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La fisica epicurea è caratterizzata dal risalire mediante ragionamento da ciò che è evidente ai sensi a

principi che tali non sono, ossia gli atomi e il vuoto. Riprende questi concetti da Democrito e ritiene
che un numero infinito di corpi indivisibili è ciò che può spiegare la realtà così come ci appare. Nulla
può nascere dal nulla e nulla può finire nel nulla. L’universo è sempre stato e sempre sarà. È dai corpi
e dal loro movimento che noi possiamo risalire all’esistenza del vuoto. Inoltre è dai corpi, dalla loro
disgregazione e dal fatto che essi non possono dissolversi nel nulla che affermiamo l’esistenza di
particelle indistruttibili quali gli atomi. Nell’universo inoltre non si può parlare di un alto e un basso
assoluti: i corpi si muovono verso il basso a causa del loro peso. Epicureo allora, secondo Lucrezio,
avrebbe introdotto in questo modo la dottrina del clinamen o declinazione per cui gli atomi urtandosi
hanno la tendenza a deviare casualmente il loro moto perpendicolare verso il basso. Le aggregazioni
perdono così il loro carattere “necessario”.
Epicuro ammette l’esistenza degli dei: un argomento a favore è dato dal consenso di tutti gli uomini;
Gli dei però non sono costituiti della stessa materia degli oggetti altrimenti perirebbero: essi vivono
beati negli spazi vuoti che separano tra loro gli infiniti mondi. La beatitudine è propria degli dei dal
momento che essi non si occupano del mondo e, la presenza del male nel mondo è proprio giustificata
da questa indifferenza, altrimenti non si la si potrebbe spiegare.

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