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OPERE DI ORIGENE

XV

Origene

I PRINCÌPÎ

Introduzione, testo e note a cura di Samuel Fernández

Traduzione di Manlio Simonetti †

Città Nuova
2019
© 2019, Città Nuova Editrice
via Pieve Torina, 55 - 00156 Roma
tel. 063216212 - e-mail: diffusione@cittanuova.it

ISBN 978-88-311-9535-5

Finito di stampare nel mese di novembre 2019


dalla tipografia Arti Grafiche La Moderna
Guidonia (Roma)
INTRODUZIONE

Ripensare la fede cristiana implica il rischio di commettere errori; d’al-


tra parte, rinunciare a ripensare la fede è già, di per sé, un grave errore. Il
Περὶ ἀρχῶν, secondo la documentazione disponibile, è il primo tentativo
formale di elaborare, partendo dalla fede cristiana, una risposta completa
e coerente alle grandi domande dell’essere umano. Comporre una sintesi
armonica e intellettualmente onesta in un ambiente che vedeva il cristia-
nesimo come «una fede irrazionale» (ἄλογος πίστις), era un compito tanto
necessario quanto difficile. Questo lavoro è stato svolto da Origene con ge-
nialità, libertà e onestà intellettuale tanto che il Perì archôn fu considerato,
agli inizi dello sviluppo della teologia, l’opera più problematica di Origene,
e il suo autore lo scrittore cristiano forse più dibattuto. Dal III secolo in
avanti, infatti, non ha mai smesso di essere letto, discusso e contestato, an-
noverando fino ad oggi appassionati sostenitori e aspri detrattori.
Il trattato De principiis – secondo il titolo latino – è più interessato
a porre problemi teologici che a dare definizioni. Per questa ragione, il suo
valore risiede più nella strada che percorre (metodo) che nel suo contenuto.
Per Origene, la ricerca teologica non intende chiudere definitivamente i
problemi. La Parola di Dio è infatti inesauribile, in quanto la vera ricerca
è un esercizio spirituale che ha il suo valore in se stesso, e cioè nel pro-
gresso del fedele nella sua comunione con la Parola personale di Dio. Il
maestro alessandrino, pertanto, non nasconde le sue domande e, invece di
trasmettere le proprie soluzioni, vuole incoraggiare i suoi uditori e lettori a
percorrere la strada personale alla ricerca di Cristo, Saggezza e Verità. Così
si comprende che, anche di fronte a dilemmi fondamentali, la decisione
è lasciata al lettore: «lector inquirat». Questo coraggio di pensare – e di
lasciar pensare – nasce da una concezione fondamentale di fede molto pre-
sente nel dottore alessandrino: tutti gli elementi della predicazione evan-
gelica, compresi in profondità, possono essere organizzati in un insieme
coerente. Origene osa domandare senza limiti, perché ha la sicurezza della
profonda armonia tra la ragione umana (λόγος) e la Parola rivelata (Λόγος).
Quindi, non ci può essere nulla di arbitrario in Dio: ciò che è visto come
assurdo (ἄλογος) nelle Scritture o nella storia della salvezza può essere solo
apparentemente e momentaneamente assurdo, perché l’armonia del Logos
risplende sempre nel profondo e sempre trionfa in definitiva.
Questa certezza origeniana della coerenza della fede consente al Perì
archôn di essere un’opera sistematica nel senso più appropriato della pa-
rola. Non è un lavoro esegetico che si concentra sul commento di un testo
biblico specifico. Non è nemmeno un lavoro occasionale che risponde a
una situazione particolare. Infine, non è neanche una delle tante opere po-
lemiche – consuete nel cristianesimo antico – che cercano di confutare un
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particolare errore, e che sono così inclini ad affermazioni unilaterali. Il De


principiis ha un orizzonte più ampio perché è stato elaborato tra tendenze
contrapposte: i suoi interlocutori sono Greci illustri, semplici cristiani, gno-
stici, giudeocristiani, monarchiani, Ebrei ellenizzati e marcioniti. Di fronte
a questi, cerca di affermare contemporaneamente e in maniera intellettual-
mente responsabile diverse dottrine in tensione, come la novità di Gesù
(NT) e la sua continuità con Mosè (AT), la giustizia di Dio e la sua bontà,
la libertà umana e la divina provvidenza, la priorità del Padre e la sua
eguaglianza con il Figlio, cioè la loro reciproca distinzione e la loro unità,
per citare alcuni esempi particolarmente significativi. La sua soluzione non
fu quella di trasformare la tensione in antitesi (come fece Marcione) o di
negare una parte del problema (come gli ebioniti o i docetisti). La sua pro-
posta, attraverso una sintesi dinamica e contrastante, si è sempre sforzata
di salvare la totalità dei fattori. In questo senso il Perì archôn è un’opera
sistematica, perché cerca di offrire una visione d’insieme (σύστημα) di tutta
la realtà alla luce della fede, che sia in grado di integrarsi nella riflessione
filosofica contemporanea. È un nuovo modo di fare teologia che fissa le
condizioni della successiva ricerca teologica. Così, Origene contribuì molto
a superare l’ostacolo principale alla diffusione del cristianesimo: il pregiu-
dizio ostinato che la fede cristiana fosse solo per fanatici e ignoranti, e che
per credere fosse necessario abbandonare la ragione.
Il Περὶ ἀρχῶν ha cercato di integrare il pensiero cristiano nella tradi-
zione della filosofia greca (Simonetti). Per alcuni, questo ha permesso alla
Chiesa di conquistare il mondo antico (Harnack), mentre, per altri, ciò
ha portato a una deformazione del cristianesimo (Ivánka). In ogni caso,
nessuno dei grandi è riuscito a sottrarsi all’attrazione (Balthasar) di questo
genio del cristianesimo (Daniélou), che, a partire da motivazioni apostoli-
che (Crouzel), è venuto a provocare, nella storia del pensiero cristiano, un
cambiamento irreversibile (Benedetto XVI).

1. IL Περὶ ἀρχῶν di ORIGENE

Il Perì archôn s’inserisce nell’attività scolastica di Origene. Secondo


la testimonianza di Eusebio di Cesarea, a causa dello sviluppo della scuola
catechetica, a Origene rimase l’istruzione superiore dei catecumeni, mentre
l’istruzione elementare fu affidata al suo discepolo Eracla (HE VI, 15, cf.
VI, 26). Norelli suggerisce che il De principiis sia collegato a questo tipo
d’insegnamento superiore 1. Questo trattato, dunque, appartiene al periodo
alessandrino, cioè fu dettato ad Alessandria prima dell’anno 232, quando
Origene abbandonò Alessandria e si stabilì a Cesarea di Palestina.

1 Cf. E. Norelli, Origene (vita e opere), in DO, p. 295.


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1.1. Lo scopo e la struttura del Περὶ ἀρχῶν

Se vogliamo comprendere questo trattato, dobbiamo chiederci il suo


scopo 2. Quali obiettivi spinsero Origene a scrivere un’opera come il De
principiis? Che impatto intendeva produrre sui suoi lettori? Per capire
Origene si deve prestare attenzione alla sua preoccupazione pedagogica:
la pedagogia divina, che adatta la sua Parola a beneficio del destinatario, è
il modello della pedagogia origeniana. In un’omelia dice che chiunque sia
stato in grado di contemplare i misteri divini «dovrà aver prudenza con la
bocca, sapendo a chi, quando e come si deve parlare dei misteri divini» 3.
Cioè, l’interprete deve adattare la forma del discorso (quomodo) ai de-
stinatari specifici (quibus) e a tempo dovuto (quando). Quindi, non solo
c’è un discorso appropriato per ciascun destinatario, ma anche per ogni
momento del percorso dell’uditore o lettore. Questa sensibilità pedagogica
sembra essere la chiave per comprendere il trattato. Tuttavia, per verificare
questa ipotesi, è necessario esaminare chi siano i destinatari del trattato e
quale sia l’itinerario che offre loro.

a. I destinatari

Le vicissitudini del mecenate di Origene forniscono informazioni in-


teressanti su questo punto. Secondo un passo del Commento a Giovanni,
Ambrogio, non trovando una spiegazione razionale soddisfacente della
fede cristiana e non essendo in grado di tollerare «una fede irrazionale
e volgare (ἄλογος καὶ ἰδιωτικὴ πίστις), per amore di Gesù», abbandonò
la Chiesa e aderì alle dottrine gnostiche 4. Da ciò si deduce che nella co-
munità ecclesiale esisteva un tipo di fede che era considerato irrazionale
dagli alessandrini più istruiti. Questo tipo di cristianesimo fu ridicolizzato
da Celso, che sostenne che i predicatori cristiani esigessero una fede senza
prove, ossia, irrazionale, e che, di conseguenza, fossero in grado di attrarre
solo gli ignoranti 5. La presentazione di Celso, al di là dei suoi eccessi, ha
un fondo di verità. Lo stesso Origene si lamentava che la maggior parte
dei cristiani, che egli chiamava i simpliciores, non avesse alcun interesse
ad approfondire la propria fede. Per la loro negligenza, giungevano ad ac-
cettare «favole stupide» e a pensare di Dio «cose che non poteva arrivare
a pensare neanche il più ingiusto degli uomini» 6. Questa fede irrazionale,

2 Ho sviluppato questa tematica in El propósito de la estructura del De prin-

cipiis de Orígenes, in «Teología y Vida» 55 (2014), pp. 243-261.


3 HNm XVII, 12; cf. HNm IV, 3.
4 CIo V, fr. 8; cf. Eusebio, HE VI, 18, 1
5 Cf. CC VI, 7; VI, 10; I, 9; III, 44; VI, 7-14; VI, 11; III, 74; III, 49; I, 27; III,

18; 50; 55; VI, 12-13; S. Benko, Pagan Criticism of Christianity During the First
Two Centuries A.D., in Aufstieg und Niedergang der römischen Welt, II, 23/2,
Berlin-New York 1980, pp. 1055-1118.
6 Prin IV, 2, 1; cf. CCt prol., II, 14; CMt XVII, 35. Cf. G. af Hällström,

Fides simpliciorum according to Origen of Alexandria, Helsinki 1984.


INDICE GENERALE

INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7
1. Il Περὶ ἀρχῶν di Origene . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8
2. La trasmissione del testo del Περὶ ἀρχῶν . . . . . . . . . . . . . » 22
3. Opzioni di questa edizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 29
SIGLE E ABBREVIAZIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 33
SIGLE DEI LIBRI DELLA BIBBIA (LATINO) . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 36
SIGLE DEI LIBRI DELLA BIBBIA (ITALIANO) . . . . . . . . . . . . . . . . » 37
BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 39

ΠΕΡΙ ΑΡΧῶΝ
I PRINCÌPÎ
PRAEFATIO RUFINI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 50
PREFAZIONE DI RUFINO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 51
LIBER PRIMUS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 56
LIBRO I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 57
LIBER SECUNDUS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 188
LIBRO II . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 189
LIBER TERTIUS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 328
LIBRO III . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 329
LIBER QUARTUS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 488
LIBRO IV . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 489

INDICI
INDICE SCRITTURISTICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 599
INDICE DELLE OPERE ORIGENIANE CITATE . . . . . . . . . . . . . . . . . » 611
INDICE DEGLI AUTORI ANTICHI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 629
INDICE DEGLI AUTORI MODERNI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 635
INDICE TEMATICO DELLE NOTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 639

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