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PAPA/ Benedetto e le stelle: avevano ragione i Magi, la ragione non basta

Lucio Brunelli

venerd 7 gennaio 2011

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Benedetto XVI (Ansa)

APPROFONDISCI L'OSSERVATORE ROMANO/ Carrn: Il prodigio che tutti aspettiamo PAPA/ Benedetto rompe gli schemi: il futuro della fede passa dalla Spagna, di L. Brunelli

Il papa, le stelle, e il grande mistero del Creato. Lomelia pronunciata ieri da Benedetto XVI nella solennit dellEpifania capovolge molti degli stereotipi sul rapporto fede e scienza. La mentalit comune vuole che i credenti basino le loro convinzioni circa lorigine delluniverso esclusivamente su un a priori indimostrabile chiamato fede (il racconto biblico della Genesi, preso pi o meno alla lettera) mentre gli scienziati poggiano le loro teorie solo sullosservazione e lo studio dei fenomeni naturali. Posto cos, sarebbe e infatti molto spesso un dialogo fra sordi. Il papa non ci sta. Le varie teorie scientifiche, come quella suggestiva del big bang ma anche per certi versi quella dellevoluzione, non sono affatto in concorrenza con la fede. Il problema che arrivano fino a un certo punto ma non riescono a spiegare il senso ultimo della realt. La riflessione del papa prende spunto dalla figura dei re Magi. Sapienti che scrutavano il cielo, non per leggere negli astri il futuro, eventualmente per ricavarne un guadagno come fanno i furbi mercanti dellastrologia moderna. No, sono persone certe che nella creazione esiste quella che potremmo definire la firma di Dio, che luomo pu e deve tentare di scoprire e decifrare. Quindi un elogio, anzi una sfida per la ricerca umana. Fiducia nel tratto di strada che la ragione pu e deve percorrere. Nella bellezza del mondo, nel suo mistero, nella sua grandezza e nella sua razionalit non possiamo non leggere la razionalit eterna.... il compito suggestivo della scienza scoprire questa intima razionalit del Creato. In questo contesto il papa afferma che luniverso non il risultato del caso, come alcuni

vogliono farci credere. Proprio certe teorie, spiega, sono una limitazione della mente, quando pretendono chiudere una realt debordante in assiomi, loro s, troppo dogmatici. losservazione del creato, la scoperta continua di nuove cognizioni a spingere la ricerca sempre pi in l, inappagata, verso la misteriosa trama che lega i vari dati. Come fecero i re Magi, appunto. Uomini in ricerca di qualcosa di pi, in ricerca della vera luce, che sia in grado di indicare la strada da percorrere nella vita. Inno alla ricerca, quindi, passione vera per la realt tutta intera. Senza timori o censure. Ma poi, certo, anche il pi puro senso religioso non basta. Lascia luomo in unultima nostalgia melanconica. Perch luomo non pu vivere di sola attesa. Cos ci appare ben chiaro anche lultimo elemento importante della vicenda dei Magi: il linguaggio del creato ci permette di percorrere un buon tratto di strada verso Dio, ma non ci dona la luce definitiva. Alla fine, commenta il papa, per i Magi non stato sufficiente scrutare il cielo: stato indispensabile ascoltare la voce delle Sacre Scritture; solo esse potevano indicare la via. Cercavano un re, hanno trovato un bimbo in una mangiatoia. Probabilmente con stupore, dovettero constatare che quel neonato non si trovava nei luoghi del potere e della cultura, anche se in quei luoghi venivano fornite preziose informazioni su di lui. Si resero conto, invece che, a volte, il potere, anche quello della conoscenza, sbarra la strada allincontro con quel Bambino... La potenza di Dio si manifesta in modo del tutto differente: a Betlemme, dove incontriamo lapparente impotenza del suo amore.

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