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CAPITOLO 1 La costituzione economica pu essere intesa in 3 sensi 1)costituzione e rapporti economici:cio art.

della stessa che riguardano rapporti economici 2)istituzioni del diritto e rapporti economici, istituti cio che non necessariamente fanno parte della costituzione 3)aspetti amministrativi e rapporti economici, cio allargarsi ad un ambito pi ampio che comunque disciplina i rapporti economici. Lo studio della costituzione economica pu essere studiata attraverso 3 modi diversi: 1)atti amministrativi e legislativi che incidono sulla propriet e sull impresa 2)analisi delle politiche di settore, cio verso che indirizzo tende la politica 3)azioni svolte dai poteri pubblici su risparmio, reddito, impresa, ecc.. CAPITOLO 2 E possibile suddividere lo studio della costituzione economica in quattro periodi storici 1) Lo stato liberalista (1861-1899) Questo periodo caratterizzato dalla costituzione di un mercato Nazionale attraverso l unificazione legislativa,due grandi esempi sono rappresentati dall adozione del Codice Napoleonico e l estensione della legislazione Piemontese. Inoltre si cerco di creare un mercato Nazionale unico cercando di difendere il mercato verso l esterno attraverso imposte doganali in entrata ,che comportarono per l accentuarsi degli squilibri nazionali, aumentando il divario tra nord e sud. Un altro aspetto di questo periodo rappresentato dal liberismo, che si present in tre forme: privatizzazione e quotizzazione dei demani assenza della macchina statale dell economia autodisciplina del mercato. 2) La prima industrializzazione (1900-1920) In questo periodo si ha un inversione di rotta rispetto al periodo precedente e si capisce che per la crescita del Paese necessaria una differenziazione legislativa tra nord e sud, un incremento degli investimenti nei lavori pubblici, l istituzione di imprese pubbliche e un certo interventismo statale atto a cercare di appianare quelle enormi disomogeneit economiche del Paese. Vi inoltre un graduale passaggio da un sistema mutualistico ad un sistema previdenziale. 3) L economia mista Stato imprenditore e pianificatore (1920-1950) Nel 1942 vi l istituzione del nuovo codice cos come lo conosciamo noi oggi nella sua veste omnicomprensiva abbandonando la distinzione tra codice civile e codice del commercio. Si sviluppa il regime della riserva originaria con un accesso controllato all imprenditoria. Si vengono a creare un gran numero di enti pubblici , enti in forma di societ per azioni. Nel 1929 c la grande crisi economica con il crack delle banche che si trovavano ad essere azioniste e finanziatrici nello stesso tempo. Tra il 1930 e il 1934 l avvento del corporativismo che riesce a risolvere i conflitti sindacali e governare l economia. Questo periodo fondamentale perch si consolidano le istituzioni di governo dell economia, si moltiplicano gli enti pubblici e si amplia il rapporto tra lo stato ed economia 4) Lo Stato del benessere o Stato sociale (1950-1970) Nel 1948 vi la importante approvazione della Costituzione Italiana nella quale viene disciplinata anche la materia economica, attraverso quattro principi fondamentali: riserva di legge per determinati beni e imprese art.43- 42, riconoscimento della propriet e dell impresa art.41, funzionalizzazione della propriet e dell impresa, cio la predisposizione di limiti con i quali l autorit pubblica stabilisce finalit e modi d uso di un bene o di un impresa, previsione dell art.43 che consente di espropriare imprese o categorie d imprese per motivi d interesse generale. C il completamento del sistema delle partecipazioni statali e la nazionalizzazione elettrica. Elemento peculiare degli anni 60 il finanziamento statale, sia come fonte di sussidio al verificarsi di certe circostanze, sia come aiuti ai privati

in base alla legge come ad esempio crediti agevolati. Si cerca inoltre di prendere spunto dalle altre realt europee e transoceaniche tentando di creare una programmazione economica globale, tentativo peraltro fallito. Le tappe fondamentali della realizzazione dello stato del benessere sono caratterizzate dall istituzione della scuola media dell obbligo, istituzione del servizio sanitario nazionale, introduzione della pensione sociale, riforma della cassa integrazione guadagni, nonch aiuti ai disoccupati e agli inoccupati. CAPITOLO 3 Con il trattato di Maastricht del 1992 la CEE entra a far parte pi semplicemente dell Unione Europea addentrandosi non poco all interno della regolamentazione in materia economica e non degli Stati membri. La struttura ripartita in tre tipi di organi: sopranazionali( rappresentano gli interessi delle Comunit), multinazionali(rappresentano le collettivit nazionali), intergovernativi( rappresentano i governi nazionali). Ala formazione di un mercato unico europeo si pervenuti utilizzando tre strumenti: libert di circolazione delle merci, dei lavoratori , dei servizi, dei capitali; assicurata attraverso un unione doganale, con il divieto di imposizioni fiscali discriminatorie, abolizione delle restrizioni quantitative e con il riordino dei monopoli. Dal punto di vista dei lavoratori la libera circolazione garantita dal diritto di rispondere a proposte di lavoro effettive, spostarsi liberamente da uno Stato membro all altro, di prendere dimora in qualunque Stato membro ai fini lavorativi,rimanere nel territorio dopo aver occupato un impiego. Queste direttive sono altrettanto valide in materia di societ e di contratti pubblici. L art.67 del trattato prevede che vengano soppresse gradatamente le restrizioni ai movimenti di capitali appartenenti a persone residenti negli Stati membri. disciplina della concorrenza; le regole di concorrenza costituiscono una parte essenziale del mercato insieme alle norme antitrust (art.81-82), che hanno portato da una parte all abolizione dei vincoli per l economia, dall altra il divieto per le imprese di abusare di situazioni dominanti a danno dei consumatori, cercando di combattere non tanto il monopolio ma le condotte monopolistiche. La disciplina della concorrenza mira a rafforzare le quattro libert di circolazione, a questo fine sono vietate intese o accordi di qualunque tipo tese a pregiudicare il commercio tra gli Stati membri. L autorit che controlla il rispetto dei divieti la Commissione della Comunit Europea, essa istruisce, a richiesta di uno Stato membro o d ufficio con l assistenza delle autorit degli Stati membri , i casi di presunta infrazione ai principi suddetti. Qualora essa constati l esistenza di un infrazione, propone i mezzi atti a porvi termine. Ci sono tre ordini d intervento, uno di vigilanza e controllo, il secondo che si divide tra fase d iniziativa e fase istruttoria, la terza eventualmente ripristinatoria o sanzionatoria. limitazione degli aiuti statali alle imprese. L art.87 dispone che sono incompatibili con il mercato comune gli aiuti statali alle imprese nella misura in cui incidono sugli scambi degli Stati membri, anche in questo caso c la Commissione a vigilare. Qualora questa riscontri tale comportamento intima allo Stato membro di sopprimere lo stesso o modificarlo nel termine fissato dalla Commissione. Il procedimento dell intervento della Commissione tale a quello tenuto per il rispetto delle regole di concorrenza. La disciplina comunitaria ha una funzione unitaria, quella di creare un sistema uniforme di soggetti e transazioni nel mercato comune, proteggendo interessi che hanno natura collettiva( e non interessi propri come fanno gli Stati membri), per fare ci la disciplina comunitaria si preoccupa di vietare sia gli atti, sia gli effetti che possono essere prodotti da atti diversi. Gli effetti degli interventi comunitari sono di due tipi verticale e orizzontale. Il primo quello che si produce tra Comunit europea e amministrazione statale , il secondo consiste nell attribuzione di diritti a singoli appartenenti ad uno Stato nei confronti di altri Stati e altri produttori.

CAPITOLO 4 La disciplina generale della concorrenza contenuta nelle lg.287/90. Essa vieta di restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza, l abuso di posizioni dominanti. Ovviamente la disciplina deve coordinarsi e implementarsi con la disciplina comunitaria, essa infatti prevale su quella interna, il diritto nazionale cede al diritto comunitario. Sotto il profilo dei rapporti tra autorit nazionali e commissione, particolare rilievo rivestono il principio di sussidiariet e quello del decentramento. L esistenza di un regime centralizzato di autorizzazione fondato sulla notifica preventiva e sulla competenza esclusiva della Commissione in ordine all esenzione( cio accordi che danno diritto all esenzione), ha di fatto ostacolato l applicazione del diritto antitrust comunitario, per questo stato proposto di riconoscere alle autorit e ai giudici nazionali l applicabilit delle disposizioni sullesenzioni,in questo modo la Commissione svolgerebbe eventualmente un controllo a posteriori, rendendo cos effettiva l applicazione decentrata del diritto comunitario antitrust. Il nuovo regolamento prevede ora un esenzione generale con soglia(a condizione cio che non si superi il 30% del mercato rilevante in cui vendono). LAutorit garante della concorrenza e del mercato si occupa di assicurare il rispetto delle norme nazionali e comunitarie. E composta da 5 membri nominati dai Presidenti della Camera e del Senato scelti tra persone di notoria imparzialit e con particolari qualit tecniche, durano in carica 7 anni e non possono essere riconfermati. La sua attivit si svolge in piena autonomia e indipendenza. Prima esistevano autorit speciali che coadiuvavano il lavoro dell Autorit garante della concorrenza e del mercato in particolari settori, oggi invece esiste un autorit speciale solo nel settore del credito. I procedimenti di controllo sono divers a seconda che si tratti di intese restrittive della libert di concorrenza e di abuso di posizione dominante o di operazioni di concertazione , questo in quanto le prime discendono dalla legge, mentre i secondi sono valutati previamente dall autorit. Le autorit di controllo procedono ad indagini conoscitive, dopodich, valutati gli elementi ,dopo l iniziativa si apre la fase dell istruttoria, articolata in diverse fasi. Innanzitutto si apre una fase preistruttoria che serve a verificare l esistenza di violazioni, poi con la notifica del procedimento alle imprese si apre quello che viene definita istruttoria formalizzata, nella quale si da diritto agli interessati di essere sentiti. Alla chiusura dell istruttoria segue la fase della decisione. Se vengono rilevate infrazioni viene ordinato di cessare le stesse, in caso di inottemperanza l autorit pu irrogare una sanzione e in caso di reiterata inosservanza pu addirittura essere sospesa l attivit dell impresa per 30 gg. L istruttoria si svolge in contraddittorio, orale e scritto. L autorit dotata di tutti i poteri istruttori:pu richiedere documenti, disporre ispezioni, ecc Per quanto riguarda le concertazioni, invece queste devono essere comunicate all autorit a pena di sanzioni, una volta ricevuta la notifica possono verificarsi due situazioni: l autorit non ritiene necessario avviare l istruttoria formale lautorit ritiene la concertazione suscettibile di essere vietata e apre l istruttoria formale In questo caso per non contenziosa e non previsto contraddittorio. L autorit informa comunque le imprese interessate e se l istruttoria ha esito positivo vieta l esecuzione della concertazione. Anche in questo caso chi non dovesse ottemperare potrebbe essere sottoposto a sanzioni.

Accanto alla disciplina in generale ci sono settori disciplinati in maniera particolare: le comunicazioni di massa per le quali sono assolutamente vietati atti o comportamenti per il mantenimento o la creazione di situazioni dominanti, le autorizzazioni e le concessioni rilasciate ad uno stesso soggetto non possono superare il 20% del numero di reti nazionali. Il controllo spetta all autorit per le garanzie nelle comunicazioni, semi-indipendente composta da 4 organi,il presidente,la commissione per le infrastrutture e le reti, la commissione per i servizi e i prodotti e il consiglio. L autorit svolge un attivit istruttoria e di vigilanza , nonch di regolazione. Qualora si verifichino violazioni l Autorit apre un istruttoria in contraddittorio e eventualmente intima di cessare i comportamenti illeciti, pu irrogare sanzioni o addirittura in caso di reiterata inottemperanza sospendere l attivit dell impresa per un periodo non superiore ai 6 mesi, ovvero la revoca della concessione. Un ulteriore disposizione non consente l acquisizione di pi del 60% di diritti radiotelevisivi, chi abilitato al controllo, l autorit garante della concorrenza e del mercato, sentita l autorit per le garanzie nelle comunicazioni, che pu autorizzare una deroga al limite del 60% o vietare il superamento dello stesso.

la stampa quotidiana i soggetti che detengono partecipazioni in imprese nei settori della radiotelevisione e dell editoria di giornali, quotidiani e periodici, possono raccogliere proventi nei due settori non superiori al 20% del tot. Nazionale delle risorse. E ritenuto dominante chi giunga ad editare nell anno solare testate per il 20% della tiratura di giornali in Italia, ovvero il 50% in una sola regione.Concezione statica del monopolio. Il garante ha un potere di autotutela. pubblicit sui mezzi di comunicazione di massa quando i concessionari del servizio radio-televisivo controllano imprese concessionarie di pubblicit, non possono raccogliere pubblicit per pi di tre reti nazionali, o due nazionali e tre locali,o una nazionale e sei locali. E vietato raccogliere risorse economiche superiore al 30% del tot. Nazionale. Vengono anche stabiliti limiti giornalieri o settimanali alla programmazione di messaggi pubblicitari, sia limiti orari. Queste norme hanno lo scopo di tutelare sia i titolari di testate giornalistiche( altrimenti tutti preferirebbero far andare la propria pubblicit in tv) sia l utente del servizio televisivo. L autorit per le garanzie nelle comunicazione nel suo ruolo di controllo pu aprire ispezioni e eventualmente intimare di eliminare gli atti illeciti, pu disporre la sospensione o addirittura la revoca della concessione le banche sottoposta ad autorizzazione da parte della banca DItalia ogni acquisizione di partecipazioni al capitale di enti creditizi superiore al 5% dell ente stesso, inoltre non pu essere data l autorizzazione quando chi vuole acquisire non opera in settori creditizi e intende acquisire una partecipazione superiore al 15% del capitale dell ente creditizio( tesa a colpire le limitazioni della concorrenza). L autorizzazione pu essere sospesa o revocata, questa discrezionale se non quando contraria alla legge,tali norme mirano a garantire la separatezza tra industria e banca(ricordando la crisi del 30). Esiste quindi una disciplina generale e delle discipline speciali del mercato e della concorrenza(Banca dItalia),la legge dispone che l autorit generale ha un ruolo consultivo rispetto alla Banca d Italia quando questa ha il ruolo di autorit procedente, ricordiamo poi che nel settore delle assicurazioni e quelli speciali lautorit generale deve ricorrere per decidere al parere delle autorit di settore.

CAPITOLO 5 Il regime tradizionale dei servizi pubblici caratterizzato da due elementi: la riserva originaria,che priva tutti i soggetti della legittimazione ad essere imprenditori nel settore riservato regime delle imprese di servizio pubblico che varia da settore a settore( ad es. gestione diretta, indiretta attraverso un Ente pubblico o tramite concessione che pu essere in controllo pubblico o privato). La disciplina generale ha portato ad una graduale soppressione o limitazione delle riserve originarie, susseguendosi per questo motivo direttive verso la liberalizzazione dei trasporti aerei e marittimi, delle telecomunicazioni, dl trasporto ferroviario ecc.. e con l adozione delle norme sulla concorrenza a meno che non ostacolino gli interessi della Comunit e per tutto quanto non sia indispensabile ai fini dello svolgimento dei compiti affidati (monopoli di preminente interesse generale) tutto il resto rimane estraneo alla deroga sulle norme della concorrenza.

La liberalizzazione porta anche ad una generale regolazione che pu essere di tre diversi tipi: un primo gruppo di misure concerne l accesso all infrastruttura e l interconnessione tra le reti un secondo tipo di interventi intende prevenire l offerta di prezzi eccessivamente basso fissati allo scopo di eliminare i concorrenti, in questi casi la disciplina pubblica stabilisce le modalit di assegnazione delle risorse scarse e organizza lo svolgimento delle transazioni pi complesse il terzo tipo di regolazione ha contenuti sociali e mira a garantire la fruizione diffusa e uniforme di servizi essenziali. Il servizio universale a differenza del servizio pubblico non viene associato ad uno specifico regime organizzativo ma si limita a imporre il raggiungimento di un obiettivo,quello della fruizione diffusa di prestazioni essenziali.I servizi pubblici devono rispettare sei principi fondamentali: principio di uguaglianza dei diritti dell utente; obiettivit, giustizia e imparzialit; continuit e regolarit; diritto degli utenti di scegliere tra i soggetti che erogano il servizio;partecipazione degli utenti alla prestazione del servizio; diritto di accesso alle informazioni; efficienza ed efficacia.

Accanto alla disciplina generale vi sono leggi speciali, relative a singoli settori: lenergia elettrica e il gas: la legge 1643/62 ha disposto la riserva originaria del trasporto e della distribuzione dell energia elettrica attribuendo tali servizi ad un ente ad hoc, l ENEL. Nel 91 si liberalizzata l autoproduzione e la generazione di fonti alternative( non convenzionali). Ma la disciplina comunitaria del 99 ha stabilito la divisione tra le diverse fasi del servizio che nel precedente regime erano integrate all interno del monopolio pubblico. Le attivit di produzione, importazione, esportazione, acquisto e vendita sono dichiarate libere. La vendita libera sono per una parte del mercato, l altra rimane vincolata(trasmissione, dispacciamento e distribuzione rappresentano un monopolio naturale e sono quindi date in concessione dal Ministero dell industria). La normativa dal 2003 vieta di produrre o importare pi del 50%dell energia prodotta o importata in Italia. L ENEL una s.p.a. ed titolare della concessione, mentre la propriet della rete continua ad essere dell Ente ENEL. Se gli utenti finali sono idonei a stipulare contratti di fornitura con qualsiasi produttore o distributore, allora il mercato libero, mentre nel caso dei piccoli consumatori vincolato secondo le disposizioni dell autorit per l energia elettrica e il gas e possono acquistare solo dal distributore locale e assicurata da una s.p.a. denominata acquirente unico che stipula i contratti sulla base della previsione di fornitura, compresa la riserva(poich bisognosi di maggiore tutela). Nel mercato libero viene fissato un prezzo all ingrosso al quale vanno aggiunte le spese di vettoriamento data dall autorit, che decide anche eventuali clausole contrattuali, dal 2001 il sistema dei contratti sostituita da una borsa dell energia elettrica. La disciplina del mercato approvata con decreto del ministro. Per i clienti vincolati esiste una carta dei servizi in base ad uno schema di procedure di acquisto trasparenti e non discriminatorie decretato dal Ministro, e una tariffa unica nazionale, aggiornata in base agli andamenti del mercato. L autorit controlla anche in base alle segnalazione degli utenti la reale conformit alle regole stabilite e eventualmente ordina all esercente la cessazione dei comportamenti lesivi, o affida la risoluzione dei conflitti a procedure di conciliazione e arbitrato. Anche nel settore del gas vi un analoga disciplina .Inizialmente il monopolio venne affidato all Ente ENI e societ da esso controllate, ma dalla medesima disposizione comunitaria del 99 si introducono procedure concorsuali per l autorizzazione all esercizio del diritto esclusivo di ricerca e coltivazione degli idrocarburi in una determinata area geografica, tuttavia per sostanzialmente rimasta inalterata la posizione dominante dell ENI e delle societ controllate. Per i clienti idonei il mercato libero e, per questo, ogni Stato deve assicurare il 20% dei consumi all apertura del mercato. L autorit un organo collegiale (1 presidente, 2 commissari), i suoi membri sono scelti tra persone di alta e riconosciuta professionalit nel settore,durano in carica 7 anni senza riconferma. L autorit gode di autonomia contabile, amministrativa e organizzativa, le delibere a carattere generale vengono pubblicate sul bollettino o altre forme di avviso. L autorit dotata di quattro tipi di poteri: consultivi e di proposta di adottare atti normativi o amministrativi generali di controllo trasporti di linea: i primi interventi in ambito della libera prestazione di servizi risalgono agli anni 70, quasi ovunque in Europa ancora un monopolio pubblico e costituisce un servizio molto oneroso per il bilancio pubblico. La comunit Europea ha deciso di equiparare il trasporto ferroviario a quello su strada, distinguendo tra rete e servizio. La direttiva(440/91) mira a assicurare l autonomia gestionale delle imprese ferroviarie e garantire il diritto di accesso alle reti ferroviarie degli Stati membri, disciplinando la separazione tra la gestione dell infrastruttura e l attivit di trasporto, in modo che gli aiuti concessi ad una di queste due parti non pu essere trasferito all altra. Gli Stati possono concedere finanziamenti ai gestori delle infrastrutture, questi fanno pagare un canone per la loro utilizzazione. Deve esistere una distinzione netta, quantomeno contabile tra gestione della rete e gestione del servizio, entrambi ispirate ai principi di autonomia gestionale delle imprese e libert di accesso al mercato. Il gestore dell infrastruttura un soggetto autonomo rispetto alle imprese di settore e opera in base ad un atto di concessione e ad un contratto di programma stipulato con lo Stato, mette a disposizione la rete e i servizi alle imprese di settore allo scopo di garantire un utile gestione e conseguire la massima utilizzazione. Le associazioni di imprese internazionali hanno diritto di accesso a tutte le reti degli Stati in cui hanno sede le imprese che costituiscono l associazione. Possono chiedere il rilascio della licenza le imprese ferroviarie in possesso dei requisiti di onorabilit, capacit finanziaria e competenza professionale che dispongono direttamente di materia rotabile, del personale addetto alla guida e copertura assicurativa.

Il gestore dell infrastruttura procede all affidamento su base equa, dando precedenza ai servizi al pubblico, ai servizi ad alta velocit, a quelli espletati con orario cadenzato e a quelli in grado di realizzare un interconnessione a rete di diffusione nazionale. Il ministero dei trasporti pu concedere su base non discriminatoria diritti speciali. Quando un impresa compie contemporaneamente servizi soggetti ad obblighi di servizio pubblico e altre attivit deve osservare la netta separazione dei conti riguardanti le due attivit e l impossibilit di trasferire le spese o le entrate dell attivit pubblica dalle altre. Alla separazione tra infrastruttura e servizio si aggiunge anche quella tra gestore e natura pubblica del servizio, cosicch lo stato deve pagare solo gli oneri derivanti dal servizio e non anche quelli derivanti dalla cattiva gestione dell impresa. Anche il servizio aereo e marittimo hanno subito grosse modificazioni. L esercizio dei trasporti aerei subordinato al rilascio di una licenza, dopo la verifica dei requisiti richiesti: certificato di operatore aereo,attivit principale nel trasporto aereo, affidabilit e solidit finanziaria. Ogni Stato membro pu porre oneri di servizio pubblico riguardanti situazioni particolari(es. continuit territoriale). L effettiva liberalizzazione del settore riguarda per la possibilit del vettore aereo di avere accesso alle strutture in determinate fasce orarie. I criteri di assegnazione preservano la posizione degli operatori gi presenti sul mercato, che hanno diritto di mantenere le fasce orarie gi detenute. Per quanto riguarda i trasporti marittimi, il diritto alla libera prestazione di servizi, riconosciuto agli armatori comunitari che impiegano navi registrate in uno Stato membro, esso subordinato al possesso di tutti i requisiti necessari per l ammissione al cabotaggio nello Stato membro. le telecomunicazioni:

inizialmente per via della riserva originaria nessuno poteva operare senza concessione pubblica, a meno che il servizio fosse ad uso esclusivo di privati, oppure attraverso concessione per uso privato con divieto di traffico per conto terzi, per le comunicazione interne all azienda. L evoluzione della tecnologia ha reso conveniente moltiplicare le reti e sviluppare la concorrenza tra esse. Con il decreto 318/97 sono aboliti i diritti esclusivi per la prestazione di servizi di telecomunicazione, compresa la fornitura di reti di telecomunicazioni necessarie alle prestazioni di detti servizi, sono inoltre aboliti tutti i diritti speciali non conformi a criteri di obiettivit, proporzionalit e trasparenza. L offerta di servizi diversi dalla telefonia vocale subordinata ad un autorizzazione generale, sulla base di condizioni e criteri oggettivamente giustificati in relazione al servizio stesso. Il rilascio della licenza individuale necessaria per la prestazione di servizi di telefonia vocale, per l installazione e fornitura di reti di telecomunicazioni pubbliche, per la prestazione di servizi di comunicazione mobile e personale, frequenze radio ecc.. L autorit tenuta a rilasciare le licenze individuali ad ogni richiedente sulla base di procedure aperte, non discriminatorie e trasparenti. Il numero delle licenze pu essere limitato esclusivamente in relazione a insufficienti disponibilit delle frequenze, in questo caso per l assegnazione si ricorre a licitazione. Per quanto riguarda i livelli di qualit del servizio, l autorit stabilisce i livelli generali attraverso delle direttive e controlla l adozione da parte di ciascun gestore della carta dei servizi. Il servizio universale di telecomunicazioni comprende il servizio di telefonia vocale, la fornitura di elenchi, l installazione di apparecchi telefonici pubblici a pagamento ecc.. L autorit un organo collegiale composto da 8 commissari e un presidente, gode di piene autonomia organizzativa, finanziaria e contabile, svolge funzioni consultive e esercita poteri precettivi, svolge inoltre funzioni di controllo e dirime le controversie tra operatori del settore e tra gestori e utenti. La liberalizzazione in questo settore piena. i servizi postali:

anche questi erano inizialmente soggetti a riserva originaria e venivano espletati tramite concessione, che poteva essere di due tipi, una a carattere generale(senza limiti e rimessa alla discrezione dell amministrazione) e un altra a carattere limitato(riguardava solo alcuni servizi quali le raccomandate e le assicurate ed era sottoposta al limite territoriale e vincolata dai capitolati di bilancio). Ora dopo la direttiva comunitaria del 97 recepita nel 99, la fornitura di servizi relativi alla raccolta, lo smistamento, trasporto e distribuzione sono definiti come attivit di preminente interesse generale. Per finanziare gli oneri derivanti dalla fornitura del servizio, al gestore sono riservati la raccolte, il trasporto e lo smistamento della corrispondenza di prezzo inferiore al quintuplo della tariffa massima e qualora non superino i 350g. Il gestore tenuto alla contabilit separata tra i servizi riservati e quelli non riservati. L offerta al pubblico dei servizi non riservati soggetta ad autorizzazione generale che si basa su denuncia di inizio attivit o su silenzio assenso, se si tratta di servizi rientranti nell ambito dei servizi universali invece, necessaria una licenza individuale, che pu essere subordinata a specifichi obblighi. Il Ministero definisce l assetto del settore, esercita poteri precettivi, di controllo, e esamina i reclami degli utenti che non abbiano ricevuto soddisfazione di fronte ai gestori.

Il risultato finale che l operatore pubblico beneficia di un area di monopolio pi estesa di quella del passato, essendo esclusi anche quegli operatori che precedentemente operavano come concessionari. Si quindi in presenza di una disciplina mista in parte comunitaria in parte statale, che prevede una coesistenza di concorrenza e regolazione. La liberazione dell entrata produce paradossalmente la regolazione dell attivit. CAPITOLO 6 La linea di confine tra attivit pubblica e attivit privata molto sottile, con l avvio generale delle privatizzazioni, si possono anche presentare attivit che passano dal potere pubblico e quello privato, ma che rimangono comunque di natura erogativi in quanto rimangono a carico dello Stato, solo che sono svolte in maniera privatistica (CAAF). Esistono 4 tipi principali di impresa pubblica: l impresa organo costituito sotto forma di organo o articolazione dello Stato attraverso il quale si esercita attivit d impresa. Pu essere diviso in due categorie: 1) impresa organo diretto 2) azienda o amministrazione autonoma

Ma le imprese gestite direttamente hanno cominciato a dare segni di crisi a causa della difficolt di mescolare un attivit imprenditoriale con una di erogazione e si cos optato sempre pi spesso per la forma di azienda autonoma. l impresa ente pubblico ordinato in forma di ente, anche qui sono presenti due categorie: 1) impresa-ente pubblico operativo che produce direttamente per il mercato(ENEL) 2) impresa-ente pubblico di gestione o holding(ENI) a differenza dell impresa organo, qui il soggetto pubblico assume la veste dell imprenditore, in quanto la finalit d impresa diventa prevalente se non esclusiva. Il soggetto pubblico ma l attivit privata. Si sviluppata fino agli anni 50 ma poich spesso non svolgevano solo attivit d impresa ma anche altre, questa commistione le ha mandate in crisi. La maggior parte stata trasformata in s.p.a. l impresa societ con partecipazione pubblica ordinato in forma privata, elemento della pubblicit, cio, non dato dalla natura del soggetto che gestisce l impresa bens da quello che lo controlla attraverso la partecipazione azionaria. Esistono tre categorie di questo tipo d impresa: 1) il modello di diritto comune 2) vincolate dalle leggi per quanto riguarda la loro esistenza(stabilita per legge), perch questa ne indica gli amministratori o perch ne disciplina l oggetto sociale. 3) con partecipazione Statale necessaria, in questo caso l azionista non pu far circolare liberamente le azioni, ma obbligato a detenerle il gruppo pubblico:

ordinato in modo misto: al vertice vi un ente pubblico di gestione(poi trasformato in s.p.a), ai livelli inferiori, societ con partecipazione pubblica. La complessit di questi gruppi ha indotto a porre ordine costituendo societ intermedie, holding, che raggruppano le partecipazioni per settori omogenei. Fu istituito un apposito Ministero delle partecipazioni statali che si affidava poi al CIPE e al CIPI( per il coordinamento delle politiche industriali), il sistema delle partecipazioni statali era quindi ordinato su 4 livelli. Nel 93 il ministero fu soppresso. Sino ad ora si classificato secondo la natura dell imprenditore e non dell impresa, infatti, se volessimo fare il contrario ci troveremmo tutto al pi tra imprese ad agire controllato o ad agire libero.

Gli smobilizzi di partecipazioni pubbliche operano a seconda dell organizzazione dell impresa pubblica: se ordinata sotto forma di organo o ente bisogner abrogare la legge che la disciplina se ordinata sotto forma di s.p.a. baster vendere le azioni detenute dall ente pubblico. In Francia la disciplina dello smobilizzo prende invece il nome di respirazione. Il passaggio da partecipazione pubblica a privata non muta la natura giuridica della societ, muta soltanto il soggetto azionista. Le due pi grandi privatizzazioni degli ultimi anni sono state quelle dell Alfa Romeo, venduta dall IRI alla FIAT e quella del sottogruppo tessile Lanerossi venduto dall ENI alla Marzotto; ma la Comunit Europea ritenendo che queste due imprese fossero state favorite da aiuti statali, ha ordinato allo Stato di recuperare le somme erogate. Le privatizzazioni presentano 3 caratteristiche: 1) la decisione di privatizzare risale all ente holding 2) la stessa holding definiva la vendita 3) il corrispettivo della vendita finiva non nelle casse del Tesoro ma nel bilancio dell ente pubblico capogruppo. A partire dagli anni 90 per diminuire l indebitamento pubblico e dare dimensioni pi efficienti alle imprese pubbliche vengono adottati tre tipi di provvedimenti: la soppressione di imprese pubbliche- organo e attribuzione delle attivit a s.p.a. trasformazione di imprese pubbliche- ente in s.p.a. trasformazione di imprese pubbliche- organo in imprese pubbliche enti con la previsione di una successiva trasformazione in s.p.a. a partecipazione statale(poste). In questo modo cambia la forma giuridica dell impresa ma non la sostanza economica, n la guida che rimane statale, con la riscoperta appunto dello Stato azionista. Andando pi nel dettaglio della disciplina ci troviamo di fronte a: la trasformazione e la privatizzazione degli enti pubblici economici (dlg 386/91):

pone il problema della individuazione del capitale e degli azionisti, questo perch sono quasi tutti con struttura di fondazione. Per risolvere questo problema si accerta il capitale iniziale delle s.p.a. derivante dalla trasformazione e l emissione di azioni attribuite al Ministero che esercita i diritti dell azionista. Per quanto riguarda le attivit riservate si dovuto proseguire con l abrogazione delle legge dalle quali originava la riserva, e le attivit restano attribuite a titolo di concessione alle s.p.a. per non meno di 20 anni, ottenendo l effetto per di eliminare qualsiasi forma di concorrenza. Altri enti possono essere trasformati in s.p.a. interamente partecipate dal Tesoro(ferrovie dello Stato). Con lo scopo di ridurre il debito pubblico previsto un riordino, finalizzato alla valorizzazione delle partecipazioni stesse e prevede la quotazione delle societ partecipate e l ammontare dei ricavi. Questo primo passo verso la privatizzazione, se anche non muta la sostanza delle imprese, per obbliga lo Stato azionista a rispettare le regole del codice civile. la privatizzazione delle societ con partecipazione pubblica necessita di norme che disciplinino la vendita delle azioni detenute dallo Stato(dpr 332/94). Questa disciplina pu essere divisa in due parti: una a carattere generale questa si applica allo Stato e agli enti pubblici e consta di 3 parti: la prima indica che le regole di contabilit generale dello Stato non si applicano alle alienazioni delle partecipazioni statali;la seconda indica le modalit di alienazione delle partecipazioni che possono essere tramite offerta pubblica di vendita,cessione mediante trattative o ricorso ad entrambe le procedure, l importante realizzare la massimizzazione del gettito, il contenimento dei costi e la rapidit di esecuzione. Questo regime si applica solo alle partecipazioni di controllo di valore inferiore a 100 miliardi di lire. La terza disposizione relativa alla scelta degli acquirenti che devono garantire mediante accordo determinate condizioni finanziarie, economiche e gestionali.

una relativa alle societ operanti nel settore dei servizi pubblici sono indicate le societ operanti nel settore della difesa, dei trasporti, delle telecomunicazioni e delle fonti di energia,per queste societ ci sono due ordini di disposizioni: 1)innanzitutto le dismissioni delle partecipazioni in queste societ sono subordinate alla creazione delle authorities per il controllo della qualit dei servizi. Sono organismi indipendenti disciplinati dalla 481/95,che dovrebbero impedire che la privatizzazione conduca alla sostituzione da un monopolio pubblico ad uno privato, e di tutelare gli interessi che potrebbero essere vulnerati dall esercizio dei poteri speciali riconosciuti al governo. Per tutte le altre societ operanti nei settori di pubblica utilit ma che non hanno poteri speciali non necessaria l istituzione dell autorit. 2)Il secondo ordine di disposizioni mira a stabilire tre ordini di limiti all autonomia privata, il primo dovuto all attribuzione di speciali poteri al Ministro, il secondo limita il possesso azionario dei privati, il terzo pone limiti all autonomia statutaria con previsione dell elezione degli amministratori mediante voto di lista con rappresentanza delle minoranze. I poteri speciali sono di 4 tipi e incidono sulla quantit di cessioni, sulla possibilit di veto su fusioni, patti, accordi, cambiamento dell oggetto sociale e nomina degli amministratori. Possono essere introdotti esclusivamente per rilevanti e stringenti motivi di interesse generale e in maniera da non andare contro alle disposizioni comunitarie di non discriminazione. Le operazioni di privatizzazione sono state gestite dalla Direzione generale del Tesoro. la trasformazione delle aziende autonome statali e le norme sopravvissute della prima legge di privatizzazione: il dlg.333/92 sul risanamento della finanza pubblica abroga in parte il dlg.386/91, ma non per quanto riguarda le aziende autonome statali. Il procedimento della trasformazione delle aziende si articola in 3 fasi:determinazione dei criteri da parte del CIPE, deliberazione di trasformazione degli organi competenti, approvazione di tale deliberazione da parte del Ministro. Le societ derivanti dalla trasformazione sono sottoposte alle norme vigenti per le s.p.a. ,e cessano di avere effetto specifiche direttive gestionali fatti salvi gli indirizzi di carattere generale(questo riguarda gli enti pubblici economici in quanto lo Stato azionista).Dopo la trasformazione delle imprese pubbliche in s.p.a. le azioni possono essere vendute nel rispetto degli indirizzi del CIPE attraverso una delibera. Quando per dall alienazione derivi la perdita della maggioranza da parte dello Stato, allora necessaria una delibera anche delle Camere. I proventi vanno versati all entrata del bilancio dello Stato. L iter burocratico abbastanza lungo se si tiene conto che le delibere del CIPE sono precedute dalle consultazioni delle commissioni parlamentari. L unico esempio di attuazione della legge riferito alle aziende autonome statali, quella che ha riguardato l Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. e pi nello specifico la privatizzazione dell azienda autonoma ferrovie dello Stato la lg.210/95 ha soppresso con atto amministrativo l Azienda autonoma ferrovie dello Stato e ha istituito l ente Ferrovie dello Stato, una s.p.a. interamente controllata dal Ministero del Tesoro. la privatizzazione dell Amministrazione delle poste e delle telecomunicazioni li dlg.487/93 ha trasformato l amministrazione delle poste e telecomunicazione in ente pubblico economico Poste italiane, trasformandolo successivamente(1996) in s.p.a., svolge attivit e servizi definiti dallo statuto e ha propri organi. la privatizzazione dell azienda di Stato per i servizi telefonici ASST la lg.58/92 ha disposto la privatizzazione di tale azienda e ha affidato i servizi svolti da tale azienda ad una s.p.a. dell IRI. L Iritel s.p.a. stata dapprima fusa con altre societ concessionarie dei servizi di telecomunicazione in Telecom s.p.a. a partecipazione pubblica totalitaria poi ad azionariato diffuso. In questo caso poich lo Stato ha ceduto la partecipazione di maggioranza stato necessario anche il coinvolgimento delle Camere. la privatizzazione dell azienda autonoma di assistenza di volo la lg.665/96 ha trasformato l azienda in ente nazionale di assistenza al volo ENAV, procedendo poi con la trasformazione in s.p.a. nel 2000. Questo secondo passaggio richiede la presentazione di un apposito piano di trasformazione predisposto dal presidente, approvazione del Ministro dei trasporti, sentito il Ministro del Tesoro e le Commissioni parlamentari e la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Sono organi dell ente il presidente, il C.D.A., il direttore generale e il collegio dei revisori dei conti. I rapporti con l organo di indirizzo politico sono regolati da un accordo di programma e uno di servizio.

la trasformazione dell azienda autonoma dei monopoli di Stato:

dovuta essenzialmente alla liberalizzazione della commercializzazione del sale e all incompatibilit con la normativa comunitaria. Dopo diversi tentativi, il dlgs.283/98 ha previsto l istituzione dell Ente tabacchi italiani ai quali sono attribuiti i compiti dell azienda autonoma tranne che per le lotterie che rimangono attribuite all impresa- organo. Questa scissione in due entit porta alla duplicazione organizzativa e funzionale che si sarebbe potuta evitare affidando le lotterie al Ministero delle finanze. la privatizzazione delle banche pubbliche: il dlgs 356/90 disciplina la privatizzazione delle banche. Il procedimento per la ristrutturazione prevede la redazione e deliberazione da parte dell ente interessato, l esame della Banca d Italia, parere eventuale della CONSOB , esame del CICR(credito e risparmio) e approvazione con decreto del Ministro del Tesoro che deve tenere conto della stabilit, dellefficienza, della funzionalit e dell adeguatezza. Istituto S. Paolo di Torino, B.N.L. (da finire) la privatizzazione degli enti pubblici non economici e, in particolare, di quelli previdenziali: lg.537/93 prevede la trasformazione in associazioni o persone giuridiche o fusione e incorporazione negli enti pubblici di previdenza e assistenza. Gli enti trasformati continuano a sussistere come enti senza scopo di lucro e assumono la personalit giuridica di diritto privato, sono regolati da uno statuto e da un regolamento e hanno autonomia contabile e gestionale. Sono iscritti in un albo e sottoposti alla vigilanza del Ministero del lavoro e della previdenza sociale la privatizzazione delle societ con partecipazione locale: secondo la lg.498/92 gli enti locali possono costituire apposite societ per azioni per l esercizio dei servizi pubblici.Lo statuto deve prevedere la nomina di uno o pi amministratori o sindaci, la privatizzazione permette agli enti locali di avere partecipazione pubblica di minoranza anzich di maggioranza. Il socio privato di maggioranza scelto dall ente mediante procedura concorsuale ristretta. Il socio privato e quello pubblico definiscono d accordo la quota di capitale da destinare a azionariato diffuso. Per cinque anni dalla costituzione della societ sono esclusi atti di cessione di azioni. la privatizzazione degli Enti comunali di consumo: la lg.68/93 ha disposto la trasformazione in s.p.a.(tramite delibera del consiglio comunale seguita da una ratifica della commissione dell Ente comunale di consumo), nati nel 52 erano obbligati a distribuire beni di largo consumo ai prezzi di costo maggiorati delle spese di gestione. Alla trasformazione le azioni sono conferite al comune. la privatizzazione del patrimonio immobiliare pubblico: i beni del patrimonio disponibile( e non quindi quelli demaniali o indisponibili), di propriet della pubblica amministrazione pu essere disposto per ridurre il disavanzo del bilancio statale. Il Ministero delle finanze si avvale dell assistenza di consorzi di banche o societ specializzate nel settore per individuare i beni patrimoniali suscettibili di gestione economica o alienazione. I beni vengono conferiti ad una societ con capitale misto, questa versa un importo non inferiore al 50% derivanti dalle alienazioni o dalle gestioni al Tesoro. La societ dovrebbe agire come impresa finanziaria immobiliare, ottenere mandati ad alienare o gestire i beni dello Stato. Alla direzione e al controllo ci sono tre organi statali: un comitato di ministri, un comitato tecnico e una conferenza di servizi Stato- Enti pubblici. Per accelerare le dismissioni del patrimonio il Tesoro pu sottoscrivere quote di fondi immobiliari e promuovere la costituzione di una o pi societ di gestione di fondi, nel cui capitale sociale pu detenere partecipazioni dirette o indirette non di controllo. I beni non conferiti ai fondi immobiliari possono essere alienati direttamente tramite asta pubblica o trattativa privata. Altri decreti successivamente hanno cercato di regolare l alienazione dei beni patrimoniali statali. Un ruolo fondamentale nelle privatizzazioni ha avuto la Comunit europea, che afferma i principi di pari trattamento tra le imprese pubbliche e quelle private. Lo Stato da gestore si trasforma in regolatore riorganizzando il governo centrale e modificando i rapporti tra diritto pubblico e privato.

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