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Vedere il futuro è una dote che ogni divinatore medio è in grado di vantare.

Altra cosa è plasmare il futuro. Questo solo i Cantori possono farlo.

I Cantori non si definiscono profeti, e neanche divinatori. Entrambe le definizioni sono


inappropriate per loro, quando non offensive. I Cantori vanno oltre la mera, passiva visione,
potendo esercitare il dono della creazione: la creazione, cioè, di nuove realtà, di nuovi futuri.
Naturalmente creare una profezia (termine anch'esso inappropriato ma ben usato da coloro che
chiedono i servigi di un Cantore) è cosa tutt'altro che semplice. Cantare il futuro è magia a tutti gli
effetti, ma di un tipo assai difficile e pericoloso.
Creare una profezia richiede l'uso di poteri innati ma anche formule arcane, ingredienti particolari,
sequenze di evocazione. La difficoltà del Canto aumenta con il livello di ambizione e creatività che
si vuole imporre alla profezia.
Per questo i Cantori sono tanto desiderati dai signori della guerra del mondo: essi hanno il potere di
donare fama, successo, potere. Questi i doni per i clienti meno ambiziosi e per i cantori meno abili.
Per i clienti dalle ambizioni maggiori e per i Cantori più dotati ben altro è possibile: l'uccisione di
un nemico, la disfatta di un esercito, la vita eterna. E la lista dei doni più tenebrosi è ancora lunga.

I Cantori stessi potrebbero desiderare tutto questo per sé, diventando così potenti e indiscutibili
signori della guerra. La storia ha però dimostrato quanto improbabile sia tutto questo, in quanto non
si presentano spesso Cantori onnipotenti; peraltro, essere un buon Cantore non significa avere a
disposizione i mezzi materiali per creare le profezie.
Se a questo si aggiunge un tradizionale bias della gente comune verso i Cantori nonché l'aperta
persecuzione di essi ad opera di chiese e culti vari, si comprende come non sia mai emerso
facilmente il dominio dei Cantori.
Fino ad oggi.

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