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Il genere buffo, prima di vedere la sua affermazione come genere indipendente, nacque come un

“breve sketch comico” per “spezzare” le opere di quegli anni, che solitamente tendevano ad
essere particolarmente lunghe.
I personaggi spesso erano due, con una larga differenza di età.
Col passare degli anni e del tempo, le scene buffe iniziarono ad acquisire sempre maggiore
importanza, ed iniziarono ad essere chiamate “intermezzi”, seppur la loro trama rimanesse
indipendente a quella dell’opera.
La trama era caratterizzata da intrecci tra due personaggi, la loro mediocrità e la loro estrazione
sociale. Possiamo citare per esempio la “Serva Padrona”.
Gli intermezzi, anticiparono l’affermazione dell’opera buffa, anche grazie all’economico e facile
allestimento sul palco (ed ai cantanti che venivano pagati molto di meno), oltre ad essere alla
“portata di tutti”.
Il cantante buffo non doveva essere particolarmente virtuoso, perché le sue peculiarità erano la
vocalità sillabica che soddisfaceva l’esigenza di chiarezza e velocità nella dizione del testo.
L’intermezzo, si trasformò in opera buffa intorno al 1750/1760, e ci metterà poco per espandersi
dall’Italia, in tutta Europa.

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