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Storia e Istituzioni dell’Africa – A.A. 2021-2022 – Appunti di E.

Del Giovane

Lezione 1 – 31 gennaio
Introduzione
La prof Pall. si occupa di Africa orientale-swaiili (Kenya e Tanzania)
Lezioni frontali, discussioni
Letture per approfondire: articolo scritto dalla Pall. (lezione 3 SOL) + 4 articoli a piacere tra quelli
forniti su SOL

Modulo 1 (6 cfu)
• periodo coloniale
• colonial encounter
• colonialismo dal punto di vista dei colonizzati
• impatto del colonialismo, trasformazioni e risposte di ciascuna società (resistenza del primo
periodo, armata o politica; poi adattamento, collaborazione, addirittura partecipazione
nell’amministrazione)
• Approccio tematico
• Sartre  il colonialismo è un boomerang che colpisce l’Europa di ritorno (normalizzazione
della violenza e nazifascismo, migranti, Black Lives Matter)
• Colonizzatori spinti da motivazioni morali di civilizzazione, che ne nascondono di ben più
economiche
• Il mito del baratto  l’Africa aveva monete precoloniali, eppure il mito del selvaggio
plasma l’immagine dell’economia africana
• Lingue dei colonizzati e dei colonizzatori, influenze e divergenze, oralità e scrittura
(traduzione della Bibbia per la catechesi da parte dei missionari protestanti)

Genere del colonialismo


• I colonizzatori sono uomini, che spesso si accompagnano a donne native in matrimoni
regolamentati dallo statuto coloniale  Problema dei “meticci”, sfidanti la teoria della
razza.
• white privilege, black peril  spazi geografici separati all’interno delle colonie, per evitare
assalti sessuali.
• Colonialismo intimo  controllo della sessualità delle native, prostituzione coloniale

LEZIONE 2 – 2 febbraio 2022


Perché l’Europa colonizza l’Africa?

Vecchio Imperialismo (1400-1700)


• Conquista delle Americhe da parte di Spagna e Portogallo, poi GB, Francia, Olanda ecc.
• Solo coste, niente interno; pochi coloni  interesse commerciale
• Depredare e prendere ciò che in Europa non c’è
• Vascello, cannone e moschetto
Nuovo Imperialismo (1800-1960)
• Italia, Germania e Belgio entrano nella rosa dei colonizzatori
• Molti coloni che si inoltrano anche nell’entroterra, intrattenendo rapporti con i nativi
interesse politico
• Prendere materie prime per la produzione industriale europea
• Mitragliatrice, battello a vapore, telegrafo

Ci interessa il nuovo imperialismo: dal depredare le materie prime a fondare nuovi stati e tracciare
nuovi confini. Tutti Stati di colonizzatori, tranne:
• Liberia: colonia di schiavi liberati sotto protettorato USA
• Etiopia: due volte resasi indipendente dal colonialismo italiano, la seconda occupazione
(fascista) destò clamore in tutta Europa (Etiopia stato membro della società delle nazioni)

Cecil Rhodes, imprenditore petrolifero  incarna lo spirito del colonizzatore, che vuole annettere e
sfruttare tutto (anche i pianeti, se potesse)

Perché colonizzare l’Africa?


• Scuola marxista: espansione del capitalismo organizzato
• Espansione nazionalistica (affermazione di nuovi stati, che devono aumentare il loro
prestigio), esclusività di certi punti strategici (es. Suez, Città del Capo, Corno d’Africa)
allargamento dei mercati, esportazione di conflitti

Necessario esplorare l’interno sconosciuto del continente, a cercare risorse (oro, avorio, rame,
terreni da coltivare): Livingstone, Stanley sul Congo, ecc.
Valentin Mudimbe  invenzione dell’Africa, biblioteca coloniale
Conquista violenta: nativi più numerosi, con conoscenza del territorio, ma male armati (fucili
europei ma obsoleti), contro le nuove mitragliatrici europee.
Chinino contro la malaria  gli europei possono andare dalle coste all’interno senza essere
decimati dalla malattia.

Giustificazione morale alla colonizzazione  Il razzismo pseudoscientifico dell’800 vede i nativi


selvaggi e pagani, civilizzarli è un compito degli europei (Il “fardello dell’uomo bianco”)

Robinson-Gallager, Africa and the Victorians


• cambiamento relazioni tra Africa ed Europa, tra primo e secondo colonialismo
• 1807: La GB interrompe la tratta degli schiavi
• 1837: La GB abolisce la schiavitù nell’impero
• passaggio al commercio “legittimo”  merci agricole come l’olio di palma
(come lubrificante per i macchinari), le arachidi ecc.
• Necessario un controllo politico  collaborazione di governi indigeni

Congresso di Berlino (1884)


• Costituzione delle regole comuni per occupare l’Africa
• Ovviamente nessun rappresentante nativo
• Principio di effettività: un paese europeo può dichiarare propria una colonia solo di fronte ad
un’effettiva amministrazione sul posto, tramite trattati con i nativi e bandiere piantate da
rappresentanti.
• Scramble for Africa: si corre ad avere una postazione strategica, seppur piccola, in ogni zona
del continente.
• Confini tracciati a tavolino, senza tenere conto di culture e popoli locali, che vengono divisi
e raggruppati senza un criterio che non sia il ritorno politico-economico europeo.
Dalla schiavitù al lavoro salariato  non troppo diversi, l’abolizione della schiavitù da parte delle
grandi potenze rimane in molti casi un atto di facciata: governi locali corrotti coprono i
colonizzatori schiavisti, la retribuzione è scarsa.

LEZIONE 3 – 3 febbraio
Studi sul colonialismo in Africa
Hegel e l’Africa senza storia  terra statica, di selvaggi, oro e infanzia del mondo
Roper  esiste solo la storia degli europei in Africa, il resto è oscurità o irrilevanza

Periodo coloniale (1800-1960)


• Teorie razziali
• Fonti storiche solo scritte  a parte il nord islamizzato e l’Etiopia cristiana, il resto
dell’Africa è caratterizzato da agrafia, cultura orale (tramandata dalla figura del griot) quindi
quasi mai tenuto in conto dall’europeo come segni di civiltà.
• Civilizational model  modello europeo di storia fatta dalle civiltà dinamiche, avanzate,
capaci di grandi imprese: l’Africa non ne ha, prima dell’arrivo degli europei
• Africani oggetti e non soggetti della storia  analizzati dall’antropologia, ma non dalla
storia

Critiche all’eurocentrismo
• 1916 – Woodson, afroamericano, fonda il Journal of Negro History, rivista pioniera della
storia degli afroamericani
• 1947 – DuBois, esponente del movimento pan-africano e primo ad usare la storia effettiva
(es. passato dell’Egitto, dell’Etiopia) per dimostrare la capacità dell’Africa di generare
civiltà complesse
• 1974 – Cheick Anta Diop scrive la tesi di dottorato sull’insensatezza della superiorità
europea, dato che è l’Africa ad aver originato l’uomo e la civiltà (altro rimando all’Egitto)

I colonizzati, che studiano nelle università europee, attaccano i colonizzatori con la loro stessa
cultura:
• Franz Fanon, Les Damnés de la terre  casi psichiatrici causati dal colonialismo (es.
militare francese torturava algerini, finì per torturare la sua famiglia)
• Un altro libro (vedi slide)

Sociologia coloniale
1951 – Balandier, La situation coloniale
• Passaggio dall’antropologia alla sociologia
• Urbanizzazione, modernizzazione, industrializzazione hanno modificato l’Africa  inizia
un movimento dopo la staticità storica

Metodi di storia africana


• Anni 60  nascita degli areal studies, ovvero studi per aree, settori del continente, non per
civiltà (assenti) o Stati (tracciati dagli europei)
• Nuove riviste di settore
• Interesse per le fonti orali, di attendibilità storica verificata dal gran numero di individui e
nuclei che raccontano la stessa storia (metodo scientifico-filologico)
• Facoltà europee e medio-orientali di Studi africani (vedi Dar el Salaam)
• Dagli anni 60 si inizia a parlare di spirito nazionale, anticoloniale, si studiano le ribellioni
dei nativi, si studia il passato precoloniale e si cerca di recuperarlo, (Ranger)
• Ade Ajayi  il colonialismo è una piccola parentesi in una storia millenaria, ed è questa che
merita il focus degli storici africani
• Walter Rodney  difficile distaccarsi da una dipendenza politica del colonialismo,
definibile come “evento totalizzante” per l’Africa

Anni 80  studi sul colonialismo


• Impatto del colonialismo
• Colonial encounter: cosa è successo all’incontro tra i due mondi? Chi e come cambia
l’altro?
• History from below, microstoria fatta di documenti sulle classi subalterne, non autrici del
documento stesso (prevalentemente scritto dai bianchi) ma protagonisti
• Nuovo approccio alle fonti orali (es. interviste autobiografiche)

LEZIONE 4 – 7 febbraio 2022


Studi di genere nel colonialismo  il genere genera disparità sociali quanto la razza. Spazi riservati
alla donna, famiglie patriarcali.
Colonialismo, collaborazione tra uomini europei e pochi uomini dell’elité africana (contesto
maschile)

Studi sulla donna africana


60s – studi antropologici
70s – studi geopolitici: iniziativa e resistenza politica femminile (es. eco del 68 in Africa, coscienza
femminista extra-europea)
80s – donne subalterne tra i subalterni (africani)
90s – costruzione del genere nel contesto coloniale (Said, Orientalism e Culture and Empire) 
negoziazione e resistenza post-coloniale.

Scaletta argomento
1 – genere metafora della conquista coloniale
2 – Mogli, madri, concubine  Crossing the color line, costruzione dello spazio coloniale a partire
dalle unioni tra bianchi e donne africane. La linea del colore si sfuma con i meticci, simbolo della
colonia.
3 – Impatto economico del colonialismo sulle donne (es. prostituzione a Nairobi, scuole
prevalentemente maschili.
4 – intimate colonialism – controllo dei corpi femminili, controllo dell’economia (es. Congo belga)

Genere metafora della conquista coloniale


• Porno-tropics tradition  McClintock: conquista coloniale come conquista di un corpo,
erotizzazione dello spazio coloniale (terra vergine, penetrazione di un corpo, America
antropizzata di fronte a Vespucci). Immaginario che fa gola al colonizzatore maschio
• Said: l’Orientalismo si basa sulla contrapposizione tra “noi e loro”. Donna orientale dipinta
come promiscua, misteriosa e tentatrice  giustificazione della conquista sessuale
dell’Africa: dalle testimonianze fotografiche possiamo vedere gli italiani che sessualizzano
la donna africana in maniere impensabili in patria spazio del proibito.

2 – Mogli, madri, concubine


• Impero italiano (1882-1912) e Impero Fascista (1935-1947)
• Colonialismo italiano tra i meglio studiati per il concubinaggio
• Ambiente favorevole: poche donne bianche (dispendioso mantenere una famiglia; donne con
isteria, blocco mestruale e altre scuse furbe di una medicina arretrata…), prestigio del
bianco ribadito dalle teorie sulla razza
• Bianchi problematici per il regime: niente sposati (troppo distratti dalla famiglia, a meno che
non fossero di altro rango) o insabbiati (bianchi che si mescolavano con piacere nella vita
dei nativi)
Madamato come “matrimonio a termine”
• Demoz (popolo ahmara) o Kusar (altopiano tigrino): matrimonio ufficiale a cui il madamato
si ispira: comunione di beni e doveri, dote, riconoscimento e mantenimento dei figli
• Madamato: servitù e concubinaggio, scambio economico non necessario, figli non
riconosciuti. Le donne avevano comunque vantaggio a sposarsi, per avere prestigio di essere
protette di un uomo bianco potente.

LEZIONE 5 – 9 febbraio
Il problema dei meticci  effetto collaterale della logica coloniale: sono cittadini italiani o sudditi
delle colonie?
• Una buona metà dei meticci era adottato dal padre, l’altra era abbandonato agli orfanotrofi
dei missionari
• 1926 – In Italia è introdotta la tassa sul celibato, per cercare di mantenere un buon ricambio
di forza lavoro (Pascoli, La grande proletaria si è mossa): figli meticci mantenuti per
dimostrare allo stato di avere una prole.
• Si arriva a riconoscere come cittadini per ius sanguinis anche i meticci di padre ignoto.
White privileged, black peril
• Going natives/insabbiati  problema degli uomini al confine tra nativi e coloni
• 30s – Concubinaggio condannato, donne native bollate come tentatrici della razza bianca (si
ricordano le leggi razziali del ’37)
• 25-30 – Arrivano le donne bianche  isteria del black peril, la libido degli uomini africani
costituisce un pericolo per la virtù delle donne italiane (lo stupro, spesso falso, era punito
con la morte; anche il solo avvicinarsi alla casa di una donna bianca divenne illegale per i
nativi maschi)
Razza e impero
1935 – Case di tolleranza statali in Etiopia e in Eritrea con prostitute bianche  si cerca di evitare i
residui del madamato
1937 – Leggi razziali  vietati matrimoni misti e riconoscimento dei meticci, che nel 40 diventano
effettivamente sudditi. Propaganda annessa  Faccetta nera diventa Faccetta bianca.
Insabbiamento considerato confusione, malattia mentale.

Colonialismo e studi di genere: Louise White, Il comfort della casa: la prostituzione a Nairobi
• Strumento di guadagno per le donne native: quanto guadagnano? Come spendono i
guadagni? accumulo di capitale
• Al contrario di quanto si pensi, è un vero e proprio strumento di emancipazione femminile
• Sfondo del Kenya inglese  investimenti in una ferrovia da Mombasa (costa) verso
l’interno, per guadagnare sui trasporti costruzione di una stazione di rifornimento su un
altura, quindi senza malaria insediamento bianco che darà origine alla città di Nairobi
Due fasi:
• 1890-1920, watembezi (passeggiatrici, prostitute temporanee);
• 1920-1940, malaya (prostitute di lungo periodo, servizio completo di bagno, camera e
compagnia, il comfort a cui si riferisce il titolo)
Africa non monetizzata, esempio dei Kikuyu precoloniali  non c’è la dote, ma è la famiglia dello
sposo a mettere a disposizione del bestiame per “comprare” la donna e ricevere un terreno
matrimoniale dalla società. Donne e buoi sono la moneta Kikuyu.
1890s - La peste bovina intacca le ricchezze della società Kikuyu: senza buoi, le donne in età da
marito cercano un altro modo di contribuire alle ricchezze familiari  prostituzione in città, che ha
come clienti non tanto i bianchi, bensì i nativi maschi al loro servizio.
Contratti di affitto per 999 anni  terreni concessi ai nobili inglesi non primogeniti (non ereditieri),
che possono tentare la fortuna con il tè e il caffè.
• Conflitto con il sistema famigliare/comunitario dei Kikuyu con il sistema di proprietà
inglesi: nascono le riserve di nativi, naturalmente in zone poco fertili e impervie, dove la
catena di matrimoni e assegnazione delle terre Kikuyu è pressoché limitato e finito.
Anni 20  le malaya iniziano ad aprirsi anche alla popolazione bianca, un intero quartiere di
Nairobi viene acquistato dagli investimenti di queste prostitute: non più donne sussistenti in piena
crisi, ma ribelli contro il sistema africano che le condannerebbe al semplice matrimonio, ai campi,
alla casa. Si convertono all’Islam, che al contrario del Cristianesimo e della religione bantu,
permetteva alle donne il divorzio e la proprietà economica e immobiliare.

LEZIONE 6 – 10 febbraio
Frewini
1 – Agency di Frewini  prima del matrimonio è sottomessa; ribellatasi, cade nello stato di agency
ambigua (passaggio all’età adulta), dato che sembra scegliere gli uomini, ma si mette in dubbio la
propria scelta; dopo la storia con l’italiano torna sottomessa cedendo alle dinamiche postcoloniali
del non riconoscimento delle figlie.
Cerca il controllo della sua vita, ma spesso è trasportata dalle vicende della sua condizione.
Gli italiani investono pochissimo o nulla nell’istruzione della popolazione eritrea.

LEZIONE 7 – 14 febbraio
L’istruzione coloniale è ad appannaggio dei ragazzi. Gli unici che studiano nelle grandi università
europee sono maschi, animatori culturali delle lotte di classe (e di genere) successive. Le ragazze
vengono forzate alla produzione agricola, all’economia domestica, a ciò che l’Europa vede come
buona madre e buona moglie. Studiose  levatrici, ostetriche, domestiche
Colonialismo intimo  controllo dei corpi (Uganda, Congo)
• Favorire la popolazione colonizzata  più forza lavoro
• Timore del calo della popolazione  pregiudizio più che dato effettivo, isteria della
trasmissione della sifilide da parte delle donne native e della loro promiscuità
• Ostetriche statali inviate nei villaggi per assistere le nascite  emarginate perché forestiere,
nessuno si fidava di farsi assistere da quelle europee.
Caso del Katanga  miniere congolesi con lavoratori importati dal resto del Paese, con una
preoccupante bassa natalità. La soluzione trovata prevede delle donne beghe che istruiscono le
donne dei minatori (anni 20):
• premi per chi partoriva presso le cliniche coloniali
• mense beghe e latte artificiale per evitare un allattamento troppo lungo
• monogamia forzata
Si ridusse effettivamente la mortalità infantile, anche se molti controlli erano aggirati (es. allattare i
bambini di notte)
Economia delle monocolture: ogni colonia si specializza in un determinato prodotto (es. Costa
d’Avorio con il cacao, Kenya con il caffè)  retaggio distruttivo per i nuovi Paesi indipendenti, che
mantengono questa dipendenza da monocoltura (Genocidio del Ruanda causato dal crollo del
prezzo del caffè)

COLONIALISMO E VALUTE
Quanto la moneta della colonia influisce sulle politiche coloniali e i loro rapporti con i nativi
Caso 1: Uganda: dai cauri alle monete
Caso 2: Kenya, Rivolta Mau Mau e simbolismo delle monete
Pregiudizi sulla storia monetaria africana
• “evoluzionismo”, dal baratto, alle valute primitive (valuta-merce) al sistema monetario filo-
europeo  prospettiva fasulla, Graeber dice che il baratto necessita invece di una buona
base di valutazione monetaria (c’è sempre un’unità di misura per raggiungere un accordo di
parità)
• Esempio dei Kikuyu e il Mburi  agli occhi dell’osservatore, lo scambio Kikuyu tra
prodotti agricoli e bestiame è un baratto, ma non è così, in quanto viene usata un’unità di
misura, il Mburi (“capra”, ma è una capra immaginaria, il corrispettivo in merci di una
capra).
• “Ritorno al baratto” dopo l’iperinflazione dello Zim Dollar (2008-2009)  Nel 1980
Mugabe* concede i terreni dei vecchi coloni ai veterani della liberazione, che non sapevano
mandare avanti l’economia di monocoltura del tabacco che reggeva il paese; nel 2002 si
stampò moneta per celebrare la vittoria nella guerra del Congo Iperinflazione, la moneta era
inutile e sostituita da monete internazionali
Chidamoyo Hospital: i servizi potevano essere pagati in merce ritorno al baratto per crollo della
moneta controprova all’evoluzionismo.

Valute primitive
Bohannan, Currency Revolution, 1959  tre sfere di scambio non miscibili
• YIAGH (beni di sussistenza, merci agricole)
• SHAGBA (beni di prestigio, metalli, utensili, medicine)
• RIGHTS in WOMEN (Diritti matrimoniali, donne scambiate con altre donne da diversi
villaggi, solo scambi donna-donna, non vengono scambiate con altro)
Rivoluzione o transizione? Guyer, 1995  modello rivoluzionario troppo eurocentrico, il modello
monetario si è sviluppato gradualmente (alcune popolazioni usavano le conchiglie negli anni 70)

LEZIONE 8 – 16 febbraio
Caso 1: Uganda
• colonia britannica, era prima diviso in più regni, tra i quali il più importante era il Buganda,
sulla costa del lago Vittoria, famoso per i tessuti pregiati e le conchiglie cauri di Zanzibar,
Maldive (costa africana dell’oceano indiano) che per ordine del Kabaka Mutesa I diventa
valuta nazionale, sia per i beni, che per le tasse che per la dote della sposa; distribuite come
dono agli invitati alle nozze come simbolo di ricchezza dello sposo
Kiasa (cìassa)  collana di 100 cauri (simbi in lingua uganda) legati da un filo di foglia di banana,
corrispondente al concetto di unità divisa in centesimi
Vantaggi dei cauri: le conchiglie sono durevoli, facilmente contabili e impilabili in collane;
importate dalla costa in scambi (con l’avorio) e viaggi di mesi, quindi LIMITATE; difficilmente
contraffatte, omogenee nelle dimensioni e piacevoli da guardare.

Gli europei sostituirono le valute primitive con le monete europee: amministrazione più facile (es.
tasse, commercio), ma soprattutto segno della colonizzazione portatrice di modernità e autorità (es. i
coloni riconoscono il nuovo Re dalle monete)
Rupia indiana  valuta indiana per una colonia britannica, prodotta in Uganda e soprattutto
d’argento. Prima della ferrovia Mombasa - Lago Vittoria, i trasportatori venivano pagati in cauri
con cui pagarsi il cibo in Uganda (le rupie avevano un valore troppo elevato per i prezzi del cibo)
Con la ferrovia, gli inglesi non hanno più bisogno dei trasportatori, quindi dei piccoli pagamenti 
demonetizzazione dei cauri (rogo simbolico del 1901) sostituiti dal pice, sottomultiplo della rupia
indiana.
Il Pice vale però 15 conchiglie, un valore ancora troppo alto (the big problem of the small change)
 tolleranza dei cauri nonostante il divieto, circolazione delle valute multiple: lasciti, offertori nelle
chiese, eredità, tutto conteggiato in rupie, cauri, ma anche bestiame e tessuti.
• Rupie usate in commerci con gli europei (tasse e salari)
• Cauri usati nei mercati, nelle piccole vendite
• Bestiame e tessuti lasciati in eredità

Per trovare una soluzione, gli inglesi si ispirano alla tradizione dei Kiasa
Centesimi di rupia sottoforma di monete bucate, rinunciando all’effigie del Re (non si poteva
fare un buco nella testa del sovrano!), sostituita dalle zanne d’avorio. Ma tra conio e trasporti, un
centesimo vale comunque troppo (10 cauri), quindi non solo le conchiglie continuano ad essere
utilizzate, ma gli africani iniziarono ad utilizzare i diversi tagli monetari senza impilare le monetine
su un laccio, rendendo inutile il buco.
Conclusione
• Stati coloniali goffamente impegnati nella costruzione di una moneta unitaria,
continuamente soggetta a uno spazio dalle economie eterogenee
• Resistenza a certi sistemi (es. banconote fumate per protesta di fronte ai coloni, rigettate
perché di carta, quindi senza valore)
• Transizione, non rivoluzione

Caso 2: Kenya (1920-1957)


Una colonia per i coloni  Stati Kikuyu ribattezzati White Highlands (Altopiani Bianchi, a forte
presenza bianca). Si tolgono le terre ai locali, messi in riserva o impiegati nelle coltivazioni, vietata
la concorrenza dei locali nei cashcrops (tè e caffè appannaggio dei bianchi)
Squatters  occupazione dei territori bianchi da parte dei Kikuyu in cambio di forza lavoro.
1920 - Resistenza politica degli africani istruiti su giornali, piazze e movimenti politici (es. Kikuyu
Central Association)
• Domanda di maggiore partecipazione amministrativa, contro i chief bianchi, talvolta meno
istruiti di loro.
• Johnston Kenyatta viene inviato in Gran Bretagna per sostenere la causa dei Kikuyu: con
altri studenti delle colonie si unisce in un collettivo di sinistra, studia a Mosca e nella World
School of Economics. Scrive un libro sui Kikuyu, il primo trattato etnografico di un africano
sul proprio popolo.

I manuali di economia sostengono che il baratto è venuto prima (Smith, fondatore della disciplina),
ma ciò è funzionale alla fondazione della disciplina economica; la storia del denaro era immaginata
e ricostruita in maniera convenzionale dagli economisti

II. Mito del baratto diventa la pietra miliare della giustificazione da parte europea della
"civilizzazione" di popoli non in grado di fondare un sistema economico "moderno": esso diventa
l'assioma civilizzato primitivo, ovvero si postula che solo le società "avanzate" potessero utilizzare
valute "astratte". quelle "primitive" avrebbero dovuto al contrario ricorre al semplice scambio di
beni.

III. Queste forme di scambio (il baratto) sono caratterizzate dall'occasionalità, non perpetuati nel
tempo: dunque il valore delle merci cambiava a seconda del contesto e di chi svolgeva lo scambio.

IV. una delle forme di baratto era il prezzo della sposa: si barattava il diritto di sposare una donna in
cambio di equivalenti in valore
Questo per rimanere in tema africano, ma volendo fare l'esempio di un baratto nella nostra società,
nei paesini quando fai un favore a qualcuno ti aspetti sempre un ritorno; esempio di due vicini di
casa, uno che porta le uova e si aspetta di ricevere qualcosa in cambio;
Oppure applicazioni che consentono lo scambio di oggetti (come vinted o gruppi facebook)
V. Secondo l'articolo di Graeber, non ci sono prove sufficienti per stabilire quale forma di scambio
sia avvenuta prima fra baratto e credito; i manuali di economia sostengono che il baratto sia venuto
prima, ma ciò è funzionale alla fondazione della disciplina economica; non esistevano forme di
baratto "pure", inoltre, ma diversi livelli di scambio.

LEZIONE 10 – 21 febbraio
Torniamo sul Kenya:
Articolo a scelta per l’esame  il simbolismo auto rappresentativo sulle banconote inglesi in Kenya
Euro  le banconote rappresentano ponti, a simboleggiare la natura comunitaria della valuta
Moneta portoghese in Angola  scene coloniali, contrapposizione della tradizione africana con
elementi di sviluppo coloniale, allegoria dei bianchi che civilizzano i neri.
Monete francesi anni 40  rappresentazione africani “protetti” dalla mamma Francia
Africa orientale britannica  negli anni 20-50, la rupia viene sostituita dallo scellino: il fronte ha
l’effige del Re, le scritte in inglese, keniota e arabo; il retro ha il leone (animale africano, ma anche
simbolo britannico) sul monte Kenya
Caccia al Leone  status symbol dell’occidentale: coloni cacciatori, presidente Theodore Roosvelt,
turisti odierni.
40s - Rivolta Mau Mau (Land and Freedom Army)  diversi squatters si ribellano e prendono il
controllo della colonia.
Rituale per entrare nell’esercito per la terra e la libertà  giuramento Kikuyu preesistente, di
fedeltà e segretezza verso gli altri giurati: a livelli, dal passare sotto le foglie di banano fino a bere
sangue umano  propaganda inglese li dipingeva come barbari, selvaggi
Leakey – mediatore tra inglesi e Kikuyu, il “Kikuyu bianco”
Uccisione Chief Waruhiu, collaboratore nativo dell’autorità coloniale; Uccisione di un’intera
famiglia inglese il giorno di Natale  evento scatenante il terrore tra i coloni in Kenya e la guerra
con la madrepatria.
Il messaggio di propaganda “Mau Mau is very good” veniva scritto dai ribelli sugli scellini, che
circolavano in Kenya ma anche fuori.
1954 - Nuovo design banconote  cashcrops (cotone, chiodi di garofano, tè, caffè, ecc)
1952-57 - repressione brutale degli inglesi, villaggi di detenzione, donne e bambini in recinti di filo
spinato (Elkins, Britain’s gulag), uomini torturati per confessare il giuramento. Kenyatta
riconosciuto come capo della rivolta ed emblema nazionale (93% voti come primo presidente del
Kenya indipendente).
Dagli anni 60, Kenyatta sostituisce Elisabetta II sulle banconote, ma il resto della valuta rimane
molto simile: il leone non è più autoritario, ma protegge la famiglia e rassicura il turista su un
Kenya turistico e sicuro.

Importanza della lingua per l’impero


• La lingua è sempre stata compagna dell’impero
• Cohn  gli europei controllarono l’Africa standardizzandone costumi, tradizioni, LINGUE.
• Fanon  parlare una lingua significa padroneggiarne le tradizioni, la civiltà che rappresenta
• DuBois  in Africa, una lingua nazionale richiede l’abbandonare la cultura individuale o di
tribù a favore dell’identità nazionale, entità europea, spesso rappresentata da una lingua
europea (ereditata dai coloni)
Lingue africane
• Lingua imperiale  lingua usata nei grandi imperi del mondo (spagnolo e portoghese, poi
inglese e francese)
• Lingua locale
• Lingua regionale
Suddivisione potere britannico
• Governator of the Colony (britannico)
• Province Head (britannico)
• District Head (britannico)
• Chief (africano)  mediatore linguistico, ma anche culturale, con la popolazione  via di
mezzo tra il vernacolo popolare e l’inglese al potere: il primo morto della rivolta Mau Mau è
un chief, non un bianco, proprio perché rappresentante nero dell’autorità bianca.
L’amministrazione inglese utilizza autorità esistenti come chiefs, per autorizzare la loro
egemonia (capitribù; kabaka; re bambini convertiti al cristianesimo e occidentalizzati;
consigli degli anziani; invenzioni di tradizioni che assicurano una continuità di potere)

LEZIONE 10 – 24 febbraio
Missionari e lingue in Sudafrica  sistematizzazione di parlate orali e multilinguismo
• Prima colonia sul Capo  afrikaans prima lingua euro-africana (slang dei coloni olandesi in
Sudafrica)
• Zulu  lingua preesistente, sistematizzata e resa scritta dai missionari
• Tsonga  creduta erroneamente una tribù dagli europei, in realtà denominazione con cui gli
Zulu chiamavano “gli orientali”, le tribù dell’est del Sudafrica.
Lingue regionali
Swahili  della costa orientale africana, da Mogadiscio a Sofala
• Sahil = costa in arabo, termine dato dall’esterno, dai commercianti arabi che la
frequentavano e convertirono la popolazione all’Islam
• Fa parte delle lingue bantu, derivanti dall’omonima migrazione dal Camerun verso la costa
• Arabo primo sistema scritto per lo swahili (1700), poi i missionari lo trascrissero in latino
(1800)
• Molte assimilazioni esterne  civiltà commerciale
• I commercianti costieri si rivolgono all’interno per commerciare avorio e oro  swaihili
come lingua franca del commercio, poi come lingua dell’amministrazione coloniale tedesca
• Oggi è una delle 6 grandi lingue parlate in Africa, terza dopo l’arabo e l’inglese.
• Lingua ufficiale della Tanzania, seconda lingua in Kenya, prima lingua africana ad avere
eco internazionale (BBC, Voice of America, Radio Cairo…)

Lezione 13 – 2 marzo
Colonialismo italiano: memoria, storia, rappresentazione
Memoria  come gli italiani ricostruiscono quest’esperienza
Storia  ciò che ne rimane (cronografie, monumenti, …)

Dove? Libia, Somalia, Etiopia (1935-36). Mussolini, dopo la conquista di Addis Abeba, dichiara
vendicata Adua (unica sconfitta europea in Africa…) e costituiti gli antichi fasti dell’Impero
romano.
Fine del colonialismo italiano
1941 – Africa Orientale invasa dagli inglesi
1943 – Occupazione alleata della Libia
1947 – Trattato di Parigi  fine formale dell’Impero
1950-1960  AFIS – Assegnazione fiduciaria all’Italia della Somalia (strascico dell’Impero)
1951 – Indipendenza Libia sotto Idris I
1952 – Eritrea restituita all’Etiopia di Haile Selassie
Guerra di Indipendenza dell’Eritrea contro l’Etiopia, conclusasi solo nel 1993, basata sui vecchi
confini italiani.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, GB e Francia tolgono le colonie alla Germania, sterminatrice
delle popolazioni locali (eccidi in Namibia) e non capace di portare avanti una civilizzazione.
L’Italia vuole dimostrarsi impegnata per non perdere le sue colonie
• Distanziamento dal colonialismo fascista del colonialismo liberale  ripulitura della storia
da episodi di maltrattamenti, armi chimiche in Etiopia.
• Costruzione del “colonialismo buono”, degli “italiani brava gente”, costruttori e fornitori di
modernità
• Discorso storiografico coloniale scarso e tardivo, decolonizzazione blanda, senza
opposizioni e guerre, o conseguenze politiche a livello globale. L’opinione pubblica non ne
parla.
• 70s – Primi libri di Del Boca (pioniere, addirittura minacciato di morte), Lablanca, Taddia,
Triulzi, Calchi Novati.
Uso dell’iprite nella guerra di Etiopia  passato fascista, quindi cancellato dalla Resistenza, poi
riconosciuto dall’Italia come crimine di guerra negli anni 80.
Iecatit 12 - 19 febbraio 1937: il vicerè di Etiopia subisce l’attentato della resistenza etiope,
rispondendo con delle rappresaglie feroci sui civili, e massacrando i monaci del monastero di Debre
Libanos (21 maggio 1937), dove si pensava si fossero rifugiati gli attentatori.
Campi di concentramento in Somalia e Libia  piegare resistenze politiche
Monumento a Rodolfo Graziani  polemiche
Vicenda di Omar Al-Muktar, patriota libico ucciso dagli italiani.

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