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CNN NOTIZIE

notiziario di informazione del Consiglio Nazionale del Notariato


a cura di: ERNESTO QUINTO BASSI e GIULIA CLARIZIO in redazione: ISABELLA IACOBINI, ENRICO MOZZATI e CHIARA VALENTINI contatti: cnn.redazione@notariato.it trasmissione via Internet: NOTARTEL S.p.A. sito web del CNN: www.notariato.it Anno 13, numero 93 Roma, 18 maggio 2009

SOMMARIO Primo Piano Consiglio Nazionale Adunanza del 16 e 17 aprile 2009: comunicato. (A cura di Giovanni Vigneri). ................................................................................................................. 4

Studi di Impresa
Partecipazioni sociali e capitale sociale nelle cooperative. Studio n. 151-2008/I. (Emanuele Cusa). ................................................................................................................. 31

COMUNICAZIONI DEL NOTARIATO Consiglio Nazionale Il nuovo elenco dei "conti dormienti". (Nota della Redazione). ................................................................................................................. 17 Le entrate tributarie nel periodo gennaio - marzo 2009. (Nota della Redazione). ................................................................................................................. 18 Dai Distretti Soncino: aperto lo sportello di consulenza gratuita in collaborazione con il Comune. (Roberto Antonioli).

................................................................................................................. 19 Modena: Porte Aperte al Consiglio Notarile. (Flavia Fiocchi). ................................................................................................................. 20

IN QUESTO NUMERO

Prassi
Regolamento recante: Disposizioni di attuazione e di coordinamento delle norme contenute nei commi 58 e 59 dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 in materia di determinazione del reddito dei soggetti tenuti alla adozione dei prinicipi contabili internazionali. (Ministero dell'Economia e delle Finanze. Decreto 1 aprile 2009, n. 48). ................................................................................................................. 21 Atti internazionali entrati in vigore per l'Italia non soggetti a legge di autorizzazione alla ratifica. Atti internazionali soggetti a legge di autorizzazione alla ratifica o approvati con decreto del Presidente della Repubblica. (Ministero degli Affari Esteri. Comunicato). ................................................................................................................. 25 Ulteriori interventi urgenti diretti a fronteggiare gli eventi sismici verificatisi nella regione Abruzzo il giorno 6 aprile 2009 e altre disposizioni urgenti di protezione civile. (Ordinanza n. 3766). (Presidente del Consiglio dei Ministri. Ordinanza 8 maggio 2009). ................................................................................................................. 26 Individuazione delle fondazioni, associazioni, comitati ed enti, per il cui tramite possono essere effettuate erogazioni liberali deducibili dal reddito d'impresa, a favore delle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009. (Ufficio territoriale del governo dell'Aquila. Decreto 5 maggio 2009). ................................................................................................................. 29 Passaggio dal demanio al patrimonio dello Stato di un ex serbatoio idrico con area di pertinenza nel comune di Bolano. (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Comunicato). ................................................................................................................. 30

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CNN Notizie del 18 maggio 2009

COMUNICAZIONI DEL NOTARIATO Consiglio Nazionale

Adunanza del 16 e 17 aprile 2009: comunicato

Adunanza del 16 aprile Alla riunione sono presenti tutti i Consiglieri tutti i Revisori, tranne il Consigliere Guglielmo Labonia e il Revisore dei Conti Carlo Bordieri. Gli argomenti allordine del giorno sono: 1) Approvazione verbali nr. 105 e 106 del 25 marzo 2009. 2) Modalit della comunicazione lavori consiliari alla categoria (Rel. Presidente). 3) Comunicazioni del Presidente e dei Consiglieri. 4) Osservatorio di Deontologia, Gruppo di Studio sul Nuovo

Disciplinare, Comitato Ordinatore dei Congressi, Comitato Esecutivo del Congresso di Venezia, Comitato Esecutivo: determinazioni urgenti. 5) Richiesta istituzione Commissione Comunicazione (Rel. Grimaldi). 6) Riforma ordinamento: costituzione gruppi di lavoro (Rel.

Presidente). 7) Banca Dati Deontologia (Rell. Presidente e Grimaldi). 8) Valutazione indagine AGCM (Rel. Barone). 9) Societ ed enti partecipati: a) delibera relativa al mantenimento della partecipazione del CNN (ex. art. 3 comma 28 della legge 244/2007). Eventuali modifiche statutarie. b) relazione N Servizi per lanno 2008 e delibera di indirizzo per lanno 2009 (Rel. Caserta). c) Notartel S.p.a.: - bilancio 2008 - budget 2009 d) e) nomina componente CdA N Servizi. Assonotar modifiche statutarie ed esame bilancio al 31 dicembre 2008.

f) g)

ADR Notariato Bilancio 2008 e determinazioni. rapporti Fondazione Consiglio Nazionale. 10)Delibera quadro in tema di tariffa (Rell. Barzellotti e Vigneri). 11)Protocollo dintesa tra la Federazione Svizzera dei Notai e il CNN e Nortartel S.p.a. (Rell. Barzellotti e Barone). 12)Convenzione IDEDI (Rel. Quartuccio). 13)Concorso: valutazione iniziative utili. 14)Commissioni consiliari. 15)Nomina bilancio). 16)Variazione di Bilancio 17)Varie ed eventuali. delegato Assemblea Assocertificatori (approvazione

Dopo lapprovazione dei verbali della precedente riunione si passa a trattare il secondo oggetto dellordine del giorno Modalit della comunicazione lavori consiliari alla categoria e il Presidente Piccoli riferisce come da parte di alcuni Consigli Distrettuali stato manifestato il desiderio di una maggiore sollecitudine nellinformazione alla Categoria sullo svolgimento delle riunioni di Consiglio e una maggiore rapidit nellinformazione delle delibere assunte dal Consiglio stesso. Preso atto dellassenza di alcuni Consiglieri rinvia la discussione su tale argomento a prossima seduta.

Si passa quindi a trattare largomento Comunicazioni del Presidente e dei Consiglieri.

Il Presidente Piccoli informa il Consiglio dellIncontro con il Consigliere Luigi Frunzio - Direttore Generale presso il Dipartimento per gli affari di Giustizia col quale sono stati trattati argomenti di interesse immediato per la Categoria.

Informa altres il Consiglio dellIncontro con il Sottosegretario di Stato all'Economia e alle Finanze onorevole Vegas col quale stata esaminata la situazione politico parlamentare e la questione del deposito del prezzo presso il notaio.

A questo punto della riunione interviene il Presidente del Consiglio Distrettuale dellAquila, Sulmona, Avezzano, Antonio Battaglia e il Segretario del medesimo Consiglio, Vincenzo Galeota. Dopo un caloroso saluto il Presidente Piccoli riferisce

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dei colloqui intercorsi con la Dott.ssa Gabriella Alemanno (Direttore dell Agenzia del Territorio) per le problematiche connesse con la Conservatoria dei Registri Immobiliari e con la dott.ssa Augusta Iannini (Capo dellUfficio Legislativo presso il ministero della Giustizia). Il Consigliere Donatella Quartuccio ricorda come il terremoto, che ha colpito la citt dellAquila, verr ricordato come il terremoto dei giovani, nei confronti dei quali occorre rivolgere il pi ampio aiuto e ritiene importante anche sollecitare le sotware houses a collaborare per la ripresa del lavoro negli studi notarili che sono stati distrutti. Il Presidente Battaglia informa il Consiglio della situazione che s verificata allAquila a seguito al terremoto sia con riferimento agli studi, che hanno subito gravissimi danni, sia con riferimento alla situazione della Conservatoria dei RR.II. Informa altres come, insieme alla Prefettura e al Comune dellAquila si stia cercando di allestire un ufficio dove tutti i cittadini possano contattare i notai del distretto. Riferisce che in tale sede, potrebbe essere ubicato anche larchivio notarile locale, la cui sede andata distrutta. I Consiglieri esprimono la loro solidariet e, in particolare, il Consigliere Barzellotti, Presidente di Notartel, precisa che sono stati sospesi tutti i pagamenti dovuti a qualsiasi titolo da parte dei notai residenti nei comuni terremotati. Il Presidente Piccoli comunica che verr valutata la possibilit di aprire un conto corrente intitolato Notai per lAquila al fine di raccogliere fondi da destinare, daccordo con il Consiglio distrettuale dei distretti riuniti dellAquila, Sulmona e Avezzano, ad una iniziativa specifica come contributo del Notariato Italiano alla comunit dellAquila.

Dopo che il Presidente Antonio Battaglia e il Segretario Vincenzo Galeota si sono allontanati, su proposta del Presidente Paolo Piccoli, il Consiglio delibera di emettere il seguente comunicato: Il Consiglio Nazionale del Notariato ha ricevuto il Presidente del Consiglio Notarile dei Distretti riuniti dal de L'Aquila, Sulmona e Avezzano per Antonio valutare Battaglia,accompagnato consigliere Vincenzo Galeota,

congiuntamente le iniziative da assumere a seguito del terremoto in Abruzzo. Il Presidente Battaglia con il Consigliere Nazionale Donatella Quartuccio hanno illustrato la situazione determinata dal sisma e le iniziative in atto per riavviare in tempi rapidi lattivit notarile. Il Consiglio Nazionale del Notariato ha assicurato il proprio appoggio nei contatti con le strutture centrali dellAmministrazione al fine di ripristinare nel pi breve tempo possibile la funzionalit dei servizi. In accordo con il Presidente Battaglia il CNN ha deciso di istituire un fondo su cui potranno affluire le somme di solidariet dei colleghi e, allo scopo, ogni consigliere nazionale e revisore ha messo a disposizione personalmente la somma di 1000 euro per avviare

concretamente la sottoscrizione. La destinazione dei fondi per contribuire alla ricostruzione di una struttura specifica come contributo del Notariato Italiano alla comunit de LAquila verr stabilita in accordo con il Consiglio Notarile dei distretti riuniti de L'Aquila, Sulmona e Avezzano. Nei prossimi giorni sar comunicato il numero di conto corrente intitolato Notai per lAquila. Inoltre, gioved prossimo il Presidente Paolo Piccoli incontrer a LAquila i notai dei distretti riuniti di L'Aquila, Sulmona e Avezzano insieme al Presidente Battaglia e al Consigliere Donatella Quartuccio.

Si torna quindi a trattare largomento Comunicazioni del Presidente e dei Consiglieri. Il Presidente riferisce della proposta di legge dellOnorevole Pecorella in tema di tariffa e societ interprofessionali. Il Presidente comunica che invier lettera di sollecito ai Consigli Distrettuali ritardatari nellinvio di risposta alla Richiesta delle relazioni annuali. Il Presidente Piccoli riferisce che la dott.ssa Augusta Iannini (Capo dellufficio Legislativo presso il Ministero della Giustizia) abbia di recente sottolineato in un pubblico intervento il possibile ruolo dei notai nella conciliazione e mediazione al fine di snellire larretrato della giustizia nel processo civile. Quindi il Consigliere Roberto Barone riferisce dellIncontro bilaterale Notariato francese/Notariato Italiano svoltosi a Parigi, durante il quale sono state discusse problematiche del Notariato dei due Paesi ed i principali problemi di attualit in sede europea. Su proposta del Consigliere Barone il Consiglio ha ratificato la nomina del Notaio Valerio Auriemma come esperto per la ARERT(Rete Europea dei Registri Testamentari). Successivamente il Consiglio nomina allunanimit il notaio Gianfranco Cond nella Commissione di deontologia europea. Il Consiglio, quindi, d mandato al Presidente Piccoli di sottoscrivere il Protocollo dintesa tra la Federazione Svizzera dei Notai, il CNN e la Nortartel S.p.a. per lutilizzo di tecnologie telematiche italiane da parte del notariato svizzero. Il Consigliere Ernesto Quinto Bassi informa il Consiglio della riunione dellADR, svoltasi il 14 aprile 2009 e durante la quale stato approvato il progetto di bilancio dellADR; segnala che oltre 180 singoli notai hanno manifestato la volont di aderire alla societ. Il Consigliere Giuliana Bartolini informa i Consiglieri che durante la Fiera internazionale del libro, che si svolger a Torino in data 14 15 - 16 maggio 2009, sono stati organizzati due eventi.

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Il Consigliere Bruno Barzellotti, in materia di Antiriciclaggio richiama la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del decreto 27 febbraio 2009 del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che attribuisce al CNN la facolt di ricevere le segnalazioni di operazioni sospette previste dall'articolo 41 del D.Lgs. n.231/2007, segnalazioni da trasmettere alla Unit di Informazione Finanziaria (UIF). Segnala come tale decreto debba essere accompagnato da un protocollo d'intesa sottoscritto dal CNN e dall'UIF che disciplina le tecniche e modalit con le quali devono avvenire le segnalazioni. Segnala ancora che, in risposta a richiesta del CNN del 12 marzo 2009, il Ministero dellEconomia e Finanze ha fornito chiarimenti riguardo allarticolo 49 del D.Lgs. 231/2007 in materia di pagamenti di effetti presso cassa cambiali e pagamenti frazionati nei casi in cui i suddetti pagamenti siano pari o superiori al limite di legge. Il Ministero ha condiviso linterpretazione gi data dal Consiglio Nazionale ed ha ritenuto consentita al notaio la possibilit di ricevere il pagamento di cambiali ed assegni su contanti per importi pari o superiori ai limiti di legge. Nella risposta il Ministero ha chiarito altres che i limiti di pagamento in contanti, libretti e titoli al portatore, nel caso di pagamento rateale, debbano essere considerati nellambito di ogni singolo pagamento, e non con riguardo al valore delloperazione, determinato dalla somma dei pagamenti rateali. In merito alla problematica concernente la verifica antiriciclaggio nel caso di intervento di societ fiduciaria il Ministero ha precisato che gli obblighi di verifica riguardano anche il fiduciante: tale argomento sar oggetto di approfondimento da parte del gruppo di studio antiriciclaggio. Il Consigliere Bruno Volpe propone la nomina di una commissione che approfondisca gli aspetti inerenti al processo telematico allo scopo di cercare di essere operativi nel pi breve tempo possibile. Propone che ne facciano parte il Dott. Pasquale Liccardi, il Dott. Matteucci (preposto al Tribunale di Verona), il Prof. Ernesto Fabiani, il Not. Maurizio Marino, il Not. Ferdinando Fiandaca e il Not. Vincenzo Gunnella. Il Consiglio approva. Il Notaio Francesco G. Nardone informa di avere ricevuto dal dott. Massimo Mellacina, consigliere del CNDCEC, la Tariffa per la determinazione degli onorari sulle esecuzioni immobiliari spettanti ai professionisti delegati, bozza elaborata da una commissione congiunta CNDCEC e CNF. Rispetto al precedente impianto sono state apportate variazioni terminologiche ed anche modifiche sostanziali sullammontare dei compensi complessivamente dovuti al professionista delegato. Illustra i contenuti della Tariffa. A conclusione dellillustrazione e della discussione che ne segue si rileva come sia opportuno che vengano inseriti aspetti che attengono esclusivamente alla

categoria notarile e aderire alla bozza in vista del parere che verr richiesto dal Ministero della Giustizia. Il Consigliere Gian Vittorio Cafagno riferisce dellIncontro con lAvv. De Tilla, nuovo Presidente dellOUA e della proposta di coinvolgere i notai nella preparazione di un convegno a Napoli sulle problematiche attinenti allistituzione del Tribunale della famiglia. Il Consigliere Giovanni Vigneri informa il Consiglio dellIncontro con il Garante per la protezione dei dati personali, al quale hanno partecipato il Consigliere Barzellotti, i notai Arcella e Gunnella, oltre che il Direttore del Consiglio Nazionale, Massimo Pensato con lufficio del Garante per la protezione. Alla riunione ha partecipato il Presidente dellAutorit Francesco Pizzetti, il segretario generale Filippo Patroni Griffi e il dott. Lattanzi. Lincontro stato preceduto da lettera in cui si illustravano le caratteristiche della procedura che il Consiglio Nazionale si propone di adottare in materia di conservazione ed elaborazione statistica di dati concernenti lattivit dei Notai. Sono state illustrate al Garante le utilit sottese a tale raccolta. stato sottolineato come tali dati sono resi anonimi in quanto dati personali ma non dati sensibili. Il Garante si reso conto dellutilit istituzionale per il Consiglio di avere dati statistici ed ha chiesto di fornire dati tecnici sul tipo di notizie richieste ai singoli notai e sulle modalit adottate per garantire lanonimato. Il Garante, una volta ricevuti i chiarimenti richiesti, fornir entro un termine breve un parere sulla procedura, che in linea di massima non ha reputato in contrasto con alcuna norma che coinvolga profili di violazione della normativa in tema di privacy. In merito al Consiglio di amministrazione dellADR il CNN autorizza il Presidente a nominare soggetti esterni al Consiglio stante lindisponibilit dei Consiglieri Nazionali a farne parte, anche in vista della uscita del Consiglio Nazionale dalla societ, necessitata dalle norme in materia di societ detenute da enti pubblici.

Sul quarto punto allordine del giorno Osservatorio di Deontologia, Gruppo di Studio sul Nuovo Disciplinare, del Comitato di Ordinatore dei Congressi, Comitato Esecutivo Congresso Venezia, Comitato

Esecutivo: determinazioni urgenti, il Presidente Piccoli informa il Consiglio sulla situazione che si venuta a creare a seguito delle vicende che riguardano il Consigliere Labonia. Richiama il comunicato immediatamente diffuso alla stampa e pubblicato in CNN Notizie del 3 aprile 2009, con il quale il Consiglio Nazionale ribadiva piena fiducia nei confronti della magistratura e nel frattempo, cautelativamente, provvedeva a sospendere il notaio Labonia dagli incarichi ricoperti nel Consiglio Nazionale. Riferisce dei contatti con il Presidente del Consiglio distrettuale di Cosenza, Rossano, Paola, Castrovillari, Notaio Giglio. Comunica la
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sospensione cautelare disposta ex art. 158 sexies L.N. dalla COREDI, che non determina, per la sua natura transeunte, la decadenza dalla carica di Consigliere Nazionale prevista invece dallart. 138 L.N..

Adunanza del 17 aprile Allinizio della riunione viene stabilito che il Comitato Notai per LAquila sia composto dal Presidente Piccoli, dal Segretario Bolognesi, dal Consigliere Quartuccio, dal Presidente del Consiglio distrettuale de lAquila Sulmona, Avezzano Battaglia e dal Direttore Generale Pensato; verr istituito un fondo su cui potranno affluire le somme di solidariet dei colleghi.

Viene poi ripresa la discussione sul quarto oggetto allordine del giorno Osservatorio di Deontologia, Gruppo di Studio sul Nuovo Disciplinare, Comitato Ordinatore dei Congressi, Comitato Esecutivo del Congresso di Venezia, Comitato Esecutivo: determinazioni urgenti. Viene stabilito di procedere alla sostituzione degli incarichi attualmente ricoperti dal Consigliere Labonia, poich nel comparto deontologia il Consigliere Grimaldi ricopre gli incarichi specifici di Coordinatore della Banca Dati Deontologia e della Commissione CO.RE.DI., che non si estendono automaticamente agli altri incarichi del settore. A seguito di votazione, quale co-coordinatore dellOsservatorio di Deontologia, viene nominato il Consigliere Ilario Marsano. Lo stesso viene nominato a coordinare il Gruppo di Studio sul Nuovo Disciplinare. A far parte del Comitato Ordinatore dei Congressi e del Comitato Esecutivo del Congresso di Venezia viene nominato il Vice Presidente Paolo Setti. Infine a far parte del Comitato Esecutivo del Consiglio Nazionale viene chiamato il Consigliere Bruno Barzellotti. Le decisioni sono state prese a scrutinio segreto a maggioranza.

Sul

quinto

oggetto

dellordine il

del

giorno

Richiesta Grimaldi

istituzione illustra la

Commissione

Comunicazione

Consigliere

Agostino

necessit di istituire una commissione comunicazione che costituisca guida collegiale per tale settore. Osserva come non siano da seguire i modelli manageriali monocratici allinterno di un gruppo ristretto quale quello del Consiglio Nazionale. Ritiene che il lavoro svolto fino ad ora debba essere tramandato anche al futuro Consiglio mediante un allargamento delle responsabilit ad esso connesse. Propone pertanto listituzione di una commissione con tre Consiglieri come componenti e il

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Consigliere Clarizio come coordinatore. La discussione vede a confronto le opinioni di chi sostiene che la

comunicazione abbia necessit di un riferimento allintero Consiglio Nazionale e non ad una commissione ristretta. Inoltre, v spesso necessit di reazione rapida senza la quale si rischierebbe di perdere occasioni decisive. Ancora, sulle questioni pi rilevanti sempre stato sentito il parere del Consiglio Nazionale. Infine, stata gi istituita una commissione allo scopo di proporre progetti di interventi di mediolungo periodo sui mass media e sui giornali. Altra opinione viene sostenuta da chi ritiene che la comunicazione deve essere patrimonio di tutto il Consiglio e non solo di pochi, ritiene doveroso da parte del Consiglio istituire una commissione composta dai Consiglieri rieleggibili. Viene da parte del Presidente precisato che la struttura del settore comunicazione del CNN stata realizzata in modo che sia in grado di funzionare e dare il massimo supporto e la massima funzionalit indipendentemente da chi la coordini. E auspicabile semmai l'istituzione di incontri dove la struttura della comunicazione sia illustrata ai Consiglieri interessati, che dovrebbero anche partecipare a corsi formativi specifici in materia. Al termine degli interventi prende la parola il Consigliere responsabile della Comunicazione Giulia Clarizio che ricordando come soltanto oggi si sia compresa appieno la rilevanza strategica del settore rivendica i risultati positivi fin qui raggiunti e sottolinea in particolare il coinvolgimento degli organi distrettuali locali e dell'intera categoria su tutto il territorio nazionale, in attuazione di un progetto intrapreso fin dall'inizio della consiliatura, come dimostrato dal successo del recente incontro romano. Sottolinea poi gli sforzi organizzativi compiuti per insediare una struttura interna al CNN di elevata e comprovata professionalit proprio nella consapevolezza che la Comunicazione non pu essere demandata esclusivamente alla buona volont di colleghi ancorch sensibili all'argomento, ma richiede il lavoro professionale di esperti del settore. Evidenzia quindi che questa struttura per le sue caratteristiche e per le finalit perseguite stata costituita in vista dell'esigenza di proseguire il lavoro anche dopo la fine della singola consiliatura e del mandato del suo coordinatore, ne sottolinea la significativa presenza sui media e la capacit di adempiere al suo ruolo con energia e piena lealt a CNN. Il Consiglio concorda, a conclusione del dibattito, sulla maggiore utilit di realizzare incontri informativi e corsi formativi aperti a tutti i Consiglieri.

Si passa quindi a trattare largomento Banca Dati Deontologia. Il Presidente Paolo Piccoli riferisce come sia stato richiesto che venga accelerata la

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pubblicazione delle pronunce delle COREDI, sia migliorandone laccessibilit dal punto di vista tecnologico che a mezzo di pi utili modalit di inserimento delle pronunce con la redazione di massime effettuata dai singoli estensori. Il Consigliere Agostino Grimaldi, responsabile del settore, osserva come la richiesta di inserire i nomi dei colleghi sanzionati dalla COREDI non sia ammissibile per questioni di riservatezza. Le stesse motivazioni inducono a non pubblicare i nomi dei relatori e degli estensori della decisione. Inoltre la formulazione delle massime da parte della Commissione risponde allesigenza di renderle pi oggettive ed omogenee. Durante la discussione che segue vengono valutati i pro e i contro della redazione della massima da parte dellestensore. In particolare si osserva come la centralizzazione delle massime sia un problema di razionalizzazione dellattivit e di urgenza nella pubblicazione di determinati provvedimenti. Si considera anche come la redazione della massima sia unattivit specifica e tecnica ai fini dellinserimento della stessa in una banca dati allo scopo di fornire alla categoria strumenti di conoscenza e di lavoro. Si rileva daltro canto che il lavoro della Commissione dovrebbe essere solo quello di catalogare e rendere le decisioni e le massime accessibili da parte della Categoria. A conclusione della discussione il Consiglio approva a maggioranza la proposta di chiedere alle COREDI di inviare insieme alla decisione anche la massima. Qualora ci non avvenga, la massima verr stesa dalla Commissione.

Si passa quindi a trattare il quindicesimo oggetto dellordine del giorno Nomina delegato Assemblea Assocertificatori (approvazione bilancio) e su proposta del Consigliere Barzellotti viene dato mandato allIng. Iacono di partecipare all'assemblea di Assocertificatori in rappresentanza del Consiglio.

Allinizio della parte pomeridiana della seduta viene trattato il nono oggetto, lett. f) ADR Notariato Bilancio 2008 e determinazioni e le conseguenti Variazioni di bilancio di cui al punto 16). Il Presidente comunica che il bilancio di ADR, con le sovvenzioni messe a disposizioni dal Consiglio, si chiuder in pareggio e che, peraltro, non ci saranno altre anticipazioni da parte del Consiglio stesso,dovendo il Consiglio dismettere le proprie partecipazioni. Riferisce che stato nominato, in base a quanto deciso nella precedente riunione del Consiglio, il nuovo Consiglio di amministrazione dell ADR che risulta composto dal Consigliere Ernesto Q. Bassi, Presidente, Avv. Massimo Grimaldi e Notaio Alberto Vladimiro Capasso.

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Sul

sesto

oggetto

nellordine

del

giorno

Riforma

ordinamento:

costituzione gruppi di lavoro, il Consiglio allunanimit dei presenti approva la seguente composizione dei gruppi per lapprofondimento dei temi gi fissati nella bozza di delega approvata dal Consiglio allunanimit nella seduta del 5 settembre 2008. Il Presidente chiede di non farne parte per mantenere la funzione di garante delle diverse posizioni quando il dibattito approder in Consiglio.

1. Legge notarile: Guido Bolognesi, Coordinatore Giulia Clarizio Francesco Giambattista Nardone Donatella Quartuccio Paolo Setti 2. Ordinamento delle istituzioni notarili: Ernesto Quinto Bassi, Coordinatore Guido Bolognesi Pietro Caserta Giulia Clarizio Agostino Grimaldi Pasquale Macchiarelli Francesco Giambattista Nardone 3. Tariffa: Giuliana Bartolini, Coordinatore Bruno Barzellotti Guido Bolognesi Giovanni Vigneri Bruno Volpe 4. Ausiliari del notaio Bruno Frauenfelder, Coordinatore Roberto Barone Guido Bolognesi Gian Vittorio Cafagno Ilario Marsano Paolo Setti Federico Tassinari.
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Si

passa

quindi

discutere

lottavo

oggetto

dellordine

del

giorno

Valutazione indagine Autorit Garante della Concorrenza e del Mercato sui servizi professionali. Su invito del Presidente, il Consigliere Roberto Barone illustra sua relazione che si sofferma sul contenuto dell'indagine dell'Antitrust e rileva come la funzione notarile, che emerge dalla relazione, sia una professione nel pieno della concorrenza. Si sovverte inoltre lo stesso concetto storico di un corpus di norme deontologiche, che sono intese soltanto come norme dirette a tutela dei consumatori con uninterpretazione riduttiva di sistema. Il Consiglio, su proposta del Presidente, invita il Consigliere Barone, coadiuvato dallavv. Anselmo Barone e dal Notaio Pasqualis, a proseguire lapprofondimento prossima seduta. dellargomento per adottare un documento consigliare in

Viene anche rinviata a prossima riunione la discussione sulla parte del nono oggetto dellordine del giorno Societ ed enti partecipati: a) delibera relativa al mantenimento della partecipazione del CNN (ex. art. 3 comma 28 della legge 244/2007). Eventuali modifiche Statutarie; b) relazione N Servizi per lanno 2008 e delibera di indirizzo per lanno 2009.

Sul punto d) del nono oggetto Notartel S.p.a.: bilancio 2008; budget 2009, il Consigliere Bruno Barzellotti sottolinea che la partecipazione in Notartel s.p.a. tutela interessi fondamentali del Notariato. Le modifiche statutarie richieste dalla legge sono state gi adottate. Illustra il bilancio 2008 e il budget 2009. Evidenzia come il bilancio 2008 si chiuda con un risultato migliore rispetto al budget che era stato preventivato.La proposta del Consiglio di amministrazione quella di destinare lutile a riserva e quindi ad incremento patrimoniale. Riguardo al budget 2009 sottolinea come lo stesso sia stato approvato sulla base dei dati aggiornati a fine del 2008. Il Presidente Piccoli precisa che i punti su cui occorre assumere una delibera sono il mantenimento della partecipazione del Consiglio in Notartel e il mandato al Presidente di esprimere voto favorevole sullapprovazione del bilancio di Notartel e sulla distribuzione degli utili. Al termine della discussione il Consiglio d mandato al Presidente di esprimere voto favorevole sullapprovazione del bilancio di Notartel prevedendo la distribuzione degli utili ai soci. Viene pure deliberato allunanimit vista la legge 24 dicembre 2007, n. 244, recante Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello

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Stato (legge finanziaria 2008) e, in particolare, quanto previsto dallart. 3, comma 27 e seguenti, ritenuta propria competenza ad assumere le deliberazioni di cui allart. 3, comma 28, della citata legge n. 244 del 2007, considerato che la partecipazione attualmente, detenuta in Notartel s.p.a., pari al 90 per cento del suo capitale sociale, deve considerarsi strettamente necessaria per il perseguimento delle finalit istituzionali del Consiglio Nazionale del Notariato considerate le finalit istituzionali del Consiglio Nazionale del Notariato fissate dalla legge istitutiva dellEnte e in particolare quella di cui allart. 2, lett. e, della legge 3 agosto 1949, n.577, considerato che Notartel s.p.a. ha come oggetto sociale statutario lo svolgimento, tra le altre, delle seguenti attivit: realizzazione e gestione di sistemi informativi e telematici e di banche dati per il notariato italiano; realizzazione e gestione di sistemi informatici per la conservazione e certificazione di chiavi pubbliche per la generazione di firme digitali, nonch per la gestione ed apposizione di time-stamping (validazione temporale del documento informatico); diffusione di procedure informatiche e telematiche in campo notarile e legale; produzione di sistemi operativi, procedure e programmi elettronici sia di base che applicativi; considerato che attraverso lo svolgimento delle attivit di cui al suo oggetto sociale statutario Notartel s.p.a. pone in condizione la categoria dei notai di svolgere la loro attivit in modo adeguato alle metodologie informatiche e telematiche richieste nei rapporti e nelle comunicazioni con le pubbliche amministrazioni, considerato che attraverso lo svolgimento delle attivit di cui alloggetto sociale statutario di Notartel s.p.a. il Consiglio Nazionale in grado di svolgere la funzione di Autorit di Certificazione dei notai italiani (CA del notariato italiano) ed essere come tale iscritto nell'elenco pubblico dei certificatori della firma digitale tenuto dal CNIPA, potendo cos certificare le firme digitali dei notai nellesercizio delle loro funzioni; considerato quindi che la attivit di Notartel s.p.a. contribuisce a perseguire e tutelare interessi fondamentali del Notariato italiano e del suo Consiglio Nazionale che ne lorgano esponenziale; ritenuto che, per tutte le precedenti considerazioni, necessario autorizzare il mantenimento, ai sensi dellart. 3, comma 28, della citata legge n. 244 del 2007, della propria partecipazione sociale in Notartel s.p.a.; delibera di autorizzare, ai sensi e per gli effetti dellart. 3, comma 28, della legge n. 244 del 2007, il mantenimento della propria partecipazione sociale in Notartel s.p.a. per le ragioni sopra esposte che devono qui intendersi integralmente richiamate come motivazione della presente deliberazione, e, quindi, di mantenere e continuare a detenere detta partecipazione sociale.

Il Consiglio passa poi a trattare largomento Societ ed enti partecipati: e) Assonotar modifiche statutarie ed esame bilancio al 31 dicembre 2008. Il Consigliere Bruno Frauenfelder osserva come la strumentalit di
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Assonotar rispetto alle finalit istituzionali del Consiglio Nazionale del Notariato non possa essere messa in dubbio; ci anche considerato che lassicurazione obbligatoria di tutti in notai italiani nonch il fondo di garanzia sono stati posti dalla legge a carico del Consiglio. Ritiene, quindi, che le attivit svolte da Assonotar siano inerenti a quelle istituzionali del Consiglio Nazionale; tuttavia per lanalisi e discussione di tali profili chiede che si rinvii alla prossima riunione di Consiglio. Specifica che dovranno essere apportate delle modifiche allo statuto, per adeguare questultimo alla normativa vigente. Su richiesta del Consiglio il Direttore dr. Pensato riferisce come sia lavv. Spadafora che il Dott. Offman invieranno nei prossimi giorni le loro valutazioni in vista del nuovo contratto di assicurazione per la r.c. professionale dei notai. Quindi il Consiglio d mandato al Presidente di approvare il bilancio di Assonotar rinviando alla prossima seduta la delibera in merito alla partecipazione.

Viene quindi posto in discussione il dodicesimo oggetto dellordine del giorno Convenzione IDEDI. Il Vice presidente Paolo Setti comunica che lIDEDI unassociazione nazionale nata con lobiettivo di costruire un lessico giuridico interculturale. Consiste in un gruppo di universitari di area giuridica, filosofica, medica, che cercano di creare una sorta di Intercultura, Democrazia Diritto. Si rileva come tale impegno non crei impegni finanziari per il Consiglio. Il Consiglio approva la possibilit di procedere a verificare la piattaforma di collaborazione. Altri argomenti allordine del giorno sono stati rinviati.

A cura di Giovanni Vigneri

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Consiglio Nazionale

Il nuovo elenco dei "conti dormienti"

Da oggi disponibile sul sito del ministero dell'Economia e delle Finanze l'elenco dei conti per i quali si sono verificati i requisiti di dormienza tra il 17 agosto 2007 e il 31 dicembre 2008. Si tratta di 35.426 rapporti per un importo complessivo di 47.143.850,09 euro. In particolare l'elenco riguarda quei rapporti contrattuali (conti correnti, azioni e obbligazioni, fondi comuni, certificati di deposito) di importo superiore a 100 euro, per i quali non sia stata effettuata alcuna operazione, n dal titolare, n da un suo delegato, nel corso degli ultimi dieci anni. Gli intermediari finanziari hanno tempo fino al 31 maggio per effettuare il versamento al Fondo e fino ad allora gli interessati potranno rivolgersi agli stessi intermediari per "rianimare" i depositi in questione. Dopo tale data ci si potr rivolgere direttamente al Ministero per chiedere la restituzione delle somme reclamate, entro i normali termini di prescrizione. Sempre entro il 31 maggio stessa sorte per gli importi relativi ad assegni circolari e polizze vita che non sono stati riscossi. L'ammontare delle somme (si tratta, per, di dati ancora parziali) di 231.125.498,39 euro per gli assegni e di 7.863.789,22 euro per le polizze. Vai al sito del Ministero http://www.tesoro.it/depositi-dormienti/ Nota della Redazione

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Consiglio Nazionale

Le entrate tributarie nel periodo gennaio - marzo 2009

Sul portale del Ministero delle Finanze stato pubblicato il Bollettino delle entrate tributarie relativo al mese di gennaio - marzo 2009, rilevate secondo il criterio della competenza giuridico-contabile. E presente anche la serie storica delle entrate tributarie dal 2002 in poi. Per leggere i documenti vai al sito http://www.finanze.gov.it/export/finanze/studi_statistiche/entrate_tributarie/i ndex.htm Nota della Redazione

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Dai Distretti

Soncino: aperto lo sportello di consulenza gratuita in collaborazione con il Comune

A partire dal mese di aprile stato istituito d'iniziativa con il Comune di Soncino (CR) e d'intesa con il Consiglio Notarile di Cremona e Crema lo sportello di consulenza gratuita in materia giuridico notarile. Il servizio di consulenza viene svolto anche senza appuntamento ogni terzo sabato del mese, dalle ore 9.30 alle 11.30, presso la sede del Municipio e garantito dal notaio Giuseppe Cristaldi. Per maggiori informazioni ci si pu direttamente rivolgere all'ufficio di Segreteria del Comune. Roberto Antonioli

CNN Notizie del 18 maggio 2009

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Dai Distretti

Modena: Porte Aperte al Consiglio Notarile

Il Consiglio Notarile di Modena apre le porte agli utenti sia italiani che stranieri. Dal giorno 11 maggio fino al 25 giugno, dal luned al gioved dalle ore 17.00 alle 19.00, i notai modenesi ricevono i cittadini presso la sede di Corso Canalgrande 71, mettendosi a disposizione gratuitamente degli utenti per agevolare la conoscenza di problematiche giuridiche e tributarie relative ad acquisti di abitazioni, tassazioni sulla prima casa, problemi connessi all'urbanistica, regimi patrimoniali dei coniugi, successioni, testamenti e usufrutti. L'iniziativa rivolta in particolare alle fasce pi deboli della popolazione che non sempre hanno la disponibilit economica per richiedere un parere qualificato quando si tratta di assumere decisioni, sia a livello personale che familiare. Flavia Fiocchi

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IN QUESTO NUMERO

Prassi

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE DECRETO 1 aprile 2009, n. 48 Regolamento recante: Disposizioni di attuazione e di coordinamento delle norme contenute nei commi 58 e 59 dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 in materia di determinazione del reddito dei soggetti tenuti alla adozione dei principi contabili internazionali. (09G0057) (GU n. 111 del 15-5-2009 )

Testo in vigore dal 30 maggio 2009 IL MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE Visto l'articolo 1, commi da 58 a 61, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 recanti disposizioni per la razionalizzazione e semplificazione del processo di determinazione del reddito dei soggetti tenuti all'adozione dei principi contabili internazionali di cui al regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 luglio 2002; Visto, in particolare, il comma 60 dell'articolo 1 della medesima legge n. 244 del 2007 che demanda l'emanazione delle disposizioni di attuazione e di coordinamento delle norme contenute nei commi 58 e 59 ad apposito decreto del Ministro dell'economia e delle finanze; Visto il decreto legislativo 28 febbraio 2005, n. 38, recante esercizio delle opzioni previste dall'articolo 5 del regolamento (CE) n. 1606/2002 in materia di principi contabili internazionali; Visto il testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni; Visti gli articoli 2 e 23 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, concernenti l'istituzione del Ministero dell'economia e delle finanze; Visto l'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400; Udito il parere del Consiglio d Stato espresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza del 19 gennaio 2009; Vista la comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, a norma dell'articolo 17, comma 3, della legge n. 400 del 1988, effettuata con nota n. 33909/UCL, del 17 marzo 2009; Adotta il seguente regolamento: Art. 1.

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Definizioni 1. Ai fini dell'applicazione della disciplina contenuta nell'articolo 1, commi da 58 a 61, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 e nel presente regolamento, si intendono per: a) IAS: i principi contabili internazionali di cui al regolamento (CE) n. 1606 del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 luglio 2002; b) soggetti IAS: i soggetti che redigono il bilancio d'esercizio in base ai principi contabili internazionali di cui al regolamento (CE) n. 1606 del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 luglio 2002; c) finanziaria 2008: la legge 24 dicembre 2007, n. 244; d) testo unico: il testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. Art. 2. Criteri di qualificazione, imputazione temporale e classificazione in bilancio previsti dagli IAS 1. Ai sensi dell'articolo 83, comma 1, terzo periodo, del testo unico, per i soggetti IAS assumono rilevanza, ai fini dell'applicazione del Capo II, Sezione I, del testo unico, gli elementi reddituali e patrimoniali rappresentati in bilancio in base al criterio della prevalenza della sostanza sulla forma previsto dagli IAS. Conseguentemente, devono intendersi non applicabili a tali soggetti le disposizioni dell'articolo 109, commi 1 e 2, del testo unico, nonch ogni altra disposizione di determinazione del reddito che assuma i componenti reddituali e patrimoniali in base a regole di rappresentazione non conformi all'anzidetto criterio. 2. Anche ai soggetti IAS, fermo restando quanto previsto al comma 1, si applicano le disposizioni del Capo II, Sezione I del testo unico che prevedono limiti quantitativi alla deduzione di componenti negativi o la loro esclusione o ne dispongono la ripartizione in pi periodi di imposta, nonch quelle che esentano o escludono, parzialmente o totalmente, dalla formazione del reddito imponibile componenti positivi, comunque denominati, o ne consentono la ripartizione in pi periodi di imposta, e quelle che stabiliscono la rilevanza di componenti positivi o negativi nell'esercizio, rispettivamente, della loro percezione o del loro pagamento. Concorrono comunque alla formazione del reddito imponibile i componenti positivi e negativi, fiscalmente rilevanti ai sensi delle disposizioni dello stesso testo unico, imputati direttamente a patrimonio per effetto dell'applicazione degli IAS. Resta, altres, ferma l'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 109, commi 3, con riferimento ai componenti da imputarsi al conto economico ovvero a patrimonio, e 4, lettera b), ultimo periodo, del testo unico. 3. Per i soggetti IAS, i limiti di cui all'articolo 106, commi 1 e 3, del testo unico, non si applicano alle differenze emergenti dalla prima iscrizione dei crediti ivi previsti. I soggetti cui si applica il comma 3 del citato articolo 106 possono, tuttavia, assoggettare anche le predette differenze di prima iscrizione ai limiti ivi indicati. 4. Per soggetti IAS, gli accantonamenti ai fondi di cui all'articolo 105, commi 1 e 2, del testo unico, deducibili in ciascun esercizio sono determinati in misura non superiore alla differenza fra l'importo complessivo dei fondi calcolati al termine dell'esercizio in conformit alle disposizioni legislative e contrattuali che regolano il

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rapporto di lavoro dei dipendenti, e l'importo di tali fondi fiscalmente riconosciuto al termine dell'esercizio precedente, assunto al netto degli utilizzi dell'esercizio. Concorrono a determinare gli accantonamenti tutte le componenti positive e negative iscritte a conto economico o a patrimonio netto in contropartita di detti fondi. Art. 3. Operazioni tra soggetti che redigono il bilancio in base agli IAS e soggetti che non li applicano 1. Il riconoscimento ai fini fiscali dei criteri di qualificazione, imputazione temporale e classificazione in bilancio adottati in base alla corretta applicazione degli IAS, non determina, in ogni caso, in capo al medesimo soggetto passivo d'imposta, doppia deduzione ovvero nessuna deduzione di componenti negativi n doppia tassazione ovvero nessuna tassazione di componenti positivi. 2. Nel caso di operazioni tra soggetti che redigono il bilancio in base agli IAS e soggetti che non li applicano la rilevazione e il trattamento ai fini fiscali di tali operazioni sono determinati, per ciascuno dei predetti soggetti, sulla base della corretta applicazione dei principi contabili da essi adottati. Analogo principio si applica nel caso di operazioni in cui entrambi i soggetti applicano gli IAS anche quando siano utilizzati differenti criteri di iscrizione e di cancellazione dal bilancio d attivit e passivit. 3. Fermi restando i criteri di imputazione temporale previsti dagli IAS eventualmente applicati, il regime fiscale individuato sulla base della natura giuridica delle operazioni nei seguenti casi: a) quando oggetto delle operazioni di cui sopra siano i titoli di cui all'articolo 85, comma 1, lettere c) e d) del testo unico, anche costituenti immobilizzazioni finanziarie, con esclusione delle azioni proprie e degli altri strumenti rappresentativi del patrimonio proprio; oppure b) quando si tratti di individuare il soggetto cui spetta l'attribuzione di ritenute o di crediti d'imposta. 4. Si applica, in ogni caso, l'articolo 89, comma 6, del testo unico con riferimento agli interessi, dividendi ed altri proventi derivanti da titoli acquisiti, sotto il profilo giuridico, in base ai rapporti di cui alle lettere g-bis) e g-ter) dell'articolo 44, comma 1, del testo unico. Art. 4. Operazioni di riorganizzazione aziendale 1. I costi accessori all'aggregazione aziendale, come definiti dagli IAS, costituiscono, in ogni caso, costi fiscalmente deducibili. 2. Per i soggetti che, per effetto degli IAS, applicano il metodo dell'acquisto, con riferimento a quanto previsto negli articoli 172 e 173 del testo unico: a) in luogo del disavanzo da fusione o scissione, si ha riguardo alla differenza positiva tra il valore complessivo del patrimonio aziendale acquisito, come iscritto nel bilancio della societ acquirente, e il patrimonio netto dell'entit acquisita; b) le disposizioni di cui all'articolo 172, commi 5 e 6, del testo unico, si applicano con riferimento all'aumento di patrimonio netto della societ acquirente.
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3. Per le operazioni di cessione di azienda ovvero di partecipazioni rileva il regime fiscale disposto dal testo unico, anche ove dalla rappresentazione in bilancio non emergano i relativi componenti positivi e negativi o attivit e passivit fiscalmente rilevanti. Art. 5. Criteri di neutralit e first time adoption 1. I criteri di neutralit previsti dall'articolo 13 del decreto legislativo 28 febbraio 2005, n. 38 rilevano anche in sede di prima applicazione degli IAS effettuata successivamente al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2007 assumendo, per le fattispecie per le quali non trovano applicazione i commi da 2 a 6 del predetto articolo 13, le disposizioni dell'articolo 83 del testo unico nella formulazione vigente sino al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2007. 2. Le disposizioni del comma 1 si applicano anche in caso di cambiamento degli IAS gi adottati, rispetto ai valori e alle qualificazioni che avevano in precedenza assunto rilevanza fiscale. Art. 6. Comportamenti adottati nel triennio 2005-2007 1. Con riferimento alle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d'imposta 2005, 2006 e 2007, la conformit e la coerenza di cui al comma 61, secondo periodo dell'articolo 1 della finanziaria 2008, devono intendersi riferite alle singole fattispecie interessate dalle modifiche introdotte con il comma 58 dell'articolo 1 della stessa finanziaria 2008. Tale trattamento conforme, per singola fattispecie, deve essere stato applicato in modo coerente in tutti i periodi d'imposta in cui si manifestata la medesima fattispecie e per i quali siano stati applicati gli IAS. Ai fini della salvaguardia dei comportamenti pregressi la coerenza nei diversi periodi d'imposta non richiesta con riferimento a fattispecie per le quali vi sia stata una pronuncia da parte dell'Amministrazione finanziaria contraria al riconoscimento fiscale dell'impostazione contabile prevista dagli IAS. Il presente regolamento, munito del sigillo dello Stato, sar inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

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Prassi

Ministero degli Affari Esteri Comunicato Atti internazionali entrati in vigore per l'Italia non soggetti a legge di autorizzazione alla ratifica. Atti internazionali soggetti a legge di autorizzazione alla ratifica o approvati con decreto del Presidente della Repubblica. (09A04573) (GU n. 111 del 15-5-2009 - Suppl. Ordinario n.71)

(Pubblicazione disposta ai sensi dell'art. 4 della legge n. 839 dell' 11 dicembre 1984). Vengono qui riprodotti i testi originali degli Accordi entrati in vigore per l'Italia entro il 15 marzo 2009 non soggetti a legge di autorizzazione alla ratifica ai sensi dell'art. 80 della Costituzione e pervenuti al Ministero degli affari esteri entro il 15 marzo 2009. L'elenco di detti Accordi risulta dalla Tabella n.1. Eventuali altri Accordi entrati in vigore entro il 15 marzo 2009 i cui testi non sono ancora pervenuti al Ministero degli affari esteri saranno pubblicati nel prossimo supplemento trimestrale della Gazzetta Ufficiale. Quando tra i testi facenti fede di un Accordo non e' contenuto un testo in lingua italiana, viene pubblicato il testo in lingua straniera facente fede ed il testo in lingua italiana, se esistente come testo ufficiale, ovvero, in mancanza, una traduzione non ufficiale in lingua italiana del testo facente fede. Per comodit di consultazione e' stata altres predisposta la Tabella n. 2 nella quale sono indicati gli Atti internazionali soggetti a legge di autorizzazione alla ratifica entrati in vigore per l'Italia recentemente, per i quali non si riproduce il testo, essendo lo stesso gi stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale (di cui si riportano, per ciascun Accordo, gli estremi). Per visualizzare i testi degli accordi, vedere al seguente LINK

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Prassi

Presidente del Consiglio dei Ministri ORDINANZA 8 maggio 2009 Ulteriori interventi urgenti diretti a fronteggiare gli eventi sismici verificatisi nella regione Abruzzo il giorno 6 aprile 2009 e altre disposizioni urgenti di protezione civile. (Ordinanza n. 3766). (09A05502) (GU n. 112 del 16-5-2009 )
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Visto l'art. 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225; Visto l'art. 107 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112; Visto il decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri adottato ai sensi dell'art. 3, comma 1, del decreto-legge 4 novembre 2002, n. 245, convertito con modificazioni dall'art. 1 della legge 27 dicembre 2002, n. 286, del 6 aprile 2009 recante la dichiarazione dell'eccezionale rischio di compromissione degli interessi primari a causa degli eventi sismici che hanno interessato la provincia dell'Aquila ed altri comuni della regione Abruzzo il giorno 6 aprile 2009; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 aprile 2009 recante la dichiarazione dello stato d'emergenza in ordine agli eventi sismici predetti; Viste le ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3753 del 6 aprile 2009, n. 3754 del 9 aprile 2009, n. 3755 del 15 aprile 2009, n. 3757 del 21 aprile 2009, n. 3758 del 28 aprile 2009, n. 3760 del 30 aprile 2009, n. 3761 del 1 maggio 2009 e n. 3763 del 4 maggio 2009 recanti: Ulteriori disposizioni urgenti conseguenti agli eventi sismici che hanno colpito la provincia dell'Aquila ed altri comuni della regione Abruzzo il giorno 6 aprile 2009; Visto l'art. 1, comma 1, del decreto-legge 28 aprile 2009 n. 39, con cui si dispone che i provvedimenti ivi previsti sono adottati con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri emanata ai sensi dell'art. 5, comma 2, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze per quanto attiene agli aspetti di carattere fiscale e finanziario; Vista la nota del 28 aprile 2009 del Presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia; Visti il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 21 settembre 2007 concernente la dichiarazione di grande evento relativa alla Presidenza italiana del G8 e le ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3629 del 20 novembre 2007 e n. 3663 del 19 marzo 2008 e successive modificazioni ed integrazioni; Visto l'art. 17 del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39; Su proposta del Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

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Dispone: Art. 1. 1. In relazione alle accresciute esigenze di operativit dell'aeroporto dei Parchi in localit Preturo (L'Aquila), conseguenti agli eventi sismici del 6 aprile 2009 ed ai fini dell'organizzazione del Vertice G8 che si terr a L'Aquila nel mese di luglio 2009, ai sensi di quanto previsto dall'art. 17 del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, il Dipartimento della protezione civile autorizzato a realizzare in via di somma urgenza lavori di adeguamento della struttura aeroportuale, delle connesse infrastrutture e della viabilit, avvalendosi anche del Genio dell'Aeronautica militare, del comune di L'Aquila e del competente Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, che possono procedere con le deroghe previste dalle ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri richiamate nel medesimo art. 17. A tal fine, altres autorizzata la deroga a quanto disposto dagli articoli 12, 15, 16 e 17 del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327. 2. Gli oneri derivanti dai lavori relativi al sedime aeroportuale e realizzati dal Genio dell'Aeronautica militare, da contenere nell'importo massimo di 900.000,00 sono a carico dell'Ente nazionale dell'aviazione civile, che provvede a trasferire le relative risorse al Fondo per la protezione civile; il Dipartimento della protezione civile autorizzato ad anticipare le somme occorrenti nel limite del predetto importo massimo. 3. Agli oneri relativi ai lavori diversi da quelli di cui al comma 2 provvedono le amministrazioni competenti. Art. 2. 1. In favore del personale dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia direttamente impegnato in attivit necessarie al superamento dell'emergenza, autorizzata, fino al 31 maggio 2009, la corresponsione di compensi per prestazioni di lavoro straordinario effettivamente prestato nel limite massimo di 150 ore mensili pro-capite, con oneri posti a carico del medesimo Istituto. Art. 3. 1. Per la realizzazione degli interventi da porre in essere per fronteggiare l'emergenza di cui in premessa, il Commissario delegato, oltre a quanto previsto dall'art. 3 dell'ordinanza di protezione civile n. 3753 del 6 aprile 2009 e successive modifiche ed integrazioni, autorizzato a derogare all'art. 24 decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 e successive modificazioni ed integrazioni. 2. Ai fini delle procedure di occupazione ed espropriazione, il Commissario delegato si avvale della collaborazione dell'Agenzia del territorio sulla base di apposita convenzione da stipulare ai sensi dell'art. 6 della legge n. 225 del 1992. 3. Il Capo Dipartimento della protezione civile, Commissario delegato, ai sensi dell'art. 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 novembre 2007, n. 3629 e del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 6 aprile 2009, altres autorizzato ad avvalersi dell'Agenzia del territorio sulla base di apposita convenzione da stipulare ai sensi dell'art. 6 della legge n. 225 del 1992, per l'accertamento della congruit delle forniture di beni e servizi acquisiti in relazione al Grande evento G8 e per l'emergenza derivante dagli eventi sismici del 6 aprile 2009. Art. 4.
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1. Le amministrazioni interessate possono ricorrere alla Consip SPA alfine di soddisfare i fabbisogni di beni e servizi delle popolazioni interessate dagli eventi sismici del 6 aprile 2009, per il cui acquisto si applica il codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, conformemente alle modalit e allo schema pubblicato sul portale degli acquisiti in rete del Ministero dell'economia e delle finanze e della sopracitata societ. 2. La medesima societ provvede a supportare le predette amministrazioni nell'acquisizione, nell'utilizzo, nell'ottimizzazione e nel monitoraggio delle risorse finanziarie. Art. 5. 1. I contribuenti con domicilio fiscale nei comuni individuati dal decreto del Commissario delegato n. 3 emanato in data 16 aprile 2009 che prenotano, ai sensi dell'art. 29, comma 2, del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, la fruizione del credito d'imposta di cui all'art. 1, commi da 280 a 283, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, possono integrare o modificare il formulario gi validamente presentato, conservando l'ordine cronologico acquisito con la sua presentazione in tempo utile per il rilascio dell'eventuale nulla-osta alla fruizione del credito stesso. La presente ordinanza sar pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

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Prassi

UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DELL'AQUILA DECRETO 5 maggio 2009 Individuazione delle fondazioni, associazioni, comitati ed enti, per il cui tramite possono essere effettuate erogazioni liberali deducibili dal reddito d'impresa, a favore delle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009. (09A05662) (GU n. 112 del 16-5-2009 ) IL PREFETTO DELL'AQUILA Premesso che il territorio della provincia dell'Aquila stato interessato da un grave evento sismico in data 6 aprile 2009; Visto l'art. 27 della legge 13 maggio 1999, n. 133, che stabilisce: che sono deducibili dal reddito di impresa le erogazioni in denaro effettuate in favore delle popolazioni colpite da eventi di calamit pubblica per il tramite di fondazioni, di associazioni, di comitati e di enti; che non si considerano destinati ad attivit estranee all'esercizio dell'impresa i beni ceduti ai predetti soggetti gratuitamente e per le medesime finalit; che entrambe le forme di liberalit non sono soggette all'imposta sulle donazioni; Visto, in particolare, il comma 4 del medesimo articolo, che demanda ad un decreto del Prefetto l'individuazione delle fondazioni, delle associazioni, dei comitati e degli enti destinatari delle predette liberalit; Decreta: Le fondazioni, le associazioni, i comitati e gli enti di cui all' art. 27 della legge 13 maggio 1999, n. 133, per il cui tramite sono effettuate le erogazioni liberali, a favore delle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009 nel territorio della provincia dell'Aquila, sono cos individuati: a) organizzazioni non lucrative e di utilit sociale di cui all'art. 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, come modificato dall'art. 5 del decreto legislativo 19 novembre 1998, n. 422, nonch integrato dall'art. 30, comma 4, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito nella legge 28 gennaio 2009, n. 2; b) altre fondazioni, associazioni, comitati ed enti che, istituiti con atto costitutivo o statuto redatto nella forma dell'atto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata, tra le proprie finalit prevedono interventi umanitari in favore di popolazioni colpite da calamit pubbliche o altri eventi straordinari; c) amministrazioni pubbliche statali, regionali e locali, enti pubblici non economici; d) associazioni sindacali e di categoria.

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Prassi

Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Comunicato Passaggio dal demanio al patrimonio dello Stato di un ex serbatoio idrico con area di pertinenza nel comune di Bolano. (09A05793) (GU n. 112 del 16-5-2009 )

Con decreto 20 febbraio 2009, n. 143, del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di concerto con l'Agenzia del demanio, registrato alla Corte dei conti in data 18 marzo 2009, registro n. 2, foglio n. 29, e' stato disposto il passaggio dal demanio al patrimonio dello Stato di un ex serbatoio idrico con area di pertinenza nel comune di Bolano (La Spezia) distinto al N.C.T. del comune medesimo al foglio n. 2, mappale n. 978.

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Studi di Impresa

Studio n. 151-2008/I

Partecipazioni sociali e capitale sociale nelle cooperative


Approvato dalla Commissione studi dImpresa il 19 marzo 2009

Sommario: 1. La rappresentazione delle partecipazioni sociali. 2. Il valore nominale delle


azioni emesse dalle cooperative. 3. La necessaria variabilit dellintero capitale sociale. 4. Sintesi.

1. La rappresentazione delle partecipazioni sociali Fino allentrata in vigore del d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6, anche sulla scorta del previgente art. 25141 c.c.
(1)

, era pacifico che il diritto comune della societ


(2)

cooperativa consentiva di rappresentare le partecipazioni sociali dei cooperatori (dora innanzi partecipazioni di cooperazione) come azioni o quote . Dunque, il tipo normativo societ cooperativa, diversamente da quello societ per azioni o da quello societ a responsabilit limitata, non aveva tra i propri elementi essenziali uno specifico modo di rappresentare le partecipazioni sociali. Sulla base invece del vigente diritto comune della societ cooperativa la dottrina divisa circa i modi di rappresentare le partecipazioni di cooperazione (diverse da quelle quotate in mercati regolamentati o diffuse fra il pubblico in misura rilevante
(3)

) nelle cooperative cui si applicano le norme sulla societ per


(4)

azioni (d'ora innanzi coop-s.p.a) o in quelle cui si applicano le norme sulla societ a responsabilit limitata (d'ora innanzi coop-s.r.l.) .

La sopravvenuta disparit di vedute dipende principalmente dallart. 2519 c.c., il quale prevede che la disciplina propria della cooperativa sia da integrare o con quella della societ per azioni (s.p.a.) o con quella della societ a responsabilit limitata (s.r.l.). Detta bipartizione non certo paragonabile a quella, molto meno significativa, che vi era tra la cooperativa a responsabilit illimitata e la cooperativa a responsabilit limitata di cui ai previgenti artt. 2513 e 2514 c.c. Oggi, infatti, si passati da un unico modello organizzativo essenzialmente mutuato dalla disciplina della s.p.a. a due modelli organizzativi coop-s.p.a. e coop-s.r.l. che, nella loro massima divaricazione, possono avvicinare la cooperativa, da un lato, ad una s.p.a.

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facente ricorso al mercato del capitale di rischio e, dall'altro, ad una societ in nome collettivo (o semplice). Si potrebbe allora sostenere, proprio sulla base dellart. 2519 c.c.
(5)

, che il richiamo alternativo alla disciplina della s.p.a. o a quella della

s.r.l. operato da tale disposizione non possa prescindere dallosservanza di uno (se non il principale) degli elementi differenzianti ancora oggi s.p.a. e s.r.l.: la diversa forma rappresentativa delle rispettive partecipazioni sociali. Nonostante il rinvio alternativo alla disciplina della s.p.a. o a quella della s.r.l., la disciplina specifica della cooperativa (artt. 2511 ss. c.c.) rimasta sostanzialmente invariata nella parte in cui indica le forme rappresentative delle partecipazioni di cooperazione. Basti osservare infatti la sezione III del titolo VI del libro V del codice civile, intitolata Delle quote e delle azioni , le cui norme indicano come le partecipazioni in parola siano rappresentabili alternativamente come quote o azioni. Il fatto che la disciplina vigente non avrebbe innovato la precedente circa i modi di rappresentare le partecipazioni di cooperazione potrebbe trovare una conferma nella stessa relazione accompagnatoria allo schema di decreto legislativo divenuto il d.lgs. n. 6/2003
(6)

, la quale, essendo silente sul

punto, lascerebbe presumere che nulla sia cambiato con la nuova disciplina civilistica delle cooperative e che, pertanto, qualsiasi cooperativa di diritto comune potrebbe liberamente scegliere come rappresentare le partecipazioni di cooperazione. Lapparente antinomia tra la disciplina specifica della cooperativa e le richiamate discipline della s.p.a. e della s.r.l. pu essere risolta facendo prevalere la prima sulle seconde, come daltra parte impone lart. 2519 c.c. Non basta allora constatare lassenza di disposizioni
(7)

nellordinamento

cooperativo

ostative

allosservanza della distinzione tra s.p.a. e s.r.l. in punto di rappresentazione delle rispettive partecipazioni sociali azioni in forza per consentire allinterprete di concludere che una dell'art. 23461 c.c. e una coop-s.r.l. deve coop-s.p.a. deve rappresentare le proprie partecipazioni sociali esclusivamente con (specialmente) rappresentare le proprie partecipazioni sociali esclusivamente con quote in forza (specialmente) dell'art. 2468 c.c. In effetti, in primo luogo, la disciplina specifica della cooperativa contiene apposite norme sulla possibile rappresentazione delle partecipazioni di cooperazione; di conseguenza, su questa materia non v il vuoto normativo richiesto dallart. 2519 c.c. per applicare integralmente (pur con i necessari adattamenti) la disciplina della s.p.a. o della s.r.l. In secondo luogo, specialmente dagli artt. 25213, n. 4 e 2525 c.c., si osserva che la disciplina specifica della cooperativa non impone un collegamento necessario tra il modo di rappresentare la partecipazione sociale e il modello organizzativo adottato.

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In terzo luogo, gli artt. 2529 ss. c.c. prevedono una disciplina uniforme delle partecipazioni di cooperazione a prescindere dalla loro rappresentazione; si pensi, a tacer daltro, al fatto che, diversamente dalle societ di capitali (art. 2355-bis1 c.c. per lazione di s.p.a. vs. art. 24692 c.c. per la quota di s.r.l.), lart. 2530, u.c., c.c. consente alle cooperative di vietare senza limiti temporali la circolazione delle partecipazioni rappresentate. In conclusione, allora, la disciplina delle societ di capitali sui modi di rappresentare le partecipazioni sociali, quando
(8)

di

cooperazione, a

prescindere

dal

modo

in

cui

esse

sono

integra

la

disciplina

della
(9)

cooperativa, pu mutare la propria natura sono (parzialmente


(10)

, diventando per lo pi dispositiva

Dunque, i soci di una cooperativa, contrariamente a quelli di una societ di capitali, ) vincolati nello scegliere il modello organizzativo ottimale (cfr. infatti gli artt. 2519 e 25222 c.c.), mentre sono liberi nello scegliere la forma rappresentativa ottimale delle loro partecipazioni sociali. Se ci corretto, una coop-s.p.a. o una coop-s.r.l. pu rappresentare le partecipazioni di cooperazione come quote o azioni
(11)

e, in questultimo caso, pu

decidere anche di non emettere i corrispondenti titoli azionari. Inoltre, una coops.p.a. o una coop-s.r.l., se decide di rappresentare le partecipazioni di cooperazione in quote, non pu incorporarle in titoli
(12)

n pu consentire ad uno stesso socio di


(13)

possederne una pluralit, stante sia la riformulazione della disciplina specifica della cooperativa (cfr. specialmente gli artt. 2525 e 2530 c.c.
(14)

), sia, soprattutto, la

stessa nozione legale di quota ricavabile dallintero diritto societario, secondo la quale la quota rappresenta la misura (e non gi lunit di misura, rappresentata invece dallazione) della partecipazione sociale
(15)

Il legislatore, nella sua sovranit, pu naturalmente limitare lo spazio di libert lasciato ai paciscenti nellindividuazione della forma delle partecipazioni sociali. Il che avvenuto per alcune cooperative regolate da leggi speciali, come le banche cooperative, alle quali si impone non solo di essere coop-s.p.a. (essendo ad esse inapplicabili gli artt. 25192 e 2522 c.c. ai sensi dellart. 150-bis1 TUB), ma anche di rappresentare le partecipazioni dei cooperatori come azioni (artt. 29 e 33 TUB)
(16)

Diversamente dalle partecipazioni dei cooperatori, quelle dei soci finanziatori


(17)

devono essere rappresentate da azioni (denominate, dora innanzi, azioni di

finanziamento) e possono essere emesse soltanto dalle coop-s.p.a. Mentre la seconda asserzione si ricava principalmente dall'art. 52, lett. a), l. 3 ottobre 2001, n. 366 (laddove prevede che le norme dettate per le societ per azioni si applichino, in quanto compatibili, alle [sole] societ cooperative a cui partecipano soci finanziatori o che emettono obbligazioni ), la prima pu desumersi dallart. 25261 c.c. (laddove prevede che lemissione di strumenti
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finanziari, di cui le azioni di finanziamento sono una species disciplina prevista per le societ per azioni )
(19)

(18)

, regolata dalla

, poich nel caso delle azioni di

finanziamento la disciplina specifica della cooperativa corrisponde (con gli opportuni adattamenti) alla disciplina della s.p.a. (applicata pertanto non in ragione di un vuoto normativo della prima ai sensi dellart. 2519 c.c.). Nonostante le partecipazioni di finanziamento debbano essere rappresentate da azioni e quelle di cooperazione possano essere rappresentate da quote, entrambe le partecipazioni possono sempre coesistere in una cooperativa. Dal comb. disp. degli artt. 2525 e 2526 c.c. si ricava infatti la piena ammissibilit di una coop-s.p.a. che abbia emesso quote di cooperazione e azioni di finanziamento. A conferma di ci, si rammenta che tale situazione poteva accadere gi prima del d.lgs. n. 6/2003 in presenza di cooperative con quote di cooperazione che avessero emesso partecipazioni di sovvenzione o azioni di partecipazione cooperativa ai sensi degli art. 4 ss. l. 31 gennaio 1992, n. 59
(20)

2. Il valore nominale delle azioni emesse dalle cooperative Nellorganizzazione societaria di una cooperativa rileva non soltanto il modo di rappresentare le partecipazioni sociali, ma anche il valore nominale di queste ultime. Da questo valore, infatti, non solo possono misurarsi alcuni diritti sociali (dal diritto al dividendo ad alcuni diritti riconosciuti alla minoranza dei soci, come quello di cui allart. 2545-quinquiesdecies1 c.c.), ma si ricava anche, sommando tutti i valori nominali delle partecipazioni, il valore del capitale sociale della cooperativa, il quale, pur variabile, conoscibile esaminando il bilancio desercizio della cooperativa. Il valore nominale delle partecipazioni (di cooperazione o di finanziamento) un tema assai controverso, anche in ragione del fatto che la prassi adotta le pi varie soluzioni statutarie nel disciplinarlo. Partendo dalla situazione pi semplice, ossia dalla partecipazione di

cooperazione rappresentata mediante una quota, il relativo valore nominale, variabile al mutare della percentuale di partecipazione del socio al capitale sociale, non deve risultare n sulleventuale documento rappresentativo della quota n nellatto costitutivo. Pi precisamente, relativamente a questultimo documento, il valore nominale della quota pu esservi iscritto al momento della costituzione della societ ai sensi dellart. 25313, n. 4, c.c.
(21)

, ma le successive variazioni di detto

valore non costituiscono mai (diversamente da una s.r.l. indicante il valore nominale delle partecipazioni non in percentuale) una modificazione dellatto costitutivo, stante il carattere variabile del capitale sociale delle cooperative. Affrontando ora il problema del valore nominale delle azioni (di cooperazione o

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di finanziamento) emesse da una cooperativa, ritengo che una coop-s.p.a. debba innanzitutto prevedere un loro valore nominale unitario. Il che discende dalla stessa nozione di azione ricavabile dallintero ordinamento societario; in effetti, elemento indefettibile di questa nozione non tanto la sua incorporazione in un quid (titolo o strumento dematerializzato) che ne faciliti la circolazione (cfr. infatti gli artt. 23461 e 23551 c.c.) o la sua potenziale libera trasferibilit (cfr. infatti lart. 2469 1 c.c. circa la quota di partecipazione e lart. 2530, u.c., c.c. circa lazione di cooperazione), quanto la sua corrispondenza ad un valore nominale unitario, grazie al quale la societ ottiene lunit di misura della partecipazione sociale; la cooperativa dovrebbe dunque scegliere di rappresentare le partecipazioni di cooperazione in azioni, quando intendesse rimarcare la fungibilit (e la potenziale libera trasferibilit) delle azioni e perci il quasi (in ragione del gradimento legale ex art. 25301 c.c.) completo sganciamento delle situazioni inerenti allo status socii dalle qualit soggettive dell'azionista
(22)

Tuttavia, nelle cooperative il valore nominale unitario delle azioni imposto solamente allinterno di una data categoria di azioni
(23)

. Il che si pu desumere , essendo queste ultime

dallart. 2525 c.c., laddove impone valori nominali minimi e massimi alle sole azioni di cooperazione e non anche alle azioni di finanziamento
(24)

soggette alla disciplina della s.p.a. (ai sensi dellart. 25261 c.c.), la quale non impone alcun valore nominale minimo (dopo l'abrogazione del previgente art. 2327 2 c.c.) o massimo; di conseguenza, il valore nominale delle azioni di finanziamento potrebbe essere pi basso o pi alto di quanto impone il primo comma dellart. 2525 c.c. In aggiunta, non si rinviene un interesse esterno ai soci capace di mantenere il carattere imperativo allart. 23462, secondo periodo, c.c., una volta applicato alle cooperative ai sensi dellart. 2525, u.c., c.c.
(25)

In effetti, da un lato,

la presenza di un valore unitario dellazione non determinante per la misurazione dei diritti sociali in cooperativa (anche quando sono rapportati alla percentuale del capitale rappresentato dalla partecipazione sociale) e, dallaltro, il diverso interesse del socio allattivit sociale potrebbe giustificare una differenziazione tra cooperatori non solo sui diritti riconosciuti dallazione ma anche sul valore nominale delle azioni; con la conseguenza che la cooperativa potrebbe, magari allo scopo di facilitare lingresso di una certa categoria di soci cooperatori (come possono essere i soci in prova ai sensi dellart. 2527, u.c., c.c.), emettere azioni di cooperazione con un valore nominale unitario inferiore (ma comunque superiore a quello minimo di cui allart. 25251 c.c.) rispetto a quello previsto per le azioni ordinarie di cooperazione. Dunque, gli art. 23462, secondo periodo, e 23481 c.c., in presenza per solo di azioni appartenenti a pi categorie c.c.
(27) (26)

, si trasformano in norme dispositive, quando

integrano la disciplina della cooperativa ai sensi dellultimo comma dellart. 2525 .

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Dalla disciplina specifica della cooperativa si trae lulteriore regola imperativa, secondo la quale le azioni devono essere emesse con un valore nominale o, detto altrimenti, latto costitutivo non pu prevedere azioni senza valore nominale
3 (28) 2

. Il

che si ricava dagli artt. 2521 , n. 4 (specialmente se confrontato con lart. 2328 , n. 5, c.c.), 25251 e, direi, dallespresso adattamento dellart. 2354 c.c. contenuto nellultimo comma dellart. 2525 c.c., i quali precludono di applicare alle azioni di cooperazione lart. 23463 (e linciso contenuto nellart. 23543, n. 3) c.c., nella parte in cui consente di emettere azioni senza valore nominale
2 (29)

. Ai sensi poi dellart.

2346 , secondo periodo, c.c. (richiamato sia dallart. 2525, u.c., c.c. per le azioni di cooperazione, sia dallart. 25261 c.c. per le azioni di finanziamento), precluso alla cooperativa di emettere contestualmente azioni con valore nominale e azioni senza (indicazione del) valore nominale, non rinvenendosi alcuna norma nell'ordinamento cooperativo idonea a rendere incompatibile il predetto articolo con la disciplina della cooperativa. Qualsiasi coop-s.p.a., dunque, non potendo emettere azioni di cooperazione senza valore nominale, non potr nemmeno emettere azioni di finanziamento senza valore nominale. Naturalmente, la previsione statutaria del valore nominale unitario delle azioni fa s che qualsiasi sua variazione, in aumento (magari in concomitanza di un aumento del capitale sociale) o in diminuzione (magari a seguito di una riduzione del capitale sociale), dovr essere decisa dallassemblea straordinaria ai sensi dellart. 2365 c.c., corrispondendo a modificazioni dellatto costitutivo tutte queste variazioni del valore nominale unitario. Latto costitutivo della cooperativa, se pu tacere il valore nominale minimo della partecipazione di cooperazione, non pu per prevedere che il predetto valore sia superiore a quello stabilito dallart. 25251 c.c. (ossia a venticinque euro). Sarebbe invece nulla la clausola statutaria che fissasse il predetto valore in un importo inferiore a venticinque euro
(30)

; detta clausola sarebbe poi sostituita

automaticamente ex art. 1339 c.c. dalla clausola legale corrispondente al valore nominale minimo previsto nel citato art. 25251. Il valore nominale massimo dellazione di cooperazione (pari a cinquecento euro) insuperabile, stante lart. 25251 c.c.; lo stesso vale per le azioni emesse dalle banche di credito cooperativo in forza dellart. 33, u.c. TUB
(31)

. Qualcuno

potrebbe per sostenere che detto plafond sia valicabile almeno nel caso di aumenti nominali del capitale ai sensi del comb. disp. degli artt. 2525 4, 2545-quinquies e 2545-sexies c.c., il dato testuale dei quali parrebbe consentire il superamento di tutti i limiti quantitativi contenuti nei primi tre commi dellart. 2525 c.c.
(32)

. Si

reputa invece che non sia oltrepassabile il valore nominale massimo dellazione di cooperazione in ragione della ratio legis (usualmente ritenuta) sottostante a questa regola: la necessit di agevolare il mantenimento del carattere aperto della

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struttura cooperativa

(33)

; carattere, questultimo, che oggi certamente


(34)

indefettibile per qualsiasi cooperativa disciplinata dal diritto comune, come si pu ad esempio ricavare dalla rubrica dellart. 2528 c.c. .

Di contro, nei casi di cui allart. 25254 c.c. certamente possibile superare i valori nominali massimi di ciascuna partecipazione di cooperazione fissati nel secondo e terzo comma dellart. 2525 c.c. (pari, rispettivamente, a centomila euro e, nelle cooperative con pi di cinquecento soci, al due per cento del capitale sociale)
(35)

Ma, allora, lincipit del quarto comma dellart. 2525 c.c. ( I limiti di cui ai commi precedenti ) da interpretarsi nel senso di non riferirsi al solo primo comma della disposizione test citata
(36)

Da segnalare, da ultimo, che ai sensi dellart. 223-sexiesdecies2, disp. trans. c.c. (inapplicabile alle BCC
(37)

), i valori nominali minimi e massimi di cui allart.

2525 c.c. sono adeguati ogni tre anni con decreto del Ministro dello sviluppo economico, tenuto conto delle variazioni dellindice nazionale generale annuo dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati, calcolate dallIstat .

3. La necessaria variabilit dellintero capitale sociale Gi accennavo che il valore del capitale sociale di qualsiasi cooperativa variabile. Il che significa che la cooperativa non deve indicare il valore complessivo del capitale sociale o di sue porzioni n nell'atto costitutivo n nello statuto, n al momento della sua costituzione n durante la sua esistenza. La necessaria variabilit vale dunque non solo per l'intero capitale sociale, ma anche per le sue due componenti: il necessario capitale di cooperazione, costituito dalla somma dei valori nominali delle partecipazioni di cooperazione, e l'eventuale
(38)

capitale di finanziamento, costituito dalla somma dei valori nominali delle

partecipazioni (rectius, azioni) di finanziamento. La cooperativa, inoltre, non nemmeno legittimata componenti. La correttezza di queste due asserzioni pu essere dimostrata sulla base degli artt. 2511, 2521 e 2524 c.c. Il legislatore, esplicitando quanto si poteva gi dedurre dal previgente ordinamento cooperativo
(39)

a renderlo fisso

statutariamente, prevedendo un plafond allintero capitale sociale o a singole sue

, definisce le societ cooperative non solo sul piano

funzionale attraverso l'obbligo di perseguire lo scopo mutualistico ma anche su quello strutturale attraverso la necessaria variabilit del capitale sociale (art. 2511 c.c.)
(40)

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37

Il carattere variabile del capitale sociale poi ribadito non solo nei primi tre commi dell'art. 2524 c.c., ma anche nell'art. 25213, n. 4, c.c., laddove si prescrive di indicare nell'atto costitutivo la sola quota di capitale sottoscritta da ciascun socio e non anche come imposto alle societ di capitali (artt. 23282, n. 4, e 24632, n. 4, c.c.) l'ammontare del capitale sottoscritto e di quello versato . Se la variabilit del capitale sociale uno dei presupposti strutturali del tipo normativo societ cooperativa, non pare condivisibile l'opinione secondo la quale detta variabilit caratterizzerebbe soltanto il capitale di cooperazione nei casi di ingresso o di uscita di cooperatori, in quanto solo per costoro varrebbe il principio solidaristico sottostante alla regola della porta aperta codificata nell'odierno art. 2528 c.c.
(41)

In effetti, nelle cooperative la variabilit del capitale, sebbene nata per agevolare in massimo grado l'ingresso in societ di persone interessate a realizzare lo scambio mutualistico (e, pertanto, innanzi tutto legata al variare del numero dei cooperatori), si affrancata dal suo substrato funzionale per assurgere, appunto, a necessario elemento strutturale dell'intero modello organizzativo cooperativo; sicch, per esempio, come una cooperativa sociale ha un capitale variabile, pur potendo essere priva di soci cooperatori-utenti (art. 25202 c.c., letto alla luce della relazione accompagnatoria allo schema di decreto legislativo divenuto il d.lgs. n. 6/2003, d'ora innanzi, la relazione accompagnatoria); come una banca popolare ha un capitale variabile, pur potendo la gran parte (se non la totalit
(42)

) dei relativi

soci essere disinteressati allo scambio mutualistico; cos una cooperativa di diritto comune manterr un capitale (in tutte le sue componenti) variabile, pur potendo dipendere il valore di quest'ultimo anche dai conferimenti dei soci finanziatori. Dunque, se il capitale di finanziamento concorre con quello di cooperazione a formare il capitale sociale della cooperativa e se quest'ultimo deve essere variabile ai sensi del comb. disp. degli artt. 2511 e 2524 1 c.c., gli artt. 23282, n. 4, e 24632, n. 4, c.c. sono incompatibili con l'ordinamento cooperativo e pertanto sono inapplicabili sia al capitale di cooperazione sia al capitale di finanziamento ai sensi dell'art. 2519 c.c.
(43)

In forza soprattutto dell'art. 2511 c.c., quindi, non solo variabile l'intero capitale sociale della cooperativa, ma sono, anzi, devono essere variabili anche le sue componenti: il necessario capitale di cooperazione e l'eventuale capitale di finanziamento. Ma, allora, da un lato, insanabilmente nulla per sua contrariet con il tipo normativo societ cooperativa la clausola statutaria con la quale si preveda la fissit del capitale di finanziamento e, a fortiori, del capitale di cooperazione; di conseguenza, tale regola negoziale, non esistendo giuridicamente, potrebbe sempre essere disattesa senza modificare latto costitutivo. Dallaltro, perfettamente

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inutile una deliberazione dellassemblea straordinaria con la quale si voglia modificare l(eventuale) indicazione statutaria di una cifra riguardante il capitale sociale (o sue componenti). Sarebbe invece valida la clausola statutaria che fissasse un plafond al valore del capitale di finanziamento, rapportandolo percentualmente al valore del capitale di cooperazione; questa pattuizione, infatti, manterrebbe variabile il capitale di finanziamento, rapportando questultimo ad un valore necessariamente variabile (ossia, il capitale di cooperazione)
(44)

. Sarebbe parimenti valida la clausola

statutaria che fissasse un valore nominale minimo dellintero capitale sociale, costringendo cos la cooperativa a modificare latto costitutivo, se il capitale sociale si riducesse al di sotto del minimo statutario
(45)

La conoscenza del valore variabile del capitale sociale (o di sue componenti) di una cooperativa non si ottiene esaminando n il suo atto costitutivo, vista linapplicabilit al predetto tipo societario degli artt. 23282, n. 4, e 24632, n. 4, c.c., n i suoi titoli azionari, poich tutte le azioni da essa emesse non devono indicare l'ammontare del capitale (art. 2525, ult. cpv., c.c.)
(46)

In conclusione, il tipo normativo societ cooperativa deve avere un capitale sociale variabile (o almeno parzialmente variabile nominale
(48) (47)

) e pertanto non (totalmente)


(49)

, se si descrive con questultimo aggettivo il fatto che il valore del .

capitale debba corrispondere al contenuto di una clausola statutaria

Per sapere quale sia il capitale sociale di una cooperativa si dovrebbe allora esaminare l'elenco dei soci iscritto nel registro delle imprese, riferito alla data di approvazione del bilancio (art. 24352 c.c.), almeno in presenza di una coop-s.p.a. per azioni
(50)

. In tal caso, infatti, si sommerebbero i numeri delle azioni possedute

da ciascun socio (ricavabile da detto elenco), ottenendo cos il numero di tutte le azioni emesse, e poi, moltiplicando questa somma per il loro (unico) valore nominale, si otterrebbe infine il valore (storico e possibilmente diverso da quello risultante dallo stato patrimoniale, in quanto il primo riferito alla data di approvazione del progetto di bilancio, mentre laltro riferito alla data di chiusura dellesercizio contabile) del capitale sociale (e delle sue componenti). Ho usato il condizionale nella precedente proposizione, in quanto il Ministero delle attivit produttive (oggi Ministero dello sviluppo economico), sulla base di uninterpretazione assai discutibile del diritto societario (stante il comb. disp. degli artt. 2519, 24352
(51)

e 2478-bis2 c.c.) contenuta nelle istruzioni per la compilazione


(52)

degli appositi moduli per il deposito e liscrizione nel registro delle imprese

non

considera le cooperative, in qualsiasi forma organizzate, tra le societ obbligate a depositare annualmente presso il registro delle imprese il loro elenco dei soci. Ma, allora, secondo il diritto vivente il capitale sociale di qualsiasi cooperativa

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pu essere conosciuto consultando unicamente il loro stato patrimoniale, ossia la relativa voce AI del passivo. Questa voce, se la coop-s.p.a. avesse emesso delle azioni di finanziamento, dovrebbe poi essere suddivisa in pi sottovoci, applicandosi analogicamente al caso di specie quanto previsto espressamente per i soli soci sovventori dallart. 4 1 l. n. 59/1992 (essendo i fondi evocati in questultima disposizione una parte del capitale sociale
(53)

). Conseguentemente, lart. 2424 c.c., allorquando integra la disciplina

della coop-s.p.a. ai sensi dellart. 25191 c.c., dovrebbe essere adattato in modo da imporre la scomposizione della voce del patrimonio netto corrispondente al capitale sociale in quattro possibili sottovoci: una corrispondente al capitale sociale rappresentato dalle azioni di partecipazione cooperativa, una corrispondente al capitale sociale rappresentato dalle azioni di sovvenzione, una corrispondente al capitale sociale rappresentato dalle azioni di finanziamento diverse dalle due precedenti e una, ovviamente, corrispondente al capitale sociale rappresentato dalle azioni di cooperazione.

4. Sintesi Nel riassumere i risultati del presente studio, si ricorda che qualsiasi cooperativa di diritto comune pu rappresentare le proprie partecipazioni di cooperazione come azioni o quote, mentre deve rappresentare le proprie partecipazione di finanziamento come azioni. Le partecipazioni sociali rappresentate da quote non possono poi essere incorporate in titoli e uno stesso socio non pu possederne una pluralit. Inoltre, una coop-s.p.a. pu contestualmente rappresentare le partecipazioni di cooperazione come quote e le partecipazioni di finanziamento come azioni. Circa il valore nominale delle partecipazioni sociali, esso, se riferito alle quote di partecipazione, necessariamente variabile al mutare della percentuale di partecipazione del socio al capitale sociale e non deve risultare n sulleventuale documento rappresentativo della quota n nellatto costitutivo della cooperativa. Il valore nominale, se invece riferito allazione, deve essere unico per tutte le azioni appartenenti ad una stessa categoria; con la conseguenza che le azioni di cooperazione potrebbero avere un valore nominale unitario diverso da quello delle azioni di finanziamento. Si infine chiarito che la variabilit necessaria del capitale sociale della cooperativa significa che nel suo atto costitutivo non deve mai indicarsi il valore complessivo n dellintero capitale sociale n delle sue componenti (una necessaria, il capitale di cooperazione e laltra eventuale, il capitale di finanziamento). Detto vincolo strutturale non preclude per di prevedere clausole statutarie che fissino un

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plafond al valore del capitale di finanziamento rapportato percentualmente al valore del capitale di cooperazione, oppure che prevedano un valore nominale minimo dellintero capitale sociale. Secondo poi il diritto vivente delle cooperative, il loro capitale sociale pu essere conosciuto consultando unicamente la voce AI del passivo dello stato patrimoniale, la quale dovr essere suddivisa in pi sottovoci in presenza di azioni di finanziamento.

Emanuele Cusa ________________ 1)


Dal dettato della disposizione sopra citata risulta evidente che non doveva considerarsi tratto distintivo delle cooperative a responsabilit limitata (la cui disciplina era integrata da quella della societ per azioni ai sensi del previgente art. 2516 c.c.) il fatto che le loro quote fossero rappresentate da azioni, tanto vero che il secondo periodo del previgente art. 25141 c.c. cos stabiliva: Le quote di partecipazione possono essere rappresentate da azioni .

2) 3) 4)

Per tutti cfr. G. BONFANTE, Delle imprese cooperative, in Commentario del Codice Civile Scialoja - Branca, Bologna - Roma, 1999, p. 393 ss. Le quali devono essere rappresentate mediante azioni. Se alcuni (come M. CAVANNA, in Il nuovo diritto societario. Commentario diretto da G. Cottino e G. Bonfante, O. Cagnasso, P. Montalenti, ***, Bologna, 2004, p. 2472) sostengono che le coop-s.p.a. potrebbero avere solo azioni e le coop-s.r.l. solo quote, altri [come G. PRESTI M. RESCIGNO, Corso di diritto commerciale. Societ2, II, Bologna, 2006, 262 s. e lUfficio studi (settore studi di impresa) del Consiglio nazionale del notariato, nel rispondere al quesito n. 146-2006/I] ritengono che le partecipazioni sociali potrebbero essere rappresentate nelle coop-s.p.a. come azioni o quote e nelle coop-s.rl. solo come quote ed altri ancora (come A. CHIEFFI, in Commentario alla riforma delle societ. Artt. 2511 2548 c.c. diretto da P. Marchetti - L.A. Bianchi - F. Ghezzi - M. Notari, Milano, 2007, pp. 182-186) non escludono la possibilit che anche la coop-s.r.l. possa rappresentare le proprie partecipazioni sociali come azioni o quote.

5)

Sulla centralit dellart. 2519 c.c. per stabilire come possano essere rappresentate le partecipazioni sociale delle cooperative cfr. A.A. DOLMETTA, Cooperative con applicazione necessaria della (compatibile) disciplina delle s.p.a. ex art. 2519 c.c. e struttura delle partecipazioni sociali, in Riv. soc., 2005, p. 199.

6) 7) 8) 9)

Cfr., specialmente, sub 2525. Come sostenuto da E. CUSA in Il socio finanziatore nelle cooperative, Milano, 2006, p. 165. Anche perch la suddetta disciplina della cooperativa non posta a tutela di terzi o dellordine pubblico. Altri esempi del mutamento sopra evidenziato possono rinvenirsi, per esempio, in materia di verbalizzazione dei lavori assembleari, atteso che lart. 2375 c.c. diventa derogabile in presenza di un contratto di cooperativa disciplinante il voto segreto, oppure in presenza di quorum assembleari, attesa la prevalenza dellart. 25385 c.c. sugli artt. 2369 s. c.c.

10)

Ossia quando siano meno di nove cooperatori, dovendo far parte di una coop-s.r.l., oppure

quando siano pi di venti cooperatori e la loro societ abbia un attivo dello stato patrimoniale superiore ad un milione di euro, dovendo far parte di una coop-s.p.a.

11)

Se si condivide quanto scritto nel testo, lart. 2505-quater c.c., laddove parla di societ

cooperative per azioni , dovr essere interpretato nel senso non gi delle cooperative con partecipazioni rappresentate da azioni (cos, invece, tra gli altri, M.T. BRODASCA, in Commentario alla riforma delle societ. Artt. 2498 2506-quater c.c. diretto da P. Marchetti - L.A. Bianchi - F. Ghezzi - M. Notari, Milano, 2007, p. 1016), bens delle cooperative regolate anche dalla disciplina della s.p.a.; nella stessa direzione pare andare lUfficio studi (settore studi di impresa) del Consiglio nazionale del notariato, nel rispondere ai quesiti n. 44-2006/I

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(relativo ad una coop-s.p.a. che non ha emesso i titoli azionari) e n. 92-2006/I (relativo ad una coop-s.p.a. incorporante). Linterpretazione appena prospettata coerente con il fatto che la semplificazione procedurale prevista nella predetta disposizione si giustifica non tanto per il diverso modo di rappresentare le partecipazioni sociali, quanto per la minore complessit organizzativa delle societ coinvolte nella fusione, non dovendo queste societ essere disciplinate in tutto o in parte dalla disciplina della s.p.a.

12) 13)

Al pari di una s.r.l., come sostiene la migliore dottrina (G. ZANARONE, in V. Allegri e altri, Secondo G. PETRELLI, Formulario notarile commentato, vol. IV, t. 1, Milano, 2006, p. 277,

Diritto commerciale5, Bologna, 2007, p. 312) sulla base dellart. 24681 c.c. lultima modifica dellart. 2525, intervenuta nel dicembre 2004, con la quale stato precisato che il valore nominale massimo di cinquecento euro si applica alle sole azioni, dimostra indirettamente lunitariet della quota di cooperativa.

14) 15)

Lart. 2531 c.c. pertanto frutto di un difetto di redazione, laddove parla impropriamente Nel presente studio ci si occupa soltanto dei possibili modi di rappresentazione delle

di quote e non di quota. partecipazione sociali di una cooperativa e non anche dellintera loro disciplina; sicch, ad esempio, non si prende posizione sulla possibilit che una coop-s.p.a. preveda quote speciali di cooperazione o sulla possibilit che una coop-s.r.l. contempli nel proprio atto costitutivo azioni speciali di cooperazione. Teoricamente, tuttavia, si potrebbe scindere i modi di rappresentare la partecipazione dalla relativa disciplina; il che sarebbe coerente con gli artt. 2519 e 2522 c.c., i quali consentono di scegliere tra la disciplina della s.p.a. e quella della s.r.l., non consentendo per indirettamente di optare contemporaneamente per entrambe (col conseguente inammissibile ibrido coop-s.r.l.s.p.a.). Se ci corretto, dunque, una coop-s.r.l., se volesse rappresentare le proprie partecipazioni di cooperazione mediante azioni, dovrebbe disciplinarle come se fossero delle quote (salvo il possibile possesso di pi azioni, inammissibile se le partecipazioni fossero rappresentate da quote); sicch, esemplificando, se la predetta societ emettesse azioni, queste non potrebbero circolare come dei titoli e dunque anche mediante girata. Se si ritenesse che lazione di una coop-s.r.l. sia comunque regolata dalla disciplina della s.r.l., in quanto compatibile, si evidenzia la normale inutilit della predetta anomala rappresentazione, atteso che la partecipazione rappresentata da una quota, al pari di quella rappresentata da azioni, sempre frazionabile (salvo diversa espressa clausola statutaria). La differenza tra una quota e unazione, oltre alla fatto che una la misura della partecipazione e laltra lunit di misura della stessa, attiene alla sua circolazione. La differenza nella circolazione si attenua, anche se non si elimina (cfr. infatti gli artt. 23551 e 2470), se non si emettono i titoli azionari.

16)

Dello stesso avviso G. PETRELLI, Le banche cooperative nella riforma del diritto societario,

7 e 8, corrispondente allo studio n. 5617/I approvato il 25 febbraio 2005 dalla Commissione studi dimpresa del Consiglio nazionale del notariato.

17) 18) 19)

Sulla nozione di socio finanziatore e sulla relativa disciplina cfr. E. CUSA, Il socio Asserzione condivisa dalla dottrina assolutamente maggioritaria (vedila citata da G. PETRELLI, Un ulteriore dato testuale pu ricavarsi dal combinato disposto degli artt. 2526 2 (laddove di eventuali delle condizioni cui di sottoposto e il loro trasferimento limpossibilit ) e di 2530 vietare

finanziatore, cit. Formulario notarile commentato, cit., p. 357 s.). parla

(espressamente inapplicabile ai soci finanziatori) c.c., dai quali si deduce la normale libera trasferibilit azioni finanziamento comunque statutariamente la loro alienazione a tempo indeterminato; sulla circolazione delle azioni di finanziamento cfr. E. CUSA, Il socio finanziatore, cit., p. 185 ss.

20)

Il presente studio non affronta due importanti questioni legate alla sicura vigenza

(ricavabile anche dalla relazione accompagnatoria allo schema di decreto legislativo divenuto il d.lgs. n. 6/2003) degli artt. 4 e 5 l. n. 59/1992 nellattuale ordinamento cooperativo. La prima questione riguarda la possibilit che una coop-s.r.l. possa emettere partecipazioni di

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sovvenzione: per la tesi negativa, sicuramente maggioritaria in dottrina, si ricorda il decreto del Tribunale di Perugia del 15 marzo 2005 (in Riv. not., 2005, p. 401, commentato favorevolmente da A. SARTI, I soci sovventori nelle cooperative che adottano le norme sulle S.r.l., in Coop. cons., 2005, n. 6, p. 391 ss., ivi alla p. 394) e A. ZOPPINI - D. BOGGIALI - A. RUOTOLO, Coordinamento tra la disciplina dei soci sovventori e le norme sui soci finanziatori (in Studi e materiali in tema di riforma delle societ cooperative, Milano, 2005, p. 633 s.); per la tesi positiva cfr. invece il decreto del Tribunale di Mantova del 22 febbraio 2005 (in Riv. not., 2005, p. 401 e la risposta (datata 30 novembre 2004, prot. n. 1556.188) del Ministero delle attivit produttive ad un quesito proposto dal movimento cooperativo; risposta che stata oggetto di critica da parte di G. BONFANTE, in Il nuovo diritto societario. Commentario, Aggiornamento al d.lgs. n. 310/2004, Bologna, 2005, p. 47, nt. 8. La seconda questione, di diritto transitorio, riguarda le coop-s.r.l. che abbiano emesso i prodotti finanziari di cui agli artt. 4 e 5 l. n. 59/1992 prima dellentrata in vigore del d.lgs. n. 6/2003 e la sorte dei predetti prodotti; sul punto cfr. A. ZOPPINI - D. BOGGIALI - A. RUOTOLO, Coordinamento tra la disciplina dei soci sovventori e le norme sui soci finanziatori, in Studi e materiali in tema di riforma delle societ cooperative, Milano, 2005, pp. 634-636; G. PETRELLI, I profili patrimoniali e finanziari nella riforma delle societ cooperative (corrispondente allo studio n. 5307/I approvato il 28 ottobre 2004 dalla Commissione studi dimpresa del Consiglio nazionale del notariato), ivi, p. 200 s. e, da ultimo, la risposta dellUfficio studi (settore studi di impresa) del Consiglio nazionale del notariato al quesito n. 146-2006/I.

21) 22)

Luso del verbo potere nella frase sopra riportata si giustifica in base alla considerazione Lunica eccezione alla suddetta regola dipenderebbe dal diritto transitorio, se si accetta la

che la quota pu essere indicata in percentuale nellatto costitutivo. tesi di L. SALVINI - A. ZOPPINI, Il valore nominale delle azioni di societ cooperative ai sensi del nuovo art. 2525 c.c., in Contr. impr., 2003, p. 1031 ss., secondo i quali, ai sensi degli artt. 3 e 21 l. 17 febbraio 1971, n. 127, 33 e 214 l. n. 59/1992 e 25251 c.c., sarebbe ammissibile che una cooperativa di diritto comune abbia tre diversi valori nominali unitari per le azioni di cooperazione appartenenti alla stessa categoria, ma emessi prima dellentrata in vigore, rispettivamente, della l. n. 270/1971, della l. n. 59/1992 e del d.lgs. n. 6/2003; il che discenderebbe dallinderogabilit dei nuovi valori nominali minimi per le azioni di nuova emissione e dal possibile non adeguamento a detti valori per le azioni emesse durante la vigenza delle disposizioni abrogate. Per il diritto speciale delle cooperative si rammenta invece quello delle banche di credito cooperativo; queste ultime, se costituite prima del 22 gennaio 1992, possono avere ai sensi dellart. 1503 TUB azioni con un valore nominale unitario inferiore al valore minimo oggi fissato dallart. 334 TUB; il che trova conferma nella nota relativa allart. 20 dello statuto-tipo delle banche di credito cooperativo (BCC), il quale stato ampiamente modificato nel marzo del 2005 dalla Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali (dora innanzi Federcasse, corrispondente all'organo di rappresentanza nazionale di quasi tutte le BCC italiane), d'intesa con la Banca d'Italia, al fine di recepire la riforma del diritto societario; dalla lettura di questo statuto si ricava tuttavia lunitariet del valore nominale dellazione, nel senso che anche le nuove azioni emesse da una BCC costituita prima del 22 gennaio 1992 potrebbero avere un valore inferiore a quello fissato dallart. 334 TUB; il che trova conferma nella prassi delle BCC che sono state costituite antecedentemente alla predetta data e che hanno deciso di non innalzare il valore nominale delle vecchie azioni allattuale valore minimo legale di venticinque euro; queste banche, infatti, prevedono un unico valore nominale unitario di 2,58 euro sia per le vecchie azioni sia per le nuove azioni.

23) 24)

La suddetta opinione stata gi espressa da A.A. DOLMETTA, op. cit., pp. 201-203. E. CUSA, Il socio finanziatore, cit., pp. 92-94, ha cercato di dimostrare che le azioni di

finanziamento sono necessariamente una categoria di azioni diversa da quella delle azioni di cooperazione.

25)

Stante il dettato dellart. 23462 c.c., non pare per condivisibile la lettura di questa norma

prospettata da A.A. DOLMETTA, op. cit., p. 202 s., secondo il quale tale disposizione imperativa potrebbe valere anche nelle s.p.a. solo allinterno di categorie di azioni ai sensi dellart. 23482

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c.c.; si ritiene, infatti, che solo grazie allart. 2525, u.c., c.c. pu mutare la natura della norma per prima citata e dunque possano emettersi (solo nelle cooperative e non anche nelle s.p.a.) azioni appartenenti a diversi categorie con valori nominali diversi.

26) 27)

Conformemente A.A. DOLMETTA, op. cit., p. 202 s. Se invece i suddetti articoli della disciplina della s.p.a. integrano la disciplina della

cooperativa ai sensi dellart. 25261 c.c., si reputa che i primi mantengano il loro carattere imperativo; ma, allora, non potrebbero essere previste categorie di azioni di finanziamento caratterizzate anche da diversi valori nominali unitari.

28)

Cos, da ultimo, A. BARTALENA, Commentario alla riforma delle societ. Artt. 2511 2548 c.c.

diretto da P. Marchetti - L.A. Bianchi - F. Ghezzi - M. Notari, Milano, 2007, p. 101; lopposta tesi invece rappresentata da F. COSTA, Societ cooperative che adottano il modello s.p.a. ed emissione di azioni senza valore nominale, in Studi e materiali in tema di riforma delle societ cooperative, Milano, 2005, 591 ss.

29)

Contra per A.A. DOLMETTA, op. cit., pp. 188, nt. 2 e 194, nt. 14, sulla base dellassunto che

le cooperative sarebbero regolate dallart. 23462 e 3 c.c. Si ritiene, invece, che lart. 2346 c.c. regola s le cooperative, stante lultimo comma dellart. 2525 c.c., ma necessita nondimeno di un adattamento prima di essere applicato, stante le due disposizioni riportate nel testo; da queste ultime, dunque, bisogna partire per esprimere il giudizio di compatibilit (pur facilitato dallart. 2525, ult. cpv., c.c.) dellart. 23462 e 3 c.c. con lordinamento cooperativo.

30)

Sullinderogabilit in minus del valore nominale minimo delle partecipazioni di cooperazione

(emesse dopo lentrata in vigore del d.lgs. n. 5/2003) cfr. L. SALVINI - A. ZOPPINI, Il valore nominale delle azioni di societ cooperative, cit., passim.

31)

Sul valore nominale delle azioni delle banche popolari (fissato solo nel minimo dallart. 29 2

TUB) e sulla partecipazione di cooperazione massima detenibile in dette banche (determinata dallart. 302 e 3 TUB) cfr. G. PETRELLI, Le banche cooperative nella riforma del diritto societario, cit., 8.

32)

Di questa idea sono certamente L. SALVINI - A. ZOPPINI, Il valore nominale delle azioni di

societ cooperative, cit., p. 1038, seguiti parrebbe da V. DE STASIO, in Commentario alla riforma delle societ. Artt. 2511 2548 c.c. diretto da P. Marchetti - L.A. Bianchi - F. Ghezzi M. Notari, Milano, 2007, p. 425, nt. 32 (rispetto allart. 2545-quinquies c.c.) e G. PETRELLI, Formulario notarile commentato, cit., p. 734 (rispetto allart. 2545-sexies c.c.). Relativamente al valore nominale massimo delle azioni emesse da BCC ha espresso la stessa opinione (limitatamente per alla rivalutazione delle azioni ex art. 7/1992) V. SANTORO, in Commento al d.lgs. 1 settembre 1993, n. 385, Bologna, 2003, vol. I, p. 519.

33) 34)

G. BONFANTE, Delle imprese cooperative, cit., p. 403. Banca dItalia, nelle sue Istruzioni di Vigilanza, Tit. VII, Cap. 1, Sez. II, par. 3, precisa che

le BCC devono in ogni caso adottare politiche aziendali tali da favorire lampliamento della compagine sociale; di ci tengono conto nella determinazione della somma [ossia del soprapprezzo] che il socio deve versare oltre all'importo dell'azione .

35)

Il tetto sopra ricordato si suole spiegare con l'intento di ostacolare il formarsi di situazioni

di squilibrio fra i soci e con quello di impedire una partecipazione alla cooperativa unicamente mirata a finalit lucrative e non mutualistiche (G. BONFANTE, op. loc. ultt. citt.).

36)

Secondo la Banca dItalia, in risposta ad un quesito presentato da una BCC, queste

cooperative, nonostante lart. 150-bis1 TUB stabilisca lapplicabilit alle banche cooperative del solo ultimo comma dellart. 2525 c.c. (e perci dellinapplicabilit dellart. 25254 c.c., laddove consente il superamento del plafond alla partecipazione sociale in caso di imputazione a capitale dei ristorni), potrebbero superare il valore nominale massimo della partecipazione di cooperazione fissato dallart. 344 TUB (cinquantamila euro), poich alle predette banche si applica comunque lart. 2545-sexies3 c.c. Per le BCC si potrebbe sostenere lammissibilit del superamento del plafond dianzi ricordato anche nel caso di aumento nominale del capitale sociale ai sensi del comb. disp degli artt. 7 l. n. 59/1992 e 150-bis3 TUB; dello stesso avviso sono V. SANTORO, op. loc. citt. e G. PETRELLI, Le banche cooperative nella riforma del diritto societario, cit., 7.

37)

Cos G. PETRELLI, op. loc. ultt. citt.

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38) 39)

Potendovi non essere soci finanziatori in una cooperativa. Che la variabilit del capitale sociale costituisca uno dei tratti caratterizzanti la societ

cooperativa [anche quella europea, come ricorda M. EBERS, Die Grndung einer SCE, in Handbuch der Europischen Genossenschaft (SCE), a cura di R. Schulze, Baden-Baden, 2004, 47 s.; sul punto cfr. infatti l'art. 3, par. 5 regolamento SCE] e che, quindi, il previgente art. 2520 c.c. potesse essere considerato come una norma inderogabile descrittiva del tipo normativo societ cooperativa, sembra emergere pianamente dalla stessa relazione ministeriale al codice civile, n. 1026, settimo capoverso: come carattere distintivo delle societ cooperative rispetto alle societ ordinarie, dal punto di vista strutturale, stato espressamente riconosciuto quello, gi individuato dalla dottrina, della variabilit del numero e delle persone dei soci (senza che ci importi modificazione dell'atto costitutivo e richieda una speciale deliberazione dell'assemblea) e della conseguente variabilit del capitale sociale . Diversamente dal codice civile del 1942 (con il previgente art. 2520 c.c.), il codice di commercio del 1882 non prevedeva espressamente che la societ cooperativa fosse a capitale variabile e perci si discuteva se questo profilo strutturale fosse un elemento essenziale della societ in parola (sul punto cfr. A. DE GREGORIO, Delle societ e delle associazioni commerciali. Art. 76 a 250 Cod. comm.6, in Il codice di commercio commentato coordinato da L. Bolaffio, A. Rocco, C. Vivante, IV, Torino, 1938, p. 749 s.).

40)

Tra le peculiarit strutturali della cooperativa, oltre a quella sopra ricordata, vi sono i suoi

necessari caratteri aperto (sul quale cfr. A. MAZZONI, La porta aperta delle cooperative tra premesse ideologiche e nuovo diritto positivo, in Il nuovo diritto delle societ: liber amicorum Gian Franco Campobasso, diretto da P. Abbadessa e G. B. Portale, Torino, 2007, vol. 4, p. 765 ss.) e democratico (sul quale cfr. E. CUSA, Il procedimento assembleare nella societ cooperativa e il principio democratico, in Giur. comm., 2004, I, 843 ss.).

41)

L'espressione pi compiuta di questa idea si trova in G. DI CECCO, Variabilit e modificazioni

del capitale sociale nelle cooperative, ed. provv., Napoli, 2002, 222-226. La tesi su esposta presente anche dopo lapprovazione del d.lgs. n. 6/2003 ed sostenuta, tra gli altri, da E. ROCCHI, in Commentario alla riforma delle societ. Artt. 2511 2548 c.c. diretto da P. Marchetti - L.A. Bianchi - F. Ghezzi - M. Notari, Milano, 2007, p. 141; in senso contrario cfr. per, con unampia argomentazione, R. COSTI, Gli strumenti finanziari nelle nuove cooperative: problemi di disciplina, in Bbtc, 2005, I, 126 ss.

42)

Sempre che si segua la dottrina (qui rappresentata da G. MARAS, Le banche cooperative, in

Bbtc, 1998, I, 550; contra per G. OPPO, Credito cooperativo e testo unico sulle banche, in Riv. dir. civ., 1994, II, 659 s. e, in modo convincente, sulla base del diritto vigente, G. PETRELLI, Le banche cooperative nella riforma del diritto societario, cit., 6) e la giurisprudenza (per tutti v. Cass., 14 luglio 1997, n. 6349, in Foro it., I, 1998, c. 558), secondo le quali le banche popolari non sarebbero obbligate a perseguire lo scopo mutualistico inteso come gestione di servizio.

43) 44)

Dello stesso avviso pare essere R. COSTI, Gli strumenti finanziari nelle nuove cooperative, Una clausola statutaria analoga a quella sopra prospettata addirittura imposta

cit., p. 128 s. nellordinamento transalpino e in quello spagnolo, come ricorda E. CUSA, Il socio finanziatore, cit., p. 252, nt. 170. Sarebbe invece nulla la clausola statutaria che fissasse una percentuale massima al capitale di cooperazione o una percentuale minima al capitale di finanziamento, potendo la determinazione di dette percentuali imporre alla cooperativa di modificare latto costitutivo prima di ammettere un nuovo socio cooperatore, costringendola cos a disattendere la regola imperativa di cui allart. 25242 c.c.

45)

Per la compatibilit tra variabilit del capitale sociale e previsione di un suo valore minimo

ricordo la disciplina non solo delle banche cooperative [art. 141, lett. b), t.u.b. e Tit. I, Cap. 1, Sez. II, Istruzioni di vigilanza per le banche, emanate dalla Banca dItalia] ma anche della SCE (ai sensi degli artt. 1, par. 2, comma 2, e 3, par. 2, regolamento SCE). Si rammenta che solo le BCC autorizzate dopo il trentuno dicembre 1999 devono avere un capitale sociale iniziale non inferiore a due milioni di euro. Per le altre BCC basta che abbiano un patrimonio

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di vigilanza (di cui il capitale sociale versato un componente) almeno pari allanzidetto importo (Banca dItalia, circ. n. 4 del 29 marzo 1998).

46)

Si ritiene pertanto che la predetta regola, contrariamente alle altre contenute nell'art.

2525, ult. cpv., c.c. sia applicabile tanto alle azioni di cooperazione, quanto alle azioni di finanziamento.

47) 48)

Il che accade quando la cooperativa abbia (per statuto o per legge) un capitale sociale Mentre una societ con capitale sociale fisso (ossia variabile solo con unapposita

nominale minimo. modificazione dellatto costitutivo) non deve per forza averlo anche nominale, come accade nelle societ di persone (ove il capitale sociale corrisponde alla sommatoria dei valori dei conferimenti arg. dallart. 2295, n. 6, c.c.).

49)

In questo senso, circa il capitale delle societ di capitali, P. SPADA, in Appunto in tema di

capitale nominale e di conferimenti, corrispondente allo studio n. 127-2006/I approvato dalla Commissione Studi dImpresa il 15 settembre 2006, 2 e in Diritto commerciale, II, Padova, 2006, p. 203 s. Di diverso avviso, relativamente alle societ cooperative, ricordo per V. BUONOCORE, Diritto della cooperazione, Bologna, 1997, p. 291, il quale fa corrispondere al concetto di capitale nominale la sommatoria, in un determinato momento storico, del valore nominale delle quote e delle azioni .

50)

Invece, dalla consultazione dellelenco dei soci di una coop-s.r.l., da iscriversi nel registro

delle imprese (art. 2478-bis2 c.c.), dovrebbe normalmente risultare per ciascun socio soltanto la quota di partecipazione indicata in termini percentuali; indicazione, questultima, da sola inidonea a consentire il calcolo del valore del capitale sociale. Se infatti il predetto elenco redatto sulla base delle risultanze del libro dei soci, se in questo libro deve essere indicata la partecipazione di spettanza di ciascun socio (art. 24781, n. 1, c.c.), da intendersi come percentuale rispetto al capitale sociale, e se la pubblicit dellelenco dei soci rivolta ai terzi (pi interessati a conoscere la quota di partecipazione espressa in una percentuale del capitale sociale), allora la frase lindicazione del numero delle azioni possedute dovr essere adattata, una volta applicata ad una coop-s.r.l. in forza del comb. disp. degli artt. 24352 e 2478-bis2 c.c., nel senso di imporre lindicazione nellelenco in parola delle quote di partecipazione non gi in numerario, bens in una percentuale del capitale sociale.

51)

Il suo primo comma pacificamente applicabile alle cooperative, poich anchesse devono

depositare annualmente presso lufficio del registro delle imprese il bilancio desercizio e leventuale bilancio consolidato, come ricordano le istruzioni ministeriali per la compilazione del modulo (denominato come B) necessario per effettuare detto deposito.

52)

Pi precisamente, nelle istruzioni ministeriali per la compilazione del modulo denominato

come Intercalare S, si stabilisce che non va depositato [nel registro delle imprese] lelenco soci delle societ cooperative in quanto per queste ultime tale onere non prescritto da alcuna norma .

53)

Per la relativa dimostrazione cfr. E. CUSA, Il socio finanziatore nelle cooperative, cit., p. 167

ss., ove ulteriori citazioni, anche di segno opposto.

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