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SIDEREUS NUNCIUS

È un’opera scritta in latino e significa “l’annuncio sidereo” di questa


nuova realtà che è appunto l’universo visto secondo un’ottica diversa che
già Galilei propende per l’ottica copernicana. Non lo dirà mai ma nei suoi
scritti è palese. In quest’opera egli annuncia tutte le scoperte che fa col
cannocchiale. Abbiamo
-l’universo che diventa più grande rispetto a quanto aveva progettato
Aristotele (gerarchia del mondo fisico che va da Dio, motore immobile,
poi abbiamo le stelle fisse che si muovono in maniera impercettibile e
danno impulso alle sfere che stanno intorno e supportano i pianeti).
-Egli distrugge la distinzione tra corpi terrestri e corpi celesti che erano il
vero pilastro della concezione aristotelico-tolemaica. Aristotele aveva
diviso tutta la realtà dell’universo in due parti: la parte lunare che
riguarda tutto quello che fa parte dell’universo, e la parte sublunare che è
quella della terra. Mentre la terra è imperfetta, i corpi celesti sono
perfetti, dunque la distinzione aristotelico-tolemaica è particolarmente
marcata. La terra che ha delle caratteristiche proprie della realtà
fenomenica e della realtà sensibile, in un certo senso si scontra con la
perfezione dell’universo. Grazie al cannocchiale, Galileo dimostra che
quello che ha detto finora Aristotele è falso dimostrando che le macchie
lunari non sono un effetto ottico ma sono dei veri e propri avvallamenti e
quindi sulla luna ci sono le montagne, le colline, le pianure che sono
tipiche di una realtà terrestre dove c’è una morfologia geologica simile a
quella terrestre. Grazie al famoso big-ben noi sappiamo qual è l’origine
dell’universo.
- Galilei scopre i famosi satelliti di Giove, ovvero i 4 pianeti che girano
attorno a Giove e che lui chiama satelliti medicei in onore di Cosimo II de
Medici. (La successione: Cosimo I, Giovanni, Pietro; Lorenzo il Magnifico,
Savonarola, de Medici). In questo mondo lunare dunque non c’è la
perfezione assoluta e non c’è neanche l’imperfezione assoluta nel mondo
terrestre: non c’è differenza di natura.
-Gli anelli di saturno
-Le fasi di Venere
-Le macchie del sole: è il funerale o piuttosto l’estremo ultimo giudizio
della pseudofilosoia. Egli le definisce come mutazioni e alterazioni che
avvengono diversamente alla concezione aristotelica. Dunque egli
teorizza che avvengono delle mutazioni attraverso il dinamismo presente
nel sole e di conseguenza se muta non è perfetto poiché secondo la
concezione classica, il mutamento è legato all’imperfezione.
La grandezza di Galileo sta proprio nell’aver rivoluzionato la fisica ed aver
avviato parametri scientifici. Quando Copernico inizia a far girare il suo
manoscritto “de revolutionibus orbium coelestium”, esso arriva ad un
teologo protestante. Loro sono d’accordo con i cattolici e vanno contro
Galileo e la visione Copernicana perché vogliono essere fedeli alla bibbia.
Osiander scrive una prefazione dove dice che è una buona ipotesi di
lavoro ma Copernico contesterà questa posizione poiché per lui è una
teoria. Questo ipotizzare ma non dimostrare colpirà sia Copernico che
Galileo. Loro non vogliono che i loro studi siano definiti delle ipotesi
poiché sono scientifici e nascono da studi approfonditi. La chiesa è così
spaventata da Galileo perché intanto è una chiesa rinnovata giovane:
siamo nei primi del 600 e la riforma protestante si starà sempre più
affermando e dilagherà sempre di più. La chiesa è sotto sforzo. Siamo
dunque in piena controriforma che da un lato blocca il protestantesimo,
dall’altro vuole che la chiesa sia riformata (seminari, ecc). Dunque, questo
momento in cui Galilei mette in discussione la bibbia costituisce u grande
pericolo, di conseguenza la chiesa è spaventata che queste teorie possano
inficiare completamente il credo cristiano e quindi creare delle situazioni
molto dannose per la chiesa. Bellarmino era u grande intellettuale e
probabilmente nel suo intimo era d’accordo con Galilei però lui insiste nel
dover bloccare qualsiasi forma per non far cadere la chiesa in una crisi
che non si potrà mai risolvere. Bellarmino, parlando con Foscarini, un
altro ecclesiastico dice:” Quanto al sole e la terra, nessun savio è che
habbia bisogno di correggere l’errore, perché chiaramente esperimenta
che la terra sta ferma e che l’occhio non s’inganna quando giudica che la
luna e le stelle si muovono”. Ma le lettere che lui manda a Galilei in un
certo senso fanno capire che Bellarmino comprende la rivoluzione
scientifica ma la chiesa deve rimanere ferma nella posizione aristotelica.
L’INCOMMENSURABILITA’ TRA SCIENZA E FEDE
Galilei non vuole scontrarsi con la chiese poichè ha fede in Dio, ma vuole
chiarire l’autonomia delle conoscenze scientifiche. Kant, nella critica della
ragion pura afferma “io voglio fare scienza” perché Galileo scriverà che le
due realtà, ovvero la scienza e la fede, devono essere completamente
autonome poiché sono 2 sfere diverse e hanno due libri diversi:
- quello della scienza è il Libro della Natura (se io devo fare scienza devo
analizzare la natura), Galilei è il padre della fisica moderna e la scienza usa
il linguaggio matematico che non ha niente a che vedere con la fede e le
sacre scritture. Il libro della natura ci dice la verità perché la natura è stata
creata da Dio e quindi le leggi della natura sono tutte veritiere. Nello
stesso tempo anche le sacre scritture sono veritiere perché chi le ha
scritte è stato guidato in queta scrittura da Dio. Mentre il Corano,
secondo il credo musulmano è stato dettato da Dio, il testo della bibbia è
stato ispirato.
-quello della fede sono le sacre scritture (conoscenze morali)
Galilei vuole l’autonomia perché sono due ambiti diversi. Uno tra gli
errori della chiesa è che molto spesso ha voluto dare un’interpretazione
in relazione al secolo. Oggi, essendo più liberi, ance l’interpretazione può
esserlo ed è proprio a questo che punta Galilei. Egli dice che, poiché la
Bibbia è stata scritta per gli uomini si deve usare un linguaggio semplice.

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