PERIODICO DI CULTURA NEO-ILLUMINISTA

NUMERO 35 ottobre 2022 (ANNO XVI N.1)

pericolo
w w w.c iv i l t a l a ica.it

Ur-fascismo

PROPRIETARIO ED EDITORE
Civiltà Laica APS
Via Carrara, 6 - 05100 Terni
e-mail: redazione@civiltalaica.it
DIRETTORE RESPONSABILE
Marco Vulcano
COMITATO DI REDAZIONE
Silvia Menecali, Valentina Della Bella,
Alessandro Chiometti, Massimiliano Bra-
sile, Alessandro Gentiletti, Ilaria Alleva,
Federico Piccirillo, Massimiliano Agostini,
Alessandro Petrucci
Stampato per APS Civiltà Laica
da IRIS G.T.F.C. srl Narni Scalo (TR)
Autorizzazione del Tribunale di Terni
n. 03/07 dell/8 Marzo 2007
Questo numero è stato chiuso
in redazione il 20 ottobre 2022
GRAFICA
Katapulta Design di Agnieszka Goclowska
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IMMAGINE IN COPERTINA
Agnieszka Goclowska
https:/katapulta.eu
Editoriale
Non
chiamateli
Silvia
Menecali fascisti
Da qualche tempo ci confrontavamo
sull’idea di uscire con un numero della
rivista che parlasse di come le destre
radicali e conservatrici siano impe-
gnate, a livello globale, nell’attaccare
i diritti umani nel nome della fami-
glia tradizionale, sancita da un ordi-
ne naturale, che mira a difendere ad
ogni costo le radici di una nazione, di
un intero mondo che come unico faro
dovrebbe avere la luce del patriarcato
garante di sani valori e principi.
Dio, Patria, Famiglia: i pilastri su cui si
fonda questo attacco, che non hanno
mai cessato di esistere nel vocabola-
rio delle destre radicali di casa nostra,
per quanto vogliano farci credere che
sia naturale pronunciarle e ridicolo
accusarle di mostrare nostalgia per il
regime fascista.
Dio, Patria, Famiglia: Giorgia Melo-
ni rispolvera il motto gridando dal
palco del congresso di Vox a Madrid
“Sono una donna, sono una madre,
sono italiana, sono cristiana, non po-
tete portarmelo via”. Parole che han-
no fatto il giro del mondo, acclamate
dalle destre, lette con grande preoccu-
pazione da chi non ha mai creduto che
il fascismo sia una roba morta e sepol-
ta. Un fascismo che ha sempre saputo
mimetizzarsi dietro la manipolazione
della comunicazione, utilizzando un
linguaggio semplificato che ha saputo
cavalcare le crisi e quel crescente ma-
lessere sociale che ha alimentato una
sostanziale sfiducia verso le istituzioni.
La storia si ripete, sempre. Per rispon-
dere alla paura occorre creare un ne-
mico, assicurare ordine, rafforzare i
confini. A cambiare sono certamente
gli strumenti di cui il fascismo si serve
per disseminare il proprio pensiero.
Sulla carta, viviamo in un Paese la cui
Costituzione proibisce la ricostituzio-
ne del Partito Fascista e punisce l’apo-
logia di fascismo; nei fatti, solo per
citare un paio di esempi, Forza Nuova
non si è candidata alle ultime elezioni
solo per non aver raggiunto le 36000
firme necessarie per poter presenta-
re il proprio simbolo e la giunta della
nostra città non trova ancora il tempo
di dichiararsi antifascista nonostante
la nostra domanda sia stata posta in
linguaggio semplice e ripetuto.
Eravamo pronti ad uscire con un nu-
mero di approfondimento sull’Ur-fa-
scismo – o fascismo eterno – oggetto
del simposio che Umberto Eco tenne
alla Columbia University il 25 apri-
le del 1995 e che è stato trascritto in
un breve saggio dal titolo “Il fascismo
eterno”. Le parole di Umberto Eco
sono semplici, perché il suo pubblico
era composto da studenti americani
in un periodo in cui era emersa l’esi-
stenza, negli Stati Uniti, di organizza-
zioni militari di estrema destra. Eco,
che crebbe sotto il regime di Benito
Mussolini, ha voluto sottolineare che,
mentre il nazismo aveva una sua pre-
cisa codifica ideologica riportata nel
proprio manifesto- il Mein Kampf di
Adolf Hitler - il fascismo non aveva
un suo “testamento guida” né poggia-
va le basi su uno spontaneo consenso
popolare: per questa ragione poteva
essere praticato in molte forme ed en-
trare anche in contraddizione.
L’UR-fascismo può vestire ogni abi-
to, tornare, in qualsiasi momento, ed
utilizzare innocenti travestimenti.
Disseminare la conoscenza dell’Ur-fa-
scismo di cui parla Eco, è il contributo
che abbiamo scelto di dare ai nostri
tempi, per poter arginare l’avanzata
di quelle destre radicali e ultraconser-
vatrici che abbiamo già ben visto in
opera al World Congress of Families
di Verona nel 2019, amiche di Viktor
Orban e di chiunque voglia mettere le
mani sui diritti umani in ogni parte del
mondo, a partire dal feroce abbatti-
mento dei diritti sessuali e riproduttivi.
La nostra idea iniziale quindi, era que-
sta. Lo era prima del 26 settembre. Com’è andata lo sappia-
mo, ma ad essere sincera non immaginavo di dover ricorda-
re la nomina di Ignazio Benito Maria La Russa alla Presidenza
del Senato e quella di Lorenzo Fontana alla Camera.
C’è stato un brevissimo momento in cui ho respirato aria
di libertà: quello in cui Liliana Segre ha assunto la tem-
poranea Presidenza del Senato per poter permettere le
operazioni di voto: credo che le sue resteranno per un po’
di tempo le parole più lucide, coraggiose, coerenti e libe-
re che arriveranno dagli scranni del Parlamento. Perché
non mi aspetto molto dalle opposizioni. Il momento del
passaggio di consegne tra lei ed Ignazio Benito Maria La
Russa è stato doloroso, un momento di rabbia, soprattutto
verso chi, dai banchi dell’opposizione, ha garantito l’ele-
zione di un uomo che non ha mai negato la sua nostalgia
del regime fascista, mostrando con fierezza alle telecame-
re la sua collezione di busti del Duce, e porgendo il saluto
romano durante un intervento alla Camera.
A conferma del futuro prossimo in cui ci andremo a trova-
re, Lorenzo Fontana è stato eletto Presidente della Came-
ra dei Deputati. Quel Lorenzo Fontana, uno dei peggiori
conservatori dei nostri tempi che possiamo chiaramente
definire neonazista dal momento che è intervenuto al
congresso di Alba dorata con queste parole “Porto volen-
tieri il mio saluto agli amici di Alba Dorata per il loro con-
gresso. In questi momenti difficili per l’Europa il vostro
apporto sarà fondamentale, l’Europa non può fare a meno
della Grecia, faro dell’Europa classica che noi amiamo e
Fascismo
Filosofia
,
Federico
un fatto d’altri tempi?
Piccirillo
Fascismo, neofascismo, fascismo antifa-
scista, o semplicemente fascismo eterno?
Indubbiamente storici e politologi potrebbero sussultare, e
a ragione, se si utilizzasse l’aggettivo fascista per caratteriz-
zare forme di dominio politico come l’Egitto faraonico o la
Francia di Luigi XIV. Non ha torto lo storico Emilio Gentile,
che non vanta legami di parentela con l’omonimo e defunto
Giovanni, ma che anzi si dichiara di sinistra e antifascista,
quando sostiene che il fascismo sia una cosa ben precisa,
da collocare in un determinato spazio e in un determinato
tempo, e che è alquanto errato tacciare di fascismo qualsi-
voglia realtà politica soltanto perché non conforme a quel
modello di democrazia liberale che nasce con la Rivoluzio-
ne francese e che nel corso dei secoli si è evoluto creando
le Costituzioni nazionali più avanzate in termini di diritti,
almeno sulla carta, e che ha ispirato documenti fondamen-
tali come la Dichiarazione dei diritti umani del ’48.
Civiltà Laica Numero 35
quella che vogliamo risorga dalle proprie ceneri. È un mo-
mento difficile, bisogna combattere, so che voi siete dei
combattenti e insieme sono convinto che riusciremo a far
tornare l’Europa quello che era, un faro di civiltà”.
Quel Lorenzo Fontana intervenuto anche lui al World Con-
gress of Families insieme a Giorgia Meloni, Matteo Salvini
e tanti altri esponenti ultraconservatori. Tra le sue dichia-
razioni più importanti, qualora l’apprezzamento per Alba
dorata non bastasse, ne cito alcune:
- «Le famiglie gay? Non esistono»
- «Matrimonio solo tra una mamma e un papà, le altre
schifezze non le voglio sentire»
- «La famiglia naturale è sotto attacco. Vogliono dominar-
ci e cancellare il nostro popolo»
Sostenne poi che uno dei motivi più comuni per cui una
donna abortisce sono le preoccupazioni economiche,
ma che in caso di dubbio è meglio avere un bambino che
abortire.
Vi auguro buona lettura, sperando che possa essere una
valida base di partenza per arricchire l’attivismo antifa-
scista, laico, femminista, antirazzista di cui ora più che
mai abbiamo bisogno, senza compromesso alcuno. Che
sia la presa di coscienza del fatto che, per troppo tempo,
le porte sono state lasciate socchiuse perché i movimenti
globali che stanno abbattendo i nostri diritti ed il nostro
futuro potessero entrare, calpestando i nostri corpi. 
Il fascismo non è infatti un semplice regime dispotico
e autoritario ma un ben preciso tipo di dittatura senza
precedenti: il totalitarismo. Una dittatura che pretende
di avere un potere e un controllo per l’appunto totale su
ogni singolo aspetto della vita delle persone. Non deve
fuorviarci la definizione data da Hannah Arendt del fa-
scismo come “totalitarismo imperfetto” poiché, come tra
l’altro ricorda Umberto Eco, l’imperfezione del fascismo
risiede nel fatto che Mussolini, dovendo patteggiare con
gli altri due poteri della monarchia e del Vaticano, non ri-
uscì totalmente a realizzare il suo sogno totalitario. Nell’i-
deologia e nelle intenzioni il fascismo costituiva l’essenza
del totalitarismo, tanto che lo stesso Hitler si ispirò a Mus-
solini e alla sua ideologia nell’edificare il suo di totalitari-
smo. Il fascismo, storicamente parlando, chiuse i battenti
nel 1945, quando l’Italia fu liberata e a un anno di distan-
za divenne una repubblica fondata su prin- Continua
cipi ad esso antitetici. È corretto sostenere pag.4

3
Dalla che il fascismo sia davvero uscito di scena?
pag.3
 Tralasciando il tentativo di riproporlo sotto
spoglie parlamentari e democratiche con la
costituzione dell’MSI di cui ancora oggi formazioni poli-
tiche come alcune di quelle che saranno protagoniste del
nuovo governo si dichiarano fieramente eredi, è impor-
tante gettare lo sguardo su cosa sia veramente rimasto del
fascismo nel nostro paese.
Pier Paolo Pasolini parlava di fascismo antifascista allu-
dendo al governo quarantennale della DC nel nostro pae-
se e metteva in guardia dall’enorme potere del neocapita-
lismo e della società dei consumi di massa considerato alla
stregua di un nuovo totalitarismo. Non più manganelli e
olio di ricino, ma televisioni e spot pubblicitari sarebbero
stati i nuovi accessori del regime. Un totalitarismo forse
ancora più abile di quello mussoliniano, poiché, secondo
l’intellettuale eretico e corsaro, il fascismo mussolinia-
no non sarebbe riuscito a controllare tutti gli italiani nel
pensiero, a differenza del nuovo totalitarismo che grazie
ai mass-media sarebbe riuscito a controllare le persone
non solo nella loro coscienza, ma anche nel loro incon-
scio, donando loro l’illusione di essere liberi e di vivere in
un paese libero e democratico, come sancito dalla carta
costituzionale.
Essendo stata la dittatura fascista a costituire l’esperienza
totalitaria del nostro paese, Pasolini, a mio modesto avviso,
utilizzando il termine fascismo per indicare la realtà politi-
co dell’Italia negli anni ’60-’70 intendeva dire provocatoria-
mente che in quel preciso momento storico si stava ripro-
ponendo un nuovo totalitarismo, ovvero un tipo di assetto
politico che pur presentando caratteristiche politico-isti-
tuzionali differenti, esercitava la stessa funzione che aveva
esercitato il regime mussoliniano negli anni ’20.
In altri termini il totalitarismo e quindi il fascismo o sem-
plicemente quello che era stato il suo germe scatenante
si stava riproponendo sotto altre forme. Cambiavano le
forme non la sostanza. Attualmente non sta succedendo
nulla di diverso. “Io non ho creato il fascismo, l’ho tratto
dall’inconscio degli italiani” sono parole dello stesso Beni-
Storie
Pappa e taci.
Pappa e taci. Così rispondeva mia nonna, scherzando, quando da
bambino facevo domande scomode, solitamente mentre stavamo
Alessandro cenando.
Gentiletti
Mi diceva anche che questa era la stessa risposta che
riceveva lei e la medesima che, le raccontavano, avreb-
be ricevuto uno dei figli di Mussolini alla domanda che
questi rivolse proprio al duce in veste di padre, per do-
mandare cosa effettivamente fosse quel fascismo di cui
aveva tanto sentito parlare.
4 Civiltà Laica Numero 35
to Mussolini. Queste parole dovrebbero farci riflettere sul
fatto che nell’inconscio dei popoli, tra cui quello italiano,
vi è spesso una tendenza all’assoggettamento volontario
che è radice di qualsiasi totalitarismo, da sempre. La re-
sponsabilità del governante sta nel combattere o nell’as-
secondare tale tendenza. Ha senso dunque parlare di fa-
scismo eterno? Sì, in quanto la tendenza al totalitarismo è
eterna, contingenti sono le sue manifestazioni. Ogni volta
che ci troviamo di fronte ad un sistema e ad un modello
sociale che ha la pretesa di controllare le vite, i pensieri,
i corpi e i comportamenti delle persone e di trasformarle
da insieme di soggetti attivi a massa di automi manipo-
labili, esercitando quello che il filosofo francese Michel
Foucault definiva “biopotere” (potere sulla vita), siamo
di fronte ad una forma di “fascismo”. Esiste un fascismo/
totalitarismo eterno di cui i vari fascismi storici sono rea-
lizzazioni particolari. Se si può essere d’accordo con Emi-
lio Gentile nel sostenere che il fascismo mussoliniano con
tutte le sue caratteristiche può considerarsi in parte un
fatto d’altri tempi, non è affatto corretto affermare che il
fascismo in sé sia un fatto d’altri tempi.
Il semiologo Umberto Eco ci spiega come siamo di fronte
a forme di fascismo ogni qualvolta si presentino tali ele-
menti, in questa rivista abbiamo riassunto nell’apposita
tabella le 14 caratteristiche del “fascismo eterno”.
Adesso, pensiamo attentamente alle nostre vite e alle vite
degli altri nella nostra società, al nostro rapporto con gli
altri e con i social, allo status della cultura e della ricer-
ca scientifica in Italia, a l’idea che abbiamo delle donne, a
come concepiamo i migranti, i poveri, la guerra, la pace a
come ci esprimiamo, a quanto potere abbiamo nello sce-
gliere in modo libero e consapevole i nostri governanti, e
chiediamoci se il fatto che non ci siano più gli squadristi
per le strade armati di olio di ricino e manganello; che
non ci sia più un partito unico sancito per costituzione;
che non ci sia la pena di morte per adulterio e che se si fa
una ricerca sui cantanti jazz in biblioteca si legga Louis
Armstrong e non Luigi Fortebraccio siano elementi suffi-
cienti per stabilire che non viviamo in una società nem-
meno “morbidamente totalitaria”. 
Continua
pag.5

Ora, è certamente difficile dire quanto questo raccon-
to sia storicamente attendibile, visto che il ventennio
ha lasciato una stele di luoghi comuni e una aneddotica
smisurata che si confonde col mito. Certo è che pare ve-
rosimile e a me è restato sempre impresso questo raccon-
to, ritrovandolo anche crescendo e leggendo Pavese, che
scriveva “chi lascia fare e si accontenta è già un fascista”.
Opinioni
Ieri Mussolini, oggi Trump.
Alessandro
Petrucci
E domani?
I più giovincelli forse non sanno che il simbolo del
partito Fratelli d’Italia, leader del quale è la vincitrice
delle elezioni politiche 2022 Giorgia Meloni, cioè la
‘fiamma tricolore’, possiede nobili origini. Questo fu
il simbolo del ‘Movimento Sociale - destra nazionale’,
partito dichiaratamente neofascista, fondato da Gior-
gio Almirante il quale, fra gli altri onori, può (poté)
vantare quello di essere stato il segretario di redazione
della rivista ‘La difesa della razza’ (1938 - 1942) ed uno
dei più scalmanati autori de ‘Il manifesto della razza’,
il cui carattere era, in special modo, antisemita. A que-
sto punto la domanda nasce spontanea: “come è stato
possibile tutto questo?”.
Si può fare tutta l’ironia che si vuole sul popolo italia-
no, troppo spesso definito in modi, per così dire ‘esa-
gerati’. Se è pur vero che il nostro paese può menare
il vanto di aver dato i natali a Benito Mussolini e di
esserglisi concesso in modo desolante, è pur vero che
il fenomeno ‘fascismo’ possiede delle caratteristiche
che lo rendono patrimonio comune dell’umanità. Cosa
sia stato lo sappiamo bene, anche se alcuni tentano la
rimozione.
Ma oggi? Oggi il fascismo è diverso. Ancora è un ul-
tra-nazionalismo violento volto a proteggere la strut-
Mi torna in mente oggi in cui sono chia-
Dalla

mato ad intervenire in un dibattito sem-
pag.4 pre attuale, sul quale sono state scritte
tante cose e tante ancora se ne stanno
scrivendo. La risposta che Mussolini avrebbe dato al
figlio, secondo il racconto di mia nonna, è a mio giudi-
zio la perfetta sintesi per indicare la natura stessa del
fascismo e, se accettata, il più efficace consiglio per ge-
nerare una sana e robusta gioventù fascista.
Se il fascismo è, infatti, considerato il male eterno de-
gli italiani è perché forse noi siamo stati abituati, per
ragioni anche storiche tipiche dei popoli da sempre do-
minati, ad una gerarchia che mette avanti a tutto il so-
pravvivere. Un popolo, avrebbe detto Pasolini, “la cui
soave saggezza gli serve a vivere, non l’ha mai libera-
to”. Le modalità con cui oggi è asceso al potere un par-
tito che usa come emblema la fiamma tricolore, lo stes-
Civiltà Laica Numero 35
tura della proprietà privata attraverso l’esclusione
degli altri sistemi socialmente costruiti, ma i suoi me-
todi si sono adattati ad una situazione storica diversa.
Cosa dire di Donald Trump, Presidente USA dal 2017 al
2021? Lo storico del fascismo Robert Paxton ha dichia-
rato di aver esitato a chiamare Trump ‘fascista’, ma la
fallita insurrezione del 6 gennaio lo ha spinto a farlo.
La menzionata insurrezione al Campidoglio di Washin-
gton fu fomentata da Trump che accusava di broglio
elettorale alle elezioni del 2020, Joe Biden, l’attuale
presidente.
Ma come opera, tecnicamente, questa ributtante dot-
trina? Lo spiega in modo ammirevole Umberto Eco nel
suo Saggio ‘fascismo eterno’, di cui consiglio vivamen-
te la lettura. Mi piacerà trattare l’argomento estesa-
mente quando ne avrò le possibilità. Per ora concludo
affermando che l’antifascismo del nostro secolo non
consiste più nel fare a botte per le strade con le ‘cami-
cie nere’, ma nell’immaginare e costruire un progetto
anti-capitalista. Questa è la vera opposizione radicale
al fascismo.
E per concludere ottimisticamente: ieri Mussolini, oggi
Trump. E domani? Vedremo. 
so simbolo del movimento che fu di Giorgio Almirante,
esponente della Repubblica di Salò e sostenitore delle
leggi razziste ed antisemite, è frutto a mio giudizio di
questa logica e mentalità che è ancora un tutt’uno con
gran parte di noi italiani.
La preminenza dell’interesse immediato e dell’istin-
to breve su qualsiasi slancio ulteriore, l’idea che non
esista un interesse utile nel lungo termine o frutto di
un percorso mediato, l’indifferenza verso tutto ciò che
non è presente, sono il substrato culturale che apre la
stura a governi ed esperienze come quello che ci accin-
giamo di nuovo ad avere.
In questo scenario, parlare di fascismo eterno ha certa-
mente ancora senso, senza con ciò sminuire o dimen-
ticare il fascismo storico che ha incarnato, più di ogni
esperienza, questa attitudine ed elevato a sistema que-
sto vizio e malessere diffuso. 
5

Opinioni
La parola con la
Alessandro
non esiste!
Chiometti
Dalla sera del 25 settembre la domanda che ha attana-
gliato per qualche giorno l’area “progressista” di que-
sto paese è la seguente: “Ma come hanno fatto gli ita-
liani a votare per dei fascisti?”
La domanda non è nuova e sorge spontaneamente
all’alba di ogni disastro elettorale delle forze “progres-
siste” fra i suoi attivisti che si aggirano increduli e sgo-
menti fra la tv, il web e l’edicola, aspettando di vedere i
vincitori apparire col fez alla finestra di piazza Venezia.
Poi con il passare dei giorni e dei mesi, i “progressisti”
tornano alla loro vita normale, anche politica, leccan-
dosi le ferite e riorganizzandosi per le prossime tornate
elettorali che ormai sono l’essenza stessa della politica
partitica.[1]
A quel punto la paura dell’instaurazione di un regime
scompare e con essa scompare anche la “parola con la
F”[2] dai loro discorsi, i loro post e dai loro mass-media
di riferimento. L’uso di quella parola torna ad essere
anacronistico e irrispettoso per gli avversari politici
che anzi, oltre che essere legittimati dal voto popolare,
saranno di certo possibili alleati do qualche inciucio in
momenti d’emergenza (e quando mai manca un’emer-
genza in questo paese?).
Così, dopo poco tempo viene lasciato solo chi si pone
le classiche domande sul come mai in un paese in cui il
razzismo e la rinascita del PNF sono costituzionalmen-
te proibiti possa accadere che:
• il partito “Fascismo e libertà” venga ammesso alle
elezioni e conquisti anche qualche seggio comunale
in giro per il paese[3];
• forze politiche dichiaratamente neofasciste stipuli-
no convenzioni con gli enti pubblici per varie atti-
vità;
• di come possa essere possibile che si possano vende-
re, in edicola in piazza o in altri negozi di souvenir,
calendari di Benito Mussolini, vini con la sua effige,
ed ogni gadget concepibile con fasci littori, svasti-
che, busti del duce e chi più ne ha più ne metta;
• di come sia possibile che intere giunte comunali,
sindaco compreso, non rispondano alla semplice
domanda “scusate ma voi vi potete definire anti-
fascisti e antirazzisti come chiede la Costituzione
Italiana?”;
L’eterna questione sulla necessaria intolleranza ver-
6 Civiltà Laica Numero 35
F
so gli intolleranti per salvaguardare la democrazia
viene accuratamente evitata per il resto del tempo che
separa le forze “progressiste” dalle elezioni. A volte, ma
non troppo spesso, viene ritirata fuori pochi giorni pri-
ma di questa quando i sondaggi rivelano loro che non
hanno possibilità alcuna di vittoria.
La vittoria di Giorgia Meloni, da sempre appartenente
all’estrema destra romana, è frutto dei giochi di potere
interni al polo Berlusconiano. Infatti questo, in attesa
che il suo leader maximo saluti prima o poi questo
mondo mortale (e di conseguenza ci sia resa nota la
figura di riferimento che sappia mantenere gli equili-
bri dei poteri in Italia, compito che il Silvio di Arcore
ereditò dalla DC), deve cercare di tenere stretti i suoi
elettori attorno a figure populiste e appetibili all’italia-
no medio. Queste, se poi o risultano poco presentabili
in Europa (vedi Matteo Salvini) oppure non sanno sta-
re al loro posto (vedi il dimenticato Gianfranco Fini),
verranno rapidamente ridimensionate in pochi giorni
dall’efficacissima propaganda gestita da Arcore.
In questo momento, serviva un partito forte-ma-non-
troppo che giocasse sulle solite facili questioni (immi-
grati, “quando c’era la lira andava tutto bene”, genitore
1 e 2 e, ovviamente l’eterno: “i bambini! perché nessu-
no pensa ai bambini?”) e con i voti fidelizzati, di fronte
agli sfaceli pentastellati o piddini, si sarebbe raggiunto
l’obiettivo con il minimo sforzo.
E la parola con la F?
Le proteste per l’elezione di La Russa e Fontana alla
seconda e terza carica dello Stato hanno, ovviamente
risvegliato una protesta popolare. Ma è sul fronte cul-
turale che la sfida deve essere ripresa.
Qualche tempo fa, la bravissima Michela Murgia, ha
quasi creato uno scandalo con il suo “Istruzioni per
diventare fascisti”. Il libro conteneva un test in cui,
rispondendo alle apposite domande, tutti potevano co-
noscere la propria percentuale di fascismo. Ciò fece sal-
tare i nervi anche al moderato Gramellini che dai suoi
editoriali sul corsera lanciava strali contro l’autrice a
causa della, secondo lui inverosimilmente alta, percen-
tuale di fascismo ottenuta nello svolgere il test.
Guarda caso però, lo stesso Gramellini, poco tempo
dopo si lanciava in imbarazzanti rimbrotti paternalisti
(e il paternalismo è ovviamente legato alla cultura
machista che per l’appunto secondo Umbero Eco è una prossimo e aver paura del diverso e dello sconosciuto
delle caratteristiche del “fascismo eterno”) verso Silvia deriva dall’aver vissuto la maggior parte della nostra
Aisha Romano, la ragazza cooperante rapita in Kenia esistenza (190.000 anni, minuto più minuto meno) in
in quei giorni. Inutile specificare che, secondo il mo- piccoli gruppi di poche decine di homo sapiens in cui la
derato editorialista, la ragazza avrebbe fatto meglio a cooperazione interna era fondamentale così come di-
starsene in Italia invece di andar a cercar rogne come fendere le proprie risorse.
crocerossina in paesi pericolosi. È più che comprensibile anche la diffiden-
Ora, prima che qualcuno pensi che vo- za verso l’industrializzazione e il mo-
gliamo portare il povero Gramel- dernismo, come nel caso di J.R.R.
lini al tribunale speciale per Tolkien[4] che era preoccupa-
l’identificazione dei fasci- to per la devastazione del
sti, rileggiamo i 14 punti mondo dopo aver visto ciò
che Umberto Eco pone che aveva combinato il
come caratteristiche genere umano nelle
comuni ai movi- due guerre mondiali.
menti fascisti e ra- Ed è assolutamen-
gioniamoci sopra. te comprensibile
Qual è il punto anche la mania
del discorso? di complottismo,
Che basta un soprattutto
punto dell’elen- quando si vive in
co per richiede- un paese dove è
re che un parti- difficile credere
to sia messo al alle versioni uffi-
bando o che ad ciali di Ustica, di
una persona, ap- Pinelli, della scuo-
puntare una croce la Diaz a Genova, di
celtica gialla al pet- Stefano Cucchi ec-
to per riconoscere i cetera, eccetera, ec-
fascisti? cetera.
Ovviamente no. Ma comprensibile non
vuol dire che sia sempre
Quello che andrebbe fatto è giustificabile, e la questione
ragionare sul perché queste “ar- non è solo semantica.
gomentazioni politiche” fanno sem- In queste ore, mentre la politica gronda
pre presa sulla popolazione e come contra- solidarietà verso La Russa e Fontana per delle
stare il facile populismo e la scontata demagogia che scritte sui muri, Paola Egonu eccezionale atleta del no-
sfrutta comprensibili situazioni in cui le persone hanno stro italvolley, ha confessato in lacrime quanto possano
paura. far male le ripetute domande “ma tu sei italiana?” per
Ad esempio, è comprensibile che le persone abbia- poi sentire il retorico inno nazionale prima di entrare
no paura del diverso, è un meccanismo evolutivo in in campo.
conflitto con l’empatia. Sul tema sono stati scritti nu- Allora facciamolo tutti il test sul razzismo proposto
merosi saggi divulgativi a cui rimandiamo chi volesse dalla Murgia. Poi, di fronte a percentuali “anomale”
approfondire, in estrema e brutale sintesi si può dire facciamoci anche delle domande e magari, una volta
che questa schizofrenia fra il provare empatia per il tanto, diamoci anche delle risposte. 

[1] Ribadiamo, qualora ce ne fosse bisogno, che la parola “politica”
per noi ha un senso diverso da quello oggi comunemente connesso
alle attività di qualsivoglia partito. Noi ci rifacciamo alla definizio-
ne greca connessa alla pòlis.
[2] L’ashtag #laparolaconlaF è stato lanciato dai Wu Ming diverso
tempo fa su twitter per sottolineare la pavidità della stampa italica.
[3] Rimandiamo alla pagina di wikipedia e alle fonti
in essa contenuti per i dettagli di uno dei tanti folklo-
ristici misteri italiani: https://it.wikipedia.org/wiki/
Movimento_Fascismo_e_Libertà_-_Partito_Sociali-
sta_Nazionale
[4] Sull’appropriazione negli anni ‘70 da parte dei neo-fascisti ita-
liani della Terra di Mezzo, dei miti celtici e di buona parte della
letteratura fantasy fino ad arrivare all’assurdità dell’Msi che or-
ganizzava i campi Hobbit (chissà, magari fumavano erba pipa, noi
non possiamo saperlo visto che non ci siamo andati) c’è ormai una
vasta gamma di produzione letteraria e saggistica che consente un
adeguata ricollocazione dell’opera Tolkienana quanto meno in un
ottica antirazzista. Oltre ai già citati Wu Ming, consigliamo di se-
guire gli articoli di Loredana Lipperini e i lavori dell’Associazione
Italiani Studi Tolkienani www.jrrtolkien.it
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Civiltà Laica Numero 35 7

IL FASCISMO ETERNO
o ur-fascismo secondo Umberto Eco

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