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Il film in questione ci porta ad osservare una logica fondamentale per l’astrologia:

l’esperienza deve essere riassorbita, deve essere esaurita perché se restano residui
incompresi dell’esperienza questa si ripete.
Di fatto possiamo indicare tre movimenti simultanei che possiamo analizzare
separatamente:
1. l’energia irradia esperienze che apparentemente non hanno nulla a che vedere
con me, fin quando io non mi riconosco in esse

2. Non posso comprendere a fondo le esperienze che irradio fino a quando non
comprendo il loro polo opposto; in realtà il primo movimento è quello
dell’ascendente, il secondo quello della polarità. Per metabolizzare tutto quanto
si genera nell’Ascendente si deve lavorare con l’asse, non solo con un polo.

3. l’esperienza che irradio e nella quale imparo a riconoscermi e a bilanciarmi deve


essere riassorbita, deve essere compresa profondamente ed esaurita, fino a
quando resti libera della dell’esperienza.

Così può apparire un’esperienza nuova, in caso contrario è ripetizione. Se non


riassorbo inizio a girare, come un disco, sempre nello stesso solco.

Nel film vediamo proprio questo, il continuo ripetersi dell’esperienza anche se il


personaggio principale cerca soluzioni diverse.

Se restiamo fissati nella presunta soluzione tendiamo a ripeterla, a leggere gli scenari
futuri non da una disposizione di apprendimento ma da una conclusione cosciente o
meno. E così diventiamo meccanici. Pertanto è necessario discriminare bene i due tipi
distinti di ripetizione. Una è la ripetizione energetica, cioè il ripetersi di quelle
situazioni in cui posso evolvere, perché ciò che si ripete è la mia psiche. Per questo è
importante discriminare subito la ripetizione del destino – come nuova opportunità di
comprendere la propria natura, dalla ripetizione nevrotica, quale predominio delle
soluzioni sviluppate nel passato come unica possibilità di risposta.

Le cose non si riassumono in una semplificazione bipolare di causa-effetto come detta


la nostra logica, ma in una tripolarità arbitraria di causa-effetto-circostanza.
Chiamiamo circostanza l’interrelazione della causa e l’effetto con il proprio ambiente.

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