Informazioni
Suore Pie Operaie dell’Immacolata Concezione
Via S. Giacomo, 3 - 63100 Ascoli Piceno
Telefono: 0736/259952
Fax: 0736/252536
E-mail: casamadr@libero.it
Sala XII
Biblioteca moderna
Sala X - Galleria
Sala XI
Biblioteca
Marcucciana
Sala XIII
Archivio
Sala II
Pie Operaie
Sala I
Ingresso
Ingresso
Sala VIII
S. Emidio
Sala IV
Sala IV Missioni
Missioni
Sala III
Istruzione
femminile
la V
di mons.
rcucci
1
Istituto Suore Pie Operaie
dell’Immacolata Concezione
Ascoli Piceno
Testi:
Daniele Di Flavio, Maria Paola Giobbi
Maddalena Trionfi Honorati, Franco Laganà
Maria Gabriella Mazzocchi, Benedetta Montevecchi
Elio Nevigari, Carlo Maria Saladini
Foto:
Domenico Oddi
ed inoltre:
Archivio Pie Operaie, Franco Laganà, Daniele Di Flavio,
Museo Sistino di Montalto, Museo Diocesano di Ascoli Piceno
Pinacoteca civica di Ascoli Piceno
Stampa:
D’Auria Industrie Grafiche S.p.A. - Ascoli Piceno
1 gennaio 2006
1 gennaio 2006
Don Stefano Russo
Direttore dell’Ufficio Nazionale CEI
per i Beni Culturali Ecclesiastici
Saggi introduttivi
Sopra: Anonimo, maiolica, cm. 35x29. Stemma di “Francesco Antonio dell’Immacolata Concezione”.
mons. Francesco Antonio Marcucci, scelto nel 1741 Nella pagina a fianco: Ritratto di Francesco Antonio
quando diventa sacerdote. Egli utilizza lo stemma della Marcucci, olio su tela di Ignoto, 1746. E’ il primo dipinto
sua famiglia, riportato sulla metà a destra, dove sono raf- che raffigura il Servo di Dio Francesco Antonio Marcucci
figurati tre monti, simboli delle virtù della giustizia, della e lo ritrae all’età di 29 anni. E’collocato nella Casa Madre
clemenza e dell’equità; la stadera rafforza il simbolo del- di Ascoli Piceno, nello studio della Superiora Generale.
la giustizia. Sulla parte sinistra, introduce l’immagine Nella parte inferiore del quadro si legge:
dell’Immacolata “delizia del suo cuore e scala per salire DON FRANCESCO ANTONIO MARCUCCI DE-
al cielo” e lo Spirito Santo. Mons. Marcucci si considera VOTO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE,
proprietà di Maria, frutto della sua opera e suo miracolo. MISSIONARIO APOSTOLICO E PRIMO SERVO
Per questo, al nome di famiglia, aggiunge quello della DELLE PIE OPERAIE DELL’IMMACOLATA
nuova appartenenza: si chiama e si firma fino alla morte CONCEZIONE, DI ANNI XXIX.
14 Saggi introduttivi
cristiana. Con quel senso di giustizia che razione dell’Anno Santo a Roma e gli
gli era connaturale, avvalorato dalla prepa- chiese di accettare il nuovo ufficio il più
razione giuridica, promosse una corretta presto possibile. Mons. Marcucci si pre-
amministrazione dei beni temporali, di ba- parò subito e partì.
die, conventi, cappellanie, benefici e con- In una lettera a suor M. Petronilla Capo-
fraternite, apportò ovunque migliorie per- zi, così confidava i suoi sentimenti:
ché i suoi diocesani, specialmente i poveri, “Sospendiamo il Sinodo e i suoi atti pre-
potessero beneficiarne. paratori, o figlia, ai piedi dell’Immacolata
Nel 1772 fece la prima visita pastorale. nostra Signora […]. La Vergine Madre di
Visitò tutte le parrocchie; raggiunse an- Dio, Signora del cielo e della terra, ci chia-
che le località rurali e montane più di- ma a cose più alte. Andiamo e diciamo:
stanti ed impervie. I resoconti pervenutici Vergine purissima, portaci dietro di te, cor-
confermano la sua attenzione minuziosa reremo all’odore dei tuoi profumi.
ed esatta a tutto: dalle suppellettili degli Io non sono niente, e nulla valgo, tuttavia,
altari e delle sagrestie più umili, alla cura o dolcissima Madre e Signora mia, ti con-
premurosa per tutti i fedeli, per i membri sacro e ti offro il cuore, i passi, l’opera, i
delle varie confraternite, per i sacerdoti, sudori, la vita, tutto e, in onore del tuo
i religiosi e per le monache. La carità e la grande Mistero dell’immacolato concepi-
sapienza furono le virtù che contraddi- mento, mi consacro a te con tutto il cuore”.
stinsero la gestione generale del ministe- Mantenne la carica di Vicegerente fino a
ro episcopale di mons. Marcucci. Si era quando le forze glielo permisero (1786),
proposto di far diventare la sua Diocesi continuando a governare anche la Dioce-
come un giardino. Ne stava preparando il si. Papa Pio VI, successore di Clemente
Sinodo, da cui sperava un grande e gene- XIV, lo confermò in tutti gli incarichi e lo
rale rinnovamento spirituale, quando il scelse come suo consigliere e confessore
19 gennaio 1774 gli giunse la notizia durante il viaggio a Vienna da febbraio a
dell’elezione a Vicegerente. Avrebbe de- giugno del 1782 per incontrare l’Impera-
siderato almeno trattenersi alcuni mesi in tore Giuseppe II. Papa Pio VI concesse a
Diocesi per concluderlo, ma al Papa Cle- mons. Marcucci l’approvazione perpetua
mente XIV, forse presago della sua im- della Congregazione delle Suore Pie
minente dipartita, stava a cuore la prepa- Operaie dell’Immacolata Concezione (6
Saggi introduttivi 17
1758 1759 1760 1761 1762 1763 1764 1765 1766 1767 1768 1769 1770
2 3 2 3 3 3 1 3 4 7 8 5 5
20 Saggi introduttivi
Il metodo educativo proposto dal Mar- età. Con essa si offriva alla donna l’oppor-
cucci è quello di una instancabile ricerca tunità di elevarsi culturalmente e spiritual-
per trovare la via migliore per aiutare mente e così poter incidere positivamente
l’educando a comprendere e a crescere, nella società fino a sanarla e migliorarla
in un clima di gioia, di serenità e di ispirandosi a Maria Immacolata e pog-
amore. Ad una maestra che egli giudica- giandosi sulla sua potente intercessione.
va rigida nel metodo di insegnare, racco- Non è difficile immaginare quante resi-
mandava: “Chi insegna convien tenti stenze, invidie e gelosie e, nello stesso
mille strade, dia mille stimoli, usi mille tempo, quanta consolazione ed entusiasmo
termini, pensi mille mezzi, e con una una proposta così alta potesse scatenare.
chiara ed affluente e varia comunicativa Nonostante difficoltà di ogni genere, l’Isti-
si adatti, sproni, riscelga, ripeta; e ado- tuto Marcucciano si inserì positivamente
peri ogni maniera, che anche i sassi, per nel tessuto sociale e religioso della città,
così dire, ricevano dell’impressione”. attraverso la continua e paziente opera
A distanza di anni, da Roma scriveva a del Fondatore e la corrispondenza gene-
suor Maria Emanuele Capozi: rosa delle Pie Operaie che subito riscos-
“Le piante tenere convien coltivarle con sero apprezzamento per l’esemplarità
mano gentile, paziente, e piacevole. Le della loro vita ed il servizio sociale sem-
mani ruvide le spezzano, e perdono in- pre più qualificato che offrivano.
vano il tempo. Lo spirito delle Costitu-
zioni è fondato sulla dolce carità. Chi La Congregazione dopo
pensa diversamente non coglie il punto. la morte del Fondatore
Convien farsi fanciulla talora con le fan- Alla morte del Fondatore (1798) la
ciulle per guadagnarle a Dio, e farle di Congregazione contava quindici mem-
spirito allegro e docile”. bri di cui dieci suore professe; durante
La Scuola Pia del Marcucci era la prima la sua vita ne erano morte dodici.
scuola femminile che si apriva ad Ascoli Quando il 15 giugno 1801 il cardinal Ar-
per le giovanette e le donne di ogni ceto ed chetti, vescovo di Ascoli, rientrato in città
Saggi introduttivi 21
Regio Decreto che le salvò per allora Congregazione e ci riuscì. Ancora una
dalla generale soppressione”. Intanto, il volta, a motivo dell’istruzione pubblica a
16 agosto 1865, a motivo dell’imminente cui le suore si dedicavano, non furono
invasione del colera asiatico, l’Ispettore cacciate dal monastero; fu loro assegnata
scolastico obbligò l’immediata chiusura una parte di esso, sufficiente per la comu-
dell’educandato e della scuola con som- nità, per le scuole e il relativo personale.
mo dispiacere di tutti. L’anno seguente, Le suore continuarono a curare molto la
Vittorio Emanuele II rafforzò la legge scuola che fu sempre onorata dal concorso
della soppressione ordinando un censi- di fanciulle di ogni ceto, con soddisfazione
mento nei monasteri con l’ordine di farvi dei genitori e delle competenti autorità.
rimanere solo le religiose professate pri- Dalla relazione del Regio Ispettore Scola-
ma del 1860. In questa data le Pie Ope- stico cav. Mariani, effettuata il 9 dicembre
raie erano dodici. 1899 e fatta propria dal provveditore agli
Nel 1867 si riaprì la scuola che raggiun- studi prof. E. Passamonti, possiamo cono-
se il numero di cento alunne ed andò via scere che le alunne iscritte erano 144; le
via aumentando. Per poter rispondere aule sufficientemente adatte ed arredate; vi
alle esigenze dei programmi governativi, erano buoni locali per la ricreazione ed
le suore fecero venire da Torino una erano da apprezzare le ottime abitudini di
maestra patentata, la signorina Teresa ordine e di nettezza che vi si riscontrava-
Gorzegno, la quale per quarant’anni in- no. Programmi e libri di testo erano in
segnò e diresse la scuola distinguendosi conformità con le prescrizioni governative
per competenza e capacità che le furono per le pubbliche scuole. Inoltre, essendo
riconosciute dalle varie autorità scolasti- gratuita, la scuola riusciva di non lieve
che cittadine; morì nell’Istituto il 30 di- sgravio al Comune che, se avesse dovuto
cembre 1914. farsene carico, doveva sostenere una spesa
Il 13 settembre 1866 giunse l’ordine annua di lire 2.000 circa. Sul libro Istru-
della soppressione senza liquidazione di zione della Provincia di Ascoli Piceno, del
pensione e il 14 maggio 1867, in meno 1899, Giuseppe Castelli riporta la seguente
di due ore, fu incamerato tutto il capitale frase del prof. E. Passamonti: “Gratitudine
della Congregazione. Soltanto tre anni a voi, o benemerite Pie Operaie, modeste
dopo, il 22 ottobre 1869, le suore otten- ed umili come la viola che, sebbene na-
nero la pensione minima. scosta, spande intorno il suo casto e soave
Nel 1892 poi, giunse dal Fondo Culto di profumo, a deliziare l’animo dei passanti”.
Roma l’ordine di concentrare le religiose Il 17 dicembre 1895 la nuova superiora
della città per lasciar liberi alcuni edifici ad Cristina Pilotti istruì una causa contro il
usi pubblici. Dal censimento effettuato ri- Demanio e il Fondo Culto, aiutata dall’in-
sultò che le Pie Operaie erano solo 5, or- telligente suor M. Serafina Saladini e dai
mai quasi tutte anziane e malate; perciò validi avvocati Giuseppe Maria Mazzocchi
l’Intendenza di Finanza di Ascoli Piceno e Corso Donati; dopo sei anni ottenne una
propose di farle sgomberare. parziale reintegrazione dei beni della Con-
La Madre Prefetta Agnese Savini, che gregazione. Il 12 luglio 1902 “si ebbe la
reggeva la Comunità già da quarantacin- consolazione di vedere ultimata la tubatura
que anni, lottò fino all’ultimo con intelli- dell’acqua potabile in cucina, refettorio,
genza e con grande fiducia in Dio e nel- chiostro, camere da bagno ed altre parti
l’Immacolata contro queste gravi necessarie”. Il 15 agosto 1903 fu sgombe-
difficoltà. Scrisse varie lettere alle autorità rata l’antica foresteria del monastero, di-
competenti per salvare i diritti dell’amata mora del venerato Fondatore, occupata per
Saggi introduttivi 23
Queste decorazioni, ancora visibili as- vari spazi pubblici cittadini quali la piaz-
sieme agli stemmi delle famiglie com- zetta, allora detta, “del Casale” e ben
mittenti, vennero integrate con due al- cinque vicoli ad essa limitrofi tra i quali
tre, realizzate dal pittore Dino Ferrari, il “vicolo di Piccinini”, il “vicolo del
intorno al 1960 e raffiguranti la Croci- Casale” ed il “passo del Casale”.
fissione e le Nozze di Cana. I lavori vennero condotti, all’inizio, se-
Data l’esiguità dello spazio disponibile condo criteri pragmatici e senza un
all’interno del primo nucleo del picco- preciso disegno unitario, con lo scopo
lo convento, venne subito dato l’avvio di ottenere quegli spazi essenziali alla
alla seconda fase della formazione del- prima vita della comunità. Solo intorno
la Casa Madre (1747-1779). In questo alla metà del 1780, mentre era a Roma
trentennio il Fondatore, con l’aiuto come vicegerente e con l’aiuto del
economico di diversi personaggi a lui Sommo Pontefice Pio VI, si rese possi-
vicini, procedette al graduale acquisto bile l’avvio della terza fase: il sogno
della maggior parte delle case, orti e del Fondatore di “fabricare da’ fonda-
casareni costituenti l’isolato “del Casa- menti questo nuovo grandioso Mona-
le”, alla loro demolizione e modifica stero dell’Immacolata Concezione”.
ed alla costruzione di quelle ali del Il 21 giugno 1780 viene dato il via ai la-
convento maggiormente necessari per vori “con lo spiano, per ora, della casa
consentire l’incremento dell’attività,
sopratutto educativa, delle Pie Operaie.
Sopra: Particolare dell’isolato “del Casale” prima
La costruzione della Casa Madre portò, dell’edificazione del Monastero, tratto dalla pianta di
nel tempo, alla fusione di ben 17 case di Emidio Ferretti, 1646. La sede dell’Accademia degli
varia forma e dimensione, con casareni, Imperfetti, abitazione dei Ferretti e futura casa Ga-
rulli, è indicata con una crocetta.
orti e giardini oltre all’inglobamento di
Saggi introduttivi 27
17 15 16 12
12’
PICCININI
13
VICOLO DEI
7
13’
5 2
ALE
VICOLO DEL CAS
10 4
1
1’
3’
3
9
LE
ASA
8
EL C
SO D
8
PAS
11 I
ERIN
14 SOD
DEI
VIA
Bernabej ... cioè col buttar a terra sino alla Il progetto originario del convento, qua-
metà di essa, incluso l’arco o sia passo”. le ci è dato di conoscere dalle planime-
Subito dopo, nel mese di luglio viene trie conservate nell’archivio delle suore
fatta “dipingere la Pianta Topografica del Pie Operaie, comprendeva tutto l’attua-
Monistero” dal pittore Alessio Moderati le fabbricato, ad eccezione di quella che
sulla base del progetto elaborato dall’ar- sarà la “Forestaria” ovvero l’”Hospi-
chitetto di origine luganese Pietro Mag- tium Officialium Congregationis Imma-
gi. Questa, o perché di qualità non eccel- culatae Conceptionis” (che negli anni
sa o perché rovinatasi, venne fatta rifare seguenti, tra il 1781 ed il 1785, verrà ad
nello stesso mese a Roma e, opportuna- occupare l’angolo sud est dell’isolato,
mente “intelaiata e piombata ai lati”, incorporando le case Fornei, Feliziani e
venne presentata al Sommo Pontefice. Galli, all’uopo acquistate nel corso del
Ricevuta la superiore approvazione, e 1781) e dell’ingrandimento del coro,
conclusi gli atti di acquisto di altre tre ampliato nel corso del 1783 con la co-
case, tra cui la grande casa di proprietà struzione del “passo” sull’attuale via
Piccinini, aderente il primo nucleo del delle Concezioniste.
convento lungo il prospetto ovest, e ter- Il tutto venne portato avanti, nelle linee
minati i lavori preparatori “con atterrare generali, secondo il progetto dell’arch.
tutte le case contigue e vicine comprate, Pietro Maggi ma sotto l’alta supervisio-
a riserva di una porzione del Monastero ne e controllo dello stesso mons. Mar-
antico rimasta in piedi” il 4 novembre cucci che da Roma inviava disegni ed
1780 si dette “principio allo scavo delle impartiva ordini e suggerimenti, anche di
fondamenta della nuova Fabrica, inco- natura tecnica ed igienico sanitaria, sulla
minciandosi la facciata a Settentrione base delle sue, personali osservazioni sui
attaccandosi al presente Monistero”.
Tre giorni dopo, il 7 novembre si svolse
la cerimonia della posa della prima pie-
tra “con nuovo disegno del Sig. Archi-
tetto Pietro Maggi, eseguita dal celebre
Capomastro Giacomino Scolari”.
Di fatto, il progetto è il risultato di un
disegno organico che, secondo i voleri
del Fondatore, prescindendo dai limiti
esatti della proprietà, poneva grande
attenzione sia alla facilità della circola-
zione carrabile, che all’impatto visivo
della costruzione.
Due mesi dopo, fatti i contratti a giornata
con gli scalpellini, diretti dal capomastro
Emidio Martorelli alias Mastrichì, per
“l’acconciatura delle Pietre, pel zoccolo,
base, facciata, cornicioni della Chiesa” si
pose la prima pietra della nuova chiesa
progettata, secondo le stesse parole del
Fondatore, “secondo il disegno e figura
ottagonale di quella di Roma dedicata al
SS. Nome di Maria”.
Saggi introduttivi 29
metodi costruttivi in uso nella capitale, secondo gli schemi dell’edilizia civile
non disdegnando, ove i risultati non col- settecentesca, che nulla ha da invidiare
limassero con le sue volontà, sentito il ai più prestigiosi palazzi nobiliari del-
progettista Maggi, il capomastro Scolari l’epoca; solo i due portali con arco a
ed il deputato alla fabbrica Ferrucci, ad bugne, ed originale decorazione dei
apportare modifiche al progetto ed an- pieritti, recanti, in luogo dell’insegna
che a far demolire e ricostruire le parti nobiliare, la figura della Vergine del-
non conformi ai suoi desideri. l’Immacolata Concezione e del nome
Alla fine del 1791 i lavori della casa di Maria, e le inusitate dimensioni del
possono dirsi terminati; fa eccezione la complesso, lasciano trapelare l’esisten-
sola chiesa che, terminata nella parte za di una funzione diversa da quella
basamentale è ancora priva della “Cup- propriamente civile.
pola”. Questa, edificata nel corso del Originariamente, i prospetti esterni, per
1792, viene definitivamente terminata volere espresso dell’architetto e del
nel settembre dell’anno seguente con Fondatore, erano intonacati, e ciò per
l’esecuzione degli affreschi raffiguranti dare il massimo risalto sia al ritmo della
gli Evangelisti ed i Profeti da parte del partitura delle nuove finestrature, sia (a
pittore ascolano Pietro Michelessi e, la dirla con le parole dello stesso Marcuc-
chiesa, consacrata il 13 settembre 1795. ci) al “Cornicione denticolato all’uso
La Casa Madre, una volta terminati i dell’Ordine Dorico di architettura”, e
lavori, si presenta, non come il classico sia per evidenziare, col contrasto cro-
convento di cui esistono tanti esempi matico e di finitura dei materiali, l’ele-
in città, ma come un edificio “in forma gante prospetto della chiesa dell’Imma-
di palazzo”, organicamente progettato colata Concezione. Purtroppo,
l’intervento di restauro dei prospetti av-
venuto nei primi anni Sessanta del ‘900,
ha eliminato sia l’intonaco che il corni-
cione, elementi essenziali del progetto
settecentesco, e tutto l’edificio è stato
omogeneizzato con gli edifici medievali
circostanti in travertino, rinunziando
alle originarie caratteristiche che lo po-
nevano come elemento predominante,
innovativo e “di rottura” nell’ambito
della strada e della città intera.
Il tradizionale chiostro è sostituito da un
ampio ed ameno orto-giardino coltivato
ad aranci, viti ed ortaggi con pozzi,
panchine, tavoli in pietra e due strade
interne intersecantesi “a croce”; anche
questo elemento, per esigenze scolasti-
che, oggi è stato trasformato, sostituito
da un ampio cortile pavimentato.
Fin dai primi secoli i cri- Duns Scoto, secondo il quale l’immaco-
stiani hanno creduto alla latezza di Maria non costituisce una ec-
immacolata concezione del- cezione alla redenzione di Cristo, ma il
la Vergine. Una delle prime pieno compimento della sua mediazione
testimonianze in tal senso si salvifica. Più tardi, nel Concilio di Basi-
trova nel Protovangelo di Giacomo, nato lea (1435-39) si dichiarò che il mistero
in ambiente popolare nel II secolo d.C. dell’Immacolata Concezione doveva es-
Il concetto di Maria preservata dal pec- sere accolto tra le verità cattoliche. Sisto
cato originale diventò dall’XI secolo IV nel 1476 pubblicò una bolla con cui
uno dei nodi della discussione teologica elargiva diverse indulgenze per la festa
e la controversia si protrasse a lungo nei della Concezione (festa che già si cele-
secoli. La polemica avvenne soprattutto brava nella chiesa occidentale da parec-
fra gli ordini mendicanti: i Domenicani chi secoli) e proibì le dispute tra macoli-
negavano il dogma dell’Immacolata sti ed immacolisti. In seguito Clemente
Concezione, mentre i Francescani se ne XI impose la festa a tutta la chiesa
fecero diffusori e sostenitori. Tra i Fran- (1708). Si dovrà però arrivare al XIX se-
cescani emerse nel Trecento la figura di colo per avere la definizione dogmatica
Saggi introduttivi 31
del mistero: l’8 dicembre 1854 Pio IX dove un angelo gli predisse la nascita di
proclamò, con l’enciclica Ineffabilis una figlia. Gioacchino tornò allora a Ge-
Deus, il dogma dell’Immacolata Conce- rusalemme e incontrò Anna presso la
zione, rendendo ufficiale una devozione Porta d’Oro della città. Attraverso il loro
già accettata dal punto di vista teologico casto bacio avvenne il concepimento di
e diffusa in tutto il mondo cattolico. Pri- Maria. Un’altra rappresentazione di Ma-
ma che la Chiesa ufficializzasse il dog- ria nel Medioevo e nel Rinascimento è
ma, diversi autori avevano elaborato la nell’immagine dell’Albero di Jesse, un
dottrina dell’Immacolata: tra essi F. tema iconografico tratto da una profezia
Antonio Marcucci, che dedicò numero- di Isaia: “Un germoglio spunterà dal
si scritti mariologici al tema dell’Im- tronco di Jesse…” (Is,11,1), dove si
macolata Concezione, consacrando a vede Maria con i capelli sciolti, l’abito
Maria tutta la sua esistenza attraverso azzurro e le mani giunte (tutti elementi
la predicazione e la fondazione ad che si manterranno nelle immagini suc-
Ascoli della Congregazione delle Suo- cessive dell’Immacolata), in piedi sulla
re Pie Operaie dell’Immacolata. sommità di un albero genealogico della
Per quanto riguarda l’iconografia del- stirpe di Davide che affonda le proprie
l’Immacolata Concezione, la discussio- radici in Jesse o altre volte in Adamo.
ne protratta nei secoli sul suo immacola- Un’altra immagine mariana molto diffu-
to concepimento, non ha portato a sa, tra le più rappresentate nell’arte cri-
codificare sin dai tempi antichi un tipo stiana soprattutto nelle
fisso di rappresentazione. Solo nel Rina- preziose miniature
scimento la figura della Concezione si dei manoscritti, è
definisce autonomamente con degli attri- quella di Maria
buti ben precisi che si mantengono an- come “Donna
che nelle numerose immagini mariane dell’Apocalis-
successive. Risalgono al Medioevo i pri- se”. In questo
mi tentativi di rappresentare l’immacola- modello ico-
to concepimento di Maria, espresso at- nografico la
traverso il racconto figurato delle storie Vergine è ac-
dei suoi genitori. A Padova, nella Cap- compagnata
pella degli Scrovegni (1303-5), Giotto da elementi co-
dipinge l’Incontro di S. Gioacchino e S. smici, come la
Anna alla Porta d’Oro che simbolica- luna e le stelle e
mente rappresenta la Concezione. Il dal drago, simbolo
tema trae vita da un passo del Protovan- del male, attributi
gelo di Giacomo, dove si narra che il che caratterizze-
matrimonio di Anna e Gioacchino era ri- ranno per secoli
masto sterile e poiché tale condizione era l’immagine del-
considerata una maledizione, Gioacchi- l’Immacolata. La
no, per la vergogna, si rifugiò nel deserto figura salvifica
di Maria scatu-
risce da un
A destra: Emidio Paci, L’Immacolata Concezione,
terracotta dipinta, Ascoli, Museo F. A. Marcucci. passo del-
Nella pagina a fianco: Nicola Monti, L’Immacolata l’Apocalis-
tra S. Anna e S. Gioacchino, olio su tela, 1794, Asco-
se di S.
li, Chiesa dell’Immacolata Concezione, particolare.
Giovanni:
32 Saggi introduttivi
Nicola Monti
(Ascoli Piceno, 1736 - ivi, 1795)
Dopo un apprendistato in Ascoli presso lo
studio del suo concittadino Biagio Minie-
ra, l’artista si trasferì a Roma a scuola da
Pompeo Batoni, esponente dello stile di
transizione tra rococò e neoclassicismo.
Batoni a Roma era un pittore affermato e i
suoi ritratti erano molto richiesti dagli stra- un deperimento precoce delle sue opere.
nieri in viaggio in Italia per il Grand Tour, Un uomo riservato, che chiedeva pochissi-
soprattutto inglesi che soggiornavano nel- mo per i suoi lavori, che morì povero la-
l’Urbe. La formazione romana di Monti sciando in difficoltà la sua numerosa fami-
avvenne in maniera canonica: il suo mae- glia. Si può dividere la vicenda artistica di
stro lo indirizzò nello studio delle opere Monti in due fasi: in una prima egli appare
del passato, in special modo quelle di Raf- legato ai modi neoclassici del maestro Ba-
faello. A Roma Monti si conquistò presto toni, mentre nella seconda ripropone alcu-
la fama di essere un bravo copista tanto da ne formule stilistiche che sembrano tornare
essere scelto per copiare la Pala Ansidei di verso modi ed esempi seicenteschi. Alcuni
Raffaello (1506) in San Fiorenzo a Peru- studiosi hanno visto nella seconda maniera
gia. Dopo la stimolante esperienza romana di Monti una stanca ripetizione di formule
Monti fu costretto, a causa delle ristrettez- e stili ormai sorpassati. Certo è che Monti,
ze economiche, a tornare ad Ascoli dove dopo il ritorno in Ascoli, restò confinato in
operò moltissimo diventando uno degli ar- un mondo poco stimolante, chiuso e privo
tisti più ricercati dalla committenza e dove di contatti con i centri culturalmente più
aprì una scuola di pittura. L’artista era mo- vitali. L’attività di Monti non si limitò alle
desto, laborioso, ottimo padre di famiglia, sole Marche, sappiamo che il pittore lavo-
dai “costumi integerrimi” ma poverissimo, rò anche in Abruzzo e in Umbria. Molte le
sempre in miseria e costretto per questo ad
affrettare i lavori per i quali usò rovinosi Sopra: Nicola Monti, L’Educazione della Vergine,
disseccanti che hanno portato col tempo ad 1769, particolare, olio su tela, Ascoli, Pinacoteca civica.
36 Saggi introduttivi
opere in Ascoli: nella Pinacoteca civica si Gioacchino e S. Anna, eseguito nel 1794,
conserva la tela L’educazione della Vergi- un anno prima di morire, si trova ancora
ne (firmata e datata 1769) che proviene oggi sopra l’altare maggiore della chiesa
dalla chiesa ascolana di S. Domenico, dell’Immacolata Concezione.
dove l’artista sembra ancora risentire, nella
preziosità cromatica delle tinte impiegate, Una famiglia di artisti: i Paci
dell’influenza di Batoni. In Pinacoteca si Ascoli ha un’antica tradizione per la pro-
conserva anche un’opera di grande rigore duzione di oggetti di ceramica, come atte-
formale, una Madonna col Bambino, dalla stano i numerosi reperti di epoca italica,
chiesa ascolana dell’Annunziata. Più con- romana, medievale e rinascimentale. Solo
venzionali e ripetitive appaiono le opere all'inizio del Seicento e per tutto il Sette-
nella sagrestia della chiesa ascolana di S. cento la lavorazione della maiolica si inter-
Francesco, tra cui una Deposizione. Altri ruppe e in questo periodo erano in voga
suoi dipinti sono nel Museo Diocesano di manufatti provenienti da Castelli. Nel
Ascoli (interessante la tela con la Moltipli- 1787 l’abate olivetano Valeriano Malaspi-
cazione dei pani e dei pesci, firmata e da- na aveva riattivato la fabbrica di maioliche
tata 1782), nella chiesa del Carmine sem- del convento di Sant'Angelo Magno pro-
pre di Ascoli, a Montegranaro, ponendo due anni dopo al celebre maioli-
Ripatransone, Force, Montefiore dell’Aso, caro napoletano Nicola Giustiniani di en-
Cingoli e Cossignano. Molte opere sue trare in società per la gestione della
sono andate perdute (di recente, in un in- manifattura ascolana. La produzione non
cendio è andata distrutta un’Ultima cena ebbe successo e la fabbrica dovette cessare
nella chiesa di S. Domenico di Fermo) e presto l’attività per la concorrenza delle al-
molte sono giunte a noi in pessimo stato di tre manifatture marchigiane e abruzzesi.
conservazione. Non tutta l’attività pittorica Nel 1791 il conte fermano Francesco Sa-
di Monti è stata riscoperta: un aspetto inte- verio Gigliucci affittò la fabbrica in socie-
ressante, infatti, lo lega a un grande perso- tà col nobile l’ascolano Giacomo Cappelli
naggio dell’epoca, quel mons. Marcucci impegnandosi a tenere come lavorante il
che è stato uno dei committenti più impor- maiolicaro Giorgio Paci (Porto San Gior-
tanti dell’artista. Ancora poco indagato è il gio, 1753 - Ascoli Piceno, 1811) che era
gruppo di opere di Monti che si conserva stato chiamato in Ascoli da Porto San
nel Museo marcucciano. Monti lavorò Giorgio per lavorare nella fabbrica di S.
molto per il Fondatore che forse apprezza- Angelo già al tempo del napoletano Giu-
va dell’artista, oltre che l’indubbio talento, stiniani. Giorgio, il capostipite della fami-
anche le doti umane di riservatezza e mo- glia, nel 1810 sostituì i due nobili ascolani
rigeratezza di costumi. Il fatto che il pitto- Giacomo e Agostino Cappelli nella gestio-
re si trovasse in ristrettezze economiche ne della fabbrica che nel frattempo era
non è secondario e certamente Marcucci passata al demanio a seguito delle sop-
lo preferì ad altri artisti ascolani per aiutar- pressioni dei conventi con l’annessione
lo. Monti era il ritrattista ufficiale di Mar- delle Marche al primo Regno Italico. La
cucci come testimoniano i diversi ritratti bottega venne poi gestita dai figli di Gior-
che ancora si conservano nel monastero. gio, Luigi (Porto San Giorgio, 1781 -
Sul modello del ritratto del Fondatore, Ascoli Piceno, 1860), Domenico (Porto
l’artista eseguì anche il Ritratto di suor San Giorgio, 1785 - Ascoli Piceno, 1863)
Maria Agnese Desio, Superiora della Con- e Gaetano (Porto San Giorgio, 1786 -
gregazione dal 1769 al 1793. Il suo ultimo Ascoli Piceno, 1859). Luigi, dopo la morte
dipinto, l’Immacolata Concezione con S. del padre, diresse e amministrò la fabbrica
Saggi introduttivi 37
attività pittorica soprattutto come ritratti- che alcune opere d’arte possedute dalla
sta, con una interruzione per il secondo Congregazione e tra esse, la venerata im-
conflitto mondiale che combatté a Sebe- magine dell’Immacolata Concezione ap-
nico. Tra le sue prime opere importanti, partenuta a mons. Marcucci e il soffitto
una veduta della Sala della Vittoria del della Sala della Foresteria, oggi Sala VII
1942, un dipinto ancora di stampo figura- dell’Immacolata. Nella Sala I d’ingresso
tivo, impostato su forti accenti chiaroscu- del Museo è esposta la serie di venti qua-
rali, che oggi è esposto in Pinacoteca. dretti a olio dipinti da Ferrari nel 1961
Grazie alla sua versatilità, l’artista si ci- con i diversi Episodi della vita di mons.
mentò anche nella produzione di arte sa- Marcucci, resi con grande freschezza nar-
cra per le chiese della sua città natale: nel rativa. Dagli anni ’60 la ricerca espressiva
1944 realizzò un S. Giuseppe da Coperti- dell’artista si fece molto intensa con una
no per S. Francesco, tra il 1950 e il 1955 produzione che, pur senza mai abbando-
la decorazione del catino absidale del Sa- nare del tutto la figuratività, diventò sem-
cro Cuore di Gesù con la Gloria della pre più astratta e aperta alle tendenze a
Croce e l’Assunta e Santi, nel 1950 il lui contemporane: dal recupero del reali-
Battesimo di Cristo per S. Tommaso. smo ottocentesco alle deformazioni
Queste opere sono sospese tra figurazio- espressioniste, dalle suggestioni del cubi-
ne e innovazione, come colse bene don smo e della metafisica fino alle forme
Raniero Giorgi che scriveva nel 1939, oniriche della sua ultima produzione. Fer-
sulle pagine de Il Messaggero: “Idealiz- rari è stato anche un apprezzato maestro
zare come l’arte sacra spesso esige, ma per molti giovani ascolani che erano am-
senza rompere i ponti con la realtà, senza messi gratuitamente nel suo studio, che
rendere necessario l’interprete: ecco il ca- dal 1958 era nello storico Palazzetto Lon-
none cui si è attenuto il Ferrari”. Nel gobardo di Ascoli e poi, dal 1960, fino
1951 Ferrari iniziò a lavorare per la Con- alla sua morte, in piazza S. Agostino.
gregazione delle Pie Operaie dell’Imma-
colata, realizzando diverse opere tra cui i
Nella pagina a fianco: Dino Ferrari, Autoritratto,
ritratti delle Madri Superiore Generali, e matita su carta, Ascoli, collezione privata.
più tardi gli Evangelisti, la Madonna di Sotto: Dino Ferrari, San Luca, San Giovanni, San
Lourdes e La proclamazione del dogma Marco e San Matteo, pennacchi del cupolino dell’al-
tare maggiore, 1961, Ascoli, Chiesa dell’Immacolata
dell’Immacolata Concezione nell’abside Concezione.
della Chiesa Madre. L’artista restaurò an-
40 Saggi introduttivi
Agli inizi degli anni Novanta denziare il suo fedele servizio alla Chiesa,
del ‘900 le Concezioniste il grande amore per l’Immacolata, la sua
erano entrate nell’ordine di vasta cultura e l’opera educativa svolta
idee di creare all’interno del- dalle suore. Lo spazio di allestimento del
la Casa Madre di Ascoli un museo era stato individuato nel secondo
museo dove raccogliere le diverse testi- piano della Foresteria, cioè l’appartamen-
monianze materiali sulla Congregazione e to che Marcucci volle realizzare nel lato
sul suo Fondatore conservate sparse in sud-est del complesso, un ambiente indi-
vari locali della Sede. Si pensò di creare pendente dal monastero dove egli visse
un percorso espositivo che consentisse gli ultimi anni della sua vita fino alla
una lettura unitaria della storia dell’Istitu- morte avvenuta il 12 luglio 1798. Fino al
to, chiarendo il significato della sua mis- 1990, la Foresteria era stata utilizzata per
sione attraverso le tappe più importanti ospitare le giovani educande che frequen-
toccate in 250 anni di vita e le mete da tavano le scuole dell’Istituto. Il progetto
raggiungere alle soglie del terzo millen- museale venne inserito nel programma di
nio. Nel consiglio generalizio del 2 giu- iniziative per celebrare i 250 anni di fon-
gno 1991 si era stabilito un criterio orien- dazione dell’Istituto (1744-1994) e della
tativo per l’esposizione museale volto a prima scuola femminile in Ascoli Piceno.
consentire al visitatore di cogliere imme- La sistemazione iniziò nel 1992 e vide al-
diatamente le caratteristiche della perso- l’opera un gruppo formato da Suor M.
nalità di mons. Marcucci, la sua santità ed Giuditta Mosca, Suor M. Grazia Cafini,
il suo carisma. In particolare, si era deciso l’ing. Franco Laganà ed il pittore Fausto
di raggruppare gli oggetti in modo da evi- Di Flavio. L’attenzione era rivolta alla
Saggi introduttivi 41
sono: nel 2001, la sistemazione di un in- fronte solo ad una raccolta di arte sacra,
gresso indipendente al piano terreno che ma ad un’esposizione che racconta la sto-
ha permesso la sua apertura al pubblico ria di uomo – nobile, religioso, Servo di
continuativa nel periodo turistico estivo, Dio e, si spera, prossimo alla beatificazio-
grazie alla collaborazione di diverse vo- ne – votato alla Madonna e all’educazione
lontarie ex alunne; il restauro di diversi della donna. In ciò si avvicina di più agli
importanti dipinti ad olio e la loro colloca- analoghi Musei Castiglioni (Pio VIII) di
zione nella galleria della biblioteca che ha Cingoli e Pio IX di Senigallia, con una
assunto il carattere specifico di una pina- differenza: il Museo Marcucci si trova in-
coteca; la realizzazione di una biblioteca serito in un organismo vivente rappresen-
moderna di fronte a quella antica del Mar- tato dalla Congregazione delle Pie Operaie
cucci; la nuova sistemazione delle due dell’Immacolata Concezione, suscettibile
sale delle Missioni per inserire il Madaga- quindi di ulteriori aggiornamenti ed arric-
scar dove nel settembre 2003 le Pie Ope- chimenti man mano che la vita dell’Istitu-
raie hanno insediato una comunità. Un’ul- to prosegue con le sue attività.
tima notazione: il museo-biblioteca
“Francesco Antonio Marcuc-
ci”, tra i più recenti istituiti
nelle Marche, è stato subito
inserito nell’elenco dei mu-
sei di interesse regionale
ed incluso nella “Guida
dei musei di storia ed
arte nelle Marche” in-
sieme alle varie pina-
coteche comunali e
musei diocesani.
Da questi ultimi si
distingue in quan-
to non siamo di
Visita al Museo
Biblioteca
Franco Laganà
Visita al Museo Biblioteca • Sala I 47
SALA I
INGRESSO
La lunga sala d’ingresso dell’ex Foresteria, dove il Fon- Sotto: Nascita di Francesco Anto-
nio Marcucci avvenuta il 27 no-
datore trascorse gli ultimi anni di vita, ha il compito di in- vembre 1717, quadretto ad olio di
trodurre la visita al museo fornendo le prime notizie su Dino Ferrari, 1961.
tre principali aspetti: la vita di mons. Marcucci, la nasci- Nella pagina a fianco: Ritratto di
mons. Francesco Antonio
ta della Congregazione, la costruzione del Monastero. Marcucci, olio su tela di Nicola
Davanti all’ingresso si trova il suo ritratto eseguito ad Monti, 1770.
olio dal pittore ascolano Nicola Monti nel 1770 in oc-
casione della nomina a Vescovo. La sua figura è col-
ta nella posa che lo distinguerà nell’iconografia uffi-
ciale: a mezzo busto e in abito vescovile, con l’indice
della mano destra verso l’ovale dell’Immacolata
Concezione ad indicare il programma della sua vita.
La storia di mons. Marcucci è raccontata in una serie di
venti quadretti ad olio eseguiti nel 1961 dal pittore
ascolano Dino Ferrari mentre era intento ad affrescare
le vele del cupolino nella chiesa dell’Immacolata
Concezione. Per esaudire un desiderio della Superio-
ra Generale suor Bernardetta Cerolini che desiderava
48 Visita al Museo Biblioteca • Sala I
Le Regole
gennaio 1781.
Le piante del Monastero A questo punto era assolutamente
necessario avere un vero e proprio
Per mons. Marcucci la necessità di progetto del “Nuovo Monistero” ed il
un disegno per la realizzazione del Fondatore ne affidò la stesura il 1
suo progetto era diventata impellente gennaio 1782 ad un giovanissimo,
soprattutto per espletare tutte le pra- nonché ancora sconosciuto architetto
fresco di studi avvenuti a Roma nello
stesso periodo in cui il Fondatore oc-
PIANO PRIMO
traversare la
strada pubblica
per raggiungere le
diverse parti dello
stesso. Ottenuta la
copertura finanzia-
ria e l’approvazione
papale, si provvide
immediatamente ad
iniziare i lavori con
la posa della prima
pietra benedetta
dalla nuova chiesa
avvenuta il 20
Visita al Museo Biblioteca • Sala II 55
SALA II
LE PIE OPERAIE
La sala mette in evidenza i profili esemplari di alcu- Sotto: piatto di ceramica apparte-
nuto a suor Tecla e manico del ba-
ne Pie Operaie distintesi nel passato per la loro opera. culo, pastorale della Prefetta, con
Suor Maria Tecla Relucenti (1704-1769) può a ragio- l’effigie dell’Immacolata.
ne considerarsi la cofondatrice delle Concezioniste, Nella pagina a fianco: Ritratto di
suor Tecla Relucenti, dipinto ad olio
colei che con vigore e dedizione tradusse in pratica su tela da Ignoto nel 1746, anno
l’impresa ideata dal giovane Marcucci. Nella vetrina della sua Professione Religiosa.
a destra sono esposti alcuni oggetti appartenuti a
Madre Tecla, come risulta dall’inventario dei suoi
beni redatto al suo ingresso in Congregazione: il
salterio, il Cristo sofferente, il piatto in cera-
mica. E’ presente anche la foto del suo ritrat-
to su ceramica del 1747, conservata dal 1883
presso il British Museum di Londra. Le posa-
te appartengono a suor Giacoma Aloisi
(1706-1770) di Monteprandone, un’altra delle
prime quattro suore, vice Prefetta e Maestra
delle Novizie. In primo piano è visibile il bacu-
lo, ovvero il pastorale della Prefetta, rivestito di
velluto verde.
56 Visita al Museo Biblioteca • Sala II
A sinistra: Il salte-
rio portato in con-
vento da suor Tecla
per accompagnare il
canto dei salmi mariani,
alcuni dei quali erano stati
musicati dallo stesso
mons. Marcucci
58 Visita al Museo Biblioteca • Sala II
il busto ritratto di
suor Enrichetta Merli
SALA III
L’ISTRUZIONE
FEMMINILE
A fianco: Sca-
tola con pen-
nelli e vasetti
portacolore.
70 Visita al Museo Biblioteca • Sala III
Infine, nel decimo ed ultimo banco sono esposti nu- Sopra: (A sinistra) Maria Bambina
in cera deposta su materasso e cu-
merosi esempi di lavori eseguiti con diverse tecniche scino di velluto rosso.
a ricamo in cui nel secolo XIX eccelsero suor Maria (A destra) Gesù Bambino in cera.
Serafina Saladini e suor Maria Agnese Puzzilli. Flabello, ventaglio per allon-
Accanto ai ricami sono disposti i piccoli at- tanare gli insetti durante la
trezzi utilizzati per la loro esecuzione. celebrazione eucaristica
all’aperto, e ombrelli-
I dieci quadri disposti sulla parete latera- no ricamato, utiliz-
le contengono vari esempi di immagini zato per il trasporto
realizzate con tecniche diverse. Nella pa- dell’Eucaristia agli
ammalati.
rete di fondo, a destra dell’ingresso, sono ap-
pesi alcuni pannelli con vari ricami. Oltre ai
tipi già visti in precedenza, è esposto anche un
ricamo ai ferri, un campionario dei vari punti
che si possono eseguire su tela e un disegno
preparatorio. Nella bacheca a vetri è esposto
un ombrellino ricamato, utilizzato per il tra-
sporto dell’Eucaristia agli ammalati. Ac-
canto all’ombrellino sono collocati alcuni
esempi di flabelli, ossia ventagli per allontanare gli
insetti durante la celebrazione eucaristica quando
essa si svolgeva all’aperto.
SALE IV
LE MISSIONI
NEL MONDO
Due piccole sale sono dedicate alle missioni istituite dal- Sotto: Suor Elena Citeroni insie-
me alle piccole morenigne delle
le Concezioniste nel mondo che rappresentano la conti- favellas brasiliane.
nuazione dell’opera educativa intrapresa in Italia ed este- Nella pagina a fianco: Suor Virgilia
sa ora in Brasile, nelle Filippine e, recentemente, in Trasatti insieme ad una ragazza ma-
dre a Cascavel (Paranà), fine degli
Madagascar. Già negli anni ‘50, durante il generalato di anni Settanta del ‘900.
suor Caterina Pavoni, la Congregazione aveva in mente
di aprire missioni all’estero. Durante il Concilio Vatica-
no II (1962-65) i vescovi del Terzo Mondo manifestaro-
no la necessità di soddisfare le richieste di evangelizza-
zione con l’invio di missionari. Il concretizzarsi
nell’ottobre 1978 della prima iniziativa delle Concezio-
niste all’estero avvenne con l’aiuto dei Padri Giuseppini
di Asti che erano da tempo presenti in Brasile con don
Armando Cirio, prima parroco al seguito dei disboscato-
ri italiani del Mato, poi arcivescovo di Cascavel. Undici
anni dopo, il superiore Generale dei Giuseppini, vista la
buona esperienza delle Concezioniste in Brasile, suggerì
l’apertura di una missione anche nelle Filippine, dove
essi erano già presenti nella zona di Manila con il gran-
de santuario di San Josè. L’esperienza iniziò nel gennaio
74 Visita al Museo Biblioteca • Sale IV
BRASILE
CAPITALE: Brasilia
POPOLAZIONE: 184 milioni
ESTENSIONE: 8.511.965 kmq
DENSITÀ: 22 abitanti per kmq
LINGUE: portoghese, tedesco, italia-
no, inglese, spagnolo, polacco, giap-
ponese, lingue indiane
RELIGIONI: cattolica 90%, altre 10%
ETNIE: bianca (portoghese, italiana, violente controversie terriere e dal-
tedesca, giapponese) 55%, mista l’incontrollato sfruttamento dell’A-
38%, nera 6%, altre 1 % mazzonia. Dal 1900, si sono estinti
GOVERNO: repubblica pluripartitica ben 87 gruppi indigeni indiani a cau-
VALUTA: real = 100 centavos sa di malattie, carestie e per l’espro-
priazione indebita delle loro terre da
parte di minatori e taglia legna. Le ri-
sorse minerarie sono notevoli; l’indu-
Barra de Garças stria e l’agricoltura renderebbero ricco il
Brasile se questo non fosse frenato da
inflazione e corruzione.
PARANÀ
CAPITALE: Curitiba
Capitaos
Leonidas M. POPOLAZIONE: 9,2 milioni
Itaquaquecetuba
ESTENSIONE: 199.709 kmq
Cascavel
Curitiba DENSITÀ: 46 abitanti per kmq
FILIPPINE
CAPITALE: Manila
POPOLAZIONE: 66,5 milioni
ESTENSIONE: 300.000 kmq
DENSITÀ: 219 abitanti per kmq
LINGUE: tagalog, inglese, altre
RELIGIONI: cattolica 83%, protestante
9%, musulmana 5%, altre 3%. Le Filippi-
ne sono l’unico stato asiatico cristiano.
miseria. L’attività preva-
ETNIE: filippina 96%, cinese 2%, altre 2% lente è l’agricoltura in
GOVERNO: repubblica pluripartitica. cui è impegnato il 46%
Dopo 21 anni di dittatura, nel 1986 è della popolazione atti-
rinata la democrazia.
va, ma rilevante è
VALUTA: peso = 100 centavos anche la pesca. La
produttività agricola
è in crescita ed
offre riso, mais,
banane, zucchero di
canna, tabacco e noci di
cocco. Le Concezioniste operano
nelle città di Blue Ridge (Quezon
City, Manila) e di Calaca, nella regio-
ne di Batangas.
Manila
Calaca
MADAGASCAR
CAPITALE: Antananarivo
POPOLAZIONE: 13,3 milioni
ESTENSIONE: 587.040 kmq
DENSITÀ: 22 abitanti per kmq
LINGUE: malagasy, francese
RELIGIONI: pagana 52%,
cattolica/protestante 41%,
musulmana 7%
ETNIE: merina 26%, betsimisaraka.
15%, betsileo 12%, altre 47%
GOVERNO: repubblica pluripartitica.
Elezioni libere nel 1993.
VALUTA: franc = 100 centimes
SALA V
LA CAMERA DI
MONS. MARCUCCI
l’avvocato Ferrante, ed i due figli di Pier pua e poi in patria canonico dei Peni-
Luca: Rinaldo, che abbracciò la carriera tenzieri. Il quadro familiare si completa
militare prestando servizio in Dalma- con il padre di Francesco Antonio, Leo-
zia, e Pietrangelo (1551-1632), laurea- poldo (1683-1767), avvocato. Nel corso
tosi in legge a Perugia, letterato, capita- dei secoli i Marcucci avevano intessuto
no al servizio di Venezia contro i Turchi una fitta ragnatela di parentele con
a Candia, avvocato a Roma, poi preto- molte famiglie patrizie ascolane e si
re a Rieti ed in altre città. Nella discen- erano distinti nell’esercizio di professio-
denza di Pietrangelo si trova Celio ed i ni importanti in campo non solo eccle-
suoi due figli: Niccolò (1629-1687), let- siale, ma anche giuridico e militare, ov-
terato, militare in Francia e poi quartier vero “con la spada e con la penna”
mastro generale di fanteria e cavalleria come lo stesso Marcucci in un passo
al servizio della S. Sede; suo fratello del Saggio ebbe a definire come debba
Giacinto (+1697), avvocato, letterato, comportarsi un nobile.
vicario generale dell’arcivescovo di Ca- F.L.
Cap.
Domenico Antonio Avv. Leopoldo Francesca Caterina
Cap. 1680-1763 1685-1769 sposa + 1752 c.ca sposa (1711)
Rinaldo sposa Francesca Giovanna Battista Gigli sposa (1702) Celso Saccocci
Gastaldi Ignazio Quattrocchi
Cap.
Niccolò Francesco Antonio
Can. Avv. 1629-1687 1644-1709
Paola Girolama Giulia Dionara Giacinto Clelia Soderini
Benedettina Benedettina sposa sposa (1665) sposa
1644-1697 Clelia Ferrucci Diocrezia Soderini Ignazio Ferrucci
Cecco
Rinaldo
Marchio Gallio
88 Visita al Museo Biblioteca • Sala V
S. Francesco di Paola Marcucci da giovane de- aprire una via tutta nuova,
Nacque a Paola (Cosen- siderava entrare in que- seguita poi da altri fonda-
za) il 27 marzo 1416 e sto Ordine ma fu sconsi- tori di ordini femminili,
appena dodicenne si riti- gliato dal suo direttore come lo stesso Marcucci.
rò a vita eremitica in un spirituale gesuita, in con- Questi aveva in comune
siderazione della dura con il Santo la vivacità
vita alla quale si sarebbe d’indole che trasformò
dovuto sottoporre come lui in dolcezza tan-
to da essere definito il
S. Francesco di Sales ‘Francesco di Sales dei
Nacque il 21 agosto nostri giorni’. Fin dalla
1567 a Thorens in Sa- giovinezza, Marcucci
voia e apparteneva ad sentì l’attrazione per il
una famiglia dell’antica Santo e lo scelse come
nobiltà locale. Studiò a protettore della sua pre-
Parigi presso il nuovo dicazione. Durante le
collegio dei Gesuiti e poi missioni popolari era so-
a Padova dove nel 1592 lito portare un quadro
si laureò in diritto. L’anno dell’Immacolata a cui lati
erano dipinti Sant’Emi-
dio, patrono della città e
San Francesco di Sales.
Un esempio di tale raffi-
gurazione si può ammi-
rare sopra l’altare nell’O-
ratorio del Convento.
podere del padre attiran-
do l’attenzione di altri S. Leonardo
giovani che vollero farsi da Porto Maurizio
suoi discepoli. Così fon- Paolo Girolamo Casano-
dò l’Ordine dei Minimi va, futuro San Leonar-
basato su condizioni di dopo ricevette l’ordina- do, nacque il 20 dicem-
vita austera, con fre- zione sacerdotale fino a bre 1676 a Porto
quenti digiuni e macera- diventare nel 1602 ve- Maurizio (oggi Imperia).
zioni. Delle sue doti di scovo di Ginevra. Predi- Nel 1690 si trasferì a
taumaturgo si avvalse cò in molti paesi della Roma per gli studi, fu
anche il re Luigi XI di Francia e morì improvvi- alunno del Collegio ro-
Francia dove il Santo samente il 27 dicembre mano dei Gesuiti (oggi
soggiornò per molto tem- 1622 a Lione. Beatificato Università Gregoriana) e
po. Morì il 2 aprile 1507 nel 1661, canonizzato del quindi, a 21 anni, entrò
a 91 anni di età, fu beati- 1665, fu dichiarato Dotto- come religioso fra i
ficato nel 1513 da Giulio re della Chiesa nel 1877 Francescani Riformati.
II e santificato nel 1519 da Pio IX. La sua festa si In breve, divenne un for-
da Leone X. Ebbe il celebra il 29 gennaio. midabile predicatore, do-
dono dell’estasi. Tra i Nel 1601 Francesco di tato di voce che aveva
suoi miracoli è da ricor- Sales aveva fondato un del prodigioso. Fu in-
dare il passaggio dello ordine femminile dedicato stancabile nel girare ogni
Stretto di Messina sul alla Visitazione della Ma- angolo della penisola
proprio mantello. donna ed ebbe il merito di tanto che fu chiamato,
Visita al Museo Biblioteca • Sala V 91
I Santi Francescani
di santità. Dopo un lun- fatto per anni il pastorel- tificato da papa Pio VI.
go iter del processo di lo, nel 1625 entrò nel Nel 1771 mons. Marcuc-
canonizzazione, Serafi- convento dei Cappuccini ci in qualità di vescovo
no divenne beato nel di Montalto presiedette
1729 durante il pontifica- l’ascolto dei testimoni
to di Benedetto XIII e per la causa di beatifica-
santo nel 1767, sotto zione. Presso la Con-
papa Clemente XIII. Nel gregazione è rimasto il
1773 i Cappuccini co- ricordo di alcune suore
struirono ad Ascoli un Concezioniste di Appi-
nuovo santuario per po- gnano parenti del Beato
ter accogliere i numerosi Bernardo e a lui molto
pellegrini. per diventare frate l’an- devote che ottennero
no successivo con il grazie pregando presso
Beato Bernardo nome di Bernardo, a ri- la sua tomba. La Chiesa
da Offida cordo di un altro cap- ascolana ricorda il Bea-
Domenico Peroni nac- puccino di Offida con lo to Bernardo ogni 23
que ad Offida il 7 novem- stesso nome, morto nel agosto e ad Offida è ve-
bre 1604. Dopo avere 1558. Durante la sua nerato in due luoghi di
vita fra Bernardo si dis- culto: la sua casa natale
tinse per il suo apostola- ed il Santuario presso la
to di paciere, tanto da chiesa e convento dei
essere denominato Cappuccini dove è con-
“l’angelo della pace”, e servato il corpo.
anche “l’angelo della ca- F.L.
rità” per la cura verso gli
ammalati. Morì a quasi A sinistra: Ritratto del Beato
novant’anni il 22 agosto Bernardo da Offida, olio su tela
1694. La devozione per di Ignoto, sec. XVIII.
fra Bernardo andò sem- Autentica delle reliquie del Bea-
pre crescendo finche il to Bernardo redatta da mons.
Marcucci nel 1795.
25 maggio 1795 fu bea-
facciate coraggio, perché Labre, nato nel 1748 ad compito di redigere una
Iddio vi assisterà in modo Amettes (nel nord della dissertazione da recitare
particolare, e voi vi farete Francia) da una famiglia pubblicamente nella sua
santo e ci morirete”. C’era di piccoli contadini com- Accademia dell’Immaco-
stato un contagio di san- mercianti, visse una gio- lata, col preciso intento
tità tra il fondatore dei vinezza difficile e, dopo “di sciogliere il problema
avere provato l’esperien- [...] se la commozione
za di vita in un’abbazia del popolo di Roma nella
cistercense, passò gli ul- morte del Venerabile
timi anni della sua breve Servo di Dio Benedetto
stagione terrena a Roma Giuseppe, ed il concorso
come monaco viandante al di lui sepolcro doves-
auto emarginato dalla sero aversi in conto di
società, una sorta di san- una vera soprannaturale
to barbone che dimorava mozione proveniente da
spesso sotto le arcate Dio, o più tosto conside-
del Colosseo. rarsi come furore di po-
La sua morte destò un polo mosso da umano
enorme movimento di artificio”. Lo scritto influì
popolo che amò molto non poco sull’andamento
questo semplice e sag- della seconda fase della
gio pellegrino lontano causa e, soprattutto, sul-
passionisti e quello delle dagli schemi tradiziona- l’immagine del Santo che
Pie Operaie dell’Immaco- li, quasi un “folle di veniva precocemente de-
lata. Quelle parole che Dio”, che con la sua lineandosi, evidenziando
tanto lo avevano consola- nel contempo il ruolo
to lo accompagnarono svolto da mons. Marcuc-
per tutta la vita come una ci, definito “personalità
luce ed una forza a soste- per nulla secondaria nel-
gno della opera e della la vita politica e religiosa
sua Congregazione da romana”. Egli infatti scor-
poco sorta. L’amore al- geva in Labre un ideale
l’Immacolata, l’impegno a di vita ascetica che corri-
difenderne il privilegio, spondeva pienamente al
come pure lo zelo missio- suo temperamento e alla
nario erano altri punti di sua spiritualità, secondo
unione nei due fondatori una visione della vita in
che si erano conosciuti aperta antitesi al libertini-
tramite la comune amici- smo sensista ed al mate-
zia col papa Ganganelli. rialismo utilitaristico dell’e-
vita povera e penitente poca, al quale egli
S. Giuseppe aveva saputo parlare al contrapponeva la fermez-
Benedetto Labre cuore di tutti. Fu beatifi- za nella fede cattolica.
La sera del mercoledì cato nel 1860 e cano- F.L.
Santo del 1783 - il 16 nizzato nel 1881, da
aprile - moriva a Roma il papa Leone XIII.
A sinistra: S. Paolo della Croce,
giovane Benedetto Giu- A tre mesi dalla morte di ritratto a stampa.
seppe Labre, all’età di Labre, mons. Marcucci S. Giuseppe Benedetto Labre, ri-
trentacinque anni, dopo assegnò a p. Tommaso tratto ad olio di Antonio Caval-
una vita di volontari di- Gabrini, parroco della lucci (1779), conservato a Roma
giuni, durissime pratiche chiesa dei SS. Vincenzo presso la Cappella della casa
dove morì il Santo.
ascetiche e penitenziali. ed Anastasio di Roma, il
94 Visita al Museo Biblioteca • Sala V
20 MAR - WIEDEN
6 MAG - FIESEN
19 MAR - GRATZ
7 MAG - INSBRUCH
18 MAR - MARBURG
8 MAG - BRESSANONE
17 MAR - SILLAY
SALA VI
PAPA PIO IX
La sala è dedicata al papa marchigiano Giovanni Ma- Sotto: Oggetti utilizzati da Pio
IX durante la visita al monastero
ria Mastai Ferretti di Senigallia (1792-1878), che l’8 nel 1857. Penna d’oca adoperata
dicembre 1854 aveva proclamato il dogma dell’Im- dal Papa nel 1866.
macolata Concezione e che il 19 maggio 1857, du- Nella pagina a fianco: Ritratto di
papa Pio IX, olio su tela di Ignoto,
rante il soggiorno ad Ascoli, aveva visitato il mona- sec. XIX.
stero delle Concezioniste.
Nella vetrina a fianco dell’ingresso alla sala sono
esposti, nella parte a sinistra, diversi oggetti legati
alla figura di Pio IX: sotto, due bicchieri, una tazza
e due cucchiaini dorati utilizzati dal Papa durante la
visita al monastero; sopra, una lettera autografa, una
reliquia e una penna d’oca da lui adoperata nel
1866. Sui due ripiani in alto sono esposte sei
diverse statuette in terracotta o gesso che per-
mettono di confrontare l’iconografia dell’Im-
macolata nel corso degli ultimi secoli e per-
cepire i vari stili (barocco, neoclassico) e i
diversi modelli (Madonna di Lourdes, Madonna del
Cuore Immacolato). Al centro della vetrina è collocata
98 Visita al Museo Biblioteca • Sala VI
dipinto nel sec. XIX. Sul camino Nella pagina a fianco: Immaco-
lata Concezione, statuetta in terra-
davanti al trono sono poggiati il bu- cotta, sec. XVIII.
sto in gesso di Pio IX e le statuette Trono utilizzato dal Pontefice duran-
dei SS. Pietro e Paolo. Sopra è ap- te la visita presso le Concezioniste.
pesa una serie di quattro quadri ap-
partenuti a casa Marcucci dipinti
nel sec. XVII da artista marchigiano ignoto e raffiguran-
ti episodi del Vangelo: Il Battesimo di Gesù, Cristo e la
Sammaritana, Noli me tangere, La Fuga in Egitto. Ai lati
del camino sono esposte due fotografie: a sinistra, una
foto ritoccata del pittore fotografo G. Altobelli, scattata
in occasione dell’adunanza di apertura del Concilio Va-
ticano I convocato da Pio IX nel 1869; a destra un’altra
foto ricorda il momento della proclamazione del dogma
dell’Assunta avvenuta nella Basilica di San Pietro nel
1950. Nella parete di fondo è collocato un gruppo com-
posto da sedia, pannello e sgabelli, tutti ricamati dalle
suore per la visita di Pio IX. Ai lati del pannello centra- Sopra: Pagina miniata (verso),
le sono esposti due piccoli dipinti con l’Immacolata: a proveniente dal Breviario di Don-
sinistra, una tavola ovale appartenuta al Fondatore, ridi- na Marina di Massio (1289).
A sinistra: Piccolo rame con inci-
pinta da Dino Ferrari a metà ‘900 su precedente imma- sa l’Immacolata, commissionato
gine del Settecento; il quadretto a destra, un dipinto su da Marcucci.
rame di Anonimo del sec. XVII, evidenzia un’icono- Sotto, da sinistra:
Immacolata, dipinto su rame di
grafia mariana accompagnata dall’allegoria biblica dei Ignoto del sec. XVII.
privilegi della “tutta bella”: il giglio (la purezza), la rosa Immacolata, ovale appartenuto al
(l’amore), lo specchio (la giustizia), la palma fiorita ( la Fondatore, ridipinto da Dino Fer-
rari a metà ‘900.
pace). Lo Spirito Santo, al centro del festone, sorretto
da angeli giulivi, avvolge di luce Maria dando risalto
cromatico a tutta la composizione.
100 Visita al Museo Biblioteca • Sala VI
SALA VII
L’IMMACOLATA
CONCEZIONE
La sala prende il nome dall’affresco del soffitto dove, In basso: Foto d’epoca del gruppo
composto sull’altare principale della
tra nuvole ed angioletti, sono raffigurati i simboli chiesa dell’Immacolata in occasione
dell’Immacolata (la corona ed il monogramma della ricorrenza dell’8 dicembre.
mariano, il motto Tota Pulchra, la mezzaluna sul Nella pagina a fianco: Gruppo
d’altare realizzato dai fratelli Paci
globo). L’affresco, fatto dipingere dal Fondatore a nel 1844: particolare del piede della
fine ‘700, fu restaurato da Dino Ferrari negli anni Vergine che schiaccia il serpente.
Sessanta del ‘900.
La sala è interamente dedicata al tema centrale
dell’Immacolata Concezione, principio ispiratore
della precoce vocazione di Marcucci, fondamento
delle azioni compiute nell’arco della sua vita terrena
e sostegno delle attività svolte dalla Congregazione
nell’arco di quattro secoli. Il tema si sviluppa attra-
verso oggetti direttamente legati all’iconografia
dell’Immacolata.
Entrando nella sala attraverso la porta di collegamen-
to con la sala Pio IX, a sinistra sono poste due teche
in legno: nelle prima è conservata una piccola statua
104 Visita al Museo Biblioteca • Sala VII
SALA VIII
IL PATRONO
S. EMIDIO
La sala prende nome dall’affresco della volta dove, In basso: Ascesa di S. Emidio in
cielo, mentre un angelo gli offre
dentro un ovale ornato di frutta, compare il giovane la città di Ascoli affinché il Santo
S. Emidio che ascende gloriosamente in cielo mentre possa proteggerla, decorazione
un angelo gli offre la città di Ascoli affinché il Santo della volta, sec. XVIII.
Nella pagina a fianco: S. Emidio
possa proteggerla. Il Fondatore era molto devoto al vescovo, olio su tela di Ignoto,
patrono della città di Ascoli ed un episodio ne attesta 1604.
la devozione: nel 1782, di ritorno dal viaggio a Vien-
na in cui aveva accompagnato il papa, mons. Mar-
cucci fece inserire l’anello regalatogli dall’imperato-
re nell’indice della mano del Braccio di S. Emidio,
capolavoro di oreficeria ascolana del secolo XV uti-
lizzato nella Processione di S. Emidio ed oggi espo-
sto al Museo Diocesano. Nella sala sono presenti di-
verse opere d’arte legate al culto di S. Emidio
unitamente ad oggetti liturgici, soprattutto paramenti,
ostensori e reliquiari, in quanto la sala si trova accan-
to alla cappellina privata del Fondatore.
Nella parete a destra dell’entrata è fissato il grande
112 Visita al Museo Biblioteca • Sala VIII
E ancora un
LE SUPPELLETTILI elemento simbo-
ECCLESIASTICHE lico, ma allusivo al martirio,
è la palma nella mano be-
Vetrina 1 nedicente che culmina i
Nella vetrina sono esposti reliquiari di due reliquiari “a brac-
varia tipologia, databili tra il XVIII e il cio”, in legno intagliato e
XIX secolo. Sono suppellettili dalla tipo- dorato (alt. cm 57): si trat-
logia molto diffusa, un tempo presenti ta di reliquiari antropo-
in ogni chiesa ed esposte in morfi, la cui forma ripro-
occasione di particolari so- duce la parte del corpo
lennità, mentre nella liturgia costituente la reliquia. E’
attuale hanno un ruolo anche questa una tipolo-
marginale. I reliquiari gia comune, diffusa fin
sono quindi oggi dall’XI secolo, che ri-
conservati nelle sa- spondeva più di altre
crestie o nelle rac- alle esigenze della de-
colte museali delle isti- vozione popolare, ma
tuzioni religiose, come anche alla fede cristia-
in questo caso. Sui ripiani na nella resurrezione
superiori, vediamo due della carne. Oltre ad
serie di reliquiari sette- un altro grande reliquiario “a ostenso-
centeschi del tipo “a rio” settecentesco, in lamina d’argento
ostensorio”: quattro sbalzata e dorata su anima di legno
sono in legno mecca- (alt. cm 73), vanno ricordati i due sem-
to e contrassegnati plicissimi ed eleganti reliquiari “a tar-
dal monogramma ga” quadrangolari in rame dorato, su
mariano (alt. cm
63); cinque sono in
lamina d’argento
sbalzata e applicata su un’anima di le-
gno (alt. cm 56). La decorazione, di gu-
sto rococò, è formata da un fitto gioco
di volute, elementi vegetali, testi-
ne angeliche, cartigli, che si
distribuiscono su tutta la su-
perficie e intorno alla
teca contenente le
reliquie. Più in bas-
so, troviamo due
reliquiari lignei “a
targa” (alt. cm 56),
costituiti da una cor-
nice ovale su un’alta fusto modanato (alt. cm 30), che rac-
base, sormontata dal chiudono due curiose reliquie: il “pileolo”
monogramma cristologi- (copricapo) di S. Pio V e il “sudariolo”
co XP e affiancata da (frammento di tessuto di lana) apparte-
due rami di giglio, allusivi nuto a S. Giuseppe da Copertino. Nella
alla purezza dei Santi parte bassa della vetrina, infine, è an-
le cui reliquie sono che esposto un esemplare di autenti-
racchiuse in nume- ca di una delle reliquie esposte, rila-
rose piccole teche. sciato da mons. Marcucci.
Visita al Museo Biblioteca • Sala VIII 115
con belle incisioni a piena pagina al dell’Ostia consacrata: tale rito nac-
suo interno e una ricca legatura in vel- que nel tardo Medioevo alla fine di
luto rosso con applicazioni in lamina una serie di dispute sorte intorno alla
d’argento sbalzato: i grandi cartigli cen- reale presenza di Cristo sotto le spe-
trali presentano il monogramma cristo- cie eucaristiche. La raggera che cir-
logico (recto) e il monogramma maria- conda la teca allude all’identificazio-
no tra i simboli dell’Immacolata (verso). ne simbolica dell’Eucaristia con il
Nella parte inferiore della vetrina è un sole, sorgente di luce e di vita. Nella
reliquiario ligneo “a urna” (cm base è incisa l’immagine dell’Imma-
colata cui il committente, mons. Mar-
cucci, era particolarmente devoto.
L’ostensorio, realizzato in argento
fuso, inciso, cesellato e parzialmente
dorato, è opera di un argentiere ro-
mano non identificato (vi sono im-
pressi il bollo camerale ed un punzo-
ne illeggibile) che realizza un’opera
di gusto tipicamente rococò
per la profusione di volu-
te, cartigli, testine an-
geliche.
Vetrina 4
Nella parte infe-
riore della vetrina
38x40x23) che propone una sorta di troviamo una cop-
piccolo sarcofago, con volute e foglia- pia di reliquiari set-
mi, i cui lati sono chiusi da vetri che tecenteschi identici a
permettono la visione delle reliquie con- quelli già visti nella ve-
tenute all’interno. Ai lati, sono posti due trina 3. Un festoso gusto
vasi “portapalma” in rame argentato decorativo caratterizza il
(alt. cm 27), biansati e con una piccola grande Reliquiario
imboccatura destinata a contenere della Madonna (alt.
una composizione floreale artifi- cm 93) esposto
ciale o ramoscelli di ulivo o fo- nel ripiano
glie di palma nel periodo pas- superiore.
quale: erano dunque destinati Il manufat-
all’arredo dell’altare, così come to, databi-
i sei candelieri già ricordati. le alla fine
del XVIII secolo, è formato da
Vetrina 3 un elegante e slanciato vaso in
La vetrina presenta, in basso, due re- legno argentato e dorato, su una
liquiari “a ostensorio” in lamina d’ar- base a zampe leonine dove posa-
gento sbalzata, intagliata a giorno e no figurine sedute. Dal collo del
applicata su legno di velluto rosso vaso fuoriescono fiori in lamina
(alt. cm. 68). Sono manufatti sette- d’argento disposti intorno alla rag-
centeschi, caratterizzati da eleganti gera che circonda la teca: si tratta
ornati rococò, identici ai due che si di un delicato motivo ornamenta-
trovano nella vetrina di fronte (vetri- le, ma anche simbolico, essendo
na 4). Sul ripiano superiore è espo- i fiori gli elementi forse più co-
sto un pregevole ostensorio (alt. munemente impiegati nella em-
cm 72), destinato all’esposizione blematica mariana.
Visita al Museo Biblioteca • Sala VIII 117
paludata viene incisa nelle monete momento della morte. Fin dall’età gio-
ascolane, l’orafo Pietro Vannini lo raffi- vanile don Marcucci raccomandò al
gura con viso imberbe e vesti pontificali popolo, durante la predicazione delle
in una statua argentea, e nel medesimo Sante Missioni la devozione al santo
atteggiamento o in atto di offrire la città Patrono. Nel Direttorio delle stesse
alla Vergine lo ritrae in varie tavole Car- relative al 1742 scrive: “Sarà cura del
lo Crivelli. L’Ufficio che si recitava in dio- catechista raccomandare al popolo
cesi in suo onore ab immemorabili, fu ogni mattina la devozione al glorioso
dato alle stampe in Ancona nel 1522. martire Sant’Emidio”. Il primo agosto
Dopo lo spaventoso terremoto del 1703, 1754, in occasione di un forte terre-
in cui Ascoli rimase illesa, si cercò an- moto in città, fu incaricato dal Vesco-
che con l’autorità dell’Arcivescovo di vo di recitare nella cattedrale di Ascoli
Treviri di estendere il culto di S.E. alla un’Orazione che intitolò Ascoli chia-
Chiesa Universale. Il tentativo non ri- mata a penitenza; essa fu poi pubbli-
uscì, ma spontaneamente moltissime cata da Nicola Ricci. Dieci anni dopo,
città dell’Italia centro-meridionale intro- quando la città fu colpita dalla care-
dussero la festa del Santo nella loro dio- stia, il 7 aprile 1764, scrisse
cesi e lo elessero compatrono. In que- un Triduo per ottenerne dal
sto tempo si diffuse la nuova iconografia Santo protettore la libera-
che lo rappresenta in atto di sostenere zione e fece precedere
un muro barcollante sotto l’impeto di lo scritto con alcune
scosse telluriche. Il Santo riposa oggi note biografiche sul
nella cripta della Cattedrale di Ascoli e, Santo, tra le quali l’ipote-
entro un’urna romana su cui furono inci- si che S. Emidio sia venu-
se le parole: “Cum sociis aliis Emindius to ad Ascoli nell’anno
hic riquiescit”. La sua festa si celebra in 306, per ordine del Pon-
Ascoli il 5 agosto, nelle altre diocesi tefice S. Marcello, che lo
dove riceve culto qualche giorno più tar- aveva ordinato Vesco-
di. L’ultima ricognizione delle reliquie è vo. Durante il periodo
stata eseguita dal Vescovo mons. Mor- romano della vicege-
gante il 2 luglio 1959. renza, nel 1781 stam-
pò a Roma una No-
vena o Triduo al
La devozione a S. Emidio
martire S. Emidio, se-
in mons. Marcucci
gno del suo impe-
gno ad estender-
Mons. Marcucci ha ereditato dalla ne la devozione
sua famiglia una sentita devozione al oltre i confini della
patrono della città S. Emidio, testimo- Chiesa ascolana. Il 30
niata dalle diverse tele di proprietà, luglio 1783, in udienza
presenti in Museo e già descritte nel dal Santo Padre, otten-
percorso di visita; egli, tuttavia, coltivò ne per i devoti di San-
personalmente questa devozione e la t’Emidio che fanno
espresse in vari e significativi modi. la novena o il triduo
Dedicò al Santo la campana più e celebrano la festa
grande dell’orologio della torre della del Santo, di poter lu-
Chiesa dell’Immacolata, come pure crare ogni giorno l’in-
vari scritti. Nei Testamenti del 1771, dulgenza di 200 giorni
1776, 1780 e 1796, egli designa S. e, il giorno della fe-
Emidio, insieme a S. Francesco di sta, l’indulgen-
Assisi, S. Antonio di Padova e S. za plenaria.
Francesco di Sales, suo avvocato al M.P.G.
Visita al Museo Biblioteca • Sala IX 121
SALA IX
LA CAPPELLINA
OVALE
Nel Libro dei Beni Stabili della Congregazione, redat- In basso: Angelo, particolare del
soffitto dipinto, fine sec. XVIII.
to dal 1774 al 1794, troviamo descritta, nell’ala del pa- Nella pagina a fianco: Angelo,
lazzo adibita a Foresteria, la Cappellina: “…tal Palaz- particolare del soffitto dipinto,
zo della Foresteria… con sua graziosa Cappellina a fine sec. XVIII.
parte, tutta dipinta, dedicata all’Immacolata Concezio-
ne di Maria, ed ai SSmi Patriarchi Giovachino ed
Anna, ed ai Santi Protettori Emidio, ed Antonio di Pa-
dova…”. Marcucci abitò nella Foresteria del monaste-
ro dal 1789 fino alla morte, sopraggiunta nel 1798, e
la Cappellina era il suo oratorio privato. Il pic-
colo ambiente, che prende luce da un’unica fi-
nestrina, è a pianta ovale, con il notevole pavi-
mento in cotto dell’epoca, perfettamente conservato.
Tutta la Cappella è decorata a tempera e vi si scorge la
mano di un abile artista ascolano che vi lavorò nei pri-
mi anni Novanta del ‘700, visto che la decorazione era
stata già completata nel 1794, quando viene citata nel
Visita al Museo Biblioteca • Sala IX 123
SALA X
LA GALLERIA
Scesa la scaletta, si attraversa la sala d’ingresso e si entra Sotto: S. Onofrio vede in visione
S. Giovanni Battista e S. Bene-
nel lungo corridoio dal quale si accedeva alle stanze del- detto, olio su tela di Ignoto, sec.
l’educandato. Oggi il locale, caratterizzato dalla volta a XVIII.
botte e da una lanterna che funge da fonte di luce, è stato Nella pagina a fianco: Estasi di
San Francesco di Sales, sec.
trasformato in quadreria: in esso sono stati esposti una XVIII, particolare.
serie di dipinti conservati in precedenza in altri punti del
monastero ed ora concentrati in un unico spazio musea-
le per permetterne la visione dopo che un attento restau-
ro li ha riportati quasi tutti al loro antico splendore. Alla
Galleria sono collegate altre significative sale utilizzate
per ospitare il ricco patrimonio cartaceo della
Congregazione: la Biblioteca marcucciana, la Biblioteca
moderna e l’Archivio storico della Congregazione.
I dipinti sono disposti lungo le pareti della Galleria: nel-
la parete a destra dell’ingresso vediamo un S. Giovanni
Battista e il pellegrino in ascolto delle Sacre Scritture di
Ignoto artista locale del XVIII secolo. Sulla stessa pare-
te ha spicco la bella tela con l’Educazione della Vergine,
126 Visita al Museo Biblioteca • Sala X
L’estasi di
Santa Francesca Romana
SALA XI
LA BIBLIOTECA
MARCUCCIANA
1525 (il libro più antico), parecchie cin- apostolico di mons. Marcucci; nel setto-
quecentine, il commento alla Bibbia di re della Sacra Scrittura, accanto agli
Cornelius a Lapide, il già ricordato At- strumenti che denotano uno studio
lante, manoscritti di autografi marcuc- scientifico e cioè la Bibbia ebraica, il
ciani, una piccola collezione di Regole Nuovo Testamento greco, le concor-
di vari ordini religiosi femminili, le opere
dei più famosi teologi del periodo quali
il Tournely, l’Alexandre, lo Juenin, il
Cano, il Gonet, il Concina, il Berti ecc.;
nella patrologia e nella scolastica sono
rappresentati gli autori principali, ma su
tutti primeggiano S. Agostino e S. Tom-
maso D’Aquino; il settore della mariolo-
gia testimonia l’eco della grande con-
troversia tra assertori e negatori
dell’Immacolata Concezione di Maria
alla quale mons. Marcucci partecipò danze, i commentari ecc., la presenza
della traduzione italiana del Martini della
Bibbia ci fa pensare alla sensibilità di
voler far accostare alle fonti della Scrit-
tura anche quelle religiose che non co-
noscendo la lingua latina non avrebbero
potuto gustarla; il settore della storia ci-
vile ed ecclesiastica non trascura nes-
sun periodo, dall’antichità all’epoca mo-
derna, comprendendo trattazioni
generali e particolari e autori quali il Mu-
ratori, il Rinaldi (epitomatore del Baro-
nio), il Ruinart, lo Zaccaria, il Bossuet
ecc.; la presenza di opere in lingua spa-
gnola, portoghese, francese e tedesca
denota il desiderio di mons. Marcucci
che le religiose avessero conoscenza
attivamente schierandosi tra i primi; la anche delle lingue europee con l’inten-
presenza del settore dell’omiletica ci ri- zione di allargarne l’orizzonte mentale e
chiama necessariamente l’attività di culturale. La catalogazione tuttora in
predicatore che ha contrassegnato la uso è stata fatta intorno alla metà degli
vita di mons. Marcucci fin da prima di anni ’80 del passato secolo con un ordi-
diventare sacerdote, oltre a vari predi- namento per autore e per argomento
catori di grido, figurano alcune opere che, sebbene non risponda ai canoni
attinenti all’arte della retorica che il Mar- scientifici, assolve un utile servizio agli
cucci pure coltivò; il settore dell’agiogra- studiosi che svolgono le proprie ricerche
fia, assai nutrito, privilegia molto santi e nella biblioteca.
beati religiosi e soprattutto le religiose; E.N.
è chiaro quindi che mons. Marcucci
pensava al nutrimento spirituale delle Nella pagina a fianco: Ex libris di mons. Marcucci.
Atlante geografico fatto comporre in due parti da
suore Concezioniste indirizzandole ver- Marcucci, particolare della carta 92 della Parte I
so esperienze di santità di donne con- relativa alla Marca Anconitana.
sacrate; fra gli autori presenti nel setto- Sopra: Miscellanea contenente diverse opere di
re della spiritualità ricorre spesso il Gioacchino Da Fiore stampate nel periodo 1525-27.
nome di S. Francesco di Sales, princi- Frontespizio di una delle opere del Muratori appar-
tenute al Marcucci con manoscritto l’ex libris.
pale ispiratore del modello mistico e
138 Visita al Museo Biblioteca • Sala XI
Lungo la Galleria, di fronte alla Bi- risultano essere oltre 7000, divisi per
blioteca Marcucciana, si trovano al- argomenti sia a carattere generale
tre due sale dove sono dislocati im- (Letteratura, Filosofia, Storia, Geo-
portanti ambienti culturali del grafia, Scienze, Arte) che specialisti-
monastero che integrano e rendono co (Pedagogia e Didattica, Arte e Sto-
vivo ed operante il museo stesso: la ria locale, Scritti e Studi su mons.
Biblioteca moderna (sala XII) e Marcucci, Bibbia, Vita Consacrata,
l’Archivio (Sala XIII). Teologia, Patristica, Catechesi, Mario-
La Biblioteca moderna è stata alle- logia, Antropologia Femminile, Spiri-
stita nel 1998 per contenere la ricca tualità, Liturgia, Biografia dei Santi e
raccolta di libri fino a quel momento Documenti del Magistero).
distribuiti nei diversi spazi del mona-
stero riservati allo studio. Dopo la
realizzazione delle apposite librerie,
si è potuto procedere alla suddivisio-
ne per argomenti del patrimonio li-
brario ed alla loro catalogazione in-
formatica. Attualmente i libri censiti
Daniele Di Flavio
Visita al Convento 143
IL CONVENTO
bellezza di
Simboli mariani nell’Oratorio Maria
(Pulchra ut
La parte alta della sala dell’Oratorio è luna); una
decorata a tempera con otto simboli fontana
mariani, ripresi dalla Sacra Scrittura e zampillante,
dalla tradizione cristiana, che esprimo- simbolo del-
no le prerogative della Vergine Imma- la vita nuova
colata. Essi sono racchiusi in medaglio- che ci è sta-
ni ovali, sormontati da decorazioni ta ridonata
floreali e da un nastro che titola il sim- per mezzo
bolo. Cominciando da sinistra, nella pa- di Maria
rete di fronte per chi entra, nel primo (Fons Horto-
medaglione è raffigurato un giglio in rum); un ci-
mezzo alle spine, simbolo della purez- presso svettante sulla cima di un mon-
za di Maria che fiorisce nell’aridità della te, simbolo della vicinanza di Maria a
Dio con l’iscrizione (Cipressus in Monte
Sion). Sul cornicione, alla base degli af-
freschi, corre la seguente scritta: “Si-
gnum magnum apparuit in coelo; Mu-
lier amicta sole et luna sub pedibus
eius” (Ap 12, 1). Al centro del soffitto,
contornato da fasci di luce degradanti
verso l’esterno, c’è il monogramma ma-
riano, arricchito dai simboli descritti dal-
l’Apocalisse e che la tradizione ha attri-
buito alla Madre di Dio: la corona di
dodici stelle e la semiluna. Al centro si
distingue il numero otto, giorno della
Resurrezione, indicante Maria come la
Donna nuova. Il ciclo pittorico fu com-
missionato dal Fondatore nel 1768 ed
esprime il suo amore all’Immacolata e
la sua spiccata sensibilità pedagogica
che si proponeva di far comprendere in
modo piacevole alle religiose e alle
alunne il tema impegnativo del mistero
natura; il nastro riporta l’iscrizione “Li- dell’immacolato concepimento di Ma-
lium inter spinas”. Proseguendo in sen- ria. Gli otto simboli mariani, con differen-
so orario, si osservano i medaglioni raf- ti decorazioni, si possono osservare an-
figuranti: una palma in mezzo al che nell’Oratorio del padre Caravita, nel
deserto, simbolo della vita rigogliosa di complesso della chiesa di Sant’Ignazio
Maria (Palma in Cades); un giardino re- a Roma dove mons. Marcucci predicò
cintato, simbolo di Maria, nostro rifugio nella Quaresima del 1779 un corso di
(Hortus Conclusus); una torre inespu- esercizi spirituali alle principesse e
gnabile, simbolo della fortezza di Maria dame romane. Nel 1775 fu effettuata
(Turris Fortitudinis); l’aurora che sorge una prima opera di ritocco alle pitture
sul mare, simbolo di Maria, aurora del- dell’Oratorio, danneggiate da alcuni la-
la nostra salvezza (Aurora consur- vori di adeguamento. Un restauro più
gens). Proseguendo sulla parete sini- consistente fu effettuato negli anni Ses-
stra, i medaglioni presentano: la luna santa del ‘900 dal pittore Dino Ferrari.
che si specchia sul mare, simbolo della M.P.G.
154 Visita al Convento
LA CHIESA DELL’IMMACOLATA
A sinistra: La pianta
della chiesa del SS.
Nome di Maria al
Foro Traiano (a sini-
stra) a confronto con
quella della chiesa
dell’Immacolata.
Sotto: I coretti delle
chiese del SS.
Nome di Maria di
Roma e dell’Imma-
colata di Ascoli.
architetto e
Gli altari laterali scultore. Ri-
corda ancora
suor Maria
Beatrice che
“Il terzo qua-
dro è quello
del patriarca
San Giusep-
pe con San
Francesco
d’Assisi,
Santi Antonio
da Padova e Chiara e la Beata Beatrice
De Silva nostra madre. Lo ha dipinto
con grande attenzione e diligenza il no-
stro ascolano pittore signor Vincenzo Ci-
vita pel prezzo di 40 scudi”. Il dipinto,
che oggi si vede sull’altare laterale di si-
nistra, è un’ opera di fattura mediocre di
Vincenzo Civita, un pittore del quale si è
quasi completamente persa la memoria.
Lo storico ascolano don Giuseppe Fa-
biani ricorda che nella chiesa ascolana
Dei dipinti che si trovano ancora oggi dei Sacconi fu costruito nel 1797 un al-
sugli altari laterali della chiesa dell’Im- tare dedicato a San Leonardo da Porto
macolata, tesse le lodi suor Maria Bea- Maurizio. Sull’ altare fu collocato un di-
trice Capozi, annotando nel libro di Me- pinto del “pittore neoclassico romano
morie che il 29 luglio del 1795, Marcucci Vincenzo Civita”. Nella tela, oggi disper-
benedì oltre al dipinto di Monti anche sa, si vedevano San Leonardo in piedi
“quello bellissimo ed impareggiabile del nell’atto di indicare il Crocifisso e, ingi-
SS. Crocefisso con la SS. Vergine Ad- nocchiato ai piedi del Santo, un mem-
dolorata e con S. Domenico di Cocolla bro della confraternita dei Sacconi, ve-
(cioè S. Domenico abate benedettino di stito del caratteristico sacco di canapa
Sora) protettore contro de’ cani arrab- cinto in vita da una corda, col volto in-
biati… dipinto con maestria dal nostro cappucciato e il cilicio in mano.
cavaliere ascolano Sig. Agostino Cap- M.G.M.
pelli, che l’ha donato alla nuova chiesa
ed è stato corrisposto con altro dono”.
L’opera, sull’altare laterale di destra è in L’architettura dell’Arcadia
realtà una tela di fattura modesta di
Agostino Cappelli (Ascoli, 1751 - ivi, A partire dagli anni intorno al 1730, a
1831), allievo di Lazzaro Giosafatti. Roma e nello Stato Pontificio di riflesso,
L’artista, che evidentemente non eccel- si consolidano delle convinzioni, si affer-
leva nella pittura, fu attivissimo in città mano tesi, si bloccano degli architetti e
e richiesto soprattutto come ingegnere, se ne promuovono altri, secondo un
ben preciso disegno culturale. Una pro-
Sopra: Agostino Cappelli, Crocifissione con la posta storiografica abbastanza innova-
Vergine addolorata e S. Domenico di Cocolla, trice nata intorno al 1970, ripresa e ap-
1795 ca, olio su tela.
profondita successivamente, ha trovato
A destra: Vincenzo Civita, Santa Beatrice De
Silva e altri Santi, 1795 ca, olio su tela. utile la collocazione di tutti i movimenti
architettonici-culturali in un unico filone
Visita alla Chiesa dell’Immacolata 169
Itinerario Ascolano
11 Cattedrale
di S. Emidio
La famiglia Marcucci sin
dal 1641 aveva la cappella-
nia dell’altare nel lato sini-
stro del transetto della Cat-
tedrale di Ascoli dove si
trovava la statua
della Madonna
di Loreto, ora
conservata al
Museo Dioce-
sano. Qui
Marcucci, il
26 maggio
1736, rice-
vette dal ve-
scovo mons.
Tommaso Ma-
rana gli ordini
minori dell’o-
stiariato, lettora-
to, esorcistato e accolitato e
l’11 giugno 1740, vigilia di
Pentecoste, venne consa-
crato diacono nella cripta.
d’Austria Giuseppe II il 3 Palazzo Vescovile,
2 Palazzo Vescovile, 19 aprile 1782, a ricordo Archivio Diocesano
Museo Diocesano della sua visita con papa Al pian terreno del Palaz-
e Cappella Pio VI. Nell’antica Cap- zo Vescovile ha sede l’Ar-
L’anello imperiale è con- pella del Palazzo, che si chivio Diocesano, dove è
servato nel Museo Dioce- trova sempre al primo pia- conservato il ricco Fondo
sano ed adorna il Braccio no nell’altra ala dove ri- librario della Biblioteca
di S. Emidio, capolavoro siede il vescovo, il 25 feb- Marcucci che egli elargì al
di oreficeria del ‘400 rea- braio 1741 il giovane Capitolo il 10 marzo 1790
lizzato da Pietro Vannini. Francesco Antonio fu or- con lo stesso atto notarile
Mons. Marcucci lo dona, dinato sacerdote. con il quale donava il pre-
come lui stesso scrive, “al zioso anello imperiale.
glorioso martire Sant’E- Sono opere di autori latini
midio, primo vescovo e e greci come Seneca, Tito
principale protettore di Livio e Aristotele, di Sa-
questa mia patria di Asco- cra Scrittura, Storia eccle-
li per contestargli la mia siastica, Teologia morale,
sincera, tenera devozione Diritto e spiritualità. Molti
e gratitudine”. Lo aveva testi sono arricchiti con
ricevuto dall’Imperatore note autografe e notizie
Itinerari Marcucciani 173
5 Palazzo della
Provincia, ex Convento
dei Padri di S. Filippo
Gli Oratoriani di S. Filip-
po Neri avevano costruito
ad Ascoli il loro monaste-
8 Chiesa di S. Venanzio
e Collegio liazione due fazioni cittadi-
dei Padri Gesuiti ne dette della Marina e del-
Il giovane Marcucci fre- la Montagna, mediante un
quentò la scuola dei Gesuiti misterioso suono delle cam-
ad Ascoli e ascoltò nella pane. All’intercessione della
loro chiesa varie predicazio- Madonna della Pace si deve
ni che lo aiutarono a diven- la cessazione del tremendo
tare presto missionario. Qui morbo colerico che nel
1855 mieteva vittime in
Mazzini e l’attuale Corso Ascoli, come è ricordato
Trieste. Qui visse il giovane dall’iscrizione a lettere d’o-
Marcucci insieme ai suoi ro sulla base della tavola.
genitori Giovanna Battista
Gigli e Leopoldo Marcucci, 10 Croce di S. Leonardo
agli zii Francesca Gastaldi e da Porto Maurizio
Domenico Antonio Mar- a Porta Romana
cucci ed alla nonna Diocle- Nel giardino laterale del-
zia Soderini. l’ex chiesa dell’Angelo
Custode è esposta la Croce
7 Chiesa di S. Francesco di legno che S. Leonardo
Luogo molto frequentato ebbe il suo primo confesso- da Porto Maurizio piantò
dalla famiglia Marcucci. In re, a noi sconosciuto, che lo
detta chiesa il nonno del consigliò di diventare sacer-
Fondatore, Francesco Anto- dote piuttosto che religioso
nio, era membro della Con- di S. Francesco di Paola.
fraternita del SS.mo Sacra-
mento. Mons. Marcucci da 9 Chiesa di S. Agostino,
Mare A
driatico
3
1 2
na Battista Mitarelli
M
7
7
visita alla signora Giovanna
ico
7 7 7
6 Battista Mitarelli (1671-
1752) che abitava a Montec-
5
chio, oggi Treia, ma non gli
5 4
4
3
2
1
13
9
8
1
7
2
3
6 5
10
12
11
lo pseudonimo di Partenofi-
lo Gateate; nel luglio dello
stesso anno, vi era stata am-
messa con il nome di Teose-
bia Palladiana anche suor
Maria Petronilla Capozi, la
giovane concezionista del
monastero di Ascoli distin-
tasi per intelligenza ed eru-
lasciare il convento che fu dita preparazione. Passionisti, con il quale
trasformato in edificio cen- mons. Marcucci intrattenne
trale delle Poste Italiane, 11 Basilica di S. Giovanni un’amicizia spirituale a par-
ancora oggi in funzione. e Palazzo del Laterano tire dal luglio 1770. Diven-
Il Palazzo del Laterano, tato vicegerente, Papa Cle-
oggi sede del Vicariato, era mente XIV lo incaricò di
la residenza ufficiale dei presiedere il funerale del
Papi che fino al 1870 furo- Santo, avvenuto il 19 otto-
no incoronati nella basilica. bre 1775.
Dopo un terribile incendio,
esso fu ricostruito dall’ar- 13 Colonna dell’Immaco-
chitetto Domenico Fontana lata di Piazza di Spagna
10 Bosco Parrasio incaricato nel 1586 da Papa A ricordo della proclama-
o Teatro degli Arcadi Sisto V. Mons. Marcucci zione del Dogma dell’Im-
Situato sulle pendici del macolata, nel 1856 Pio IX
Gianicolo, il complesso sor- fece erigere a Piazza di Spa-
se nel 1725 come sede della gna una colonna romana
celebre Accademia dell’Ar- rinvenuta nel monastero di
cadia che accolse quei lette- S. Maria della Concezione
rati che, contrapponendosi in Campo Marzio che sor-
al “cattivo gusto” barocco, regge la statua bronzea della
idearono uno stile espressi- Vergine. Sul basamento
vo che si rifaceva alla “sem- durante il periodo della Vi- sono poste le statue dei pro-
plicità pastorale” dell’antica cegerenza conferiva regolar- feti ed alcuni bassorilievi.
mente in Basilica le ordina-
zioni generali ed
amministrava nel Battistero
il battesimo e la cresima ai
neo-convertiti ebrei e mus-
sulmani.
Indice dei nomi - Palazzo Vescovile, 172 Cavallucci Antonio, pittore, 93,
- Pinacoteca civica, 35, 36, 38, 39, 126, 130, 131
e luoghi notevoli 41, 129, 131 Cerolini Bernardetta, suora, 23, 47
- Teatro Ventidio Basso, 37, 65 Chiaretti Giuseppe, vescovo, 42, 178
A - Via dei Soderini, 25, 49, 146, 147 Ciccone Maria Donata, suora, 70
Accoramboni Lucantonio, vesco- - Via S. Giacomo, 25, 49, 61, 143, Cingoli, 36, 43
vo, 177 145, 146 Cirio Armando, sacerdote, 73
Albani Gian Francesco, cardinale, Atri, 48 Citeroni Elena, suora, 73
15, 184 Civita Vincenzo, pittore, 91, 168
Alessandro VII (Fabio Chigi), B Clemente XI (Giovan Francesco
papa, 108 Baldinucci Antonio, gesuita, 13, 14 Albani), papa, 30, 108
Aloisi Maria Giacoma, suora, 14, Barocci Federico, pittore, 32, 181 Clemente XIII (Carlo Rezzonico),
18, 55, 60 Barra de Garças, Mato Grosso, papa, 92
Altobelli G., pittore fotografo, 99 Brasile, 75, 77 Clemente XIV (Lorenzo Ganganel-
Alvitreti Cesare, nobile, 150 Batoni Pompeo, pittore, 35, 36, li), papa, 14, 16, 51, 84, 85, 91, 92,
Alvitreti Silvio, nobile, 25, 147, 148 128, 129, 167 94, 95, 126, 131, 174, 183, 185
Ambaiboho, Morarano Chrome, Beatrice V.M., santa, 38, 59, 151, Coccia Ignacio Maria, fotografo, 21
Madagascar, 24, 75, 79 152, 154 Compagni Curzio, orafo, 173
Ambrogini Annibale, argentiere, 115 Bellini Filippo, pittore, 180, 181 Conca Sebastiano, pittore, 126
Anna, santa, 31, 34, 36, 69, 121, Beltrami Giacinta, suora, 17, 24 Conti Innocenzo, cardinale, 160
127, 128, 129, 167, 178, 181, 184 Benedetto XIII (Pierfrancesco Or- Coppola Egidio, pittore, 38, 41,
Ancona, 119, 180, 181 sini), papa, 92 49, 134, 159, 165, 167
Angelini Rino, restauratore, 112 Benedetto XIV (Prospero Lamber- Cossignano (AP), 36
Antonelli Raffaele, argentiere, 115 tini), 14, 184 Crespi Giuseppe Maria, pittore, 180
Antonini Maria Santina, suora, 21 Bernardo da Offida, beato, 84, 91, 92 Cristina di Svezia, regina, 64
Antonio da Padova, santo, 119, Bianchini Angelo, scultore, 176 Crivelli Carlo, pittore, 32, 119, 180
121, 123, 168 Bonaventura Giovanni Jacobo, sa- Cunego Domenico, tipografo, 85
Antonio da Sangallo, architetto, cerdote, 60 Cupramarittima (AP), 23
160, 161 Borromeo Carlo, santo, 180 Curytiba, Brasile, 74, 76
Appignano del Tronto (AP), 62, Borromeo Federico, cardinale, 81
92, 127, 176, 178 D
Archetti Gianandrea, cardinale, C De Brandis Giulio, sacerdote, 179
17, 20 Cafini Maria Grazia, suora, 40, 74 Della Porta G., pittore, 84
Ascoli Piceno: Calaca, Batangas, Filippine, 75, 78 De Rosa Luca, postulatore, 17
- Biblioteca e Archivio Diocesano, Campanella Angelo, tipografo, 91 De Silva Amadeo, beato, 64
136, 172 Canova Antonio, scultore, 183 De Silva Beatrice, santa, 32, 53,
- Chiese: Cantalamessa Ignazio, pittore e ar- 57, 64, 65, 143, 148, 168
Annunziata, 36 chitetto, 37 Del Duca Jacopo, architetto, 160
Cattedrale, 37, 172 Cantalamessa Papotti Nicola, scul- Del Gobbo Romolo, scultore, 38
Cuore Immacolato di Maria, 176 tore, 38 Della Quercia Jacopo, scultore, 183
Icone, 163 Capitao Leonida Marquez, Paranà, Derizet Antonio, architetto, 159,
Madonna del Carmine, 36 Brasile, 24, 75, 76 160, 161, 163, 183
Sacconi, 91, 168 Capozi Francesco, padre di Petro- Desio Maria Agnese, suora, 36,
Sacro Cuore di Gesù, 39 nilla, 62 51, 56
S. Agostino, 17, 174 Capozi Maria Beatrice, suora, 56, Di Flavio Fausto, pittore, 40, 41,
S. Domenico, 17, 36, 129 62, 167, 168 42, 50, 112, 113, 150, 176
S. Francesco, 17, 36, 37, 39, 163, Capozi Maria Emanuele, suora, Di Giovanni Maria Giovanna, suo-
174, 175 20, 62 ra, 98
S. Giacomo Apostolo, 175 Capozi Maria Petronilla, suora, Domenico di Cocolla, santo, 168
S. Marcello, 176 16, 56, 57, 58, 59, 62, 63, 64, Donati Corso, avvocato, 22, 49
S. Maria della Carità, 85 139, 169, 185
S. Maria Goretti, 176 Capozi Teresa, suora, 62 E
S. Maria Intervineas, 38, 175 Cappelli Agostino, pittore, 36, 168 Emidio, santo, 32, 34, 42, 84, 90,
S. Pietro Martire, 175 Cappelli Giacomo, nobile, 36 111, 112, 113, 118, 119, 121, 123,
S. Tommaso, 37, 39 Cappelli Giuseppe, olivetano, 131 131, 169, 172, 176, 180, 184, 185
S. Venanzio, 13, 174 Cardi Francesco, tipografo, 48 Enoc d’Ascoli, letterato, 88
SS. Pietro e Paolo, 175, 176 Cartoceto (PU), 181
SS. Vincenzo e Anastasio, 14, 61, 175 Cascavel, Brasile, 73, 74, 76, 77 F
- Ex convento di S. Angelo Ma- Castelli Aldo, ceramista, 38 Fabiani Giuseppe, sacerdote, 118, 168
gno, 36, 131, 134 Castelli Giuseppe, 22 Fabriano (AN), 88
- Ex convento S. Filippo, 144, 173 Castiglioni Francesco Saverio (Pio Fano, 88
- Ex chiesa dell’Angelo Custode, 174 VIII), papa, 17, 43 Fasano (BA), 23
- Ex Seminario, 173 Castignano (AP), 101, 109 Fermo, 36, 129
- Museo Diocesano, 36, 111, 172 Cataldi Prospero, nobile, 25, 147, 148 Ferrari Dino, pittore, 26, 33, 35, 38,
- Palazzo Sgariglia, 100 Cattaneo Ludovico, vescovo, 150 39, 41, 47, 48, 51, 52, 57, 61, 99,
188 Indice analitico
Paci Giorgio, maiolicaro, 36 Relucenti Maria Francesca, sorella Savini Agnese, suora, 22
Paci Giorgio, scultore, 34, 37, 38, di Tecla, 60 Sciacca Tommaso, pittore, 131
56, 65, 106, 107, 154 Relucenti Maria Tecla, suora, 14, Scolari Giacomino, capomastro,
Paci Giovanni, maiolicaro, 37 18, 19, 24, 41, 42, 43, 55, 56, 28, 29, 154, 156, 163, 164, 169
Paci Giovanni, organaro, 37, 38 57, 60, 61, 62, 151, 175, 176 Scoto Duns, francescano, 30, 101,
Paci Luigi, maiolicaro, 36, 37 Relucenti Nicola, padre di Tecla, 60 108, 109
Paci Maria Dionisia, suora, 18, 60 Relucenti Rosa Felicia, sorella di Segneri Paolo, gesuita, 14
Paci Vincenzo, organaro, 37, 38 Tecla, 60 Senigallia, 43, 97, 100, 181
Padova, 31, 90 Reni Guido, pittore, 32, 128 Serafino da Montegranaro, santo,
Pala Marco, sacerdote, 150 Ricci Nicola, tipografo, 119 84, 91, 92
Palazzini Pietro, cardinale, 42, 109 Ripatransone (AP), 36 Sgariglia Giuseppe, nobile, 25,
Pancotti Ebe, educanda, 68 Rodilossi Antonio, sacerdote, 52 147, 148
Paolo della Croce, santo, 15, 84, Roma: Sgattoni Federico, sacerdote, 150
92, 93, 185 - Accademia di San Luca, 37, 65 Silvestri Maria Caterina, suora, 18,
Paolo V (Camillo Borghese), papa, - Accademia degli Arcadi, 58, 63, 60, 178
130 64, 160, 163, 168, 169, 185 Sirolo, 180
Paolo VI (Giovanni Battista Mon- -Archivio Vaticano, 139 Sisto IV (Francesco della Rovere),
tini), papa, 65 - Biblioteca Angelica di S. Agosti- papa, 30, 64, 108
Palucci Paolo, sacerdote, 148 no, 64, 169 Sisto V (Felice Peretti), papa, 178,
Parisani Ludovica, 175 - Casa generalizia Pie Operaie, 23 185
Pasqualini Francesco, campanaro, 169 - Chiese: Soderini Dioclezia, 174, 175
Pasqualini Pasquale, campanaro, 169 Aracoeli, 183 Spalletti Giuseppe, 173
Passamonti E., Provveditore, 22 Oratorio Caravita presso la chiesa Stelluti Ignazio, vescovo, 179
Pavoni Maria Caterina, suora, 21, di S. Ignazio, 153, 182
23, 51, 73 S. Francesca Romana, 130, 131 T
Pereira Venancio Giovanni, vesco- S. Giovanni in Laterano, 185 Taliani Maria Teresa, suora, 23, 58
vo, 176 S. Maria del Pianto, 184 Tattoni Maria Giuditta, suora, 98
Peroni Elisabetta, suora, 178 S. Maria della Concezione in Tedeschi Pietro, pittore, 131
Perrone Germano, pittore, 166 Campo Marzio, 184, 185 Tenerani Pietro, scultore, 37
Perugia, 35, 88 S. Maria di Loreto, 160, 161, 162, Teramo, 88, 89
Picchi Giorgio, pittore, 181 163, 164, 183 Tibaldeschi Chiara, nobile, 88
Piccinini Giuseppe, nobile, 25 S. Pietro, 99 Tiepolo Giambattista, pittore, 32
Pilotti Maria Cristina, suora, 22, S. Salvatore in Lauro, 15, 51, 184, Toledo, 64, 65
69, 70 185 Torquati Roberta, suora, 17, 24, 79
Pio V (Antonio Michele Ghislieri), Santi Apostoli, 183 Torresi Luigi, direttore didattico, 21
santo, papa, 114 SS. Giovanni e Paolo, 185 Traglia Luigi, cardinale, 68
Pio VI (Gian Angelo Braschi), SS. Nome di Maria, 28, 128, 129, Tramazzini Serafino, scultore, 38
papa, 16, 26, 48, 49, 52, 53, 84, 159, 160, 161, 162, 163, 164, Trasatti Virgilia, suora, 24, 73
85, 89, 91, 92, 94, 95, 126, 154, 183, 185 Treia (Montecchio), 179
160, 172, 178, 180 SS. Vincenzo e Anastasio, 93 Treviri, 118, 119
Pio VIII (Francesco Saverio Casti- - Convento di S. Pietro in Monto- Tuzi Emidia Maria, suora, 134,
glioni), papa, 17, 43, 100 rio, 64 155, 156
Pio IX (Giovanni Maria Mastai Fer- - Ex convento di S. Silvestro, 184
retti), papa, 21, 31, 32, 38, 41, 43, - Monastero S. Teresa, 84 U
51, 90, 92, 97, 98, 99, 100, 101, - Palazzo Apostolico Vaticano, 32 Ugolino da Belluno, artista, 178
103, 107, 109, 152, 167, 181, 185 - Palazzo della Vicegerenza (Piaz- Urbania, 181
Pio X (Giuseppe Sarto), santo, za Colonna), 81, 89, 182, 184 Urbino, 94, 181
papa, 50 - Piazza di Spagna, 100, 185
Pio XI (Achille Ratti), papa, 23, 65 Roncalli Cristoforo (Pomarancio), V
Pirri Mariano, scalpellino, 155 pittore, 180 Vannini Pietro, orafo, 118, 119, 172
Pizzi Gioacchino, arcade, 64 Rossi Brunori Arcangelo, canoni- Vanvitelli Luigi, architetto, inge-
Podesti Francesco, pittore, 32, co, 23, 52 gnere e pittore, 164
100, 181 Verona, 85, 95
Puccinelli f.lli, stampatori, 115 S Vicenza, 88
Puzzilli Maria Agnese, suora, 71 S. Angelo in Vado (PU), 181 Vienna, 16, 85, 95, 111, 160
S. Benedetto del Tronto (AP), 24, Viero Teodoro, tipografo, 89
R 178, 179 Villa Marilyn, suora, 78
Raffaellino del Colle, pittore, 181 Sacconi Giuseppe, architetto, 37 Vitelli Bartolomeo, pittore, 25, 147
Raffaello, pittore, 35, 128 Saladini Agnese, suora, 67, 68 Vitellozzi Paolo, pittore, 25, 147, 148
Raffo Maria Pia, suora, 23, 57, 58, Saladini Filippo Melchiorre, nobi-
59, 150 le, 25, 147, 148 Z
Relucenti Domenico Bartolomeo, Saladini Maria Celeste, suora, 67, 68 Zappati Pietro, orefice, 115, 117
domenicano, 60 Saladini Maria Serafina, suora, 22, 71 Zappati Tommaso, orefice, 113,
Relucenti Giuseppe Emidio, sacer- Sardi Giuseppe, filippino, 13, 173 115, 117
dote, 60, 176 Sarti Antonino, pittore, 180, 181 Zuccari Federico, pittore, 181
190 Bibliografia
Bibliografia essenziale
Abbreviazioni archivistiche
ASC = Archivio Suore Concezioniste di Ascoli Piceno
ASVR = Archivio Storico del Vicariato di Roma
Fonti manoscritte
- F. A. Marcucci, Agli amanti di Maria, 1737, ASC, 2.
- F. A. Marcucci, Nella Professione di Suor Maria Clementina dei Conti
Magnoni de Ferrara, 22 gennaio 1775, ASC, 38.
- F. A. Marcucci, S. Beatrice V. e M. Romana, 1775, ASC, 139.
- F. A. Marcucci, Abbozzo di esercizi spirituali per le dame e principesse
romane, 23-30 marzo 1779, ASC, 77.
- F. A. Marcucci, Vita della Beata Beatrice de Silva, 1785, ASC, 108.
- F. A. Marcucci, Epistolario, ASC, 132 -136, 136/A.
- Delle Memorie della congregazione delle Pie Operaie dell’Immac. Concezione
di Maria sempre Vergine della città di Ascoli, vol. I, 1744-1784, ASC, 128.
- Delle Memorie della congregazione delle Pie Operaie dell’Immac. Concezione
di Maria sempre Vergine della città di Ascoli, vol. II, 1788 -1907, ASC, 128/a.
- Libro dei Beni Stabili Della Venerabile Congregazione delle Religiose
dell’Immacolata Concezione di Maria sempre Vergine della Città di
Ascoli, 1744-1794, ASC, 131.
- Impronti e spese per la fabbrica ed Ampliazione del Monistero delle Pie
Operaie dell’Immac. Concez. Della Congregazione di Ascoli nella Marca,
1780-1796, ASC, 131/a.
- Stato delle anime, S. Maria in Via, anno 1774, ASVR.
Fonti a stampa
- AA. VV., La pittura in Italia, Il Settecento, Milano 1989.
- AA.VV., Donna, educazione, società. Esperienza e proposte del Vescovo
Francesco Antonio Marcucci (1717-1798), Atti dei convegni, Roma -
Ascoli Piceno 1993-94, Torino 1995.
Bibliografia 191