoli come una volta tant’anni fa. si
può scrivere solo sentendo la musica non artaccandosi al significato delle paole medesime usando
quindilmenopossile la testa, dove per testa intendesi l’apparato formatore. (ouspensky) che bel giochino
il computer per uno che vuole o deve scrivere tante ore al giorno.
07/02/2002 00.31.28 sono appena riuscito a scaricare dal dischetto sul computer nuovo, che gioia.
14 febbraio 2002 10:52:23 passati sette giorni altro che gioia, dolore, chissà quanto ci vorrà perche
tutto funzioni come si deve, il terrore di vedere all'improvviso schermate in blu che parlano di errori
gravi ed irreversibili, i tecnici, il midi, i programmi che non sai su cosa cliccare per cominciare,
passeremo anche questa, fossero questi i problemi anche se tali appaiono. scrivere tanto per scrivere,
perché non succeda che ci si blocca per dei mesi, andare avanti a tutti i costi.

23/02/2002 17.39.51

giorno benedetto che mi sembra inutile di scrivere, tutto preso dalle questioni tecniche, risolti oggi
diversi problemi del computer, mi mangio le roschette della mi’ moglie, basta.

27/02/2002 9.32.49 rien.

28/02/2002 14.17.38

alla buon’ora divertiamoci si dice bel tomo scritto letto approvato il sindacato si fa da parte crede di
aver messo troppa carne al fuoco il ragazzo, belloccio, tre dita nel costato, sa di fare bella figura anche
quando dorme troppo poco e ha le borse, sotto, la nocetta, la nanna, la sera, presto fuggi, terreno
minato, farsi spompinare in piedi, fuori della macchina tra le colline toscane, lei fa capire che è stanca,
altro che fare un lavoretto ben fatto, non digerisce bene, bicarbonato a cucchiaiate, mutandine nere,
maglione viola, i jins calati sulle ginocchia, odore di pannocchie alla brace, colori di pittori, che luce, la
strada fangosa col rischio d’impantanare le ruote, lui non prova un granchè di piacere, troppo nella
mente, incapace di rilassare i muscoli delle gambe e della schiena, decide di continuare da solo con la
mano, sempre troppa testa però è più facile venire rapidamente, lei glielo asciuga con lo sguaRDO
DOLCE E LACRIMEVOLE, LUI SI RICORDA DI QUANDO NEL BAGNO LEI GLI HA DETTO
RIDENDO, COSI’ POCO?, risposta: sono mica più uno stallone di vent’anni, un po’ amareggiato.
Sesso di fretta, sesso dalle ore anzi dai minuti contati, gli impegni, le relazioni sociali, il benvestire e il
benparlare, non considerare. Ma come si fa? Appena ti riesce con qualche idea o con qualcuno sei già
preso al laccio senza accorgertene da qualcosa d’altro. Quoi faire? Non nel senso di parrucchiere. C’è
qualcuna che mi ama là fuori? Qualcuna che mi sogna e mi desidera.

17/03/2002 3.41.02 invaso dal sacro fuoco, lui vivente non era possibile evidentemente o forse
lasciando mi ha invaso repente , inseguito fuori da bettole operai coi bastoni, giulio che mentre
baciamo i panini alla senape e kechup mi bacia.

22/03/2002 9.54.41 oggi è il 22 e cambio per la prima volta in vita mia la strategia. Faccio lo stronzo
che si fa desiderare anche se faccio ribrezzo, staremo a vedere quello che succede senza cedere o senza
ripensamenti.
Andate tutti quanti a cagare, voglio fare da solo, non aver bisogno di nessuno, arrangiarmi, faRMI I
FATTI MIEI, NON AIUTARE NESSUNO, NIENTE LEZIONI DI CHITARRA, NON AIUTARE
STEFANO, FARE LA CAROGNA AL MASSIMO, FARMI ODIARE PER BENINO,
RITAGLIARMI un bello spazio di antipatia, smettere di faRE IL SIMPATICO, vivere come mi viene
senza mascherare, possibile, scacciare le domande, stare a letto, scacciare quelli che mi cercano, non
rispondere al telefono, fumare con la mano sinistra mentre la destra senza fretta batte, smettere di
cercare la poesia, uccidere il minimo accenno di soddisfazione, coltivare le lacrime, crogiolarsi nel
dolore, piccolo, senza esagerare, farsi trasportare da questa tristezza, dal senso pieno del vuoto, non
ricercare le paole e le parole, non lasciarsi commuovere, respingere l’affetto, non farsi turbare,
considerare i sintomi, ingigantirli coscientemente, valutare la possibilità di una malattia ineluttabile,
non trovare scampo nelle fantasie piacevoli, evitare di masturbarsi, scrivere con senso ma senza
ricercarlo, abbandonare gli onori e la gloria veri presunti, non guardare la televisione, non leggere i
giornali, non esprimere opinioni politiche, non esprimere opinioni su alcunché, non fare ginnastica,
coltivare la sciatica e l’acidità di stomaco, parlare poco a monosillabi, fingere la depressione per
trovarla, farsi spesso da parte, abbandonare la paranoia di salvare su più supporti, non cedere alle
tentazioni, cercare posizioni scomode, non occuparsi dei figli, non pensare al lavoro, non prepaRARE
SPETTACOLI, NON SCRIVERE LETTERE, NON FARE TELEFONATE, e le feste di autunno?, non
cercare di guadagnare, non chiedere prestiti, farsi spuntare degli aculei, non farsi la barba, non
cambiarsi di abiti, non profumarsi le palle, non assolvere ai doveri coniugali o per lo meno non porsi
detto problema, scrivere, scrivere, sì, scrivere, senza fermarsi, con rabbia, con disperazione, con
dolcezza, con abbandono, con fretta, con ansia, come se, non spendere soldi, non occuparsi di quello
che c’è da mangiare, aspettare, farsi servire, dire con voce stentata: sto bene, con un filo di voce, non
ridere, non divertirsi, coscienziosamente, come un lavoro, professionalmente, senza rifletterci sopra,
dando il meglio, senza badare alla qualità e alla quantità, aspettare di morire in silenzio, avvolgersi una
coperta intorno alla testa, restare immobili per ore, finchè fa male, immaginarsi una voce acuta tremola
e querula, non fuggire, non temere, vendicarsi, rimuginare, ampliare il senso d’offesa e di colpa, vivere
su due terreni, solfeggiare la vita, annoiarsi radicalmente, emettere ogni tanto quando qualcuno sente,
dei profondi sospiri, se proprio capita di dover ridere farlo interiormente senza che traspaia dagli occhi,
essere pienamente, completamente, perdutamente infelici, spiare il proprio volto nello specchio,
ricercare i segni più piccoli di disfacimento, se costretto a parlare delle circostanze parlare di morti,
cadaveri, putrefazione, disperazione, non c’è più niente da fare, fuggire come la peste la speranza e la
consolazione, svegliarsi di notte e cercare in tutti i modi di non riaddormentarsi, rimanere nel letto coi
piedi freddi, coltivare pensieri ossessivi, assaporare la paura, fare il minimo indispensabile negli
impegni per ora non cancellabili, non sorridere, non controllare se qualcuno ha telefonato, anche se lo
stai facendo. Che delusione mi hai dato, e non posso neppure disprezzarti odiarti maledirti perché la
mia dirittura intellettuale e morale mi impediscono di fare finta che sia colpa tua, sei quello che sei, sei
come tutti, arrivi ad un certo punto, ti viene paura, smetti di capire, preferisci la tranquillità, la
normalità, il tran tran, come me?, mi fai vedere come sono, mi togli l’illusione che ci sia un’altra
possibilità, prendi vorace e non vuoi pagare mai, lo mascheri con l’indipendenza con l’orgoglio, tutto
salvo volermi bene per quello che sono per quello che ti do, per quello che ti faccio capire, cerchiamo
un bel nido, addormentiamoci insieme sotto questa bella coperta calda, ci si può stiracchiare, domani
andrà meglio, non morirò oggi, neanche domani, che buona la pasta al sugo di carne, che profumo di
bucato, si può accendere il riscaldamento, accompagnami alla posta, c’è sciopero, mi fai più schifo di
ettore, lo vedi il sangue, mi prende la nausea allo stomaco, non posso farci niente, come brucia il ferro
incandescente, sei un vecchio, mi piacciono i corpi caldi e flessuosi che sanno fare bene il training, amo
incrociare le mie gambe su lombi poderosi, mi piacciono cazzi duri e carnosi, non quelli viscidi e
mollicci come lumache, bocche sdentate, corpi bianchi e lisci con pochi peli, non ventri come otri,
gambe forti che non zoppicano, meglio gli zombie, zombie forti e atletici, anche se scappano. Lo vedi il
sangue, mica per sentirti in colpa, che tanto che ci puoi fare, quando c’è il ribrezzo non c’è niente da
fare. Coltivalo il tuo schifo, vomitamelo addosso coscienziosamente, guardami con gli occhi di
sghembo che faNNO APPARIRE TUTTO L’ORRORE DI CUI SEI CAPACE, fai pagare all’essere
indifeso le sofferenze inflitte da altri, fammi dimagrire e consumare, è giusto, è santo, è Auspicabile, è
ben fatto, non porta rimorso. E adesso mettiti a piangere, compatisciti, domandati cosa voglio, pentiti,
assapora la tristezza della mia lontananza, immaginati come soffro pensa al sacrificio supremo di
allargare le cosce, immolarti sull’altare del peccato del senso infinito di colpa per consolarmi, per lenire
le ferite inferte e non meritate, deh, duse delle lesbiche, che ti faccio ridere di cuore, per una volta
unisci gli opposti, voglio e non voglio, sì e no, spalanca gli occhi, il cervello il cuore, le cosce, fai
quello per cui sei stata creata. Questo testo potrebbe andare bene, limato qua e là, altro che in principio
dio, dio? Altro che le ortiche, i segreti ardenti, le pietre, le associazioni e i disegnini vanno bene per
cesare, per i crotali pericolosi quale io sono ci vuole altro, mi fai piangere due volte quando credi che
pianga perché sono innamorato e non me la dai, mi fai piangere tre volte quando credi d’avermi ferito
perché dici che ti faccio ribrezzo, piango perché non vuoi giocare, perché bari, inizi a giocare e poi
vuoi cambiare le regole, perché mi tratti come se fossi una delle tue tante storie, perché vuoi uccidere
la complicità per salvare la banalità, perché dici: questa è una performance, perché credi che ho voglia
di farmi le seghe in pubblico per stupire, perché non hai un poco di FEDE, non ti basta mai, io, io io io
io io. Iò-iò. Su e giù. Ti amo.

23/03/2002 10.05.18 alla bisogna senza pensare e considerare, perdersi dentro nei meandri seguendo i
fili leggeri della grazia smocking two joints, orait, dice bob, tralla, bertuccia stonata si fa da parte,
lancinante il dolore troppe sagome si sono sgonfiate tra trattenere e lasciare c’è un ampio margine di
interesse che si sovrappone con ondate costanti di ribrezzo a questo ritmo lo sfiato dei carabi, lo spurgo
dell’oceaNO, TRAPPOLE, IMMAGINARE CHE METASTASI SI STANNO DIGERENDO
L’ACCROCCO SOPRA LO SFUMATO TI PARE CHE IL CUCCIOLO ABBIA VOGLIA DI
MAMMA O DI CIBO, LEI SI RITRAE SA CHE NON POTRà SVILUPPARE L’AMORE
MATERNO ALL’OMBRA DELL’IPOCRISIA E DEI PREGIUDIZI FALSI, perché SBATTERSI,
MEGLIO ASPETTARE ALL’ANGOLO LA CREMAZIONE, TRE VOLTE, TRE VOLTE, E NON
GLI BASTA ANCORA, OH JIMMY FAMMI GODERE, FAMMI SENTIRE QUESTA MUSICA
FORTE, NON TRATTENERE IL RESPIRO, ALL’ANGOLO DELLA VIA CI SONO DEI
MESSICANOI CON PALLONI STRATOSFERICI CERCANO DI INGABBIARE IL MALUMORE
SENZA SPINTE PELVICHE. Maiuscoletto, maschietto, titillazioni, baffi immaginari i fan si fan da
parte, resta IL LISCIO CON TUTTI I PROBLEMI CONCERNENTI LA FABBRICA DELLE
SVASTICHE, ANCHE IN INDIA LO SAPEVANO DA LUNGO TEMPO, Barili di sardine PORCA
MISERIA MI SCATTA IL MUSCOLO DEL MAIUSCOLO, COME PULIRE, DISINFETTARE
TUTTO, TUTTO QUELLO CHE è POSSIBILE, di nuovo scatta il maiuscolo senza il muscolo, farsi
da parte come le tartarughe diminuire l’intensità della presa e della preda, pregare come fanno i bonzi
prima di incendiarsi, passa passato, passare le ore, con distacco affettatamente, come una tigre nella sua
gabbia, 10 passi di qui e dieci di lì, giornate tutte uguali come i timbri sulle cartoline d’inizio secolo,
stomatiti leggere, dolgono le gengive, lo sforzo di pulire fino all’osso la bistecca sanguinolenta, poi
sdraiati sul fondo della gabbia ad aspettare cosa chi cosa che, non voglio più guardare la televisione,
john ha la caviglia fasciata, mi guarda col suo guardo da allocco, sbatte le palpebre, vorrebbe dire
qualcosa, so che vorrebbe dire qualcosa, forse al proposito del mestiere dello scrivere, trasformazione
dell’opera in lavoro banale di tutti i giorni, maestri nel non giudicare, badare bene di non occuparsi di
politica, la banalità del quotidiano, articoli di giornale, pettegolezzi, la vestaglia sdrucita gli pende
come pelle di serpente al cambio, sembra un incrocio tra una farfalla e un’armatura, ha gli occhiali
sulla gobba enorme del naso, mani adunche da rapace, le braccia glia arrivano ben al di sotto delle
ginocchia, ama mangiare croste di formaggio rancido per avere poi la scusa di frugarsi tra i denti con
legnetti di bambù, passa così il suo tempo, mangia e si pulisce i denti, dorme, cioè sonnecchia, dorme
sempre con un occhio aperto, sogna, si sveglia, si stiracchia, mangia una crosta di formaggio, si pulisce
i denti, ridormicchia, lumeggia, si scatarra, cerca tra la pila dei vestiti, si gratta, cambia posizione,
pensa al dolore delle possibili piaghe da decubito, fa piani fantastici su improbabili scioperi della fame,
sogna ad occhi aperti di stazioni radio che trasmettono non stop, porte blindate che neanche un carro
armato potrebbe sfondare, si compiace per la velocità del suo pensiero, a volte si masturba senza
nascondersi, pensa ad un secolo fa, alle performances, agli insulti delle persone amate, a quelli che
l’hanno tradito ed abbandonato, non prova desiderio di vendetta, è tutto così lontano ormai, ma non
sfuocato, è lontano nella sfera delle emozioni ma non in quello delle immagini, può quindi prendersi
anzi c’è una certa distanza, il dolore si è trascolorato, trasformato. Appare stanco un pensiero, un
pensiero, un pensiero, circolare, nella testa, un ritornello, sotto il profondo, come si fa a essere
serenamente infelici, come costruirsi una bella nicchia salva, il tempo sfugge via dalla pancia,
dall’ombelico, sempre più magro, come farà ad allacciarsi le stringhe, poca forza, qualcuno viene a
trovarlo, lo scaccia a grugniti, scaccia le mosche pigramente, c’è puzza nella stanza, piscio rancido, il
bloccare delle macchine, ragnatele, nostalgie improvvise di nuovo si riaffacciano dei sentimenti, meno
violenti, l’uomo può cambiarsi di faccia come l’abito, respirare, abbassare lo sterno, contrazione
involontaria, senza ritmo, disconnessione, apoplettico, travasare, bile, tre volte giallo, pustole,
Ezechiele suona la chitarra, vieni a trovarmi in questa solitudine, dopo i grugniti ritorna la speranza,
vieni a trovarmi, non avere paura della mia follia, fatti accarezzare le spalle ed il collo, non ti chiderò
più pompini, te lo prometto per quanto può valere la promessa di un uomo che si cambia spesso di abito
senza accorgersene, fammi tenere la tua mano fra le mie, asciugami, mangiamo una carota insieme,
assaporiamo questa libertà di poter stare in silenzio, oppure di poter parlare senza sapere e prevedere
quello che ci diremo, abrogando i dischi. Ci vorrebbe una storia interessante da raccontare, senti come
pulsa, trasforma, inciso: che meraviglia poter scrivere senza la minima preoccupazione, chiuso, senti
come suonano gli intervalli tra le note e la notte, come si sulfurea bene questo pensiero, prende odore di
zolfo, senti come il diavolo mammone si affaccia, prende forza e coraggio ad ogni battuta, senti come
non hai più paura di morire, senti come ti passa la curiosità, senti come non ti importa di seguire
pensieri di canzoni e successo, senti come va via tutto liscio come il filo sull’acqua, abbocca pesce, tira
con forza, dai un bello strattone che così l’amo ti si conficca più profondamente ancora, deglutisci che
ti arriva nello stomaco, ti strappa le budella, senti come non ti interessa più stupire, lo fai per te, solo
per te, non credi? Ti sei fermato un momento, non certo per raccogliere le idee, quali poi?, e sei
ripartito da un’altra parte in questo viaggio che non smetterà ancora per chissà quanto tempo, questo
tempo che prende valore solo nell’essere dimenticato, spazio che si dilata, sentendo, spazio che si dilata
crescendo su se stesso, senti come vibra, senti la b di vibra, senti la erre di bibra, senti questa piccola
gioa di essere qui proprio ora senza desiderio alcuno, senti l’eternità?, no. Senti che senti e basta, mi
piacerebbe che senza desiderio sentissi che sento che senti. Bella questa, non giudicarmi, bella questa,
non puoi, neanche se vuoi, neanche se lo capisci, sola senza desideri puoi arrivarci. Nessuno ti può
aiutare. Nessuno. Sola, da sola, senti come sei sola, abbandonati al fatto che sei sola, AMALO IL fatto
che sei sola, cercalo il momento che sei sola, abbraccialo, fatti un amante del sola, blandiscilo, digli
parole dolce, fatti sommergere dal sola, e scompari nel sola, sola scompari nel sola. Segreti di tutto il
mondo riunitevi, inchinatevi, scopriteli il capo, sola. Apprezzare, scambio di informazioni, ricezione di
idee, sola, nessuno può capire, sola, tuo figlio non è tuo, sola, tu non appartieni a nessuno, sola, tutto il
resto solo fantasie, sola. Di che cosa c’è bisogno per vivere: cibo aria impressioni. Punto. Goodbye
ruby tusday.

23/03/2002 11:19:57 prova masterizzazione


ma perchè cazzo non devi fare quello che sarebbe logico sperare.

24/03/2002 9.08.21

Ogni tanto così ogni tanto zaza, ritrovare veloce il budello di tu ma, spiattellato al sole il cane di fronte
che abbaia, non sa nemmeno lui il perché, tanto per scocciare, il disturbo levato di capo, anguilla serena
che gioca a buchetta, si faccia da parte dalle parti dell’ontario nel senso di fiume, le folaghe hanno
abbandonato, si fanno passare per preti alla riscossa, non hanno voglia di tingersi i capelli in
succedanea memoria, foto sbiadita su porcellana nel cimitero, forse inizio del secolo, ci sarà pure una
tecnica abbordabile per spalmare emulsione fotografica su vetro e ceramica, quante sono state le cose
interessanti e interessate nella vita, non approfondire senza sentirsi per questo in difetto, allora sei
meno stronza di quanto potessi pensare, ti fai ancora viva, qualche piccolo senso di colpa forse, non del
tutto lavato via, biancospuma alla spina, si fa per ruzzare come dicono i miei figli più
grandi,bonariamente, senza esagerare in drammi, così va la vita, dicevo, grazie, ti sono grato, senso di
colpa o no hai pur sempre telefonato, mi frega assai perché l’hai fatto, l’importante è che posso sentire
la tua voce, qualsiasi sia poi la condanna, posso sperare, posso cominciare a domandarmi chissà come
gli prende questa volta, che poi, quando meno te l’aspetti, quando tutto sembra essere contro, quando
hai i capelli sporchi, il fiato che puzza d’aglio, non ti lavi le palle da dieci giorni, all’improvviso quella
senza apparente ragione alcuna si scioglie, si apre, morbida e souple, ardente, incestuosa, dilettosa, ti fa
sentire la pelle come un candelabro appena acceso, ti si rizzano tutti i peli del corpo, ti prende la bocca
con la sua in quell’abbraccio morbido e svenevole, ti fa sentire forte come un leone, ti risucchia dentro
di lei, ti dice col corpo che ti ama e desidera, che ti perdona, che si fa perdonare, ti rapisce via, sparisce
tutto, cos’è, che vuol dire, come mai, tutto sparisce, siddharta. Ah les femmes, come diceva quel
pederasta di sherlock holmes. E tu se hai fiato per aspettare accontentati, che poi lo sai benissimo che
così è più bello, cosa preferisci il trantran abitudinale, una volta ogni tantissimo non stanca mai, anche
perché chissà appunto perché, capita appunto, assolutamente appunto, quando menissimo te lo aspetti,
che sorpresa, che shock, che abilità, gloria in excelsis deo, et pax, et godimento, raro, succo, graal,
dote, sperequazione, vicendevolmente, attrazione, tratto, fuoco, vicenda, abbandono, estasi, raccolto,
seme, mi dispiace, più che mi dispiace, cambi tutto, danti, il danti, con la barba, se chiamarlo o no, che
poi il tuo amico, l’hanno scorso in realtà non ha fatto un cazzo, com’è bello levarsi le responsabilità,
come si sta bene senza responsabilità, la donna è sempre lì incarnita a ricordarti quelle che secondo lei
sono le tue responsabilità. Lo infilo di qui lo metto di là senza alcuna responsabilità. Come un gibbone.
25/03/2002 23.59.59 un secondo e secondo il calendario occidentale cambia giorno, un altro, senza di
te, presenza nei pensieri, scapicollarsi non serve, neanche distrarsi, triste il destino, ammissione di
fallimento non porta pena né sofferenza, sollievo neppure, tristezza della gogna, mani legate, piedi
legati, testa nel ceppo, aspettando il boia, resistendo con la paura al desiderio di stonarsi, arriva chi va a
dormire, egoismo di lasciare dormire sul divano per poter scrivere, altisonanti rimproveri, periodo
negativo, ansia da decubito, di nuovo, impalato, restio a parlarne anche alla pagina, eufemismo per
schermo?, programma?, qual è in realtà l’interlocutrice, queste righe trasversali che uniscono il tutto
separandolo, fare quattro passi di gran carriera, farsi portare a nord dal vento impetuoso, scrivere rime
sull’acqua quieta dei salmi, canne al vento, intoppi burocratici dell’anima, scorie sfuse di petardi al
primo dell’anno in piazza grande, saltati per aria sul tram delle tre senza desiderio, arrapati e stanchi,
viaggiatori della notte integrati, luce diffusa, stazione di campagna, alla ricerca del golem, sconquasso,
vino bevuto caldo nei teneri abbracci di panche in solitarie taverne scomparse del secolo scorso, tre
moschettieri, invalido al alvoro civile, usanze dimenticate come lo scappellarsi di fronte ad una signora,
carrozze con servitori in livrea, dietro le porte di noce massiccio, succede di tutto, ritrovarsi morti
mentre lei vive ancora, , vederla e non poterla fermare, gridare: vivi, cercare con tutte le forze di
frapporsi fra lei e la lama, essere uccisi un’altra volta, va da se, con moto perpetuo, linguazzo
indecente, la folla avvolta in ampi drappi, cala la luna, stanco l’avvoltoio, deturpata in fronte, magia di
labbra rosse, sfondi cenere, materiali in costruzione, tante altre pagine, metastasi sparse ovunque, il
fegato è danneggiato, nessuna possibilità, tranne lui, omero ferito non era cieco, si metteva in mostra
ormai vecchio, tendeva l’arco con la mano sinistra, allevava serpenti di rango, dupplice omicio, in casa
d’aste truccate, con parsimonia, senza far finta, distante nella sua veste nera, col collo alto, sopra i
cigni, decaduto il barone, aspro il cipiglio, levata la mano, sudando alle dita dei piedi, feroce monarca,
culla di giovinezza, bassezza dell’intrigo, veleno, api, cultura del paranormale, un goal segnato dalla
lunga distanza, far girare gli avventori per il rauco ichiamo, singola notte spesa eternamente nello
stesso identico, fattispecie, granata spaziale, servo contadino=servo della gleba, putiferio, putifarre,
putti, puttignano, pulizia della bocca, fetente, fetente, allungato di striscio e di sghimbescio, con l’ala
troppo alta, viene giù a velocità troppo sostenuta, non sa nulla della coltivazione di tabacco e cavoli, ha
l’aria consunta, con la veletta di zia Rachele, il povero storpio, poetare, stramonio, avventure nel
sottosuolo, l’anima di carbone, precipita in basso, la bolgia, 10 gironi, uno dentro l’altro, farsi del male
gratuitamente e senza scopo, gioco di grido dei burloni, parlare in dialetto, dire idiozie in inglese con
accento californiano, rubare la bicicletta ad un prete, rileggere gli articoli di un giornale vecchio di anni
e commentarsi ad alta voce le notizie come se fossero fresche di stampa, cosa mi è successo, senza
forza, prostata, ginocchio della lavandaia, un piede nella tomba, ansia da mancanza di movimento con
tutte le rotelle del caso perfettamente oliate ed al loro giustissimo posto, mi va insieme la vista, le mani
troppo contratte, manitù, sonno pesante, sonno leggero, non aspetto più niente, non nienteggio
d’aspettare, curami le ferite, soffiami negli occhi la tua preghiera, giudicami ma fallo presto, trafiggimi,
prendimi come ruota di scorta, come tuo diario privato, raccontano quello che è successo alla
milleduesima notte, comincia da lì, invecchiamo costantemente ad ogni battito di cuore e ad ogni
respiro, non c’è fine al peggio, e su queste dolenti note, dopo aver preso incauta visione, memori della
memoria, pietosamente raccolti in preghiera, fiduciosi in un automatico risveglio, perdita di memoria
ed identità negata, tutti responsabili, altro che giovani, corpi snelli.

Che succede? Perché non mi fai mettere la data? Riprovo.26/03/2002 8.57.18

Ok. Che ti era preso non è dato sapere, macchina oscura e misteriosa, non ne ho voglia ma lo faccio
ugualmente aspettando di partire in missione per la raccolta canne. Mi metto le scarpe da ginnastica e
vado alla ricerca. Trovato tante canne e visto che avevo letto che devono essere stagionate uno-tre anni,
ho preso quelle morte sperando che vadano bene. Accendo spesso per vedere se ti deciti a chiamarmi,
comincio a perdere le speranze, chissà come ti senti occupata tra famiglia, sorelle malate, ex mariti,
infanti da accudire, amici e amiche, figuriamoci se c’è spazio nei tuoi pensieri, o forse c’è ma aspetti
che sia io a far la prima mossa, difficile, non credo proprio. 26/03/2002 21.35.41 insomma ti decidi a
chiamarmi? Mandami uno di quei messaggi paranoici, criptati. Interagisci, bisogna pure che ti sia
abituato (a) alla mia presenza invadente, ti lascio acceso p(a) per ore, senza mai fare il minimo clic,
tanto per farti ingelosire, e tu, a parte qualche scimmia isterica non ti faì viva per niente (0). Le
launeddas mi hanno preso proprio. Ti sei sposata nel frattempo di nuovo. Cosa dice l’avvocato del tuo
piano diabolico per mettere su casa? Com’è interessante scrivere criticamente, far intendere a pietro
quando si parla a Paolo, fra poco ti telefonerò, forse, che spazio di libertà, merito della streppa, anche,
semplicemente c’è l’energia per fare delle cose, idee: per ATTACK proporre di fare oltre ai soliti
disegni degli strumenti musicali. Scrivergli una è-mail. Cercare l’indirizzo. Uomo rai. Per lo spettacolo
dell’uomo in gabbia: costruire una launeddas semplice e poi farci sopra uno sballo musicale. Spiegare a
Roberto perché non posso fargli vedere, convincerlo di lasciarmelo fare senza prove, lui è gentile nella
gabbia, insegna a fare delle cose, parla discorsivamente, poi può anche fare dei pezzi recitati, perché
no, offre da bere e da mangiare, coinvolge le persone ad entrare nella gabbia a fare qualcosa, lo spazio
deve essere delimitato, intendo quello dove sono io, loro per entrare devono passare attraverso una
qualche porta o apertura, forse la rete bianca va bene, pensato anche ad incursione con launeddas a
zelig, nuova forma di comicità che non fa necessariamente ridere, :non è mia assoluta volontà ed
intenzione farvi ridere, per favore non ridete, questa è una cosa seria, voglio invece farvi pensare,
considerare la terribile situazione in cui ci troviamo, io in particolare che dovrei essere un comico, un
intrattenitore, …….Detto fatto, ho mandato una e-mail a muciaccia di art attack.

27/03/2002 9.00.08

30/03/2002 12.54.53
ho l’impressione di aver perduto delle pagine, ora provo a controllare sul dischetto. Trovato lo incollo
di seguito.

28/03/2002 11.29.00

ranuncolo, fiore, bacio, pancione, gioia dell’accettazione, seder fatto, addormentato, Inghilterra-italia 1-
2; aspettando paola la rossa, fumando senza esagerare, vado a costruire launeddas.
28/03/2002 18.52.28
lezioni di chitarra e o anche di vita. Spiegato le cose per benino dopo che sono andato alla macchina
con la pipa. Non c’è paragone come comincio a fare le cose, e allora perché non sempre. Perché no? La
rabbia di non riuscirci, in fondo come sempre paure. Dicevo: di chitarra, si spiegano per la chitarra le
mani fredde, frigidità con ninfomania. Voti: 55 saturno. Poi 60, sesso (sic) in macchina quando dico
cehe deve tenere concerto: 12 (drago) quando cavolo è venuta ira. Commosso alle lacrime sentendo
con l’allieva di chitarra: guarda di fuori 34,(nubi) sono fortunato 37(paradosso) La paura è per le
conseguenze?, gli effetti collaterali?, mi dico che riesco a controllarli. Paura della punizione?, galera,
sputtanamento, morir di fame, vergognarsi a uscire, attacco cardiaco, divorzio, disapprovazione,
rimorsi di coscienza, il “lavoro”, la voce della coscienza, dio c’è? Etc. vedere come sono, ciccione,
sintomi a tutto il corpo, voler tenere gli occhi chiusi, una cosa valida in gioventù è altrettanto valida in
vecchiaia, (maturità): Non esprimere, non commentare. La sufficienza nei 108 parte da 58? Uguale a 6.
Ricomincio:30/03/2002 12.57.54
Molto soddisfatto perché ho capito cosa era successo. Ma non voglio spiegarlo. Ir+ra si sta
trasformando sempre più in diario e non so se cercare di contrastare questa tende, vedi se riferire
questione differente approccio dei figli e del padre al saluto. Giordano scampanella e quando apro
saluta il cane, aurora viene in camera mia col cane e mi da un bacio. Anche giordano mi gha dato un
bacio quando gli ho detto che ha salutato solo il cane, ieri litigio con guido sulla questione della
sofferenza nella vita. Dicevo ir+ra come si vede si traSFORMA IN DIARIO, IN APPUNTI PER NON
DIMENTICARE? COME PASSO LE MIE GIORNATE, SE NOIN FUMO NON RENDO UN
CAZZO, FARE DISAMINA DELLE DUE ANIME, MA perché POI ANIME, DELLE DUE
SITUAZIONI, CON E SENZA, SENZA SFUGGIRE IL PROBLEMA, PAURA DI FARLO,
PARANOIA, L’AUTOINDAGINE PORTA A PARANOIA O SEMPLICEMENTE SI HA (HO
PAURA DI ESSERE MESSO VERAMENTE DI FRONTE ALLA MIA REALTà, HO PAURA DI
VEDERMI PER QUELLO CHE SONO. LA PAURA DEL FINANZIERE CHE TI FREGA. STO
VALUTANDO MENTALMENTE TUTTO QUELLO CHE CONCERNE IL FINANZIERE. PAURA
CHE QUALCUNO POSSA ENTRARE NEL COMPUTER è UNA PARANOIA, BISOGNA
PROTEGGERSI?, PAURA, C’è QUESTA PAURA, PAURA DI COSA ESATTAMENTE?, I
PENSIERI RUOTANO INTORNO….NO, FORSE è UNA SENSAZIONE FISICA DEL MIO
CORPO, FREDDO ALLE MANI, L’IDEA CHE NE CONSEGUE è CHE HO LA FINANZA ALLE
COSTOLE, PIANO DIABOLICO, NON SO SE QUESTO è VERO O SE è UNA COSTRUZIONE
MENTALE PER SPAVENTARMI, PER I SENSI DI COLPA, perché NON FACCIO IL MIO
DOVERE, NON VUOI MOLLARE NESSUNO DEI TUOI TRIP, FAI CASINO CON GUIDO,
PARLI DI TUO FRATELLO CHE HA Lasciato la famiglia, che stai forse mettendo le mani avanti, sei
un porco, leninista, buddista, menefreghista, sadico, qualunquista, doppiogiochista, bugiardo, traditore,
arrivista, tirchio, come tuo padre, altro che guardare gli altri, freddo, serpente, 60 sesso, guido mi ha
fatto una bella imitazione, attore, fanfarone, ingenuo, sciocco, stupido, guappo, con un piede nella
fossa, irresponsabile, che abusa della pazienza degli altri, che s’imbesuisce, si rimpinza, telefona tutt’il
dì, che spende e spande senza averne, credulone, paperino: adesso qui si apre la questione se sono in
gradi di bollare tutto questo processo come paranoia, devo chiedermi se anche questo non è altro che un
altro trip, e domandarmi se dico questo per sfuggire alla sofferenza di vedere come sono, mi viene in
soccorso il lavoro?, cerco di ricordarmi cosa è successo le altre volte che fumato sono stato portato in
territori che mi spaventano, pancione, chi dice: devi smettere con tutto questo (silvia) o anche le lezioni
di chitarra? Sto scaldandomi le mani trovando forze insospettate, pensiero della paura che si trasforma
in energia. Azione teatrale dello sfregarsi forte le mani, mi son venute le mani fredde per quello che ho
combinato con paola durante la lezione di chitarra. Evil. I miei giochi di potere. Sono come berlusconi
nelle mie relazioni interpersonaLI. E INFATTI COME PER BERLUSCONI ARRIVA LA FINANZA.
COME MI COMPORTERò IN FUTURO? Interrogatorio della polizia. Te le do io le launeddas.
Paranoia, ma non serve scriverlo. Immaginazione, sognare ad occhi aperti? Mi sono fatto una specie di
film e c’era una grossa emozione, poi esco di colpo dal sogno e comincio a scriverepensando che
quello è il sogno e questo no, vivere il momento preciso, non lasciare andare il pensiero. Sicurezza del
qui e ora. Pronto a tutto?, subito mi dico di no, per scaramanzia, per evitare che possa succedere
davvero. E ci risiamo. Però ora lo sto scrivendo mentre sta succedendo e vedo che non mi perdo
completamente in quest’idea o in questa paura, in questo sogno ad occhi aperti. Bocca impastata,
ritornato presente a me stesso per via della bocca impastata, c’è ancora di mezzo il sentire il corpo,
sentire il corpo per restare qui, vedere quanto tempo riesci a stare qui, appena ti accorgi che ci sei
cascato cerca di ritornare, no, ritorna e cerca di resistere il più a lungo possibile sveglio, cioè qui e ora,
scopri il tuo amore per la paranoia, perché mai ed in virtù di cosa dovresti essere diverso dagli altri? In
vent’anni hai fatto poche classi e prima di finire sei scappaTO. ETERNO RIPETENTE. Questo era qui
e ora. Secondo me no. Di fronte al dubbio. Basta che non faccia troppo male. PaURa del dolore fisico.
Quante cose ho gia raccontato spropositatamente? Ho pensato che vengo spiato e fotografato, però mi
viene in mente nando e mi tranquillizzo. Il problema della privacy. Non nascondo quello che scrivo,
potremmo scrivere e ci diamo chissà perché il plurale MAJESTATIS, IO E IL FINANZIERE. Bel
titolo ora scrivilo. La trama è che nell’ir +ra piano piano si insinuano spezzoni di diario,così come nella
vita di io si insinua il finanziere. Con nomi e cognomi. La storia vera, quella sotterranea che solo io so.
La confessione. L’assoluzione. Non mi sento di condannarmi. Forse perché non vedo fino in fondo
quanto la situazione sia disperata. Azione teatrale: scale basse e scale altissime. Scommesso con
simone che in due mesi perdo il buzzo, con micol 1 euro, con aurora 5, giordaNO ES IMONE CON
GIORDANO CHE ASSERISCE CHE CE LA FACCIO, NON RICORDO QUANTO ANNO
SCOMMESSO infine simone scommette100 euro con me che perde 10 kili in un mese..io peso 95,1 e
simone 80.

31/03/2002 10.52.27
inserisci perfino l’ora legale da solo, i miei vividissimi complimenti.

02/04/2002 8.42.41
ieri alle gare di atletica, nel campo incontro con Danilo, vedo che non ho voglia di mettermi a
raccontare, tarabaralla, un fiato, scamorza accesi in viso, salute e salite precarie, un abbraccio ostinato,
la guerra impazza, guardare il telegiornale, farsi da parte, consanguinei di tutti i tempi, anche con me,
brodo sfegatato, scorre, mettere a segno e fuoco i consigli dati agli altri, recapitare una missiva e il
becon ben cotto, dalla parte di chi è più debole, pacifisti inferociti combattono a mani nude contro i
carri , barzellette, colpi nella polvere, il sole odiato e amato, sdraiati sull’erba con la sensazione che
insetti ti passeggino sul corpo, non vale scacciarli nel senso che serve a poco, forse inesistenti ma la
sensazione della loro presenza è quanto mai reale, sognare ad occhi aperti, dv’è questo famoso limbo,
questo stato sospeso, scrivere, scrivere, non dare retta, tirem innanz, baionetta innastata, doporiposo
domenicale, fuori porta, sole e vento in alternarsi di freddo o caldo, rifiuto di tagliare il sambuco,
desolazione, pezzi di macchine sparse ovunque, sembri, assomigli a quell’attore, anche cantante, che
presentava su una rete privata ragazze che si spogliavano ed ora lavora la domenica sulla rai, quello coi
baffi, gli assomigli un pochino, sorride, lentamente si è stemperato il sospetto, ora parla di più, di
agricoltura, si illumina un po’ quando gli dico di chiamarmi renzo-lorenzo, come mio fratello, un altro
tipo inquadrato tra le lamiere di una porta si chiama renzo pure lui, sacchi di stracci intorno,
straccivendolo?, bidoni sfondati, pezzi di macchine agricole, purtroppo colgo poche cose, ci si avvia
verso il campo di atletica, si parla d’acqua e di fogna, poi la presentazione delle figlie, il pensiero del
mostro della porta accanto, potrebbe tranquillamente essere un serial-killer, me li immagino così, se ne
va presto, commento di micol sull’uomo di poche parole, ritorna all’improvviso nel pomeriggio, più
aperto, la rivelazione, scrittore, 500 pagine, Francesca duranti, canzoni, 25 nel mese di agosto, scrive a
mano e poi ricopia a macchina, 10 racconti erotici per playboy o playman, non hanno mai risposto,
promettevano un milione ad avvenuta pubblicazione, lentamente si convince ad andare a cercare
quaLCHE SCRITTO, INTERNET ED IL COMPUTER, RITORNA CON TRE CANZONI
PARODIATE, DIETRO CRISTINA STA Ad ascoltare, anche lei frequenta un corso di scrittura
creativa. La pancia della ragazza in costume lanciata sul traguardo degli ottanta metri, lo stagno, la
piccola busta con l’indirizzo di Danilo, scrivere tutti i giorni, fa bene alla salute ed alla vita,
meditazione indiana per avere successo, scrivi dei tuoi più intimi segreti facendoli raccontare ad un
personaggio, scrivi di pensieri nascosti che anche tu quasi non conosci, fantasticherie sadiche all’ombra
di un alberello, l’inculata tenendo la testa della donna sommersa nell’acqua, le gare di tiro assegno,
vince chi riesce a colpire più volte mantenendo in vita il bersaglio, aurora va come un treno, migliora di
alcuni decimi il suo personale, non c’è verso di riuscire a costruire una launeddas oggi, distratto, si
mangia al sacco, sentir l’arie della traviata, che noia, non la traviata, adesso, c’è un malessere sottile,
inventarsi qualcosa da faRE CHE ASSORBA TANTO PER FAR Passare IL tempo, come mi fa girare
le palle questo passaggio nel maiuscolo, provare a continuare senza voglia, la mente prende in rassegna
tante possibilità, e se fosse come la storia dei quaranta km. Di marcia con armi e bagagli, ferito in
barella da trasportare in quattro dandosi il cambio ogni 800 metri, collegato all’idea degli accumulatori,
il supersforzo, facciamo un piccolo supersforzo consistente nel non permettermi di pensare a tutte le
cose burocratiche che dovrei fare: assicurazione, pontedera quattrini, laboratorio musicale, lettera al
sindaco, festa d’autunno, silvia, Priscilla, paola, cecubo, con nuovo compito di allestire laboratori,
sistemare il giardino, telefonare alla mamma, etc, farsi una canna, il finanziere, la morte, la dieta, i
sintomi, i denti marci, bello spaparanzato, scrivere, solo scrivere, pesarsi sulla bilancia, scrivere solo
scrivere, bere succo di limone a stomaco vuoto, scrivere solo scrivere, la guerra, arafat, l’antisemitismo,
i pacifisti, scrivere solo scrivere, l’osservazione di sé, scrivere solo scrivere, il sito della festa, scrivere
solo scrivere, cambio d’umore, scrivere solo scrivere, senza fermarsi, anche quando ci si ferma,
scrivere solo scrivere, anche la lista della spesa, le tonnellate di merda prodotte dall’uomo in un anno,
scrivere solo scrivere, le mani che dolgono anche se non è vero, scrivere solo scrivere, la soddisfazione,
scrivere solo scrivere, l’attore dal solito ghigno che scriveva sempre la stessa frase nell’albergo isolato,
scrivere solo scrivere, orrore della faccia di lei, scrivere solo scrivere, avere a che fare tutti i giorni con
un pazzo paranoico, scrivere solo scrivere, notare come ne sono venuti tre di seguito in colonna,
scrivere solo scrivere, questione di ritmo, scrivere solo scrivere e dimenticarsi anche di scrivere solo
scrivere perché lo stai già facendo, belletto, ansia DI E DA PRIMANOTTE, IL FIRANZATO
BELLOCCIO CHIUSO NELL’ARMADIO, LA NOTTE LUNGA, NON ASSOPIRSI, FARE,
fluttuazioni, mercato continuo e contiguo, il sapere e l’essere, la ricetta della felicità, andare in barca in
solitaria, spremersi le meningi, sul campo di battaglia odore di vernice l’asta conica il mento sfuggente
prolissità e vaCUITà MOMENTI DI VERITà STESI AL SOLE, NEL SOTTOSUOLO, VIBRAZIONE
DEL CEMENTO, LA PANCIA SCOPERTA, LAI, FUIAMMIFERAIA SARDA, L’ALBERO DEL
SUGHERO HA DATO NUOVI BUTTI, BUTTERI CON LE MOZZARELLE, TETTARRELLE DI
GOMMA, FA LA PIPì IN PIEDI CONTRO IL MURO DOVE VERRà FUCILATO, NEL VASINO,
IL BACINO, NON IL BACIO PICCOLO ma parte del corpo umano, dieresi, scrivere canzoni coi
numeri al posto delle parole, si fa tanto per ridere, l’idea costante il principe costanzo, ikl maldischiena,
la posizione ergodinamica, la fame illustre viene giù dal lambro sa pescare, infila il verme dalla coda
sull’amo, sporge un pezzetto che si contorce, vestiti di tutto punto, come una squadra di hokey (?) su
prato, il volano fa una curva e ritorna ansioso e carico di notizie di pellagra, mentre il dottore, ce n’è
sempre qualcuno appollaiato, i rami si intrecciano, le didascalie del teatro sono interrotte dai valori in
corso di seduta plenaria infame il libello dato che il pugno abbattutosi nella bello la retina deturpa
giuridicamente tre felici operette scritte un giocatore trepidamente assopito in limacciosa brunetta
prende poca sapidità di superbo antico nepotismo poi un melenso martirio nibelungo ho ci min.
02/04/2002 9.50.07 ma che bella spremuta di cinque aranci al sangue. Ginnastica da letto, occuparsi
delle mani fredde, sgridare aurora, in colonna ne erano venuti quattro, il cambio di sedia, la posizione
della tastiera, cercare le condizioni migliori, ullallà che bello, america why you send your egs to india?,
adesso mi metto a cercare il testo di ginsberg: america.
02/04/2002 23.26.10
prendersi sul serio. Caramelle non ne voglio più mentre il tango questo tango che mi suona nella testa,
farsi da parte per te, per lasciarti un segno, dai fanne un’altra dai fammi capire con chi stai, ti vuoi
sposare pesami valgono poco le chiacchere, andiamo via facciamoci passare questa sbronza di sensi,
raffreddiamoci, non si sa mai quello che può succedere in casi simili, spiritosi siamo, pieni dell’elisir
che ci fa avidamente trangugiare a morsi questa vita, delicato il rumore che fai quando tigiri dall’altra
parte e parli dentro quel microfono, ho mille lucciole che mi sfarfalleggiano davanti agli occhi sentendo
questa musichetta insulsa dentro le onde del pacifico, ti porterò lontano da qui, ssaremo felici noi due
come una corazzata solitaria in mezzo al mare della desolazione, ah questo amore preso di petto, tirare
pugni a destra e manca, questo amore non ha un difetto, perché sei unica inimitabile così incantevole
così lodabile, sei la mia donna per sempre insieme questa condanna l’hai voluta tu e a desso scusami
devo partire in missione mi hanno richiamato, la sedia a sdraio ti ho portato dormi tranquilla fai finta
che sono al lavoro, che poi in fondo è pur sempre questa la verità, soldati in tempo di pace, far mostra
delle medaglie conquistate non posso, tacere sempre è l’imperativo assoluto, abbi pazienza vedrai che
presto finirà, presto te l’ho detto ti porterò via lontano, come la corazzata, la madre non torna al nido,
Pitagora perché hai infranto il voto di castità, eri così bella nella tua gonna di betulla come un cappone
sulla tavola appena munto, bisognoso d’affetto guardami, guardami come mi solcano il viso le lacrime,
piangere fa bene, l’epilessia scompare, i visi ritornano umani nelle loro piccole nicchie trafori, guardi la
televisione non sai che fartene di me, balliamo il fandango altro che il tango leggeri avvolti di fumo in
questa crisalide che ci contiene non spargere più seme, non affaticarti a contare, non usare le dita, non
mettertele nel naso, stringi la sedia scomoda tra le gambe ti aiuta a sentire meglio le parole delle canne
nel canneto sopravento, le froge dei rinoceronti non si stancano di palpitare quando salgono a galla
sulle bolle nella pianura, che fallo questo pomeriggio, che sole, che incanto che natura, che
punteggiatura e il toro che fa, se la spassa con la torera discinta pur con le palle mosce, ho una
professione per le mani, battere tutti i record del mondo del guiness dei primati a proposito della
scrittura infinita senza pause, prendendo l’abbrivio, facendosi scudo con il sole sulle mani, le dita poco
affusolate invero, lo sguardo fermo, polvere negli occhi mi hai scoperto, polvere sul petto, mi hai
sconfitto, polvere nelle nari mi hai respinto polvere in bocca questo lama non ti disgusta più del
maggiordomo? Stai. Annichilito ammicchi, ti credi furbo, screzi famigliari, che ansia che scopo nobile
salvare il mondo in cinque frasi si ripristina la cancelleria e padre bosisio dalla sua tomba trasudando
grasso, rancore, rauti e rutti crauti andati a male, lo so lo so lo so tre volte come arafat non farò più
passi nella necessaria direzione scontata delle fughe non richiamerò alla memoria quelli che sono
svaniti da tempo i funghi, le asole, i cucirini dmc, le trottole, la luna borghese, l’empio alla fine del
dramma, lucciole ancora per lanterne che arte è la tua, fammi sentire questo sussulto, quest’anima
ferita, questa ferita animata, questa squadra perenne, questo sussultorio ondeggiare, fammi sentire le
onde del tuo mare fanne un arco teso, rendilo sopra il dirupo delle distanze sfiatate, conquistami con le
tue ossessioni sottili, trema nel buio, aspetta di vedere l’orco dai denti candidi, senti il furore della sua
coda di porcellino arrotolata all’estremita, rigurgita, fai piccoli passi, non fare rumore non svegliarti
cullati di sogni appassiti, rimembranze, al suono di mille e mille tamburi, svagola, rincorri, rimpolpa,
scarnifica, sedimenti di roccia, disumano il volo, non cercare gli uccelli, non bestemmiare che non sai,
picchia picchia sui mille tamburi, sulle ore perse, sui troppi discorsi, sull’enfiagione, sulla calunnia,
picchia picchia all’umile picchia sul forte avanti cadima avanti all’attacco sulle sponde del fiume
passano le barche, poche regole da osservare, la prima e la più importante taci a lungo guarda per
quanto riesci cimentati con ore minuti e secondi, lascia da parte e all’ombra dei sassi della lapidazione,
scaccia il demonio che c’è in te, fatti possedere solo dal bene, come il miele che trasuda dai favi,
immagini sbiadite si fanno a crocchia come i capelli d’agnese morta per colpa del motociclista ubriaco
sul ciglio della strada, suona fisarmonica, che nostalgia della giovinezza che ti passa sui labbri stretti,
che voglia di mordere le more, perché umano, perché così attaccato al corpo, come si fa come si fa
come si fa si incomincia e non ci si può più fermare fino alla fine, si comincia per gioco e si continua
fino alla nausea, alla spossatezza, senza più residue forze, suona fisarmonica, piangi e lamentati i
virtuosi del suono sono qui, sono arrivati da tutti i lidi, salpate le ancore, fatevi sotto voi nemici della
monarchia assoluta ce n’è per tutti per i falsi giudici per i profeti traditori, Robespierre e Danton
cruciformi pensieri, di nuovo ansia, caliginosa, scura, densa come il succo del caramello, la spada non
può tagliare, le gocce di pioggia si risollevano verso l’altopiove all’incontrario, le nuvole nere stanno
giù e la pioggia cade verso l’alto, che fresca la tua mano, fresca? Gelida. Di cosa tieni paura, cosa ti
angoscia, va tutto bene, niente di nuovo, posto che ci sia, posto che voglia, posto che possa, posto posto
posto il posto il mio posto ed il tuo posto, agnostico dell’ultima ora seguo i fili fino ad arrivare al
burattinaio, balle, si mi piacerebbe, abbandonare tutti i desideri, anche quello di arrivare alla mano del
burattinaio, vedere il soffitto che sta sotto, il pavimento come la pioggia, immerso nel liquido
dell’idiozia, tornerò a visitare questi paesi, mi hanno dato molto e i miei figli in fila ad abbracciarmi in
ordine di piccolezza, abilità manuale non di poco conto se si tiene conto del fondo, ussari, venite a
prendermi, portatemi in una casetta tra il fogliame, circondatemi stretto coi vostri lacci d’ipocrisia, non
m’inchino per nessun motivo allo czar, neanche sotto tortura anche se non ne sono minimamente sicura
lei lui it, succede come le nuvole il vento i maremoti, il tuono ed il fulmine, cantare volutamente stonati
è quanto di più difficile possiate immaginare, lei o lui it, esso, pergamena bruciata fammi da sfondo
canoro, senti le note come risuonano, che spazi biblici si aprono su queste metastasi impazzite che
vorrebbero attaccarsi ovunque. Vorrebbero che lei lui it, codesto e quello, fulminato, colpito da
amnesia, stuprato nella mente e nel corpo, cedesse il passo, si arrendesse all’equalizzazione imperante,
soccombere al proprio destino è meno nobile che farneticare di continuo, far sembiante che non ci sia
un filo logico conduttore, provare con l’orchestra se suona se gli prende bene , il maestro è giapponese
e canta in una coroteca indiana nel dharamsala, ha conosciuto tanti di quei maestri eppure umilmente
continua a suonare i suoi campanelli non si cura altro che della musica e della danza, ci sono orecchie
indiscrete in giro, bocche che muoiono dalla voglia di confidare ad altre orecchie quello che le curiose
di un altro hanno sentito, terminare, interrompere la catena di sant’antonio. Fermarla per un attimo,
mica per riprendere forze o fiato, sentire il potere tra le proprie mani, tutti, tutti, tutti, vogliono
ipnotizzarmi e per difendermi me la prendo e ipnotizzo quelli più deboli, quelli più pazienti, quelli che
fanno finta, in questa casta, in questa chiesa si sta troppo accostati e stretti uno all’altro, l’attenzione mi
difetta, col mal di schiena poco lontano si porta lo sforzo e il tentativo è destinato a fallire. Peregrinare
per alcuni anni per gli stessi sentieri, girare in tondo senza rendersene conto altrimenti immantinente,
esce aria dagli sfiati, il discorso si fa interessante, rumori bassi di tamburi, profondi, incrinano le cuffie,
i bassi potenti della tradizione, kaddish, kaddish, kaddish, in nome dei morti, in nome di mio padre e
per mio padre, per antonia, per la nonna gilda, per cino e Annamaria, per ciro, per aviva, per loro che
non ci penso mai abbiamo perso a differenza dei nostri genitori il culto dei morti, per rosina e manrico,
per adamo ed eva. Morti. Io vivo ancora. Per quanto. Esperimento. Fine alle03/04/2002 0.17.14 e io
continuo, appesantito dalla delusione ma come così poco, walzer walzer walzer, colore della musica
che cambia lo stato d’animo, incredibile, fantastique, venez venez partons oubliez, campanellini,
violini, tromboni, arrivano puntuali i tromboni e poi, fiammette di candele, le slitte di babbo natale con
le renne, che razza di idea e adesso il tuono il vento la tempesta, poi le goccioline di rugiada che
cascano dal fiore e dalle foglie al rallentare ed il gong, come un rombo di cannone, coi fuochi
d’artificio, la spuma candida, gli alberi che si muovono sulle radici, la fine. Perché poi voler trovare la
pace, perché sempre qualcosa di definitivo, mi viene in mente thomasson che ogni tre pagine sembrava
dovesse morire, mi viene in mente thomasson che diceva che diavolo pensate alla morte, (sic), mi viene
in mente, come la pioggia, come le nuvole come il vento, questa voglia di esibirsi che non passa mai.
Ma lo dico con un piccolo sorriso, che tristezza, ma lo dico con gioia, oh guru santo guru
imperscrutabile, guru che non mi hai mai abbandonato un istante, guru dell’immaginazione, guru del
pentimento, guru del cedimento, guru della sveglia, guru pietoso che non capisce l’inglese, guru dalle
gambe molli e dai piedi dolci, guru che regali coperte e tiri alle scimmie le caramelle, guru dallo
sguardo chiaro e minaccioso, guru che trapassa, non so più quel che dico e quel che faccio. Ah ah ah,
canta il cantante, tu sei pagliaccio, vesti la giubba …. La gente paga e rider vuole… e se arlecchin…
colombina, ridi pagliaccio che ognun t’applaudirà, in una smorfia… il dolor… ridi pagliaccio, sul
tuo……ridi del duol, che t’avvelena il cor. La terra, lucevan le stelle, un passo sfiorava l’arena,
entrava la fragrante, … tra le braccia, oh dolci baci…….carezze, mentre io fremente…..svanì per
sempre il sogno mio d’amore….muoio disperato, …disperato… la vita…. La vita…..notte.

03/04/2002 12.32.36 ieri era un giorno col due ed è stato un giorno importante, che lo sia anche quello
di oggi per la questione di non prendersi troppo sul serio, di accettarsi così come si è, di avere pietà di
se stessi, che poi viene pietà per gli altri, cercato di convincere Maurizio silvestri a scrivere un libro, mi
piace influenzare, aspettando godot, però con calma questa volta, godot che mi ha dato un bel sette
perché lui sta usando delle cose che gli ho insegnato io: quando si è giù ricordarsi di su, rendersi conto
di come ci piace la sofferenza. Gli ho detto di smetterla di farsi aspettare solo quando sarà sicuro di
volermi vedere. Avere meno regole possibili per quanto riguarda ir+ra, questa del maschile di godot,
che tipo sarà questo portuale che scrive nomi e cognomi e racconta di quando andava coi finocchi
perché aveva bisogno di soldi, mi ha raccontato la stessa cosa stefano, molto pasoliniano, molto mondo
di sempre in realtà, abbinare pezzi e stili, conversazioni, ir senza regole, ir con musica, tutto dentro nel
calderone, prendere l’abbrivio e poi la velocità, cercare la poesia e poi rifiutarla, cercare la musicalità e
andare nella cacofonia, come il prezzemolo, come quelle insalate che ogni tanto mi preparo, cercare il
filo comune ed abbandonarlo, poi se capita ritornarci, avere dei tormentoni e scrivere sempre di cose
nuove, cambiare genere e stili, raccontarsi le barzellette sul ponte del pontino, come quelli che fanno
ieruscialaim scel saav a ritmo triplicato con batteria da discoteca, che schifezza però, identica
schifezza ma c’è la regola del non permettersi di giudicare, regola fondamentale, comprensione di
quello su cui puntare, metterci forza ed energia, requiem, volevo scrivere lavorare senza requie, certo
che lo stare a stecchetto fa venire voglia di lavorare, di fare delle cose, di fare i carciofi, vedere
scomparire giorno per giorno la botte davanti, dare il meglio di se stessi, darsi, senza paura senza
fermarsi alle curve senza sostare senza riposarsi, cercando via via le condizioni ottimali, fregandosene
delle condizioni, senza cadere nel gioco del tanto peggio tanto meglio, messo una sedia da giardino di
plastica bianca, devo dire che mi sembra ottima, una specie di poltrona, importante la comodità, altra
condizione indispensabile importante quasi quanto quella di avere un trimestre di affitto pagato per lo
meno nel senso di non avere preoccupazioni immediate per il frigorifero vuoto o l’assicurazione della
macchina, qui sono, tengo famiglia, altro che due dollari e 27 del santo allen nel ’56, italia, italia, il
palcoscenico della storia, ombra magra sulla spiaggia, senti spinge il basso, come spinge il basso, il
nuovo allen, trovare le traduzioni di america e urlo, stiamo parlando del 56 mica del duemiladue,
scandalo, altro che scandalo, figli del proprio tempo, la mela non cade lontano dall’albero, meglio che
cada quando è matura, qualcuno la raccoglie e se la mangia se non ha i vermi se non è troppo
ammaccata, se non ha aspettato troppo tempo prima di essere trovato, perché il senso dell’ovvio non è
mica gratis, e di santi in graticola ne han bruciati tanti, italiani traditori brava gente che voglion sempre
stare dalla parte o sul carro del vincente, italiani che in 102 anni ne avete fatte tante, studiare la storia
dal 1894, la storia dell’europa e dell’italia in particolare, verificare alleanze, tradimenti, cambi di
bandiera, nascita e contraddizioni della borghesia, le guerre di libia, le conquiste, il fascismo, 15-18,
39-45- la ricostruzione, quel che han fatto con gli ebrei, gli anni sessanta, fare una bella ricerca in
internet della storia dall’anno 1894. comincio subito. Mettendoci dentro anche la mia famiglia, quella
di mio padre e di mia madre. Fine-03/04/2002 13.07.59 (da oggi mettiamo l’inizio ma anche la
fine).03/04/2002 13.08.30

04/04/2002 18.11.37 ti voglio dire qualcosa, ritorno alla base di partenza, come quelle caselle del giro
dell’oca anzi no di monopoli che si va in prigione direttamente senza passare dal via e poter ritirare il
premio, si sta fermi per tre giri, si aspetta, si guarda gli altri, non si può contrattare, se cascano dove
sono sistemati i tuoi alberghi non ti pagano, una specie di limbo, però si sa che dopo tre giri si esce, c’è
la sicurezza che si potrà presto ricominciare a giocare, si paga, si sconta la pena e ci si ritrova vivi.Qui
non è così, questo paese straniero adotta regole differenti, capace che ti squalificano anche per un lungo
periodo, addirittura per sempre, è questo per sempre che spaventa, questa definitività alla quale non c’è
riparo, non fisico, non mentale, non si può scappare, non si può dimenticare l’ineluttabilità ed il
significato pratico della condanna. Che occhi tristi, che bocca piegata in una smorfia amara, che
flautulenza all’entraglie, come si può continuare così, io so mica che cosa vogliono da me, sono tutti
pazzi, assetati del mio sangue e della mia carne, vogliono giocare con le mie ossa, si nascondono in
ogni angolo buio, è qualche tempo che compaiono anche con la luce, se li tocco scompaiono, ma poi
ritornano più numerosi, non serve gridargli di lasciarmi solo ed in pace, ridono di me, che stridore nelle
orecchie, che freddo interiore, su questo pianeta dimenticato non arrivano i raggi del sole, non posso
addormentarmi, mi fa male l’anca, le dita sono come rattrappite, questa musica ossessiva mi percuote la
testa, non c’è erba, dove sono gli altri, cosa hanno fatto per non essere qui, figlio caro, figlio generoso,
figlio consolatore, asso di picche, donna scura e pelosa, antro di poliremo, tirare freccia con archi
sfondati, la notte dei cristalli unita a quella dei lunghi cootelli, al diavolo il re, il seguito poi, tuniche dei
fanti di fiori, di là nello specchio, con la cravatta di sghimbescio, il thè fumante in scodelle di
porcellana, i piedi sporchi, caldarroste nel mucchio dei becchini, si fa per passare il tempo, tanto per
fare quattro chiacchere in compagnia, non è necessario cambiarsi d’abito, le piaghe possono stare a
case, non voltatevi dalla parte della schiena, la testa con un movimento circolare potrebbe guardare,
battiti di palpebre, smorfiette, nasini, boutiques piene di fiori esotici, al mio compleanno voglio
festeggiare il mio funerale, che senso ha farsi fare il funerale da morti, me lo farei volentieri fare da
vivo, poi dicono che sei matto, la famiglia, i figli che si vergognano, morto civilmente, adoratore dei
consumi, lumi spuntati all’orizzonte, non danneggiare gli altri, senso di irresponsabilità verso se stessi,
parlare con la lingua incollata sul palato, aspettare che gesù sputi per terra nella polvere, rimproveri
dorati, rimproveri impenitenti, levare la mano per scagliare la prima e fermarsi a metà del gesto, colpire
forte sulla bocca qualcuna, spaccarle i denti, vedere il sangue tenendo la punta della lingua appoggiata
al labbro inferiore dopo che si è scollata dal palato, ci sarà pur qualcuno da qualche parte con cui avere
dei contati, al limite epistolari, consigli non se ne parla, in nessuna direzione. Portami con te. Dammi
affetto. Non dimenticarti. Che brutto job il mio.Festoni da sagra penzolano, quando mettono le
lampadine poi le lasciano a penzolare per dei mesi, incuria, magazzini dello stato, impiegati di questo
stato, burocrati ben pagati, mi spiano, vogliono farmi pagare quello che non sono, affastellano accuse,
senza giudizio, senza discernere tra una cosa e l’altra, archiviare le pratiche, mettere del sale sulla coda
delle colombe, uguale, con anche i sensi di colpa se al primo colpo non riesci a catturarne almeno una,
in questo motore ingolfato, in questo plasma denso, in questo magma, le radici abbandonate da qualche
parte, visione dei fioretti di san Francesco dalle mani bucate, prega con gli occhi rivoltati all’indietro in
piena estasi mistica, peli che gli spuntano dalle orecchie come mughetti, inchiostro, macchia
d’inchiostro, gli psicologi nascosti dietro il vetro confabulano e giocano scherzetti, scrivono, ti
rimandano di un anno, perchè io, cosa c’è di così speciale in me, perché sentirsi differente, ma è
comune a tutti, individualità come lebbra, farsi la barba, dietro lo specchio ti osservano, correre in
circolo per non addormentarsi, loro ti osservano, se dormi ti infilano degli aghi o altre cose nel corpo,
c’è una bestia dentro di te, non soffiarti il naso, cammina sulle punte, concentrati sulla sensazione del
piccolo dolore, non permettere mai alla contentezza di quello che fai di affiorare in superficie, loro
succhiano, si divertono, si scambiano le opinioni su di te come se ritrattasse di un animale o un oggetto,
cosa c’è di umano in questo sistema, nessuno si ribella, nessuno ne parla, abdicare, il re abdica, il figlio,
il nipote, addirittura una donna, prendono il suo posto, io mi levo di culo adesso il re è quello lì, anche
io voglio abdicare, ridatemi la mia vita normale, smettetela di spiarmi, lasciatemi dormire, come le
spore di un fungo cattivo, velenosissimo, pericolosissimo, infetto, protezione livello zero, arpionatemi,
protezione a livello due, smembratemi e slogatemi braccia e spalle, appuntatemi con brevi colpetti
secchi dei chiodi sotto le unghie delle mani e dei piedi, orinatemi in bocca, sommergetemi, battetemi
forte con le palme delle mani sulle orecchie, scaldatemi, i turaccioli, la festa, la benedizione, il rito, la
primavera, gli uccellini del bosco, la coccola, il caffè, la musica pacifica e ricreativa, il bisogno del
maestro e il bisogno dell’allievo, la corrispondenza dell’uno all’altro, si possono solo incontrare tipi
simili, non ci voglio credere, troppa carne al fuoco, meditazione alcolica sul destino, preghiera, jarret
suona G. mi fa ancora un po’ specie o paura scrivere il nome per intero, chissà cosa mi avrebbe detto e
fatto lui. 04/04/2002 18.50.05

05/04/2002 11.59.33 a lavorare la mattina presto, trascolora il cielo, la giornata deliziosa comincia
cercando di non fare gli errori del giorno precedente, così tom alla consolle, si dice, strizza gli occhi,
rossi come quelli dell’ippopotamo, ha calze di seta fruscianti, il naso adunco perde qualche goccia,
bagnato anche sotto le ascelle, si passa il pollice destro nel solco tra le orecchie e la testa, sa che lì c’è
una sostanza untuosa, si odora il dito, poi guarda quella specie di forfora che vi si è depositatata (pelle
morta?) e sorride. Il motoscafo ormai è a riva, spengono il motore, accendono il rotore, il dottore col
camice bianco si fa scudo con le mani sulla fronte per ripararsi dal riflesso, gloria in un angolo della
barca guarda per terra e fa finta di non esserci. Chiude gli occhi. Si tira giù il vestito sulle cosce, ha
paura ed il respiro è leggermente affannoso. Si sente gridare dalla cabina, poi con passe pesante il
professore sale la scaletta: Stringi. Cosa m’importa di tutto ciò? A che pro? Lasciare qualcosa
d’importante, donare, ah la digestione come m’accascia. Poter vivere senza doversi nutrire mai. Il
minimo indispensabile. Il bosco ceduo, l’eremita delle quattro stagioni, il solletico, la Minerva, battere
la sella, gettarsi nel fosso, scoppiano bombe, colpi di mortaio ad alzo zero, tre morti negli ultimi due
giorni, le mosche implacabili, questa canicola, l’odore dolciastro di cadavere si diffonde, impossibile
arginarlo, ci si abitua a tutto, dicono, a certe cose è più difficile, nervosismo nelle gambe che si
muovono, alzarsi in continuazione con scuse e bisogni impellenti ed improvvisi, è proprio la
digestione, l’unione di cibi disparati, enzimi e succhi gastrici si confondono, sbalordimento della
piccola rivelazione, la musica forse può aiutare, what a wonderful world, bisogna pulire la tastiera,
quanto c’è nella parola bisogna, si deve, 05/04/2002 12.19.23

05/04/2002 20.13.40 Cappella sistina ore indefinite del mattino, l’impalcatura cede trascinando con sé
il pittore,nella polvere bianca che si leva, orme si allontanano, il frigorifero si ferma con una specie di
singhiozzo, l’arma ora pari vince di un’incollatura, quattro lesine di spago fiorito, circondate le spalle
con un abbraccio, sinonimo di operazione militare senza l’utilizzo di mezzi pesanti, viva la giusta lotta
del popolo palestinesi, senza spargimento di sangui, esangue nel suo castello, legato il feretro
all’affusto di un cannone della prima guerra mondiale, trainato da quattro cavalli neri, tre colpi in
rapida successione salutano il diamante or della corona, lo stesso che il defunto marito si era procurato
con intrighi e raggiri, presa, pinta, carambola, asciugare, detergere, comprimere, sul campo, dietro tre
colonne, tempio, 20 minuti dice il finanziere, due volte al giorno, al mattino e alla sera, usa far così,
sbalordito, aspettiamo che si scucia, forse lascia trapelare qualcosa di più, sembra che qualche anno fa
mi abbia salvato quando facevo palloncini a offerta libera, , sempre più interessante, e quello strano
discorso sulla fides-fiducia, mi intriga, si vedrà. 05/04/2002 20.28.36

06/04/2002 9.15.47 dir che maramaldo fosse un cane è un errore storico, come prendere l’abbrivio,
quel tenente dell’esercito israeliano che diceva che in discesa bisogna buttarsi in avanti e lasciarsi
andare, come aveva ragione, sapeva il fatto suo, ciarlava poco e di maniera, era ottusamente attaccato,
come un polipo o animale di altra specie, saliva lungo il sentiero della corda, senza la fatica minimale
richiesta da siffatto esercizio, si perdeva in rivoli, non cercava aggiustamenti di alcun tipo, si faceva la
barba economica, il ministero delle imposte negli anni trenta aveva imposto il ritiro della
corrispondenza non inoltrata, giaceva a tempo perso, sui graticci seccava I POMODORI AL SOLE,
CON UNA RETINA DI ORGANZINO FINA PER IMPEDIRE ALLE MOSCHE DI DEPOSITARE
LE UOVA, MOSCHE PICCINE appena nate non ne aveva viste mai, rari anche i calabroni, uno col
teschio orribilmente sciupato, cercò ripetutamente di farsi dare uno spareggio a sbafo, scacciaTO
SENZA PIETà DAI FUCHI, occhio all’etichetta, marca di solinger, boulangerie, pane portato sotto il
braccio, deposto per terra in spazi squallidi, non c’è posto sufficientemente ampio nella gabbia, si
piscia in bottiglia, la mela più grossa la prende sempre per primo il capo, di secondo brioches,
marmellata di frutta e mirtilli freschi, fragoline dei bosco, il sorriso è necessario stamparselo sulle
labbra almeno 10 minuti prima per dargli modo de - se figer - per benino, viene il professor
Solluccheri, esamina il quadro con le dita a spatola, scuote la testa e ridacchia, l’uomo, da sotto in su
gl’infila un cazzo di coltello nell’addome e quello sapendo di essere morto ha il viso sbalordito che una
cosa così sia potuta succedere, come immaginare di fare in un sopraluogo una fine simile? Tradito dalle
troppe aspettative, conscio di non seguire con la parte conscia, curioso un giorno di ripassare sui tomi,
tra lo sfarfallio dello spolverino del gesso, i rumori acquietati nello stagno dietro la palude, gli uccelli si
riposano, il capo sotto l’ala, i bufali ruminano, stecche di balena oramai non se ne vendono più e le
citazioni statiche sanno di grasso di saracca, sarà per via dei venditori che preferiscono dormire sino a
tardi, si spingono al mercato alla ricerca di gonzi da infinocchiare, sanno il fatto loro, bastardi, testardi,
non mollano il colpo. Succede qualcosa? Non aspettarsi di dire qualcosa di particolarmente intelligente,
profondo, poetico, non preoccuparsi della sintassi, degli errori, neanche del senso, della poesia,
equazione qualità quantità, bruco verde, palazzo nero, comporre, scompisciarsi, desumere, attrarre,
commercializzare, benessere a rate, dote speciale, attivare i protoneuroni, inventare i cimbali, domestici
filippini sulla porta, castelli e tigri di carta, semolino applicato con le tosanne sulla schiena, schiavi che
costruiscono le piramidi, colpi secchi, morti secchi, pluralismo d’intenti, vocazione matrimoniale, sofia
guarda tra le ciglia, si frega il polso, non descrivere ma vivere ubriacatura solitaria, denso il fumo,
l’odore aspro dell’urina, nei campi maturi, pace in terra, bonolis e la grippa, autore vario, vagiti di
neonato, strutture cisalpine della morfologia, tra capre e delfini, attirare gli sguardi, lucido nel pieno
delle facoltà mentali ma sul letto di morte, bagno caldo, bagno schiuma, bagnacauda, aglio crudo,
terrina d’insalata, aceto balsamico, la madre da uno schiaffo girando intorno al tavolo della cucina.
L’altro ieri sera ha telefonato per ringraziare la campionessa di golf elena giulini, mire dispotiche, la
situazione politica in medioriente è preoccupante, kamikaz del cazz, sharon di merda, digitare,
sforacchiare, perdere il tempo e perdere tempo, come una nenia, in paradiso hanno trovato escrementi
di topo, pulire gli annali, verificare l’olio nel motore, tapparsi le narici, narciso, poliedro, cubismo,
sintassi sfigata, barelle all’orizzonte, montagne di grucce per gambe non ancora tagliate, citazioni,
chissà chi la becca questa, venti minuti, due volte al giorno a stomaco vuoto, scrivere di un certo
periodo, santo stupido, yogi, maternamente, piastrelle della cucina, il divano di santa margherita,
affreschi sul soffitto, un po’ cafone, grandi, sassi che il mare ha consumato, lucciole per lanterne,
paradigmi latini, mom, montar la mosca al naso, l’ammazzasette e il signore delle mosche,
giganteggiare, tra spillli, sartina della domenica, il vaso coi fiori, anzi gladioli misteriosamente spariti,
sembra si sia impiccatto con una lunga corda senza lasciare scritti, senso di colpa per i famigliari, il
padre di linda me lo ricordo visivamente, corpi profumati di ragazza magra, stesi al sole sui
materassini, piove silicio, il vulcano, la pietraia, il controfagotto, ripiove, il cane piscia nello stesso
posto, coprire le pubenda, aspettare una telefonata con ansia, il ciccione del bar dell’angolo che
sollecita con la mano grassa la mancia, vergogna di guardare davanti fingendo di non vedere, scatta il
verde, in dirittura, sforzo finale, stringere i denti, dolorose emorroidi, basta un poco di zucchero,
biascicato, palafrenieri, fulminato, un colpo forte col martello sul muro bianco, pupazzi di neve, il
giardiniere con la pala in mano aspetta che la talpa metta la testa fuori dal buco e assesta veloce il colpo
fatale, nozze coi fichi secchi, adrenalina, cercare aggettivi roboanti, impossibilitato a venire, valutare la
possibilità di intervenire, giolitti, edgar sonnino insieme a varese, non la città il compositore, forse
manca la e finale, quel paesino dove si mangia la schiacciata più buona della ligura, partire nel cuore
della notte ed arrivare alle prime luci dell’alba, contagioso il duetto, fa felice, tira via, schiudere le
uova, la coccodrilla prende delicatamente il bocca i coccodrillini e li porta in acqua, pochi si
salveranno, accettato di tenere in affitto un serpente, quanto mi faccio dare?, devo dargli da mangiare
topi vivi, quando?, dove si comprano i topi vivi per i serpenti? Chissà se starò a guardare, penso di sì,
attrazioni a pagamento06/04/2002 9.49.20 Non ho smesso solo volevo vedere la velocità, stiamo
migliorando, vedi di continuare così. Ce la metto tutta, trapattoni, infernale visione, milingo per caso si
era riavuto, di poco conto morire tre vite vane del deportato operoso ai carri benevoli li vacilla xenia,
zapata, bereguardo, militari dissepolti, i cavolfiori li ha feriti, bacia le lattughe, morde il freno, navigare
nel tombino della passione orba, casalingo a tutti gli eredi, mestieri, adunate, sapore di fiele per tutto
l’organico ci potrebbe se x uguale meno cimbro, baluardo, difesa a quattro, morigerato. Colpetto al
cuore, tranquillosulla sedia, prevede una giornata, il cielo tanto e grigio e promette sempre pioggia, per
fortuna, abbasso la siccità, come un crocicchio, a scuola guida d’idee, barattare la propria prigionia,
internato, educandato, imboscato, senza fiato, pluridecorato, spernacchiato, abigeato, reato,
propagandato, scollegato, scollato, fustigato, trombato, stancato.

08/04/2002 9.25.14 niente


08/04/2002 12.03.17 soldi. Denaro. Proseguire, la casa di piotr immersa la farandola cioè la girandola
acquisire una certa superiorità senza trovare il nesso, vigore chi se ne frega abbecedario scolastico,
muto nel solitario affetto, si tinge le labbra col veleno lasciandosi sfuggire l’ultima preda senza
rinpiangere, cabalisticamente accettando, non aver bisogno di nessuno, inerzia, affitto pagato, tasse
deducibili, ira repressa, canta la tua canzone fino a che ti resta del tempo, trarre auspici dai semi del
grano germogliato, riflettere, nel senso dello specchio, cucinare pollastri a fuoco lento, torpore,
annidarsi, cercare le foglie ad una ad una, ma che bella questa suite, a parma, nei refoli di vento,
immaginarsi, tendere agguati tra le viette della casbah, cingere, sfrondare, ammutolirsi, meno piaggeria,
intransigenza, sogni di gloria, che grancassa, che scoppio improvviso, eppure è solo l’ouverture. Gloria,
gloria, bombastic, tristezza delle mani, in fallo ti ho colto, non ci sono ne vinti ne vincitori, guardare il
pollo che cuoce nel forno, cercare di non far bruciare le patate, fare i conti con le paranoie altrui, non
lasciarsi coinvolgere, passione secondo il profeta, la mina scarica, effettuare dei rapidi giri in tondo,
sulla testa si sposta l’aquilone, il sole centrato con due nubi ad una certa distanza che sembrano
riflettere alcuni dei colori primari, arriva fino a terra, si cala le braghe, cerca con arditezza il seno, beve
avidamente dal collo della bottiglia, frazioni di secondo, all’albeggiare, canti di oche selvatiche,
appostati nella boscaglia, ci sono animali vari, grida degli innocenti, nello stagno, pullulare di ninfee,
dalla segheria arrivano le voci stanche, un pavimento di cotto toscano, che forza, inadempimento
dell’opera non porta danno, saper aspettare, dirsi che va tutto bene, Nicola alla spiaggia coi suoi occhi
chiari, basta un poco di musica energetica, la noia di dover sempre ricominciare da capo in tutto,
suonatori di flamenco, che ugola, che passione, che raucedine, vedo le vostre donne nere, posso
immaginarmi come si muovono le anche fasciate, come battono questi piedi, singulto delle palme,
ritmare, baciare a labbra piene, una cosa sensuale come mangiare i chicchi dell’uva dal grappolo,
susseguirsi delle immagini del film. Fermare le immagini, rallentare i processi con grazia, gli attori
nelle loro improvvisazioni, come prende l’abbrivio, arrivare là dove non fa più male, ricominciare da
capo, ma la noia è scomparsa inghiottita via, con ancora nella cabeza, un’ancora, una nave, questa
nave, doloroso risveglio nella nebbia sul mare, fa male respirare, entrata salsa dell’aria nei polmoni,
come dopo una sbronza colossale, arrancare sui pedali in questa salita interminabile che non finisce
mai, scegliere alcune delle frasi, lasciarsi trasportare dalla bravura degli interpreti, dalla foga, dalla
costanza, lungimirante, dorso peloso, schianto del cuore, nostalgia velata, sadico umore cristallino,
petali di fiore sparsi sul pavimento della sala, volteggiano, girano, si fanno largo a gomitate, bellezza
dipinta sui petti delle donne, nelle guance, nei respiri affannosi, ancora raucedine ma questa volta
strumentale, suono della cavalleria, rullare di tamburi e di nacchere, ti ho visto così, così debolmente
illuminata, ci vorrebbe un occhio di bue per renderti giustizia, fasciarti in un vestito di lamè con tutti i
brillini che si illuminano come un sole nel deserto, volteggiare di piume, lana di pecore tagliata lunga,
anche l’odore aspro del capro, le unghie laccate di nero lunghe, sinuosità, virtuosismo della chitarra, in
due all’unisono, forza dell’affermazione, non negare lo spirito di ricerca, matusalemme ritrovato, no
è che scaglia le pietre agli animali nel campo, bere vino a lunghe sorsate, qualche rivolo che scende dal
mento al petto, goccioline impigliate nei peli biondi, ruth, ruth che corre dalla fonte inseguita, ruth
piedi gentili, ruth scavata nelle costole, ruth che si bagna nel fiume, ruth che si toglie la veste sdrucita,
ruth coi capelli raccolti in crocchia, ruth che si unge il corpo col balsamo. Che vale la tua finta fatica,
fiaccata nelle ossa, fiaccata nelle carni, una febbre sul labbro, una voglia di zucchero, canto d’animale
battere alla porta segnata, fuggiaschi in fuga sulla strada, pezze ai piedi colorate, arrancare di divise
vuote, teschi con le orbite profonde, tibie incrociate, barconi sul fiume con una sola gigantesca vela, la
persona che sei, quello che sei diventata, fai trasparire il disprezzo negli occhi quando ti picchiano sulla
bocca che vuol restare chiusa e muta, solo un tremito piccolo nelle spalle è il segno della paura, che
fierezza, che solitudine, irraggiungibile, sul tuo piccolo trono di fegati non cuori infranti, sul tuo
piccolo treno regale, con la mano destra levata, la sinistra come buddha ad indicare la terra, lo sguardo
velato perso lontano, non parli ancora, mi si annebbia la testa, soffoco, il risveglio acuto, questo dolore
al fianco, sfregamento delle corde sui polsi, solchi lasciati di netto.
A capo, per la prima volta a capo. Sentire il termine di qualcosa. 08/04/2002 12.57.04 Presenza.

08/04/2002 18.57.35 voglia di essere pietre in inglese al passato, qualsiasi tipo, perché fingere di no,
perché resistere, per paura di che, non ci pensare che poi ti passa, tutto passa, in questo karaoke stonato,
bisogna arrivare a 31 entro stasera per sentirsi pienamente realizzati, pasticche di liquirizia avessi un
soldo per ognuna di quelle che ho mangiato, srotolarsi nel sito della storia, acciambellarsi come un
pitone, fra poco ne avrò uno e gli darò da mangiare topolini vivi, mi pare di essere già lì ad osservare
attraverso il vetro l’orrore di essere inghiottiti vivi, un bel bicchiere di vino ghiacciato, quando il corpo
chiede insistentemente qualcosa, vuoi proprio che mi dimentichi completamente del fatto che esisti.
Finanziere perché non ti fai più vivo? Anche tu come tutti cosa insegui, dove ti portano i tuoi trip
mentali, mi piace pensare che sono il più furbo anche se non ci sono dati confortanti a corroborare
questa idea, ma perché sempre dubitare, lasciati immolare, lasciati vivere, andare a fondo come un
piombo, risalire alla superficie dentro una bolla d’olio, ungersi per bene, diventare delle anguille, farsi
la barba sotto il camino, quelli veneziani, di bell’aspetto, con lumachine di salsedine delle pietre
intorno, sedersi davanti al fuoco rigorosamente radici di ulivo estratte senza fatica dalla terra in un
campo sacrificato dal fuoco, ricordo dell’uscita da una curva E DI FRONTE FILARI DI ULIVI COME
CROCI CHE BRUCIANO SENZA FIAMME e provare gioia e dolore nello stesso tempo, che strano,
vivido, come un fuoco interno che non fa male, una lebbra leggera e gentile che ti si mangia a tratti e
bocconi, scava, in profondità, come una ferita rasch-iata per delimitare l’infezione, come il lavoro del
chirurgo in cerca di metastasi, è piena di metastasi in tutto l’organismo, odore d’ospedale, stanze
asettiche in cui si aspettano gli effetti della chemioterapia, fronte sudata fredda stretta tra le mani
mentre vomiti con le mani appoggiate sulla tazza del cesso, sensazione di vomito, conati di vomito, ma
non esce niente ed è ancor più doloroso, ricerca tra le siepi in autunno avanzato di qualche grappolo
d’uva sepolto sotto la verzura e maturato in ritardo per farti felice, per ritornare trionfante, ti ho trovato
un po’ d’uva pura fuori stagione, così magra eri con la tua pancia gonfia che stringevi tra gli
avambracci quasi si trattasse di una gravidanza, gravida di un tumore, eroica, non ti ho mai sentito
lamentare, solo un hoi quando sbadatamente facevo sussultare la macchina in una buca dell’asfalto, la
tua immagine, l’ultimo giorno, le ultime ore, mentre ti pulisci coscienziosamente i denti, con
l’infermiera che scuote la testa e fa la faccia di quando si vuol significare questa è proprio pazza e forse
pazza lo eri davvero, ti penso così poco, così raramente, così è, inutile negarlo, inutile fingere di
provare rimorso, i piani mentali che avevo fatto appena sei morta, il desiderio di conquistarmi la tua
biblioteca, il sitar, la pianola di G. i materassi di piume d’oca e quella volta sul letto con Robin e le
punture di lipobalsamo, questa mania di ripercorrere che ogni tanto mi viene, ma è così dolce, useremo
dell’energia dell’ebreo per toglierci dalla pigrizia, mi viene così in mente d’amblè, in due, in due in
gabbia quando cambia la pagina sarà bene un segno del destino, un bel duo di attori, di musica di
rabbia, di guerra, d’amore sdolcinato, di passione, di canto a squarciagola, con l’energia di arrivare
come razzi al primo stadio, con fermezza con fremente dignità, con fretta, con calma, con
determinazione, alla conquista dei conquistadores, alla ricerca, allo spasimo, alla lucentezza, al bivio,
due senza tre, alla ricerca del tre, alla sinopsi, alla malattia, alla cura, al ristagno, al pensiero, brindando
trincando, facendo le vittime, incuranti del pubblico, sadici e innocenti, cambiandosi d’abito spesso, ma
laceri, con pochi oggetti lucidati dall’uso e dalla fatica, facendo vittime, guardando negli occhi quelli
che guardano, senza complimenti, freddi, acuti e spigolosi, pensosi, statue immobili, ballerini estatici,
circolanti, pregando in svariate lingue, usando brecht e shakespeare, fregandosene dei critici,
camminando per la propria strada, sordi e ciechi, costipati, costernati, frivoli, comici, spensierati,
tragici e superbi, avvolti in mantelli di porpora, rotolandosi per terra, seduti imbronciati, commoventi
satiri, farneticando in lingue sconosciute, producendo suoni da tutti i pori del corpo, ebbri, svegli,
incanutiti, sentendosi vecchi nelle ossa e nei movimenti, immaginandosi terribili malattie, profetando
disgrazie incommensurabili, lavorando con le mani, creando e costruendo, mangiando e cucinando in
scena, addormentandosi con la testa sul gomito, andando dietro la tenda perché c’è un impulso a
defecare, scrivendo lettere, rispondendo al telefono, declamando e ascoltando, facendosi passare per
quello che non si è e probabilmente neanche si vorrebbe essere, personaggi accatastati uno sull’altro,
uno dopo l’altro, con continuità, con protervia, meccanicamente, con passione non repressa, ridendo,
scompisciandosi, dandosi delle pacche terribili, accarezzando l’aria, domandando perché, perché con
voci forti e poi strozzate, cullandosi, sbadigliando annoiati, spulciandosi, lavandosi e vestendosi, in
ogni istante, senza perdere tempo ma senza uno scopo preciso, improvvisando, imparando lunghi testi
in tutte le lingue, aspettando che il pubblico entri dentro, non vedendo l’ora di quando se ne andranno
fuori e subito pentendosi invocare attenzione, invocare uno sguardo, supplicando, sussurrando parole a
fior di labbra, negandosi, facendo esplodere contraddizioni sotterranee e no, soffiando sul fuoco,
provocando, sbeffeggiando, urlando, tacendo, perdendo l’intenzione, ritrovandola, ammassando
quintali, spegnendo fanali, rimorchiando, facendo intendere, facendo come se fosse possibile, fingendo
e dimenticando che si sta fingendo, rischiando sulla propria pelle ed immagine, senza paura senza
omissione senza remissione, giustificandosi, esseri repellenti e comici, lacrimando sale sputando fiele,
aspettandosi di essere crocefissi, osannati in un tripudio di braccia levate, acclamati posti sugli allori,
sconfinate le lodi, aggettivi spropositati, torrenti di applausi e di ovazioni, incensati, invitati, contesi, da
pochi vilipesi, quel tanto che basta, quel poco che resta, tanto per far scena, per inventare, per
continuare questa catena, di passo in passo, di bocca in bocca, artiglio benedetto, sta sulla roccia, come
prometeo, istante infame, dolore sordo, non ha più squame, resta imperterrito, lui non minaccia, non
maledice, salva la faccia, cerca nel volgo, tutto l’amore, superbo e fiero, del suo rossore, non c’è più
traccia, sceglie di vivere lascia la caccia, tutto ruota intorno all’idea del sacrificio, intorno all’idea di
quello che si può e quello che non si può, di quello che si può dire di quel che conviene tacere, ricordo
quel giorno nel pulmino della comune quando all’improvviso sono scoppiato in un pianto dirotto,
c’erano credo Dario e Franca e Paolo, un momento in cui si deve e si vuole ma non si può e non si
riesce a dire la verità e c’è una tensione veramente particolare dentro di sé, cos’è? 08/04/2002 20.29.51

09/04/2002 19.59.08 eccoci, come ci facciamo impressionare da quello che succede intorno a noi, è con
un certa soddisfazione che vedo come sempre di più riesco ad avere una certa distanza, quando
vengono preoccupazioni o pensieri di un certo tipo, od anche (vedi esempio della telefonata di Paolo
lucii), rimane una certa calma interiore, anche quando penso a futuri lavori o cose che non ho la
minima voglia di fare, meno paura di non essere preparato, pronto ad improvvisare calandomi nella
situazione con quello che c’è.
09/04/2002 21.35.52 interruzioni continue, trovare il modo, incompetenti, trafugare notizie, mettere a
soqquadro, la testimonianza accurata, la soddisfazione, il suono di più strumenti almeno due, trattare un
conoscente come un figlio, farsi la vita facile per non guastare i rapporti, accontentandosi di fare piccoli
passi, scoprendo che si è arrivati a 31, stillicidio di pagine che si accumulano, gocce d’acqua fresca nel
deserto dell’arsura, malafemmena, cattiva e insensibile, aspetta aspetta, esagerare nel tirare la corda,
credere l’altro cocciuto, cocciuto cocciuto, potrebbe essere anche il participio passato di cuocere, a
fuoco lento, perché mai tu debba sottolineare le parole scritte due volte, mi avverti credi che mi sia
sbagliato ma in questo caso sei tu che sbagli sbagli sbagli sbagli sbagli pur avendo una certa logica da
programmatore, scendere le scale due volte senza prima averle risalite sembra che sia impossibile,
sono contento di me. E basta. Paola vergognosa, stanga, tirare il carro senza buoi, dalla propria parte,
euclide ha fame di risultati, si spancia, crede nell’infinitesimamente piccolo, ricerca il piccolo, se ne fa
una ragione di vita, scalda all’olio di ricino una fialetta di protozoi una schermata di gerani, viticci lo
assalgono da tutte le parti, carnosi fiori gli biascicano nelle orecchie una litania cupa, non se ne cura, ha
voglia di arrivare al più presto ad un risultato riproponibile in sede scientifica, in sede religiosa, in sede
giudiziaria, davanti ad una commissione di psicologi nominati dalla parte lesa, tre avvocati al soglio
hanno fatto sapere che si fideranno solamente di prove garantite e collaudate, l’opinione pubblica in
questo caso assente perché non informata dalla stampa locale. Il giudizio finale si scontra con quanto
surrettiziamente. Per quanto. Mietere vittime. Sparviero innocente, filigrana di francobolli, acquetta
sporca, poltrona, bella fine, crema, scaramanzia, alluce, adiposo, metro, criterio, orgia, colossale,
peristaltico, calambour, cresima, ossi di seppie, cerebrale, aminoacidi, cremazione, ciliegie, far di tutto,
tutore, remissione, nefasto, tolomeico, coibentato, toponomastica, calesse, semicupio, iota, tasca,
capogiro, Robertino, nocivo, vomere, renaissance, celeste, temporale, lezione, negare, remo, motivo,
volontà.

10/04/2002 11.04.27 ho capito perché nella situazione di scuola, maestro, non si dice grazie. Grazie a
Tzvi. Gira e rigira quello che viene fuori è sempre la solita capacità di fare il maestro, partendo senza
neanche pensarci, da quello che c’è, mi ricordo naturalmente quello che è successo, posso rintuzzare e
rendermi conto dei teruzim, etc. Questo mi fa cambiare stato d’animo e pensiero nei confronti di Silvia,
sono dispiaciuto perché non mi telefona perché interrompe il rapporto maestro-allievo, questa è la
verità, con tutto il resto naturalmente, ma questo è il cardine. Dato a zvi eliahu ha navi.
10/04/2002 11.54.47 viene alberto e mi dice: Maestro. semplicemant incredibile.

10/04/2002 14.32.13 Rivisto il tallone e pezzetto del dopo spettacolo di nostra signora do espantaho,
c’è del materiale, invaso sono dal materiale, molto non è ancora stato guardato, altro che selezionato,

12/04/2002 9.47.20 quel che brucia prima o poi viene a galla, anche se è una balla, una palla, la galla, si
sballa, caracolla, dalla, stalla, ortaglia, pazzaglia, incaglia, pastiglia, pariglia, famiglia, kalkilia,
petrosillia, fermarsi in tempo per trovare il proprio ineffabile senso dell’umorismo, ridere di se,
sorridere, maestri a pagamento, ricerche rapide , veloci, sicure, risultati garantiti in ogni frangente,
trovare ospitalità sulle sponde del nemico in incognito, silenzio stampa, le dune di sabbia si muovono,
beate loro, meglio sarebbe dire che sono mosse, c’è una loro volontà? No, dunque sono mosse, non fa
una grinza, liscio, decappottabile, sfilata di grandi nomi, concettuale, pischellino da quattro soldi,
arruffianarsi le vedove e le mamme, le ragazzine come optional, omosessualità mai riconosciuta come
tale, volontà di discutere, affermare con forza il proprio punto di vista, frasi fatte sul don, crepare
d’invidia, soffocare, fumi dell’alcool, meritarsi la qualifica con gratifica, con medaglia e diploma di -
buon samaritano - stringere le mani per provare (citazione), sistema cosmologico applicato, dente
cariato, svegliarsi per il troppo digrignare, lividezza di un sogno interrotto e ricordato nell’istante del
risveglio, tutto è possibile, angoscia di morte leggera, spaventarsi per niente, discutere invece di fare,
perdita stupida dell’energia, spreco, soddisfazione del lavoro ben fatto, benedetti siano i soldi, le rate le
tasse le multe le regalie, viva i debiti, i conti correnti, le ammortizzazioni, i tassi, le azioni, il mercato,
la fluttuazione, traghettami caronte dall’altra parte della riva, della sponda, il greto del fiume,
12/04/2002 10.16.24

14/04/2002 8.36.38 scoreggina o scorreggiona, mettere il manifesto trepidante del metabolismo


potentato su un piano indifferentemente casuale.

17/04/2002 9.44.13 Serata da Gisella, fine giornata con la crisi di zvi, maria luce al telefono, bambino
mussolini, comincia a sfarfallare il pensiero di non fare la festa d’autunno, come abbandonare
dignitosamente e come farlo digerire a cinzia, palzefan più grande del mondo, due vie: una corta e dura,
l’altra lunga e più facile, sei in prigione e tu sei il secondino, mix di idee collegate al lavoro, quanto
sono influenzato, la questione del denaro, lo naim li, had zdadi, hadadi(?).

22/04/2002 10.07.19

il 22 è sempre il 22. deciso di fare pannella per qualche giorno, curiosità di vedere che succede, nello
stesso tempo rammarico un poco per il fatto che mi ricordo che è il 22 e temo di essere influenzato
nelle decisioni come nel caso di aver detto a Cinzia di venire a casa per aiutarla a fare lettere articoli di
giornale, libretto, etc. tant’è, gioia di vivere comunque. Che bel flauto che mi sono fatto ieri, quello coi
nodi irregolari sul fondo, con tzvi fin alle 4 del mattino, gli ho cantato pure le mie canzoni,

25/06/2002 10.05.00

Rachel è arrabbiata, bisogna che impari ad essere più prudente soprattutto con le persone stressate,
tendo a pensare che gli altri siano tranquilli e capiscano le cose, in generale non capiscono una mazza,

26/06/2002 18.37.46

mozart suonami nel cervello in questo giorno di delusioni in cui si scaldano i banchi per quelli che
vengon dopo e saranno promossi anche se per ben due volte punti da ape prima e vespa poi, non più
uso a questa dolce fatica, tralasciato, val di ricominciare la pena certamente, il chitarrino le suonerò, si
le suonerò si, le suonerò se vuol venire nella mia scuola la capriola le insegnerò. Nella mia scuola si le
insegnerò si la capriola le insegnerò, saprò, saprò, saprò ma piano a che consigli giusti si nell’arcano,
piano piano di qua correndo di qua schiacciando, l’arte servendo tutte le macchine rovescerò, è così che
si fa, bravo, bene, ancora, ti prego ancora un poco, ancora qualche attimo, abbeverarsi a questa fonte,
perdersi in piaceri, farsi da parte onestamente, rinchiudersi in queste stanze, ritrovare stando soli una
certa lena in questo caldo soffocante, trovare il proprio piacere solitario, l’astuzia, con l’astuzia, col
giudizio col criterio, si potrebbe con l’astuzia col giudizio si potrebbe, il gioco è serio, ma quali sono le
regole, di questo gioco, perché lo vuoi sapere, sovrapposizioni di strati multipli, cose lasciate prima
indietro, poi da parte poi cancellate, non male la velocità, non male l’impeto, non male, no non male,
vostro sarò, vostro sarà. Tatatatatatatat.zum. Non voglio più vederla, la sensazione di poter fare quel
che si vuole, falsa invero, la sensazione dell’onnipotenza noin la conosco, da quando fin da piccolo,
cosa faccio, vigliacco, perditi, tre palle al soldo, lanciate pure, entra il personaggio, non si preoccupa
minimamente di essere scardinato da un altro forse più potente o come dice a volte stefano,più al
pezzo, passato di li forse per caso, forse per via di qualche congiunzione, l’importante è (verificato più
e più volte empiricamente e anche non) cominciare, tutto ne consegue, senza sforzo se non quello
iniziale, si continuerà in base all’impulso iniziale per lo meno fino ad un certo punto, poi il continuare
dipende da cause molteplici che non sono ancora state sufficientemente esplorate, quand’anche lo
fossero state chi garante potrebbe essere? Gran casco gran turbante, ridondante e gran cantante, invece
del fandango, bombarde e cannoni, che l’orecchio fa fischiar quel pennacchio, non mi avrai, quella
piuma, rigoletto, lol, non cadrai farfallone amoroso, delle belle turbando il riposo, narcisetto a….
d’amor, cherubino alla vittoria alla gloria militar: Dio che voglia, dio di comporre di creare di
inventaRE, che prende, come prende, quando prende, fama e denari, scolari sapienti dame bacherozzi
della rozza società, largo andante con minuetto, rombando in fa minor diesis, sbocconcellandosi quel
buon pezzetto di pane secco,tralasciando le rime, seguendo le fanfare, partorendo in bassa lega,
stupefazione della voce, di quello che può rendere giustizia alla voce, dei padiglioni auricolari così
intensamente percossi al martelletto, sordi, sordo? Com’è possibile. I flutti che si rifrangono, i perdenti
a queste sponde, il latte cagliato, l’abc della musica, la carenza ossessiva di calcio nelle ossa, il
marasma nella palude, il non giudizio che permette di proseguire, l’incanto e la commozione dei pochi
istanti in cui qualcosa di certamente più vero o per lo meno meno falso prende piede e presto si
dissolve, contenere lo sforzo, palleggiarsi, passare il tempo in qualche modo, esser felici di poco, saggi
come arouet, far citazioni per i meno colti, seguire il filo illogico, come melissa lassa, la stanchezza
che ti piglia qui non ci caglia, senza citare di pietro, ma azzeccagarbugli non sta di casa a casa sua?,
essere spiritosi, primi della classe in questi lidi non ce ne sono, sfido chiunque a battermi in velocità,
sfido, ci vuole una certa abilità, un certo esercizio, umile però come huria heep, falsa umiltà che
traveste la spocchia, e quando viene l’idea degli inserimenti, delle protesi, del multilingue, della
contaminazione, che non nasconda incapacità, dio ci salvi dai mediocri come me, dio ci salvi dai fifoni,
come me, dio ci scampi e liberi, dai traditori, come me, dio ci strafulmini, come me, dagli dei della
seduzione, dal miele dell’autocompiacimento, dalle seghe mentali, dai parafernali, dalle rime a poco
prezzo, dall’ingiuria gratuita, dagli scandali, dall’oboe, dal cambiar discorso, dalle orecchie di
mercanti, dai falsi precettori, dai signori da poco arricchiti, dai politici fanatici, dai costruttori di muri,
SIGNORI DI FUORI SON GIA’ I SUONATORI, fateli suonare, lasciateli suonare, non portano il
male, peccato, peccato, non si scagli il primo contro il fratello, buonasera, mi voglio divertire, cercare il
suono delle parole, come se, fare sempre come se, che scuola che idea che lezione, esoterismo mal
digerito? Nel momento in cui salvi vuol proprio dire che sei ritornato al pezzo, abbiamo davanti alcuni
giorni pieni in cui se non va qualcosa di traverso si può portare a casa un bel bottino di pagine, senza
vergogna di dirlo e di pensarlo, così è anche se non vi pare: Bella: la citazione. Mal di vita: Ascelle
irritate: Mettiti il borotalco. Subito: Messo. Pensando alla pubblicazione a proprie spese o con sponsor.
Avanti a tutta, mena la dritta, indietreggia, tira la scotta, fiancheggia, s’innalza, pencola dall’albero, è
l’usanza, chissà se mi ricorderò di questo momento in cui una parola casca dentro, aumentare la
velocità, entrare più nel vivo, le carabattole scordate, bene così, per poi riuscire, un tratto di corda sotto
la chiglia, la nave si divincola, un uomo così può morire con l’interrogativo, le maestre a scuola, i
cherubini sui banchi, faccine e faccette, mollette da ginnastica, odor di piedi, i pesi lanciati, la rete tesa,
qualcuno grida silenzio, grida silenzio, com’è possibile porco di un cane, invocare nel nulla, pochi sono
quelli che sanno pregare con grazia ed ottenerla. Pochi sono quello che sanno fare il male senza provare
dei finti rimorsi. Il male per the seeking of it. - Ne abbiamo ben d’onde, le orecchie dolgono, la casina
sul reno o era il meno, il treno non c’entra. Cara silvia. Cambiamo musica. Vieni amatissima e
stonatissima jane, di che ti eri fatta dimmelo? La voglia come qualsiasi altra cosa viene e va va e viene,
aumenta d’intensità, si rinseccolisce ed avvizzisce, poi, quando il meno la fa e l’aspetti ritorna e se ne
rivà via, per inventarsi delle parole nuove, che? Dice che non si può? Ma chi l’ha detto ma dove sta
scritto? Così ci si comporta in terza persona, in prima altro affare è, mettere i verbi alla francese,
raccogliere le piattole, il leone reale di alle, c’è un leone nella mia stanza, liberarsi con la libertà, homo
sapiens abortito prima di nascere, la storia, anzi le storie di leo il bassi raccontate con invidia ed
ammirazione da un marcomanologiovanecosì, il male alla vita mi impedisce, impedito, deve venire
proprio dal latino, impedimenta, i promessi sposi.

27/06/2002 9.13.16
Arouet, son io che non capisco o a volte sei tu poco chiaro? Il senso generale arriva lo stesso ma alcuni
particolari sfoggono, vedi Zadig, lo riporterò con libro davanti forse più avanti. Apprendere la lentezza
anche, con tanta calma, compare questo sentimento di commozione e di leggerezza, alquanta beata, non
c’è alcunché che possa ferire in siffatti momenti, le mani corrono leggere, si possono forse seguire
meglio i pensieri, non c’è pressione né volontà, si sentono i muscoli prospicienti le spalle ed il collo,
più comprensione e benevolenza per se stessi e naturalmente per gli altri, fluisce, il pensiero fluisce, da
se solo, senza indirizzare, viene il ricordo di quel che, le interruzioni possono essere ben accette.
03/07/2002 0.48.48

prima di andare a dormire il pensiero come il moscardino che all’atto della nascita si era fatto
riconoscere da tutti quelli che non si sapeva se si sarebbero presentati per diventare ispettori generali
della produzione filatelica in corso all’opera del presidente che evidentemente adottando uno stile di
vita non confacente ad un perdente si chiedeva da parte dello straniero un impiego dimissionario
confacente a quello del duca prima di essere sottoposto al processo e successivamente passato per le
armi in sardegna a capo dell’oscura cospirazione dei produttori di acque festose. La prima feluca non ci
mise molto del colpo in canna, l’arte della minestra si faceva convertire in Guadalupe, la madonna
rientrata nella cervice non poteva farsi da parte, statue più pesanti non ce n’erano, i radicali conquistati,
la battaglia persa senza ferire nessuno, il porto dimesso, lo stendardo rabberciato, sulla colonna mista,
con poca distinzione di parte, connessa solo per quello che si poteva definire un saluto dell’ultimo
momento, esangue al tocco, cremato, si tappa il naso non ne vuole sapere delle scuse dell’amministrato,
coatto al tocco sempre disposto, capatosta, impiegato e figlio delle belle arti, aperta la stanza adesso si
aspetta come fanno i pescatori di sogliole, quelle piatte aspettando che l’audi si decida a venirmi a
trovare nella stanza quattro, gente di poca pazienza, questo desiderio di trovare eccitazione deve
coincidere necessariamente con qualcosa di sessuale, abbi pazienza , che altro si può fare se non avere
la pazienza, la migliore delle caratteristiche da sviluppare, meglio dell’astuzia che c’è sempre qualcuno
più furbo, meglio della cattiveria che c’è sempre, figuriamoci, meglio della forza della sapienza
etcetera, si potrebbe dire che si può trovare anche qualcuno più paziente ma qui non si fanno battaglie
al ribasso chi ci sta chi ha voglia chi se la sente chi segue un filo di qualunque colore sia, chi non si
pone il problema di perdere o guadagnare il tempo, chi non si preoccupa se ci guadagnerà qualcosa,
quelli con le facce lunghe da cammello possono entrare liberamente nella testa e nel cervello di tutti i
bastioni contrari,

03/07/2002 8.55.41

Ma dove te ne vai così di fretta fermati potremmo potremo parlare, scegli il verbo che preferisci, non
darti pena, non pensare che potresti ferire, lasciami un cenno, levati un panno, caschi dal sonno, morte
a quell’unno suonano l’inno, vi pare che non sia così, che ci sia qualcosa di sbagliato in me, altri
l’hanno pensato, anche quando stavo giù, là dove la strada polverosa divide i campi, l’inizio dei campi
dall’estrema periferia. I suoni si propagano nell’aria e perdono di intensità, altro che mucche da
pascolare, regno incontrastato degli sfasciacarrozze a fasi fatte,,, emiliano lui non sa più se fuggire o
morire, buffo ragazzo, testa ricciuta di soldatino, in macchina coi panni sporchi di bucato, le mani
ossute a circondare spalle ossute, famelica la bocca SULLA SUA, ODOR DI CIPOLLA APPENA
DIGERITA, e quelle maledizioni tirate sottovoce come a proteggersi dalla tempesta in arrivo,
minacciosa quella sul serio, gonfia di pioggia , refoli di vento a spazzare la campagna, a batterla tutta
da un capo all’altro, a contarne le costole traumatizzate dalle cave di sabbia, a spolparne come un gatto
gli ossi del pollo, le ultime energie, fattasi stracca la sera avanza in un sudario di pezza di mercato
stagionale da poche lire al metro, fattasi coraggio si segna come per cancellare il peccato, esce dalla
macchina, china in avanti, la testa piccola incassata tra le spalle ossute, col bavero del cappotto di finta
pecora nera arricciato intorno al collo, striminzito il vestito, ancor più il corpo, con quello sguardo di
bestia ferita, colpita a morte, sta a vedere che l’introduzione di personaggi non gli piace perché non si
può rendere nello scritto la sovrapposizione delle voci, promozioni in banca? Leonardo?

04/07/2002 9.51.55
Mica ce l’aveva il computer Leonardo. Perché, e Voltaire? Ma come facevano mi domando ragazzo
viziato, dove lo trovavano il tempo, quanto ci si dedicavano, a lume di candela, con la penna d’oca,
però avevano i servitori, forse i segretari, i duchi e i principi che gli passavano lo stipendio, meno
distrazioni, niente televisione e chat, veramente complicato capire se le condizioni erano migliori o
peggiori, mi vien da pensare che sia sempre più o meno la stessa cosa dappertutto, vattene a pesca,
anche il pensiero che si trattasse di uomini di ben altra fatta e tempera, chissà, comunque è tutto da
sviluppare. Micromega mi ha colpito. Probabilmente G. l’ha letto. Ci son frasi lapidarie e sarcastiche
che contengono quelle che, per la mia formazione, sembrano essere delle verità incontrovertibili.

Questa libertà (sul foglio bianco virtuale) di poter fare quel che mi pare,
la linea di minor sforzo
l’andare a capo che da la voluttà
il ginseng che stenta a crescere nelle nostre campagne
l’utilizzazione semicosciente (semincosciente ?) delle associazioni
il notare il lavoro delle influenze
il parlar per la prima volta con un nazista sedicente
irritarsi per la voglia di ordine e pulizia di ishatok
lo scordarsi di aprire la posta virtuale
il linguaggio che cambia coi tempi
la velocità costante a cui siamo ivi nihli (?) (volenti o nolenti) sottoposti
l’ipocrisia delle dimissioni dei ministri
l’instabilità monetaria collegata alla precarietà del posto di lavoro
piccole perle di saggezza nel mare del letame
mangiare un panino con le fette di salame
meditare cospirare programmare delinquere e amare
sentire in città tra il rumore del traffico il grido dei gabbiani
prendersi spiritosamente in giro facendo i versi dei poeti
rivolgendo volontariamente il pensiero su se stessi
senza quell’ansia e quella paura caratteristici (caratteristiche)
dei primi 48 o quarantanove anni
sperimentando la gioia di perdersi felici nel mare egeo con una sola e
l’altra avanzata al primo posto
tutto questo
è.

Ode e lode al computer, all’elaboratore.

05/07/2002 9.48.09

Aspettare come dicevo a Rachel quando non viene niente.


07/07/2002 12.26.58

10/07/2002 12.22.47

dal cinque al dieci yahoo infuria, djdigitale, radio internet, nuove frontiere, i mezzi di comunicazione.

renzo_lovisolo (12:05:25 AM): è mezzanotte, cinzia è stanca ed è andata a dormire, mi spiace, ti


auguro la buonanotte. a presto

renzo_lovisolo (04:13:45 PM): ciao

lazyflowers (04:24:35 PM): ciao

renzo_lovisolo (06:33:44 PM): eccoci, ci sei.?

renzo_lovisolo (06:50:50 PM): eccoci, il problema l'ho risolto, non c'entra yahoo, oggi ho caricato un
nuovo programma che mi ha cambiato tutti i setting
lazyflowers (06:57:10 PM): ah
lazyflowers (06:57:27 PM): hai ricevuto un mio messaggio di pichi istanti fa?
lazyflowers (06:57:31 PM): pochi
renzo_lovisolo (06:52:39 PM): non era un messaggio ma un avviso che diceva che eri in linea:
lazyflowers (06:58:16 PM): ah
lazyflowers (06:58:36 PM): aspetta, sto facendo confusione
renzo_lovisolo (06:53:17 PM): proviamo a mandare la foto? sono in jewish chat
lazyflowers (06:59:21 PM): mandamela adesso, ma non sono nella chat
renzo_lovisolo (06:54:06 PM): ok
lazyflowers (07:00:52 PM): non va
renzo_lovisolo (06:55:52 PM): non so che dirti
lazyflowers (07:01:42 PM): prima è arrivata la finestra
lazyflowers (07:01:55 PM): ma non era in grado di scaricare l'immagine
renzo_lovisolo (06:56:48 PM): non so perchè
lazyflowers (07:02:29 PM): neanch'io
renzo_lovisolo (06:57:15 PM): siamo in due anzi 222
lazyflowers (07:02:44 PM): proveremo un'altra volta
lazyflowers (07:02:53 PM): ????????
renzo_lovisolo (06:57:44 PM): no, subito, non mollare, cerchiamo di capire perchè
lazyflowers (07:03:29 PM): riprendiamo il discorso della cucina
lazyflowers (07:03:40 PM): quali altre ricette vorresti?
renzo_lovisolo (06:59:02 PM): malauach
lazyflowers (07:04:38 PM): cos'è?
lazyflowers (07:04:51 PM): descrivi
renzo_lovisolo (06:59:38 PM): una specie di millesfoglie salata
lazyflowers (07:05:23 PM): con dentro cosa?
lazyflowers (07:05:45 PM): prosciutto?
lazyflowers (07:05:49 PM): lol
renzo_lovisolo (07:00:22 PM): niente: farina e burro, tanti strati e poi soffritta
lazyflowers (07:06:16 PM): guarderò nel libro
lazyflowers (07:06:26 PM): la sfoglia è difficile da fare
lazyflowers (07:06:35 PM): meglio farla in inverno
lazyflowers (07:06:54 PM): così non si scioglie
renzo_lovisolo (07:01:35 PM): infatti bisogna metterla a riposare in frigorifero
lazyflowers (07:07:11 PM): si
lazyflowers (07:07:17 PM): piegarla diverse volte
renzo_lovisolo (07:02:01 PM): esatto, allora lo sai
lazyflowers (07:07:34 PM): hmmm, non credo ti convenga farla
lazyflowers (07:07:48 PM): lo so perchè l'ho vista fare
lazyflowers (07:07:55 PM): ma non l'ho mai fatta
lazyflowers (07:07:59 PM): prendo quella surgelata
renzo_lovisolo (07:02:41 PM): un momento, mi chiedono qualcosa dalla chat
lazyflowers (07:08:14 PM): e poi faccio le torte salate
renzo_lovisolo (07:03:04 PM): hum, che buone
lazyflowers (07:08:43 PM): facile
lazyflowers (07:09:04 PM): puoi fare anche i bourekas
lazyflowers (07:09:09 PM): conosci?
renzo_lovisolo (07:03:57 PM): bourekas, che meraviglia, con il formaggio
lazyflowers (07:09:30 PM): siiiiiiiiii
lazyflowers (07:09:34 PM): e il sesamo sopra
lazyflowers (07:09:49 PM): è lo stesso impasto dei geigal
lazyflowers (07:09:52 PM): beigal
lazyflowers (07:09:58 PM): che fai tu
renzo_lovisolo (07:04:32 PM): great
lazyflowers (07:10:07 PM): wowwwwww
renzo_lovisolo (07:04:42 PM): che fai tu?
lazyflowers (07:10:14 PM): si
lazyflowers (07:10:19 PM): con l'olio
lazyflowers (07:10:28 PM): però puoi usare la sfoglia surgelata
lazyflowers (07:10:41 PM): la stendi, tagli con un bicchiere
lazyflowers (07:10:47 PM): riempi e chiudi
renzo_lovisolo (07:05:22 PM): faccio delle enormi quantita di charif
lazyflowers (07:11:09 PM): mi dici dei nomi che non conosco
lazyflowers (07:11:15 PM): descrivi
renzo_lovisolo (07:06:08 PM): salsa piccante,
renzo_lovisolo (07:06:23 PM): suonano alla porta, aspetta
lazyflowers (07:11:53 PM): peperoncino rosso?
renzo_lovisolo (07:08:43 PM): si peperoncino rosso
renzo_lovisolo (07:08:52 PM): ora ti scrivo la ricetta
lazyflowers (07:14:24 PM): la harissa?
renzo_lovisolo (07:10:49 PM): 200 grammi di peperoncini (se vuoi una grande quantità)
renzo_lovisolo (07:11:33 PM): quelli piccolini rossi secchi, quando ci sono quelli freschi è ancora
meglio, anche se verdi,
renzo_lovisolo (07:14:46 PM): un grande mazzo di prezzemolo, due teste d'aglio, sale, un grande
tagliere di legno e poi via con la mezzaluna, bisogna lavorare molto, alla fine puoi aggiungere spezie in
polvere a piacere e olio di oliva fino a ricoprire il tutto in un vasetto di vetro. Si può mangiare pura, ma
bisogna essere forti, oppure, ed è squisito, grattuggi dei pomodori, ci metti dentro qualche cucchiaino
di salsa e del succo di limone e olio di oliva e poi lo mangi col pane, si può usare per condire la pasta,
l'insalata, il cus cus, la minestra, insomma io lo metto dappertutto.
renzo_lovisolo (07:15:20 PM): dove sei?
lazyflowers (07:20:54 PM): sto leggendo
renzo_lovisolo (07:15:32 PM): scusa
lazyflowers (07:21:03 PM): è una bomba
renzo_lovisolo (07:15:46 PM): atomica
lazyflowers (07:21:17 PM): Renzo
renzo_lovisolo (07:15:53 PM): eh
lazyflowers (07:21:22 PM): devo dimagrire
renzo_lovisolo (07:16:00 PM): balle
lazyflowers (07:21:35 PM): lol
renzo_lovisolo (07:16:16 PM): lol lol e lol
lazyflowers (07:21:53 PM): la proverò
lazyflowers (07:22:07 PM): certamente troverà chi se la mangia
renzo_lovisolo (07:16:52 PM): mangia quel che ti pare basta che non lo fai soffrendo e con sensi di
colpa
lazyflowers (07:22:34 PM): devo dimagrire, a parte gli scherzi
renzo_lovisolo (07:17:22 PM): va bene, almeno 6 kili
lazyflowers (07:23:00 PM): e sto mangiando troppo - le montagne russe
lazyflowers (07:23:07 PM): ero dimagrita 12 kg
renzo_lovisolo (07:17:47 PM): le montagne russe?
lazyflowers (07:23:19 PM): ne ho ripreso qualcuno
renzo_lovisolo (07:18:15 PM): in termini tecnici si dice yo-yo
lazyflowers (07:23:51 PM): si
lazyflowers (07:24:13 PM): fino a quando sei a Livorno?
renzo_lovisolo (07:19:58 PM): forse la settimana prossima andiamo in vacanza per qualche giorno
lazyflowers (07:25:44 PM): poi parti per il Brasile?
renzo_lovisolo (07:20:16 PM): poi a metà settembre in brasile
lazyflowers (07:25:49 PM): ok
lazyflowers (07:26:11 PM): sei lontano da piazza Cavour?
renzo_lovisolo (07:21:36 PM): no, 10 minuti a piedi
lazyflowers (07:27:10 PM): ok
lazyflowers (07:27:27 PM): forse vengo lì dopo ferragosto
renzo_lovisolo (07:22:17 PM): sei invitata a cena
lazyflowers (07:27:49 PM): grazie
lazyflowers (07:27:55 PM): salsa piccante?
renzo_lovisolo (07:22:29 PM): prego
lazyflowers (07:28:11 PM): ti porto i panini arabi
renzo_lovisolo (07:22:55 PM): un kilo
lazyflowers (07:28:37 PM): va bene, anche di più
lazyflowers (07:28:45 PM): posso riempire una valigia
lazyflowers (07:28:48 PM): lol
renzo_lovisolo (07:23:27 PM): troppo
lazyflowers (07:29:16 PM): te lo farò sapere
lazyflowers (07:29:20 PM): se vengo
lazyflowers (07:29:27 PM): altrimenti te li mando
renzo_lovisolo (07:24:03 PM): no
lazyflowers (07:29:37 PM): perchè?
renzo_lovisolo (07:24:19 PM): avevamo detto che prima provo a farlo
lazyflowers (07:30:00 PM): va bene, di qui a dopo ferragosto
renzo_lovisolo (07:24:38 PM): però se vieni portalo
lazyflowers (07:30:11 PM): lol
lazyflowers (07:30:54 PM): la Cinzia è sefardita?
renzo_lovisolo (07:26:02 PM): si
lazyflowers (07:32:10 PM): bene
lazyflowers (07:32:18 PM): dimmi cos'altro ti interessa?
renzo_lovisolo (07:27:06 PM): che lavori
lazyflowers (07:32:50 PM): ne parleremo
renzo_lovisolo (07:27:31 PM): va bene
lazyflowers (07:33:11 PM): sei nella chat room?
renzo_lovisolo (07:27:46 PM): si
lazyflowers (07:33:25 PM): ok, allora ti lascio
renzo_lovisolo (07:28:02 PM): scema
lazyflowers (07:33:35 PM): a me?
renzo_lovisolo (07:28:40 PM): si, ne abbiamo parlato per telefono oggi e tu hai detto: non lo farò più
lazyflowers (07:34:30 PM): si, l'ho detto
lazyflowers (07:34:47 PM): ma non puoi essere lì ad ascoltare cretinate e parlare con me
renzo_lovisolo (07:29:34 PM): c'è scritto da qualche parte che non si possono fare due cose
contemporaneamente? a
lazyflowers (07:35:47 PM): non so se c'è scritto ma non c'è la totale attenzione ad una delle due cose
renzo_lovisolo (07:31:01 PM): perchè?, cosa sto facendo negli ultimo 20 minuti? oltre che in chat sto
scaricando musica e ho risposto ad una tipa che mi ha chiesto di fare una prova microfono, comunque
L'INTERLOCUTRICE PRINCIPALE SEI TU
lazyflowers (07:37:31 PM): A VOS ORDRES MON CAPITAINE
renzo_lovisolo (07:32:35 PM): dimenticavo, sto anche parlando con cinzia
lazyflowers (07:38:23 PM): SALUTAMELA
renzo_lovisolo (07:33:15 PM): ha detto: thank you very much
lazyflowers (07:38:55 PM): YOU ARE VERY WELCOME
lazyflowers (07:40:19 PM): tra poco devo preparare la pappa
lazyflowers (07:40:39 PM): con tutto quello che abbiamo detto, mi è venuta fame
renzo_lovisolo (07:35:35 PM): ok
lazyflowers (07:41:14 PM): ciao
lazyflowers (07:41:18 PM): a presto
renzo_lovisolo (07:36:22 PM): a presto

renzo_lovisolo (10:06:25 PM): prova qui


renzo_lovisolo (10:07:24 PM): sulla finestra della jewish to c'è un rettangolo grigio intorno al tuo nome

renzo_lovisolo (10:41:38 PM): altro che capitano ed essere obbedienti, e poi dov'è il senso
dell'umorismo? comunque queste cose le dico a salomeh.
renzo_lovisolo (10:42:43 PM): a lazyflowers chiedo perdono, non sei deficiente, io sono un deficiente e
un verme.

lazyflowers (10:48:34 PM): lascia perdere


renzo_lovisolo (10:43:41 PM): oh che bello, speriaMO CHE SEI DI QUELLE CHE GLI DURA
POCO.
lazyflowers (10:49:45 PM): adesso no
lazyflowers (10:49:48 PM): per favore
renzo_lovisolo (10:44:27 PM): ???????????
renzo_lovisolo (10:45:50 PM): LAZY?????
lazyflowers (10:51:37 PM): non posso adesso
renzo_lovisolo (10:46:08 PM): E PROPRIO QUESTO IL MOMENTO
lazyflowers (10:51:43 PM): non riesco a scrivere
renzo_lovisolo (10:46:15 PM): BALLE
renzo_lovisolo (10:46:28 PM): RIDI UN PO DI ME E DI TE
lazyflowers (10:52:24 PM): NO
renzo_lovisolo (10:47:03 PM): temporali in un bicchier d'acqua, fossero questi i problemi
renzo_lovisolo (10:47:21 PM): ti diverti?
renzo_lovisolo (10:47:27 PM): ti piace?
lazyflowers (10:53:12 PM): che cosa mi piace?
renzo_lovisolo (10:49:12 PM): la menata che stai facendo. se ti diverti va bene, è un gioco interessante,
se stai facendo sul serio, se ti senti ferita, se ce l'hai con me, se ti sei già dimenticata di tutto il resto
allora è meglio parlarne
renzo_lovisolo (10:50:17 PM): tanto lo so che ci sei
lazyflowers (10:55:55 PM): è proprio perchè non ho dimenticato
renzo_lovisolo (10:51:51 PM): bene. continua, sfogati, di quello che il tuo cervello dice, qualsiasi cosa
sia, sono l'unico sulla faccia della terra che può capire, se non altro perchè ci sono io QUI ADESSO
lazyflowers (10:57:45 PM): un momento
renzo_lovisolo (10:52:19 PM): anche due
lazyflowers (10:58:44 PM): devo finire la partita
renzo_lovisolo (10:53:58 PM): aspetto, speriamo che vinci
lazyflowers (10:59:42 PM): sarà difficile
renzo_lovisolo (10:54:26 PM): sarà facilissimo
lazyflowers (11:04:14 PM): ci sei?
lazyflowers (11:05:24 PM): Renzo?
lazyflowers (11:07:26 PM): ok
lazyflowers (11:07:35 PM): quando vorrai, bussa
renzo_lovisolo (11:02:23 PM): andato a bere
lazyflowers (11:08:12 PM): che cosa?
renzo_lovisolo (11:02:48 PM): acqua col ghiaccio
lazyflowers (11:08:31 PM): è già qualcosa
renzo_lovisolo (11:03:11 PM): la cosa più buona
lazyflowers (11:08:53 PM): si
lazyflowers (11:09:51 PM): Rnzo, non sono abituata a sentirmi dare dei titoli che non merito
lazyflowers (11:10:05 PM): lo hai fatto già una volta
renzo_lovisolo (11:04:40 PM): deficiente sono
lazyflowers (11:10:26 PM): no, non lo sei
renzo_lovisolo (11:04:54 PM): abituati
lazyflowers (11:10:30 PM): forse impulsivo
lazyflowers (11:10:38 PM): ma non mi abituo
renzo_lovisolo (11:05:13 PM): sentirai di peggio
renzo_lovisolo (11:05:23 PM): proviamo
lazyflowers (11:10:57 PM): preferisco di no
lazyflowers (11:10:59 PM): no
renzo_lovisolo (11:05:45 PM): vedi?
lazyflowers (11:11:25 PM): cosa?
renzo_lovisolo (11:06:19 PM): come cosa?, non ti lasci andare, altro che trasgressione
lazyflowers (11:12:09 PM): fai confusione
renzo_lovisolo (11:06:56 PM): tu credi?
lazyflowers (11:12:48 PM): quando gioco a backgammon
renzo_lovisolo (11:07:20 PM): nessuna confusione è esattamente il punto
lazyflowers (11:12:54 PM): con un uomo
lazyflowers (11:13:01 PM): che vuole flirtare
lazyflowers (11:13:12 PM): lo stronco subito e parliamo
lazyflowers (11:13:50 PM): molti, te l'ho detto, mi dicono che sono una nice lady perchè il nostro
dialogo è improntato sul rispetto
lazyflowers (11:14:14 PM): non sono capace di dire certe parole nè mi piaciono sentirle
renzo_lovisolo (11:09:14 PM): non è questo il rispetto, questa è l'educazione di cui tu stessa ti lamenti
e della quale a volte ti vorresti liberare
lazyflowers (11:15:04 PM): se mi dici che sono deficiente, non sarò mai capace di dirlo a te o ad altri
renzo_lovisolo (11:09:40 PM): lol
lazyflowers (11:15:26 PM): hai ragione, non posso liberarmene
lazyflowers (11:15:46 PM): una sera nella chat
lazyflowers (11:16:07 PM): c'era un arabo che non faceva altro che ripetere che una tizia era Bent el
sharmouta
lazyflowers (11:16:16 PM): non ha smesso un attimo
renzo_lovisolo (11:10:58 PM): non voglio, non non posso, volere e potere sono due cose
completamente diverse e tu nel profondo fondo del tuo cuoricino sai che dico il vero
lazyflowers (11:16:34 PM): e sono andata via perchè impediva agli altri di parlare
renzo_lovisolo (11:11:31 PM): non cambiare discorso pòease
renzo_lovisolo (11:11:40 PM): please
lazyflowers (11:17:21 PM): please be nice with me
renzo_lovisolo (11:12:20 PM): i am the most nice man you never meet
lazyflowers (11:18:05 PM): I know that
renzo_lovisolo (11:12:32 PM): i am serious
lazyflowers (11:18:16 PM): this is why I'm really sad
renzo_lovisolo (11:13:02 PM): so if you know you have to finish of running away
renzo_lovisolo (11:13:18 PM): running where?
lazyflowers (11:18:59 PM): I'm not running away, I would like to stop here
lazyflowers (11:19:13 PM): and talk with my friend Renzo
renzo_lovisolo (11:13:43 PM): you are running exactly now
lazyflowers (11:19:21 PM): no no
lazyflowers (11:19:26 PM): I'm here
renzo_lovisolo (11:15:00 PM): so continue, i am renzo, i do not have differents name, i can talk of
cuisine, is good, is funny but i dont forget the others thing
renzo_lovisolo (11:15:24 PM): is the salt of life
lazyflowers (11:21:25 PM): oui, mon capitaine
renzo_lovisolo (11:16:24 PM): oh, at the hend, a la fin, je commencai a deconner
lazyflowers (11:22:18 PM): non, pas du tout
renzo_lovisolo (11:18:35 PM): je suis vraiment ton amis quand je te dis con exactement comme quand
je parle de cuisine, encore mieux, je te parle de cuisine pour poivoir parler d'autres choses et meme
pouvoir t'insulter si c'est le cas, e tu dois faire la meme chose en liberté+
renzo_lovisolo (11:19:00 PM): un attimo
lazyflowers (11:25:35 PM): no buono
renzo_lovisolo (11:20:09 PM): cosa?
lazyflowers (11:25:47 PM): il suono
renzo_lovisolo (11:23:41 PM): ok
lazyflowers (11:29:35 PM): la scritta è sparita
lazyflowers (11:29:39 PM): ok
lazyflowers (11:30:53 PM): romantico, sembra una spiaggia bianca su un'isola del pacifico
lazyflowers (11:32:22 PM): hai visto il film Il Pianista sull'Oceano?
renzo_lovisolo (11:26:57 PM): no
lazyflowers (11:32:39 PM): bellissimo
renzo_lovisolo (11:27:17 PM): com'è ora il suono
lazyflowers (11:32:57 PM): pessimo
renzo_lovisolo (11:27:40 PM): pessimo come?
lazyflowers (11:33:24 PM): ta......glia..........to..........
lazyflowers (11:33:46 PM): terribile
renzo_lovisolo (11:28:26 PM): io ti chiedo com'è il suono, che è tagliato è un altro tipo di problema
renzo_lovisolo (11:28:58 PM): troppo forte, o gracchiante,
lazyflowers (11:34:38 PM): va bene
renzo_lovisolo (11:29:13 PM): bene
lazyflowers (11:34:50 PM): tagliato
renzo_lovisolo (11:29:54 PM): il suono va via perchè quando scrivo devo mollare il mouse e l'hand
free spesso smette di funzionare
lazyflowers (11:35:41 PM): no è questo
lazyflowers (11:35:56 PM): la musica è tagliata e riprende
lazyflowers (11:36:02 PM): non stai scrivendo
lazyflowers (11:36:16 PM): così
lazyflowers (11:41:36 PM): c'è stato un solo taglio all'inizio della canzone
lazyflowers (11:41:52 PM): altri sembravano tagli, ma forse un abbassamento di volume
lazyflowers (11:42:22 PM): non so quando parli al mic perchè non lo vedo da qui
renzo_lovisolo (11:37:11 PM): ma non si sentiva verso la fine della canzone che cantavo?
lazyflowers (11:43:08 PM): si, è vero scusa
renzo_lovisolo (11:37:35 PM): sto cercando di costruire una radio in internet
lazyflowers (11:44:41 PM): questa è andata bene
renzo_lovisolo (11:39:29 PM): mi aiuti a CAPIRE COME DEVO FARE
lazyflowers (11:45:09 PM): torno subito
renzo_lovisolo (11:39:38 PM): GRAZIE
lazyflowers (11:47:16 PM): eccomi
renzo_lovisolo (11:42:06 PM): ricapitolazione
lazyflowers (11:47:49 PM): oui, mon capitaine
renzo_lovisolo (11:42:25 PM): rewind back
lazyflowers (11:48:22 PM): e non dire grazie, mi fa piacere
renzo_lovisolo (11:44:04 PM): merde, è arrivata cinzia, che con la testa fa segno che vuole andare a
dormire, abbiamo circa cinque minuti, vorrei farti delle domande e tu mi rispondi il vero senza
prendertela. ok?
lazyflowers (11:49:56 PM): ok
renzo_lovisolo (11:45:18 PM): quando ti ho detto deficente cosa è successo esattamente? cerca di
essere precisa e concisa
lazyflowers (11:51:17 PM): mi sono messa a piangere, per questo poi non riuscivo a scrivere
renzo_lovisolo (11:46:20 PM): ok. adesso dimmi perchè ti sei messa a piangere, è importante
renzo_lovisolo (11:46:45 PM): cerca di capirlo sul serio
lazyflowers (11:52:19 PM): perchè sono emotiva
lazyflowers (11:52:28 PM): e non me lo aspettavo
renzo_lovisolo (11:47:19 PM): gli shock sono una grande cosa
lazyflowers (11:53:07 PM): non me lo aspettavo da te
lazyflowers (11:53:35 PM): anche adesso mi viene da piangere
renzo_lovisolo (11:48:21 PM): da me ti devi aspettare di molto peggio, queste sono sciocchezze
lazyflowers (11:54:05 PM): grazie, adesso lo so
lazyflowers (11:54:16 PM): ma non mi piace ugualmente
renzo_lovisolo (11:48:50 PM): ma sono cose che fanno bene, poi capirai quanto ti possono aiutare
lazyflowers (11:54:33 PM): no
lazyflowers (11:54:44 PM): in questo periodo non mi fanno bene
renzo_lovisolo (11:49:15 PM): no cosa? rincominci?
renzo_lovisolo (11:49:29 PM): oui mon capitaine
lazyflowers (11:55:24 PM): Renzo, adesso è tardi ma vedo che ancora non hai capito cosa sento
lazyflowers (11:55:36 PM): sono molto vulnerabile
lazyflowers (11:55:52 PM): e spesso una qualsiasi parola mi gira male
renzo_lovisolo (11:50:21 PM): il periodo non lo puoi decidere tu, altrimenti non ti decidi mai, dici
sempre non è il momento giusto,
lazyflowers (11:56:05 PM): non lo so
lazyflowers (11:56:09 PM): non lo so
lazyflowers (11:56:11 PM): non lo so
renzo_lovisolo (11:50:44 PM): lo so io
lazyflowers (11:56:24 PM): adesso basta, sono stanca
renzo_lovisolo (11:51:00 PM): buonanotte
lazyflowers (11:56:38 PM): buonanotte

potresti rileggere con calma quello che mi hai scritto?

qui sta piccolo fraintendimento: certamente che non ti sentirai libera se dici brutte parole, ti sentirai più libera se qualcuno ti
offende e questo non ti farà piangere.

gli shock non sono nelle parole ma quando ti succede qualcosa che non ti aspetti, il primo impulso è quello di fuggire, di
nascondersi, se si rimane si possono scoprire delle cose importanti ed interessanti.

non è che io ti abbia capito in modo assoluto, diciamo che fra le persone che hai modo di frequentare sono quello che
capisce di più, molto più di quanto tu possa immaginare per ora

concentrati sul fatto che ti fa piacere


stare con me e ti da conforto. però accetta (non dipende da me, è una legge naturale)che un bastone ha sempre due
estremità, e che il renzo che ti insulta o ti dice delle cose che ti sembrano sgradevoli è il tuo migliore amico

la gentilezza (ne parlavamo ieri) non è un difetto, quando si trasforma in un difetto è un'altra cosa: considerazione (ieri eri
d'accordo), e debolezza, paura.

il fatto che tu sia stata fraintesa o delusa in passato non significa che tu debba essere fraintesa o delusa da me.
non mi è mai passato per la mente che tu sia servile

tutto il discorso finale sugli altri, sul fatto che sbagli, ci ricadi e poi soffri è solo indice di paura. non sai bene come prendermi,
senti che c'è in me qualche cosa di diverso ma non sai cos'è. è normale, ci vuole tempo.

tu credi di conoscerti, di sapere come sei fatta, etc, è un'illusione, questa illusione non ce l'hai solo tu ce l'hanno tutti, anche
io naturalmente, la differenza è che in certi momenti io ho il dubbio.

non lasciarti ingannare dal tono di queste righe laconiche, l'importante per te non deve essere la forma ma la sostanza, la
forma è che può succedere che ti dica deficente, la sostanza è che mi stai a cuore, che mi occupo di te, che penso, che
cerco, etc etc. e qui è meglio sbarazzare il terreno da fraintendimenti: non sono buono,generoso, un santo, etc,
semplicemente ho scoperto che se sono utile a te sono utile contemporaneamente a me stesso, cercando di aiutare te aiuto
me. quindi è meglio se non ti lasci trasportare troppo dai sentimenti e dalle emozioni nei miei confronti, sia che siano positivi
che negativi, valuta semplicemente se il rapporto con me ti è utile, e poi, molto banalmente, se è interessante, divertente, se
ti fa considerare le cose da aLTRI PUNTI DI VISTA, ETC.
BUONA GIORNATA FIORELLINO PIGRO, BUONAGIORNATA ANCHE A SALOME' E AD angelo azzurro. RENZO

>Ciao Renzo,
>
>lo so che hai un nome solo. Me lo hai detto e ci credo. Io ne ho parecchi ma
>rimango sempre me stessa. Ne ho parecchi perchè non volevo più avere a che fare
>con persone di pessima educazione. Quelle che offendono gravemente e alle quali
>sono stata incapace di rispondere, proprio per il motivo di cui parlavamo.
>
>Non intendo trasgredire in quel modo. Non è dicendo delle parole da "shock" che
>mi sentirò libera. Ho bisogno di qualcosa d'altro. Peccato che non hai capito
>come sono. Ho molto piacere a stare con te. Mi dai conforto e ti ringrazio.
>
>Però, come ti ho detto, il mio grande difetto è la gentilezza. Non mi manca il
>sorriso per tutti e la cordialità è gran parte di me stessa. Purtroppo spesso
>sono stata fraintesa e ne ho sofferto perchè oggi si può passare per servili se
>si è gentili e cordiali. Ma io non lo sono.
>
>So di poter dare molto di me stessa e non faccio nessuna fatica. Sono spontanea,
>forse impulsiva, ma sempre sincera. Allora penso sempre che gli altri potrebbero
>essere come me, quasi sempre sbaglio e soffro. Ma ci ricado.
>
>Mi dispiace di essere stata scortese prima di lasciarti ma la tua gran voglia di
>farmi parlare mi mette in confusione e non riesco più a seguirti (parlare : una
>delle mie lacune). Scusami.
>
>Domani andrà meglio. So che ti ritroverò ma mi mancherai quando sarai assente.
>
>R

10 Lug 2002 - 10:06


Oggetto: pitta (ricetta yemenita) e lazyflowers
Ciao Renzo, buongiorno ho trovato una ricetta per fare la pitta : 4
bicchieri di farina 1 cucchiaio di sale 1 cucchiaino di zucchero 30 g di
lievito di birra 1 bicchiere e 3/4 di acqua stemperare il lievito con poca
acqua tiepida, aggiungere lo zucchero e la farina mescolata al sale.
Lavorare molto bene l'impasto e dividetelo in 20 pani. Posate i pani su
un asse di legno infarinato e lasciateli lievitare in ambiente tiepido,
coperti, per qualche ora. Mettete ogni palla sulla lastra del forno e
cuocete per pochissimi minuti in forno caldo. * * * * * * * * * * *
lazyflowers ora posso rispondere alla tua domanda perchè lazy compra i
fiori. L'anno scorso avevo un bellissimo giardino. Pieno di fiori. Mi ci
sono dedicata per tanto tempo. Molte persone sono venute a guardarlo.
Era il primo anno (siamo qui dal maggio 2000) e il giardino era stato
rifatto da cima a fondo. La mia apatia (per parecchie cose, non solo
per il giardino) ha fatto di me una donna pigra e svogliata. Il giardino è
stato trascurato e molte piante sono morte, non solo per il gelo dello
scorso inverno. In primavera, ho comprato delle piante da fiore ma le ho
lasciate morire. Nel mio profondo non avevo voglia. Qualche giorno fa
ho incontrato te. Lazy sta cercando di risvegliarsi e allora, ieri, sono
andata a prendere delle piantine con fiori di colori vivaci. Questa volta
non li farò seccare. Grazie Renzo, un abbraccio R

10 Lug 2002 - 12:41


Oggetto:
grazie per la ricetta, proverò al più presto. per i fiori mi fa piacere, mia moglie in questo è un po come te, i
fiori che mi piacciono di più sono le lobelie, il myosotis, e le viole sia piccole che quelle grandi colorate. li hai
questi?, buona giornata. P.S. ieri sera dopo che ho spento il computer è saltata fuori una finestra che
diceva che la linea era richiesta da un utente, ho cercato di ricollegarmi per vedere chi era e a questo punto
il modem non dava più segni di vita, stamattina per venirne a capo c'è voluta un'ora, croce e delizia. sono
andato con calma a vedere le impostazioni di yahoo nelle preferenze, e le ho guardate ad una ad una, c'è
anche una finestra che riguarda la privacy ed in questa finestra ho visto con stupore che c'erano due nomi in
ignore, angelo azzurro e una certa jeanne che non ho la minima idea di chi sia. come tu ci sia finita non lo
so, ma credo che questo spieghi forse il mistero dell'altro giorno. di nuovo buona giornata.renzo

18/07/2002 16.35.50

andiamo nell’automatico che da troppo non si fa si perde l’abitudine di andare a tutta velocità poi ci si
impigrisce ci si intristisce anche sporadicamente e la mente quell’ingrata quella picciotta scostumata
che si dimentica gli innumerevoli vantaggi che può trarre se ogni tanto si ritrae pur di essere in prima
fila, pur di mendicarsi qualche complimento dalla prima venuta cosa non sarebbe in grado di dire e di
fare, persino sacrifici, è fatta così, venga pure la morte, anche fra cinque minuti ma in questi cinque
vuole brillare di luce propria. Dopo di me il diluvio. Dopo di te, avanti al passo, scambio di
informazioni binarie, treni persi prima di essere arrivati in stazione, mammalucchi parlano
ininterrottamente alle orecchie del mio telefono fuori moda, sussurrano frasi alle orecchie come si
trattasse di angeli custodi o demoni tentatori, non hanno alcun senso dell’umorismo, si prendono
terribilmente sul serio, credono di vivere in eterno quando a volte sono nella situazione di comparire
per pochi istanti ed a volte persino una volta sola e poi mai più, per l’eternità, ma l’importante è la
condizione attuale e quel che si immagina, quando è preso per vero, è più reale della realtà.

15/08/2002 12.59.15
Leonardo suona che io scrivo come mi passa, c’era il signor di Thomasson che voleva affittare la mia
casa con giardino, sensazione di inizio di rimorsi di coscienza, sviluppato una buona capacità di tenerli
a bada e di dire immediatamente mente non ti credo, lasciami in pace oppure se proprio non è possibile
parla pure che tanto non mi fa un baffo, come tutto influenza, anche un cretino che in televisione,
quello che parla sottovoce quando un nuovo giorno comincia, parla di assolutamente dieta, così è,
sviluppare l’indifferenza buddista, il corpo sembra essere la sola cosa che mi influenza al massimo,
corpo e dolore, sesso?, voglia di scrivere canzoni e di suonare la chitarra ma solo mentale perché non
la prendo quasi in mano mai, sogno dello spettacolo di quel che mi piace, invidia per quelli che lo
fanno e ci riescono, la lettura ad alta voce del diario di bordo di micol, mi pone di fronte il problema di
come raccontare, altro che mera elencazione di fatti e avvenimenti, il 15 di ferragosto, quando tutti o
quasi spaparanzati se ne stanno e mentre parte in my secrete life, è un buon momento per lavorare
svelti, fast, che lingua l’inglese per le canzoni, i miss you so much, mi manchi così tanto sembra
esprimermi meglio la mancanza, il buco. non sento niente, solo interessato da me stesso, cosa sarà mai
un perfetto egoista, versare il vuoto nel niente, curiosità di sapere come andrà a finire, solo ogni tanto
arriva il pensiero di una imminente disgrazia che colpirà, ma perché mai, e monica che dice che ho le
orecchie grandi segno di vita lunga come il buddha, salvato nel senso del testo ciccando sull’icona, che
braccia forti che hai, hai delle mani come tenaglie, per forza fra chitarra ed orecchini, lavoro di pinze a
destra e di accordi a sinistra, senza la minima preoccupazione di essere capito, nella mia vita segreta,
nel mio foro interiore, nella mia pancia dilata, combattendo l’acidità di stomaco, ritrovandosi sempre
più o meno allo stesso punto, contento di affidare al computer, fiducioso nel futuro, pensando che il
mondo è come me lo costruisco, a meno di disgrazie, con la sensazione e la quasi certezza che non c’è
nessuno ma proprio nessuno che sappia veramente come funziona la storia, abbandonando qualsiasi
idea di fare finta di sapere come funziona, anche quelle che mi sembrano più intelligenti e simpatiche,
tipo pesce grosso mangia quello piccolo, smettere di dirle ed esprimerle, come viene, a seconda delle
voglie, se non altro per vedere di che pasta sono fatto, facendo il filo sul serio, l’innamorato, pregando
ed implorando, tutti si deve morire, di questo sono sicuro, l’unica cosa che so veramente, è che devo
morire, ma quando? Parlare della morte in genere infastidisce la gente, lo faccio scaramanticamente,
non ho la minima voglia di morire questa è la vera verità, e a questo punto conviene salvare.E’ forse la
prima volta che vado ad aggiungere qualcosa (aggiunto un commento qualche riga sopra sulla capacità
dell’inglese di esprimere, ma adesso che l’ho scritto mi sembra una balla gigantesca, ) la mancanza, il
buco? Ma allora cosa resta, e perché cercare sempre quello che resta, questa smania di conoscenza,
questo desiderio di abbandonare la smania di conoscenza, questo dirsi devo accettarmi come sono,
questo disco che parte e dice fai come gli struzzi, sarai scannato al momento giusto come una pecora,
questa paura sottintesa, che non viene a galla ma so che c’è, c’è veramente? Basta di aver paura, questa
paura di avere paura, questa paura del buio, e poi, quel che m’importa è che sotto l’ascella destra c’è un
rossore di irritazione ma c’ho la crema ed allora tutto va per il meglio. Cosa arriverà adesso? Una
BATTERIA TIPO ROCK, DOPPIATA DA UNA CHITARRA, DA UN ORGANO CHE MI VIENE
DA DIRE HAMMOND, UN TAMBURELLO COI SONAGLI, LA MUSICA è RIPARTITA, e c’è
una voce bassa quando mi accorgo che è partito a batteria un dito sul tasto delle maiuscole
inavvertitamente, così così, questa canzone, ci facciamo un bel bicchiere d’acqua ghiacciata, divisione
della mente che subito incomincia a valutare se si o se no, idea del cambiamento delle proprie
abitudini, il sonno in cui viviamo, etceterea, rendersene conto, particolarmente svegli stamane, da cosa
dipende, mente inquisitiva, mi sente la schiena come potrebbe dire Cinzia e come dicono a livorno:mi
sente, a proposito di un qualche fastidio fisico, interessante questo modo di parlare, optiamo per l’acqua
gelida e per rinfrescarsi le ascelle, poi forse ci metteremo il canesten, finita la canzone rock di leonardo.
Quel che ne vien fuori è un cicchetto di wiskey, uno solo si è detto, con tanto ghiaccio, per incoraggiare
la facilità di scrittura, facendo attenzione al trascorrere del tempo, sorseggiando lentamente, con la
convinzione che dopo il primo arriverà il secondo, tenendo a bada la voglia di mangiare scatenata
dall’odore di wurstel fritti, cinque piccoli sorsi, mi hai stufato leonard, andiamo da di franco. Comincia
col country. Aspettando che faccia effetto la sostanza chimica, spiandone i segni, dicendo sta salendo,
altri 5 piccoli sorsi, mano a mano facendoli più lunghi, il sapore in realtà è al limite del piacere, come
devono la wodka i russi per non sentirne il sapore, viene l’idea di battere tutti i record di durata nello
scrivere, andare avanti avanti, chi era quello che si faceva legare alla sedia, alfieri?, io senza corde,
senza costrizioni se non quella della mente “volontaria”, buonissima questa, e quell’idea di: perché
pensi quello che pensi? Si ritorna sempre lì, desiderare di non desiderare di desiderare è un
desiderio? Si. Grassettato per ricordarmene per farci una canzone di quelle solo con la chitarra tipo
vega o di franco. Sogno accarezzato da quasi sempre, dall’asilo oramai. Invece di desiderarlo fallo. Qui
e ora? Formulette buone per la chat 1 del buddismo. Giudicare? Lo faccio. Considerarsi il meglio sulla
piazza? Perché no. E’ la verità. Di tutti quelli che mi capita di incontrare. Domandarsi se è vero che un
tipo incontra sempre gli stessi tipi? Il maestro corrisponde all’allievo e viceversa? Lasciare, impedirsi
di dire certe cose apprese nei vent’anni?. Prendere decisioni? Abbandonare i punti interrogativi per
certezze che non ci sono? Capire di essere soli. Non avere paura del vuoto e della solitudine. Tutte
balle. E’ tutto solo un problema di chimica del cervello. Il livello di nicotina si è abbassato. Bevendo la
voglia di fumare aumenta. Tutto questo possono essere canzoni: Comincia a funzionare l’eliminazione
dei punti interrogativi. Fare come se, lo posso abbandonare, anche questo posso abbandonare. E la
zattera. (senza punto interrogativo) Anche quella la posso abbandonare. E l’idea che una volta
attraversato bisogna abbandonare la zattera. E l’idea che ci sia qualche cosa da attraversare. E l’idea
che ci sia l’illuminazione. E la soddisfazione oper quello che sto scrivendo. E il prendersi sempre per
qualcuno o qualcosa. E mettere i punti. Avere delle regole. Salvare. Ridurre all’osso, al lumicino.
L’idea della poesia. Il più intelligente di tutti. L’idea che l’ego è quella cosa che vuole andare a vedere
il proprio funerale. Salvare diventa importante. L’idea che dovrei avere il coraggio di cancellare tutto.
Col cazzo che lo faccio. La mente che dice che questo è un grande attaccamento. Di quello che vuoi ma
non cancello, la paura che possa cancellarsi da solo, il pensiero che in realtà in fondo in fondo non me
ne frega niente e che se avessi il coraggio di cancellare tutto la mia vita cambierebbe, reagisco come
lazy e dico che ho bisogno di tempo per verificare. Anche per oggi non si vola. Però si salva prima che
possa succedere l’irreparabile. Ho messo il salvataggio automatico ogni minuto e adesso mi fermo per
vedere se lo fa perché non mi fido del tutto del computer. Vediamo se si vede che lo fa. Lo ha fatto, che
soddisfazione, che portento, come mi piace il computer che mi libera da certe ansie e ne crea di altre
però, mi rifermo per avere l’assoluta certezza che salva di nuovo.Cinque piccoli sorsi, la moderazione,
la temperanza, la via di mezzo, tutto dipende da quel che si vuole, ma chi decide quel che si vuole, da
cosa è determinato quel che si vuole. Madre natura, madre di tutte le madri, se ne sta lì, impietosa ed
indifferente, non conosce la pietà, fa quello che ha da fare, senza rimorsi e senza rimpianti, poi arrivi tu
e dici che è meravigliosa sì, e crudele, ma come si può dare attributi ad una macchina (senza punto
interrogativo). Fare quello che si deve fare. E quando si può fermarsi a guardare, senza giudicare,
lasciarsi andare alla deriva trascinati dalla corrente di questo fiume pigro in piena, fiume giallo, sabbie
dorate, l’estro poetico, estro, (cercare i differenti significati, ce ne deve essere uno collegato alle
mestruazioni negli animali, credo) ecco cos’è l’estro, è un periodo, viene e va, secondo la natura è l’età,
le mestruazioni delle donne sono o possono anzi ridico sono un ottimo tema per una canzone, bastano
alcuni sorsi e vedi come parti, ti ferma nessuno, anche la musica va, tutto va, tutto passa da una cosa
all’altra, da una sensazione all’altra, da un’idea all’altra, movimento, cambiamento, non c’è stasi,
circoli, verrebbe da dire viziosi, tutto confluisce in un punto finale ed iniziale al tempo stesso, la morte.
Farò il cantore buddista, porterò al mondo la mia verità, la mia comprensione il(limitata). Contentarsi
di quel che si è e di quel che si ha. Viene per la prima volta l’idea che cambiare, anzi, cercare di
cambiare, le proprie abitudini non è necessariamente il tentativo di cambiare abitudini che secondo me
sono sbagliate, che so, mangiare troppo, ma può riferirsi anche a cambiare abitudini mentali, o di
scrittura, ad esempio l’abitudine di mettere i punti di domanda, questa pensata mi da gioia perché
questo tentativo non implica chissà quale sofferenza, collegato all’idea di fare tentativi semplici ed alla
portata, collegato all’idea di non avere un appetito superiore alle capacità di contenimento della pancia,
dove per pancia intendo evidentemente qualcosa d’altro, ah che soddisfazione, ho dato dei bacini a
cinzia ed era bello, affetto. Abbiamo messo beppe con le procedure per andare in america. Ad un certo
punto, più o meno a tre quarti di bicchiere, sopravviene, sopraggiunge un inizio di ottundimento,
bisogna, devo capire se per farlo passare bisogna, devo, bere ancora, oppure smettere e keep trying, e
continuare a scrivere, sicuro che l’ottundimento passerà. Pigrizia. Che voglia che c’era di mettere iol
punto interrogativo. Già passata. Abbasso le maiuscole. Abbasso i punti basta coi punti si torna ai
diciotto anni abbasso le virgole abbasso gli spazi no questo no ho provato qualche volta ma dai
siproviamoavedereunpoabbassoanchel’accentosupoegliapostrofimaoramailhofattomaadessonochenonlh
ofattoenonmifermoacercaredileggerequellochehoscrittoancheselavogliaetantasoprattuttolavogliadimette
relaccentosuequandoeunverbomamitrattengoevadoavantiancheconquestacontinuasensazionedivogliadis
metteredimetterealmenoglispazitraunaparolaelaltrailditovolevacorrereachiuderequestoperiodomaconlatt
enzionemitrattengochebellacanzonecheecominciatabravaanidifrancoscopertaieripercasonellachatdeibud
distisperiamodiricordarmiquandolovedoilnomediquellochemelhafattaconoscereperringraziarloadeguata
mentemigiroperdireacinziabellamaseneandatamidomandosesicapiràmivieneinmentediscrivereilperiodop
iùlungodellastoriadellascritturasenzapuntievirgoleespazieacentieapostrofiilvolumeetroppoaltoeloabbass
oaldiavololamilaneseperobisognadevostareattentoaivicinidicasanonesagerareaottunderliconlemiemusic
hepuntomièaccentovenutoinmentevirgolacheinvecediusareisegnipossodirequandoceapostrofoaccentoac
utounsegnodiinterpunzionepuntoacapomacontinuiamoanzicontinuosullastessarigaunbelgiocodurapocos
aggezzadegliantichiproverbieaccentoacutoveromatestardamentecontinuocosiaccentoacutosullai.
BASTA NON NE POTEVO PIU’.
FAME. Vado a mangiare. Pancia piena, nessuna voglia di continuare. Per ora.

15/08/2002 18.03.22

sega. Cosa rimane sul fondo del bicchiere, questa specie di polverina bianca cosa sarà mai? Com’è
bello poter scrivere di nuovo i punti interrogativi, presa la vacanza si ritorna al trantran. Finita la
vacanza, mi piace quando finiscono le vacanze. C’è più tempo fino alla prossima per prefigurarsela
bene. Insoddisfazione. A livello fisico che cosa sta prendendo piede, limitarsi ad accusare sintomi,
procedere con destrezza sui perimetri scoscesi, hanno da poco inventato la bioetica, si fa tanto per
allungare la pagina, si spera che batti e ribatti ritorni la voglia, la complessità del caso non serve che a
rinfocolare un desiderio che soltanto apparentemente era sopito, vigile, attentissimo, pronto a cogliere
le più piccole sfumature, un dardo in tasca, armato, di tutto punto vestito, gran ciabattiere alla corte del
sultano, un tempo si chiamava visir, tutto il tentativo è fatto per scansare la noia, non succede mai
niente ed in questosucceder niente ci sono sentimenti contrastanti, desiderio di essere messo alla prova
ma paura di non essere all’altezza, anche se non si sa bene di cosa, ci si rifugia nella velocità, mi
rifugio nella velocità, nella soddisfazione della quantità, sperando che arrivi prima o poi la qualità, ma
non si sa, non so, chi può e deve giudicare, mi pare che non possa essere lo stesso che scrive, quale
giudizio sarebbe infatti più fazioso in un senso o nell’altro. Inutile, non si può prescindere,
disidentificazione spinta all’eccesso porta ad ulteriore maggior identificazione appena si torna alla
normale normalità e non pretendo troppo da me stesso, ma chi può giudicare senza capire. Credo che ci
faremo un wiskey, questo modo di parlare al plurale pensiamo nasconda qualcosa che puzza, non ho
voglia di andare fino in cucina, la pancia già reclama del cibo, tenere a stecchetto, abbiamo, ho fatto lo
sforzo di andare a vuotare nel bicchiere col ghiaccio i due fondi di whisky differenti che erano rimasti,
li berrò a 5 piccoli sorsi per volta, poi restano del pernaud o della grappa. Quella della giusta quantità è
una questione importante: massimo dell’effetto col minimo di effetti collaterali, un’arte, ci vuole tempo
e pazienza, dose minima richiesta, saper aspettare quando è il caso anche se non si sa chi decide se è il
caso, concomitanza di fatti singolari, rimandare il momento, telefono prima libero e poi occupato, non
far caso alle quisquilie, che razza di parola erditata da topolino, primi piccoli 5 sorsi dicendo: mi
faranno bene, scacciando l’idea di prima che è un’ora impossibile, visto il momento della digestione,
visto il pezzo di cioccolata ed il caffè, ma tant’è. Riportarsi su gradatamente, ripercorrere un cammino
conosciuto, non giudicare le frasi che escono, non pensare alle canzoni, lasciare scorrere, fulminanti si
chiamavano i fiammiferi molto tempo fa oppure anche adesso credo in dialetto veneto, mi sembra lo
dicesse il factotum Aristide, chissà come se la passa sempre che sia ancora in vita, dovrebbe essere
vicino all’età di mamma mia, e mirella? E iole? Il tempo che macina tutto, si sta sradicando macellando
mangiucchiando i personaggi della mia infanzia, che procedimento, eppure mi sembra così strano che
ci sia gente che ha visto l’ultima guerra, 5 piccoli sorsi. L’ultimo è sempre il più lungo, chissà se è una
questione di allenamento come farsi i muscoli in palestra quella di scrivere. Non so cosa pensarne,
anche se, dovrei cercare di ricordarmi come funziona nei periodi rari in cui per qualche tempo sono
andato avanti a scrivere regolarmente. Questo di oggi è un modo relativamente singolare, non è ir+ra,
non è diario, non è esattamente associazioni, è come mischiato, c’è dell’indagine, pulsioni di ricerca
varie, desiderio di sfuggire alla noia, stranezza di cinzia in casa senza figli, 5piccoli sorsi, l’ultimo più
grande, è il carburante. Cos’è quella specie di scoramento che spesso mi prende, soprattutto quando
accendo il computer, una specie di: e adesso cosa faccio? E passo in rassegna le possibilità, scarico
della musica, guardo la e-mail, etcetera. Vado nella chat japponese, ops, buddista? E quella paura, ansia
che c’era ieri all’idea di andare in diretta con il nuovo pseudonimo onlylivemusic? Cos’è che determina
la sicurezza o l’insicurezza? Il sorgere di un desiderio: adesso faccio questo e quest’altro è collegato
all’immaginazione che mi divertirò, proverò delle emozioni forti, ricerco la soddisfazione di me, basta
che uno in chat che non so chi sia dica bella musica, nice music, che sono contento. I complimenti sono
un veleno? No, perché. Si, certo. Abbondanza di materiale, quando non so dove andare ir+ra, si
continua impersonalmente fino ai prossimi 5 sorsi, voler sballare rimanendo presenti a se stessi, strana
vocazione questa. Qualcuno si riconoscerà in quello che scrivo forse. Fare come se. Ammissione che
ho bisogno degli altri, di altre persone, come distrazione, arrivare alla conclusione che si fa, che faccio
tutto per passare il tempo, ma che razza di assurdità è mai questa: tanto per far passare il tempo?
Desiderio di morte di conclusione. Di arrivare alla fine del film. Di vedere cosa c’è di là. Grattacapi.
Sto andando forte, bisogna semplicemente controllare le quantità di cibo e di alcool. Ma a che scopo?
Lo scopo. Ci deve essere uno scopo? Immaginario. Si muovono tutti con un presunto scopo. Madre
natura crudele dal mio punto di vista oppure no. Inevitabilità. Osservazione. Punto da qualcosa più
grande di me che non so se c’è. Ribiascicamento continuo delle solite idee. C’è qualcosa di nuovo sotto
il sole, anzi d’antico. Io penso altrove e sento che sono intorno nate le viole. Occuparsi troppo di se.
Dirgliene quattro a quella lì. Tim messaggio gratuito. Controllare la delusione. Dai che vado dai
buddisti. Due finestre aperte in modo magistrale, certo che se facessero un po di musica, gliela faccio
io. Andata la musica con ani e spreengsteen. Vediamo le reazioni. Come al solito i buddisti non
reagiscono, in realtà è un bene, così sto più tranquillo per mandare quel che mi pare, ma perché mi
piace così tanto? Annulla il desiderio di provocare. Qui e nella vita.

16/08/2002 10.49.02

il sottile confine tra le illusioni da una parte e la possibilità di vivere senza costrutto secondo una teoria
invalsa nell’uso presso le popolazioni aborigene ha fatto credere per decenni agli studiosi che se anche
ne fosse valsa la pena in simili condizioni ambientali quali che fossero i risultati che presumibilmente si
sarebbero potuti ottenere sia intervistando che filmando momenti di vita in periodi dell’anno diversi e
con condizioni climatiche al limite della sopportazione umana non si sarebbe comunque potuto
raggiungere con certezza definitiva un risultato dimostrante che le due opposte teorie non erano
seguite da i componenti della tribù stessa. Hume Hogdson lo ha confermato recentemente in occasione
della visita di Sua Maesta, stracciandosi le vesti, porgendo il labbro che ha scritto l’indicibile sulla carta
clonata al seguito del fosso reale, barca di ampie dimensioni, svenevolmente colpevole tra i sussulti di
questo male di fine classico del secolo scorso ha ribadito dopo uno sbadiglio non facilmente represso:
Gli invitati guidati dal caposala hanno ripercorso gli annali della società lasciandosi però poco
influenzare dai virus presenti nella sala, la drammaturgia scadente se si vuole e anche se non, frutto del
parto di una mente immaturamente dipartitasi dall’ambiente generalmente ritenuto negativo in sede di
dibattito procedente ad anzi ab utroque. Ribadito con pressione ed urgenza questo carattere
deleteriamente lasciato nelle cucine della sala del piano soprastante l’influsso si deve convenire che in
altri tempi più maturi alle conseguenze non avrebbe potuto esimersi dal portare a termine con condotta
dai più ritenuta improbabile anche secondo i dettami del congresso: Lasciatosi alle spalle da una parte il
fiume e dall’altra il deserto, naturalmente in senso pittorico-figurativo, faceva mostra disinvoltamente
delle proprie membra lasciate nude benché ricoperte di drappi di seta: si intravedeva più che vedere
nella penombra penosa dell’atmosfera surriscaldata dal desiderio represso dei bagnanti da una parte e
dei cammellieri dall’altra, si erano invertite le parti, mescolate, non più fiume e deserto ma fanghiglia
dovuta al mescolamento delle sabbie portate dal monsone con l’acqua: Giallo cinabro. Fonte sudata.
Fronte imperlata: Gocce. I microfoni gracchiavano abbastanza quando nella sala, finito il primo brusio
di stupore, si levava con la mano protesa a difendere l’ultimo appartenente alla spedizione rimasto a
testimoniare. Barba ispida, sguardo pungente, arte declamatoria del passato, risuona ancora l’eco, dalle
colonne si stacca, percorre con passo poco esitante, si ritrae, prende la parola, un grumo secco rosso,
qualche altro scoppio improvviso d’ilarità, residui di una febbre maligna contratta in qualche viaggio in
esotico paese, il cappello lasciato scivolare sulla nuca trattenuto da un nastro grigio alla gola, una mano
nella tasca, l’altra appunto levata, con l’indice proteso non in avanti ma verso l’alto, gli occhi strizzati a
fessura come per il sole abbagliante, la mascella contratta, la bocca convulsa che cerca di aprirsi per
permettere alle parole ivi congelate di sciogliersi, gorgheggi di cantante lirica dall’altra parte del palco,
dal vivo? No, probabilmente una pessima registrazione analogica, si ferma, le gambe leggermente
divaricate, aspetta pazientemente, leva la mano di tasca per scacciare un qualche immaginario insetto
fastidioso dalla tempia, si arrabatta a dire qualcosa, la voce non esce, allora sputa, rantola, si
intestardisce a cercare di parlare, da troppo l’apparato vocale non è stato messo in funzione, si stacca
dal gruppo, si china verso la prima fila di sedie, la signora colpita nello sguardo e nel cuore, vorrebbe
tergere le gocce di sudore che incorniciano la fronte, fa mostra di levarsi e lui galantemente s’inchina
ancora di più, avvicina le labbra all’orecchio di lei sussurra qualcosa e muore. Dagli spalti un grido
unico: ga ri bal di. Letterati, dottori, scultori, esteti, filosofi, professori, ricercatori, pittori, attori,
acrobati, legionari, cuochi, soldati, martin pescatori, cameriere, tucidide, imbalsamatori d’egitto,
scorpioni dalla dopiia coda, lucidatori di perle, ventriloqui, giganti della prima schiatta, famelici,
indoratori di pillole, fiori di nasturzio, omelette, paradisi non artificiali, roditori, giocatori di monopoli,
streghe, balsamo di tigre, piccioni viaggiatori, le zucche dell’orto di cenerentola, un aviatore, uno solo,
note musicali sparse, tre viticci, una persona rispettabilmente vestita di scura, amen, la barca,
Senofonte, la fontana dei sette desideri erano presenti ed attenti a questa fine improvvisa: C’è un prete
in sala? Viene avanti un vescovo in incognito, ha investito una passante per via del morbo di parkinson
ma si regge ancora bene sulle gambe, si avvicina al morituro già morto, controlla con uno specchietto
se gli esce fiato dagli occhi, batte con le nocche delle dita sulla cervicale, si infila una mano nella tasca
dietro della lunga sottana nera e ne estrae un messale rilegato in pelle di maraschino verde ed un
colletto di plastica rigido, bianco, lo cinge al collo con una mano sola, nell’altra tiene il breviario, non è
un messale ma un breviario, l’indice è corto e nero, si gira a guardare gli astanti ed intona il tantum
ergo sacramentum. I Letterati, i dottori, gli scultori, gli esteti, i filosofi, i professori, i ricercatori, i
pittori, gli attori, gli acrobati, i legionari, i cuochi, i soldati, i martin pescatori no, le cameriere, tucidide,
gli imbalsamatori d’egitto, gli scorpioni dalla doppia coda no, i lucidatori di perle, i ventriloqui, i
giganti della prima schiatta, i famelici, gli indoratori di pillole, i fiori di nasturzio no, le omelettes no, i
paradisi non artificiali no, i roditori no, i giocatori di monopoli, le streghe, il balsamo di tigre no, i
piccioni viaggiatori no, le zucche dell’orto di cenerentola no, un aviatore, uno solo, le note musicali
sparse no, tre viticci no , una persona rispettabilmente vestita di scura, amen no, la barca no, Senofonte,
la fontana dei sette desideri no, tutti questi, meno quelli che c’è scritto appunto no, si mettono a cantare
con il prete. Chi fa le prime voci, chi le seconde, chi a bocca chiusa, chi esageratamente e
sguaiatamente spalancata, chi con intonazione perfetta, chi glissando sulle lettere finali delle parole, il
tutto armoniosamente condito dal suono di un armonium a dodicimila canne, di cui la più lunga come
una canna di bambù di 35 cm di diametro e quindi di almeno 27 braccia di altezza e la più corta come il
dito mignolo di un nano monco , in un tripudio, in un bailamme, in un compendio quasi inferocelestiale
al contempo. Finito il canto si fa vanti l’usciere col bastone impomatato a festa, batte tre volte ed il
cavallo nero scalpita impaziente e morde il morso. (pausa pranzo).
16/08/2002 13.04.53

(dopo il pranzo). Sogno della puttana e di silvia.


16/08/2002 20.29.49

dai pesta sui tasti senza stare troppo a pensarci senza rimpianti per quello che ti sei lasciato alle spalle,
senza rimpianti per quello che non hai continuato e non hai voglia di continuare, sembra che ci sia il
tempo giusto per ogni cosa e adesso è il tempo del pedalare, troppe truppe trentino spaparanzato sul
fianco il delfino dal dorso celeste si rintana da un’altra parte quello che gli ha detto sua madre, ribaltato
su questa franfia d’onda sconnessa se ne sbatte del senso interiore e anche di quello esterno, non ha
voglia di stare a rifletterci sopra, le dune di sole, il manto erboso, il trasporto della musica country, la
voce arrocchita il tempo che trascorre più veloce, nessuna ansia, niente ti può ferire, peccato che le
risate siano tagliate via dagli applausi e dai ringraziamenti, non ci si ferma anche se anche per oggi non
si vola, cimeli di barbari alle porte alte, le lingue incastrate nei battenti delle porte, dio come si cerca di
andare in fretta stasera è la sera giusta per battere i record le tartarughe hanno deposto le uova distanti
dalla battigia e lo scoprire d’aver scritto una parola per la prima volta, in assoluto per la prima volta,
questa concatenazione infinita ma semifinita di frasi e di parole che si intrecciano lasciando una scia
polverosa umida, la spiaggia annebbia, le nocciole sfioriscono, gli alberi tremano nella luce calda del
caldo, si fanno in quattro i quattro mori per cercare di dissipaRE L’OMBRA D’URTO, UNA
CAMPAGNA NATA MALE E PEGGIO SFRUTTATA, LO SENTI IL RITMO CHE PERVADE LE
COSE, COME SI STAGLIA NELL’ORIZZONTE INFINITO DELLO SPAZIO CHE C’è DIETRO
LA FRONTE, AD OCCHI CHIUSI O SPALANCATI NON FA DIFFERENZA ED IMPORTANZA
ANCOR MENO, SENTITI CON CALMA il suono delle stesse parole, dette da un altro potrebbero
avere un suono ed un significato differente, non ti preoccupare delle maiuscole, così è stato, peggio per
lui se se ne accorgerà, farà un psasso nella direzione sbagliata, si avvicinerà pericolosamente a quelli
che prima di lui hanno provato a varcare questi confini rotondi che non segnano il territorio di nessun
paese, si lasceranno cadere a terra affranti di sudore, cercheranno con gli occhi un aiuto che sanno
come non possa venire, dice il proverbio che la speranza è l’ultima a morire, ma non in questo caso, gli
americani l’avevano previsto facendo incetta di scienziati, sembra che ai giochi olimpici degli
eschimesi non ci siano né vinti né vincitori, e se kla schiena ti sente cambia posizione. Tanto ci pensa
lui da se solo a salvarsi, glorificazione della macchina, sensazione di misfatto incombente, sente la
voce, accarezza con la voce, insita nella voce c’è come un’ansia di donna che aspetta il figlio la notte
nel letto che ha promessoli figlio, non il letto, di rientrare ad una certa ora ed invece tarda, la stessa
ansia della vitella, sgonfiarsi di un fiato esalando sapore di miele, mastica e sputa.

19/08/2002 12.18.38
dice silvia che ho la faccia tirata, sarà, che non sono tranquillo, non è vero. Che è per via che non esco
mai di casa. Mi stufo abbastanza velocemente di qualsiasi cosa, incombe il lavoro all’ospedale coi
bambini, mi sono detto che domani comincio ad occuparmene. Guardo sul calendario quando è il i°
settembre. E’ domenica, comincerò il 2. Chi c’è c’è e chi no no. Avere tanti piccoli giochino e
strumentini e bolle etcetera, fare uno dei soliti elenchi, lente d’ingrandimento, microscopio (?), cose
così,
22/08/2002 18.07.27

in questa data che ci si aspetta sempre che succeda qualchecosa di straordinario quel che è successo è
che monica è venuta a dormire qui dopo una giornata passata con stefano di Fabiana al computer e con
la nuova camera digitale.
Metti che stando tre punti sopra al baritono si possa tre di qua, andante granpasso con il suo carismatico
aspetto, intabarrato senza pietà i microrganismi tabulati della finanza, Melchiorre sa come disporre del
suo tempo, non fa sconti a nessuno, neanche a se stesso, notare la stima di cui va soggetto in alta
Andalusia, asfittico dentro le casse pare subire l’ondata di riflusso che investe da più parti in questo
principio di millennio, mettersi comodi a soppesare i pro e dimenticare i contro, superata l’ansia del
battere qualche record, tira di qua, seguire il vento negli anfratti, farsi piccoli per non essere notati,
sogni di ghiaccio nelle cantine, ansia di sesso, superbo supera tutti gli affanni degli uomini comuni, i
comuni mortali dicevano un tempo, le meraviglie dell’universo al loro confronto sembrano attenuarsi
impallidire, scomparire, battere di nuovo la fiacca aspettandosi che finisca questo ciclo.

06/11/2002 0.57.19

Pertugio. Arte del nascondere, fare i propri passi con cura e noncuranza non è una contraddizzioine in
termini? Anche senza l’interrogativo perché così in realtà era venuta l’idea: Sbalordimento nel
rileggere forse per la prima volta certe pagine, stupore di avere scritto cose così profonde, dubbio di
averle copiate, o forse suggerite dalla droga? In che fase sono ordunque? Sento che arriva cinzia e si va
a letto.

06/11/2002 17.31.02

Carica di sicofanti, che saranno mai? Cominciare nel segno del non sapere è cosa saggia e giusta,
altalenarsi di sensazioni, accorgersi nel doposogno che mi sono dimenticato, sicurezza di sé, questo
vale ricordare, non far pena a nessuno, strisciare nelle stradine sotto i ponti per togliersi dalla vista dei
ricchi, dei talentati, di coloro cioè che senza merito alcuno hanno ricevuto più di altri, perché chi l’ha
detto che questa debba essere un’ingiustizia, l’oro si fa con l’oro, i soldi chiamano i soldi, a chi ha verrà
dato, a chi ha poco sarà tolto anche quel poco, tonino vinciguerra, pedala in salita, la lingua di fuori,
bandiere bruciate per strada, accorgersi di non divertirsi affatto in qualche modofa cambiare la
direzione, sviluppare un certo tipo di pazienza, collaterale, di sguincio, superbo il cambio, padrenostro
in sordina, sentito parlare di un gesù campanile, ritorna alla memoria maledetti toscani anche se mai
letto, il ginepro, la bacca del ginepro, il genepin, la sambuca con la mosca, alpini e tuttofare sgargianti
si danno da fare in questo lembo di terra dimenticato da tutti, altro che dio e che uomini, i gradassi con
la pancia che scoppia, il sultanato, quello così grasso da portarsi la pancia in carriola, la salamandra
nera e gialla, non votrare nei momenti di crisi, perdere il fagotto, suonare il fagotto, cappello di
sghimbescio, ala lunga, potter non passerà di qui, le mani del pianista, la faccia, il naso del pianista, un
cartello appeso ai vetri della porta della sala da thè, razzismo spicciolo, quelli che appena scampati alla
morte sono offesi soprattutto per via del violino confiscato, altre genti sono passate di qui senza
lasciare traccia, come una moria improvvisa di pesci di lago, a migliaia a pancia bianca all’aria, come
la sagra delle alborelle in fregola, toreri nei loro smilzi vestiti, si allenano alla vestizione, parlano
castigliano puro, che occhi neri hanno, eliminare il giudizio, appena si presenta, senza trasalire, non
aspettarsi più niente dalle amanti, scivolare tristemente dimenticati, banane troppo mature si spaccanoe
fuoriesce una specie di muco giallobrunastro, come un’invidia, come un fiore rifiutato, una ciabatta
dimenticata, un cane senza casa che si assoggetta a qualsiasi essere purchè umano, cercare pietà,
sollecitare la pietà, giocare la parte del povero randagio derelitto, aspettarsi che funzioni porterà molte
delusioni, ingenuità però dell’accettare tutto così come viene, credere fermamente all’ultimo
discorsetto che s’è fatto nella mente, anche se contraddice il precedente e starà senz’altro stretto al
seguente, erbe e fasci, cocuzze, differenti tipi di zucche, relazioni sentimentali un poco squallide,
panini rancidi ai bar delle stazioni, perversioni, anfratti, crepacci infidi, amuleti stretti tra le dita, colpi
di cuore e soffi di balene, girini in tenuta stagna, ragionieri maleducati di primo pelo, orbite blu e
stanche, riposare alla fine, deglutire il bolo ruminato, accogliere unsa vedova con allegria, spiare i
vicini di casa, martellare, cucire, bendare, tradire, cuocere, piangere alla fine di un film, scrivere liste
interminabili, lasciar scrosciare l’acqua perché diventi calda, far da padrino in un duello, riflettere
sull’idea di stefano di lavorare digitalmente su immagini di posture abituali dell’essere umano
togliendo gli oggetti che gli fanno assumere una determinata posizione, prendere un do di petto,
trasferirsi all’estero con baracca e burattini, fare come il polpo, braccare i prigionieri politici, sudare
d’estate, stringere le mani a pugno, firmare assegni a vuoto, scandagliare il letto del fiume, trascrivere,
decifrare, paragonarsi, atteggiarsi, redimersi, immergersi, presentire, parlare di angeli a sproposito,
commuoversi sull’onda emotiva inventata, fingersi adepti, aspettare con calma una crisi di panico.

08/11/2002 7.49.23 al mattino senza l’oro, con una certa calma, con le voci nelle orecchie, pestifero
giunge, ha l’alitosi il ragazzo anche se finge indifferenza gli importa assai, non si da pena dei cadaveri
nella via, le mani sprofondate nelle tasche di quegli interminabili impermeabili tipo western
all’americana moderno, grande falcata da vincitore, cipiglio cupo, mugola al passare dei cani, quasi un
ringhio e quelli scappano a gambe arcuate, com’era il proverbio del raddrizzare, di là in cucina, intanto,
savino e Francesco fanno colazione dopo la nottata di videogiochi e le prove di oblomov di ieri per
woclaw? O nome simile. Arrivederci.

11/11/2002 7.35.54

iom avoda strano nel sogno, la borsa di paolo ciarchi bagnata dalle acque del mare, lui che si arrabbia
perché gli chiedo qual è la sua, poi io che gli dico ammettilo, altro che mia mancanza di attenzione, tua
che non ti accorgi che sta per essere sommersa, si suona al campanello della direttrice ed io che mi
immagino di dirle: vengo da Thomasson…. Lei compare in vestaglia, bellissima, una scollatura ampia,
telefonino col pallone sonda fuori di casa offerto generosamente, suona il pianoforte (lei?) paolo seduto
ad un altro strumento, io mi alzo vincendo i timori e mi avvicino al piano, nella casa del lavoro esco da
una porta dalla quale non si deve uscire per andare in bagno e questa si chiude alle mie spalle, ho la
preoccupazione di come rientrare, alle 07.00 nel letto pensieri sul “tradimento”, paure di punizioni,
domande se faccio male o no, etcetera.

26/12/2002 15.45.02
fatto l’amore, prima volta.

28/12/2002 17.49.33

Ahoooo, che si dice, quanto tempo da che i passeri se ne sono iti, guarda un po, fellone, tre balzi e ti
raggiungo, non fare cippoirimerlo, tanto per cominciare, vedere i tuoni passare, l’albero sdentato e
senza foglie della cuccagna, suonare in bagno coi tempi che corrono, scegliere di correre nella pista
giusta, battaglie contro il tempo, accendere fuochi in suo onore, la paglia secca messa a puntino dopo
aver tracciato il soqquadro, tra poche parentesi, si fa strada nella via, trasuda il fumo acre, da sotto la
porta, non si arrischia a soffocare, ha altro da fare in questo periodo, il concistoro essendo avvenuto,
impunemente, tra grida, i fabbri si sono dati da fare al punto in cui non occorre dire se non salutarsi, fra
il marengo cincisch9iare oil fazzoletto di seta, ricordo della prima, tra i nasturzi, non poteva
nascondersi mentalmente, facilmente riconoscibile, allo stesso lato, dentro la casa di mattoni,
avvicinandosi con espressione semiseria, dipinto sulle labbra come un pagliaccio, fa segno di sapere
con le mani e con le labbra, magro, d’altare, conquistare i laici, fare cavo e cipolla, bere a lunghe
sorsate spossato, indifferentemente taciturno, con una piega, anche due, tre già troppe, quattro
impossibili a dirsi, fari scoccati così nel buio, piccione buone, vaga creatura mesta, fa un sogno al
mattino, si alza, ringangolito gli rimbalza la parola in dialetto, inconscio, significato dubbio,
onomatopeiche a passeggio, facce da funerale, livree verdi da gran servitore, mancino nel tiro, servo di
mille risorse, sa farsi in quattro, in otto ed in sedicesimi, sembra tonto alla vista, alla sensibilità ed
anche al tatto, discepolo rinunciatario, egeo, basta così. Per oggi.

07/01/2003 6.27.31

ieri, epifania, tutte le feste si porta via, incontro di lebedev con Roberto. Stamane maturata (?)
decisione che non sono più un buddha compassionevole ma un attore. Cominciare a vivere come
lebedev, a pensare…. Egli altri? Tozki, ganja, etc?

08/01/2003 16.14.47

oggi verso le 15,30 ho abbandonato le prove dell’idiota. Comincio subito a pensare a nuove possibilità
di lavoro. Stefano? Fotografia? Calma, piano piano. Spettacolo mio, monologo? Prendiamoci un po di
tempo, senza esagerare.
Facciamo il cabaret? Facciamo un lavoro che ci piace senza occuparci dei soldi? Buttarsi a capofitto? Il
pensiero? Il considerare il pro e il contro? Strano che non abbia paura. Spettacolo mio, DA SOLO.
Mortaci, su cosa? Partendo da livorno: cel. Spettacolo costruito e non improvvisato. Disciplina baby,
very important, continuare a svegliarsi alle 5,45 e mantenere il ritmo di lavoro di pontedera preciso
identico, anche nei confronti di Cinzia chiarire che non cambia niente, comportarsi come se fossi a
pontedera. Il posto dove fare le prove? Chiedere a talini. A bertini, a paola bedarida. Spazio agibile tutti
i giorni, possibilmente per otto ore, ancora meglio se sempre,

08/01/2003 21.33.55 vengono un po’ di dubbi, ha telefonato Silvia Pasello,

Nervoso? Le gambe viaggiano da sole. La lingua batte dove il dente duole. Il pensiero ritorna sempre
là. Interessante vedere come passerò la nottata, e come mi sveglierò domattina. Riflessioni su Livio ed
il mio comportamento venerdì sera. Voglia di novità, di provare da solo, di fare i muscoli, di saggiare la
forza, in culo alla non-voglia, ho voglia non ho voglia, non ce la faccio, non sono capace, non sono
dispiaciuto di quello che è successo, o solo una piccola parte di me abituata ad un certo tran tran. Da
domani se non ci sono telefonate si cambia tran tran. Ed uno dice subito, ….tanto la musica non
cambia, un altro la pensa diversamente, discorsi su che cos’è la libertà, curiosità, impazienza di sapere
come andrà a finire, una certa eccitazione, la voglia vien facendo così come l’appetito mangiando,
sembra, scaricare, uscire dalla sfera di influenza di…..

16/02/2003 0.07.06
ne me quitte pas ma chi se ne frega se mi chitti, non è esatto, indifferentemente, buleau, come
agitazione il rosso e il nero, tempo permettendo lasciando sfogare, breve lampo di comprensione che
capisce chi capisce che quel che capisce fa parte dello stesso gioco menzognero, scrivere solo ed essere
felice di ballare il valzer su un tempo a tre del klezmer con la propria figlia come se non mi
appartenesse, come se non mi bastasse, senza il senso di appartenenza, senza lotta, finite le carestie, a
colpi di spugna, selvaggia la donna, si da da fare, la semplicità in atto, l’ordine costituito ed artefatto,
mancanza di vita, all’orizzonte da perego in su, con la mammella catalitica, sentir pulsare, straccio di
braccio, contorto ed annerito, la fame da sanguisuga, si fa trasportare, è bello, si esprime a gesti, suoni
di gola, mastica lentamente, non sputa né miele né aceto, si da da fare con le ragazze, al pianto, al
piano, subire le frenate e le impennate, trovarsi d’accordo ed in accordo tra vecchi amici, deputati
all’estero, servono parsimoniosamente da bere, qualche volta ci scappa pure uno spuntino, uno
strapuntino gettato sulle spalle tanto per darsi un’aria contegnosa, la mano destra sprofondata nella
tasca della giacca, forse è bello cincischiare qualcosa, che so, il o un fazzoletto o il tappo della penna a
sfera bic, come un licantropo, che persa la sete di sangue si riposa. RIPOPSARSI, tiepido tepore, nel
grigio si spalanca come un vuoto infinito, trarne vantaggio non è da infingardi anzi ci vuole un bel
coraggio a farsi avanti nel mistero. Sonno.

31/03/2003 13.07.46

Storia filmica del cattivo spregevole a cui va sempre tutto bene, anche alla fine in paradiso.
Cattivo cattivo così cattivo e viscido, traditore nemico, non ama nessuno, finge sempre, segue piani
tortuosi, non si arrende mai, lucifero in posizione, coatto, al pezzo sto, finalmente un po di respiro,
tensione allontanata, pargoli che ruttano beati, gli spunta il bianco del latte ingurgitato sulle labbra, sai
scrivere, veh, sai proprio scrivere, ti lasci trasportare veh, non c’è nebbia, ancora un sorso per perdersi
completamente nella velocità, scolopendra nera ma anche dorata, vedere per immagini, guardare è
diverso da vedere, vedere. 3 giorni 3 di lussuria dell’ozio, 3 giorni 3 di riposo del guerriero, di quello
che non molla, il migliore, che non da mostri di segni di stanchezza, al pezzo si diceva, impersonale
come un omicidio casuale, sfatto, al tramoto degli anni, viticci di vite dolci sulle labbra, il cuore
asmatico non smette di pulsare, ha chiesto da tempo pietà, grazia accordata, concessa, con chiarore, con
fortezza, con spasmi, svegliarsi coi crampi ai polpacci, cominciare le giornate così, tanto è inevitabile a
meno di gesti da kamikaze, lenire le ferite, darsi uno stop al bere, prevedere, far di conto, possedere,
tralasciare, ruttare, come fiume in piena, sdilinquito, tramoggi, tre case sul mincio, far dell’erba un
fascio, permettere che prenda il sopravvento, sottovento per non spargere odore animale che potrebbe
preavvertire la vittima predestinata, aspettando senza angoscia che compaia il bruciore allo stomaco,
stoicamente ma neanche troppo aspettando, vigile? Uhmf, rinoceronte, uhmf, pfui, doppio pfui, E la
stanchezza? Dove si origina? Dove la forza? Dove l’energia? Non dare retta ai pensieri. La mente
MENTE. Sigaretta. Cercare un finale. Mi rubano sempre l’accendino. Occhio alla macchina;
scontentezza originata dal come sempre giudizio in agguato come pantera: Ma ti dai una calmata?
Capito che sono i mulini a vento di chisciotte. Veramente. Nemici immaginari. Vedili per quello che
sono, si possono sconfiggere, si sciolgono come neve in assolato posto. Si: ma non basta mai. Questa
nota dolente. Desiderio di perdersi, ecco cos’è, di non sapere più chi si è.oublier completement.
Dissolversi, sciogliersi appunto. Criminale come desiderio? Per nulla, agiato. Agitato. Paralume. Rocca
silvestre, nano stempiato, corruzione delle similitudini: Come sparviero. Civetta di giorno: Sbarrare gli
occhi sui propri pregiudizi. Scavalcare d’un boato. Le recinzioni, le recensioni: Molle acuto, spremere
fino all’ultima goccia, elisir? Da dove risalire in superficie: Carmelitane altro che scalze: Non tira più
inevitabilmente. Corpo molliccio, insindacabile giudizio, non vale pensare di utilizzare, riacutizza la
sete di sbarazzamento dell’identità. C’E’ qualcuno che PUO’ seguire e CAPIRE? Dubito. Ergo…….
Come sono prese anzi si prendono velocemente certe decisioni. Da chi? Il nodo della matassa, la
melassa, stanc. Scazzat. Vale la pena di un altro sorso? Che ti prende? Che paura? Dai che 57 hai il
perdono: Ma chi perdona chi? Non c’è nessuno in questa landa all’infuori di me. Detto letto
sottoscritto, in fede pure. E il senso dell’umorismo mancante viene sopperito da una pallottola in fronte.
Tra il credere che sia in un certo modo ed il modo in cui è ci passa e avanza. Frasi storiche che danno la
soddisfazione del momento. Scoprire il fisico, il materiale, la sensazione corporea. IO NON HO
PAURA. Bel titolo. Complimenti vivissimi. Senza ironia, solo malinconia forse invidia per chi sa
scrivere storie. Stop.

04/04/2003 7.08.51

aspettando di andare al cesso occupato da sophie che si fa la doccia e con chissà quanti altri in fila ad
aspettare di poter defecare. Ieri c’è stata la ripresa del lavoro dopo tre giorni di festa ed alla fine delle
11,serate di “a futura memoria”, che fatica cercare di stare svegli quando chiacchierano così tanto.
Ouch, che giornata.

01/05/2003 16.08.16

UNA STORIA DEL CAZZO approvata da elena QUI vicino a me.

13/10/2003 15.27.33

che sia tornato il tempo del far fischiare i testi e i tasti? Riprendere le buone vecchie abitudini, non far
del male alle mosche, zvi che spiaccica una zanzara, mi dispiace, non voler fare il figo a tutti i costi,
semplicità di eminem, nel frattempo si è andati in scena il primo di ottobre e va bene. Giuro che va
proprio bene, me la cavo bene, professional, Roberto è contento e quando è contento lui.

A capo sto di chino una marmotta abbastanza svelta cerca di farsi capire da un maomettano lento e
tardivo al cospetto di non so più quale giudice giudicante, tacchi a spillo, mo gli prende il coccolone a
quello lì, se ne viene barcollando ruttando e scoreggiando oltre che ansimando, felice di riprendere la
lena, non nome femminile, bistrattato il diario a lungo quando riprende è fiumana, provare in rima,
colpito dalle otto miglia, voglia di diventare famosi che si spreca sull’orlo del burrone vuoto, vediamo
se salvi bastardo.rivediamo se salvi doppio bastardo, quanto ti devo scrivere ancora perché tu mi dia
questa soddisfazione.

30/10/2003 11.49.19 Venerdì o sabato scorso ho incontrato Pilar che non trovava la strada
dell’albergo. L’ho rivista ieri quando è venuta a vedere il raglio. C’erano anche rina fracassa e
Michelangelo ricci.

01/11/2003 11.35.46 dopo ieri sera dopo parlato dopo aver così bene consigliato arriva il momento del
tentativo che non è per niente complicato se oltre a predicar bene anche bene si razzola, ditirambo con
questa musica di chitarre al vento della stanza, questa ragazza che canta in questa lingua inglese così
adatta per cantare non so se perché ce l’abbiamo nell’orecchio da trentenni e passa così anche si
estrinseca l’imperialismo culturale, colpa anche degli artisti, dovrebbero ogni tanto avere il coraggio di
cantare in altre lingue, fargli la proposta, non vado male stamane, servito parlare con lorena, vedi è
questa la ricompensa altro che prestazioni, sognato di davide, in tre sul letto con una ragazza che
Alessandra non era, lui che si tira giù la cerniera, alla fine ci viene in faccia con un dito nella strana
protuberanza lunga del culo a trombetta dritta, misteri della psiche qualcuno li chiama, via andiamo
liberi, più liberi senza bisogno di raccontare quel che ha detto e quel che ha fatto, quel ch’è successo e
quel che ha sognato, fluire, prettamente scolastico, altro tubo imenottero ali sul soffitto a miliardi, tutte
infilzate ed uguale, che strage, che sacrificio, e che sarabanda di colori verdastriramatimetallici,
cangianti al puntamento delle luci, ombre di automobili come camere oscure apparse per magia sulla
parete, un piccolo foro, come dispensare salute e gioia, sprizzare saggezza, non chiedere e non
aspettarsi niente in cambio, abbandonare veramente tutte le idee, anche quelle ch4e sembrano giuste, a
chi sembrano giuste, questo mi sa che è un ariel zilber, vediamo se ci becco, beccato, atmai ba scetach,
olech batel, non faccio un cazzo, e son contento, debiti chi se ne frega, olech batel, come tradurre,
nullafacente, batlan, che non è aztlan, perdigiorno ma senza la connotazione negativa, che meraviglia
poter scrivere in ebraico anche se alla fine non ci sono riuscito mentre il grande arik: come ti piace
essere triste ed è così vero per tanti e tante, soprattutto tante.

20/11/2003 13.06.52

Oggi è giovedì, lunedì ho fuso la macchina sulla superstrada andando ad empoli. Martedì ho dormito in
teatro. Mercoledì Alfonso era malato.

18/01/2004 12.49.27 domenica di risveglio dopo aver detto alla mia padrona schifosa pur essendo
andato con le migliori intenzioni, Già quattro la doccia per il film si sono fatti. Vivi dice che ha delle
idee ma non me le dice ancora perché non sono chiare, poi aggiunge se si può essere gelosi dei propri
pensieri. Ieri sera il signor Bono ha visionato la cassetta di tarabaralla, se la rideva ma credo anche
abbia capito delle cose, vuole venire a farsi la doccia e con lui, pardo fornaciari per il quale sto
cercando shema e vidui, e poi andrea fiorentini e tazio torrini probabilmente verranno a farsi la doccia.
Mi sembra che bisogna fare tentativi per fare sceneggiature. Scrivo alcune delle idee non di
sceneggiature ma di scene che si potrebbero girare. Scena di pestaggio ragazza che non lo vuole
succhiare ed alla fine di ciucciamelo si tratta. Come fare realisticamente pestaggio? Come fare il
sangue? Pensare alla fuga di Viviana dal riformatorio: la ragazza in fuga. Poi protetta. Esperimenti di
ripresa night shot allo specchio del bagno. Trovato una scolopendra morta, il miracolo di accendere la
radio il giorno in cui vivi dice, potresti guidare tu: rumore di automobile epoi la voce dice: perché ti sei
stoppata. Adesso libero. Buon proposito di scrivere tutti i giorni, come quando facevo il diario ai tempi
di alberto e della galleria d’arte moderna.
Libero
Gnocchi, occhi, partenze, treni che se ne vanno con sottofondi di canzoni originali, che altro c’è da
fare, divertirsi e tenere a bada quella che si spaccia per coscienza, la gamba destra un poco mi fa male,
uscire dalla scuffia o rimanerci? Dilemmi. Posso dunque fare qualcosa? Paura del mischiamento.
Essere così come sono: cosa è proibito? Proibito suicidarsi, film dei poeti rimbaud e…… leonardo di
caprio, hanane, patrik, e quello che in questo momento mi dimentico il nome, andare a……dove c’è la
casa estiva ed anche non mi viene in mente il nome, posso scrivere crittografato che capisco io solo,
piccoli riferimenti, dare la stura, prendersi e prendere per il culo, aspettare che si faccia vivo, i samurai
omosessuali, e ancora aspettare, fame d’amore, fame di sesso, fame di affetto, fame di carezze date e
ricevute, fame di conversazioni, fame di tentativi, fame di ricerca, fame e fame e ancora fame, che
c’entrano gli infami con la fame, fame sensazione indefinibile, dov’è la fame, forse è meglio la fame
del corpo di quella della mente e delle emozioni, la fame di sesso è fame di corpo? Viviana ha detto:
pagina 18, 30 e 13

18/01/2004 22.09.13 contare i giorni che ci separano dall’addio, ammettendo che sia il 31 vuol dire
quattro giorni di lavoro senza pontedera fra i piedi. Mi sembrano tanti e mi rallegro. Libero.
Tracimare flutti pericolo del dente , tramortire.
19/01/2004 22.08.44 mi deludi perché non mantieni i patti. Libero. Travisare trompel’oeil, il riccrado
grande e grosso, scrivere per dimenticare, tramortito, scontento. Con posticcio, tre tifoni verdurieri
lanciarsi col parapendio dentro lsa mollica del pane c’è lsa crosta forse si può rinunciare mnon voglio
filosofia stasera, rinchiuso nella sala ardente, trovare soddisfazione altrove ma perché poi dubitare, a
chi ti rivolgi, c’è sempre alla fine qualcosa che non va come dovrebbe andare ma assurdo dirselo è
perché inevitabile è, cambiare i parametri, gelosia, non per non voler dividere ma perché il fatto che ci
sia qualcun altro ti fa dimenticare e non ti resta niente, ma non lo sai se è vero, smettere di giocare,
avere il coraggio di smettere di giocare, ricordarsi di come ci si fa trasportare, mettersi in fila per
reggere insieme lo sforzo, darsi da fare per farti ricordare, la pagina 13 leggere e rileggere, per non
dimenticare, un decalogo per la moglie scrivere, occuparsi attivamente dell’ultimo complemento,
abituarsi a scrivere perché tutti possano leggere, anche se poi non capiscono, ma le spiegazioni si
devono dare. Ritrovata questa tranquillità, ricordare e non accusare, nessuno è responsabile il problema
è interiore, aspettare senza ansie che tanto verrà, e quando viene che si è tanto aspettato è più bello, non
dimenticarti dei tre giorni di scomparsa a vista, non mettere troppa carne al fuoco fratellino che se no la
sorellina potrebbe spaventarsi o stancarsi, chiediti quello che vuoi esattamente, se di esse si tratta,
gridalo dall’albero come faceva il matto nel film, fai pure tutti i riferimenti che vuoi perché
preoccuparsi se qualcuno non capisce, è qui che si trova la libertà sento che sto trovando la libertà, fai
quello che vuoi e devi al meglio senza preoccuparti degli interessi, dei risultati, cerca di essere
veramente non attaccato, inflessibile dolcemente, senza traummi, e le catene spezzate, quanto puoi
continuare? Cosa te ne importa, è questo il bello del non sapere, il rilassamento, che non significa
menefreghismo, qualcosa di caldo da buttar giù, accontentarsi di poche ore di sonno per far fronte a
tutti gli impegni, non sbagliare col signor direttore artistico, anche se ti tappa la bocca, non dare e non
fare colpe, nessuna macchia, o impavido guerriero, sei un prode, essere ancora più gentile, non usare
sottili armi di ricatto ma rinnovare gli sforzi, cedere, cedere, cedere, mollare, umiliarsi sul serio, se
arriva qualcosa, bene, come hai detto in macchina: sono orgoglioso di essere stato così bravo a non
cadere in tentazione, in questo caso la tentazione però era dirlo: imparare a stare zitto, nel caso del
signor direttore artistico prova di ego e di scontro di personalità, era, a pontedera. Te lo ricordi l’oscuro
oggetto del desiderio? Vai a fare da mangiare.19/01/2004 22.29.09
19/01/2004.
22.50.22 pollo bollito, spero che ti piaccia. Il lavoro su me stesso me lo faccio e me lo decido io,
secondo la mia comprensione. Ricordati di non inzigare con l’ego il signor direttore. Che bello f stare
li a farsi massaggiare, eh figlio sei proprio fortunato. Per ora non mi sembra di avere la minima voglia
di abbozzare e rinunciare. Sarà battaglia tosta. Quindi quel che comanda è il corpo? In questo caso,
anche in questo caso non rinuncio alla battaglia. Che sarà sta storia di augusto? Non avere idee
preconcette, abbandonarsi ho già visto quanto mi conviene. Come dare una smossa al film?
Spiegazione della mia attitudine nei confronti dell’occhioesterno, in questo caso luisa.
19/01/2004 22.59.09 vivi accetta la ricapitolazione. Che le ho proposto mentre massaggiava la schiena
a giordano. Tutto il segreto sta nel non fare supposizioni ed avere una attitudine positiva e non
paranoica, nel bandire le incertezze e i dubbi, nell’avere fiducia nel proprio compagno, nel non mettere
le proprie esigenze prima del lavoro, e nell’avere esigenze che non contrastano il lavoro. Se dovessi
veramente giungere alla conclusione che certe esigenze impediscono intralciano o rallentano devo
provare a vedere se riesco a rinunciare. Piano piano o con un taglio netto. Non voglio scrivere con un
taglio netto, se però decido che taglio netto deve essere e se poi ci sono ricadute? Forse questo è il
peccato. Costruirsi un ordinamento morale proprio. L’ho capito oggi con maggior chiarezza. Parlato a
Viviana dell’idea che il maestro e l’allievo sono legati, non ci può essere l’uno senza l’altro, anche
dell’idea che nel trasmettere si apprende, si scoprono nuove cose, che l’unico modo di pagare è quello
di trasmettere secondo la propria comprensione. Etcetera. Fare la ricapitolazione anche io naturalmente.
Detto a cinzia di mollare gli sponsor. Nessuno è profeta in patria? Verificare. Dare dei compiti a cinzia
esattamente come se si trattasse di una qualsiasi. Le ho parlato anche del fatto che non può lamentarsi
del fatto che cecilia arriva in ritardo, le ho proposto di cominciare dal lavoro creativo, di fare, come
facevo un tempo le schede degli artisti che chiedono di essere sponsorizzati. Sono contento. E sono
contento solo quando lavoro. È questa una scoperta che ogni volta rifaccio da capo. Devo ricordarmelo
un po più spesso, è il mio lavoro, me lo dirigo io, senza cominciare a chiedermi chi è io. Frega un
cazzo, frega un cazzo di stabilire perché penso quello che penso, frega un cazzo della mente che mente,
mi frega di mia moglie dei miei figli del film di Viviana di pontedera, di zvi, di giordano, di annalisa,
della musica, e l’elenco può continuare, di questo mi devo occupare. Chiedere a vivi cosa pensa e che
impressione le fa quello che va di là e le da un compito. Impressione per il contenuto ma anche per il
modo, per come lo faccio. E il pollo? Vado a vedere. 19/01/2004 23.12.35 (44).
19/01/2004 23.14.09 (12) riguardo alla questione del mantenere i patti ho deciso, se non verrà vivi
prima, di aspettare 5 a mezzanotte e poi dirle che non mi piace prenderla in castagna. E poi di dirle
mancano 5 minuti a mezzanotte, se non capisce glielo spiego e le chiedo di fare quello che deve. Posso
dare ordini. Gli ordini che vengono dati quando uno è schiavo devono essere eseguiti se necessario
anche quando è padrone? Questione veramente interessante? Da sviluppare con vivi. SVEGLIA. Ho
messo l’APPUNTAMENTOm canzone della vanoni, in repeat. ………………
ho tolto il repeat e aspetto l’appuntamento…..
parlare con amore e dolcezza sempre con lei. Qualsiasi cosa succeda ma anche con tutti, perché no?
Se non viene vado io appunto alle 12 meno cinque e mi porto la telecamera.
Cominciare a riprendere il lavoro tarabaralla, ma anche compiti o qualsiasi cosa in relazione con il
lavoro, in macchina andando a pontedera senza prima giudicare se asarà buono o no, o preoccuparsi se
ci sarà troppo materiale, parlarne a vivi, verificare con lei la bontà dell’idea, non vergognarsi a chiedere
consiglio ed aiuto. Cadima. Mangiare poco aiuta, adesso mi bevo un po di grappa. 19/01/2004 23.32.34
(37)
19/01/2004 23.35.33 (38) ne ho bevuti due. E non lo nascondo. Deciso di non andare io di la ma di
chiamarla qui, assurdo coinvolgere giordano che poi potrebbe fare delle domande o no? Per ora ho
deciso così poi si vedrà. Un po di libero

21/01/2004 20.52.20 Ricapitolazione. Ieri 20 gennaio serata in cui ho passeggiato avanti ed indietro
davanti alla porta di giordano e Viviana. Non volevo andare a dormire avevo sentimenti negativi
riguardo alla questione fidanzata sorella, Stamane è arrivata “la voce della coscienza”, le ho creduto, ed
ho preso la decisione che ho comunicato a Viviana in macchina. E’ rimasta silenziosa ed ho cominciato
a chiamarla Silvia, alla fine della giornata mi ha detto che era triste e ci siamo messi a parlare. Sono
ritornato sulla mia decisione. Ho chiesto scusa per la mia mancanza di fiducia. 59’ la seconda volta che
mi succede di non avere fiducia.

26/01/2004 22.07.57 la giornata piu interessante dal punto di vista ricerca mai avuta a
pontedera .risveglio adolescenziale ,rabbia, strascicata indipendenza, severità, catapulta verso orbite gia
percorse,idea a lungo adoperata : essere persa, non capirci un cazzo né di quello che volevo né di quello
che né di un cazzo di niente……da qui quella faccenda di sentirsi estranei a se stessi (…gia , mi dici di
pensare quando didico io io io io chi?applausi) non compresa per tante volte che ne ho sentito
parlare ;e poi fulminata addosso in yn momento…capi’ta…..da qui quell’altra faccenda di essersi
dimenticati di sé,io io di com’ero. Risveglio diei sensi adolescenziali.solite scosse…maggiore controllo
grande voglia di incazzarsi nera (forse tanto alta da voler urlare contro una vecchia ?)lo sapevo che il
mostro da qualche parte dormiva !meduse … mucillaggini di maduse …questo era il simbolo in lista
d’attesa…..che poi perche cazzo mi devo preo! Di che,niente pert cui vale la pena, occuparsi si preo
no.soglia sottile.balle. soglia enorme. Soglia come un frattale. Soglia come porta, differenza tra zero e
l’infinito, chi non capisce chieda, se gli brucia avrà risposta,.mi bruciano gli occhi,per ora lasciami
perdere26/01/2004 22.36.22

26/01/2004 22.36.41 perdita del senso dell’ir+ra puro? Giammai. Libero. Trafugare, sepolture in orlo di
balena, quei begli arponi che scavano nel grasso bianco ricordo di a caccia di balene appunto, con i fieri
pescatori, oggi uno che scrive un libro così lo mettono in galera, quaranticinque anni fa lo pubblicavano
e gli davano dei soldi, stranezze d’orrore. Che differenza c’è tra sparare agli uccelli o pescare i pesci?
Me lo dica qualcuno per piacere e perfavre, sembra che sia diverso nell’opinione di molte persone
evidentemente visto che ci sono u n sacco di movimenti contro la caccia e contro la pesca non ne ho
mai sentito uno, intendo contro la pesca sinonima della caccia col fucile, cioè la pesca con la canna.
Bilboa, crema solare e nome del pugile.

31/01/2004 10.08.35 come vanno le sue ricapitolazioni signorina carissima? Libero. Gennargentu,
fare come se fosse i dubbi all’antracite stanno come il carbone coke, le spalle nude con canottiere blu
da marinaio, un sacco con un angolo infilato sulla testa e la iuta a ricadere sulle spalle, sudore e
polvere di carbone,, neri bianchi, rumore sforzato del camioncino coni ribaltabili di legno, voler essere
quel che non si è, soddisfazione intima, bruciare le streghe su fuochi di carta, non male per essere così
piccola, vero maria?, suonare con le piccole mani la tastiera, cacà si soffia sulle dita e ti uccide, fa fare
la carriola al cane, come sono gli occhi del cane, cercare dei monologhi da fare, spaventarsi per essersi
troppo lasciati andare in avanti, provare a se stessi che si è più forti dell’eccitazione e non si
inturgidisce se non per volontà, fare un passo e poi farne un altro, ricevere le scosse adeguate, non fare
lo strono a capo del mese, lasciarsi andare a capochino, leccarsi le ferite dicendosi non ce la fo,
ricordarsi di quando finalmente si è soccorsi dal senso dell’umorismo, e poi questi pianti, sarà così sarà
cosà, ma io in tutto questo che ci sto a fa? Dov’è la volontà libera di intraprendere quel che si è deciso e
di portare a termine quel che cominciato è già? Tempo da lupi. DEMORALIZZATA. MERDA.

09/02/2004 14.08.12
a Viviana
09/02/2004 12.59.09

sull’impossibilità di parlarci al telefono mia pigra e bambinaviziataschiavetta dissento fino a tal punto
che ti ordino per una volta, cioè la prossima volta che mi telefoni, di farlo da un telefono pubblico, o
qualsiasi altro telefono (meno quello di casa tua).
Bella mail densa e succosa. Grazie.
Il problema della trasmissione è arduo da capire, ancor più arduo trasmettere senza alterare. Si possono
trasmettere solamente le idee che si sono “capite” in modo pratico, è per questo motivo che libri e
teorie servono a poco, e serve poco anche quello che sto facendo in questo momento: spiegare cose
attraverso le parole e per di più scritte. Ci vuole il contatto diretto. Ne parleremo a viva voce. Quello
che puoi cercare di fare, se ti brucia e se brucia alla persona con cui stai parlando, è trasmettere cose
pratiche: la chitarra, il didgeridoo, provare a fare per cinque minuti un gioco nella direzione schiavo-
padrone, etcetera. E’ meglio evitare di parlare degli io sconosciuti per ora.

Hai scritto: “daniela esprime questo : si vive sviluppando delle certezze.di tutte queste via via
,una dopo l'altra ,mentre vengono smentite mi trovo ora senza alcuna
certezza. ho la testa completamente vuota.”
Se è Daniela che dice : “ mi trovo ora senza alcuna certezza:Ho la testa completamente
vuota:” ammesso che sia veramente ed in modo totale come dice, è questo uno stato
altamente auspicabile, l’unico dal quale è possibile partire, fino a che ci sono altre certezze
perché mai si dovrebbe cercare qualcos’altro? Se non sai di essere in prigione perché mai
dovresti cercare di scappare.?
I toltechi non penso possano farle del male, tutt’altro. Nei casi in cui si è incerti, meglio dire il
meno possibile e affidarsi alle parole di qualche maestro.

Hai scritto: “parlando dell'idea dei molti io che vivono in


un'unica mente”…………………bisogna stare attenti a non confondere le cose. Non ti ho mai
detto niente di simile, e non lo troverai scritto da nessuna parte. Non vivono nella mente. O
non solo lì. Personalmente mi sembra di saperne meno di te. La scoperta è scoprire che
sappiamo veramente poco, e non è detto che quello che sappiamo sia vero e giusto. Le
cose sono semplici ma al tempo stesso estremamente complicate ed intricate, le scorciatoie
fanno spesso perdere la strada. Non sto cercando di impedirti di usare la tua testa o cercare
di capire a modo tuo, ti chiedo solo di aver più pazienza, di cominciare a studiare un poco, di
riservarti indagini ed opinioni quando avrai molto più materiale e non solo intellettuale nel
carniere, insomma limitati ad osservare (come se fosse semplice) senza per ora trarre
conclusioni e dire è così, è cosà, ho capito…….quando stavo con lele….. etcetera.
PAZIENZA

Non so a cosa ti riferisci riguardo al fatto che c’è qualcosa del genere all’inizio dell’ir+ra che
abbiamo fatto insieme. Dovresti spiegarmi meglio e farmi ricordare, non ricordo nulla in
questo momento di quell’ir+ra.

Per quello che riguarda il resto della lettera: il ricordarsi, il non dover ricominciare tutto
daccapo, la commozione e l’abbandono,……. siamo in pieno accordo.

Ma veniamo alle cose veramente importanti: ma come, baci a Cinzia e a me niente? Solo
diete, lavoro, compiti, farsi forza….. e la mia schiavetta dov’è? E la mia padrona? Se il tuo
schiavo fosse stato lì mentre facevi lo zaino altro che mal di schiena. Voglio che mi ricordi
mica solo per il “lavoro” ma anche per le mie mani forti che ti sanno toccare , per la mia
pancia che fra un po non avrai più e un po forse la rimpiangerai, per le risate che ogni tanto ti
faccio fare, per le scuole guida , come se poi anche tutte queste cose non facessero parte del
“lavoro”. Io ti ricordo anche per le tue mani, la destra soprattutto , per come cammini, per
come mi sgridi, per come ridi, per come dormi, per come parli, per la cocciutaggine e la
determinazione, per l’innocenza e la sfrontatezza, per l’anarchia e la disciplina e potrei
continuare per non so quante pagine. Mia signora e padrona attenta a te se non mi telefoni
martedì . RISPONDI. E dimmi anche cose dolci e gentili, purchè vere. E’ un ordine. Renzo.

Mia veggente che mi telefoni, cancella l’incipit della mail a proposito di viziata.

11/02/2004 9.00.34
22? che volevi dirmi con ciò?

va bene per tutte le spiegazioni, interessante sarebbe per me che tu dica quali sono le cose che hai
"ammesso" a posteriori. Che si vedano i buchi è un ottimo segno, prima al loro posto c'era ciccia,
lardo grasso sugna carne molle. Che la bicicletta è il tuo mezzo di locomozione per poco probabilmente
vuole dire che rispondi in questo modo alla questione patente. il tuo modo di comunicare contorto e
fumoso mi è utile per allenare il cervello addormentato. quando sarai qui potremo fare escursioni
ciclistiche, alla ricerca di possibili posti di ripresa. prova a vedere se riesci a collegare la telecamera,
ma spiegami meglio cosa vuol dire che ci sono i buchi, ed i cavi che hai vanno bene per quei buchi?
insomma, se non ne capisci trova qualcuno che sia in grado di farti vedere i filmati sullo schermo. Mi
sembra di ricordare che il mio maestro diceva che è impossibile amare gli uomini per chi non ama gli
animali, o qualcosa del genere. l'hai fatta una ripresa di Nio? mi son dimenticato di dirti che con la
telecameera se pigi il bottone photo, puoi fare anche delle fotografie. A proposito di vittorio da stamane
so chi è l'uomo che ride. ci sono delle considerazioni molto interessanti sulla castità, ma di tutto questo
potremo parlarne a voce. Mia lady Josiane. Mia regina, madre dei miei sforzi e dei miei pensieri, musa,
cagna adorata, schiava ribelle, adesso ti sgrido e preparati alle punizioni a meno che tu non rimedi: di
nuovo rifai lo stesso errore: a Cinzia mandi baci e a me ciccia come dicono a livorno cioè niente. In
questa nuova e-mail fai di peggio. a proposito di nio dici: lo adoro e subito dopo c'è uno striminzito
renzuccio. ma ti pare bello e soprattutto giusto dopo che hai detto di meritarti le frustate? Sforzati il
cervello ed il sentimento. coccolami che sono fedele e bravo. porca miseria. ?timidezza?, ?paura a
lasciarsi andare? chissà dopo cosa si immagina?
Ordino esigo comando: pensieri amorevoli e lodi purchè veri. se non ce ne sono o non li vuoi esprimere
dillo. stronza. stronza di una schiava e troia.La comprensione che non ha immediati sbocchi nella
pratica è frustrante. gioca con me, siimi complice. ricordati del lupo solitario che in questo momento è
molto affamato. non ti preoccupare se te lo dico o ricordo o ordino io. mi funziona lo stesso, basta che
lo fai. schiava irriconoscente che non apprezzi un cazzo. egoista incosciente. bada a non farmi perdere
la pazienza.
nell'elenco dei 108 purtroppo non è stata inserita una parola fondamentale: PAURA. è un grande
motore. anche ne manca un'altra, intimamente connessa con paura:PUNIZIONE.
come padrona anche vali poco. PENSACI.
detto questo il mio amore per te cresce insieme alla fiducia ed alla stima e spero che tu capisca che
quanto detto prima non è in contraddizzione. gioia mia, intima soddisfazione, pietosa padrona, ragazza
in apparenza flebile che nasconde portentosi coglioni, (questo non è molto poetico ma rende l'idea), ti
ho sognato stanotte, maledizione alle diete che non mi fanno più svegliare tre quattro volte per notte,
che allora i sogni li ricordavo, però so che ti ho sognato ed era bello.
spiegami un po la storia che ti senti a metà: per benino con tutto quello che concerne e che viene in
mente.
Non scrivermi di fretta.
sii telegrafica nelle cose importanti, ma anche ampollosa e carica di particolari quando necessita. usa
più aggettivi.
Ti ORDINO di rileggere quello che scrivi e correggere gli errori. Impara ad usare la
punteggiatura:bestia. Se hai delle critiche falle. Non tralasciare argomenti affrontati. Io cerco di
rispondere a tutto punto per punto. E' un lavoro prezioso. Non dare per scontato:hai a che fare con un
imbecille. Ma quante volte ti devo ricordare che sei più intelligente di me?

Questione tecnica: Apri una pagina di word, salvaci la e-mail o le e-mail, la fotografia mettila in una
cartella, poi cancella dalla posta la mail con la foto. Non è possibile, per quanto ne so, di cancellare
solo la foto salvando lo scritto.

Ora vado a fare la mia girata in bicicletta, grazie a te. non farmi troppo aspettare mia signora, che dai
tuoi scritto pendo e dipendo in questo momento. Renzo

11/02/2004 11.48.06
sono tornato e guarda un po erano le 11 e 22 e il giorno nel caso non ci avessi fatto caso è l'11 del 2.
quindi aperta la mail ho visto che niente messaggi perchè la troia probabilmente dopo una nottata
passata a farsi sbattere da qualcuno se ne sta dormendo o se non se la sta dormendo figuriamoci se va
al computer a vedere se c'è posta, c'è tempo, si può fare più tardi, quando si è lavata e profumata, ha
fatto colazione cacato etcetera il tutto per un totale di due o tre ore.
tornando in bicicletta il pensiero mi è venuto, amore mio, che non ti vorrei tagliata a pezzetti, che
inutili mi sarebbero, ma squartata, che significa ridotta in quarti. Continuando nel pedalare e nella mia
fantasticheria "guidata" (importante capire in questo caso perchè le virgolette" pensavo di squartarti
cos^: la testa, il torace fino all'attaccatura delle cosce, gamba sinistra e gamba destra. La testa la
poggerei sul cazzo dritto e finalmente avrei la tua bocca che lo succhia come si deve, il torso lo userei
in due modi, uno: usando le natiche sode e tornite come poggiatesta; utilizzando i due orifizi, nel caso ti
domandassi quali:anale e cosale, nel momento in cui stanco fossi di farmi spompinare, le gambe me le
terrei lungo il corpo, una per lato, per massaggiarti cosce polpacci e piedi mentre godo. ti piace? riesci
ad immaginarlo?
Prima di pensare a questo, anzi, probabilmente quello che ha portato a pensare a quanto sopra era:
viviana dovrebbe imparare l'esercizio di dire o scrivere tutto quel che passa per la capa (non reza) così
come è e come viene, qualsiasi cosa sia. in questo caso, anche dovesse trattarsi di paranoie, non è
esprimere emozioni negative, anzi nella mia comprensione, è "liberarsi" dalle stesse. Nella mia
comprensione significa che questo è lo sviluppo "mio" di certe idee.
Con te, mia stimata padrona e a volte raramente docile schiava, posso farlo liberamente, unica al
mondo, mi auguro che l'apprezzi e che capisca e che cominci sul serio a farmi parte della tua vita
segreta non solo delle azioni ma anche dei PENSIERI. Vai a vedere in lolovi@tin.it che ti ci metto a
coronamento una foto. sono io, cioè è lui. croce e delizia. più tempo aspetti ad andare al computer e più
difficile sarà rispondere perchè le cose si accumulano. ora mi fo la doccia mi sbarbo e poi M A N G I
O. (penso un'insalatina) ti amo. Renzo

16.22 dellu pomeriggiu

illuso. hai proprio ragione quando dici che non bisogna avere aspettative. chissà perchè mi ero messo in testa che non dico
al mattino, vista la sveglia faticosa, ma che almeno nel primo pomeriggio mi avresti risposto. a questo punto meglio levarsi
dalla testa l'aspettativa che qualcosa in serata arriverà.
vado a farmi un altro giro in bicicletta.

18/02/2004 20.44.42

nada
24/02/2004 21.38.24
oggi avvisato Roberto delle mie dimissioni.
24/02/2004 22.56.01
non riesco a dormire dopo la fatidica telefonata.(a Viviana, credo che si tratti di quella in cui le ho detto
con voce tragica: STO MALE, aggiunto questa parentesi il 04/03/2004 19.21.57) stato ben interessante,
paura, si ma paura di che? Ho bevuto due bicchierini di grappa, ho un po freddo, mi scappa la cacca e
vado a farla.

04/03/2004 19.22.18

Oggi è il giorno in cui alle 11 circa del mattino ho comunicato a vivi che smetto di mangiare fino a che
non si fa viva (vivi). Sono curioso di vedere cosa succederà. L’ho detto a Cinzia per telefono perché
non sapevo, essendo per errore la lettera inviata a vivi rimasta tra la posta in arrivo con il nome festa di
primavera, se appunto cinzia l’avesse letta- Nel viaggio di ritorno da pontedera, ho pensato che non
scriverò o telefonerò a vivi, e che però cercherò di amarla come più posso, di non indugiare in cattivi
pensieri e bestemmie, di accettare quello che farà serenamente come la cosa più giusta per me, di dirmi
che forse non sa , oppure che se sa ha deciso di farmi digiunare, o qualsiasi altra cosa, ma solo amore.
Tutto questo per ora soprattutto mi incuriosice eccita e diverte. Voglio diventare 70 kili al più presto,
qualsiasi sistema è buono, poi mi preoccuperò di rimanerci. Invece di mangiare bevo grappa, ma non
credo che supererò più di 3 quattrocento calorie al giorno. Cercherò di arginare effetti indesiderati quali
paranoia e nervosismo. Oggi, Roberto con geraci mi hanno cambiato il monologo, sono stato bravo, mi
sembra, accettando senza discutere e cercando di fare del mio meglio. L’unica decisione che mi sembra
vacillare è se continuare a scrivere a vivi, raccontandole quello che mi succede o se semplicemente
aspettare senza far niente. Per ora ho deciso di aspettare, in seguito si vedrà. In certi momenti mi
auguro che tenga duro a lungo (senza esagerare) così dovrei dimagrire velocemente. Non mi sembra di
avere dubbi che non lo farò, ho un po’ immaginato che fra qualche giorno non avrò forze sufficienti per
lo spettacolo ma per ora è una menata, quando saremo a quel punto vedremo il da farsi.

10/03/2004 10.25.25
Ieri era il giorno del secondo debutto. Dopo lo spettacolo Luisa ha detto se ci sono dei rospi tirateli
fuori, sono stato a lungo a pensare se parlare e poi naturalmente ho parlato. Alla fine in ufficio con
Roberto fino alle una di notte. Dice che il mio modo di fuggire è quello di partecipare superficialmente,
mi do un sacco da fare esteriormente, formalmente, ma non sono veramente lì, identificato, a lavorare
sul serio con gli altri attori, il mio modo di “giustificarmi” è il solito, non sono capace, non sono un
attore. Ha detto che dopo un certo periodo in cui cominciando qualcosa di nuovo c’è entusiasmo, etc,
poi quando le cose diventano difficili, scappo, cambio: ha citato i sei mesi di ebraismo e il fallimento
del tentativo di fuking bus. Non mi sento a mio agio, mi preoccupo per come sarò e per cosa succederà
questasera. Non esageratamente. Il giorno prima elina ed io ci siamo insultati: ebreo, troia.

12/03/2004 14.17.43

è da questa mattina che ogni tanto si affaccia l’idea che tu non arriverai oggi.
12/03/2004 14.45.19 telefona vivi che arriva direttamente a pontedera alle 19.00. no comment.

10/04/2004 22.21.18
che non so più dove sbattere la testa fra pochi secondi sono le 22 e 22 del10/04/2004 22.22.19
e aspetto e aspetto e soffro e non riesco a fare niente divertente, bevo mi asciugo ingrasso mi ammazzo,
che succede cosa mi hai fatto altro che stregato, continuo non so farneticare insieme, tre pozzi fuori
cincischiano non so più scrivere ramazza e cani farsi da parte quando finirà questa sofferenza inutile, il
glabro il gabbo treeossi fottiti, fremiti parlami paraluce deossicino derelitto, fragole a pestare sui tasti
chi detiene il potere che cosa si allunga sopra il mio collo, sfogarsi così, non c’è alcun bene e alcuna
speranza, di illusioni sono piene le fosse, andare a rotoli, farsi prosciugare, almeno si rizzasse,
alòmenom senza protervia, abbandonato il rancore sconfitto prima di cominciare la battaglia, lacrime
amare perché non sgorgano, sentirsi, applaudirsi, corrompersi, infatuazione figlia del sultano, molli le
gambe, basta letteratura, la trofia sta sopra il mobile non abbassa lo sguardo codardo chi sfugge il
giudizio, di chi di che, dio mi ha fatto un regalo, esisti, fatti da parte che cosa hai da dire, fallo subito
non ti tirare indietro non fuggire esprimi la rabbia e lo sconcerto, indignati, fatti castrare, la paura negli
occhi dei pacifisti giapponesi catturati in iraq, , quelli che stanno lì coi coltelli sopra i colli,
Viviana
Pazzo
Non spaventarti
Ho bevuto assai
Non so più che fare
Letteratura
Nessuna verità
Menzogne
Lacerto
Sconvolto
Folto il grumo
Sangue rappreso
Scrivo
Che ci sto a fare qui
Dove sei
N’essun conforto
Perché
Perché
Perché
Incomprensione
Santo meditabondo senza potere alcuno.
Prevale il senso dello sconcerto
Per fortuna che c’è un’altra bottiglia
La paura di alcoolizzarsi è relativa alla paura di morire
Ego vattene
Vade retro
Vado a bermi un bicchiere tenendomi la paura di ingrassare
Qual è il mio compito, ma ho poi un compito?
Non ho paura di diventare povero, è vero?
L’analisi spietata si fa per dire a chi appartiene?
Chi dice chi e dice cosa?
Qualcuno la fuori è in grado di seguire?
Il film si fa o non si fa?
La debolezza si può superare e sconfiggere?
Roberto è furbo o scemo?
C’è qualcuno che mi ama e non prende i fiaschi per i fischi?
Finiranno le domande?
Voglio forse essere famoso?
E la ricchezza mi interessa?
Sono preoccupato del calo di energia?
Sono ubriaco in questo momento?
Chi agisce attraverso di me?
Serve a qualcosa tutto ciò?
E mentre mi domando queste questioni Viviana, silvia, Francesca, che sta facendo?
Gli frega un pur minimo baffo di me? E a me che a lei freghi di un minimo baffo di me perché mai
dovrebbe importarmi?
Come lasciare? Come abbandonare? Come in silenzio stare? Ma chi l’ha detto? Ma chi?
A che livello sono? Cosa credo?
Non ce la faccio più? Ma davvero?
Mi sono stufato di fare le domande ma non ho constatazioni
Sicuro di niente
Potrebbe essere il testo di una canzone
Al diavolo le rime
Me ne sbatto
Paure nessuna
C’è qualcuno li fuori in sintonia
Che ci sto a fare
Anticamera del suicidio
Porci con le ali l’hanno gia scritto
Non sono capace di tacere
C’è un tarlo che mi rode dentro
Non giudicare
Mi vado a fare un altro bicchiere
Attento però a non esagerare a non arrivare al punto in cui poi starai male
L’unica cosa che sembra interessarmi è continuare
Allora aspetto nel dubbio ad andare a bere
Questo stato può bastare
E Viviana di nuovo appare
Non me la posso togliere dalla mente perchè
Posso togliermela dalla mente
In che sogno sono
Contento di non scrivere più i punti di domanda
Quello che c’è
Letterariamente mi piace
Quello che c’è
Solamente quello che c’è
Quello che c’è un senso ce l’ha
C’è
Ottundere il giudizio
Fare
Non fare
Osservare
Chi
Torna il pensiero di Viviana
Non ho più voglia di giocare
Sono stanco
Ho energia dell’alcool
Ma sono stanco
Non voglio più nascondermi
Vorrei tanto piangere ma non ci riesco
Non mi viene l’autocompassione
Mi scappa la cacca e vado a farla
Forse berrò un altro bicchiere
Poeti maledetti

Questo è quello che c’è, VIVIANA, quello che c’è in questo momento,
non mi domando cosa vuole dire, non lo rileggo, non penso che è interessante o bello o brutto. È quello
che è uscito, che tu ci stia o non ci stia che risponda o non risponda, che ti senta offesa o meno, che
voglia continuare o lasciare, che voglia forse darla col corpo ma non con la testa o viceversa o nessuno
dei due o tutti e due, ma che importanza ha,
che tu risponda o non risponda
che faccia il film o no
fra poco sarò morto, fra poco non ci sarò più
neanche questo riesce ad aprire le lacrime
forse non ti vedrò mai più
neanche questo riesce ad aprire le lacrime
solo tu puoi aprire le lacrime, non so perché è così ma è così, solo il pensiero di te che mi consoli o mi
capisca apre la porta del sentimento e allora non capisco perché ti neghi
perché tutta questa sofferenza
ecco le lacrime finalmente sono venute
come una liberazione
come un sollievo
come una spugna che monda e cancella
come un essere assolti,
ma si sono già fermate perché mi invento tutto io e tu probabilmente sei in qualche bar e non hai il
minimo pensiero per me
ma non ne sono sicuro
sono così insicuro
PERCHE’ MI HAI MOLLATO

18/04/2004 11.52.17

mi è arrivato di scaricare da inetrnet una realtà separata e altri scritti. Tra cui:

There is no need for us to say anything about others. There is no need for you or for me to regard
other's actions in our thoughts one way or another. The worst thing we can do is to force people to
agree with us. I mean that we shouldn't try to impose our will when people don't behave the way we
want them to. The worst thing one can do is to confront human beings bluntly. A warrior proceeds
strategically. If one wants to stop our fellow men one must always be outside the circle that presses
them. That way one can always direct the pressure.

Questo brano è arrivato alla mia domanda come comportarmi con vivi dopo che sia la sera che ancor
più la mattina le ho fatto delle menate aggreessive sul suo modo di guidare ed altre cose. Gliel’ho
detto, però ho aggiunto di stare attenta a non buttare via il bambino con l’acqua sporca, (non sono
completamente sicuro di questo), stamani andando al parco, dopo essermi svegliato con la canzone
della verità, c’era un merlo nella siepe che si mangiava un verme vivo a pezzetti, poi sono stato sulla
panchina e c’era un bel dialogo interiore su tutto quello di sbagliato e di male che c’è in vivi, sa tratti
cercavo di arrestarlo, poi mi sono detto che la mia strada non è quella dello stregone, che devo capire,
etcetera, e che se non si levano sentimenti negativi posso pensare alle cose, mi immaginavo anche di
dirle che se non accetta le mie condizioni e metodo di lavoro (braccialetto) meglio smettere ed aspettare
che si decida, eccetera, il pensiero finale che vivi mi è utile proprio perché è così come è, perché mi
spiazza, mi fa incazzare terribilmente, ma è proprio questo che mi deve essere caro e utile.
Un’argomentazione contro lo stregone e che anche lui cerca di cambiare gli altri. Un’altra è che non si
capisce perché è sbagliato applicare la volontà per smettere di mangiare o fumare e invece bisogna
applicarla ad impedire il dialogo interiore: Di questo non sono sicuro, è qualcosa di interessante da
capire e sviluppare. La ragazza tientela ben stretta che molto utile è così come è. Certo che se si
riuscisse anche a lavorare un poco. Ho trovato subito una bella crema da negro per l’uccello, che bello,
non sto più nella pelle anzi nelle palle. Suono molto la chitarra, quello scritto che vivi legge di
stanislawski nel filmato mi ha colpito: sugli attori che cercano approvazione dai prpri compagni di
lavoro e dal pubblico. Grazie Viviana. Gli scritti son cosa morta che può diventare viva. Mi intriga
questo fatto che sostiene di non “pensare” e che c’è poco dialogo interiore. Comunque l’idea
dell’approvazione mi sta aiutando a suonare e scrivere e “creare” sbattendomene un poco, grazie anche
allo stregone e al discorso che ci prendiamo e sentiamo come persone molto importanti.

20/04/2004 8.25.17

Ieri è stata la giornata di Serena. Che ha visto i colori mentre la “massaggiavo”.


Oggi mi sono svegliato con l’idea che le cose non possono rimanere a lungo allo stesso livello, quel che
non migliora peggiora.

28/04/2004 15.45.37 Oggi è cominciata la giornata del no. No a Viviana che mi chiedeva di
accompagnarla alla coop con serena. No a cinzia che voleva che andassi da dibatte. No alla rumena al
semaforo. No a felice che voleva riprese del suo nuovo spettacolo. Ho anche deciso, perché così ha
decretato la moneta, di andarmene da pontedera senza dire nulla a Viviana. Se telefonerà si vedrà, e se
non telefonerà vediamo se e quanto resisto. Il 22 di questo mese è stato il giorno del lunapark, dei
gattini, della leccata del piede e del vomito. Poi, non ricordo se il giorno stesso, ci sono stati momenti
di apertura, il lunapark è venuto dopo alcune ore in cui dicevo a vivi tutto quello che avevo sul gozzo,
in seguito c’è stata la realizzazione della mia pedanteria e pesantezza, qualche ora in cui ero a mio
“agio” non pensavo, agivo così come sentivo. E’ finito troppo presto. C’è stata la vivi indisponente, il
foglio rosa, la dimenticanza degli auguri al babbo, il fatto di non essere capace di sorridere, il dirmi
vengo io da te dopo eccetera. Ora, 28/04/2004 15.52.28 sono a casa e mi bevo la cachassa. E aspetto
più o meno tranquillamente di vedere cosa succederà.

06/05/2004 13.14.32

Nada

21/05/2004 9.07.35
Ieri ultimo spettacolo a Firenze. Conversazione con 21enne presentata da giordano. Lasciatagli la mail.
Troncato con Rubens, il pianto di elena. Roberto che dice : ciao renzo e rimane senza risposta.
Stamattina comincia la festa di primavera. Ieri daria mi ha chiesto il numero di bichisao, le ho detto di
salutarmela, poi mi ha detto che me l’ha salutata ma che dormiva ed era confusa. Viene a pontedera
questa sera. 4 giorni fa al mio oroscopo in televisione con vergine al primo posto hanno detto che
sabato o domenica potrebbe riallacciarsi un rapporto interrotto: staremo a vedere.
02/07/2004 14.23.00

Qualche giorno fa cinzia ha acceso il forno ed è saltata la luce e con la luce è partito l’hard disk esterno
con i film, i file di win mix, lo scambio mail con Viviana, eccetera. Forse è un bene. Sto accantonando
il film e mi do da fare con BIAB

11/08/2004 18.03.56
Al lavoro alle prese con il fatto di voler scrivere dei testi su homo televisivus ed arenarsi perché c’è
grillo, un po’ come se fo nel senso di dario rompesse i ciglioni. Desiderio di fare qualcosa di “nuovo” e
mi viene più spesso in mente di “propagare” come le capisco idee gurdjeffiane. Che so, sulla guerra
come causata da influenze interplanetarie. Mah??? Caldo opprimente anche con il ventilatore acceso mi
brucia la faccia, whiskey con molto ghiaccio. Ingrasso a vista d’occhio e sembra che me ne sbatto.
Preparare il microfono per sabribne che mi legga un pezzo del faust che di specchio magico parla. Sto
perdendo il mio tempo? Ma cosa vuol dire? Che penso? Dov’è la morale? Xche fare? Spettacoli? Punti
interrogativi a iosa. Cosa fare da grande. Non annoiarsi. Perché simone beve? Ma son poi sicuro che
beve molto? Quale la differenza tra padre figlio e nonno? Si ereditano certe problematiche

13/08/2004 9.37.41

Ritrovato nella notte di ieri sera lo spirito iniziale irpiùraino che dona quel senso di libertà consapevole
che posso scrivere tutto e come mi pare cambiare argomento non mettereilverbo tuttoattaccato con gli
errori di ortografia pensando a quella volta che mia zia osservando perdendomi ritrovando senza
ritornare favorendo l’uccello valutando approfonditamente in maniera superficiale non permettendo
alla mente di farmi preoccupare se una delle precedenti parole indovina quale si scrive con la i o no
mettendo il soggetto prima o dopo il verbo non mettendo il verbo annullando l’importanza delle regole
e attaccandosi come un mitilo alla roccia per altre, sesso,
carissim +: a (o) e (o) o (o) i ,
canzoni

05/01/2005 12.37.59

Tutto originale farina del mio cazzo


Ricordati di guardare un ir+ra che sopra viaggia in altra direzione abbinare i due è cosa sana e giusta.

Tutto regolare
Farina del mio cazzo
Quando mi stufo passo ad altro
Me ne frego della metrica
Vado bene così

01/02/2005 18.14.52

Oh quanto tempo che genuino nell’ir più ra non sono, mi manca la velocità della scrittura senza pensare
lasciando semplice,mente scorrere e accettando riconoscente che semplicemente da virgola sia diviso
ad indicare la solita mente che mente,e con le virgole le interpuzioni sti due maroni che hanno fretta
nella disdetta , macchè disdetta, nella fortuna, nella luna, a patrona mia se ne ita, solo me lassasti e
c’aggiu a fari senza denari senza passiuni coi gambi molli su li terreni, chiagni na vita da disperatu n
freta fretta debbiu sapiri quantu t’avanza anzi a muriri, quantu t’arresta da mani a sira, na canzuncella a
mezzavoci, sussurri e grida citazio felix androcchia super scazzandimolt.
C’era nu guaglione bello assai, di veramente gentile aspetto, kind, wusmacht aber frei? Con il punto,
avendosi ritrattato nell’antro non si pareva stupito ergo argomentava si faceva lilliput in un batter di
frenologia supina tanto quanto non separandosi si sfotteva lambendosi il vello, mano scianca arresta
trippa alla spada non servo ne tempra tanto si accascia e svelenito col sudore rosso che ottenebra, con la
barba impiastricciata la camicia levata, la sferza che colpa non ha e i brandelli del suo sputato senza
rinsavire rinverdisce all’ombra di quelli che ancora si domandano che ci stanno a fare

Bum bum spara lu cannone


Bum bum tregua non ne do
Bum bum tutti morti li turchi
Bum me ne andrò presto per quella stradina
Bum bum presto morirò su quella chiavica
In fretta in fretta ancora più in fretta
Il ministro delle logge d’oro un palmo più su o più giu
Baronie latifondi, profondi malessere i granchi
Giudicare il fiume in piena senza arrestarlo con gli argini del buon senso
Senza spavento
Senza giudicare travolti e ansimanti sbuffanti latranti come iene e come cani ammaestrati
Nel gorgo supini ma non riflessivi proni battibalena batti fatti parte del se stesso , ombra maledicente
ratatatataplastica. Punto.

Così è se gli pare a mezzo fusto col mezzo uomo, cerca di entrare nel porto, si butta a mare maschera e
pinne
Fa di ogni erba un covone, si arrabbia contro i contadini
Non ne vuole sapere di partire
Si lascia andare
Cola a picco senza gorgoglio
Nella mischia il primo
Col catenaccio in mano sinistra, sinistro nell’aspetto
Cerca le parole, con cura con affetto le affetta
Maitriser, savoir du con sans un regard
Flatulence molle, sur une rivierè asciutte, bonta papal palpabile
Indefessamente cercando nel calor rosso vivace della mischia conquista svelle accede rompe irrompe
conquista sulfimigi a Parigi
Sbotta si sgretola arranca insegue e viene raggiunto si lamenta senza soffrire e colpoferire, martoriato
angustiato ostiato impaludato temuto tiranneggiato
Sollazzato arrestato sdilinquito superbo erto aperto ed esperto ritorto storto
Nella cambusa dei marinai a passi pii senza candela con la vescica del maiale a man morta
Felice di pregustare sapendo del poco tempo
S’ingolfa di panini imburrati, senza pietà trangugia l’un dopo l’altro
Maniscalco non ha si fa da parte con lena fa i capricci lenisce col flit e le pillole di nascosto
Nel caffè a volte nel te rimbambito con la testa sbarloca imbriagata tontonando i ciapa su la strada
Quanto tempo che non ti canto, ti ho dimenticata per fortuna ritorni
FulmibnaDI DA UN SACO DE TEMPESTA L’ERBA DEI PRE L’è GIA MO FIORIDA BRUSA LE
VIGNE DE LA MALATTIA CHE NON LASSA I VILANI MAI DE PESTA
ADESSO TI CERCO IN INTERNET

Trovata ALLELUIA

poesia di Berto Barbarani


Fulminadi da un fraco de tempesta,
l’erba dei prè par ‘na metà passìa
brusà le vigne de la malatia
che no lassa i vilani mai de pèsta ;

ipotecado tuto quel che resta,


col formento che val ‘na carestia,
ogni paese el g’à la so angonia
e le fameie un pelagroso a testa !

Crepà la vaca che dasea el formaio,


morta la dona a partor ‘na fiola,
protestà le cambiale del notaio,

una festa, seradi a l’ostaria,


co un gran pugno batù sora la tola :
“ Porca Italia ” i bastiema : “ andremo via ! ”

E i se conta in fra tuti. – In quanti sio ?


- Apena diese, che pol far strapasso ;
el resto done co i putini in brasso,
el resto, veci e puteleti a drio.

Ma a star qua, no se magna no, par dio,


bisognerà pur farlo sto gran passo,
se l’inverno el ne capita col giasso,
pori nualtri, el ghe ne fa un desìo !

Drento l’Otobre, carghi de fagoti,


dopo aver dito a mal de tuti i siori,
dopo aver fusilà tri quatro goti ;

co la testa sbarlota, imbriagada,


i se da du struconi in tra de lori,
e tontonando i ciapa su la strada !

Berto Barbarani

La sirena
1955
Testo di Dario Fo - Musica di Fiorenzo Carpi

Sentì come la vusa la sirena


vardì cum'è che curen i pulé
van tucc in curs Sempiun
pres de l'Arena
perché in curs Sempiun
gh'è el me belé.
El me belé se ciama Nin Barbisa
l'è el pu se drito che gh'è sui bastion
l'è lu che l'ha fa fora el cap di ghisa
l'è lu che svuota i treni a la stasiun
l'è lu che svuota i merci a la Bovisa.
Stanot l'è anda a durmì da la sua mama
in via Tassio Primo al ventidu
l'avevi truvà in cà cu n'a putana
i avevi sbatu föra tute e do.
G'han fai una spiada stamatina
el sarà stai qual giuda rucheté
l'è stai cume dagh fogh a la benzina
la piasa l'era piena de pulé.
Quand sun rivada mi l'era per tera
me l'even butà là cumpagn d'un sac
i occ ieren fis ne la scighera
me l'even cupat el me malnat.
Ghe sunt andà visin al me barbisa
gu dervì föra la camisa
gu netà el sang cun l'acqua
e cunt un strasc
gu serà i öcc e metù in crusa i brasc.
Sentì cume la vusa la sirena...

Conosco un cowboy laggiù nel far west che corre a cavallo


dall'ovest all'est. Pistole non ha, fucili non ha, ma un soldo di
cacio di rara bontà. Sapete con che combatte i sioux? col
valzer del zum-pappa-zùm!"

Enzo del Re
Mi piace tanto il traffico
(da MTM, come rendere musicale e quasi dilettevole, tutto cio' che a prima vista sembra sofferenza e fatica -del
Collettivo Nuova Scena). Unico accompagnamento il battito ritmico uniformemente accelerato sul sedile di una
sedia in legno.

Prima avevo la bicicletta,


poi ho comprato una lambretta,
ora la macchina Cinquecento
quando guido sono contento.
Mi piace tanto il traffico,
mi piacciono i semafori
per questo sono andato
alla catena in fabbrica:
la' c'e' un semaforo
tutto per me!
Quando e' rosso poso il pezzo,
quando e' verde il mio vicino
prende il pezzo con la mano
ritmo ritmo verde rosso.
Verde e rosso prendi il pezzo
Non conosco il mio vicino
non lo vedo neanche in faccia.
Ci tocchiamo con le braccia
Non importa quel che conta e'
Ritmo ritmo prendi il pezzo
Verde e rosso- verde rosso.
Come e'bella la catena,
senza freni la catena.
Ritmo ritmo verde e rosso
Anche tutti i miei compagni
Ritmo ritmo verde e rosso
Ritmo ritmo verde e rosso

Ho telefonato a Policarpo lanzi

02/02/2005 10.36.02 Visto alla 25 ora Roma A.D. 999 di per la fandango, dice girato con
telecamere di diverso formato e anche in 35 mm. Lo strano che non ho visto la differenza di qualità tra
i vari formati: domandare a steve della casa ed al regista. Era finanziato da un gruppo francese (si
possono avere informazioni?) Come si fa a farsi finanziare, ricercare.

Addormentato sulla poltrona, mi sono svegliato con un dolore alla nuca, sognavo di essere in un gruppo
politico, cercavo in continuazione di prendere la parola ma venivo sempre preceduto, c’era una specie
di manifestazione per strada, si parlava di iraq, io immaginavo quello che avrei detto ma quando
cercavo di prendere la parola venivo preceduto, alla fine parla con molta foga una ragazza, io pensavo
di dire cose del tipo, sono un vecchio marxista leninista e anche se nessuno ci crede più il discorso è
ancora valido che nel problema della guerra sempre di lotta di classe si tratta, ecc, finalmente quando
sto per prendere la parola, la ragazza che in realtà pensavo di appoggiare, viene attaccata politicamente
dai miei compagni, ecco ora tocca a me parlare e non lo voglio piùfare perché contraddirei i miei
compagni, sensazione brutta, mi sveglio.

A letto ho sognato di un maestro di cui ero allievo con altri che aveva metodi particolari di
insegnamento, c’è qualcosa collegato coi suoni della bocca ma non ricordo più, mi ricordo della
meditazione, del fatto di essere in tensione, del sudore che lui mi fa notare che ho sulla testa, ci diamo
un piccolo bacio sulla bocca e ho l’impressione che “da me “ lui si ritragga. Poi c’è un’aquila su un
palo, il maestro gli spara con mio stupore con la pistola, l’aquila vola piano verso di noi, lui sembra
colpirla più volte, ma alla fine l’aquila si allontana.
21/06/2005 19.44.39

21 giugno 2005 alle ore 19,37, dopo la bellezza di 51 anni ho ritrovato conosco un cowboy.
Trovare un bambino biondo sui 5 anni che la impari e la canti.
24/06/2005 10.40.56
Il giorno 22 arriva in giardino silvia: vuoi fare l’attrice? Si. Abbiamo preso appuntamento per il mattino
seguente alle sei. E’ arrivata puntuale. Sono contento. Buon lavoro svolto. La sera arriva la notizia che
ha avuto un incidente in motorino e la stanno operando al fegato. Non so altro:

30/06/2005 9.43.41

Meno grave di quel che poteva sembrare. Al telefono quando le chiedo se la posso andare a filmare in
ospedale, nicchia. Stasera alle 18,20 arriva Francesco. Evviva.
Sognato di teatro, di lotta di maghi, io ero perdente alla fine ma soddisfatto, entravo con una spada
flessibile nascosta in un ramo arboreo, idea di scrivere partendo da QUELLO CHE SI VEDE NEI
FILMATI. Ritorna l’idea del tipo in grado di bloccare le comunicazioni. Cosa succederebbe se
all’improvviso niente più telefoni, radio, televisione?

01/07/2005 14.55.24

Ieri con Francesco al porto. Stamane comprensione: fare canzoni e film su temi specifici: se un
uomo non sa di essere in prigione perché mai dovrebbe cercar di scappare? Naassè ve nisma:
come tradurre esattamente….. insomma, prendere delle idee del “lavoro” che però ho proprio
attraverso la pratica “capito” e trasformarle in immagini e o canzoni. Idea di non fare
preoccupare i genitori, essere astuti. Prima capisci che non sai un cazzo e meglio è. Eccetera.
Cercarle anche nei libri. Come tradurre in immagini la legge del tre e del 7? Pesce grande mangia pesce
piccolo. Ti ricordi di corri corri gazzella? Differenti paesi, differenti tempi: differenti costumi morali.
Ciò che in arabia è “santo” in occidente è considerato sbagliato e immorale: poligamia-monogamia.
Meglio gli allievi “maschi”? E’ da verificare, anche perché la nuova Silvia mi è stata “tolta” in un
battibaleno. Dire nel film che con Viviana è andata male perché c’era il sesso di mezzo. Frasi e
pensieri di Francesco: quella sulla natura e quella di Osho ed il pensiero indiano.

Discussione con Francesco sul perché è più facile con gli estranei piuttosto che con Micol ed i miei
figli in genere: coi figli non è possibile?

Le droghe ed il processo creativo.

Dove e chi:
02/07/2005 12.15.31

Francesco se la dorme, peggio per lui ma purtroppo anche peggio per me. Ir+ra ritorna, se si ammoscia
cantando che succede piangendo dedichiamo la giornata alla scrittura, meglio sarebbe alla frittura, la
voglia di acqua gelata dopo il piccante , che benedizioni mi devo aspettare? Ci sarà qualcuno che mi
vuole bene, nessuno mi ama, qualcuno potrebbe pensare e l’illusione dove la lasci, ti zampetta un
suono a note calde, ti mangi le cialde, non ti giudichi, te ne freghi, ai careggi, dentro le urne, sul tavolo
del moro, faCENDO PRECIPiTARE L’INSULINA, CARTINE DI TORNASOLE SVAMPITE, CON I
RICHIAMO SUSSURRATI, CI SONO GUERRIERI CHE GIRANO INFEROCITI NELLE TERRE
ASSOLATE, LE SUOLE DELLE SCARPE SI SONO CONSUMATE PER IL GRAN CAMMINARE
ALLA RICERCA DI QUELLO CHE SERVE AL PADRE, IL FIGLIO, POVERELLO, DI QUALITà
INTRINSECHE NE HA POCHE, SI ADOPERA, SI, QUESTO è INNEGABILE, FA QUELLO CHE
Può, NON POTREBBE FARE MEGLIO, NON è COLPA SUA, SI SFORZA, RISULTATI…LASCIO
DECIDERE A CHI VUOLE E Può FARLO. Un ramarro è verde e bruno. La lucertola. Il mesto
ritorno. La dieresi, la punteggiatura, la virgolettatura, la puntoesclamatura. Nice word. Adesso mi vado
a sdraiare anche se mi da noia da sdraiato il pompon che ho sul capo.

28/11/2005 12.56.30

Sognato di sergio zagaglia fidanzato che era più bello di quello che in raltà è. Tutto questo dopo aver
ieri visto aspettando godot che piaciuto assai mi è. Aspettando la risposta di nina ciccone altro che
aspettando godot, da capire se l’attesa di questo piuttosto che di quello cambi qualcosa. Desiderio di
produrre qualcosa di artistico che ogni tanto fa capolino. Subito ricacciato dai problemi o visti come
tali, anche se non lo sono. Mentir sotto mentite spoglie.
E adesso che succede perché mai si mette a dividere le parole e distanziarle come pare e piace a lui.

Vado a-vanti scalzando il mettere data ed ora.


07/05/2006 17.27.02
Sfatato subito.
03/08/2006 22.42.52
Risfatato. La sera prima di effetto Venezia. Ricominciare tutti i giorni una mezz’ora almeno di ir+ra.
Con le lettere belle grandi che si vede e non mi debbo sforzare la vista. Se pensi si blocca tutto. Mi sto
proprio rincoglionendo qui se non succede qualcosa
26/12/2006 23.23.55 pulito il disco c del computer gianni e romy a livorno regalato obbiettivo e 1000
euro
07/05/2007 21.27.49
ha telefonato sergio tre minuti fa dicendo che cinque minuti fa è morta la mamma.

28/04/2010 10.18.58

E’ un bel giorno per ricominciare.


Quasi 3 anni dalla notizia della morte di mia madre.

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