La basilica di Massenzio, anche se venne ultimata da Costantino, è stata l’ultima e la più
grande basilica (edificio pubblico, spesso in comunicazione con il foro, che, nell'Antica Roma veniva utilizzato come luogo coperto soprattutto per trattare gli affari, sanare le controversie ed amministrare la giustizia) civile del centro di Roma. L’edificio, uno dei più grandiosi della Roma imperiale, occupava gran parte della collina della Velia, di fronte alla Via Sacra che attraversava il Foro Romano. La basilica copre un’area di 100 x 65 metri e venne fondata nel luogo che era stato già occupato dal triplice portico che serviva da vestibolo alla Domus Aurea di Nerone e che fu poi trasformato in “magazzino” di merci esotiche e di lusso provenienti dall’Oriente. Essa era divisa internamente in tre navate, quella centrale, con pianta di dimensione 80x25 metri e alta circa 35 metri, aveva inoltre una copertura costituita da volte a crociera (copertura architettonica formata dall'intersezione longitudinale di due volte a botte). Le due navate centrali, formate ognuna da tre grandi vani fra loro comunicanti per mezzo di aperture realizzate nelle pareti divisorie, erano coperte da volte a botte (copertura di forma semicilindrica che scarica il peso su due muri perimetrali). Alcune volte, costruite in opus caementicium(muratura formata da un agglomerato di calcestruzzo, che poi, evolvendo, ha consentito di tentare cambiamenti più arditi) erano ornate da cassettoni il cui disegno era basato sull’alternanza di ottagoni e quadrati. All’origine l’accesso avveniva dal lato orientale, mentre all’estremità opposta si apriva un’abside semicircolare. In età costantiniana venne aperto un altro accesso e, successivamente, la parete di fronte, quella dello spazio di mezzo della navata laterale settentrionale, venne forata per permettere l’aggiunta di una nuova abside. Infine, delle grandi finestre a mezzaluna si aprivano in altro sui muri della navata centrale, mentre aperture ad arco illuminavano direttamente le due navate centrali. Un terremoto verificatosi nel 1349 fece crollare quelle meravigliose volte e solo una delle otto colonne (alte m. 20) che erano addossate ai pilastri rimase al suo posto fino al 1614, quando papa Paolo V la fece trasferire, con l’impiego di sessanta cavalli, nella piazza di Santa Maria Maggiore.