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Del senso della fotografia e del campo visivo pieno

Sì in effetti il nostro campo visivo è continuamente riempito da un’infinità di stimoli, tantissimi


oggetti, tantissimi colori, tantissime forme. Inoltre ci sono tutto gli altri aspetti sensoriali, quali
l’udito, l’olfatto. Poi c’è il movimento del nostro corpo, i nostri pensieri. Insomma c’è tutta
un’infinità di cose, di stimoli esterni che ci distraggono e riempiono il nostro cervello. Bene, con la
fotografia quello che si vuole fare non è solo fermare un attimo nel tempo. No, questo forse è
l’aspetto più banale. Con la fotografia si vuole isolare un solo senso dei cinque, la vista. Inoltre il
fotografo selezionerà fra la moltitudine infinita di oggetti che riempiono il campo visivo solo una
manciata fra questi, focalizzerà l’attenzione solo su pochi. Inoltre lo farà magari da prospettive
particolari quali l’occhio umano non è abituato, come dal basso ad esempio. Oppure incornicerà
questi oggetti ricorrendo a delle cornici naturali. Però, principalmente direi che il fotografo fa un
lavoro di selezione, di censore sulla realtà visibile e percepibile, lasciando attivi solo alcuni canali.
Ed ecco che una fotografia ben fatta ci provoca stupore, meraviglia, una sensazione di
piacevolezza. Ci viene voglia di farci conoscere il fotografo come se lui fosse dotato di qualche
speciale potere di vedere la realtà.

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