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STORIA DELL’OTTOCENTO

Lezione 1, S. Cavicchioli

Esame: Due prove, salvo errori, sostenute lo stesso giorno con una pausa in mezzo.

Ciascuna prova consiste di due parti: 1) definizioni, 4 minuti cad, per esempio “chi era Bismark?” ”Cosa
avvenne a San Martino e Solferino” “Cos’era la comune di Parigi” “Che cosa si intende per costituzione
dell’anno terzo”dare risposte puntuali, es “A San Martino e Solferino si combattono due battaglie
fondamentali tra francesi e piemontesi e austrici, nota anche come la seconda guerra di indipendenza e che
fu una mattanza, una carneficina. Da quel momento in avanti nacque l’idea di Croce rossa”

2) domande aperte, ci viene dato molto più tempo, dobbiamo articolarle molto meglio, dobbiamo usare i
termini tecnici, dobbiamo contestualizzare.

(Le lezioni saranno complementari al manuale e non sostitutive.)

Periodizzazione.

La periodizzazione dell’età contemporanea è un tema di grande interesse, perché noi abbiamo molteplici
terminus a quo, cioè momenti di partenza dell’età contemporanea, ma il terminus ad quem sfugge sempre
in avanti, perché siamo immersi nell’età contemporanea. Quindi noi abbiamo l’alfa, ma non abbiamo
l’omega. Anche sull’alfa abbiamo comunque ancora molte questioni aperte, perché gli storici discutono
molto su quando inizi l’età contemporanea 1. Sul tema della periodizzazione, ha scritto un saggio di grande
interesse Claudio Pavone, “Prima lezione di storia contemporanea”, nel quale si occupa di questo tema e
dice che in genere sono state scelte come date periodizzanti grandi eventi storici. Ad esempio, la
rivoluzione francese è uno di questi, oppure il 1815 oppure il 1848, tant’è vero che alcuni manuali fanno
coincidere l’inizio dell’età contemporanea il 1848. Poi ci sono delle date che hanno avuto delle
conseguenze in particolare per una storia nazionale, il cui significato ha trasceso la storia nazionale: è il caso
del 1933 che, per la storia tedesca segna l’ascesa del nazismo, ma è chiaro che è diventata una data
discriminante per tutta la storia mondiale. Oppure, pensiamo al 1948, nascita dello stato d’Israele,
fondamentale non solo per la storia israeliana, ma per tutti il mondo arabo che gli sta attorno. Parlando
ancora di date che trascendono il loro valore nazionale e diventano rilevanti per macroaree, il 1939 è data
con cui comincia la seconda guerra mondiale, ma a dir la verità la seconda guerra mondiale inizia
concettualmente già prima, quando il Giappone invase la Cina, nel 1937, e quindi in realtà c’è già una
situazione che spinge verso la guerra che in oriente viene già sentita in anni precedenti.

La storia poi si complica: ci sono gli storici economici che dicono che i tornanti, i punti di flesso della storia
Contemporanea non sono eventi come il congresso di Vienna, ma sono le grandi date sparti acque che
segnano momenti di crisi, come il 1929, altri riconducono invece alla profonda crisi agraria, che si colloca
tra il 1873 e il 1895. Tale crisi è stata fondamentale a segnare, anche per la storia italiana, una vera e
propria crisi politica di fine secolo e al quale Umberto Leva dedicò “Il colpo di stato della borghesia”.

Per citare altri grandi storici, Delio Cantimori non amava periodizzazioni e date, perché sosteneva che
potessero diventare degli enti metafisici dotati di vita propria e guardava di più agli avvenimenti di lungo
periodo. Le Goff, invece, dice che le cronologie sono importanti quando noi guardiamo si ad un evento, ma
guardiamo soprattutto ai suoi effetti/conseguenze sulla storia, allora diventano determinanti quegli eventi
che a catena hanno generato delle enormi trasformazioni storiche pensiamo a Termidoro e al direttorio e
a tutto ciò che succede con l’età napoleonica. Poi abbiamo Marc bloc 2, forse il più grande storico di

1
Riflettono anche molto su quando inizi il Risorgimento.
sempre, la cui opera più celebre è “l’apologia della storia”, disse che per lo storico come per il magistrato
non vi è nulla di più importante delle date. Notiamo dunque le diverse prospettive dei vari storici

2
Autore di una rivista storica, l’Annales, con cui nasce una concezione nuova di fare storia, guardandola nella sua
complessità

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