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Per costruire insieme

un’Europa plurale
NOTA POLITICA
Vicenza e la crisi del potere / Francesco Lauria
L’Europa oggi ha bisogno di nuove idee e nuove
prospettive.
SGUARDI SUL FEDERALISMO Il processo di integrazione, così come lo si è
Dalla partecipazione all’autogoverno della comunità locale:
verso il federalismo municipale solidale / Alberto Magnaghi conosciuto, ha esaurito la sua spinta propulsiva e la
Le identità locali nell'era globale: il federalismo antidoto al
totalitarismo / Alain De Benoist sua capacità di mobilitare il cuore e la mente dei
cittadini europei.
Europa Plurale – Movimento per un Federalismo
PERSONAGGI Globale, partendo dal patrimonio morale ed ideale
A proposito di Alexandre Marc / Gilda Manganaro Favaretto
del Federalismo Integrale, vuole essere non solo un
laboratorio di idee nuove, ma un soggetto in grado
di porre sul campo proposte realmente alternative
DOCUMENTI
Manifesto programmatico di Comunità / Movimento di per la costruzione dell’Europa del futuro.
Comunità – Adriano Olivetti

Renditi protagonista di questo progetto: partecipa


alla costruzione dell’Europa plurale!
OSSERVATORIO
Informazione: potere di costruire la verità? / Francesco Lauria Per informazioni
Erto 2004/2005/2006 / Emiliano Oddone
Per un Partito Democratico antioligarchico / Claudio Giudici europa@europaplurale.org
Europa Plurale – 1/2007
Nota Politica essere fragili come un castello illusorio, come un miraggio evanescente.
E’ la Politica delle Istituzioni e dei partiti nelle ore della “crisi del potere” a doversi
VICENZA E LA CRISI DEL POTERE
interrogare.
Non può più usare la mobilitazione di Vicenza come un’alibi per le proprie contraddizioni
Era mia intenzione, con questo editoriale spiegare la
Francesco Lauria irrisolte ma deve prendere atto della propria inesorabile e autodistruttiva
partecipazione di Europa Plurale alla manifestazione
Presidente Europa Plurale – autoreferenzialità ed incapacità di ascolto.
per la Pace e contro il raddoppio della Base militare Dal
Movimento per un La posta in gioco è alta: la democrazia reale si rigenererà solo se rincontrerà la
Molin a Vicenza.
Federalismo Globale partecipazione; la società dei flussi e dell’insicurezza ritroverà un’anima ed un orizzonte
La situazione politica è in queste ore precipitata, ma
di senso solo se reincontrerà i luoghi e le relazioni comunitarie.
credo che alcune letture possano essere rafforzate dagli ultimi eventi e non confutate.
La manifestazione, come ha ben scritto il vicentino Ilvo Diamanti, è passata: affollata,
festosa, tranquilla, io aggiungerei, plurale e molteplice.
No, non erano le bandiere della sinistra radicale o della Cgil, o la presenza di
amministratori e deputati locali di Ds e Margherita in dissenso con i rispettivi partiti, a
rendere particolarmente significativa la manifestazione: non erano quelli i settori in cui
trovare pienamente l’anima di questo corteo.
Le rivendicazioni semplici e dirette dei cittadini di Vicenza parlano un linguaggio
universale: in nome della difesa dell'ambiente e della qualità della vita, della richiesta di
democrazia reale e del rifiuto della guerra globale.
Ai cittadini di Vicenza si affiancavano le bandiere (tantissime) delle comunità della Val di
Susa e di molti altri luoghi che hanno saputo attivare mobilitazioni consapevoli, non
localistico-corporative al fine di salvaguardare e promuovere quella che il sociologo Aldo
Bonomi definisce nei suoi scritti: “la coscienza di luogo”.
Per questo la manifestazione di Vicenza con la sua identità comunitaria, aperta ad una
rete di comunità, fa paura.
Fa paura perché parla ai Poteri cardine di una democrazia più formale che sostanziale per
cui il rapporto con i territori e con la vita delle persone è un impaccio, un orpello.
E’ la politica della rappresentazione che si scontra con il suo scollamento dal concetto di
rappresentanza, dalla sua lontananza ormai antropologica con i territori e le relazioni;
con la sua interessata e colpevole rinuncia ad una dinamica di mediazione comunitaria.
Il messaggio Il messaggio positivamente sovversivo della manifestazione
di Vicenza sta nello slogan che l’ha accompagnata: “Il futuro
positivamente
è nelle nostre mani”.
sovversivo della Poco prima della caduta del Governo Prodi il Presidente della
manifestazione di Repubblica Napolitano pronunciava frasi molto dure,
Vicenza sta nello negando il valore aggiunto democratico di questa e di altre
mobilitazioni (che non si esauriscono in un corteo, ma, ad
slogan che l’ha
esempio nel caso della Val di Susa, hanno una complessa e
accompagnata: “Il affascinante storia più che decennale) rifugiandosi in un
futuro è nelle nostre perentorio: “a decidere sono comunque le istituzioni”.
mani”. Le ore successive ci hanno dimostrato che sono proprio
quelle istituzioni che devono “comunque decidere” ad 4
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Sguardi sul Federalismo - 1 come condizione per la crescita di forme di autonomia e di autogoverno (Magnaghi 2000,
Becattini 1999).
DALLA PARTECIPAZIONE ALL’AUTOGOVERNO DELLA
Ma, “egli solo” chi? Anche su questo punto ho più volte chiarito, per dissipare equivoci,
COMUNITÀ LOCALE: VERSO IL FEDERALISMO MUNICIPALE che, in un territorio abitato da molte culture, da cittadinanze plurali, è
l’autoriconoscimento dei soggetti che si relazionano e si associano per la cura dei luoghi
SOLIDALE*
l’atto costituente di elementi di comunità; ovvero la comunità è una chance, non un dato
storico riservato agli autoctoni, ma un progetto delle genti vive, degli abitanti di un luogo,
“Federazioni fra piccole unità territoriali, come tra
Alberto Magnaghi che deriva dall’ interazione solidale fra attori diversi in una società complessa, che sono in
uomini uniti da lavori comuni nelle loro rispettive
Presidente Rete del Nuovo grado di reinterpretare l’anima del luogo per attivare nuove forme di produzione e
corporazioni, e federazioni tra città e gruppi di città
Municipio consumo fondate sulla convivialità, la solidarietà e l’autosostenibilità.
costituiscono l’essenza stessa della vita e del pensiero
Dunque il luogo appartiene a chi se ne prende cura: in molti casi estremi, dopo i guasti
in quest’epoca. Il periodo compreso fra il X e il XVI
antropologici creati dalla società del fordismo, l’”anima del luogo” ( Bonesio 2002,
secolo della nostra era potrebbe dunque essere descritto come un immenso sforzo per
Decandia 2004, Hillman 2004) è riconosciuta e coltivata proprio dagli ospiti, dagli
stabilire l’aiuto e l’appoggio reciproco in vaste proporzioni, il principio di federazione e
“stranieri”, mentre molti “locali”, presunti custodi “dell’avita sua terra” si attardano a
d’associazione essendo applicato in tutte le manifestazioni della vita umana ed in tutti i
praticare, guidati da immaginari esogeni di salvifiche modernizzazioni, il “localismo
gradi possibili” ((Piotr Alexeevic Kropotkin 1902)
vandalico”, ovvero il consumo scriteriato e autodistruttivo delle proprie risorse
patrimoniali.
A partire da queste premesse ho indicato il concetto di autosostenibilità delle società
Democrazia partecipativa e autogoverno
locali (nelle molte declinazioni riguardanti la sovranità alimentare e energetica, il governo
Nel testo “Il diritto federale” Carlo Cattaneo scriveva: “ Ogni
collettivo dei beni comuni, i modelli produttivi e di consumo a valenza etica fondati sulla
Questo popolo può avere molti interessi da trattare in comune con
valorizzazione durevole delle risorse, l’inclusione sociale, sul riconoscimento del mondo
ragionamento altri popoli; ma vi sono interessi che può trattare egli solo,
rurale come produttore di beni e servizi pubblici ecc), come presupposto essenziale per
perché egli solo li sente, perché egli solo li intende. E v’è
sembra quasi trasformazioni del modello di sviluppo capaci di produrre relazioni solidali e non
inoltre in ogni popolo anche la coscienza del suo essere,
anticipare il concetto anche la superbia del suo nome, anche la gelosia dell’avita
gerarchiche fra società locali. A questo fine ho proposto di assumere le politiche e le
azioni verso l’ autosostenibilità in una duplice direzione: da una parte verso la riduzione
di “coscienza di sua terra. Di là il diritto federale, ossia il diritto dei popoli; il
dell’impronta ecologica (condizione essenziale per poter tenere relazioni di scambio
luogo” (“coscienza quale debbe avere il suo luogo, accanto al diritto della
solidali e non gerarchiche con altre regioni del nord e del sud del mondo); e dall’altra
nazione, accanto al diritto dell’umanità” (Cattaneo 1973)
del suo essere”, per verso la crescita di forme di autogoverno attraverso la
Questo ragionamento sembra quasi anticipare il concetto di In un territorio abitato
Cattaneo) che ho “coscienza di luogo” (“coscienza del suo essere”, per
sottrazione progressiva ai grandi apparati tecno-
finanziari e produttivi della globalizzazione economica da molte culture, da
posto alla base di Cattaneo) che ho posto alla base di una concezione della
degli strumenti del loro dominio omologante e distruttivo cittadinanze plurali, è
una concezione della democrazia partecipativa che veda la crescita della società
sul “diritto dei popoli”. Ipotizzo in altri termini che una l’autoriconoscimento
locale, dei suoi istituti di codecisione inclusiva e di
democrazia democrazia locale, ecologica, solidale, capace di tessere
partecipazione, della sua capacità di esprimere dei soggetti che si
partecipativa reti federative dal basso possa costituire un importante
autoriconoscimento dei suoi valori, dei suoi giacimenti relazionano e si
antidoto ai modelli imperial-militari della globalizzazione
patrimoniali (“che egli solo li intende”), della sua identità,
economica (Magnaghi 2004). associano per la cura
* Questo testo, pubblicato sul n° 3/2006 di Democrazia e Diritto, costituisce una rielaborazione della
dei luoghi l’atto
In questa prospettiva viene configurandosi una visione
relazione introduttiva: “Dai municipi alle province, alle regioni: evoluzione delle esperienze costituente di
della democrazia partecipativa che non la interpreta
partecipative e ruolo delle autonomie locali verso l’autogoverno” tenuta al Convegno Organizzato dalla elementi di comunità
Rete del Nuovo Municipio e dalla Provincia di Milano su: Federalismo e partecipazione: dal municipio solo come uno strumento di rivitalizzazione della vita
all’Europa. Milano 20-21 ottobre 2006
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democratica a fronte della crisi della democrazia rappresentativa; anche questo; ma governo in tutti i settori e a tutti i livelli dell’amministrazione locale3 che investe
soprattutto la interpreta come uno strumento di “liberazione” della vita quotidiana l’amministrazione locale in un cambiamento complessivo delle forme di decisione. I
individuale e collettiva dalle sovradeterminazioni e coazioni del mercato, verso passaggi necessari per dare concretezza nelle pratiche dei municipi a questo obiettivo
l’autodeterminazione degli “stili” di produzione, di scambio, di consumo. Il distacco consistono in sintesi nell’individuare coerenze, relazioni di complementarietà e di
ormai crescente e riconosciuto fra crescita economica e benessere1 fa si che la democrazia integrazione nei livelli decisionali che riguardano:
partecipativa si riproduca quotidianamente come coagulo di interessi sociali locali relativi
alla qualità della vita contro scelte economiche, territoriali, ambientali, infrastrutturali non a) l’attivazione di strumenti di ascolto e di valorizzazione delle espressioni di
più riconosciute come portatrici di benessere. E questo forse giustifica le molte resistenze, cittadinanza attiva e dei saperi diffusi (expertises) di una società complessa
negli enti di governo del territorio, ubriachi a destra come a sinistra di crescita economica, postindustriale, che produce nelle sue molteplici componenti conflitto, ma anche
di privatizzazioni e globalizzazioni competitive, ad attivare progettualità molecolare, che si avvale di nuovi saperi produttivi, comunicativi, artistici,
Il distacco ormai precorsi strutturati di democrazia partecipativa in grado di ambientali, relazionali ecc.; saperi che si vanno esplicando in processi cognitivi innovativi,
crescente e trattare i modelli conflittuali della partecipazione: prevale in nell’avanzare di stili di vita attenti alla cura del territorio, del paesaggio e dell’ambiente,
molti casi la sensazione che aprire alla partecipazione nella costruzione di reti comunicative comunitarie; nella crescita di forme di intrapresa a
riconosciuto fra
significhi mettere a nudo ideologie e interessi ormai valenza etica, dove le figure di abitante e di produttore si riuniscono nell’autogoverno dei
crescita economica e stellarmente estranei al “comune sentire” delle popolazioni fini e dei mezzi della produzione. Ascoltare e contaminare le politiche pubbliche con le
benessere fa si che locali. mille forme di saperi della cittadinanza attiva operanti nel territorio significa per le
la democrazia Se questa è la posta in gioco della partecipazione (rimettere amministrazioni locali accettare altri orizzonti strategici e priorità nelle agende politiche;
il benessere e la felicita pubblica al centro delle politiche orizzonti e agende che si definiscono a partire dall’attivazione di strumenti di democrazia
partecipativa si
istituzionali locali), è evidente l’importanza dei percorsi di partecipativa in grado di affrontare le l’elaborazione delle scelte fondamentali per la vita
riproduca come maturazione culturale e pratica in questi anni dei processi delle comunità locali e per la loro gestione; a questo fine è necessario che i processi
coagulo di interessi partecipativi: da un insieme scollegato e episodico di partecipativi siano strutturati, continuativi, intersettoriali, inclusivi, tecnicamente e
sociali locali relativi consultazioni, bilanci partecipativi, sociali e di genere, finanziariamente attrezzati;
arene deliberative, percorsi negoziali su singoli problemi su b) la riformulazione dei ruoli e di modi di operare delle assemblee elettive, degli organi di
alla qualità della vita
cui caso per caso si cercano soluzioni a conflitti, verso un decisione e della struttura amministrativa degli enti locali, al fine di rendere politicamente
contro scelte non percorso di progressiva costruzione di reti di reti volte a e tecnicamente operative le scelte che scaturiscono dai percorsi partecipativi4;
più riconosciute connettere, confrontare, creare osmosi fra le diverse c) l’estensione dei tavoli di programmazione negoziale, attualmente riferiti a pratiche
come portatrici di esperienze2 fino al configurarsi, nelle esperienze consociative fra pochi attori forti, alla complessità delle rappresentanze di interessi
benessere amministrative più avanzate, della proposta della presenti nella società contemporanea, con particolare riferimento a politiche inclusive
democrazia partecipativa come pratica ordinaria di delle rappresentanze degli attori deboli e sottorappresentati, sia nella società urbana che
rurale;
d) l’attivazione di strumenti di ascolto delle comunità locali che si formano nella
mobilitazione autonoma e conflittuale sui temi delle grandi opere, proponendo agenzie

1 Fra i molti indicatori che di benessere che da anni sanciscono, per i paesi del nord del mondo, la 3 si tratta dello slogan riassuntivo che accompagna il percorso partecipativo per la formazione della
divaricazione fra il PIL e il benessere segnalo il Quars, indice per la qualità regionale dello sviluppo, legge regionale sulla partecipazione della Regione Toscana. Vedi: www. nuovomunicipio.org.;
promosso dalla Campagna Sbilanciamoci (Sbilanciamoci 2006) www.regione.toscana.it/partecipazione
2 Nel convegno nazionale della Rete del Nuovo Municipio di Milano (provincia di Milano 20-21 ottobre 4 attualmente si verifica uno scarto molto forte fra l’impegno diffuso della società civile in forme di
2006) sono state proposte da diverse associazioni ai municipi una serie di azioni riassunte in un cittadinanza attiva e gli esiti operativi dei processi partecipativi nelle politiche pubbliche nei diversi
decalogo, sui temi del federalismo dal basso, delle economie solidali, sulla ripubblicizzazione dei campi di trasformazione della città e del territorio, delle politiche ambientali, ecc. La macchina
servizi pubblici e dei beni comuni, sulla produzione locale di energia, sul consumo di suolo zero, sulla amministrativa, per la sua strutturazione, non è in grado di rendere operative le decisioni scaturenti
cooperazione decentrata, ecc; www.nuovomunicipio.org dai processi partecipativi.
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terze a livello regionale (del tipo del francese Débat public ) che conducano il percorso ai Comuni medievali e alle loro leghe e federazioni, al conflitto nella rivoluzione francese
partecipativo strutturandolo dall’inizio della proposizione del problema, alla discussione fra costituzione municipale/partecipata e centralistica statuale, fino allo scontro, dopo
sull’utilità sociale della grande opera, alla messa a confronto e alla valutazione di l’unità d’Italia, fra modelli federativi e modelli centralistici dello stato7.
alternative progettuali, alle scelte condivise delle soluzioni; solo in questo modo è Il federalismo municipale contemporaneo poggia nuovamente, a partire dalla crisi dello
possibile rendere pubblici gli interessi in gioco, ridefinire le opzioni e i settori strategici stato-nazione, sul concetto di estensione della sovranità del municipio in quanto
dello sviluppo, armonizzando benessere locale e interesse generale. espressione della sovranità popolare: in una ricerca capillare, che vive nella diffusione dei
processi partecipativi, del superamento del ruolo subalterno di “amministrazione locale”
L’integrazione nei sistemi decisionali pubblici di questi requisiti del processo partecipativo (di servizi) cui lo stato moderno di modello inglese centralista ha ridotto la municipalità; e
è destinata a determinare un cambiamento generale della forma della politica: non si come espressione di nuove forme di autogoverno contro i poteri forti ademocratici della
partecipa solo per indicare ad altri (ceto politico, imprenditori, ecc) cosa dovrebbero fare globalizzazione economica.
(elezioni, referendum, arene deliberative, ecc), ma si partecipa per contribuire a produrre Richiamo a questo proposito la tesi di Silvio Trentin (1987) “Il federalismo come struttura
direttamente il proprio ambente di vita e di relazione, creando nuovi intrecci fra attività per partecipare”, per rafforzare il concetto che non esiste federalismo se non è
individuali e finalità sociali della produzione e del consumo, estendendo i valori d’uso, i espressione di una autonomia e democrazia compiuta a livello di comunità locale. Come
beni comuni non negoziabili, le attività fuori mercato con molteplici forme di scambio. ha ampiamente argomentato Daniel Elazar (1993), il federalismo attuato attraverso
riforme costituzionali non funziona se non è stato anticipato da comportamenti pratici di
Il nesso inscindibile fra partecipazione e federalismo. La crescita della tipo autonomista. Questo percorso concreto verso il federalismo, che ha come asse
La crescita della cittadinanza attiva verso forme di cittadinanza attiva portante e nucleo fondativo la democrazia partecipativa, si pone dunque in antitesi al
autogoverno locale e il recente sviluppo di processi “federalismo di stato”, che procede dall’alto verso il basso attraverso il decentramento
verso forme di
partecipativi dai municipi ai circondari, alle province, alle istituzionale (devolution) che produce nuove forme “decentrate” di accentramento e
regioni5 configurano un percorso che la Rete del Nuovo autogoverno locale e il esclusione nel sistema decisionale e che può presentare risvolti egoistici di
Municipio ha definito federalismo municipale solidale6 . recente sviluppo di desolidarizzazione verso il separatismo.
Questa definizione comporta un assunto centrale: che il processi partecipativi Il problema è stato enunciato con chiarezza da Giuseppe Gangemi nella relazione
federalismo si costituisca “dal basso”, come federazione introduttiva al Convegno organizzato dalla Rete del Nuovo Municipio a Bari (Novembre
dai municipi ai
di reti di municipi che siano a loro volta espressione della 2005): “Il federalismo deve partire dalle pratiche di
sovranità popolare. circondari, alle Il federalismo autonomia e partecipazione, rafforzarle e diffonderle… “Il
Il progetto di federalismo municipale solidale affonda le province, alle regioni municipale federalismo, in quanto struttura per partecipare e far
radici in uno scontro nei tempi lunghi della civilizzazioni configurano un partecipare i cittadini, è finalizzato all’obiettivo di
contemporaneo
europee e mediterranee fra sovranità municipale federata costruire le condizioni per lo sviluppo politico e per lo
percorso che la Rete poggia nuovamente, a
in reti sovralocali e centralizzazione statuale: dai conflitti sviluppo locale, basandosi sulle proprie risorse
per l’autonomia delle colonie greche (polis) dalla città del Nuovo Municipio partire dalla crisi dello finanziarie, professionali e politiche, e di sviluppare gli
madre (metropolis), alla federazione delle lucumonie ha definito stato-nazione, sul strumenti locali e non, della democrazia deliberativa”8.
etrusche, al municipio romano interprete della federalismo Dunque un federalismo che promana “dal basso”; anche
concetto di estensione
respublica, dei concetti di civitas , di sovranità popolare e municipale solidale perché è solo nella dimensione locale (quartiere,
dello stato federativo-municipale in epoca repubblicana,
della sovranità del municipio, piccola città, paese) che si può esprimere
municipio in quanto compiutamente la democrazia partecipativa attivando
espressione della tutte le componenti sociali in forme dirette nel processo:

5 La rete del nuovo Municipio ha promosso coordinamenti fra province sul tema “le Province dei
sovranità popolare la federazione delle componenti sociali in un processo
partecipativo locale è l’atto costituente primario di un
Comuni”; insieme alla Regione Toscana ha promosso un coordinamento di 7 regioni sul tema della
formazione partecipata delle leggi regionali
6 Vedasi la Relazione di Giorgio Ferraresi al convegno di Bari del novembre 2005 della Rete del Nuovo 7 su questa ultima fase vedasi: Gangemi 1999
Municipio, www.nuovomunicipio.org 8 www.nuovomunicipio.org. Il tema è ripreso e trattato in Gangemi 2006
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processo federativo ai livelli superiori di governo, fondato sull’applicazione integrale del Va ad esempio in questa direzione un’idea di “città metropolitana” perseguita come
principio di sussidiarietà. processo di concentrazione e privatizzazione di servizi, infrastrutture, strutture logistiche
Per questo motivo, per attivare questi atti costituenti, anche la grande città va scomposta per competere nel mercato globale. In un territorio posturbano di reti e di flussi questa
in unità decisionali a misura della partecipazione di tutti, per poter attivare forme visione cerca soluzioni ai problemi di crisi/ristrutturazione della metropoli postfordista (o
conviviali di relazione (nel senso sviluppato da Ivan Illich) in cui ciascuno, riferendosi agli dell’informazione o della conoscenza) concependo la “modernizzazione” della città
ambiti della vita quotidiana, riesca a esprimere e comunicare il proprio stile di vita, metropolitana come aumento di potenza nella competizione globale. Questa crescita è
immaginare il proprio futuro e confrontarlo in narrazioni collettive. L’esperienza romana perseguita attraverso l’inclusione gerarchica di città e territori periferici, la realizzazione
dei municipi come laboratori di democrazia partecipativa (Smeriglio 2006), ha mostrato la di grandi opere (megainfrastrutture, piattaforme logistiche, alta velocità) e concentrazioni
fertilità di questo approccio. Solo a partire da percorsi decisionali di cittadinanza attiva a di impresa e finanziarie per la moltiplicazione degli scambi e la velocificazione di merci e
livello della comunità locale è possibile attivare a livelli territoriali più vasti reti non persone nel mercato mondiale, ricercando lo sviluppo di megafunzioni di produzione, di
gerarchiche e sussidiali che siano espressione derivata della democrazia di base: province consumo e di loisir da “città globale”.
e regioni dei comuni 9. Questo percorso aggregativo di reti e funzioni gerarchiche, di crescita di tecnostrutture e
Se i Comuni al contrario sono espressione(e/o ostaggi) dei poteri forti, ovvero le politiche mega-apparati finanziari, di privatizzazione di servizi, crea diseconomie, altissimi costi e
locali sono terminali delle strategie del mercato globale (e i crescenti tagli alla finanza nuove povertà, esclusione e disintegrazione sociale: per la concentrazione degli
locale acuiscono il problema della dipendenza), le reti di comuni si svuotano di significato, investimenti in megaopere che precludono gli investimenti nel miglioramento delle
risultando semplici crocevia funzionali di reti globali, oggetto e non soggetto di politiche condizioni di vita delle popolazioni; per l’atomizzazione e precarietà dei lavori, delle
tese alla concentrazione delle imprese, delle istituzioni finanziarie e commerciali, dei relazioni, dei consumi; per il continuo processo di dissoluzione delle relazioni sociali e
gruppi immobiliaristi, delle public utilities, nella ricerca di posizionamento verso l’alto degli spazi collettivi; per l’aumento dei costi sociali connessi alla mobilità mondiale e
nella competizione globale10. regionale di merci/persone legate sostanzialmente a fenomeni di dumping salariale e di
dumping ambientale; per l’aumento del degrado ambientale e dei costi sociali e materiali
di riproduzione della vita materiale e di relazione (Magnaghi 2006a).
In sintesi questo modello fondato esclusivamente sulla competizione economica genera
9 Prendo ad esempio la costruzione della legge regionale toscana sulla partecipazione, in corso dal
un aumento insostenibile dei costi scaricati sulla collettività facendo crescere il divario fra
convegno del 13 gennaio 2006(Firenze): è impossibile un percorso che coinvolga in un unico ambito
PIL e benessere, anche nei paesi sviluppati; divario che si risolve in una crescita di povertà
partecipativo la comunità toscana nel suo insieme. Le molte attività multiscalari attivate (convegni
locali e internazionali, workshop, assemblee di quartiere, di comune, di provincia, town meeting, ecc), assoluta nel sud del mondo, ma anche di povertà relative nella metropoli occidentale.
hanno visto presenti in gran parte livelli rappresentativi “di secondo grado”, vale a dire testimoni In questo percorso la perdita di sovranità dei diversi
privilegiati di percorsi partecipativi locali già in atto ( nei quali la presenza dei cittadini può livelli dell’amministrazione locale incrementa Si può dare una
concretamente attivarsi) e del fitto sistema associativo e di reti civiche presenti in Toscana. ulteriormente una spirale perversa di concentrazioni e
10 E’ utile a questo proposito un esempio sulla applicazione della legge di governo del territorio della
seconda visione di
privatizzazioni di servizi e di beni comuni, allontanando
regione Toscana (LR 1/2005). È la legge che attribuisce totale autonomia di governo del territorio per i città metropolitana
sempre più i sistemi decisionali e le macchine finanziarie
comuni, applicando integralmente il principio di sussidiarietà, fissando a livello regionale criteri e
dai livelli di decisione accessibili ai cittadini. come rete federata
regole di autovalutazione delle politiche locali. In questo caso se i comuni sono espressione, attraverso
forme di democrazia partecipativa, di autogoverno della società locale ( e dunque c’e la garanzia di un Tuttavia si può dare una seconda visione di città policentrica di città,
controllo di tutte le componenti sociali sulle azioni di governo) abbiamo una applicazione piena e metropolitana come rete federata policentrica di città, ognuna delle quale
positiva del principio di sussidiarietà in chiave neomunicipalista; altrimenti, se il meccanismo ognuna delle quale espressione di autogoverno della
decisionale è quello della proposta di legge nazionale Lupi (i grandi operatori industriali, finanziari e espressione di
propria cittadinanza attiva, in cui i governi locali hanno
immobiliari propongono interventi sul territorio i comuni li recepiscono nei piani con varianti, le
come obiettivo competitivo la felicità pubblica, attraverso autogoverno della
province adeguano i piani di coordinamento), è chiaro che l’autonomia data ai comuni diviene licenza
di saccheggio del territorio da parte dei poteri forti (Magnaghi, Marson 2005). Gli esempi in Toscana
la gestione sociale dei beni comuni, il riequilibrio fra propria cittadinanza
non mancano: da Monticchiello a Pienza, alla Laika a San Casciano, all’Acaquabolla a Montespertoli, al
crescita economica e benessere, attraverso la attiva
tessuto diffuso degli interessi immobiliari che guidano il consumo di suolo attraverso lottizzazioni, alle valorizzazione delle peculiarità dei propri giacimenti
grandi opere per l’alta velocità a Firenze, agli inceneritori nella piana, gli ipermercati, le multisale, le
espansioni immobiliari mascherate da interventi produttivi e sociali, ecc
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patrimoniali in forme lente e autoriproducibili11. dell’autogoverno, ovvero il campo politico, economico, sociale e culturale, in cui si
La ricostruzione della civitas in questa visione richiede azioni di risanamento e collocano, alle scale appropriate delle azioni, i quattro livelli proposti da Alexander
riqualificazione delle città e delle reti attraverso la cura delle malattie da ipertrofia, Marc(1986): autonomia/autodeterminazione, cooperazione conflittuale,
congestione, degrado della qualità della vita e del benessere per la produzione di adeguamento/sussidiarietà, partecipazione /organizzazione policentrica.
ricchezza durevole; e la riorganizzazione dei territori delle regioni urbane in reti solidali Non si federano strutture clonate dal centro, che parlano tutte la stessa lingua, omologata
non gerarchiche di città, ciascuna in equilibrio con il proprio ambiente. Le politiche dalle leggi del mercato mondiale.
strategiche di questa visione riguardano la ricostruzione dello spazio pubblico, la
riconnessione multifunzionale della città con il proprio territorio agricolo (chiusura locale Autogoverno locale dei beni comuni e federalismo dal basso
dei cicli delle acque, dell’alimentazione, dei rifiuti, la riqualificazione delle reti ecologiche, I municipi che si federano a partire dagli obiettivi di crescita della cittadinanza attiva per
la produzione locale di energia, l’attivazione di reti corte di produzione e consumo, ecc), l’autogoverno del proprio futuro, si candidano ad esplicitare trasformazioni del modello di
la crescita della qualità dei nodi urbani nel contesto ambientale e rurale di riferimento, la sviluppo verso l’autosostenibilità, l’equità, l’elevamento del benessere individuale e
valorizzazione delle identità urbane, paesistiche, culturali locali. Una città metropolitana sociale, la valorizzazione dei patrimoni ambientali, territoriali e culturali in funzione
di questo tipo non porta i propri abitanti nel baratro della globalizzazione del nulla, della dell’elevamento del benessere.
disastrosa corsa verso il basso (Brecher e Costello 1996): sviluppa energie propositive di Estendendo il concetto di cittadinanza attiva dalla rivendicazione di diritti alla produzione
scambi solidali e non gerarchici con il resto del mondo, in quanto sviluppa autonomia sociale di valori d’uso, dal conflitto alla produzione diretta del proprio ambiente di vita, a
(culturale, economica energetica, ambientale), stili di vita originali, scambio di beni partire dalla produzione dei beni comuni di vicinato (Gorz 1994), è possibile superare la
peculiari e irripetibili. dicotomia fra uso pubblico e uso privato del territorio e del governo dei suoi beni
I municipi che si muovono in questa direzione acquistano la forza per praticare queste patrimoniali, reintroducendo il concetto “terzo” di uso comune di molti di questi beni.
strategie se si fanno portatori istituzionali degli interessi Questo uso comune dovrebbe riguardare molte componenti territoriali e sociali che sono
Se il comune è collettivi della comunità locale, emergenti da forme di in via di privatizzazione e di sottrazione alla fruizione e alla gestione collettiva: oltre
espressione della democrazia partecipativa ai livelli locali adeguati come all’acqua, l’energia, la salute, l’informazione, l’alimentazione, anche le riviere marine,
cittadinanza attiva pratica ordinaria di governo; allora il federalismo dal lacustri e fluviali, molti paesaggi agroforestali semplificati, degradati e recintati, molti
basso, la costruzione di reti sussidiali di città a diversi spazi pubblici urbani (sostituiti da parcheggi, supermercati e centri commerciali); gli spazi
esso è infatti in grado
livelli territoriali, esprime la necessaria messa in comune aperti interclusi della città diffusa, delle villettopoli e della disseminazione dei capannoni
di esercitare dei problemi, delle pratiche, delle soluzioni di problemi industriali, le gated communities e le città blindate, i paesaggi degradati e anomici delle
autogoverno, e strategici citati alla giusta scala territoriale, senza perdere periferie urbane, la ricca rete della viabilità storica (sostituita dai paesaggi semplificati
dunque federare entità il filo conduttore dell’autogoverno municipale. Se il delle autostrade e superstrade) e cosi via: in una parola il territorio.
comune è espressione della cittadinanza attiva esso è A tutti questi luoghi sociali del territorio “erosi”,
territoriali E’ possibile superare
infatti in grado di esercitare autogoverno, e dunque recintati, privatizzati, occorre che i municipi che
socioeconomiche e federare entità territoriali socioeconomiche e culturali, praticano la democrazia partecipativa come forma la dicotomia fra uso
culturali, dotate di dotate di identità, peculiarità, diversità. In questo ordinaria di governo, federandosi in ambiti territoriali pubblico e uso privato
identità, peculiarità, percorso la federazione non gerarchica di città dovrebbe coerenti con la scala dei problemi, restituiscano il valore del territorio e del
diversità affrontare, come sostiene Lanfranco Nosi (2005), in ogni statutario di bene comune, dotato di autonomia rispetto
governo dei suoi beni
suo nodo municipale, la complessità dei campi ai beni privati e pubblici; e che individuino forme di
gestione collettiva e comunitaria che consentano di patrimoniali,
riprendere il significato e i principi (non necessariamente reintroducendo il
11 “questo registro identitario non punta sull’adeguamento passivo all’ordine mondiale, ma piuttosto
la forma storica) degli usi civici. Questi principi concetto “terzo” di uso
sulla centralità del territorio locale….è un registro fatto di molte identità locali non ancora sacrificate
riguardano: l’esistenza della comunità che è costituita da
sull’altare della velocità e della competizione dei flussi e delle reti; che fa proprio l’elogio della lentezza comune di molti di
e si realizza nella costruzione di uno spazio più conviviale che conflittuale. In questa ottica riesce a una pluralità di abitanti/produttori di una collettività
questi beni
recuperare in maniera più pertinente e duratura l’idea di sostenibilità, senza tuttavia escludere il territoriale che, in molte forme possibili, si associano per
mercato.” (Quaini 2006)
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esercitare una cura e un uso collettivo dei beni patrimoniali della società locale; la finalità favorirebbe una trasformazione politica generale, contenendo i processi di privatizzazione
non di profitto, ma di produzione di beni, servizi e lavoro per i membri della comunità e e mercificazione dei beni comuni e riattribuendo all’ente pubblico territoriale il ruolo di
per la fruizione pubblica in generale; l’affermazione di proprietà e forme d’uso collettivo salvaguardia dei beni stessi e della valorizzazione del patrimonio civico, come condizione
dei beni, che, in quanto tali, conformano le attività di ogni attore allo scopo comune della imprescindibile dell’autogoverno dei fattori di produzione e riproduzione del proprio
conservazione e valorizzazione del patrimonio (Nervi 2003), della salvaguardia e territorio.
valorizzazione ambientale, paesistica, economica del patrimonio stesso in forme durevoli
e sostenibili (autoriproducibilità della risorsa). Dai comuni alle regioni, all’Europa: costruire un percorso “multilivello”denso di reti solidali
La democrazia partecipativa in questo percorso ha il ruolo di valorizzare il “saper fare” Si sta verificando, a partire dai processi partecipativi locali uno straordinario processo di
sociale, indirizzando il produrre, l’abitare, il consumare verso forme relazionali, solidali, costruzione di reti che vanno assumendo il ruolo di far uscire le singole esperienze dal
pattizie e comunitarie, sviluppando reti civiche e forme di autogoverno responsabile delle localismo “Nimby”, verso la capacità propositiva di trasformazione del concetto di
comunità locali. Per esempio, come scrive Emilio Molinari, “il governo dell’acqua e delle interesse pubblico e di progettualità alternativa. Come scrive Giulio Marcon “Il “mettersi in
forme energetiche alternative obbligano a pensare ad un modello decentrato, distribuito e rete” … fa parte del tentativo di molte esperienze locali di non rinchiudersi nella
differenziato nel territorio, un uso di diffuse e contenute sorgenti alternative, una gestione dimensione localistica e autocentrata, ma di costruire a partire dal proprio frammento un
oculata e comunitaria delle acque, un governo locale (federato?) dell’acqua e della disegno comune di trasformazione e di innovazione sociale e politica” (Marcon 2006). La
produzione energetica, del suo uso” (Molinari 2005). costruzione di reti solidali allude a un precorso federativo che pur non negando le
Il problema principale di questa prospettata inversione di tendenza dei processi di peculiarità dei luoghi, dei percorsi partecipativi, degli obiettivi, fa maturare nel confronto
privatizzazione e mercificazione dei beni comuni è infatti che non si può dare una e nella relazione non gerarchica, strategie generali di interesse comune. Qualche esempio:
gestione del territorio come bene comune se esso è gestito da una sommatoria di la rete notavnopontenomose, (che riguarda comuni, associazioni, comitati, laboratori
interessi individuali in una società individualistica di consumatori12. E’ necessario dunque universitari) oltre a far maturare nelle popolazioni locali la “coscienza di luogo”, ovvero
che esistano forme di reidentificazione collettiva con i percorsi identitari di reidentificazione con i valori patrimoniali del territorio e
E’ necessario che giacimenti patrimoniali, con l’identità di un luogo, ovvero dell’ambiente locale che alludono ad una diversa progettualità territoriale, propongono
che sia agevolato un cambiamento politico-culturale temi più generali come l’abolizione della Legge Obiettivo, la ridiscussione del ruolo e della
esistano forme di
attraverso processi di democrazia partecipativa che domanda di mobilità delle merci e dei relativi corridoi strategici, il rapporto fra grandi
reidentificazione ricostruiscano propensioni al produrre, all’abitare, al infrastrutture e territori attraversati; il Nodo Sud della Rete del Nuovo Municipio pone, a
collettiva con i consumare in forme relazionali, solidali e comunitarie . 13 partire da vertenze territoriali specifiche, problemi generali per il passaggio concettuale
giacimenti da un ‘Europa continentale ad una visione euromediterranea: questo allargamento
L’introduzione di questo terzo attore comunitario nella geografico, costituisce l’occasione per un cambiamento di concezione degli orizzonti
patrimoniali, con
gestione e governo del territorio (attraverso la proprietà strategici, da una visione della competizione incentrata sull’economicismo neoliberista
l’identità di un luogo
collettiva e la gestione comunitaria di beni comuni), avviato nel 2000 a Lisbona, verso un ruolo dell’Europa fondato sul riconoscimento di una
cultura sociale e identitaria più complessa, che, come propone Tonino Perna si alimenti
della molteplicità delle culture mediterranee entro “principi che riconoscano gli stili di vita,
12 “fondamentali sarebbero, ove venisse attuato il ruolo della pianificazione paesistica, la tutela e la
valorizzazione della proprietà collettiva….sono proprio le terre collettive a evidenziare che nessun le culture locali, le religioni, le culture dell’ospitalità, dell’amicizia, del dono, del
funzionamento, normativa, azione di controllo, riuscirebbero a gestire correttamente l’uso sociale del meticciato fra culture e etnie diverse, che il mediterraneo incarna come patrimonio di
territorio in assenza di consapevolezza da parte dei residenti e quindi di impegno da parte delle millenni di scambi fra nord e sud” ( Perna 2005).
amministrazioni comunali” (Federico 1995) Posso ancora fare esempi di “embrioni” di municipalismo federato che procede dalle
13 Il processo partecipativo deve consentire di avviare processi di trasformazione di produttori alienati
forme più varie del “far rete” dei comuni: i coordinamenti delle Agende 21, che tendono ad
e atomizzati, consumatori passivi, appendici della democrazia televisiva, in cittadinanza attiva in grado
unificare sul territorio i percorsi partecipativi entro strategie più generali di valorizzazione
di associarsi per la gestione e la produzione dei beni comuni, di decidere sul futuro delle città, di
ambientale e territoriale (è il caso ad esempio del coordinamento delle Agende 21 in Val di
ricomporre le figure di produttore, abitante e consumatore ricostruendo identità comunitarie e
relazioni sociali capaci di autogoverno nel progettare collettivamente il futuro e nel praticarlo. Cornia (alta Maremma) che è confluito in un coordinamento dei piani strutturali della
L’homo civicus si da in una società civile che si associa e si occupa, attraverso un patto fra individui, valle da parte dei comuni; il Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace che,
gruppi, rappresentanze di interessi, della cosa pubblica.
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oltre a costruire sensibilità contro la guerra e per il disarmo, ha prodotto la crescita delle ragionare in modo concreto sulla partecipazione come tema non settoriale, che induce al
politiche di cooperazione decentrata; obiettivo perseguito anche dalla Rete dei comuni cambiamento delle forme della politica e del governo.
solidali (Recosol); la Rete delle città dell’asilo che promuove forme locali di pratiche di Se ci riferiamo poi al livello delle reti di città a livello europeo è urgente avviare una
accoglienza; la Rete dei comuni virtuosi che propone altre economie solidali, finanza etica, rappresentazione dei nodi, delle reti e delle relazioni che caratterizzano lo spazio
consumo responsabile; la Rete delle città slow che propone regole del “ben vivere” fondate europeo; in questa rappresentazione andrebbe fatta maggiore attenzione denotativa non
sulla develocificazione, attraverso un rinnovato rapporto con i valori territoriali e solo ai progetti istituzionali (quali INTERREG, URBAN, URBACT, oltre a URBAL o ASIA URBS
dell’ospitalità, che presume un’economia al servizio della comunità; le Reti intermunicipali che guardano anche al rapporto con altre città' di altri continenti14, ecc), e alla
per la gestione dei servizi pubblici; le azioni dell’Anci e di altre associazioni riqualificazione dei sistemi urbani policentrici che caratterizzano molte politiche
sull’estensione del diritto di voto agli stranieri extracomunitari residenti, e per il diritto di metropolitane europee (Magnaghi, Marson 2004) ma anche a tutte quelle reti di città, di
asilo; la Rete dei comuni per il bilancio di genere e per un welfare municipale comunitario; sistemi territoriali locali che si sono andate costituendo su
la Rete dei comuni aderenti a DE.CO per la valorizzazione e la certificazione dei prodotti base volontaria. Queste reti non sono solo di tipo Se ci riferiamo al
alimentari locali contro processi di omologazione e deterritorializzazione dei prodotti competitivo, finalizzate cioè ad elevare il rango delle città livello delle reti di città
operati dall’industria alimentare e dalle tendenze liberiste dell’UE, e cosi via. piccole e medie nella competizione economica globale
a livello europeo è
Ma giova ancora ricordare che il percorsi di rete hanno investito recentemente i livelli (anche se queste hanno avuto un grande sviluppo e
provinciali di governo (ad esempio le Province coordinate nella Rete del Nuovo Municipio determinano politiche sovranazionali)15, ma sono anche una urgente avviare una
sui temi partecipativi e sull’elaborazione di nuovi ruoli delle “province dei comuni” e le molteplicità crescente di reti che promuovono politiche rappresentazione dei
proposte di moltiplicazione dei Circondari) e i livelli delle Regioni. Ad esempio la rete delle solidali, coordinando azioni locali, a livello europeo e nodi, delle reti e delle
regioni formatasi sul problema dei CPT (Bari 2005), o sulla applicazione di forme di mondiale, in campo sociale, culturale, ambientale, dei
relazioni che
democrazia partecipativa alla formazione delle leggi regionali (Firenze 2006). Dal processi partecipativi, della cooperazione decentrata a
confronto delle esperienze delle diverse regioni coordinate su questo tema dalla Regione livello comunale e regionale, della pace, di cui riporto in caratterizzano lo
Toscana (in occasione della preparazione della legge regionale sulla partecipazione) nota una prima classificazione16, destinate a creare nuovo spazio europeo
emerge che è già avviata l’organizzazione di processi partecipativi (oltre che concertativi) protagonismo municipale nel contesto decisionale europeo.
nell’attività legislativa e promozionale di molte regioni. Queste iniziative spaziano dai
sevizi regionali alle agende 21, al piano energetico e territoriale (Friuli-Venezia Giulia), 14 Il rischio insito dentro molte reti nate da progetti europei è il ‘tempo determinato che caratterizzava
alle politiche sui migranti, sullo spettacolo, sui bilanci di la loro esistenza’. Per farvi fronte molte città' si sono trovate unite in Reti permanenti a carattere
Si sta profilando, genere e sociali (Abruzzo), al governo delle coste e alle volontario, con il nuovo rischio di motivazioni lobbistiche sulla UE per ottenere nuovi fondi piuttosto
anche se ancora con politiche giovanili (Puglia), alla programmazione che la condivisione ideale di un disegno o di un approccio olistico alla rigenerazione urbana.
uno scarto enorme fra strategica e economico-finanziaria (Puglia, Lazio), sul 15 Ciò è testimoniato dal fatto che “la grande maggioranza di reti di città si occupa di progettazione,
ossia è in grado di sviluppare progetti e avviare interventi” (Perulli 2004). L’evoluzione europea dei
reddito sociale, sulla pace, sulle politiche di genere, sui
enunciati e modelli di reti di città che affiancano nelle politiche e sovente si sovrappongono agli stati nazionali,
migranti, sull’uso terapeutico della marijuana (Lazio), al
realizzazioni, una piano territoriale regionale (Emilia Romagna). Si sta cioè
sono molteplici: dalle reti funzionali per i piani strategici ( ad es. Barcellona, Lione), alle più di
cinquanta reti europee, sovente monotematiche, sui temi della cultura, delle grandi infrastrutture, dell’
linea di sviluppo della profilando, anche se ancora con uno scarto enorme fra ambiente, del turismo, dello sviluppo locale, ecc. Tuttavia se lo scopo delle reti è unicamente la
democrazia enunciati e realizzazioni, una linea di sviluppo della competizione economica, oltre ai noti fenomeni di polarizzazione sociale, che investono anche le “città

partecipativa come democrazia partecipativa come forma ordinaria di globali”, si hanno anche processi di forte gerarchizzazione urbana in poche città. “La gara per entrare
governo dal municipio all’attività legislativa regionale, in questo “club ristretto ha visto finora pochi vincitori e molti perdenti” (Dematteis 1997), in una
forma ordinaria di investendo i principali temi del governo sociale, “disastrosa corsa verso il fondo” (Brecher e Costello 1996), svantaggiando appunto le città periferiche
governo dal municipio economico, ambientale del territorio. Il fatto che in molte
rispetto al cuore continentale come Napoli, Palermo, Atene, Lisbona, per non parlare del sud del
mondo.
all’attività legislativa regioni la partecipazione sia intesa non solo some 16 Qualche esempio di reti solidali di città europee e mondiali: Eurocities; la rete di Comuni
regionale concertazione, ma anche come investimento diretto della dell’Alleanza per il clima; la Rete delle Città Educative; la Rete FAL nata a partire dal Forum delle
cittadinanza su tematiche importanti permette di Autorità locali per l’inclusione locale di Porto Alegre ed oggi strutturatasi anche in Commissione sulla
Democrazia Partecipativa e l’Inclusione Sociale (CISPD) in seno all’Unione Mondiale delle Città e dei
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L’elenco è ormai esponenziale e costituisce un reticolo molto interessante perché va molto potenzialità presenti nella base culturale ed economica delle città del Mezzogiorno”
oltre le semplificazioni delle figure territoriali rappresentate nelle mappe ufficiali e che (Dematteis 1997).
possiamo interpretare come un progetto in fieri di una “geografia dal basso” dell’Europa In queste prospettive una “costituzione federalista dei cittadini europei” che superi
dei Comuni e delle Regioni, leggibile in filigrana rispetto all’Europa degli stati. Si profila in l’attuale distanza percepita sia dal testo della costituzione che dalle modalità della sua
altri termini un nuovo protagonismo delle città che non solo modifica la geografia dello elaborazione, potrebbe nascere a partire dal federalismo dal basso di reti di città a fini
spazio europeo verso un’alta densità di relazioni multipolari, ma può modificarne i solidali. Come scrive Umberto Allegretti “La forma della rete come forma di relazione
contenuti costituzionali e il sistema decisionale. Il discorso sullo Spazio Europeo e sulla prioritaria fra più centri operativi consente di passare da una società di Stato a una
costituzione nasce in fondo da un dialogo fra gli stati, mentre queste reti che già multilivello” (Allegretti 2005); mettendo in valore queste energie costituenti “dal basso”
operano, hanno i loro programmi, i loro obiettivi e potrebbero rappresentare una l’Europa si potrà dotare di un progetto identitario autonomo che superi il suo status
geografia anche parzialmente diversa rispetto a quella istituzionale (Magnaghi 2006b). attuale di crocevia di potenze economico-miltari globali,
Quindi l’Europa delle Regioni (Euroregioni) e dei Comuni, affiancandosi e integrando affrontando il bivio posto da Marco Tarchi ”l’Europa ha una Un concetto di Europa
l’Europa degli stati nazione (la cui costituzione è già in crisi), può prospettare nuovi alternativa rigida: o dotarsi delle risorse e strutture per una che si fondi sulla
orizzonti programmatici e di ruoli arricchendo i sistemi decisionali attraverso forme di vita autonoma o diventare appendice di un occidente che
valorizzazione delle
federalismo municipale solidale. farà altrove le sue scelte, trascinandola con la forza o per
L’Europa delle regioni e delle città proiettata in una visione euromediterranea, oltre a inerzia al servizio dei propri interessi” (Tarchi 2005). Il peculiarità delle
configurare in uno scenario diverso il rapporto fra competizione e cooperazione, punto di partenza non è confortante se, come sostiene culture e dei
sviluppando attraverso il riconoscimento multiculturale, reti di economia solidale, Isidoro Mortellaro, “ la sua presenza (dell’Europa) oggi nel giacimenti
attribuirebbe all’Europa un protagonismo diretto sui temi della pace e del co-sviluppo mondo non mostra capacità alcuna di determinare o
patrimoniali locali,
nei rapporti fra mediterraneo, africa e medioriente. In particolare per il sistema italiano, e influenzare la corsa con isuoi tassi di crescita, tanto meno
soprattutto per quello meridionale, la creazione di una zona di scambio e di cooperazione di indicare una via altra da quella che, stressando attivando un principio
economica e tecnologica con paesi terzi mediterranei significherebbe “passare da una rovinosamente il pianeta, lo dispone in un dumping di cittadinanza
posizione di margine a una di “ponte” verso i sistemi urbani dell’arco mediterraneo e planetario a detrimento dei diritti dell’umanità e della europea che trovi le
orientale…come precondizioni per sviluppare e trasformare in valori esportabili alcune vivibilità generale” (Mortellaro 2005)
sue radici nella
Il federalismo municipale solidale, che valorizzi ed estenda
il complesso sistema “multilivello” di reti solidali di città federazione di regioni
Governi Locali (CGLU), la rete della campagna europea delle città sostenibili, sviluppatasi nell’ambito presenti nel territorio europeo è una delle chiavi e di città autonome
dei processi di Agenda 21, il network Démocratiser radicalement la démocratie che coinvolge alcune concettuali e operative per dare risposte a queste sfide organizzate ciascuna
città e gruppi organizzati di abitanti in una discussione che parte dalle esperienze di esperienze di ancorandosi ad una definizione “ad alta risoluzione “
bilancio partecipativo; la Rete dei delle Città' Sane; lo European Green Cities Network (EGCN) e l’Edge con forme di
identitaria e sociale dello spazio europeo17: un concetto di
Cities Network; la Rete delle città europee legate al FALP (il Forum delle Autorita’ Locali della Periferia),
Europa che si fondi sulla valorizzazione delle peculiarità democrazia
la Rete dei Sindaci contro l’Accordo di Privatizzazione dei Servizi (AGCS); lo European Urban Knowledge
Network (EUKN); la Rete ‘Living Labs Europe’; il Car Free Cities Network; La Rete dei firmatari della
delle culture e dei giacimenti patrimoniali locali, attivando partecipativa come
Carta dei Diritti Umani nella città; il Réseau des villes de proximité (APPELLA - 2002); la Rete Megapoles un principio di cittadinanza europea che trovi le sue radici forma ordinaria di
(1997); il Cooperation Network of European Medium-Sized Cities; la Rete Cities of Tomorrow e il New nella federazione di regioni e di città autonome organizzate governo
Local Government Network(NLGN); la rete dei comuni dell’Agenda 21 della cultura (Barcellona); la ciascuna con forme di democrazia partecipativa come
FEDENATUR; l’organizzazione delle città patrimonio dell’Umanità (OVPM); la rete europea per lo forma ordinaria di governo.
sviluppo rurale (ELARD); Mayors for peace e la Association of Peace Messenger Cities, che - a partire
dalla loro scala internazionale – in Europa agiscono con le loro campagne come occasione di contatto
tra le singole reti nazionali di Enti locali per la Pace, e per il disarmo nucleare; la rete di città aderenti
alla Carta di Aalborg, quella delle città' aderenti alla Carta di Aarhus; la Rete delle Città e delle Regioni 17 “Non sarà “il popolo in piazza” a elaborare la Carta Costituzionale, ma certo occorre uno spazio
per l’Economia Sociale (REVES); il Network of European Cities for Local Integration Policies for Migrants pubblico in cui le rappresentanze democraticamente e lette e i/le cittadini/e possano discutere e
(CLIP); la Coalizione Europea delle Città contro il Razzismo; La Rete di Città amiche dei bambini e delle decidere: una costituzione non può essere il frutto di un trattato fra stati. Sarebbe un’ulteriore
bambine; il Network of European Cultural Capitals; e cosi via. inaccettabile fuga dalla democrazia”. (Russo 2005)
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Sovrano e rappresentante sono una sola persona, poiché lo Stato incarna tutti i mèmbri
Sguardi sul Federalismo - 2
della società. Al pluralismo medievale, caratterizzato dai rapporti di sudditanza e dalla
LE IDENTITÀ LOCALI NELL'ERA GLOBALE: IL FEDERALISMO dispersione della sovranità, succede quindi un blocco monolitico che si riassume nella
persona e nel corpo del re. A partire da questo momento, i gruppi sociali non saranno
ANTIDOTO AL TOTALITARISMO*
altro che organi passivi della Repubblica. La concezione bodoniana della sovranità getta
così le basi dell'assolutismo per diventare poco a poco sinonimo di potere illimitato.
Sono stato invitato a venire ad esporvi i principi Alain De Benoist Il sovrano, infatti, non solo non è tenuto alla reciprocità del contratto, poiché non ne ha
essenziali del federalismo. Credo che il modo
preso parte, ma, avendo ricevuto il suo potere dalla volontà razionale di tutti, si trova
migliore di soddisfare questa richiesta sia quello di
nella posizione di colui che può esigere da ciascuno un'obbedienza totale. Dato che la sua
definire innanzitutto ciò cui il federalismo si oppone
legittimità proviene dal fatto che gli altri associati hanno volontariamente rinunciato alla
nelle sue stesse fondamenta, ovvero l'ideologia
loro sovranità a suo favore, egli non dipende da nessuno e si pone in questo modo al di
giacobina.
sopra dei diritti e delle leggi. Il popolo, infine, non può opporglisi poiché, non essendo
Storicamente il giacobinismo corrisponde alla forma più estrema dell'ideologia dello Stato
egli in debito con nessuno, non può essere privato della sua autorità. Meglio ancora, il
moderno, ovvero dello Stato-nazione. Si tratta di un'ideologia che punta a far coincidere
principe è il solo la cui libertà illimitata derivi dallo stato di natura nel quale egli è rimasto.
in modo rigoroso, a rendere paritetiche su uno stesso territorio, l'unità politica e l'unità
La sua sovranità è dunque tanto indivisibile quanto assoluta, è istituita come
culturale, linguistica o etnica, per mezzo dell'azione di un potere centrale titolare di una
profondamente unitaria e si identifica con lo Stato, essendo ogni divisione o
sovranità esclusiva, depositario dell'interesse di tutti e rappresentante unico dell'insieme
frammentazione del potere interpretata a priori come causa di instabilità e di divisione
dei cittadini. Questa inclinazione all'unità non può che portare a considerare lo Stato e la
politica.
nazione, la cittadinanza e la nazionalità come dei sinonimi.
Nel 1789 la Rivoluzione francese da per la prima volta un significato politico all'idea di
Benché il termine "giacobinismo" faccia senza dubbio allusione all'operato del Club dei
nazione abolendo gli ordini dell'Ancien Regime, ma conserva, esasperandola, la stessa
Giacobini all'epoca della Rivoluzione francese, la concezione sottostante è molto più
tendenza al centralismo, la stessa concezione della sovranità. Essa si limita a trasferire
datata. Essa appare infatti con l'Ancièn Regime, e in particolare con la comparsa nel XVI
alla nazione le prerogative del principe e l'unità indivisibile che al tempo della monarchia
secolo, grazie a Jean Bodin (1520-1596), di una nuova teoria della sovranità. Mentre nel
assoluta si attribuivano alla persona del re. L'ossessione dell'unità è più forte che mai.
Medio Evo l'autorità sovrana rappresentava solamente l'autorità dalla competenza più
«L'unità è il nostro principio fondamentale, l'unità è la nostra
vasta, quella alla quale faceva capo il potere ultimo di decisione, con Jean Bodin la
difesa antifederalista, l'unità è la nostra salvezza», non Al pluralismo
sovranità diventa la facoltà per il principe di porsi al di
Storicamente il sopra della legge positiva (legibus solutus), di averne il
smetteranno di ripetere Saint-Just e Robespierre. medievale,
L'idea di nazione, pensata come un essere unitario e
giacobinismo monopolio e di disporne a suo piacimento. Tale concezione caratterizzato dai
trascendente la cui unità e la cui indivisibilità sono
corrisponde alla si ispira all'assolutismo papale (e, prima ancora, al modello
necessariamente indipendenti da ogni principio esteriore,
rapporti di
dell'onnipotenza divina), e si accompagna, d'altra parte, alla
forma più estrema finisce allora per comprendere la nozione di popolo fino a sudditanza e dalla
diffusione del dritto romano a spese del diritto
dell'ideologia dello consuetudinario. Essa porta con sé una nuova teoria della
sostituirvisi, inaugurando una tradizione che, a partire da dispersione della
questo momento, il diritto pubblico di molti paesi non ha più
Stato moderno, rappresentanza politica, che d'ora in poi agirà come un sovranità, succede
smesso di tramandare. Infine, la concezione rivoluzionaria
ovvero dello Stato- fattore di unità ed omogeneità. Il principe, lungi dall'essere
della sovranità rende sinonimi nazionalità e cittadinanza:
un blocco
nazione un delegato o un esecutore, riassume in sé tutti i corpi
d'ora in poi non c'è più un membro della nazione che non sia monolitico che si
intermedi.
cittadino (salvo privazione dei suoi diritti civili) né cittadino riassume nella
che non sia membro della nazione. Il popolo è talmente
persona e nel corpo
«indivisibile» e unitario da essere divenuto una semplice
* Estratto dagli atti del convegno "le Identità locali nell'era globale" 15/10/2005 Varese a cura della del re
rivista L'insorgente - Traduzione italiana di Giangiacomo Vale. Si ringrazia Sergio Terzaghi per la astrazione, e questo è il motivo per cui la Francia, ancora
gentile concessione alla pubblicazione. oggi, non è uno Stato federale e non può riconoscere

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l'esistenza di un popolo corso o bretone. È esattamente a questa concezione che si oppone il federalismo, i cui fondamenti sono il
Così, tanto durante la Rivoluzione che durante l'Ancien Regime, ritroviamo la stessa principio di sussidiarietà (o di competenza sufficiente), la ripartizione della sovranità, la
concezione della sovranità quale «potere assoluto ed eterno» di una repubblica fonte di democrazia diretta, il riconoscimento dei corpi intermediari delle identità collettive e delle
tutti i diritti e doveri del cittadino. La sovranità dei giacobini non ha più restrizioni di comunità.
quella di Jean Bodin. I rivoluzionari denunciano il «federalismo» impiegando gli stessi Il sistema federalista si caratterizza come un sistema di unità politiche strettamente
termini usati dalla monarchia assoluta quando ad esempio accusava i protestanti di voler intrecciate, cooperanti e reciprocamente stimolantesi. Il federalismo è infatti il solo
«cantonizzare» la Francia sulla falsariga della Svizzera. Essi lanciano anatemi e lottano sistema nel quale il governo centrale condivide le differenti competenze costituzionali e
contro i particolarismi locali nello stesso modo in cui il potere reale si sforzava in tutti i legislative con le collettività sulle quali ha autorità, facendo in modo che tali competenze
modi di ridurre l'autonomia dei feudatari. Per legittimare la giustizia rivoluzionaria, essi si esercitino al livello più basso possibile. I suoi tre principi fondamentali sono
avanzano gli stessi argomenti usati da Richelieu alle prese con la difesa del potere l’autonomia, la partecipazione e la sussidiarietà.
arbitrario del principe. Con la Rivoluzione la sovranità nazionale si oppone all'assolutismo L’autonomia permette ad ogni collettività di conservare il massimo di libertà d'azione. La
reale, non certamente rifiutandolo, ma trasferendo alla nazione le prerogative assolute partecipazione permette ad ogni livello di collaborare alla fase decisionale. La
del re. sussidiarietà permette di far valere in ogni caso la presunzione di competenza in favore
L'esigenza della rappresentanza unica che fa capo alla nazione politica (una sola del livello più vicino agli interessati.
assemblea deve rappresentare tutti i cittadini) implica che non potrebbero esserci leggi Questo sistema implica una concezione della sovranità che è antitetica a quella di Jean
particolari che si applicano ad un gruppo specifico; non ci sono che leggi generali, che si Bodin, e che è quella che è stata esposta, agli inizi del XVII secolo, da Johannes Althusius
applicano a tutti gli individui al di là delle loro caratteristiche specifiche. La nazione si nella sua opera principale, la Politica methodice digesta
Il sistema federalista si
identifica allora non più con il popolo o con la società, ma con lo Stato. È costituita dallo (1603).
Stato, e lo Stato coincide con essa. Avversario di Bodin, Althusius (1557-1638), fondandosi caratterizza come un
Il principio moderno della cittadinanza non tiene dunque conto di lingua, cultura, su Aristotele, descrive l'uomo come un essere sociale, sistema di unità
credenza, sesso ecc., insomma di tutto ciò che fa sì che naturalmente incline alla mutua solidarietà e alla politiche strettamente
La modernità politica la gente sia fatta in un certo modo e non altrimenti. reciprocità (ciò che chiama la comunicazione dei beni, dei
intrecciate, cooperanti e
bandisce gli elementi Tale principio riposa sulla «eguaglianza» degli individui servizi e dei diritti). La scienza politica consiste per lui
nel solo ambito del sistema politico, mentre tutto ciò nel descrivere metodicamente le condizioni della vita reciprocamente
etnici e culturali dalla
che li differenzia viene confinato nella sfera privata. sociale, da cui il nome di «simbiotica», che usa per stimolantesi. Il
sfera politica e li confina Considerate come contingenti, minori, se non descrivere la sua posizione. federalismo è il sistema
nella società civile. È addirittura illusorie, le differenze culturali e le identità Contestando l'idea di un individuo autosufficiente,
nel quale il governo
così che le minoranze si collettive vengono viste come politicamente afferma che la società ha il primato sui suoi membri (o
insignificanti e sono tollerate alla sola condizione di «simbiotici»), e che si costituisce attraverso una serie di centrale condivide le
trovano private di ogni
rimanere invisibili o prive di effetti nella sfera pubblica. patti politici e sociali conclusi successivamente, risalendo differenti competenze
statuto politico, ed è La dottrina ufficiale è da questo momento in poi quella dalla base, da parte di una moltitudine di associazioni (o costituzionali e
questo il motivo per cui dell’assimilazione, ovvero quella dello sradicamento- «consociazioni») autonome, naturali ed istituzionali,
legislative con le
la generalizzazione del digestione: l'Altro deve diventare l'Identico. La pubbliche e private: famiglie e dinastie, leghe e
modernità politica bandisce gli elementi etnici e corporazioni, comunità civili e collegi secolari, città e collettività sulle quali ha
principio dello Stato-
culturali dalla sfera politica e li confina nella società province etc. Queste «consociazioni» si incastrano le une autorità, facendo in
nazione si concretizzerà civile. È così che le minoranze si trovano private di ogni nelle altre in un ordine che va dal più semplice al più modo che si esercitino
un po' dappertutto statuto politico, ed è questo il motivo per cui la complesso. Gli individui contrattano ad ogni livello, non
al livello più basso
nell'oppressione delle generalizzazione del principio dello Stato-nazione si in qualità di atomi individuali, ma come membri di una
possibile
minoranze concretizzerà un po' dappertutto nell'oppressione delle comunità già esistente, che non abbandona mai la
minoranze. totalità dei suoi diritti a beneficio di una società più

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vasta. solamente dei diritti che le sono inerenti.
Althusius dà in questo modo alla nozione di rappresentanza un senso totalmente Di conseguenza, la sovranità non è assoluta, ma è al contrario distribuita o condivisa.
differente da quello che le è riconosciuto nel pensiero contrattualista liberale: il contratto Ispirandosi sia al modello imperiale delle antiche "libertà" comunali germaniche, che ai
sociale non è per lui un atto unico risultante dal libero gioco delle volontà individuali, ma criteri di funzionamento delle associazioni mutualistiche e cooperative delle vecchie città
un'«alleanza» (foedus), che integra in un processo continuo di comunicazione «simbiotica» anseatiche, Althusius prevede che ad ogni gradino della società si debbano trovare due
degli individui definiti innanzitutto dalle loro appartenenze. serie di organi, gli uni rappresentanti le comunità inferiori, che sono legittimate a
La società globale, alla quale Althusius dà il nome di «comunità simbiotica integrale», si mantenere al loro livello tanto potere quanto possono esercitarne concretamente, gli altri
definisce dunque come un'organizzazione ascendente di comunità plurali, esse stesse rappresentanti il livello superiore, le cui competenze sono sempre limitate dalle prime.
costituitesi sulla base di associazioni anteriori e di appartenenze multiple, che Ogni livello nomina i suoi dirigenti, che sono anche i suoi rappresentanti al gradino
dispongono di poteri che si accavallano gli uni con gli altri. Il corpo politico è il risultato di superiore, sulla base di una delega di potere che può essergli in ogni momento revocata.
questo processo di incorporazione comunitaria, in cui ogni livello trae legittimità e Essendo le deleghe sottoposte a certe condizioni, il potere del gradino superiore riposa
capacità d'azione dal rispetto dell’autonomia dei livelli inferiori. L'azione pubblica mira ad sempre sul consenso dei gradini inferiori. Lo Stato è superiore a ciascuno dei livelli che gli
articolare ad ogni livello la solidarietà reciproca e l'autonomia degli attori collettivi, il cui stanno sotto, ma non all'insieme che essi formano essendo riuniti. Il principe stesso, come
consenso deve essere reso possibile e organizzato in una dialettica aperta del generale e abbiamo visto, esercita il suo potere sovrano per delega, sulla base di un patto reciproco
del particolare - essendo l'idea fondamentale che «ciò che dipende da tutti deve essere in cui è considerato il mandatario, e il popolo (la «comunità simbiotica») il mandante. Il
anche approvato da tutti» («quod omnes tangit, ab omnibus approbetur»). potere del principe è senza dubbio un potere supremo, poiché il principe è colui la cui
Secondo Althusius, la sovranità o «maestà» appartiene al Popolo e non smette mai di giurisdizione è la più vasta, ma allo stesso tempo è limitato dall'autonomia delle
appartenergli. Essa è imprescrittibile perché risiede inalienabilmente nella comunità «consociazioni», che gli impedisce di attentare ai poteri particolari di cui queste ultime
popolare e perché «non c’è potenza assoluta personale in una comunità». Il popolo può devono poter godere. Il principio di sovranità è così mantenuto, pur rimanendo
delegarla, ma non può rinunciarvi. «Il diritto di maestà, scrive Althusius non può essere subordinato al consenso associativo.
ceduto, abbandonato o alienato da parte di chi ne è il proprietario [...]. Tale diritto è stato La sovranità in Althusius non è in alcun modo sinonimo di una competenza totale, come
stabilito da tutti coloro che fanno parte del regno e da ognuno di essi. Sono costoro che in Bodin. Essa rappresenta solamente il livello di potenza (puissance), che dispone dei più
gli danno vita; senza di loro, non può né essere stabilito né essere mantenuto». «Ho ampi poteri di autorità, di decisione e di attuazione. Il sovrano non è colui che può fare
restituito i diritti di maestà alla politica. Ma li ho attribuiti al regno, ovvero alla repubblica tutto a suo piacimento, senza rendere conto a nessuno. Egli è colui che dispone di un
o al popolo», precisa ancora Althusius, aggiungendo di potere più ampio degli altri, ma può farne uso solo nella misura in cui tale potere gli è
La società globale, alla non tenere «conto dei clamori di Bodin». riconosciuto o concesso. Ad ogni livello esiste uno
quale Althusius dà il Lungi dall'essere separata dal popolo, la sovranità ne è «scambio di sovranità», ovvero una differenziazione delle La sovranità in Althusius
nome di «comunità dunque un’emanazione diretta. Il principe non occupa istanze, una spartizione delle competenze che va dal non è in alcun modo
la sua posizione che in funzione del diritto immutabile gradino più basso a quello più alto. Mentre la sovranità di
simbiotica integrale», si sinonimo di una
del popolo ad auto-governarsi. Non c'è altra autorità Bodin è contemporaneamente una piramide ed una
definisce dunque come che quella di cui è investito dal popolo, non sotto forma circonferenza la cui intera superficie è disposta in competenza totale,
un'organizzazione di un trasferimento di potere che il popolo cederebbe a direziono del centro, la sovranità in Althusius è di tipo come in Bodin. Essa
ascendente di comunità suo favore, ma attraverso la delega di un potere che il «labirintico»: essa implica la pluralità, l'autonomia, rappresenta solamente il
popolo non smette mai di conservare intrinsecamente l'intreccio dei livelli di potere e di autorità.
plurali, esse stesse livello di potenza
ed essenzialmente. In altre parole, esso esercita il suo La sovranità di tipo althusiano si è concretizzata in
costituitesi sulla base di potere sotto il controllo del popolo e non può farne uso passato in alcune formazioni imperiali o soprannazionali. (puissance), che dispone
associazioni anteriori e che in vista del bene comune, che rimane il suo fine Ne ritroviamo ancora l'eco in teorici dell'austromarxismo dei più ampi poteri di
di appartenenze principale. Non governa la società come se ne fosse come Otto Bauer e Karl Renner, entrambi partigiani di autorità, di decisione e
multiple separato o indipendente. Non è il proprietario della uno «Stato federativo delle nazionalità», nel quale la di attuazione
sovranità, ma il suo depositario e, in quanto tale, gode sovranità è ripartita a differenti livelli della società

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politica. Ma è soprattutto il federalismo che sembra essere oggi la dottrina più in grado di linguistiche, etniche e altre, l'idea di una democrazia partecipativa si oppone all'idea di
tradurre in fatti concreti l'idea di una sovranità strettamente associata ai principi di una democrazia puramente parlamentare e rappresentativa.
autonomia e di sussidiarietà. I grandi teorici storici della rappresentanza sono Hobbes e Locke. Per entrambi, infatti, il
Il principio di sussidiarietà, che era già la chiave di volta del sistema di Althusius, esige popolo delega contrattualmente la sua sovranità ai governanti. In Hobbes si tratta di una
che le decisioni vengano sempre prese al livello più basso possibile, da parte di coloro che delega totale e conduce a un monarca investito di un potere assoluto (il «Leviatano»). In
ne subiscono più direttamente le conseguenze. Ciò implica dunque che le più piccole Locke, al contrario, la delega avviene a certe condizioni: il popolo accetta di spogliarsi
unità politiche detengano delle competenze autonome sostanziali e che siano allo stesso della sua sovranità solamente in cambio di garanzie riguardanti i diritti fondamentali e le
tempo rappresentate collettivamente ai livelli di potere più elevati. Non si tratta solamente libertà individuali. Tanto meno la sovranità popolare è soppressa o sospesa tra due
di «decentralizzare». Nella decentralizzazione, il potere locale non è titolare che della elezioni.
parte di autorità che il potere centrale gli concede: non rappresenta che una delega di Rousseau, da parte sua, considera l'esigenza democratica come antagonista di ogni
questo potere centrale, che rimane il nucleo sostanziale della vita pubblica in una regime rappresentativo. Secondo Rousseau, il popolo non stipula alcun contratto con il
concezione strettamente piramidale della società. Nel caso della sussidiarietà avviene il sovrano; i loro rapporti dipendono esclusivamente dalla legge. Il principe non è che
movimento opposto: il livello locale non delega ai gradini superiori che le responsabilità e l'agente del popolo, che rimane l'unico titolare del potere legislativo. Non è nemmeno
i compiti di cui non può farsi carico esso stesso, non rinuncia che alle competenze che investito del potere che fa capo alla volontà generale; è piuttosto il popolo che governa
non può assumersi, mentre risolve con i suoi propri mezzi tutti i problemi effettivamente tramite esso. Il ragionamento di Rousseau è molto semplice: se il popolo è rappresentato,
di sua competenza, assumendosi lui stesso le conseguenze delle sue decisioni e delle sue sono i suoi rappresentanti che detengono il potere, e in questo caso non è più sovrano. Il
scelte. La sussidiarietà rappresenta dunque una spartizione delle competenze secondo il popolo sovrano è un «essere collettivo», che non potrebbe essere rappresentato se non da
criterio della sufficienza o dell'insufficienza: ogni livello di autorità mantiene le se stesso.
competenze per le quali è sufficiente. Ne consegue che, per esempio, ogni comunità, Rinunciare alla sua sovranità sarebbe come rinunciare alla sua libertà, ovvero distruggersi
piuttosto di vedersi imporre un'offerta standardizzata di beni e servizi, deve poter con le sue stesse mani. Non appena il popolo elegge i suoi rappresentanti, «è schiavo, non
liberamente decidere da sé quali sono i beni e i servizi che crede le convengano. è niente» (II contratto sociale. III, 15). La libertà, in quanto diritto inalienabile, implica la
La sussidiarietà è direttamente antagonista della concezione bodiniana della sovranità che pienezza di un esercizio senza il quale non ci può essere vera cittadinanza politica. In
riposa, come si è visto, non sul criterio di sufficienza, ma su quello di capacità superiore. queste condizioni, la sovranità popolare non può essere
La democrazia è la
In questo schema, lo Stato centrale non può che pretendere tutta l’autorità solo per sé, che indivisibile e inalienabile e ogni rappresentanza non
poiché per principio è supposto essere sempre maggiormente competente. Nel sistema può che corrispondere, di conseguenza, a
forma di governo che
federale la delega si fa, al contrario, a partire dal basso: i gradini inferiori lasciano a quelli un'abdicazione. risponde al principio
superiori unicamente le decisioni che non sono m grado di prendere. Ciò significa che Se si ammette che la democrazia è il regime fondato sulla dell'identità dei
«ogni organo del corpo sociale deve poter perseguire il più liberamente possibile i suoi sovranità del popolo, non si può che dar ragione a
governati e dei
propri fini» (Robert Nisbet). Questa è l'idea di Rousseau, la cui opinione su questo punto - ma solo su
Nel sistema federale la sussidiarietà: permettere alla gente di decidere il più questo punto - raggiunge incontestabilmente quella di
governanti, ovvero della
delega si fa, al possibile da sola in merito a ciò che la riguarda, Althusius. volontà popolare e della
contrario, a partire dal
creando un sistema politico e sociale in cui i problemi La democrazia è la forma di governo che risponde al legge. Questa identità
possano essere risolti al livello più basso possibile. Il principio dell'identità dei governati e dei governanti,
basso: i gradini inferiori rimanda all'uguaglianza
termine essenziale, a questo punto, è quello di ovvero della volontà popolare e della legge. Questa
lasciano a quelli autonomia. identità rimanda all'uguaglianza sostanziale dei cittadini,
sostanziale dei cittadini,
superiori unicamente le Così come la concezione federalista della sovranità e ovvero al fatto che sono tutti ugualmente mèmbri di una ovvero al fatto che sono
decisioni che non sono
della sussidiarietà, implicando una politica del stessa unità politica. tutti ugualmente
riconoscimento delle identità collettive, si oppone al Affermare che il popolo è sovrano, non per essenza ma
m grado di prendere mèmbri di una stessa
principio della centralizzazione e al rifiuto giacobino di per vocazione, significa che la potenza (autorità) pubblica
unità politica
riconoscere la realtà delle differenze culturali, e le leggi provengono dal popolo. I governanti non

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possono dunque che essere degli agenti esecutori, che devono adeguarsi ai fini la loro adozione. La legittimità si riduce allora alla legalità. Questa concezione positivista-
determinati dalla volontà generale. Il ruolo dei rappresentanti deve essere ridotto al legalista della legittimità invita a rispettare le istituzioni in quanto tali, come se fossero un
massimo, poiché il mandato di rappresentanza perde ogni legittimità non appena si fine in sé, senza che la volontà popolare possa modificarle e controllarne il
occupa di fini o progetti che non corrispondono alla volontà generale. funzionamento.
Ora, ciò è esattamente l'opposto di ciò che succede al giorno d'oggi. Nelle democrazie Ora, in democrazia la legittimità del potere non dipende solo dalla conformità alla legge, e
liberali il primato è dato alla rappresentanza, e più precisamente alla rappresentanza- nemmeno dalla conformità alla Costituzione, ma dipende innanzitutto dalla conformità
incarnazione. Il rappresentante, lungi dall'essere solamente "demandato" ad esprimere la della pratica di governo ai fini che gli sono stati assegnati dalla volontà generale e
volontà dei suoi elettori, incarna egli stesso tale volontà per il solo fatto che è stato eletto. popolare. La giustizia e la validità delle leggi non farebbero, così, pienamente capo
Ciò significa che trova nella sua elezione la giustificazione che gli permette di agire, non all'attività dello Stato o alla produzione legislativa del partito al potere. Allo stesso modo,
più secondo la volontà di coloro che lo hanno eletto, ma secondo la sua propria volontà - la legittimità del diritto non potrebbe essere garantita dalla sola esistenza di un controllo
in altri termini, che si considera in qualche modo autorizzato dal voto a fare tutto ciò che giurisdizionale: perché il diritto sia legittimo bisogna inoltre che risponda a ciò che i
giudica buono fare. cittadini si aspettano da esso e che integri delle finalità orientate verso il servizio del bene
Tale sistema è all'origine delle critiche che in passato sono sempre state rivolte al comune. Infine, non si potrebbe parlare di legittimità della Costituzione, se non nel caso
parlamentarismo, critiche che echeggiano al giorno in cui l'autorità del potere costituente è riconosciuta come sempre in grado di modificarne
Nel sistema d'oggi, in Europa, tramite tutta una serie di dibattiti sul la forma e il contenuto.
rappresentativo, avendo «deficit di democrazia» e sulla «crisi della Tutto ciò ci porta ad affermare che il potere costituente non può essere totalmente
l'elettore delegato per rappresentanza». delegato o alienato, che continua ad esistere e rimane superiore alla Costituzione e alle
Nel sistema rappresentativo, avendo l'elettore delegato regole costituzionali, anche nel caso in cui queste ultime pervengono da esso.
mezzo del suffragio la
per mezzo del suffragio la sua volontà politica a colui È evidente che non si potrà mai sfuggire totalmente alla rappresentanza, poiché l'idea di
sua volontà politica a che lo rappresenta, il baricentro del potere risiede maggioranza governante si scontra nelle società moderne con delle difficoltà
colui che lo rappresenta, immancabilmente nei rappresentanti e nei partiti che li insormontabili. La rappresentanza, pur non essendo mai un semplice rimedio
il baricentro del potere raggruppano, e non più nel popolo. La classe politica momentaneo, non esaurisce tuttavia il principio democratico. Essa può essere
forma ben presto un'oligarchia di professionisti che ampiamente corretta tramite l'applicazione della democrazia partecipativa, detta anche
risiede
difendono i loro interessi privati, in un clima generale democrazia organica o democrazia incarnata. Un tale riposizionamento appare al giorno
immancabilmente nei di confusione ed irresponsabilità. A questa si aggiunge d'oggi maggiormente necessario, anche alla luce dell'evoluzione generale della società.
rappresentanti e nei oggigiorno, in un'epoca in cui coloro che possiedono La crisi delle strutture istituzionali e la scomparsa dei "grandi racconti" fondatori, la
partiti che li un potere di decisione lo traggono molto più spesso disaffezione sempre maggiore dell'elettorato per i partiti
dalla nomina o dalla cooptazione che dall'elezione, politici di tipo classico, la rinascita della vita associativa, La rappresentanza, pur
raggruppano, e non più
un'altra oligarchia di «esperti", di alti funzionari e di la comparsa l'emergere di nuovi movimenti sociali o non essendo mai un
nel popolo. La classe tecnici. politici (ecologisti, regionalisti, identitari), la cui semplice rimedio
politica forma Lo Stato di diritto, le cui virtù - nonostante le ambiguità caratteristica comune è non più la difesa di interessi
momentaneo, non
un'oligarchia di che può ispirare questa espressione - sono contrattabili ma di valori esistenziali, lasciano intravedere
continuamente celebrate dai teorici del liberalismo, non la possibilità di ricreare una cittadinanza attiva a partire esaurisce tuttavia il
professionisti che
sembra poter porre riparo alla situazione. Basandosi su dalla base. principio democratico.
difendono i loro un insieme di procedure e di regole giuridiche formali, La crisi dello Stato-nazione, dovuta in particolar modo Essa può essere
interessi privati, in un è in effetti indifferente ai fini specifici del politico. I alla mondializzazione della vita economica e alla
ampiamente corretta
clima generale di valori sono esclusi dalle sue preoccupazioni, lasciando diffusione di fenomeni di interesse planetario, da luogo
così libero spazio allo scontro degli interessi. Le leggi par parte sua a due superamenti: un superamento tramite l'applicazione
confusione ed
irresponsabilità hanno autorità per il solo fatto di essere legali, cioè dall'alto, attraverso diversi tentativi atti a ricreare a un della democrazia
conformi alla Costituzione e alle procedure previste per livello sopranazionale una coerenza e un'efficienza nella partecipativa
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decisione che permetterebbe,almeno in parte, di guidare il processo della pubblica, che sono di per sé stesse delle forme di responsabilità e di autonomia, poiché la
mondializzazione ricreando un mondo multipolare; un superamento dal basso, con la vita pubblica condiziona l'esistenza quotidiana di tutti.
sempre maggiore importanza delle piccole unità politiche e delle autonomie locali. Queste Ma la democrazia partecipativa non ha solamente una portata politica. Ha anche una
due tendenze, che non solo non si contrappongono, ma sono complementari, implicano portata sociale. Favorendo i rapporti di reciprocità, permettendo la rinascita di un legame
entrambe che si ponga rimedio al deficit democratico che riscontriamo attualmente. sociale, essa può aiutare a ricostituire delle solidarietà organiche oggi indebolite, a
Non è al livello delle grandi istituzioni collettive, entrate oggi tutte più o meno in crisi e ricreare un tessuto sociale disgregatesi a causa del diffondersi dell'individualismo e
incapaci dunque di giocare il loro ruolo tradizionale di integrazione e di intermediazione dell'estremizzarsi del sistema della concorrenza e dell'interesse. In quanto produttrice di
sociali, che è possibile ricreare una tale cittadinanza attiva. Il controllo del potere non può socialità elementare, la democrazia partecipativa si accompagna allora alla rinascita di
nemmeno essere appannaggio dei soli partiti politici la cui attività si risolve troppo spesso comunità vive, al ricrearsi di rapporti di solidarietà di vicinato, di quartiere, sul posto di
nel clientelismo. La democrazia partecipativa non può essere oggi che una democrazia di lavoro etc.
base. Questa concezione partecipativa della democrazia si oppone radicalmente alla
Tale democrazia di base non ha lo scopo di generalizzare la discussione a tutti i livelli, ma legittimazione liberale dell'apatia politica, che incoraggia indirettamente l'astensione e
ha piuttosto lo scopo di determinare, con il concorso del più gran numero, nuove porta al regno dei gestori, degli esperti e dei tecnici. La democrazia, tutto sommato,
procedure decisionali conformi sia alle sue proprie esigenze, sia a quelle che provengono consiste più nulla partecipazione del popolo alla vita pubblica che nella forma di governo
dalle aspirazioni dei cittadini. Essa non potrebbe nemmeno risolversi in una semplice propriamente detta, cosicché il massimo di democrazia si
La democrazia
opposizione della "società civile" alla sfera pubblica, ciò che porterebbe ad un'ulteriore confonde con il massimo di partecipazione. Partecipare,
espansione dell'egemonia del privato e a un abbandono dell'iniziativa politica a favore di significa prendere parte, sperimentarsi come parte di un
partecipativa ha anche
forme di potere obsolete. Si tratta piuttosto di permettere agli individui di sperimentarsi in insieme o di un tutto, e assumere il ruolo attivo che una portata sociale.
quanto cittadini, e non in quanto membri della sfera privata, favorendo per quanto deriva da una tale appartenenza. Favorendo i rapporti di
possibile il fiorire e il moltiplicarsi di nuovi spazi pubblici di iniziativa e di responsabilità. «La partecipazione, diceva René Capitani, è l'atto
reciprocità,
La procedura referendaria (sia che essa risulti dalla individuale del cittadino che agisce come membro della
Non è al livello delle decisione dei governanti o dall'iniziativa popolare, sia collettività popolare». Si capisce così quanto le nozioni di
permettendo la rinascita
grandi istituzioni che il referendum sia facoltativo o obbligatorio) non è appartenenza, di cittadinanza e di democrazia siano di un legame sociale,
collettive, entrate oggi altro che una forma di democrazia diretta tra le altre - legate. La partecipazione sancisce la cittadinanza, che essa può aiutare a
di cui d'altra parte si è sopravvalutata la portata. deriva dall'appartenenza. L'appartenenza giustifica la
tutte più o meno in crisi ricostituire delle
Sottolineiamo ancora una volta che il principio politico cittadinanza, che permette la partecipazione.
e incapaci dunque di della democrazia non è quello secondo cui la I fondamenti essenziali del federalismo mi sembrano
solidarietà organiche
giocare il loro ruolo maggioranza decide, ma quello che vuole che il popolo essere dunque questi: una società in cui la libertà e la oggi indebolite, a
tradizionale di sia sovrano. Il voto stesso non è che un semplice responsabilità, strettamente legate l'una all'altra, sono ricreare un tessuto
mezzo tecnico di consultare e di manifestare l'opinione. ripartite a tutti i livelli in funzione del principio di
integrazione e di sociale disgregatesi a
Ciò significa che la democrazia è un principio politico sussidiarietà; una concezione della sovranità non come
intermediazione sociali, che non potrebbe confondersi con i mezzi di cui fa uso, potere assoluto e competente su tutto, ma come istituto
causa del diffondersi
che è possibile ricreare così come non potrebbe riassumersi in un'idea che ha autorità sulle materie più vaste solamente in dell'individualismo e
una tale cittadinanza puramente aritmetica o quantitativa. La qualifica di ultima istanza; e infine, una concezione della democrazia dell'estremizzarsi del
cittadino non si esaurisce nel fatto di votare, ma che riposa in origine non sulla nozione di numero o su
attiva. La democrazia sistema della
consiste piuttosto nel mettere in atto tutti i quella di delibera parlamentare, bensì su quella di
partecipativa non può procedimenti che permettono di manifestare o rifiutare partecipazione più ampia possibile di tutti i cittadini alla
concorrenza e
dell'interesse
essere oggi che una il consenso, di esprimere un rifiuto o un'approvazione. cosa pubblica.
democrazia di base Conviene dunque esplorare sistematicamente tutte le
forme possibili di partecipazione attiva alla vita

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Personaggi
A PROPOSITO DI ALEXANDRE MARC

La figura intellettuale di Alexandre Marc è


rimasta a lungo ai margini della cultura Gilda Manganaro Favaretto
politica francese tradizionalmente protesa
verso l’idea di “République” una e indivisibile Docente di Storia del Pensiero
piuttosto che verso le tesi di tipo federalistico Politico
che egli è andato proponendo durante Università degli Studi di Trieste
l’intero arco della sua vita. Recentemente,
però, dopo la morte avvenuta nel 2000, la figura di Marc è stata fatta oggetto di un intero

PERSONAGGI
saggio dedicato soprattutto alla sua formazione intellettuale durante gli anni trenta del
secolo scorso1. Come è noto, si tratta di un periodo particolarmente importante per la
comprensione dei drammatici eventi che seguiranno
L’impegno di Marc verso specie per quanto riguarda la genesi dei regimi

la costruzione totalitari. All’interno di tale dimensione, lo storico J.


Hellman ci descrive Marc come un personaggio
dell’Europa è la diretta
coinvolto, suo malgrado, nello spirito decisamente
conseguenza delle sue illiberale del suo tempo, lasciando nell’ombra e, in
convinzioni giovanili, di ultima analisi, sottovalutando il suo contributo, nel

una originale posizione dopoguerra, a favore della diffusione dell’idea di


federazione europea e la sua opera di educazione
che potremmo oggi
all’europeismo promossa tra le giovani generazioni,
definire “liberal- con infaticabile perseveranza per oltre un
socialista” e che, pur cinquantennio, attraverso il Centre international de

con diverse sfumature, formation européenne (CIFE) e l’Institut des Hautes


Etudes Internationales (IEHEI) da lui fondati a Nizza.
egli ha perseguito fin da
Eppure il suo impegno verso la costruzione dell’Europa
quando si era è, in realtà, la diretta conseguenza delle sue
impegnato alla ricerca convinzioni giovanili, di una originale posizione che

della “terza via” assieme potremmo oggi definire “liberal-socialista” e che, pur
con diverse sfumature, egli ha perseguito fin da
a coloro che sono ora
quando, studente a Parigi, si era impegnato alla ricerca
designati come “i non della “terza via” assieme a coloro che, dopo il saggio di
conformisti” Loubet del Bayle, sono ora designati come “i non

1 J. Hellman, The Communitarian Third Way. Alexandre Marc and Ordre Nouveau 1930-2000, Montreal
&Kingston, MacGill-Queen’s University Press, 2002. Su tale tema precedentemente aveva pubblicato la
tesi di dottorato il suo l’allievo Ch. Roy, Alexandre Marce et la jeune Europe (1904-1934): L’Ordre
Nouveau aux origines du personnalisme, Nice, Presses d’Europe, 1998.
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conformisti”2. Si trattava di un movimento di pensiero piuttosto eterogeneo che, aderirono al comunismo altri come Th. Maulnier si schierano su posizioni decisamente
all’insegna del motto ni droite ni gauche, aveva dato espressione al disagio di gran parte più conservatrici.
della gioventù parigina stretta, da un lato, dal timore della guerra con la Germania, Alexandre Marc invece è quello che, assieme a un piccolo gruppo di amici, non intese
presentita come imminente, e dall’altro dal sentimento di una progressiva perdita della rinunciare alla prospettiva del ni droite ni gauche e, pur nelle difficoltà del momento, non
capacità di controllo su una società che “il progresso tecnologico” sembrava si sentì di operare una scelta radicale tra le ideologie, quella comunista, quella fascista,
disumanizzare tanto negli Stati Uniti, con l’avvento del “fordismo”, quanto nell’Unione quella nazista ma anche quella liberale che gli apparivano tutte largamente
sovietica con le collettivizzazioni forzate. insoddisfacenti. Nel 1933 sotto il suo impulso usciva la rivista “Ordre nouveau” con
A ciò si aggiungeva una certa insofferenza verso le oligarchie della politica e i partiti l’intento di delineare i “tratti concreti” di una società al di là delle ideologie che egli
valutati come strutture incapaci di garantire effettivamente la rappresentanza popolare. Il interpretava, tutte, come gabbie liberticide.
ni droite ni gauche, dunque, esprimeva tale disagio e, di conseguenza, la necessità per i Un tentativo per molti versi utopico il suo, ambizioso e non privo di ambiguità, che gli
giovani di ricercare un diverso modo di pensare e costruire il proprio futuro. Marc ne era valse l’oblio da parte degli ambienti intellettuali della capitale che, del resto, egli
uno dei protagonisti e reagiva, assieme agli altri, alla paura del conflitto cercando abbandonò di lì a poco trasferendosi in Provenza.
un’intesa con i giovani tedeschi attraverso incontri, Il suo obbiettivo è stato quello di progettare una società che fosse in grado di integrare al
scambi personali ed epistolari, convinto che essi Un movimento di suo interno l’idea di libertà e quella di solidarietà senza sottomettere una istanza all’altra,
potessero essere alla base della costruzione di un pensiero piuttosto ritenendole entrambe contemporaneamente essenziali. Questa loro essenzialità implicava,
“fronte comune della gioventù europea” contro quel per Marc, l’esclusione di una qualsivoglia forma di mediazione; egli infatti non pensava a
eterogeneo che,
mondo delle “cancellerie” che sembrava portarli alla una sorta di combinazione tra liberalismo e socialismo, ma piuttosto alla necessità di una
distruzione. Era presente in questi giovani il mito,
all’insegna del motto ni rifondazione di entrambi, di una palingenesi sociale. In ciò egli si distingueva da altri
peraltro diffuso nell’intero continente, della giovinezza droite ni gauche, aveva analoghi tentativi in particolare da quello, esperito da Emmanuel Mounier con la rivista
interpretata come un elemento salvifico, il solo capace dato espressione al “Esprit”, a cui pure aveva inizialmente partecipato in qualità di collaboratore fin dalla sua
di indicare una via d’uscita tra coloro che venivano fondazione nel 1932. La sua adesione era derivata da una apertura all’ecumenismo: il suo
disagio di gran parte
definiti “i farisei del nazionalismo” da un lato e gli essere un esule russo, ebreo d’origine, di formazione culturale insieme tedesca e francese
“internazionalisti stalinisti” dall’altro. L’istanza
della gioventù parigina lo portava naturalmente a superare ogni tipo di stereotipo culturale, politico o religioso
rivoluzionaria che i giovani esprimevano era stretta, da un lato, dal che fosse. Alla base di questo atteggiamento stava la scoperta della filosofia personalista
generazionale e rivolta contro i potentati economici e timore della guerra con che egli aveva conosciuta in Germania ascoltando le lezioni di Scheler e diffuso in Francia,
politici che, a loro avviso, mantenevano saldamente in prima ancora di Mounier. Egli vi vedeva la via per
la Germania, e dall’altro
mano il potere in ciascuna delle nazioni europee Il suo obbiettivo è stato valorizzare l’individuo che il comunismo sembrava
impedendo qualunque mobilità sociale.
dal sentimento di una ignorare senza ricadere nella prospettiva atomistica
quello di progettare una
Moltissime riviste incarnarono allora questo tentativo progressiva perdita della della società, propria del liberalismo. Marc apprezzava
società che fosse in
di “terza via” e la storiografia francese ne ha capacità di controllo su del personalismo la concezione di persona come
ampiamente dato conto, giungendo alla conclusione grado di integrare al suo espressione della natura creatrice presente nell’uomo e
una società che “il
che esso fu un tentativo velleitario e comunque interno l’idea di libertà e in ciò vedeva il legame con Dio da cui l’essere umano
inscrivibile entro il triennio che va dal 1930 al 1933
progresso tecnologico” derivava la propria dignità e indipendenza. Ma, a
quella di solidarietà
fino a quando cioè gli avvenimenti politici come la sembrava differenza di Mounier e di Berdjaeff, in lui l’adesione al
senza sottomettere una
guerra d’Etiopia, il Fronte popolare, la guerra di disumanizzare tanto personalismo non era tanto espressione di un’esigenza
Spagna disgregarono questa comunità di intenti istanza all’altra, di approfondimento della filosofia esistenziale sul
negli Stati Uniti quanto
costringendo molti dei giovani di allora a prendere
nell’Unione sovietica ritenendole entrambe senso del mondo, dell’universale, della divinità quanto
posizione: mentre un P. Nizan o un H. Lefebure contemporaneamente piuttosto era l’espressione dell’esigenza che l’uomo
essenziali uscisse da sé, agisse nel mondo per cambiarlo.
Se da un lato ciò fa capire perchè l’approfondimento
2 J.L. Loubet del Bayle, Les non-conformistes des années trente, Paris Seuil, 1969
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della tematica personalista lo abbia avvicinato al cattolicesimo a cui nel 1933 si convertì, monistico che, a suo avviso, caratterizzava ogni indagine filosofica. Se c’era una
dall’altro é stato proprio il suo originale modo di intenderlo che lo allontanò fondazione della realtà questa era plurale e non si lasciava ingabbiare in formule o sistemi
dall’interpretazione di un Mounier e di un Maritain. Sono stati soprattutto i suoi accenti a definitivi ma solo federare.
favore della rivoluzione spirituale, della sua volontà di rifondazione ex novo che non A livello politico, il federalismo permetteva di superare la concezione liberale che, portata
persuasero i due teologi per il carattere troppo politico che vi riscontravano, per agli estremi, rischiava di misconoscere anche i diritti dell’uomo come faceva il capitalista
l’insistenza sul dato della rottura violenta che Marc sottolineava appunto contro ogni quando non teneva conto dei diritti dei lavoratori; permetteva altresì di guardarsi dalla
ipotesi di mediazione. tentazione di ridurre l’uomo e il mondo a un sistema globale e unitario alla maniera del
Ed in effetti l’idea di persona come atto anziché conoscenza e amore sottendeva una comunismo.
concezione idealistico-rivoluzionaria in Marc che si rivelava scettica nei confronti di una Entro questo spazio, definito più da ciò che non deve essere che da ciò che è, si colloca,
possibilità di miglioramento graduale della società. L’atto implicava invece una volontà di dunque, l’originale tentativo di Alexandre Marc di fare coesistere libertà e socialismo, un
rottura anche se egli si sforzava di isolarlo nell’elemento della volontà, a livello tentativo non fatto all’insegna del riformismo ma all’insegna dell’ “andare oltre”, della
meramente spirituale, senza riuscire però a persuadere i suoi interlocutori. negazione più che di una precisa volontà di sistema.
E’ proprio da questa incomprensione derivante dal diverso significato attribuito all’idea di Pasqual Ory ha osservato che in tale tesi è presente la classica ambiguità di coloro che
persona che si era consolidata in lui l’esigenza di cimentarsi direttamente nel progetto di rimproverano alla filosofia politica del razionalismo laico sia il materialismo che
organizzazione di un nuovo modello di società in cui la persona potesse divenire il l’idealismo e che per uscire da questo presunto vicolo
concetto architrave per una trasformazione politica e dove degli spazi di libertà e A livello politico, il cieco propongono la terza via, quella spirituale3. Ma c’è
autonomia potessero essere previsti accanto alla solidarietà senza che ciò comportasse federalismo permetteva da chiedersi, commenta Ory se questa novità non sia
concessioni a forme di socializzazione. altro che una questione di vocabolario. Certo, alla
di superare la
Marc partiva nelle sue analisi dalla critica sia del liberalismo che del comunismo: a suo sostenibilità e giustificabilità di tale metodo che, in
avviso, essi erano fungibili tra loro perché espressione di un identico costruttivismo concezione liberale che, ultima analisi come abbiamo detto, sarà inteso
razionalistico, organizzatore della produzione in base alla catena di montaggio, nella portata agli estremi, genericamente come “federalismo”, Marc cercherà di
versione liberale, e alle pianificazioni forzate, nella visione comunista. Ma denunciava, al rischiava di dare una risposta durante l’intero corso della sua
contempo, anche l’appello al volontarismo irrazionalista altrettanto pericoloso perché riflessione, non restando, in ultima analisi, neppure lui
misconoscere anche i
conduceva direttamente ai regimi totalitari a lui contemporanei. completamente soddisfatto, ma ciò che qui importa
Era necessario, dunque, prendere egualmente le distanze dai modelli di società il cui diritti dell’uomo come constatare è che il risultato che ne esce è quello legato
fondamento era l’individualismo metodologico o il faceva il capitalista a una prospettiva che potremmo definire appunto
materialismo dialettico o, infine, il richiamo idealistico Per Marc vi era una quando non teneva liberal-socialista e non, come si è voluto sottolineare,
all’idea di nazione o di razza. Per Marc vi era, invece, sorta di fondazione totalitaria. Se, infatti, si analizzano le sue proposte
conto dei diritti dei
una sorta di fondazione plurima della realtà e le emerge chiaro che è questo l’obbiettivo che ha sempre
plurima della realtà e le lavoratori; permetteva
opposizioni, le contraddizioni sociali non trovavano perseguito.
soluzione in delle sintesi ma solo in nuovi continui e opposizioni, le altresì di guardarsi dalla Innanzitutto per quanto concerne il diritto di proprietà
sempre rinnovabili equilibri e forme di coordinazione. contraddizioni sociali tentazione di ridurre esso é giustificato solo a condizione che si tratti di un
Egli chiamava questo fondamento il metodo “dicotomico”, non trovavano soluzione diritto “a misura d’uomo” sia quanto a dimensioni che a
l’uomo e il mondo a un
e lo identificava nel federalismo che rappresentava in capacità di controllo sulla stessa. Marc critica infatti
in delle sintesi ma solo sistema globale e
concreto il modo in cui tali equilibri e coordinazioni si tutte le forme di proprietà che sono disgiunte dalla
potevano realizzare. Se si accettava una simile in nuovi continui e unitario alla maniera del dimensione personale, in primo luogo quella delle
prospettiva, allora si poteva evitare, per Marc, il pericolo sempre rinnovabili comunismo società anonime che, dice, non conoscono uomini ma
di trovarsi di fronte all’impasse che conduceva o ad una equilibri e forme di solo azionisti “numerati e intercambiabili”. Allo stesso
visione relativistica negatrice di ogni fondamento (quella coordinazione
dell’anarchismo) o alla visione propria dell’assolutismo 3 P. Ory, Troisièmes voies à la française in AAVV, Nouvelle Histoire des Idées politiques, Paris Hachette
1987 pp.451-459.
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modo, però, anche chi pretende di misurare la proprietà sotto veste di salario, in base alla Marc, il solo e limitato ambito entro il quale c’è spazio per un settore pianificato
quantità industriale di oggetti prodotti, svaluta il lavoro prestato dalla persona. Il dell’economia. Tutti debbono prestare tale servizio civile in modo da garantire la
comunismo in modi diversi spossessa l’uomo dalla proprietà né più né meno di come fa il produzione dei servizi di base essenziali. Assolto questo obbligo e provveduto così alle
capitalismo: “il capitalismo conduce alla separazione dell’uomo dalla proprietà, ossia allo esigenze primarie “incomprimibili”, ciascuno deve poter essere libero di agire nel mercato,
sradicamento …il comunismo prende quest’uomo sradicato, privato non solo della e il suo livello di benessere e di realizzazione dipenderà dal merito, dalla capacità e anche
proprietà, ma anche dell’attaccamento nazionale vero e proprio, della patria regionale, dal rischio cui si sottomette.
della famiglia e ne fa l’ideale che si chiama proletario”4. In altri termini, per Marc, non c’è Quanto alle produzioni che richiedono una vasta organizzazione egli propone,
soluzione di continuità tra capitalismo e comunismo; quest’ultimo si limita a radicalizzare riservandosi ulteriori approfondimenti, la formula della corporazione che concepisce come
il processo di spossessamento i cui germi però sono ben presenti anche nel liberalismo. un organo di cooperazione tra gruppi professionali diversi con una sorta di struttura
Le nazionalizzazioni e le collettivizzazioni mostrano solo la maggior “logicità” del reticolare di comunicazione. La corporazione va intesa come un istituto ben diverso dal
comunismo nel perseguire tale spossessamento scientificamente intervenendo anche negli modello che a quei tempi proponeva il fascismo. Anzi l’insistenza con cui prende le
ambiti privati: “ il sistema, perchè si tratta di uno solo, distanze da quest’ultimo, anche attraverso un articolo pubblicato sul giornale italiano “Il
finisce nella maggior tirannide che l’umanità abbia La società a cui pensa è Cantiere” nel 1934, ha come obbiettivo il rivendicare proprio il carattere autonomo della
conosciuto a causa della coincidenza nelle mani dello corporazione rispetto al ruolo di organizzatore e controllore che vi esercita lo stato in
una società in cui è
stato, anche di quello liberale, della iniziativa politica ed Italia7.
economica. Davanti a questo potere centrale mostruoso
garantita a ciascuno la In realtà dietro questa sua concezione di corporazione sta la riflessione sul problema della
l’uomo è privo di tutte le difese naturali: regioni, possibilità di rappresentanza per interessi e non politica che derivava
Dietro la sua concezione
corporazioni, famiglia e proprietà”5. autorealizzazione. Si in Francia dal pensiero proudhoniano e dal
Dunque, i punti di riferimento per la persona sono di corporazione sta la sindacalismo rivoluzionario. Questa prospettiva, che
tratta da un lato, di
rappresentati da questi ultimi istituti che le permettono riflessione sul problema esaltava il dato della rappresentazione come specchio
di realizzarsi direttamente. La società a cui pensa è una
mettere in atto una serie della società e non come delega, è quella a cui Marc si
della rappresentanza
società in cui è garantita a ciascuno la possibilità di di misure che diano riferisce. Non a caso è a questa stessa matrice culturale
per interessi e non
questa autorealizzazione. Si tratta allora, da un lato, di eguale opportunità di che si riallaccia anche l’altro versante della
mettere in atto una serie di misure che diano eguale politica che derivava in contestazione di Marc, quello riguardante la questione
partenza, senza
opportunità di partenza senza, però, garantire il risultato Francia dal pensiero del potere e dello stato il cui solo compito doveva
che sarà diverso a seconda dei diversi meriti di ognuno.
garantire il risultato che essere quello di garantire l’indipendenza dei singoli e
proudhoniano e dal
Dall’altro, si tratta di destrutturare un potere sarà diverso a seconda delle comunità. Al tradizionale aspetto ordinatorio e
sindacalismo
tradizionalmente concentrato nelle istituzioni statali e di dei diversi meriti di sanzionatorio della struttura statale Marc sostituisce il
diffonderlo sul territorio in modo da consentire la rivoluzionario. Questa principio della coordinazione delle funzioni al punto da
ognuno. Dall’altro, si
partecipazione allargata. prospettiva, che esaltava sostenere, in linea con le tesi di M. Hauriou, di L.
Per quanto concerne il primo aspetto, Marc ricorre alla
tratta di destrutturare Duguit e di G. Gurvitch, contro il positivismo giuridico
il dato della
tesi già sostenuta da Robert Aron e Arnaud Dandieu nel un potere imperante, che il fondamento del diritto non è da
rappresentazione come
saggio La révolution nécessaire6 cioè la necessità di tradizionalmente cercare nello stato, ma nei corpi sociali che generano il
prevedere un servizio sociale civile obbligatorio per tutti specchio della società e diritto, mentre lo stato fornisce loro solo il luogo
concentrato nelle
allo scopo di poter finanziare “il minimo sociale non come delega, è propizio all’esistenza e allo sviluppo.
garantito” cioè un alloggio, cibo, vesti utili per la
istituzioni statali e di Da ciò la valorizzazione delle piccole comunità: “è dal
quella a cui Marc si
sussistenza. Tale servizio civile configura, nella visione di diffonderlo sul territorio sentimento irriducibile di attaccamento al proprio
riferisce
ambiente, dal rapporto spontaneo che si stabilisce tra
4 D.Ardouint et a. Marc, Libération de la Propriété, « Ordre Nouveau », décembre 1934, pp. 7-12.
5 Ivi.
6 A. Dandieu et R. Aron, La Révolution nécessaire (1933), Jeanmichelplace, Cahors, 1993. 7 Cfr. A. Marc, Ordre Nouveau e il corporativismo, “Il Cantiere”, 25 agosto 1934.
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essere umano e potenza del suolo e del sangue che deriva il vero patriottismo”8. La patria tema di fondo è quello dell’antiautoritarismo.
é quella in cui si riconoscono le proprie radici e non quella struttura artificiale e lontana Durante e dopo la guerra, l’intera sua attività culturale continuerà sulla base delle stesse
che coincide con lo stato-nazione; lo Stato va inteso con la s minuscola e perciò non come premesse sia quando inviterà tutte le forze disperse degli ex compagni non conformisti a
ente organizzatore ma semplicemente coordinatore delle diverse realtà dei gruppi sociali. federarsi sotto l’insegna “l’unione o la morte” nel 1937; sia quando, dopo la fine del
Questa coordinazione poteva assumere esclusivamente la forma istituzionale della governo di Vichy, si augurerà che la ricostruzione del tessuto civile e politico della Francia
federazione tra comuni, non quindi la forma del super-stato nella quale si è “travestita” la possa essere rifondato proprio su basi federaliste. Ma è in ambito internazionale che la
federazione negli Stati Uniti dove, ad avviso di Marc, serve esclusivamente alla finanza, né sua tesi troverà un’eco più ampia contribuendo a farne uno dei protagonisti della battaglia
in quella delle repubbliche federaliste sovietiche, dove serve a nascondere un per la costruzione dell’Europa.
produttivismo colonizzatore e una tirannide statale, né, infine, nella versione della Nel dopoguerra preferirà definirsi “socialista libertario” e quasi per vezzo intellettuale
Mitteuropa tedesca dove è al servizio dell’imperialismo della razza. continuerà ad insistere sul termine rivoluzione per sottolineare la necessità del
Il concetto di federalismo cui fa riferimento fin da queste giovanili ricerche va ridefinito e cambiamento dello status quo in direzione della diffusione del potere. Porterà questo
distinto dai modi in cui è stato realizzato che, per Marc, celano tutti, seppur in diverso atteggiamento anche nelle riunioni che si faranno all’interno del movimento federalista
modo, un eguale approccio autoritario. europeo e si scontrerà allora in particolare con
Il tentativo di mantenersi coerente al postulato di base ni droite ni gauche, di porsi
Nel dopoguerra preferirà Altiero Spinelli che, invece, partiva da una diversa
sempre al di là di “destra e sinistra” vuol dire dunque per lui allargamento della definirsi “socialista sensibilità nei confronti del problema dell’Europa.
partecipazione ed eliminazione di ogni momento delegato. L’insofferenza nei confronti libertario” e continuerà ad Quest’ultimo, lungi dal pensarla come una struttura
delle realizzazioni contemporanee gli impedisce, come di potere diffuso e reticolare, vedeva nel federalismo,
lo Stato va inteso con la insistere sul termine
dicevamo, di dichiararsi a chiare lettere, quale fu in come già Hamilton in America, soprattutto un
realtà, cioè un liberal-socialista intendendo per tale s minuscola e perciò rivoluzione per governo centrale forte, seppur limitato quanto a
definizione colui che, consapevole della valenza di come coordinatore delle sottolineare la necessità competenze, che avrebbe finalmente consentito di
entrambe le prospettive cerca il modo di farle coesistere ( diverse realtà dei gruppi del cambiamento dello superare le pretese egoistiche dei singoli stati-
liberalismo senza certi eccessi del liberismo, socialismo nazione. Il discorso di Marc, invece, prevedeva la
sociali. Questa status quo in direzione
senza quelli del materialismo). costruzione dell’Europa come il primo passo verso un
Il suo pregiudizio antiriformista, dichiarato a più riprese coordinazione poteva della diffusione del allargamento che avrebbe portato poi a una
più che effettivamente perseguito, unito all’uso di alcuni assumere potere. Porterà questo federazione mondiale e, restando sul piano teorico,
termini che appartenevano anche alle ideologie che pur esclusivamente la forma atteggiamento anche nelle era perciò, spesso, bonariamente considerato
combatteva, quali appunto il tema della corporazione, il un’utopista dallo stesso Spinelli.
istituzionale della riunioni che si faranno
mito della gioventù o l’insistenza sugli aspetti materiali Tali divergenze non impedirono, comunque, una
di sangue e terra legati al concetto di piccola patria, federazione tra comuni, all’interno del movimento loro collaborazione sul piano pratico; se è vero che
hanno, come dicevamo, indotto J. Hellman a collocarlo tra non la forma del super- federalista europeo e si per Marc il federalismo era una bandiera che non
i simpatizzanti del fascismo e del nazismo. Una simile stato nella quale si è scontrerà allora in poteva esser ristretta ad un ambito solo europeo, ma
lettura però se riferita a Marc, risulta poco plausibile era un valore da difendere su scala mondiale, è pur
“travestita” la particolare con Altiero
perché distorsiva dei fini che egli si è proposto e gli vero che, quando la battaglia per la costruzione
argomenti a sua giustificazione paiono federazione negli Stati Spinelli che, invece, dell’Europa si rivelava complicata e difficile, egli non
insufficientemente contestualizzati. Se, infatti, ci si Uniti né in quella delle partiva da una diversa esitava ad accettare le mediazioni e financo i
addentra alla ricerca del senso che egli ha voluto dare al repubbliche federaliste sensibilità nei confronti compromessi della politica pur di promuovere il
suo pensiero federalista, peraltro sempre in formazione e sovietiche del problema dell’Europa processo di unificazione. Il suo agire concreto era
mai considerato da lui definitivo, balza evidente che il esso stesso all’insegna dell’accettazione di quel

8 A. Marc, Patrie, Nation, Etat, “Ordre Nouveau”, juin, 1936, p. 30.


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gradualismo che “teoricamente” diceva di ripudiare9. A conti fatti, la sua era una strategia
pienamente consapevole: il richiamo ad “andare oltre”, alla necessità di una rivoluzione
spirituale era per lui la maniera di tenere gli animi all’erta in difesa di quella libertà che
vedeva continuamente minacciata.

DOCUMENTI

9 Lettera di A.Marc a Luciano Bolis 15 dicembre 1991, ora in “Combat”, febbraio 1993, p. 43-48:
“apparentemente Altiero Spinelli ed io ci eravamo confrontati sul piano delle ideologie e, mentre sul
piano della tattica le nostre differenze erano assai meno significative. Quanto alla strategia essa ci ha
spesso permesso di unire efficacemente i nostri sforzi”.
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Documenti del profitto e l'economia del bisogno, tra l'automatismo e il piano, tra il mero piano
economico e il piano urbanistico, tra la città elefantiaca e l'insediamento a misura d'uomo,
MANIFESTO PROGRAMMATICO DI COMUNITA’
e infine tra l'ipotetico idillio di una società avvenire e la reale angoscia delle «generazioni
bruciate», - noi sapremo immediatamente qual' è la nostra parte.
La Direzione Politica Esecutiva del Movimento Comunità, riunitasi a Roma nel gennaio
A questa morale personalistica (in cui convergono tutti gli elementi più urgenti della
1953, ha deliberato di rendere pubblica una dichiarazione politica che prenda in esame la
morale cristiana, dell'anarchismo, del liberalismo, del socialismo) noi crediamo sia
situazione italiana e internazionale, allo scopo di precisare in modo esplicito alcuni punti
indispensabile rimanere fedeli se si vuole, dalla profonda crisi del nostro tempo, risalire
fondamentali delle sue linee d'azione. Secondo la natura e gli scopi del Movimento
alla gioia della libertà e all' unità dell'uomo.
Comunità, che non è impegnato, al modo dei partiti, nella tattica del giorno per giorno,
ma è volto, con i suoi organi di studio e con quelli più propriamente politici, al riesame e
Lotta per un socialismo istituzionale.
al rinnovamento delle strutture stesse del regime democratico, la presente dichiarazione
2. - Il mondo politico contemporaneo è oggi profondamente diviso da un massiccio
affronta i problemi della vita italiana con una prospettiva molto ampia, in senso che
contrapporsi di blocchi armati, animati l'uno contro l'altro da uno spirito di crociata. Nel
potremmo chiamare strategico o radicale. Un simile impegno non è certamente volontario
suo richiamarsi ai valori della civiltà cristiana e della libertà personale, il Movimento
astrattismo, ma al contrario fa parte integrante del nostro programma politico.
Comunità si inserisce per sua natura nella cultura occidentale, ma non accetta le premesse
dell'attuale schieramento di stati che prende il nome, appunto, di. occidentale. Sotto la
Programma aperto.
egida di tale schieramento si dànno infatti per risolti, una volta per tutte, problemi che
1. - Le definizioni che del Movimento Comunità si possono dare secondo il linguaggio
invece attendono ancora, nella nostra società, soluzione urgente. Quello che fu chiesto
politico corrente sono insufficienti. Il Movimento Comunità è antifascista, repubblicano,
con drammatica evidenza per il mondo comunista, l'habeas animam, non è certamente
democratico, federalista, cristiano e laico1, socialista e personalista: ma tali
acquisito nella società capitalistica ed in gran parte degli Stati democratici. I delitti
caratterizzazioni, se possono servire a situare approssimativamente il Movimento
tradizionali del mondo capitalistico, il pauperismo, la disoccupazione endemica, lo
Comunità in un settore dello schieramento culturale e politico italiano, ne indicano la
sfruttamento in nome del privilegio, si accompagnano oggi in molti stati con una
realtà solo in modo generico. L' azione programmatica del Movimento Comunità esula
mortificazione crescente della stessa democrazia formale, della libertà di stampa, di
infatti dai limiti tradizionali della «politica» intesa come rapporto di forze, e si fonda su
riunione, di espressione, con il diminuito rispetto per le minoranze religiose e razziali,
una diversa moralità sociale: «politica» è per noi la possibilità dell'uomo di armonizzare e
ecc. Inoltre, l'insorgere delle lotte coloniali e il risvegliarsi alla coscienza politica di larghe
sintetizzare esigenze e vocazioni diverse, e azione politica è lo sforzo di creare istituzioni
masse popolari di oriente è, storicamente, uno dei fatti centrali del nostro tempo e non
che rendano operante tale possibilità. Politica è rapporto attivo, consapevole, armonioso
può essere risolto in alcun modo nel quadro semplicistico della contrapposizione oriente-
tra l'uomo e l'ambiente del suo operare quotidiano, e azione politica è la ricerca delle
occidente, ove «occidente» si identificherebbe con democrazia.
condizioni in cui questo rapporto possa avere vita. Di qui, in via d' esempio, il grande
D'altra parte, il mondo comunista staliniano è ormai fondato sulla certezza che in esso si
valore «politico» che ha per noi l'urbanistica. Di qui soprattutto il nostro rifiuto di
realizzerà un regno di intera prosperità, di intera felicità, di intera perfezione, e giustifica
distinguere tra morale personale e morale politica. Il nostro rifiuto di subordinare, in
quindi, con questo utopismo d'idillio, la più spietata «moralità di Stato». Lo Stato, per
ordine alla moralità, i mezzi ai fini. Il rifiuto della violenza se non di fronte alla aperta
l'escatologia marxistica, è destinato a scomparire, con il «salto dal Regno della Necessità
prevaricazione. La fiducia nella tolleranza come attivo dialogo e non come passiva
al Regno della Libertà».
rassegnazione. Il rifiuto di ogni forma di sfrutamento dell'uomo. Il rispetto assoluto della
Su questo piano si è basato, da parte dei comunisti da Lenin in poi, il rifiuto di creare uno
persona umana.
Stato che si fondi sul diritto. E così anche l'anarchia prevista da Lenin (quella che
Dovunque ci sia conflitto, per esempio, tra la macchina e l'uomo, tra lo stato e un ente
determinati mutamenti di Struttura finirebbero per realizzare nel tempo) perde quel valore
territoriale locale, tra la tecnica e la cultura, tra la burocrazia e il cittadino, tra l'economia
almeno pedagogico che ha, nei migliori tra gli anarchici, 1'anarchismo vissuto e attuale:
continuo richiamo, e tensione, verso un'anarchia ideale che non si potrà mai - appunto -
1
«L'indirizzo spirituale del nuovo Stato è rappresentato da quell'insieme di valori spirituali e morali che
realizzare nel tempo, ma che pur sempre rappresenterà una pietra di paragone per le
per accettazione comune si intendono denominare "civiltà cristiana". Pertanto la legge superiore della
strutture sociali in atto o in fieri.
Comunità è illuminata dall'Evangelo. Questa dichiarazione non implica per nessuno una sottomissione
politica all'autorità religiosa, ma il riconoscimento definitivo da parte dei laici, credenti e non credenti,
cattolici e non cattolici, dei valori spirituali contenuti nel Vangelo». Proposizioni fondamentali 1949 del
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Movimento Comunità, n. I.
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Ora, noi crediamo di doverci distinguere non solo dai socialisti rivoluzionari e comunisti, In conclusione, il Movimento Comunità, che:
ma anche dai socialisti riformisti che accettano passivamente le costituzioni «borghesi», • da un lato accetta l'unità delle forze del lavoro nella lotta contro il privilegio,
volti solo alla riforma della legislazione economico-sociale e scarsamente consapevoli del • ma in questa lotta vuol scendere più a fondo di quell'economicismo che (lo si riconosca
valore sociale del diritto come tale; che cioè guardano antistoricisticamente al punto in o no) è ineliminabile nell'impostazione marxistica, in quanto non si tratta soltanto di
cui, terminate le graduali trasformazioni, si perverrà alla società socialista, della cui stabilire a chi sia attribuita la proprietà, ma anche quale sia la distribuzione di potere che
configurazione istituzionale poco si preoccupano. E crediamo di poter opporre, agli uni e essa determina;
agli altri, con molta fermezza, che mèta della lotta politica debba essere la creazione di un • dall'altro lato non crede nel mito della rivoluzione in quanto tale, ma piuttosto ricerca
nuovo ordine giuridico, istituzionale, che risponda al requisito, perennemente essenziale, quegli strumenti, rivoluzionari o gradualistici, che arrivano più rapidamente allo scopo,
di risultare, di volta in volta, fondato su norme certe uguali per tutti. Parlare di «diritto con minor violenza alla libertà e soprattutto con minor confusione tra fini e mezzi;
rivoluzionario» è una contraddizione in termini (se non lo si intenda come una semplice • e dissente in egual misura sia dai moralisti che pretendono di mutare astrattamente gli
formula politica di comodo): occorre distinguere sempre tra la singolarità del fatto e la uomini prima della realtà sociale, sia dai marxisti che sopravvalutano la priorità del
generalità del diritto. Potrà mutare il contenuto di un dato sistema giuridico, e, in luogo mutamento delle strutture economiche nel processo di rinnovamento sociale ;
del diritto «borghese», aversene altri ispirati al cristianesimo, al socialismo, ecc.; ma il • e infine prende a fondamento della propria opera il valore «sociale» del diritto e a
diritto dovrà presentarsi sempre come una ipotesi di lavoro ben certa. In tal senso, contro propria mèta la creazione di un «ordine» nuovo, ordine giuridico, istituzionale, fondato sul
le «costituzioni rivoluzionarie», ibrida e diseducativa mescolanza di diritto e di fatto, di diritto come norma certa, si pone nella realtà politica contemporanea come una forza
rivoluzione e di ordine nuovo, consideriamo il diritto una delle garanzie più forti contro gli operante di «socialismo istituzionale».
arbitrî e i trasformismi. (Del resto, vecchia verità questa: furono i plebei a esigere leggi
certe, «scritte», le future XII Tavole)2: Comunità territoriali e ordini politici.
3. - Quale sia poi il nuovo ordine, la istituzionalità congrua di quella libera civiltà della
quale il Movimento Comunità vuol farsi promotore, è stato illustrato nella letteratura del
2
Ci rendiamo conto che il pensiero di Lenin (il testo fondamentale è, come si sa, Stato e rivoluzione) è
Movimento, e basterà qui accennarne gli elementi essenziali.
spiegabilmente contradditorio, oscillando fra diverse esigenze - le necessità della pratica e quelle della
Lo stato comunitario, fondato sulla integrazione armonica delle forze del lavoro e della
polemica teorica con gli anarchici; le necessità della rottura rivoluzionaria e quelle di prospettare una
cultura con quelle della democrazia, su una proprietà socializzata e radicata agli Enti
legalità che permetta il funzionamento dell'ordine nuovo, eccetera. Ma, in linea generale, si può dire
territoriali autonomi (le Comunità), insisterà sulla tradizionale separazione dei poteri e sul
che per lui ci si avvii, attraverso uno Stato socialista, al futuro comunismo propriamente detto, dove ci
sarà una società politicamente organizzata ma non la consueta coazione statale (cfr. le osservazioni
dello Schlesinger in La teoria del diritto nell'Unione sovietica, Torino, 1952, al cap. Il - è possibile consolidamento e lo sviluppo del regime socialista e rappresenta il nucleo dirigente di tutte le
immaginare variamente le caratteristiche di questo finale stadio comunista: «totale realizzazione dei organizzazioni dei lavoratori, tanto sociali che di stato».
definitivi ideali del liberalismo e dell'anarchismo» o «ferrea disciplina in cui nessuno osi opporsi alla Articolo 141 :
decisione della maggioranza»?). Di questo Stato socialista è tuttavia difficile prevedere se sia una fase «I candidati alle elezioni vengono presentati per circoscrizioni elettorali.
transitoria di pochi anni o di secoli; ed è difficile dire con esattezza quale è il significato di dittatura e Il diritto di presentare dei candidati è assicurato alle organizzazioni sociali e alle associazioni dei
di legalità (fino a che punto dittatura in senso stretto, e quando dittatura in senso puramente lavoratori: alle organizzazioni del Partito comunista, ai sindacati, alle cooperative, alle organizzazioni
sociologico, che non esclude a priori la legalità). Comunque a noi importa denunciare intanto gli della gioventù, alle società culturali».
sviluppi storici del leninismo: che sinteticamente possono essere resi da due articoli della Costituzione Viscinskij (citato dallo Schlesinger, op. cit., cap. VIII) ha fatto nel 1939 alcune precisazioni sul diritto
sovietica del 1936 (artt. 126 e 141) e da un commento teorico autorevole, di Viscinskij. socialista: «Il diritto socialista durante il compimento della ricostruzione socialista e il graduale
Articolo 126: trapasso dal socialismo al comunismo» viene definito come «un sistema di norme stabilite in forza di
legge dallo Stato dei lavoratori, ed esprimente la volontà dell'intero popolo sovietico, guidato dalle
«In conformità con gli interessi dei lavoratori e allo scopo di sviluppare l'iniziativa delle masse popolari
classi lavoratrici capeggiate dal Partito comunista, al fine di proteggere, rafforzare e sviluppare i
nel campo dell'organizzazione e la loro attività politica, è assicurato ai cittadini dell'U.R.S.S. il diritto di
rapporti socialisti e la formazione di una società comunista». Se, malgrado la Costituzione del 1936 e
unirsi in organizzazioni sociali: sindacati, cooperative, organizzazioni della gioventù, organizzazioni
le varie dichiarazioni teoriche di uomini sovietici autorevoli, ci sia una più profonda intenzione di
sportive e di difesa, società culturali, tecniche e scientifiche, - mentre i cittadini più attivi e più arrivare a dissolvere il partito nello Stato, ciò va debitamente provato: ma, secondo noi, non può essere
coscienti appartenenti alla classe operaia e agli altri strati di lavoratori si uniscono nel Partito provato, almeno per ciò che riguarda il gruppo attualmente al potere. L 'ultimo congresso del partito
comunista (bolscevico) dell'U.R.S.S., che è l'avanguardia dei lavoratori nella loro lotta per il comunista dell 'U .R.S.S. conferma la nostra convinzione.
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principio di un nuovo integrale federalismo interno, inteso nel senso di equilibrio di Come si esprime a questo proposito Adriano Olivetti nel suo volume L'ordine politico delle
autonomie tra periferia e centro. Inoltre esso si porrà il problema fondamentale della Comunità4, "La libertà è garantita quando si stabilisca giuridicamente un nuovo equilibrio
rappresentanza politica, non affrontato che parzialmente dalla democrazia politica e tra le forze sociali e spirituali che vivono in uno Stato moderno. Questo equilibrio, che
risolto invece per eccesso dal regime sovietico. Il suffragio universale dello stato abbiamo già analizzato nelle sue tre componenti (cultura lavoro democrazia) è
democratico infatti, specialmente in regime di partitocrazia, non dà assolutamente rappresentato nelle singole Comunità dal nucleo originario del potere.
garanzie per la formazione di una classe dirigente politica «aperta», cioè alimentata e "La formazione differenziata e indipendente di ciascuno degli organi tra i quali è diviso
provata dal passaggio obbligato attraverso il governo degli enti territoriali minori e di l'esercizio dei tre poteri, legislativo, esecutivo, giudiziario, deve riflettere l'equilibrio
aggregati sociali naturali come scuole, aziende, sindacati; e la teoria del Gruppo Guida, politico rappresentato dal nucleo originario del Potere.
accettata nello Stato sovietico, è ben lontana dall'offrirci le necessarie guarentigie "La libertà non è adunque salvaguardata unicamente dalla separazione e dall'equilibrio dei
giuridiche circa la formazione, l'apertura, la sostituibilità di tale Gruppo, e circa il pericolo, poteri, ma anche dall'immissione, entro ciascuno degli organi costituzionali che tali poteri
quindi, che esso si trasformi in oligarchia3. esercitano, delle diverse forze sociali e spirituali che caratterizzano uno Stato moderno.
In verità i mezzi adeguati a raggiungere i nostri fini sono molto complessi e si Solo così il principio vitale della libertà, che è coesistenza di forze, impregnerà come una
prospettano in tre fasi distinte ma compresenti : linfa, in tutte le sue ramificazioni, il grande albero dello Stato ».
• organizzazione istituzionale della cultura fondata sul riconoscimento giuridico di Queste precisazioni possono aiutare a chiarire il carattere antitecnocratico e
istituti culturali specializzati a statuto democratico (Istituti per le Scienze politiche e anticorporativo del Movimento Comunità, che non è stato sinora compreso da tutti. I
Amministrative, per la Istruzione e la Educazione, per Urbanistica, ecc.); tecnici, in quanto tali, rappresentano la specializzazione, l'unilateralità, l'analisi; la
• equilibrio dinamico, nell'àmbito delle Comunità territoriali, tra le forze sindacali, gli competenza del politico invece deve saper vedere ogni esigenza specifica sotto l'angolo
organi decentrati delle istituzioni culturali e i Centri Comunitari di formazione più ampio degli interessi generali, e dei fini stessi, della società. La rappresentanza
democratica. Il potere politico sorgerà come sintesi di queste forze (nucleo originario del professionale di categoria, postulata dai corporativisti, è proprio l'inverso di ciò che
Potere); secondo noi deve proporsi una società organizzata; essa tcnde a rafforzarc gli interessi
• presenza attiva e coerente, in tutte le fasi del processo costituzionale - ad ogni grado costituiti e a rendere più deboli proprio quelli che lo stato dovrebbe difendere come
(Comunità, Regioni, Stato) - delle istanze culturali e delle garanzie democratiche. generali o meglio ancora universali, appartenenti a tutto l'uomo. Il Movimento Comunità
Si ha in tal modo una concreta integrazione e un superamento del marxismo-leninismo, non indica quindi come nuova classe politica gli ordini professionali, ma veri e propri
che affidava la rivoluzione sociale alla diarchia operaio-intellettuale senza tuttavia ordini politici, le cui funzioni riflettono tutte e solamente le attività politiche aventi una
riconoscere il nesso eterno tra libertà e democrazia né il valore differenziato dei termini radice spirituale e una validità universale: giustizia, lavoro, assistenza, educazione,
giustizia, lavoro, educazione, scienza, né in generale la complicazione della società economia, urbanistica.
moderna e quindi dello Stato, il quale abbisogna oggi, per una sua civile esplicazione, di
forme istituzionali pluraliste di delicata struttura. La situazione mondiale.

Popoli coloniali e aree depresse.


4. - Se a questo punto ci trasferiamo sul piano della situazione mondiale, la troviamo
3
Queste osservazioni sono fatte senza ignorare la maggiore «apertura» che si è voluta dare via via al dominata da un problema che ci sembra esemplare sia delle origini del travaglio
Partito comunista dell'U.R.S.S., così da poter essere considerato alla fine una organizzazione più contemporaneo, sia delle possibili soluzioni: il problema, oggi entrato in una fase
nazionale che classista, cioè di un àmbito che tende a coincidere con quello statale. Ma il Partito drammatica e sanguinosa, dei popoli coloniali e del risveglio nazionale d'Africa e
comunista dell'U.R.S.S. rimane pur sempre, e sotto certi aspetti diviene sempre di più, organo di parte, d'Oriente. Su di esso, il pensiero socialista democratico ha denunciato una insufficienza di
in esso si è vincolati a una determinata filosofia politica - dove lo stesso socialismo ne ammetterebbe
sensibilità storica, mentre a noi sembra che proprio qui sia necessario proporre soluzioni
più di una, per non dire innumerevoli -, in esso ha limitazioni assai gravi la democrazia interna e non è
storicamente più fondate e concettualmente più audaci.
possibile un controllo istituzionale del potere dei suoi capi. Inoltre la stessa «apertura», di cui si
discorre sopra, ha indubbiamente valore sul terreno dell'evoluzione costituzionale: ma in effetti, nel
quadro dell'assedio a cui la nazione russa è stata sottoposta per anni da parte delle potenze
capitalistiche, può anche segnare la definitiva involuzione in senso nazionalistico di un ideale
internazionalista. 4
A. O. : L'ordine politico delle Comunità, 2. ed., Milano, 1951, pagg. 310-311.
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Verso questi popoli, gli errori e le colpe degli occidentali sono insieme di governi, di possesso della cultura internazionale (il Disegno di Costituzione Mondiale presentato da
gruppi politici (non esclusi i socialisti democratici), di gruppi di produttori che pur un gruppo di studiosi dell'Università di Chicago) postula accanto ai tradizionali valori
vorrebbero essere considerati liberali, e anche, aggiungiamo, di uomini della cultura. C'è democratici il peso delle istituzioni culturali e delle forze sindacali, vere radici atte a
una notevole incapacità e cattiva volontà, in tutti costoro, di cogliere il senso della storia determinare nel corpo costituzionale una linfa vitale. E in questo ordine di idee è ancora
di questi popoli, uno strano oblìo sulle origini spesso violente delle stesse democrazie l'azione politica di Manvendranath Roy e del suo gruppo neo-umanistico indiano, che lotta
occidentali e una buona dose di presunzione e di arroganza, mista a paura per l'avanzare per l'emancipazione, sul terreno delle idee e su quello delle istituzioni, delle forze della
dello stalinismo, nell'imporre alla libertà forme nate da esperienze storiche particolari od cultura e per una democrazia federalista, «in direzione di piccole organizzate democrazie
estranee. In particolare molti uomini di cultura, che si ritengono versati nei problemi integrate in una struttura a piramide che costituirebbe lo Stato, e dotate, ognuna di esse,
orientali (ma in realtà sono uomini di limitato interesse culturale) passano dalla sufficienza di effettivo potere economico e politico»5.
paternalistica al falso rispetto (il rispetto per le cose «così come stanno») all'infatuazione
per il pittoresco e l'esoterico. In Oriente, come in Occidente, c'è da sceverare il bene dal 5
Manvendranath Roy ha partecipato dal 1906 al movimento di liberazione nazionale in India e, dal
male. Nelle loro correnti migliori le grandi religioni orientali sono tolleranti, e fiere della 1917, ha avuto un ruolo di primaria importanza entro le formazioni politiche di sinistra d'Asia,
loro tolleranza; la democrazia locale ha spesso tradizioni millenarie in diverse civiltà d'Europa e d'America (Messico). Per molti anni è stato a capo del «dipartimento orientale»
contadine dell'oriente. Ora, gli schemi della democrazia partitica (e certi precisi interessi dell'Internazionale Comunista: si è poi via via orientato verso posizioni «al di là del comunismo», di
da conservare o da alimentare) hanno portato gli occidentali «democratici» all'appoggio di umanesimo radicale, per le quali al mutamento delle strutture economico-sociali si nega la priorità
forze, che non hanno alcuna seria analogia con le borghesie - illuministiche e assoluta e viene richiesta, come fondamentale al pari di esso, la fondazione di istituti per l'esercizio
imprenditrici - dell'occidente sette-ottocentesco. Un formale (e interessato, e sollecitato concreto e diretto, da parte di tutti, delle libertà indi viduali («salvo che come somma totale di libertà e
anche dalle burocrazie coloniali) rispetto della situazione costituita, il pregiudizio nei di benessere attualmente goduti da parte degli individui, la liberazione sociale e il progresso sono
riguardi di qualsiasi possibile successore giacobino, fanno sì, poi, che gli occidentali ideali immaginari, che non verranno mai realizzati»). Roy è uno dei maggiori scrittori politici dell' Asia.
favoriscano continuamente le forze più illiberali: nazionalisti confessionali, latifondisti, Nel recensire The Meaning of Democracy, di Ivor Brown (sulla rivista The Humanist Way da lui diretta -
appaltatori di tasse per conto di autocrazie feudali, tirannici scontisti, affaristi legati a [voI. IV, n. 4, 1951]) egli scriveva: «Non c'è dubbio che l'autore [Brown] attribuisce, nella sua
esposizione, importanza di primo piano ai partiti politici. Egli è certo conscio dei pericoli legati ai
interessi esterni al paese e affermatisi all'ombra delle armi straniere, tutte categorie che
partiti politici, ma ritiene che possano essere eliminati con una riforma delle condizioni delle masse.
non hanno alcun interesse né economico-sociale né culturale o religioso alla libertà.
Non appare chiaro come, esistendo i partiti politici, si possa evitare la lotta per il potere; e se la lotta
Viceversa l'esperienza recente ci insegna che in questi paesi arretrati, una rivoluzione
per il potere continua ad essere la molla della prassi politica, l'inganno e la demagogia saranno
sociale ha inizio con un'alleanza di elementi eterogenei, nella quale solo il permanere di all'ordine del giorno. In realtà i metodi che l'autore cerca di correggere nel suo volume sono da
certe cause specifiche finisce per determinare la prevalenza dello stalinismo, spesso in attribuirsi in massima parte ai partiti politici. Brown ammette tuttavia che i partiti (e nel caso
minoranza all'inizio. D'altra parte i comunisti, che nel voler risvegliare la spinta libertaria particolare si deve intendere i partiti politici) sono inevitabili, in quanto, affondano le loro radici nella
di larghe masse - specie rurali - sono, storicamente, dalla parte della ragione, operano in natura stessa degli uomini. Non ci riesce di comprendere lo scopo di tutta la fatica da lui spesa a
questo proposito. I partiti politici propriamente detti hanno origine recente, e sono concepiti nel
nome di una libertà etnica, razziale, che non è esattamente la nostra libertà.
presupposto che la detenzione del potere politico sia essenziale per il conseguimento dei mutamenti
Ora, invece, è da dire che nei paesi che escono da un regime coloniale, come in genere in
sociali e costituzionali desiderati. Quindi la conquista del potere politico è stato l'argomento principale
tutte le aree depresse, le strutture comunitarie particolarmente si prestano a indicare un
dei loro programmi, e buona parte della confusione del mondo di oggi deriva inevitabilmente da
sistema atto ad avviare verso Stati federali sopranazionali. Nei paesi coloniali, come in questo concetto. La tragedia dei tempi moderni è l'atomizzazione della persona, costretta a farsi
genere nelle aree depresse, la tradizionale democrazia politica formale è reazionaria e insignificante e impotente in mezzo a una società potente e ad uno Stato onnipotente. I partiti politici
masse inorganizzate di milioni di uomini, con larga prevalenza di contadini, non hanno hanno colto tutti i vantaggi possibili dalla situazione, ed hanno fatto dell'individuo un essere vuoto e
per mezzo di essa la possibilità di esprimere organismi validi ai fini della civiltà. Le masse miserabile. Ci sembra che la soluzione sia da ricercarsi in direzione di un sistema di piccole
organizzate democrazie, integrate in una struttura a piramide, che costituirebbe lo Stato, e dotate,
rimangono fatalmente dominio di oligarchie totalitarie, sia che alzino la rossa bandiera
ognuna di esse, di effettivo potere economico e politico. Lo stesso Brown dimostra di cogliere il punto
della rivoluzione, sia che sotto le apparenze delle libertà nominali si facciano strumento di
essenziale quando scrive che «la decentralizzazione del controllo industriale ed economico, effettuata
un feudalismo decadente. Le strutture comunitarie, fondate su integrazioni tra il principio
in modo che l'operaio senta che attraverso il suo voto egli diviene qualcuno sia nella fabbrica che nello
territoriale e il principio funzionale, offrirebbero una interessante soluzione a un arduo Stato, è evidentemente la necessità del momento attuale». Questo concetto merita di essere studiato
problema costituzionale sinora insoluto. Anche un documento di alto interesse in ed daborato in tutti i suoi aspetti e le sue conseguenze, e ciò che qui si vuol concedere a ogni operaio
«spetta altresì ad ogni cittadino nei confronti del potere politico ed economico».
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Per tornare su un terreno più contingente, è chiaro che gli occidentali rimarranno sovrani, ma sboccare in Asia e in Africa in federazioni continentali e sub-continentali
nell'errore sinchè insisteranno nell'appoggiare una economia liberale inesistente: essi che (quale per esempio la Federazione dell' Asia del Sud-Est vagheggiata anche da Nehru)
hanno, in passato, alternato protezionismo e liberismo, a seconda che fosse necessario educate alla lotta per un ordine internazionale.
fortificare le proprie aziende in fase critica o sconfiggere le Industrie artigiane dei paesi
arretrati (mentre spesso, come contropartita, iniziavano uno sfruttamento intenso di L' ordine internazionale.
materie prime, accompagnandovi non raramente la conquista militare). Oggi crediamo 5. - Alla luce di questi esempi, sarà facile risalire alla posizione del Movimento Comunità
apparisca finalmente evidente che il progresso occidentale è legato a una visione unitaria in ordine al problema generale dei rapporti internazionali. La politica estera
del mondo: la sorte del contadino persiano, cinese o indiano è legata alla sorte internazionale, con il contrapporsi di blocchi armati a dividersi l'intera faccia della terra, è
dell'operaio urbano europeo e americano. E ciò per ragioni di comune benessere e di terreno troppo vasto e infuocato perchè il Movimento Comunità possa pensare di
giustizia, di stabilità economica e di ordine internazionale. Pertanto un qualsiasi riarmo è determinarne gli sviluppi con una dichiarazione programmatica. Noi pensiamo tuttavia
giustificato solo nei limiti in cui conservi carattere difensivo e si accompagni a un radicale che, allo stato attuale delle cose, sia piuttosto questione di chiarezza di principi che di
piano di cooperazione economica, attuato senza discriminazioni e sotto la responsabilità abilità diplomatica. Alla consueta antitesi di occidente contro oriente, carica spesso di non
degli Stati, non dei gruppi sezionali. Occorre rendere operante la politica del «punto chiari motivi polemici, abbiamo preferito l'antitesi tra il mondo ove si ha «certezza del
quarto» di Truman6, e tenere soprattutto presente che il riarmo può essere uno strumento diritto» e il mondo in cui questa certezza del diritto non è garantita. O addirittura, se si
sussidiario e di emergenza, ma che, se esso porta ad alleanze degli occidentali coi ceti vuole, tra il mondo ove vige l' habeas corpus e il mondo ove l' habeas corpus non vige,
oppressori nei paesi che lottano per il loro progresso tccnico e per un assetto sociale più qualunque sia il confine geografico che li divide. E per chiarire infine in assoluto i rapporti
giusto, fallisce al suo scopo e va respinto senza compromessi. La lotta per la libertà può tra le democrazie «progressive» in Europa e le democrazie «storiche» in Asia, diremo che
essere sostenuta proprio e soltanto appoggiando le riforme di struttura (specie agrarie), i noi siamo contro la colonizzazione occidentale (in atto) in Asia, e contro la colonizzazione
ceti capaci di realizzarle, e i piani nazionali e sopranazionali, tipo Piano di Colombo7 russa (eventuale) in Europa.
(piano per lo sviluppo economico cooperativo dell' Asia meridionale e sud-orientale, ove Siamo cioè contro tutti quei sistemi che o tendono a fare di alcuni popoli i soggetti e di
sono scartate imposizioni unilaterali). In altri termini, e per concludere: la spinta altri gli oggetti della politica internazionale; contro gli accordi dei «grandi» stipulati in
all'emancipazione nazionale, legata alle aspirazioni libertarie, particolarmente delle masse conto e sulla pelle dei «piccoli», contro le zone d'influenza e ogni tipo di politica di
rurali, e attualmente sorretta dai comunisti, non porterà ad imboccare una via cieca, al potenza.
termine della quale c'è stasi e involuzione se non guerra, solo se accompagnata dalla lotta Siamo, certo, per una assise internazionale di stati, ma contro il tipo di rappresentanza
per il diritto e per la libertà della cultura; e se dovrà non già concludersi in nuovi Stati costituito dall'ONU, ove, in virtù dell'ossequio alle sovranità nazionali, gli Stati Uniti o
l'URSS hanno in linea di diritto lo stesso peso delle più piccole nazioni, mentre, in virtù
dell'ossequio alla politica di potenza, esiste contemporaneamente un diritto di veto per i
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Ecco i passi più importanti del Punto IV di Truman (dal discorso inaugurale da lui tenuto al Congresso
più grandi. E dove, d'altra parte, anche la stessa ammissione all'assemblea, anzichè essere
nel febbraio 1949, come 33° Presidente degli Stati Uniti d' America):
un diritto di ogni stato democratico, è sottoposta ai mutevoli criteri della guerriglia
«Dobbiamo impegnarci in un nuovo audace programma al fine di utilizzare i benefici della nostra
diplomatica. Il primo passo verso una normalizzazione dei rapporti internazionali sarebbe
marcia scientifica e del nostro progresso industriale nel miglioramento e nello sviluppo delle aree
dato certamente dal democratizzarsi interno dell'ONU, ma è ben difficile che una
depresse. (.) Il vecchio imperialismo - sfruttamento da parte di stranieri - non trova posto nei nostri
piani. Ciò che noi intendiamo è un programma di sviluppo fondato sul concetto di un leale Organizzazione delle Nazioni Unite sia democratica, se non sono interamente democratici
comportamento democratico. (.) La democrazia soltanto può fornire quella forza vitale atta a stimolare gli Stati che vi appartengono, e se il mandato ai delegati nazionali non sia conferito in
i popoli del mondo a un'azione vittoriosa non solo contro i loro oppressori umani, ma anche contro i modo più esplicito dai popoli che essi rappresentano.
loro nemici di sempre: fame, miseria, disperazione». D'altro canto, un'altra considerazione ci sembra qui necessaria. Lo stato moderno è
7
Il Piano di Colombo (del 1950. Così chiamato dalla città di Colombo nell'isola dì Ceylon) si concertò
andato via via estendendo in modo inesorabile la rete dei suoi interventi nella vita sociale,
per i paesi asiatici del Commonwealth, con l'accordo di tutte le nazioni del Commonwealth stesso, e
ed è ormai impossibile prescindere dalla sua presenza in qualsiasi azione politica anche
mentre alle riunioni per la sua redazione erano presenti osservatori della Birmania, dell'Indonesia,
marginale. Persino le Internazionali di qualsiasi tipo, hanno perduto quasi del tutto ogni
dell'Indocina e del Siam. E' un piano fondato sul presupposto che sia un dovere per le nazioni più
progredite e in posizione più fortunata, partecipare all'elevazione del livello di vita delle aree arretrate significato politico se non quello di agenzie esecutive di uno Stato guida. Questa
o depresse. Altra sua caratteristica essenziale consiste nel non essere di formazione autoritaria, onnipotenza dello Stato (oggi nessuna opposizione, anche la più accanita, respingerebbe
«unilaterale», ma nel chiamare anzitutto in causa le rappresentanze responsabili dei paesi interessati.
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a priori l'occasione di una partecipazione al governo, qualunque fossero le differenze contro la partitocrazia. Il partito moderno è uno strumento centralizzato e burocratico che
ideologiche con gli altri partiti compartecipi) sembra far concludere per la necessità di svolge nell'àmbito dello Stato una funzione di sclerosi analoga a quella svolta dai
concentrare gli sforzi in favore del superamento degli Stati nazionali interamente sovrani e nazionalismi riguardo alla vita internazionale, e costituisce un diaframma artificiale, e
in favore della costituzione di ordinamenti giuridici superiori, federazioni continentali o spesso oppressivo, tra la realtà sociale e gli organi politici della collettività. Il monopolio
sub-continentali. della vita politica in tutte le sue fasi ormai assunto dai partiti, suggerirebbe una strada -
per altro non scevra di pericoli - per garanzia dei cittadini: cioè un controllo costituzionale
Federazione europea. continuo sulla democraticità interna dei partiti, il che implicherebbe una sorta di
6. - In primo luogo, la Federazione europea. Una Federazione europea, beninteso, aperta riconoscimento giuridico, non interamente dissimile da quello che si è andato imponendo
a tutti gli Stati che vogliano accedervi, accettando un assetto interno di democrazia per i sindacati. Ma, oltre tutto, rimarrebbe sempre estremamente difficile stabilire il
garantita dalle leggi. II Movimento Comunità vede, ripetiamo, un elemento di progresso criterio «obiettivo» per il diritto alla permanenza e per le ammissioni di nuovi soci nel
nel fenomeno federativo, sopranazionale. Nel caso poi particolare dell'Europa, e data la partito. Probabilmente conviene spezzare il monopolio creando una serie di strutture e
divisione del mondo in sfere d'influenza, una Federazione europea è l'unica risposta vincoli costituzionali, che limitino, dall'esterno, i partiti.
democratica coerente ai vari nazionalismi, e anzi l'unica strada per riacquistare alle Fermandoci a un aspetto della contesa elettorale, diremo che l'adozione del sistema
nazioni d'Europa la qualità di soggetti della storia. Inoltre, l'esperienza dimostra che solo proporzionale in questo dopoguerra italiano - nel quale la democrazia ha avuto per buona
Stati strategicamente forti pongono e risolvono il problema delle autonomie all'interno; e parte il carattere reazionario di una restaurazione, con la responsabilità di tutti i partiti
la realtà politica attuale indica che attraverso la battaglia per il federalismo europeo e per politici e dei loro dirigenti, - si, può affermare che abbia avuto effetti non benefici nella
una costituente europea si possono individuare e combattere i nemici di ogni struttura nostra vita politica, in quanto ha reso arbitro il partito delle scelte dell'elettorato e
federalista e comunitaria, e preparare invece una classe politica non esclusivamente legata addensato i riflettori della propaganda sui dogmi anzichè sui problemi e sugli uomini. Va
ai partiti - che sono poi le cose che a noi interessano di più. Per questo il Movimento subito detto tuttavia, senza che ciò significhi un nostro entrare nella polemica
Comunità è naturalmente federalista, ma vede con decisa opposizione la possibilità che contingente, ma piuttosto per prendere aperta posizione verso un problema che la
l'idea federalista declini in una sorta di strumentalismo strategico e in una coalizione di congiuntura politica ha sollevato, che il Movimento Comunità è d'avviso che occorra
Stati. Federalismo non deve essere statalismo, ma al contrario struttura sempre più assolutamente un dispositivo costituzionale per impedire alla maggioranza di essere
autonomistica nell'àmbito degli Stati, autonomia generale. Una federazione di Stati arbitra del suo perpetuarsi. Naturalmente lo Stato democratico si deve difendere a
accentrati e nazionalisti è una contraddizione in termini e potrebbe addirittura servire a qualunque costo contro qualsiasi gruppo che, mascheratosi di legalità, tenda a sovvertirlo
bloccare lo status quo sociale esistente, anzichè essere un elemento di innovazione. La in senso totalitario. A qualunque costo, abbiamo detto: ma appunto per questo occorre
Federazione europea darà all'Europa autonomia e salvezza, ma ciò stabilmente per sè e in avere le carte rigorosamente in regola. Aggiungeremo che alcuni di noi, pur dando per
modo esemplare per gli esterni, solo se federazione è intesa nel senso integrale di scontato il danno che ne potrebbe venire in un primo tempo alle fortune elettorali proprio
decentramento assoluto, di autonomia generale anche nei confini degli Stati, di dei partiti che si presentano meno massicci, auspicano un ritorno al collegio uninominale
articolazione politica e amministrativa antimonopolistica in ogni senso. con ballottaggio per le elezioni della Camera, convinti che ciò avrebbe un decisivo valore
In definitiva gli Stati Uniti d'Europa saranno una realtà viva e operante in quanto per l'elevazione del livello culturale del Parlamento. La proporzionale riuscì solo in piccola
immediata conseguenza di un comune scopo spirituale e di un assetto politico e sociale misura a infrangere le clientele meridionali e, attuando un astratto criterio di giustizia,
nuovo e omogeneo8. staccò invece il contatto umano, diretto e personale tra il corpo elettorale e la sua
Stato, partiti e classe politica. deputazione, falsando in tal modo una delle condizioni più preziose della democrazia.
7. -Venendo infine sul terreno della politica interna, il Movimento Comunità, in nome dei Con maggior coerenza di coloro che fanno della proporzionale una questione di principio,
principi autonomistici e concretamente liberali esposti sinora, rivolge la sua opposizione il Movimento Comunità ha sempre opposto alla struttura verticale e gerarchica dei partiti
la ripartizione del potere, il federalismo interno e l'integrazione ininterrotta di elementi
autonomi, comuni, province, regioni, associazioni. E in linea più generale, contro le
8
Il Movimento Comunità ha appoggiato sin dagli inizi gli scopi dichiarati dal «Consiglio dei Comuni
«scuole di partito» e i diversi inviti alla politique d'abord, risolti sempre nel dogmatismo, il
d'Europa» e appoggia la battaglia per la realizzazione dei princlpi contenuti nella «Carta europea delle
libertà locali», alla cui redazione ha dato un suo contributo dottrinario e di pratica esperienza (vedi la
rivista Comunità, n. II, giugno, 1951: «Partecipazione delle libere collettività locali a un consiglio
europeo dei comuni»; e n. 15, ottobre, 1952: «Carta europea delle libertà locali»).
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Movimento Comunità offre l'esempio della Società Fabiana inglese9 e la solida strumento della lotta politica, e fonda tutta la sua azione sulla efficacia politica delle
maturazione di una classe dirigente aperta a tutti i problemi della collettività; una classe associazioni territoriali autonome, i sindacati autonomi, le forze della cultura.
dirigente, si potrebbe dire, di «partiti» anzichè di partito, che senta la vita politica come
una necessità pregiudiziale, e non la ideologia e il mito come pregiudiziali alla vita Per una concreta difesa delle libertà.
politica. Contro le parole d'ordine e i puri rapporti di forza, premesse mai smentite 8. - Sul terreno delle libertà politiche tradizionali minacciate in questi ultimi tempi da
d'oppressione e di intolleranza, il Movimento Comunità offre l'azione chiarificatrice e clamorosi attentati, il Movimento Comunità si richiama al fervore personalista che lo
illuminante portata nella pianificazione urbanistica, nel servizio sociale, nella più energica anima per farsi interprete della necessità del rispetto della persona (contro il
complementarità delle forze economiche e degli organi amministrativi, nella formazione di mantenimento di leggi e regolamenti di tipo fascista o contrari alla Costituzione, contro
una classe dirigente fedele alla amministrazione e alla autonomia. ogni eccesso poliziesco nell'amministrazione della giustizia e nel regime carcerario,
Occorre tuttavia chiarire a questo punto che, sulla base delle premesse morali e politiche contro ogni intolleranza e ogni censura, contro ogni coartazione), e si associa in questo
di cui ai punti I ), 2), 3), oltre che delle Proposizioni fondamentali 1949 del Movimento alla più sana tradizione liberale. Tuttavia anche in questo campo esso mette in guardia
Comunità, non è incompatibile per un comunitario militare in un partito politico. Di fatto, contro chi nell'astratta difesa della libertà universale trova (o cerca) un alibi per non
la maggior parte dei comunitari è impegnata direttamente e politicamente nella vita delle arrivare a riforme di struttura e per non risolvere le questioni concrete. Non si tratta
amministrazioni, nelle aziende, nei sindacati, nel servizio sociale, nelle attività soltanto di «difesa della libertà», a cui è chiaro che ogni uomo che rispetti se stesso debba
urbanistiche, nella scuola, nel giornalismo, e rimane in posizione indipendente rispetto ai associarsi, ma si tratta principalmente di creare gli strumenti per l' esercizio della libertà
partiti. Ma altri che sono impegnati in un'azione di partito, possono essere coerentemente in concreto, di trovare i mezzi idonei onde si formi e si esprima liberamente l'opinione
e di ugual diritto comunitari; naturalmente se militano in uno di quei partiti che lasciano pubblica. In questo senso i centri comunitari dovrebbero essere i luoghi nei quali tale
intravvedere la possibilità di tradurre sul piano della politica quotidiana alcune delle opinione liberamente si forma, attraverso nuclei di dibattito popolare: luoghi di incontro e
principali esigenze del Movimento Comunità; se non addirittura di un partito che, di ricerca e non, come le sezioni dei partiti, monopolio di soluzioni prefabbricate. Ma
informandosi ai postulati del Movimento, possa divenire sul piano parlamentare uno degli questo è lavoro a lunga scadenza, mentre altri, e non pochi, sono i problemi che
strumenti essenziali per la loro realizzazione. presentano carattere di urgenza.
Tuttavia essi dovranno avere ben chiaro che un partito non potrà mai essere che uno degli In primo luogo, le riforme atte a consentire nel modo più ampio, da parte di tutti,
strumenti, e mai l'unico, per la realizzazione di obiettivi politici. II Movimento Comunità l'esercizio della libertà di stampa e d'informazione. Piuttosto che attraverso il controllo
infatti respinge l'interpretazione del partito o dell'azione parlamentare come unico delle fonti di finanziamento dei giornali e delle agenzie d'informazione, in pratica
difficilmente attuabile, una più vasta garanzia per l'esercizio di tale diritto sarà
probabilmente da ricercare attraverso disposizioni che consentano di ridurre il costo delle
9 La Fabian Society, in vari decenni di lavoro in stretto dialogo col partito laburista e con le Trade pubblicazioni e della diffusione di notizie, sottraendo, al tempo stesso, le minori imprese
Unioons (e conservando «gelosamente», come tengono a dichiarare i suoi stessi membri laburisti, la giornalistiche alla sopraffazione dei grossi monopoli economici.
sua indipendenza) si è preoccupata di delineare una serie di riforme di struttura, anche quando non se Per esempio, la socializzazione (almeno parziale, ma stabilita, con giustizia geografica,
ne vedeva immediatamente possibile la realizzazione per gli esistenti rapporti di forza politici. Non nei centri più importanti) delle aziende tipografiche consentirebbe di disciplinare
impegnata nelle contese elettorali politiche, la sua forza è consistita nell'assenza di ogni tatticismo, l'utilizzazione dei relativi impianti secondo criteri distributivi e di assicurare al maggior
nella larga apertura - senza dogmatismi - agli esperti e nella sua fiducia nell'azione educativa svolta, numero possibile di correnti d'opinione le più agevoli condizioni per l'espressione del
oltre che con i consueti libri e pamphlets, da più diecine di centri o società fabiane locali, e anche proprio pensiero. Altre misure per facilitare la libertà di espressione potrebbero essere:
attraverso scuole e convegni. una congrua riduzione dei costi della carta, sottraendone la produzione e la distribuzione
Sarà forse a questo punto utile riportare una considerazione del laburista Aneurin Bevan (In Plact' of al regime di monopolio, una più larga politica di esenzioni fiscali in favore delle aziende
fear, London 1952; nella traduz. ital., Il socialismo e la crisi internazionale, [Novara] 1952): «È
editoriali e, infine, il controllo delle fonti di finanziamento indiretto rappresentate, ad
abitudine di molti pubblicisti irridere al Partito laburista per il suo attaccamento a quelli che passano
esempio, dai contratti pubblicitari stipulati da enti e società di diritto pubblico, che
per princìpi dottrinari». Dal tono di questi attacchi vien fatto di pensare che la mancanza di princìpi sia,
dovrebbero essere equamente ripartiti fra tutti i giornali.
in politica, la cosa più conveniente. Nessun uomo di stato può reggere alla tensione imposta dalla vita
politica moderna senza quell'intima serenità che deriva dall'aderenza a un certo numero di convinzioni D'altro canto, la diffusione di notizie di particolare rilievo politico e sociale dovrebbe
fondamentali. Senza la loro influenza equilibratrice, egli è in balìa d'ogni brezza passeggera. essere garantita da altre disposizioni: quale l'obbligo, sancito per legge, della
Intelligenza e agilità politica non possono sostituirle validamente».
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pubblicazione da parte di tutti i quotidiani dei resoconti sommari ufficiali dei lavori analogia con la situazione auspicata per la magistratura. Nel campo scientifico, il
parlamentari e la edizione da parte delle amministrazioni locali di bollettini d'inserzioni Movimento Comunità è favorevole ad organi di indagine e di informazione tecnico-politici
gratuite di richieste e offerte di lavoro e di altre informazioni di preciso e riconosciuto e scientifico-sociali, pubblici ma indipendenti dall'Esecutivo. Nel campo del Servizio
interesse sociale. Sociale, pur apprezzando e coadiuvando gli sforzi in atto per l'educazione popolare e
In secondo luogo, il problema della radio, divenuta in Italia monopolio governativo, e il cui l'organizzazione del tempo libero, il Movimento Comunità mette in guardia contro il
regime dovrebbe essere riformato con il porla a servizio della cultura attraverso pericolo di inghiottire tutto l'uomo nell'azienda «umanizzata» e nella ricreazione
l'elaborazione di nuovi e più specializzati programmi e con la istituzione su base organizzata, ed è favorevole invece al rispetto profondo per la spontaneità e l'interiorità
democratica di organi direttivi, tecnici e di controllo. dell'operaio, del bracciante, dell'uomo della strada, anch'essi «persone»11. Proprio
E infine le riforme rivolte a moralizzare, in linea di principio e di fatto, la lotta politica, sottolineando tale pericolo insito nel regime sovietico, Sidney e Beatrice Webb scrivevano:
quali per es. la regolamentazione circa l'affissione dei manifesti elettorali solo su adeguate «È dalla facoltà di pensare nuovi pensieri e di formulare anche le più inattese idee nuove
porzioni di appositi spazi, con divieto di invadere le zone riservate alle liste avverse10; il che dipende il progresso futuro dell'umanità»12.
prezzo politico della carta e altri accorgimenti per diminuire la schiacciante superiorità
economica di alcune formazioni politiche su altre. Oggi i partiti hanno spesso bilanci
formidabili e privi di qualsiasi controllo, le loro spese (elettorali e non) raggiungono 11 A chiarimento del nostro pensiero, e ad evitare interpretazioni «conservatrici» di esso, rimandiamo
all'articolo Ricreazione educazione e servizio sociale (v. Ricreazione, anno III, n. 1-2-3, genn.-febbr.-
miliardi, e alle minoranze democratiche è praticamente impossibile affrontare la tempesta
marzo 1951) di Angela Zucconi.
e il fragore delle lotte elettorali in condizioni di ragionevole equilibrio. Ora, se è vero che
12 In Il comunismo sovietico: una nuova civiltà di Sidney e Beatrice Webb (voI. Il, «Post scriptum» alla
un controllo del bilancio dei partiti è di ipotetica realizzazione e presenta anche qualche
seconda edizione, Einaudi, Torino 1950) si dice: «Molto più grave [rispetto ai mali della burocrazia], per
difficoltà di principio, è anche vero che i partiti maggiori esercitano nel campo politico una
il pericolo che può derivarne per il futuro progresso sociale, è la persistenza nell'U.R.S.S. della decisa
funzione simile a quella che esercitano nel campo economico i grossi monopoli.
riprovazione e anche repressione, non della critica dell'amministrazione, che è, pensiamo noi, più
persistentemente e più attivamente incoraggiata che in qualsiasi altro paese, ma del pensiero
Politica e cultura.
indipendente su problemi sociali fondamentali, su possibili nuovi modi di organizzare gli uomini in
9. - Sfioriamo qui, per altra via, un problema che il Movimento Comunità ritiene
società, su nuove forme di attività sociale e nuovi sviluppi del codice di condotta socialmente stabilito.
fondamentale, i rapporti tra politica e cultura. È stata chiarita di recente la distinzione tra
È dalla facoltà di pensare nuovi pensieri e di formulare anche le più inattese idee nuove che dipende il
«politica culturale» (di cui è soggetto lo Stato, la cultura oggetto, e la libertà della cultura
progresso futuro dell'umanità».
la vittima) e «politica della cultura» (in cui invece sono gli uomini di cultura i soggetti, che
Ci piace inoltre, a questo punto, richiamare una pagina di Alain (del 1934; ripubblicata dalla rivista
intervengono, in quanto tali, nella vita politica). Noi accettiamo questa distinzione per francese Federation, luglio 1951): «Viendra-t-il un temps, où la politique ne declamera plus? Il faut
intendere l'espressione libertà della cultura in senso attivo: non soltanto quindi libertà l'esperer. On demande à la societe la sûreté, la propreté, la commodité, d'après les règles de la
dallo Stato, ma libertà nello Stato, libertà nell'impegno, libertà nella vita. In coerenza con cooperation. Il n'y a pas lieu de gonfler par la rhétorique ces fonctions inférieures. Et quant aux
questi princìpi il Movimento Comunità nella sua lotta contro il pauperismo, a favore del supérieures, la société ne peut. Par exempIe, instruire, la société ne le peut. Elle ne tirera de sa
pieno impiego, della pianificazione urbanistica, della scuola gratuita, delle borse di studio, rhétorique propre que quelques phrases misérables qui changeront avec le gouvernement. On en tirera
dei centri comunitari e culturali, non intende appoggiarsi a determinati gruppi privilegiati à peine une dictée. Le vrai fonds inéquisable, d'où l'instruction tire ses richesses, est dû à un bon
naturalmente conservatori che detengono oggi unilateralmente gli strumenti della cultura; nombre de fortes têtes, de penseurs, de poètes, d'artistes, qui ne furent point soumis à la commune
ma vuole combattere una battaglia per la cultura e per uno Stato che si appoggi, anche, opinion, mais qui au contraire raisonnèrent et chantèrent comme chantent les oiseaux. Ce gran ramage
sulla cultura. Per questa cultura (cultura unitaria, cultura per l'uomo, contro la des génies fait ce qu'on nomme très bien les Humanités. On ne demande pas de quelle nation la Bible,
frammentarietà delle tecniche, e l'unilateralità dei linguaggi specializzati; una cultura in de quelle, la géométrie de Thalès, de quelle, le principe d.Archimède, de quelle, l.Iliade, de quelle,
cui sia possibile la sintesi, e in cui risplenda l'amore per la vita), ogni garanzia di libertà Faust, de quelle, Don Quichotte, de quelle, Othello; ces oeuvres, et tant d'autres sont humaines. La
deve essere assiduamente cercata. Qualche esempio. Nel campo scolastico, il Movimento nation ne peut nourrir l'homme.
Comunità è favorevole all'autonomia disciplinare e didattica degli insegnanti statali, in Et pourquoi? Parce que les fonctions de sociètè sont importantes, certes, mais basses. Certes, il
importe que je ne sois pas dépouillé, empoisonnè, assommé, ou bien attelé comme un cheval; il
10 Proposta di legge n. 2616 del 25 marzo 1952 presentata al Parlamento dai deputati Calamandrei, importe que la peste, le choléra et l'ordure soient balayés; sans quoi je ne penserais guère. Mais si ces
Rossi Paolo, Mondolfo, Ariosto, Cornia, Belliardi e Cavinato. balayages et défenses prennes tout le temps, personne ne pensera plus du tout. La première clameur
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Socialismo economico pluralista. sono esempio abbastanza chiaro del pensiero economico del Movimento Comunità, volto
10. - Sul terreno economico, il Movimento Comunità ha rivolto da tempo il suo interesse verso una socializzazione che tolga al capitale la preminenza nella proprietà dei mezzi di
verso un'economia pluralista, socializzata e non statizzata, che preveda la trasformazione produzione e ogni possibilità di sfruttamento, ma al tempo stesso lasci un certo giuoco
in enti di diritto pubblico delle industrie chiave e la trasformazione delle altre aziende, sia allo stimolo dell'economia di mercato. Questa politica non esclude più ampie esperienze
industriali sia agricole, secondo uno schema più volte esposto nella nostra letteratura13. dirigistiche, coordinando il piano economico con i piani urbanistici. Ma le vuole attuate
La proposta di Industrie Sociali Autonome (I.S.A.) e le Aziende Agricole Autonome (A.A.A.), attraverso organi estremamente qualificati, mediante una serie di realizzazioni positive.
la cui proprietà sarebbe divisa tra Fondazioni tecniche e sociali, Regìe industriali degli Enti Mentre quindi da un lato il Movimento Comunità postula per i lavoratori il controllo
territoriali e infine le Comunità di azienda, espressione in forma cooperativa dei lavoratori, effettivo delle loro fabbriche ed aziende agricole, si preoccupa dall'altro lato di radicare il
più possibile fabbriche e aziende nella vita della Comunità chiamando a partecipare alla
proprietà ed alla gestione gli enti territoriali in cui esse operano.
fera preuve. La panique et la furereur remédieront aux maux de nature par des maux encore pires, Un modello estremamente efficiente di industria autonoma il cui governo venne affidato al
selon la méthode de civiliser qui est si bien dépeinte dans Candide. Et pourquoi l'homme descend si
binomio cultura-democrazia è rappresentato dalla fabbrica di strumenti ottici Zeiss di
vite au ridicule et à l'odieux, on le comprend très bien. C'est qu'il agit comme société, par masse, par
Jena. Nel I896 il fondatore Abbe conferì il suo patrimonio azionario ad una Fondazione
coopération; et cette méthode qui produit de grandes poussées, produit en revanche de très petites
che divenne proprietaria totale dell'industria. Il Consiglio di Amministrazione della
pensées. Assurément je dois, si je veux être juste, bénir la société à laquelle j'appartiens, qui m'a
Fondazione Zeiss era nominato dal Dipartimento del granducato di Sassonia-Weimar dal
donné protection, puissants moyens, loisirs pour apprendre, et la paix, dans les rues; et qu'il y ait
quale dipendeva l'Università di Jena. Si stabilì in tal modo una comunità di interessi tra
incendie ou écroulement, ou tout autre périI, j'y dois courir e j'y cours, afin de rendre à mes semblables
l'industria, il piccolo Stato e i relativi istituti scientifici che assicurarono per mezzo secolo
ce qu'ils ont fait pour moi. En ce sens je les aime, et je me soumets à leur masse. Mai leur demander ce
alla fabbrica un primato tecnico e sociale.
que je dois penser, non. Leur pensée, autant qu'elle leur est commune, est puérile, fanatique et folle.
Ce n'est pas que l'homme de la rue manque de bon sens. Je suis bien loin de le penser; et au contraire
Sindacalismo autonomo, servizio e previdenza sociale.
j'accepte l'égalité des suffrages; toutefois sous cette condition de prudence que le citoyen soit seul au
11. -Solo in tal modo, d'altro canto, è possibile avviare a soluzione il problema del
moment où il decide. Et s'il pouvait alors prononcer d'après sa seule experiénce, tout irait bien. Tout le
sindacalismo autonomo, che secondo il Movimento Comunità è intimamente legato alle
mal vient de cette fantastique opinion publique qui n'est de personne et que tous subissent. On dit,
soluzioni economiche sopra esposte. La situazione del sindacalismo italiano è oggi, per
cela signifie que personne ne dit, mais que tout disent qu'on dit. C'est ainsi qu'on citoyen a confiance
generale ammissione, tale che le centrali sindacali sono divenute esclusivamente le masse
par la publique confiance, et défiance par la publique defiance. Les autres font de même et n'en savent
d'urto dei partiti politici che sono asservite ad essi. Il Movimento Comunità crede invece
pas plus. Comme la publicité vous enfonce un nom dans les yeux et dans les oreilles, ainsi la presse,
nella possibilità di rinascita di un sindacalismo non solo apartitico, ma profondamente
l'affiche et la radio sont en mesure de créer des paniques et finalement d'imbéciles massacres. Depuis
la paix quelles rumeurs n'a-t-on pas lancées? Il me semble toutefois qu'elles ne courent pas
autonomo e al tempo stesso non chiuso nell'esclusivo meccanismo della richiesta di
longtemps. Le calme revient, et même plus vite qu'on ne l'espérait. Il y a comme un frein invisible qui
aumenti di salari, ma profondamente inserito nel processo economico produttivo; e ciò
amortit les oscillations. Preuve qu'on bon nombre de citoyens ont compris la malice, et contrarient con la creazione delle Comunità di azienda, corresponsabili dei servizi sociali e della
d'abord de leur place, et sans crier, toute rumeur qui leur vient aux oreilles. On examinera, soit. Mais il gestione economica: vere anticipatrici e artefici dello schema proposto di decentramento
importe premièrement de repousser ce qui envahit. L 'esprit, quand il est digne de son nom, organico e generale che è sola via concreta ed efficiente di reale liberazione delle masse
commence toujours par supposer faux ce qu'il se sent porté à croire. lavoratrici.
J'avais raison de dire que l'Etat n'est pas capable d'énseigner; car il enseignera ce qu'on doit croire. En E solo in tal modo è possibile avviare a soluzione il problema della democrazia di fabbrica,
réalité ce sont les individus qui enseignent, et chacun enseigne en défendant contre la rumeur le plus per cui mediante la vigilante responsabilità delle Comunità di azienda e una più larga
haut de lui-même. Il y a beau temps qui nos seigneur ont dénoncé l'incrédulité comme le mal des autorità, entro l'azienda, degli assistenti sociali, si arrivi a quella salvaguardia della dignità
Républiques. Ils criaient avant d'être écorchés. En réalité, les premiers signes de l'incrédulité paraissent
umana dei lavoratori che è ancor oggi uno dei diritti più conclamati ma più calpestati e
à peine. L 'esprit roulé comme Ulysse par la vague, apparaît quelquefois nageant selon sa loi. On est
che è invece, anche sul terreno politico-sociale, da garantire urgentemente.
étonné alors de ce sillage qu'on homme libre laisse après lui; mais du reste qu'il ne s'occupe pas de
In particolare, il Movimento Comunità è favorevole a una assistenza svolta capillarmente
cela. Qu'il soit libre d'abord ».
13 Vedi L'industria nell'ordine delle Comunità, La lotta per la stabilità, Tecnica della riforma agraria, in « nell'àmbito delle Comunità territoriali - articolata nei centri comunitari e nelle aziende -
Tecnica delle riforme », [Torino], l951; poi in « Società Stato Comunità », Milano, 1952, pagg. 39-69 e raggruppata nelle regioni, mentre al centro dovrebbe essere costituito un solo organismo
89-106.
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nazionale di coordinamento («Ministero dei Servizi Sociali») con puri compiti tecnico- Nell'àmbito della comunità s'inquadreranno, nelle forme più sopra delineate, le attività di
distributivi. carattere economico, sociale, assistenziale ed educativo. E pure nell'àmbito della comunità
Per quanto riguarda la previdenza e le varie assicurazioni sociali, il Movimento Comunità concreta si svilupperà quello che può essere considerato il terzo grado della
auspica il riordinamento dì tutta la relativa legislazione in un testo unico organico e la pianificazione: la pianificazione edilizia. Condizionata da tutti i fattori sociali della
contemporanea creazione di un solo Ente pubblico che raccolga in una snella struttura le comunità, guidata dalla conoscenza tecnica dei problemi e degli strumenti per risolverli,
funzioni oggi esercitate da una pluralità di organismi. Questo Ente pubblico unitario illuminata dall'intuizione artistica, la pianificazione edilizia costituisce il risultato tipico di
dovrebbe svolgere la sua azione largamente decentrata nelle regioni, attraverso le una sintesi creativa.
comunità territoriali e quelle aziendali, destinando eventuali redditi esclusivamente al Attraverso i tre gradi della pianificazione, l'organizzazione procederà armonicamente nella
raggiungimento dei propri fini istituzionali sotto il controllo di una rappresentanza dimensione cellulare - nella comunità - come in quella intercelluare - in più comunità.
democratica dei lavoratori e delle aziende interessate. Dall'equilibrio interno delle singole comunità, deriverà la possibilità di dare soddisfacente
Un attento studio dovrebbe essere poi dedicato all'organizzazione proposta dal piano assetto ai rapporti che coinvolgono non soltanto interessi locali e circoscritti, ma più
Beveridge e alla possibilità di applicare anche in Italia, compatibilmente con le capacità complesse strutture demografiche e territoriali.
finanziarie della nazione, una estensione ampia e gratuita dei servizi sociali di più urgente Legato al territorio e fondato sulla stabilità dell'assetto produttivo, il sistema comunitario
necessità. cellulare sarà solo apparentemente statico, ma effettivamente dinamico, mosso da forze
In vista del raggiungimento di tali obbiettivi il Movimento Comunità sostiene in particolare spirituali, quali la rispondenza alle più generali istanze sociali e l'aspirazione a un
l'esigenza del riconoscimento giuridico della professione di assistente sociale. costante progresso scientifico. Superando gli schemi della classica economia di mercato,
integrandone le finalità di mero reddito con permanenti ragioni di interesse sociale, il
Pianificazione e distribuzione. sistema garantirà la stabilità delle fonti produttive nell'àmbito della comunità.
12. - Ma i più gravi problemi della riorganizzazione della vita sociale ed economica non Resta il problema del coordinamento tra produzione e consumo. Allo scopo sarà
potranno essere visti e risolti che attraverso un'opera di pianificazione generale e indispensabile dar vita a nuovi organismi atti a promuovere una sintesi tra l'economia
particolare, capace di sostituire alle divisioni e suddivisioni, orizzontali e verticali, per cui delle singole unità produttive e le necessità generali del consumo. Tali organismi di
oggi le funzioni fondamentali dello Stato appaiono frammentarie e disperse, linee e mezzi coordinamento («Centri Autonomi») saranno, sotto il profilo giuridico, una combinazione
di azione unitari ed organici. fra il trust e la cooperativa, conservando del cartello la caratteristica razionale di centro
In questa opera di pianificazione possono essere distinti tre gradi. In primo luogo occorre, unitario di distribuzione e assumendo il merito sociale della cooperativa: la sostituzione
infatti, che i grandi problemi della vita sociale e dell'ambiente fisico in cui essa si svolge, dell'idea di servizio a quella di profitto.
siano considerati nelle loro linee più generali al fine di trarne anzitutto i concetti di base, L'amministrazione dei Centri Autonomi sarà congegnata in guisa da coordine produzione,
politici, ai quali dovrà conformarsi poi l'intervento operativo. Tale compito potrà essere consumo, importazione, esportazione in modo coerente e unitario per tutte le I.S.A.
svolto da un organismo a carattere nazionale, abilitato ad attuare un coordinamento inerenti a una determinata branca.
effettivo, delle questioni economiche e tecniche oggi demandate a dicasteri ed enti Lo Stato delle Comunità non potrebbe accettare formule esclusive di predominio
diversi, a raccogliere cioè in forma unitaria i dati e le rilevazioni e a promuovere gli studi e economico e affidare la direzione degli affari industriali ai soli produttori o ai soli
le ricerche necessari. consumatori. Nemmeno la totale integrazione reciproca fra i due estremi del ciclo
L 'approntamento degli strumenti tecnici di intervento - i piani veri e propri - e la pratica economico risolverebbe definitivamente il problema della fissazione di un giusto prezzo.
attuazione degli interventi stessi saranno invece conseguibili soltanto su una scala più La realtà economica sociale è assai più complessa di formule semplici ciascuna delle quali
ridotta. A questo proposito, la posizione del Movimento si chiama alle proprie premesse contenga elementi reali, ma unilaterali di valutazione.
ideologiche, l'inverarsi di una civiltà di cultura. Poichè civiltà è sintesi di valori etici, Perciò lo Stato delle Comunità tenderà, anche in questo, a raggiungere un'unità
economici, scientifici, artistici, nessuna civiltà può aspirare al suo compimento senza (controllata) tra: organizzazioni produttive (I.S.A. e A.A.A., nelle singole Comunità);
un'essenziale condizione: la costituzione di un'autorità capace di operare la sintesi organizzazioni di distribuzione (Centri Autonomi); organi regionali dell'organizzazione
organica delle molteplici attività che modificano incessantemente la forma di una società economica.
ancora sottoposta, per la sua incompiutezza, a profondi squilibri. Tale coordinamento non
sarà quindi realizzabile che in piccole unità territoriali, sulla scala della comunità concreta.

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Così, risalendo la scala dal particolare al generale, la pianificazione inquadra attivamente delle comunità, nel tentativo di superare l'antica e drammatica antitesi fra città e
tutta la vita dello Stato, consentendo di penetrare i problemi della società attuale e campagna.
disegnando le linee attraverso le quali essa potrà condursi a miglior forma.
Da queste premesse si configura l'atteggiamento del Movimento in merito ai problemi più La scuola
immediati, propostisi nel dopoguerra e già in qualche modo affrontati sul terreno politico. 14. - I problemi della scuola italiana possono a nostro avviso ricondursi ai tre seguenti
Di fronte a impostazioni di carattere sezionale - che intendano cioè risolvere, non importa fondamentali: 1) scuola privata e scuola di Stato; 2) scuola e assistenza; 3) scuola e
su quale scala, uno ed un solo problema - il Movimento non può che esprimere un società.
atteggiamcnto di critica e di scetticismo sulle possibilità di stabili e positive conclusioni. Rispetto al primo problema il Movimento Comunità vede, nella situazione attuale, le
Fondata sulla comunità concreta, dove si trova la base di incontro e di soluzione di maggiori garanzie di libertà spirituale e di efficienza didattica nella scuola di Stato, di
quell'intreccio vivente di problemi che condiziona la nostra società, articolata in una fronte all'eccessivo moltiplicarsi di scuole private, molte delle quali a carattere
visione integrale delle strutture dello Stato, la forma di democrazia auspicata dal angustamente confessionale, spesso di dubbia serietà professionale, frequentemente
Movimento trarrà la sua forza dalla pianificazione, e non ne sarà insidiata. strumento delle categorie privilegiate. Il Movimento Comunità non ha alcuna pregiudiziale
In tal modo e al di fuori dei criteri elettoralistici con cui i partiti hanno sinora improvvisato in proposito, e non contrasta alla più ampia libertà per la scuola privata, purchè non
i loro programmi - sarà possibile avviare a duratura soluzione quei problemi, come la finanziata, direttamente o indirettamente, da fondi statali. Devono inoltre a questo
riforma del latifondo, la rinascita della montagna e lo sviluppo tecnico-industriale del proposito essere chiarite due cose :
Mezzogiorno, che oggi agitano il paese e turbano, nel confuso gioco della «grande a) il Movimento Comunità, si è detto, è favorevole alla scuola laica: ma il laicismo non è
politica», una classe dirigente che, nell'incapacità di affrontarli dal profondo, se ne fa inteso come una nuova (più potente) religione, ma come un metodo di lavoro, il più
strumento demagogico. rispettoso delle libertà individuali14.

Condizioni per la riforma agraria.


13. -In particolare, per quanto concerne il dibattuto problema della riforma agraria, il
14 « S'intende parlare di un laicismo inteso come adesione al metodo della non-violenza, del rispetto,
Movimento Comunità conferma l'esigenza già posta in generale: ogni riforma deve
dell'amorevole persuasione, quale si conviene a tutti coloro che - trascendentisti o immanentisti -
consistere in miglioramenti sì produttivistici, ma anche umani, di vita.
credono che non sia altrimenti proponibile una vita spirituale, in cui si affermi il valore della persona
Non si tratta quindi soltanto di arrivare ad una redistribuzione della proprietà fondiaria e a
umana. Alla radice di un conseguente spirito laico non c'è necessariamente una "religione della libertà",
un miglioramento tecnico dei sistemi di conduzione e di produzione agricola, ma di in cui alla verità trascendente o almeno metastorica si sostituisce una veritas filia temporis: c' è posto
garantire insieme nuove, più degne e stabili forme di esistenza alla gente della campagna, fra i laicisti sia per gli storicisti che per i non storicisti. Questo spirito laico è proprio di tutti coloro che
nuovi proprietari o braccianti che siano. sono, comunque, vivamente preoccupati di interrogare sempre la propria coscienza; che ritengono la
Il panorama agricolo italiano è così frazionato che non si potrà non tener conto, volta per ragione un dono "divino" da difendere in ogni caso; che vogliono essere persuasi e non violentati (sia
pure in senso puramente psicagogico); che non sono aridi di cuore, amano il prossimo per se stesso e
volta, delle situazioni locali. Qui basterà riaffermare che la riforma dovrà mirare: a) in
non vogliono fare "della virtù a spese del prossimo" - per usare parole di don De Ménasce (articolo
primo luogo, a restituire ai lavoratori della terra la piena dignità e libertà della persona,
"Fede, speranza e carità", nella rivista Studium, aprile 1951) -; che sentono necessità di questo
sradicando quei residui di mentalità feudale, acuti specie nel Mezzogiorno, per cui la
prossimo per la vita della propria coscienza e della propria intelligenza, le quali finirebbero per
grande proprietà fondiaria confina e sconfina in una specie di sovranità; b) a sviluppare un rattrappire in un mondo di sole cose o di soggetti da intendere come enti puramente ricettivi; che non
vasto progresso tecnico-culturale degli agricoltori; c) a risolvere i problemi sono, allora, meno assetati di giustizia che di libertà. È chiaro che per tutti costoro le varie istituzioni
dell'insediamento umano nelle campagne. Ogni sforzo, per essere fecondo, dovrà essere della vita associata, lo stesso Stato, il diritto, i partiti, la scuola, ecc., hanno un valore strumentale - il
rivolto - attraverso la costituzione di borghi residenziali, centri di servizio, centri che non implica un loro avvilimento, ma l'attribuzione di un valore semplicemente parziale. Ciascuno,
per mutua consolazione o per un ascolto corroborante, tenderà sovente a incontrarsi con uomini della
comunitari, attrezzature cooperativistiche, ecc. - alla creazione di unità socialmente
stessa vocazione o della stessa fede: ma in questo mondo così ricco di fratture dobbiamo moltiplicare
organiche ed efficienti sul piano della produttività.
le occasioni di lavorare insieme agli "altri "; per mostrare loro, col "modo" di lavorare, il grado di
La struttura delle comunità agricole potrà esser così ricostituita e vitalizzata, aprendosi la
profondità e il senso della nostra fede, e per intendere, sotto l'altrui professione di fede, l'impegno
via a quella più radicale riforma politico-amministrativa che, in forma compiuta, sarà la morale che la sorregge, l'amore e il dolore che la alimentano». (Umberto Serafini, da una conversazione
sola a garantire la funzionalità dell'intero sistema delle comunità e dello Stato federale al Centro culturale di Comunità di Roma, nella serie Laicismo e non laicismo organizzata dal
«Movimento internazionale di unione e fraternità»).
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b) in linea generale, sul terreno degli ordini politici e nell'àmbito dello Stato comunitario, servizio sociale, laiche e a indirizzo largamente pratico, volte a creare assistenti
sempre in conformità con i criteri generali della sua azione politica, il Movimento specializzati nel servizio di comunità.
Comunità pensa a una scuola largamente decentrata, più intimamente legata alle Regioni Questa è, a nostro avviso, l'unica via maestra (e qui ci riferiamo al terzo punto da noi
e alle Comunità, e richiede l'autonomia didattica e disciplinare dell'ordine degli insegnanti suggerito) per avviare a soluzione il problema della cultura nella democrazia che i partiti
statali. politici, ormai divenuti puri strumenti di ideologia, si sono dimostrati incapaci a risolvere.
Passando all'assistenza, in linea preliminare si osserva che il rendere operante l'art. 34 Ogni iniziativa attuale in senso decentrativo (cooperative scolastiche, biblioteche popolari,
della Costituzione della Repubblica Italiana15 è questione di elementare coerenza, in una ecc.) è vista con favore dal Movimento Comunità; ma si deve porre una pregiudiziale
nazione dove - sin dall'unità - si è pur riusciti a organizzare un'attrezzatura militare e a molto netta. Il problema vero non è tanto quello di «divulgare» la cultura, di operare uno
imporre una coscrizione «obbligatoria e gratuita» , anzi retribuita, e dove si sono spostamento della cultura tradizionale a favore delle classi popolari; bensì quello, ancora
sollecitati più volte tutti i cittadini ad accettare la responsabilità di morire per la non affrontato se non da esigui gruppi isolati, di una cultura moderna, capace di operare
collettività. La situazione della scuola, specie nelle regioni depresse, possiamo efficacemente nella società in cui viviamo e di contribuire alla chiarificazione dei suoi
tranquillamente affermarlo, è disastrosa. Oltre tutto non si è riflettuto neanche problemi economico-sociali. In questo àmbito, tra la scuola e il mondo del lavoro, la
all'altissimo reddito, in relazione alla produttività dell'economia nazionale e agli effetti tradizione e le nuove esigenze economiche, ecc., esiste oggi una frattura profonda e
della lotta contro la disoccupazione, delle somme impiegate per la scuola, scuola di base irragionevole che deve al contrario essere sanata. Come è stato detto, «accanto
e scuola di qualificazione professionale. all'umanesimo classico si deve formare l'umanesimo moderno». E nell'annosa querelle tra
In particolare, tra le misure d'emergenza si chiede una rivalutazione dei patronati scuola formativa e scuola informativa ci pare si debba concludere per l'autentica scuola di
scolastici e un aumento radicale dei loro fondi. Inoltre - e a ciò annettiamo molta libertà: che vuol dire capacità di azione autonoma nel proprio ambiente.
importanza - l'assistente sociale deve essere introdotto nella scuola, dove avrà la
possibilità di mettere l'insegnante di fronte ai problemi collettivi della sua scolaresca e di La rappresentanza politica nello Stato federale.
legare molto di più di oggi la scuola a fatti economico-sociali dell'ambiente, da cui oggi è 15. - Riguardo infine al problema della regione, sono ormai molti disposti a riconoscere
in pratica assente. Egli sarebbe quindi uno degli strumenti del necessario rinnovamento che esiste in atto in Italia una grave crisi del sistema di rappresentanza politica, ma non si
della scuola, che deve avviarsi a divenire il nucleo attivo e vitale di ogni centro vede al contrario alcun tentativo per approfittare della nuova legislazione regionale per
comunitario16. Naturalmente sorge la parallela esigenza di dare incremento a scuole di

soltanto la scolaresca iscritta è chiamata a fruire di questi servizi; l'intera comunità trova nel complesso
scolastico il suo luogo d'incontro e il fulcro di ogni forma di vita associata.
15 Costituzione Italiana, art. 34. « La scuola è aperta a tutti.
«Il legame fra scuola e città è di carattere organico. La vitalità di un complesso scolastico dipende dalla
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
vitalità dell'unità cui appartiene. Il servizio che la scuola è chiamata a rendere alla comunità può essere
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
determinato solo avendo ben presenti le caratteristiche funzionali della comunità. In tutta l'edilizia
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre
scolastica italiana si è sempre trascurato questo aspetto fondamentale. L 'edificio scolastico è
provvidenze, che devono essere attribuite per concorso».
tradizionalmente inteso come un insieme di aule, completato da pochi uffici, da una palestra, da
16 « Laddove la realtà di un profondo e operante progresso sociale è stata raggiunta attraverso una
impianti igienici più o meno completi e, nei casi migliori, da un giardino. Spesso ci si limita alle aule,
pianificazione urbanistica integrale -nell'Inghilterra - la scuola ha determinato l'unità dimensionale dei
agli uffici e ai gabinetti. La causa di queste manchevolezze non è sempre la povertà di mezzi finanziari
piani urbanistici. L'"optimum" di funzionalità di una scuola serve a stabilire qual è l'"optimum" delle
o la colposa inosservanza delle norme regolamentari. Quando si perde la vera funzione della scuola in
dimensioni dell'unità residenziale. La scuola è la base e la misura dell'intero centro abitato. I vari tipi di
tutto il complesso urbanistico, si può anche rinunciare a cuor leggero a questo o a quel Il servizio»:
scuole caratterizzano i vari tipi di unità residenziali : l'"unità-vicinato" (composta di 1.000-1.500
l'essenzialità di esso diventa materia opinabile.
abitanti) comprende il nido d'infanzia; l'unità-borgo (4.000-7.500 abitanti) il nido e la scuola
«Concludendo, bisogna aver chiaro soprattutto un punto: il problema dell'edilizia scolastica non è un
elementare; l'unità-distretto (20-30.000 abitanti) l'asilo, le elementari e le scuole medie di tutti i gradi.
mero problema quantitativo; nè è soltanto un problema di buona o cattiva architettura. Per risolverlo,
«Ma non si tratta solamente di questo. La scuola elementare e la scuola media sono destinate ad essere
occorre trasferirlo sull'unico piano cui attiene, sul piano urbanistico» (Riccardo Musatti, relazione
i centri attivi dell'intera comunità. Il complesso scolastico, situato in posizione centrale, come cuore Scuola e urbanistica tenuta al XIV Congresso Nazionale della Federazione Nazionale Insegnanti Scuole
dell'intero dispositivo urbanistico, comprende sale di riunione, biblioteca e locali per la ricreazione ed i Medie, Roma 13/15-III-1952, e riportata negli Atti, editi, sotto il titolo «La parola della scuola», a
giuochi. Intorno, nella zona verde. di rispetto, sono sistemati i campi e le attrezzature sportive. Non Torino dal periodico L'eco della scuola nuova).
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vincere tale crisi. Di fronte ai regionalisti massimalisti, la cui posizione può essere in Senza rispettare questo criterio si creerebbe un'assemblea disarmonica con un eccesso di
realtà pericolosa per l'unità nazionale, il Movimento Comunità intende la regione anzitutto componenti in taluni dei rami della pubblica amministrazione e con una carenza di
come strumento di decentramento statale e di autonomia e non di arbitrario componenti in altri rami; si turberebbe infine quell'equilibrio tra forze del lavoro, valori
particolarismo. Gli statuti regionali devono essere anzitutto uniformi allo scopo di della cultura e istituzioni democratiche che abbiamo indicato come necessario per
ricondurre attraverso la pluralità di organismi periferici alla unità dello Stato. garantire la stabilità della nuova costruzione. L'elezione di secondo grado è l'unico
E infine, è impossibile pensare all'efficacia della Regione se prima non si sia provveduto a dispositivo democratico atto a raggiungere questi fini. Non vi sono altre alternative.
una riforma della legge comunale e provinciale, per cui le Province opportunamente La seconda camera avrebbe: la stessa base elettorale costituita dai Presidenti di Divisione
aumentate di numero secondo le naturali esigenze territoriali (Comunità), abbiano ampi di Comunità. Tuttavia, mentre per eleggere i deputati della prima camera, essi si
poteri esecutivi e divengano a loro volta concreto strumento del decentramento regionale raccolgono per Regione, nel dar luogo alla seconda camera essi si raccolgono in collegi
(per es. la riunione delle Giunte Provinciali dovrebbe costituire di per sè il Consiglio nazionali divisi per funzione.
Regionale). È nota la struttura funzionale che, secondo il pensiero del Movimento Si ottiene in questo modo una camera altamente qualificata, ma che tuttavia ha le
Comunità dovrebbe avere la rappresentanza politica in seno alla Comunità, e l'organica identiche radici democratiche della prima camera.
compresenza delle tre fondamentali forze sociali, lavoro, cultura, democrazia. La seconda camera, pur rispettando i valori personali, garantirebbe la rappresentanza
L'idea di rappresentanza economica e sindacale è ricondotta al principio territoriale - delle minoranze e l'affermazione di valori nazionali. Nessun altro modo di costituire una
insostituibile garanzia democratica - e a una sua intima connessione con l'orientamento camera funzionale sàrebbe legittimo da un punto di vista democratico. La coerenza del
politico della popolazione. In altre parole, ogni rappresentanza tecnica è sottoposta a una sistema e la possibilità di una soluzione definitiva del problema, derivano dall'aver
direzione e a un giudizio politico. ricondotto, sin dall'origine, ciascun rappresentante funzionale allo stesso e identico
Gli amministratori di una Comunità (presidenti di divisione) ne diventano i suoi naturali principio territoriale.
rappresentanti. Si delinea così l'idea di una rappresentanza pluralista ben più ricca di
valori di una rappresentanza formata da un'unica persona, caratteristica del collegio Stato e Chiesa.
uninominale; o di quella rappresentanza dissociata dalla vita locale che è caratteristica di 16. -Circa i rapporti fra Stato e Chiesa, gli accenni sopra fatti al laicismo come è inteso dal
un regime di rappresentanza proporzionale. Movimento Comunità, alla distinzione fra politica culturale e politica della cultura, al
Gli amministratori delle Comunità saranno designati con particolari procedimenti atti a rapporto fra persona e società nella politica di educazione e di assistenza saranno valsi a
garantire l'equilibrio fra le forze della cultura, le forze del lavoro e le forze democratiche introdurre al nostro pensiero in argomento. La soluzione deve presentarsi come tale da
propriamente dette. Si può pertanto considerare che l'insieme regionale dei Presidenti di permettere al cittadino di essere interamente religioso, interamente rispettoso del suo
Divisione rappresenti la sovranità nella Regione, e l'insieme nazionale rappresenti la proprio credo (senza remore, scrupoli o riserve mentali) ed interamente rispettoso e leale
sovranità nazionale. L'idea di sovranità e di rappresentanza si trasferisce così dalla verso lo Stato. Lo Stato, insistiamo, deve conservare un valore esclusivamente
primitiva affermazione del Contratto sociale che la commetteva al popolo, inteso strumentale, là pure dove i suoi interventi sono molteplici: esso serve a dare (anche
astrattamente, a un corpo numeroso e qualificato che rappresenta una nuova classe mediante il giusto uso della forza) organizzazione pacifica alla società, tendendo, al
politica - radicalmente aperta - dalla quale emanerà l'intero potere dello Stàto. Stabilendo limite, a sostituire a una società dove prevalgono la potenza e il privilegio una società che
il caposaldo fondamentale che la rappresentanza della nazione risiede nel corpo costituito - modificando l'espressione kantiana - potrebbe definirsi come il regno delle vocazioni.
dall'insieme totale dei Presidenti di Divisione, si può con facilità dar luogo a un Parlamento Nei rapporti con la Chiesa, con qualunque società culturale o spirituale, e con le persone
moderno, che esprima con grande approssimazione la volontà del Paese e che nel singole, lo Stato conserverà questa posizione di estrema modestia. E tuttavia dovrà essere
contempo sia dotato di una grande efficienza. di una estrema severità nella tutela del suo còmpito modesto; vietando ogni
L'insieme dei Presidenti di Divisione di Comunità rappresenta il corpo politico dal quale, clericalizzazione della funzione «naturale» che è chiamato a svolgere («date a Cesare...»),
giocando come in una scacchiera, si può con facilità raggiungere la formazione dei nuovi impedendo senza eccezioni che qualunque società, culturale o spirituale, ceda alla
istituti. La camera bassa potrà essere concepità come un'assemblea di secondo grado tentazione di sostituire le conversioni per imperativo della coscienza con le conversioni
mandataria di ciascun Consiglio regionale in modo proporzionale a ciascuna funzione per prudenza terrena.
politica e alla popolazione di ciascuna Regione. Questi punti non esauriscono evidentemente il panorama politico italiano, né il
programma del Movimento Comunità. Alcuni di essi, nell'evolversi delle situazioni

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politiche, potranno anche dimostrarsi contingenti e suscettibili di revisione. In ogni nostra
affermazione, accanto ad una convinzione profonda, c'è un largo margine di invito alla
discussione e al dialogo. Ciò che tuttavia rimane costante in queste pagine è la volontà di
stabilire con molta fermezza le finalità fondamentali e certe della nostra azione politica, la
metodologia che noi riteniamo essenziale ad ogni lotta politica che non voglia esaurirsi
nel compromesso o nell'avventura.
Noi confidiamo quindi che ne risultino chiari i criteri informativi della nostra azione volta
all'autonomia delle comunità nell'àmbito dello Stato federale, e volta alla soluzione dei
problemi umani (di libertà, di dignità personale, di solidarietà sociale) come preminenti su
ogni altra considerazione politica. Così sarà chiaro che il Movimento Comunità si batte per
una politica economica di pieno impiego, per una riforma tributaria impostata sulla
tassazione esercitata sul reddito e non sul consumo, per una politica edilizia inquadrata in
una integrale politica di pianificazione urbana e rurale che sappia utilizzare, oltre alle
sempre limitate risorse finanziarie, quelle offerte dalla capitalizzazione del lavoro
(utilizzando, ad esempio, per l'edilizia rurale, il lavoro potenziale non esercitato dai
contadini nei mesi invernali e nei lunghi periodi di sottoccupazione), per una politica di
difesa del consumatore, quindi a favore delle cooperative, dei piccoli consorzi, delle
iniziative locali contro i mastodontici consorzi politici burocratizzati, e così via
Per una vita politica più vicina ai reali bisogni e alla misura dell'uomo.

OSSERVATORIO

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Osservatorio - 1 televisione ungherese arriva la drammatica conferma del massacro: le immagini delle
fosse comuni di Timisoara in cui i cadaveri, appena esumati e ancora parzialmente
INFORMAZIONE: POTERE DI COSTRUIRE VERITA’?
ricoperti di terra, erano allineati alla luce delle torce elettriche; tutti i corpi riportavano i
segni delle torture e delle mutilazioni. Icona del massacro divenne il corpicino di una
Claudio Fracassi, storico direttore della coraggiosa bimba che giaceva su quello di una donna, probabilmente la madre, con una lunga ferita
rivista Avvenimenti, definisce la notizia come Francesco Lauria sul torace.
innanzitutto “una costruzione umana, un prodotto Presidente Europa Plurale – Il fatto davvero sconvolgente fu che, una volta arrivati a Timisoara gli inviati dei maggiori
culturalmente determinato” e aggiunge che, Movimento per un giornali, mancò un “accertamento dei fatti e delle cifre”.
“tecnicamente parlando una notizia è un rapporto per Federalismo Globale Solo in seguito, “quando si spense l’ubriacatura mediatica”, pochi giornali fecero sapere
un pubblico su un avvenimento”; lo stesso Fracassi, quanto era accaduto in realtà. In totale le vittime degli scontri a Timisoara erano state
paragona l’informazione a “una finestra aperta che ci da un’inquadratura, una prospettiva poche decine, le immagini messe in onda dalla televisione ungherese erano state girate
particolare e forse distorta.” nel cimitero dei poveri e quelli riesumati erano i “corpi di sventurati barboni, alcolizzati
Un esempio spesso citato è costituito da un clamoroso falso giornalistico che riuscì ad emarginati, sepolti nei mesi precedenti senza cassa e senza croce dopo una rapida
ingannare il mondo intero costituito dai fatti di Timosoara nel 1989, raccontato negli anni autopsia”, causa della ferita sul torace dei cadaveri interpretata dai reporter come
successivi dal giornalista Paolo Rumiz (nel suo libro “Maschere per un massacro”) , dallo conseguenza delle torture. Il corpicino icona del massacro era quello di una bimba
stesso Fracassi (nel testo “Le notizie hanno le gambe corte”) e definito da Ignacio “deceduta per congestione, a casa sua, a due mesi e mezzo di età, il 9 dicembre 1989”,
Ramonet, direttore di Le Monde Diplomatique: “ il più grande inganno mondiale dopo mentre quello della donna con la lunga ferita sul torace era di “una anziana alcolizzata
l’invenzione della televisione” morta di cirrosi epatica l’8 novembre”.
Nei giorni del Natale 1989 una terribile notizia fece il giro del modo. Durante la Si tratta ovviamente di un esempio tra i tanti e oggi forse, con l’avvento di internet e dei
rivoluzione rumena, nella città di Timisoara era stato compiuto un orribile massacro. A weblogs informativi diffusi su scala planetaria, un inganno di queste dimensioni sarebbe
prova della tragedia il ritrovamento di fosse comuni con 4632 cadaveri di persone stato più difficile da realizzare, anche se non possiamo esserne certi.
mutilate e torturate. Padre Giulio Albanese, per molti anni direttore dell’Agenzia Missionaria Misna (Missionary
La prima fonte della notizia era anonima: un non meglio identificato “viaggiatore Service News Agency, un'agenzia d'informazione specializzata sul Sud del mondo) ci
cecoslovacco”, i cui racconti erano stati riferiti ricorda un altro aspetto del problema della manipolazione dell’informazione: “in realtà
Claudio Fracassi, storico dall’agenzia di stampa ungherese Mti, poi dalla soltanto in piccola parte il fatto è la fonte diretta della notizia perché tra la fonte primaria,
direttore della televisione di Budapest e dalla radio di Vienna. Questo ossia l'insieme inesauribile degli accadimenti, e chi deve compiere l'operazione
accadde una domenica, il 17 dicembre 1989, dunque in inesauribile di selezione e codifica l''industrializzazione del processo produttivo
coraggiosa rivista
un “giorno di disperata carenza di notizie (e di rilassate dell'informazione ha frapposto una rete organizzata di strutture denominate agenzie di
Avvenimenti, definisce distrazioni) nelle redazioni giornalistiche di tutto il stampa. Sono loro le vere "signore dell'informazione" che dettano le regole del gioco.”
la notizia come mondo”. Complice il fatto che il venerdì precedente si I criteri di selezione delle notizie, dopo tutto, non hanno
innanzitutto “una erano effettivamente verificati “scontri sanguinosi tra i purtroppo nulla a che vedere con i valori sociali, culturali Oggi non sono i
costruzione umana, un manifestanti e la polizia di Ceausescu”, le cronache del e professionali dei singoli giornalisti; oggi, infatti, non giornalisti che cercano
lunedì successivo informarono de ”l’orrendo massacro”. sono i giornalisti che cercano le notizie, ma, quasi le notizie, ma, quasi
prodotto culturalmente Nei giorni seguenti la notizia, assolutamente priva di sempre, sono le notizie che cercano i giornalisti e il
determinato” e aggiunge sempre, sono le notizie
riscontri oggettivi si impose sui mezzi di discorso vale ancor di più per il Sud del Mondo, dove il
che, “tecnicamente comunicazione del pianeta, a partire dalle emittenti predominio delle agenzie di stampa è ancor più che cercano i giornalisti
parlando una notizia è dell’Est europeo fino a diventare “una verità assodata e accentuato. e il discorso vale ancor
indiscutibile come il sole che sorge ogni mattina”. Altro tema che qui non è possibile approfondire, è di più per il Sud del
un rapporto per un La fonte della notizia rimane vaga e in ogni modo costituito dalla manipolazione pubblicitaria e dalla Mondo
pubblico su un anonima, mentre la cifra degli assassinati e quella degli creazione continua e surrettizia di nuove necessità di
avvenimento” arrestati salgono sempre di più fino ad assestarsi
rispettivamente a 4.600 e 13.000 proprio quando dalla 76
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consumo.
Osservatorio - 2
Ma emerge un ulteriore aspetto, che il sociologo Marco Deriu, ha studiato a fondo in
particolare nel suo testo “L’illusione umanitaria”. ERTO 2004/2005/2006
Deriu ci fa notare che, in particolare le recenti operazioni belliche, possono contare su un
consenso "virtuale" e "mediatico" che impoverisce enormemente la qualità della A settembre del 2004 finì la Carovana della Pace
Emiliano Oddone
democrazia. proposta dagli Istituti Missionari Comboniani, alla
D'altra parte è importante mostrare in maniera approfondita come operazioni militari e quale avevo partecipato e che mi aveva portato fra le
operazioni umanitarie non siano affatto modalità di azione in sé contraddittorie, ma al realtà di margine del Sud Italia. Ad ottobre, la mia
contrario come oggi rappresentino diverse facce della stessa medaglia e come in verità voglia di affrontare la ricerca di uno stile di vita non
siano necessarie le une alle altre. Da questo punto di vista l'ideologia umanitaria che si è falsamente semplificato e la voglia di affiancare contesti dove si sono sviluppate logiche di
andata affermando negli ultimi anni svolge una funzione fondamentale nel creare oppressione, mi portò ancora fra le montagne… in un luogo dove si poteva incontrare una
consenso attivo o passivo ad una strategia politico-militare. comunità che aveva sofferto a causa dell’ingiustizia e che ancora poteva testimoniare
Mass media, democrazie virtuali, organizzazioni umanitarie, apparati militari, sembrano in memoria di essenzialità… volevo esserci quotidianamente, così scelsi Erto… nella valle del
fondo incontrarsi per stringere un comune patto segreto: quello di anestetizzare, Vajont. Luogo oltre… nel senso che, oltre le acque sconvolte e i morti, qui si è tornati…
contenere e controllare tutte le forme di alterità, tenendole alla maggiore distanza qui si è rimpastato il pane. Qui si è vissuto in solitudine, fra i pochi, la storia da dentro. Da
possibile da noi stessi. dopo il disastro queste comunità, sono state sempre più raggiunte dall’ingiusta menzogna
In Italia, l'articolo 21 della Costituzione sancisce la libertà di informazione per tutti e il e di conseguenza dalla profonda agonia e infine dalla rabbia che essa genera. Dopo quella
libero uso dei mezzi di informazione. In realtà l'informazione è libera solo per coloro che notte dell’ottobre del 1963, si alza la nebbia ogni mattina nella valle del Vajont.
hanno la proprietà dei mezzi. Di fatto non si può fare libera informazione se non si hanno Fenomeno che avviene quando cambiano le stagioni, ma anche d’estate o d’inverno dopo
anche parallelamente mezzi e professionalità per esercitarla . le piogge, che mi sembrano ancora lacrime dal cielo, imponenti ma brevi o prolungate ma
E il caso del nostro paese, tra conflitti di interessi, concentrazioni antipluralistiche e fredde. Nebbia densa, che copre la valle e che lambisce l’abitato di Erto. Sembra un lago
occupazione pluridecennale e bipartisan del servizio pubblico da parte dei partiti politici, bianco e soffice, ricorda il passato, partendo dal momento della tragedia fino ad arrivare
è fra i più compromessi. alle epoche dei ghiacci in massima espansione,
Dopo quella notte
In conclusione, senza voler screditare in toto la classe giornalistica, e ricordando il diciottomila anni fa (questa nebbia infatti simula
sacrificio di tanti valorosi professionisti dell’informazione (da Antonio Russo, ad Ilaria
dell’ottobre del 1963, si volumetricamente e spazialmente il ghiacciaio
Alpi, da Maria Grazia Cutuli ad Enzo Baldoni e così via..) alza la nebbia ogni wurmiano come anche ricorda il lago del Vajont ). Vita
L'ideologia umanitaria è importante tenere sempre presente la cornice e gli mattina nella valle del della morte… anche se qui la vita è ormai confusa alla
che si è andata effetti del potere dei media, un sistema che il noto morte, lo spartiacque è ancora poco netto. Non sono di
Vajont. Fenomeno che
giornalista Ennio Remondino, definisce “senza regole”. certo Mauro Corona, il Vajont, le Gaie (due anziane
affermando negli ultimi avviene quando
La sfida è la costruzione di un’ informazione dal basso donne ertane che vivono insieme per lo più come
anni svolge una ed il fare rete per dare ad essa la possibilità di esistere. cambiano le stagioni, vivevano le loro nonne, donando empatia al ricordo
funzione fondamentale L’esperienza di alcuni network come Misna, Peacelink e, ma anche d’estate o dalla parte della vita più che della morte) e il
nel creare consenso sul caldo fronte dell’informazione interculturale e romanticismo selvatico a rendere Erto ciò che è, Erto
d’inverno dopo le
dell’immigrazione, MigraNews, costituisce un è… ma è anche: Mauro Corona, il Vajont, le Gaie e il
attivo o passivo ad una piogge, che mi
importante segnale di speranza, un’opportunità per romanticismo selvatico… e molti uomini e donne che
strategia politico- tutti di raggiungere quell’ informazione che non c’è e di sembrano ancora meriterebbero di essere incontrati, ma anche lasciati in
militare. cui la nostra democrazia ha enorme bisogno per non lacrime dal cielo, Pace… perché riescano ad essere uomini e donne di
diventare sempre più una democrazia di carta. Pace.
imponenti ma brevi o
Dopo la Carovana della Pace, eccomi qui, in luoghi che
prolungate ma fredde
ancora contengono le conoscenze utili a praticare stili

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di vita alternativi, dove non si è consumata del tutto l’ingiustizia, e dove le persone attenzioni anche nei miei confronti… in cambio, elemosina dignitosamente, solo un po’ di
provano a resistere anche se appesantite dalla violenza subita… stentano a per-donare, a compagnia e di ascolto…
fidarsi e ad accogliere ma sembra anche che vogliano per-donare, fidarsi e accogliere. La Forte è, comunque, la sensazione della diffidenza che questi feriti dalla storia, ti buttano
gente qui ha sete di acqua buona. Qui, infatti, nonostatnte io sia un “togno” (straniero in addosso quando ti incontrano. Una diffidenza motivata… anche in Africa o potuto
ertano), laureato in Scienze Geologiche (aggravante), difficilmente catalogabile perché accorgermene… diffidenza motivata dalle vicissitudini subite… ma pur sempre diffidenza.
controtendenza etc., gli ertani mi per-donano, si fidano di me e mi accolgono… non tutti, Motivata, come quando queste fiere genti dei puri monti, vedono arrivare il popolo della
ma molti, dai giovani ai vecchi, uomini e donne. città, da diverse parti, o meglio, vedono arrivare l’Altro (il “togno”= lo straniero) ormai così
Sono ancora vivi e si sentono di dover raccontare di quei passaggi storici, di quelle distante, ma voglioso, spesso feticisticamente, di capire il Vajont, attraverso una visita di
persone… come di chi viveva nelle zone espropriate, mentre la SADE realizzava l’opera qualche ora susseguita ad un eco televisivo. Motivata, perché il ricordo di chi venne, con
dello “sviluppo”. Quelli che subirono gli espropri cedettero a promesse che davano modi e metodi alieni, e che iniziò il “Vajont”, è ancora vivo. Inevitabile, perché la gente qui
garanzia di una casa altrove, ricostruita dalla onnipotente SADE. Ma il soggetto del è viva.
“benessere” promesso non era la gente, bensì un modello. Tutti hanno voglia di parlarne, “Togni” incuriositi e distaccati tanto da essere in grado di escludere, pensando di
chi con la rabbia, chi con la conoscenza, chi con il rifiuto o con il silenzio (perché, “un includere auto-invitandosi… visualizzando le persone del posto come icone, rientranti nel
buon tacere non fu mai scritto”). Incontri… tipo quello con l’Osvalda, che mi racconta la pacchetto turistico. Sembrano divertiti nello spersonalizzare, così forse pensano di
storia della famiglia Filippin, ad esempio. Erano in otto, e si sono spenti tutti assieme rendere le persone del posto controllabili, impacchettabili, catalogate come la più o meno
quella notte, non avevano beneficiato della promessa e si trovavano a vivere in una casa scarsa sensibilità configurativa desidera. La gente del Vajont, quindi si sente controllata,
che sorgeva scomodamente nella fascia di sicurezza segnata per sempre dalla SADE. C’è usata, non incontrata. Sono ormai capricci anche le rappresentazioni della realtà. E’ vero…
un grande “potere” nelle mani di chi disegna cose su topografiche rappresentazioni del scarsa è la partecipazione dignitosa capace di donare Come non capire i miei
territorio. I potenti proposero l’esproprio con la promessa di una riedificazione in zona dignità… Ma come fare, se non c’è tempo di
fratelli e sorelle ertani,
sicura che non si realizzò. La notte nel 9 Ottobre 1963, morirono lì… forse, se le temporeggiare, ed ascoltare… c’è bisogno del tempo per
promesse della SADE fossero state veritiere, questa gente si sarebbe salvata. Nessuno non tremare nella banalizzazione. Come non capire i miei quando ho ancora vivo
riconobbe questa responsabilità… e molte altre vennero travestite o tralasciate. Questa fratelli e sorelle ertani, quando ho ancora vivo sottopelle sottopelle l’amore speso
“mia” gente è ancora in grado di testimoniare, nonostante i 40 anni di oscurantismo sulle l’amore speso per quegli africani, anch’essi visualizzati per quegli africani,
verità del Vajont… i collusi con i poteri hanno tentato in tutti i modi di cancellare la da sguardi di bianchi curiosi, etnici e capricciosi, che
anch’essi visualizzati da
Memoria… facendo sentire chi l’attende, come un pazzo sovversivo fuori di senso. Questa sanno vedere senza fare dono di dignità... dunque senza
mia gente ricorda ancora… ed è per questo che è ancora viva… ed è per questo che mi guardare! Svuotati nell’incontro si sfocia nella diffidenza sguardi di bianchi
sento di chiamarla “la mia gente”, perché anch’io non o nell’uso utilitaristico dell’Altro. Negri e Bianchi. curiosi, etnici e
Questa mia gente so dimenticare le cose e le persone incontrate in questi Montanari e cittadini. Ricchi e poveri. Indigesta questa capricciosi, che sanno
ricorda ancora… ed è anni. La Giotta , una bambina di 85 anni, che ricorda diffidenza, sia in Africa che qua a Erto, indigesta anche
vedere senza fare dono
per questo che è ancora tutto di quando faceva l’ambulante, in tempo di guerra, questa banalizzazione umana dell’incontro… d’immagini
quando i tedeschi rastrellavano gli italiani (8 settembre e non di persone con pari dignità. Anche perché, il di dignità... dunque
viva… ed è per questo
1943), lei era a Bressanone che si preoccupava di rischio è sospendere nella generalizzazione, un popolo senza guardare! Svuotati
che mi sento di raccogliere nomi e indirizzi, a volte degli oggetti degli dalla propria storia. Come fare quindi a r-esistere a nell’incontro si sfocia
chiamarla “la mia alpini di 20 anni che venivano caricati sui treni pronti questa indigestione banalizzante fondata sulla diffidenza
nella diffidenza o
gente”, perché anch’io alla deportazione… si prese l’incarico di far avere che genera diffidenza? Tutti partecipiamo… quindi come
notizie ai parenti… passava anche cibo, di nascosto dai r-esistere, come curarsi? Io sono “togno” e sono qui, nell’uso utilitaristico
non so dimenticare le
tedeschi. Lì ha imparato il valore della carità, lo Spirito trattato come tale. In passato sono sempre stato dell’Altro. Negri e
cose e le persone l’aveva preparata, perché poi la sua vita le avrebbe “togno”… ovunque mi trovassi… in Africa ero Bianchi. Montanari e
incontrate in questi anni richiesto ancora attenzioni per gli altri… ancora pratica “Mzungo”…ma ho anch’io trattato gli altri, in varie cittadini
instancabilmente questo intendimento, ed è piena di circostanze, come “togni”. L’aria o l’acqua, ci sono

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concesse e donate, ma la supponenza a volte, ce le fa sentire come qualcosa di dal Vajont. Pochi parlano del post-Vajont, e c’è da chiedersi perché… gravi sono gli
scarsamente sacro e di molto scontato… motivo di perenne indigestione… diritto, non scandali che ancora non sono emersi e gravi sono le logiche mafiose che gestiscono il
grazia. Fortunatamente il tempo vissuto nella Valle del Vajont non è stato un tempo di nord Italia. Infatti, il bel libro della Lucia Vastano: “Vajont, l’onda lunga.1963-2003
solitudine, infatti, oltre alle Gente del posto, ho avuto come compagni di cammino anche quarant’anni di tragedie e scandali” risulta particolarmente boicottato. Storia di vivi che
quattro amici, che poi sono diventati cinque. La nostra piccola comunità era costituita da interpella i vivi!!! Vivi sono anche i potentati che non rendono verità e non permettono a
Christian, Alessandra, Michele, Raffaella e Gianfranco. Siamo arrivati qui circa due anni fa, questa gente di percepire la Giustizia. Senza Giustizia non c’è nemmeno la Pace. Chi passa
con l’opportunità iniziale, di perseguire un progetto proposto da un prof. universitario, di qui, dovrebbe venirci solo se ha chiaro nel suo cuore di voler Ascoltare ed Incontrare (e
che voleva instaurare un Ecomuseo in Val Vajont, facendo leva sui concetti di memoria e di non solo Mauro Corona) per andarsene arricchiti, cambiati, pro-vocati… frequentando il
continuità di vita… Il progetto ecomuseale in divenire, ci è sembrato inquinato da ciò che luogo come si dovrebbero frequentare i luoghi sacri. L’auspicio è quello poter venire qui
porta all’esclusione ed alla divisione (logiche amministrative, accademiche, politiche di come Viaggiatori, che attraversano un luogo vivo della Memoria, e non come se si
autorappresentanza), sicchè l’abbiamo prima combattuto, poi, ci siamo dissociati e con- passasse velocemente davanti ad un “monumento ai caduti disatteso e tradito”, come
centrarti su altro. sono tutti i “monumenti ai caduti” delle nostre guerre, che abbiamo nelle nostre piazze,
Ci siamo fatti comunque pro-vocare in modo serio dalla parola ecomuseo. Il suffisso “eco” conniventi alle truppe armate e alle armi italiane disseminate in tutto il mondo.
ci ha spinto a riflettere sul senso dell’ “Abitare” e di “Farci Abitare” da questo luogo in Ecco perché, sono sempre più convinto che si possa aiutare questa gente, solo facendola
senso profondo. Inoltre, vedendo comparire nel progetto la parola “partecipazione”, sentire erede sacrale della propria storia. Una comunità ideale, che faccia memoria e
spesso ripetuta, ci è venuto spontaneo decidere di abitare questo luogo cercando di riesca, attraverso il per-dono, a donare anche il suo dolore, per far com-prendere al
sottolinearne gli aspetti più tipici (memoria) e scegliendo inoltre di partecipare alla vita mondo l’immoralità di certe interferenze e dinamiche. Per la Valle del Vajont e per la sua
comunitaria (continuità di vita)… questa visione derivava dalla necessità di non incappare gente, vedo la possibilità curativa di instaurare una seria Scuola di Pace, dove possa
nella facile e già vista tendenza a non considerare le persone e il contesto, calando le convergere una riflessione nazionale (da parte della società civile, della chiesa e delle parti
soluzioni in modo scollegato e soprattutto “dall’alto”. Perciò abbiamo deciso di abitare politiche) su tematiche come: gestione territoriale, politiche dell'acqua, assistenza nelle
una casa del paese vecchio, in tre inizialmente. La scelta successiva è stata quella di situazioni di emergenza-tragedia, risoluzione dei
lasciare la porta più aperta possibile agli ertani e a chi, attirato dall’esperienza, veniva conflitti, individuazione delle politiche di usurpazione e Sono sempre più
dall’esterno. Poi siamo diventati cinque e dopo due anni, camminando con tutti, i giovani di rapina, delle logiche di interesse, individuazione dei convinto che si possa
di Erto ci hanno consegnato le chiavi del paese, potentati e delle pratiche mafiose, etc. Il fine sarebbe
aiutare questa gente,
Si tenga presente che lo mettendo i loro nomi su di un’enorme chiave, intagliata quello di far sentire a questa gente l’utilità del dolore
per l’occasione. La voglia di essere ascoltati ed vissuto, e la ricchezza che rappresenta questa storia per
solo facendola sentire
sviluppo del nord-est
accompagnati caratterizza questi giovani, ma più in le generazioni a venire. Secondariamente, il sogno erede sacrale della
produttivo dipende generale, tutti i soggetti facenti parte di questa sarebbe quello di creare anticorpi culturali che ci propria storia. Una
strettamente dalle leggi comunità, manifestano fortemente questo bi-sogno. permettano di vivere un più elevato livello etico, nelle
comunità ideale, che
speciali del Vajont Quando toccavamo, con la nostra presenza, questo nostre così dette democrazie. Questo è un vero e proprio
campo, l’affetto ed il riconoscimento sono sempre stati invito che rivolgo a tutti gli interlocutori sensibili.
faccia memoria e riesca,
applicate negli anni 60 e
dimostrati abbondantemente. Joseph Kizerbo ama ricordare che in molte culture attraverso il per-dono, a
70, e che quasi tutto del Tutto questo discorso per arrivare a dire che il Vajont africane esiste un comune denominatore che è il donare anche il suo
nostro modello di vita non è solo storia di morti (morti di mafia, ndr), ma è cerimoniale che si usa fare quando arriva lo straniero
dolore, per far com-
attuale, deriva dalle soprattutto storia di vivi che interpella i vivi. Si tenga nella propria terra. Gli si offre l'acqua in un semplice
presente che lo sviluppo del nord-est produttivo contenitore di legno, ma prima di fare bere l'ospite, si
prendere al mondo
impostazioni sociali e
dipende strettamente dalle leggi speciali del Vajont versa un po' d'acqua a terra, per nutrire la madre che ci l’immoralità di certe
strutturali, che ci sono applicate negli anni 60 e 70, e che quasi tutto del acudisce... il parallelismo con l'acqua versata in Val del interferenze e
state imposte a partire nostro modello di vita attuale, deriva dalle impostazioni Piave attraverso il disastro del Vajont è di notevole dinamiche
dal Vajont sociali e strutturali, che ci sono state imposte a partire impatto emotivo e grande carica simbolica, richiama a

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fare di questi luoghi spazi in cui si accoglie la differenza facendo Memoria di ciò che è
Osservatorio - 3
accaduto per rivitalizzare l'amore per la Terra in tutti i visitatori che passano di qua,
nell’auspicio che gli esseri umani imparino a interagire con essa, e non ad interferire PER UN PARTITO DEMOCRATICO ANTIOLIGARCHICO*. NELLA
distruggendola. Se vuoi la Pace, prepara la Pace.
TRADIZIONE DI ROOSEVELT, DE GASPERI, MATTEI E LA PIRA

Un Partito Democratico che non voglia essere un


avamposto esecutivo di interessi particolaristici, non Claudio Giudici
può non tenere conto di come le parti che vengono a
comporlo si siano radicate nel corso della propria
storia, nonché degli elevati fini che essi assieme si
propongono di perseguire, sotto la nuova veste
dell’unità.
Il Partito Democratico, e più in generale un partito, non
Il Partito Democratico, e
può limitarsi ad amministrare lo stato di fatto secondo
più in generale un le modalità più o meno direttamente richieste dal
partito, non può finanziatore di turno della campagna elettorale, quanto
limitarsi ad piuttosto porsi il fine di elevare le capacità morali e di
vita della popolazione, cercando di contribuire alle
amministrare lo stato di
sorti dell’intera umanità.
fatto secondo le Così se negli Stati Uniti, si assiste ad uno scontro tra
modalità più o meno due concezioni diametralmente opposte del Partito
direttamente richieste Democratico – quella filo-oligarchica di Felix Rohatyn,
nella tradizione di John J. Raskob, e quella anti-
dal finanziatore di turno
oligarchica di Lyndon LaRouche, nella tradizione di
della campagna Fraklin Delano Roosevelt – anche in Italia il Partito
elettorale Democratico segue la medesima falsariga. Da un lato il
disegno oligarchico di De Benedetti1, alle cui istanze,

* Si tiene a precisare che il senso del termine “antioligarchico” è utilizzato nel senso proprio della
parola e non genericamente e demagogicamente nel senso di dover combattere gli strati sociali più
ricchi. Il problema non sono i ricchi; il problema sorge nel momento in cui la ricchezza diventa
insopportabile strumento di offesa degli strati sociali più bassi. Ciò lo si ha quando una ristretta casta
di persone gestisce il bene pubblico come se fosse qualcosa di privato; e questo è l’oligarchia appunto.
1 In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera del 2 dicembre 2005, De Benedetti dice: ‹‹Poi lui
[Berlusconi] di errori ne ha fatti mille, dai condoni a una riforma delle pensioni inadeguata fino a un
provvedimento sul Tfr a futura memoria. Il fatto è che le vere riforme costano, anche in termini di
consenso. Sul mercato del lavoro c'è un'elasticità insufficiente. Treu ha iniziato, la legge Biagi ha
incrementato ma bisogna fare di più, molto di più. Per riuscire bisogna intervenire pesantemente sugli
ammortizzatori sociali... Per restare all'economia penso alla riduzione del cuneo fiscale. Non di un
punto come ha fatto il governo con Luca di Montezemolo che si è dovuto accontentare. Una vera
riforma significa dieci punti di cuneo fiscale, con un costo di 20 miliardi. È evidente che per realizzarla
occorre recuperare gettito fiscale combattendo l'evasione e, al limite, aumentando l'Iva… La tradizione
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chi punta ad avere un ruolo politico di primo piano a prescindere, si è già allineato, ad una concezione di uomo come homo homini lupus; segnò il passaggio da un cammino
dall’altro quello per il Bene Comune di coloro che sono tenuti ai margini della politica. sociale orientato all’amore (agape, caritas), alla realtà ed all’interiorità, a quello del sesso,
“La generazione che segue raccoglie in eredità appena le briciole di quelle energie che droga e rock and roll; segnò il passaggio da una concezione dell’economia produttivo-
avrebbe potuto applicare nella loro pienezza l’uomo che decade, così deve rifare a industriale ad una consumistico-speculativa.
proprie spese quasi tutto il cammino. Per questo il progresso umano è lento, la macchina Le guerre finanziarie avviatesi a partire dal 15 agosto 1971 e tutt’oggi in corso, nonché la
lavora con troppa perdita. Lo scopo futuro degli Stati sarà quello di aumentare e costanza di guerre guerreggiate dopo il dissolvimento dell’Unione Sovietica, testimoniano
rafforzare gli strumenti di congiunzione fra una generazione e l’altra. Uno Stato ideale questa nuova concezione hobbesiana dei rapporti tra i Popoli.
sarà raggiunto quando esso potrà mantenere appositi organi di trasmissione delle Il cosa fare e non fare è dunque chiaramente tracciato dalle esperienze storico-sociali
esperienze e dei risultati ottenuti fino allora.”2 contrapposte 1945-1971 da una parte e 1971-oggi dall’altra.
Con queste parole Acide De Gasperi traccia il binario da percorrere a noi che veniamo in Queste due diverse fasi storiche trovano dunque fonte d’ispirazione in una concezione
sostituzione di coloro che vanno, affinché non si disperda, dovendo ricominciare tutto da dell’uomo diametralmente opposta. Non può essere credibilmente detto che si tratta
zero, il patrimonio d’esperienze e morale acquisito da questi ultimi. Su questo binario semplicemente di due esperienze diverse, quanto piuttosto che si tratta di un’esperienza
corre il treno del sistema culturale e la sua locomotiva è la Verità. La Verità e non il migliore rispetto all’altra; da una parte un’esperienza che si rifà a validi principi ispiratori
comodo deve tornare ad essere il traguardo degli uomini e dei loro sistemi politico- che dovevano semmai essere ancor più migliorati, dall’altra un’esperienza che si rifà a
sociali, di modo che la ripetizione di errori, tipo la deriva liberista verso cui per principi ispiratori malsani che mai sarebbero dovuti essere risposati.
l’ennesima volta il cammino dell’umanità ha di nuovo virato, rappresenti solo un inciampo Questa diversa concezione dei rapporti tra gli uomini, per l’Italia ha voluto dire essere
durante il cammino, e non il cammino stesso. vittima di iniquità economico-finanziarie internazionali e nazionali: il non avvio di una
Per restare ben saldi sulla strada della Verità3, quale miglior modo che quello di riscoprire politica energetica volta all’indipendenza, le ricette liberiste imposteci a partire dalla metà
i principi guida dei grandi uomini del passato – e, se ve ne sono, del presente – che degli anni ’70 dal Fmi, il sorgere di una concezione speculativa dell’economia, e attacchi
avevano fatto dell’onestà intellettuale e dell’amore per dei centri finanziari alla moneta, hanno distrutto il tessuto produttivo italiano.
Ma cosa significa
il Bene Comune, il fine della loro opera politica. Il giudizio negativo più forte a questo stato di cose, proviene dalle dinamiche del potere
Ma cosa significa riscoprire i principi? Non significa riscoprire i principi? d’acquisto della maggioranza della popolazione, che ha smesso di crescere agli inizi degli
certo ripetere in modo automatico azioni e volontà in Significa ridare anni ’70 ed ha accelerato violentemente verso il basso durante gli anni ’90. Tutto ciò,
un contesto che è divenuto, cambiato. Significa però applicazione, con nuove nonostante l’articolo 3 Cost., 2° co. reciti: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli
ridare applicazione, nella nuova realtà – dunque con ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza
soluzioni concrete, a
nuove soluzioni concrete – a quei medesimi principi dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
che ispirarono l’azione politica benefica di chi in ultima quei medesimi principi Degli ultimi persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i
istanza migliorò le condizioni di vita morali e fisiche che ispirarono l’azione trentacinque anni, non lavoratori all’organizzazione politica, economica e
della popolazione. politica benefica di chi può essere neanche sociale del Paese”.
Questo processo benefico è andato perso tra la fine Degli ultimi trentacinque anni, non può essere neanche
migliorò le condizioni di trascurata l’influenza
degli anni ’60 ed i primi anni ’70 quando un vero e trascurata l’influenza esercitata dal cambio di
proprio cambio di paradigma segnò il passaggio da vita morali e fisiche esercitata dal cambio di paradigma che ha portato all’abbandono della visione
una concezione dell’uomo come homo homini fratres della popolazione paradigma che ha prometeica dell’uomo. In questa visione, l’uomo che
conosce e crea e che fa dell’amore per la conoscenza e
portato all’abbandono
per la creazione la sua missione di vita, dà concreta
socialista era tutta incardinata nel patto tra produttori mentre il referente del Partito democratico deve della visione prometeica applicazione all’aforisma socratico per cui il vero male
essere il consumatore…›› dell’uomo sia l’ignoranza, essa includendo pure l’inazione. Enrico
2 M. R. De Gasperi, De Gasperi – Ritratto di uno statista, Mondadori, Milano, 2005, pagg. 71-72.
Mattei4 è stato il campione italiano di questa
3 “Il nostro posto d’azione è modesto e oscuro; il teatro della nostra vita pubblica è angusto e lontano
dalle grandi correnti, ma nessun posto è così oscuro che, quando vi si combatta per il bene, non lo
investa la luce dell’eterna Verità; nessun Paese è così remoto che, quando vi si cooperi con Dio, non lo 4 “Mattei pensava in grande e attirava a sé tutti coloro che volevano lavorare per modernizzare il paese.
attraversi l’infinita corrente spirituale che domina l’universo.” Alcide De Gasperi, 31 dicembre 1921. Si trattava di portare il paese non solo al pari dell’Europa, ma più avanti, il che creava un grande
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concezione dell’uomo, e le sue vedute profetiche, i suoi discorsi non politically correct Dal combinato disposto degli artt. 1 e 3 della Costituzione risulta chiaro come il lavoro
sono tra quelli che devono essere riscoperti. sia un diritto, come esso debba essere strumento per eliminare le disuguaglianze sociali e
come la Repubblica debba a tal fine adoperarsi.
In rispetto della nostra grande Costituzione Purtuttavia, è bene interpretare il concetto di “lavoro” dal punto di vista più alto, e cioè
come applicazione delle facoltà cognitivo-creative uniche dell’uomo, quelle che ci
L’art. 1, 1° co. della Costituzione italiana recita: “L’Italia è una Repubblica fondata sul differenziano dagli animali e che permettono, attraverso le scoperte scientifiche, di
lavoro.” aumentare la produttività con lo sviluppo e l’applicazione delle tecnologie. Questo, onde
I padri costituenti con questo primo articolo hanno doverosamente individuato un primus evitare l’interpretazione riduttiva, marxista e feudale, oltre che antieconomica, del lavoro
a cui fare inevitabilmente riferimento affinché si abbia una sana concezione delle come semplice lavoro delle braccia.
relazioni politico-sociali e della persona umana. “Repubblica” e “lavoro” sono i due pilastri Il Partito Democratico nascente dovrà avere come sua missione preminente quella di
su cui si erge il nostro sistema costituzionale. riportare ad una coincidenza tra Costituzione formale così come riassunta dall’art. 1
Alla luce di ciò sorgono spontanee alcune domande: A) siamo ancora una Repubblica, Cost., e Costituzione materiale, per ritrovare quella strada diretta verso la crescita morale
cioè un sistema politico-costituzionale dove il patrimonio spirituale e materiale nazionale che i padri costituenti erano riusciti a costruire.
è utilizzato nel nome e nell’interesse del Popolo sovrano, o piuttosto il sistema è scaduto
verso derive oligarchiche dove quel patrimonio è utilizzato nell’interesse di alcuni Credito nazionale per il progresso, non credito privato6 per la speculazione
potentati nazionali ed internazionali? L’allargamento radicale della forbice tra alti redditi e
bassi redditi, ci obbliga a propendere per una risposta Il sistema americano così come concepitosi dalla Dichiarazione d’Indipendenza del 1776,
La concezione
negativa. B) La concezione dell’uomo lavoratore, ossia passando per Alexander Hamilton, Abramo Lincoln, Franklin Delano Roosevelt, e John
come individuo dedito al perseguimento del Bene dell’uomo lavoratore, Fitzgerald Kennedy puntò a realizzare in primo luogo una sovranità economico-
Comune attraverso una sua funzione economico- ossia come individuo Le banche centrali
finanziaria totale, dove all’indipendenza economica
sociale, è tutt’oggi concreta e perseguita, oppure si è dedito al perseguimento privata si sovrapponeva, per ovvi fini di controllo e
passati ad una diversa concezione del ruolo che un europee, che gestiscono garanzia la sovranità nazionale.
del Bene Comune il credito e dunque
individuo deve avere, trasformandolo in una sorta Nel sistema americano un ruolo preminente è
d’involontario parassita dove tutto il suo stipendio è attraverso una sua subordinano le sovranità riconosciuto alla Banca Nazionale ed al credito, come
gravato da debiti di consumo? L’attuale debito funzione economico- economiche nazionali,
strumenti operativo-dirigistici del Congresso e
pubblico, che però va ricoperto tornando ad essere sociale, è tutt’oggi dell’Amministrazione.
produttivi e non riversandone il costo sulla non sono altro che delle I sistemi costituzionali europei non sono mai riusciti a
concreta e perseguita?
popolazione, ce ne dà immediata risposta5. società di banche riconoscere formalmente questo pilastro del
private dove dunque il repubblicanismo moderno. Le banche centrali europee,
che gestiscono il credito e dunque subordinano le
spavento, tanto che il pensare in grande è da allora praticamente scomparso. Oggi in Italia i grandi controllato ed il
sovranità economiche nazionali, non sono altro che
progetti rimangono tutti nel cassetto o prendono tempi biblici: Venezia ha ancora l’acqua alta, lo controllore coincidono
stretto di Messina non ha ancora il suo ponte, la Firenze-Bologna è quella di cinquant’anni fa, le aree delle società di banche private dove dunque il
dismesse delle città rimangono vuote, il Po continua a straripare come sempre. Eccetera. I grandi
progetti in Italia non hanno consenso. La gente non ci crede e se li vede realizzare li ostacola.” Tratto
da Il Progetto Mattei, di Marcello Colitti, Acqualagna, 26 Ottobre 2002, proposto il modello dell’uomo che consuma, e che, non si sa bene da dove gli venga il denaro che usa,
http://www.colitti.com/marcello/mattei.html, 07 agosto 2006. Marcello Colitti è stato dirigente Ecofuel ma consuma, che ha un’enorme dotazione di beni di consumo che rinnova continuamente.” Intervento
(Eni) ed autore di diversi volumi su questioni petrolifere e su Mattei. di Marcello Colitti alla conferenza L’esempio storico di Enrico Mattei come risposta alla crisi attuale,
5 “Direi che l’effetto peggiore questo sistema l’ha avuto nella moralità pubblica, nel tono della vita organizzato dallo Schiller Institure e dall’Executive Intelligence Review, Milano, 27 novembre 1992.
civile, e nel fatto che noi così facendo abbiamo proposto alle generazioni che vengono dopo di noi un 6 In La crise mondiale aujourd'hui, il premio Nobel per l’economia 1988, Maurice Allais, sostiene:
archetipo non più di uomo produttore, non abbiamo più proposto il modello dell’uomo che produce "Essenzialmente, l'attuale creazione di denaro ex nihilo operata dal sistema bancario è identica alla
qualche cosa, che fatica e che quindi ha un impegno morale, civile, direi spirituale, perché la fatica ha creazione di moneta da parte di falsari. In concreto, i risultati sono gli stessi. La sola differenza è che
una dimensione fisica, ma non solo quella. Un uomo che fatica ma che produce qualche cosa. Abbiamo sono diversi coloro che ne traggono profitto".
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controllato ed il controllore coincidono. Anche l’esperienza americana, dall’istituzione Fonti, quali quelle del solare e dell’eolico, tuttavia, se possono rappresentare una parziale
della Federal Reserve Bank (1913), che solo con Franklin Roosevelt (nella sostanza) e John soluzione per le necessità abitative, ci farebbero cadere dalla padella nella brace per
Kennedy (anche nella forma) si è tentato di scardinare, ha perso questo pilastro del quanto concerne il sistema produttivo, che necessita di un flusso energetico
costituzionalismo moderno, che aveva fatto degli Stati Uniti il sistema costituzionale enormemente superiore.
repubblicano meglio riuscito, in quanto propriamente sovrano e non rimesso alle volontà A tal proposito, l’unica credibile soluzione è rappresentata dal nucleare7.
arbitrarie di una banca centrale a partecipazione privata. I fatti di Chernobyl del 1986 furono strumentalizzati per avviare una campagna
Il Partito Democratico, pur consapevole degli ostruzionismi omicidi che in tal senso antinuclearista priva di ogni razionalità, che non tenne in debito conto della vetustà
troverà sulla sua strada, non potrà fare a meno di perseguire questo primo obiettivo per dell’apparato complessivo sovietico che da lì a sei anni sarebbe crollato. La Francia, con
fare in modo che il credito nazionale – che le assemblee legislative di volta in volta noi confinante, oggi, deriva la propria produzione elettrica dal nucleare per quasi l’80%.
autorizzeranno agli esecutivi ad emettere, così come il Congresso Usa avrebbe il potere di La popolazione francese non si trova certo in peggior condizioni di benessere rispetto a
fare nei confronti dell’Amministrazione Usa – sia orientato verso le attività produttive, quelle della popolazione italiana. Gli aspetti inerenti alla salute sono oramai stati chiariti,
dunque orientato al perseguimento del Bene Comune, e non verso le attività speculative, ed è stato dimostrato come la radioattività, entro gli specifici limiti ambientali, non sia
di qualunque genere esse siano. Ciò, per ridare dignità all’art. 47 Cost., per cui: “La nociva per la salute umana8.
Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e I moderni sistemi di produzione di energia nucleare, oltre che meno inquinanti rispetto a
controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà petrolio e carbone e più performanti rispetto a questi ultimi, sono diventati anche sicuri
dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento grazie alle tecnologie a sicurezza intrinseca del funzionamento della reazione stessa, e
azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.” addirittura a prova d’impatto aereo.
Ma la nostra Costituzione, oltre a porre l’accento sulla produzione, riconosce sì che Circa il problema delle scorie radioattive, questo è l’aspetto più debole della questione.
l’attività imprenditoriale è libera, ma anche che non possa confliggere con i diritti Anche se le più recenti tecnologie consentono un riciclaggio del rifiuto fino al 96%, lo
superiori della persona umana. Così l’art. 41 Cost., recita: “L’iniziativa economica è libera. smaltimento del restante non è ancora completamente risolto. Tuttavia, è risolto forse il
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla problema dell’inquinamento ambientale derivante da combustione delle materie fossili?
sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Il nucleare – oggi accettato anche da ambientalisti storici come James Lovelock e Patrick
Alla luce degli articoli costituzionali, è chiaro come iniziativa economica e credito Moore9 – se veramente vorremmo reindirizzarci sulla strada dello sviluppo, può
debbano avere una funzione sociale, essere diretti alla produzione, e non possano andare rappresentare per l’Italia una soluzione d’avanguardia.
contro il Bene Comune.

L’Italia non è più stata


Nella tradizione di Mattei, indipendenza energetica 7 “La totalità dell’energia elettrica importata in Italia proviene dalle centrali nucleari d’Oltralpe. Mentre -
capace di intraprendere giova ricordare - nel 2003, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna produssero, rispettivamente, 420,

L’Italia ha una naturale carenza energetica. La questione la strada 157, 85 e 60 miliardi di KWh elettrici dagli oltre 100 reattori nucleari in esercizio in quei Paesi.”, Lettera
aperta al Presidente della Repubblica, Galileo 2001, per la libertà e dignità della Scienza, 17 dicembre
energetica, tuttavia, non impedì a uomini come Enrico dell’indipendenza 2005.
Mattei di cercare di dare un’indipendenza energetica al energetica, fino ad Nella lettera aperta all’on. Silvio Berlusconi e all’on. Romano Prodi, del 2 aprile 2006, da parte della
Paese, prima avviando colloqui indipendenti con i Paesi medesima associazione, si dice che il 30% dell’energia elettrica europea deriva dal nucleare.
arrivare ai giorni nostri
detentori di petrolio, poi puntando sul nucleare con la 8 I costi delle scelte disinformate: il paradosso del nucleare in Italia, F. Battaglia, A. Rosati, 21mo
centrale di Latina. In seguito alla ancor oggi non chiara dove come una secolo, Milano, 2005, pagg. 121 e ss.
scomparsa del grande statista, l’Italia non è più stata macchina sempre ai 9 Convertire al nucleare di Patrick Moore, 16 aprile 2006:
“Nei primi anni '70, quando collaborai alle fondazione di Greenpeace, credevo che l'energia nucleare
capace di intraprendere la strada dell’indipendenza massimi regimi rischia fosse un sinonimo di olocausto nucleare, come molti miei compatrioti. Questa fu la convinzione che
energetica, fino ad arrivare ai giorni nostri dove come
di rompersi un inverno ispirò il primo viaggio di Greenpeace, lungo la meravigliosa costa rocciosa del nordovest, per
una macchina sempre ai massimi regimi rischia di
sì ed un estate pure protestare contro i test delle bombe all'idrogeno sulle Isole Aleutine in Alaska. Dopo trent'anni, la mia
rompersi un inverno sì ed un estate pure. visione è cambiata, e penso che anche il resto del movimento ambientalista debba aggiornare la sua
Nuove fonti energetiche impongono di essere sfruttate. prospettiva, poiché proprio l'energia nucleare potrebbe essere la fonte energetica capace di salvare il
nostro pianeta da un altro possibile disastro: i cambiamenti climatici catastrofici.
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Consideriamola in questa maniera: più di seicento impianti a carbone negli Stati Uniti producono il 36% cominciò a dire di essere d'accordo con la maggior parte delle cose da me dette: pur escludendo
delle emissioni statunitensi di biossido di carbonio, il primo gas-serra responsabile dei cambiamenti l'opzione nucleare, lasciò intendere una netta disponibilità ad esplorare tutte le possibili opzioni.
climatici; questa cifra rappresenta il 10% delle emissioni a livello globale. L'energia nucleare è l'unica Ecco perché: l'energia eolica e quella solare hanno la loro voce in capitolo, ma poiché sono
fonte a larga scala e a basso costo che possa ridurre tali emissioni, pur continuando a soddisfare la imprevedibili e mancano della necessaria continuità, esse non possono rimpiazzare gli impianti più
crescente domanda di energia elettrica. Oggi, oltretutto, lo può fare in tutta sicurezza. grossi e più solidi a carbone, a uranio o idraulici. Il gas naturale, un combustibile fossile, è ora troppo
Faccio queste affermazioni con cautela, come è ovvio dopo l'annuncio dato dal Presidente dell'Iran costoso, e il suo prezzo è fin troppo volatile perché si possa investire serenamente in impianti di
Mahmoud Ahmadinejad sull'arricchimento dell'uranio. "Le tecnologia nucleare è per scopi pacifici, e grande portata. Poiché gli impianti idroelettrici hanno quasi saturato i siti adatti, il nucleare, per
nient'altro", ha detto. Ma molti speculano sulla possibilità che tale processo, pur essendo dedicato alla semplice esclusione delle alternative, rimane l'unica fonte in grado di soppiantare il carbone. Semplice,
produzione di elettricità, sia in verità una copertura per la costruzione di armi nucleari. in fondo.
E benché io non voglia sottostimare il pericolo rappresentato dalla tecnologia nucleare nelle mani di Non voglio negare che all'energia nucleare siano associati vari problemi, ma vi sono anche molti miti da
stati canaglia, dico che noi non possiamo semplicemente mettere al bando qualunque tecnologia sfatare. Consideriamoli con attenzione:
considerata pericolosa. Questa fu la mentalità del "tutto-o-niente" in vigore durante la Guerra Fredda, • L’energia nucleare è costosa.
allorché qualunque espressione della tecnologia nucleare sembrava indicare una minaccia per l'umanità Essa è invece tra le meno costose. Nel 2004 il costo medio della produzione negli Stati Uniti fu pari a
e l'ambiente. Nel 1979, Jane Fonda e Jack Lemmon provocarono un brivido di paura con le loro poco meno di 2 centesimi di dollaro per kWh, cioè comparabile a quello delle centrali a carbone o
interpretazioni magistrali ne "La Sindrome Cinese", un film che evocava un disastro nucleare a seguito idroelettriche. Ma i futuri sviluppi tecnologici porteranno i costi a livelli ancora inferiori.
della fusione del nocciolo di un reattore, capace di minacciare la sopravvivenza di una città. Meno di • Gli impianti nucleari non sono sicuri.
due settimane dopo la proiezione di quel film, il nocciolo del reattore dello stabilimento atomico di Se a Three Mile Island la vicenda terminò con un successo, vent'anni fa l'incidente di Chernobyl fu
Three Mile Island (Pennsylvania), si comportò come nella finzione cinematografica, causando una differente. Ma si trattò di un incidente cercato. I primi modelli sovietici di centrale nucleare non
angoscia molto reale nella nazione. avevano il guscio di contenimento del reattore. L'intero progetto era pessimo, e gli addetti fecero
Ciò che all'epoca nessuno notò, tuttavia, fu che la vicenda di Three Mile Island terminò con un saltare la centrale in aria. Lo scorso anno, il forum sull'incidente di Chernobyl che ha raccolto
successo: la struttura di contenimento in cemento si comportò come da progetto, impedendo alle tantissime agenzie dell'ONU ha confermato che si possono attribuire all'incidente stesso soltanto 56
radiazioni di uscire e diffondersi nell'ambiente. Oltre ai danni subiti dal reattore, nessun lavoratore decessi, perlopiù dovuti alle radiazioni o alle bruciature durante le operazioni di estinzione
rimase né ferito né ucciso, né tantomeno gli abitanti delle zone limitrofe. Pur essendo stato l'unico dell'incendio. Pur nella tragicità, quelle morti non sono che un pallido riflesso dei 5.000 decessi annui
incidente nella storia della produzione di energia atomica negli Stati Uniti, esso fu sufficiente a farci che avvengono nelle miniere di carbone di tutto il mondo. Tra l'altro, nessuna persona è mai morta a
respingere terrorizzati qualunque altro sviluppo della tecnologia nucleare, tanto che da allora in tutto il causa delle radiazioni, in tutto il programma nucleare civile degli Stati Uniti. (Il problema dei decessi da
Paese nessuna nuova centrale è stata commissionata. radiazione nel sottosuolo, tra i minatori di uranio dei primi anni di questa industria, è stato da lungo
In America, oggi, i 103 reattori attivi forniscono soltanto il 20% dell'elettricità consumata. L'80% della risolto.)
popolazione che vive a meno di 10 km di distanza da uno di questi reattori, li approva (senza contare • Le scorie nucleari saranno pericolose per migliaia di anni.
gli addetti). Nonostante io non viva, come loro, nelle vicinanze di una centrale atomica, ora sono Tra quarant'anni il carburante esausto avrà soltanto un millesimo della radioattività riscontrata al
nettamente schierato dalla loro parte. momento della rimozione dal reattore. Oltretutto, è scorretto parlare di scoria o di rifiuto, perché il 95%
Devo aggiungere che non sono l'unico, tra i vecchi ecologisti, ad aver mutato d'opinione su questo dell'energia potenziale è ancora contenuto in esso, dopo il primo ciclo di fissione. Ora che gli Stati Uniti
tema. Lo scienziato britannico James Lovelock, fondatore della teoria di Gaia, ha finito per credere che hanno rimosso il bando sul riciclaggio del fissile usato, sarà nuovamente possibile usare quell'energia
l'energia nucleare sia l'unica via per evitare un cambiamento catastrofico del clima. Stewart Brand, residua, e ridurre contemporaneamente la quota di rifiuto effettivamente bisognoso di trattamento e
fondatore del "Whole Earth Catalog", ora dice che il movimento ambientalista deve abbracciare l'energia posa in discarica. Lo scorso mese il Giappone si è unito alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Russia nel
nucleare perché tutti possiamo affrancarci dai carburanti fossili. Alcune volte, simili opinioni sono state settore del riciclaggio del combustibile nucleare. Gli Stati Uniti non rimarranno indietro.
oggetto di scomunica dal clero anti-nucleare: il defunto vescovo britannico Hugh Montefiore, fondatore • I reattori nucleari sono vulnerabili agli attacchi terroristici.
e direttore di "Friends of the Earth", fu obbligato a dimettersi dal direttivo di quella associazione, per I contenitori del nocciolo sono fatti da uno spessore di cemento rinforzato di circa due metri. Anche se
aver scritto un articolo a favore del nucleare su una newsletter ecclesiastica. un jumbo-jet si abbattesse su un reattore, facendo crepare le pareti esterne, il reattore non
Ora vi sono segni di una certa disponibilità, un'apertura all'ascolto, anche presso gli attivisti anti- esploderebbe. Vi sono molti tipi di impianti industriali diversi, che sono molto più vulnerabili (impianti
nucleari "duri e puri". Nello scorso dicembre, quando partecipai al convegno sul protocollo di Kyoto a a gas naturale, impianti chimici e vari altri obiettivi politici).
Montreal, rivolsi ad un gruppo ristretto di partecipanti alcune riflessioni su un futuro all'insegna • Il combustibile fissile può essere trasformato in armi nucleari.
dell'energia sostenibile. Dissi che l'unico modo di ridurre le emissioni dei gas di combustione, mentre Questo è il tema più scottante associato all'energia nucleare, e il più difficile da discutere, come mostra
si produce energia elettrica, è quello di rivolgersi in modo deciso alle fonti energetiche rinnovabili il caso dell'Iran. Ma il fatto che la tecnologia nucleare possa essere impiegata per scopi malvagi non è
(idroelettrica, geotermica, eolica, ecc.) insieme al nucleare. Il portavoce di Greenpeace fu il primo a un valido motivo per abolirla. Negli ultimi vent'anni, uno dei più semplici utensili - il macete - è stato
intervenire nella sessione dedicata alle domande, e io mi aspettavo un bella frustata. Egli, invece,

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Ciò ci consentirebbe, in pieno spirito lapiriano, di poter risolvere anche il problema della
scarsità idrica dell’Africa sub-sahariana e dell’area medio-orientale, grazie a reattori
nucleari a 200 MW per la dissalazione del mare. Il complesso infrastrutturale
Il problema del costo – se mai è esistito – è stato affrontato dalla Francia nel periodo
1973-74, facendo ricorso ad un approccio industriale “di massa” piuttosto che a L’Italia è piombata in un misticismo naturalista che trova il suo più manifesto antecedente
costruzioni ad hoc, riducendo così i costi. Essa ha sviluppato anche programmi di nella cultura medioevale, dove mancava l’idea di poter partecipare a migliorare la biosfera
aggiunte successive, in considerazione dell’accresciuta richiesta energetica delle varie e dove, dunque, la popolazione non cresceva restando sempre ai medesimi livelli
zone. demografici a causa della continua moria provocata dai disastri naturali, nonché
Oggi, il costo, alla luce del forte rincaro dei prezzi dei combustibili fossili, è sempre meno dall’incapacità di migliorare le capacità immunitarie degli individui.
un problema. In ogni caso una seria indagine a tal proposito non può non tenere conto Dagli anni ’70 siamo piombati in una cultura del non fare, che ogni cittadino può
del fatto che un impianto nucleare di nuova concezione dura più di 50 anni. sperimentare affrontando il disagio procurato da ore di coda immettendosi sull’A1, nel
In ogni caso, qualsiasi approccio finanziarista alle infrastrutture, è vittima di un errore tratto Firenze-Bologna. Come è stato possibile che un tratto autostradale concepito 50
concettuale. Infatti, le infrastrutture – così come le spese per la ricerca scientifica – sono anni fa, sia sostanzialmente rimasto invariato, nonostante l’esponenziale incremento di
investimenti che si ripagano da sé nel tempo in modo continuo grazie allo sviluppo automezzi?
economico che ne deriva, ed il ritorno economico-finanziario che dà un’infrastruttura Purtroppo, se nell’immaginario collettivo è stata indotta l’idea per cui a “industria”
tecnologicamente all’avanguardia, non ha confronto con la spesa inizialmente sostenuta corrisponda “inquinamento”, all’idea di “infrastruttura” (o grande opera) è associata quella
per realizzarla. di “distruzione ambientale”. Questa confusione concettuale, se per la popolazione italiana
I tempi di realizzazione di una centrale nucleare, mentre la Cina sta procedendo alla ha rappresentato continui disagi ed impoverimento, a causa della non efficienza del
creazione di centrali a carbone alla velocità di un’unità alla settimana, è oggi di 40 mesi. tessuto produttivo, in continenti come l’Africa ha voluto dire destinare a riserva
naturalistica parti importanti delle poche aree coltivabili presenti in quel continente,
rendendo ancor più complicata la lotta per la
impiegato per uccidere più di un milione di persone, in Africa. Si tratta di un numero ben superiore al Quindi, ad una sussistenza di quelle popolazioni.
numero delle vittime uccise dalle bombe di Hiroshima e di Nagasaki.
Di che cosa sono fatte le auto-bomba? Di cherosene, fertilizzanti e acciaio (quello della struttura concezione entropica, Questa concezione, ha avuto quelle ripercussioni
intorno a questioni di ordine epistemologico, che
dell'automobile). Se ponessimo un bando su tutto ciò che può uccidere, non potremmo nemmeno avere tutt’oggi dominante, ne
del fuoco. portano oggi ad accettare in tutta tranquillità l’idea per
L'unico modo per affrontare la proliferazione del nucleare è di dare a questo tema la priorità
contrapponevano una cui la popolazione mondiale vada ridotta. Il bello è che
internazionale che le compete, di renderla oggetto della diplomazia e, quando necessario, di usare la anti-entropica, dove si nessuno si chiede come! Uomini come John Fitzgerald
forza per impedire a certe nazioni o ai terroristi di perseguire quei fini distruttivi. Si deve aggiungere
poteva discutere di Kennedy e Giorgio La Pira, non posero la questione in
che le nuove tecnologie, come il sistema di ritrattamento introdotto in Giappone di recente (nel quale il
questi termini. La loro idea non puntava a contrarre ciò
plutonio non è più separato dall'uranio), possono aiutare a rendere più oneroso e difficile l'uso di fissile tutto, fuorché
che, se si ha una concezione cristiana (ma non solo)
da parte di terroristi o di stati canaglia. dell’intangibilità della dell’uomo, dovrebbe essere intangibile, quanto ad
Gli oltre seicento impianti a carbone producono circa 2 miliardi di tonnellate di biossido di carbonio
ogni anno - l'equivalente di quanto producono 300 milioni di automobili. Inoltre, il "Clean Air Council" vita umana. D’altra aumentare gli spazi d’azione dell’uomo. Essi parlavano
riporta che gli impianti a carbone sono responsabili del 64% delle emissioni di anidride solforosa, del parte, se non si ha di rendere vivibili gli altri pianeti. Il paradosso è che se
26% degli ossidi di azoto e del 33% delle emissioni di mercurio. Questi inquinanti stanno erodendo la oggi ciò nell’immaginario collettivo rappresenta pura
salute del nostro ambiente, producendo piogge acide, smog, malattie respiratorie e contaminazione da
rispetto assoluto per la
fantascienza, non lo rappresentava verso la fine degli
mercurio. vita umana, come si può anni ’60. Esistono già studi in proposito, e siamo
Nel frattempo, i 103 impianti nucleari operanti negli Stati Uniti stanno efficacemente evitando
pretendere che lo si ancora in tempo per riavviare questo cammino. D’altra
l'emissione di altri 700 milioni di tonnellate di biossido di carbonio - l'equivalente di quanto prodotto
da 100 milioni di automobili. Immaginate che il rapporto tra impianti a carbone e impianti a fissile abbia per le altre forme parte solo in Europa vi è un’alta densità demografica
fosse invertito, cosicché soltanto il 20% dell'elettricità fosse generata dal carbone, e il 60% dall'uranio: di vita? ed il nostro pianeta si presta ancora ad una maggior
questo porterebbe lontano, in quanto a pulizia dell'aria e riduzione dei gas-serra. Ogni ambientalista crescita demografica. Quindi, ad una concezione
responsabile dovrebbe sostenere un cambiamento in questa direzione.
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entropica, tutt’oggi dominante, ne contrapponevano una anti-entropica, dove si poteva conferenza internazionale per un nuovo sistema monetario e finanziario”, sulla falsa riga
discutere di tutto, fuorché dell’intangibilità della vita umana. D’altra parte, se non si ha della più nota “Nuova Bretton Woods” del leader americano Lyndon LaRouche, a cui hanno
rispetto assoluto per la vita umana, come si può pretendere che lo si abbia per le altre aderito anche Bill Clinton e Michel Rocard. Da questo, più che dalla Tobin Tax – che
forme di vita? sarebbe una legittimazione indiretta di un sistema iniquo come l’attuale – si deve ripartire
La questione delle grandi opere, e delle infrastrutture più in generale (strade, energia, per restituire un’architettura finanziaria che consenta lo sviluppo dei Popoli.
idrica, ospedali, scuole, centri di ricerca), deve essere vista dunque in questa ottica di
risoluzione dei problemi dell’uomo odierno e delle future generazioni, nel rispetto Una missione per l’Italia passando per l’idrogeno
dell’ambiente. Ma rispetto dell’ambiente, non può voler dire non fare, o suggerire false
strade, dove il fare sia in realtà un non fare10. L’ultima industria attiva in Italia, nonostante la oramai fisiologica fase di crisi, è quella
Ecco che un nuovo sistema energetico elettronucleare, l’ampliamento e dell’auto. Una rivoluzione da tempo ipotizzata nel campo dell’auto, non aspetta che di
l’ammodernamento della rete autostradale al Sud ed in generale nelle aree in cui si reputi essere realizzata.
necessario, la trasformazione del sistema ferroviario attuale in quello ad alta velocità, se L’idrogeno, sembra essere la fonte del futuro per quanto riguarda i mezzi di trasporto. Da
non piuttosto a lievitazione magnetica, l’ammodernamento dei porti, il sistema del Mose quando la comunità scientifica è riuscita a far comprendere come di idrogeno in natura
ed il Ponte sullo stretto di Messina, potrebbero rappresentare un trampolino di rilancio non se ne trovi, un velo pietoso sembra esser stato messo anche su questa prospettiva
dell’economia italiana. rivoluzionaria, sia per gli equilibri geo-politici sia per la tutela dell’aria che respiriamo.
Reperire carburanti all’idrogeno necessita di reattori nucleari da almeno 800 megawatts.
Un nuovo sistema monetario internazionale L’Italia potrebbe essere il primo paese al mondo ad attrezzarsi in questo senso, e ridare
una prospettiva ed un senso di missione al proprio Paese. Senza un senso di missione, un
Quando nel 1944 Franklin Delano Roosevelt insieme al suo segretario al Tesoro, Harry obiettivo da perseguire, un Popolo non riesce a trovare
Dexter White ideò gli accordi di Bretton Woods, il grande statista americano aveva ben L’idrogeno, sembra elementi di dialogo che lo facciano sentire in costante
chiara l’idea che senza un sistema finanziario stabile ed equo non potesse garantirsi lo essere la fonte del stato di fratellanza. Purtroppo oggi questo stato
sviluppo per tutti i Popoli del pianeta. Questi accordi si fondavano su un “codice d’onore” futuro per quanto comunitario lo si avverte solo in occasione degli eventi
che tra la fine degli anni ’50 e durante gli anni ’60, a più riprese, i partecipanti più forti sportivi. Un cammino ben più importante per un
riguarda i mezzi di
(Francia, Inghilterra e Stati Uniti) non rispettarono. Il 15 agosto del 1971, prendendo ciò a Popolo dovrebbe essere quello di ridare fiducia nel
pretesto, quegli accordi furono cestinati per decisione unilaterale del Presidente Nixon, trasporto. Da quando la futuro a tutte le persone, nonché poter contribuire al
instaurando così un sistema a cambi flessibili, senza alcuna base sull’economia reale – comunità scientifica è benessere degli altri Popoli.
dunque il perfetto contrario dei due pilastri di Bretton Woods, cambi fissi e convertibilità riuscita a far Convertire l’industria automobilistica italiana alla
del dollaro in oro. Questo sistema, oltre ad avere consentito ad investitori privati di produzione di mezzi ad idrogeno, ci consentirebbe di
comprendere come di
condizionare ed affamare intere popolazioni nazionali e regionali – si pensi all’autunno entrare in un mercato nuovo che darebbe lavoro,
del 1992 per Italia, Inghilterra, Germania e Francia, ed al biennio 1997-98 per i Paesi del idrogeno in natura non sviluppo e benessere ambientale. I ricercatori
Sud-Est asiatico – sta creando una bolla speculativa che impedisce che i capitali se ne trovi, un velo avrebbero di che lavorare. Le imprese di costruzione
internazionali vadano verso le attività produttive e, dunque, immiserendo le condizioni di pietoso sembra esser dovrebbero convertire gli impianti di distribuzione di
vita di tutta la popolazione mondiale ad eccezione di coloro a cui è stato concesso di benzina in distributori di idrogeno. Le famiglie non
stato messo anche su
entrare nel circolo bancario. vedrebbero rubati i propri risparmi dalle imprese
Alla luce di ciò, nell’ottica di La Pira del non limitarsi a pensare esclusivamente a casa questa prospettiva petrolifere – nonostante si accusi l’Ocse – che
propria, il nostro Parlamento il 6 aprile 2005 ha approvato la mozione dell’attuale rivoluzionaria, sia per arbitrariamente elevano i prezzi del greggio.
sottosegretario all’Economia, Mario Lettieri, dal titolo “Sulla convocazione di una gli equilibri geo-politici
Cooperazione internazionale: “il vero nome della pace
sia per la tutela dell’aria
è sviluppo”
10 Si pensi a quella forma di disinformazione, spesso in buona fede, per cui il problema energetico di
che respiriamo
un Paese industrializzato sarebbe risolvibile, all’attuale stato della scienza, col ricorso alle c.d. energie
rinnovabili.
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Il messaggio più importante lasciatoci da Giorgio La Pira con la sua opera, è quello per cui
la persona umana non può occuparsi solamente degli interessi e degli affetti a lei vicini,
ma anche delle sorti dell’umanità, dando concretezza all’idea della fratellanza universale.
Alla luce di questo insegnamento, la politica nazionale non può trascurare ciò che avviene
nel resto del mondo. Nel rispetto della sovranità altrui, l’opera di dialogo deve essere una
costante delle relazioni internazionali.
Se promuovere un nuovo sistema monetario e finanziario più equo è una questione
fondamentale, altrettanto lo è l’avvio di una politica energetica comune.
Per portare le persone del pianeta al centro della vita economica, fuori dalla logica che li
relega nel ruolo di forza lavoro a basso costo, o di meri fornitori di materie prime,
dobbiamo innalzare le capacità di produzione energetica. Necessitiamo di quella grande
Alleanza planetaria di cui ha parlato John Fitzgerald Kennedy, e Giorgio La Pira rifacendosi
a lui, per avere 10.000 anni di pace.
Tuttavia, se non si creano anche le condizioni per la creazione di infrastrutture, tutto ciò
rischia di essere inutile. Non può considerarsi un caso che durante una guerra
guerreggiata la prima cosa che si punta a distruggere sia il complesso infrastrutturale del
nemico. Ovviamente, delle infrastrutture, sarebbe il caso di ricordarsi per questioni di
pace, per l’aumento del benessere, piuttosto che per distruggere.
Il Ponte di Sviluppo eurasiatico11 ideato da Lyndon LaRouche, rientra proprio in tale ottica.
Creare un progetto di sviluppo infrastrutturale comune che abbia il suo cuore laddove si
concentra la maggior parte della popolazione mondiale, l’Eurasia, per estendersi verso
Africa, Oceania e le Americhe. Un progetto planetario di questo tipo sarebbe realizzabile
creando ex novo credito produttivo a basso tasso d’interesse ed a lunga scadenza (25-50
anni), così come fatto da Franklin Roosevelt con la Tennessee Valley Authority per i soli
Stati Uniti.

NOTE E SEGNALAZIONI

11 Per averne una rappresentazione grafica generica si consulti la pagina web


http://www.schillerinstitute.org/economy/phys_econ/physical_econ_main.html, 09 agosto 2006. Dallo
stesso indirizzo si accede ad ulteriori pagine di dettaglio per ogni macroarea del pianeta.
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intellettuale ed “operativa” di Marc. Non possiamo che sperare che la Manganaro, vista la

Note e Segnalazioni qualità indubbia di questo volume, continui su questa strada e ci proponga
prossimamente un ulteriore approfondimento delle opere e del pensiero del grande
federalista francese.
Grazia Manganaro Favaretto, Il Federalismo
Personalista di Alexandre Marc (1904-2000), ( Lanfranco Nosi )

– Milano, FrancoAngeli Ed.

Fa sempre piacere scoprire, nel mare magnum Andrea Chiti Batelli, Oltre il sistema
dell’editoria italiana, e in particolare quella dedicata alla rappresentativo?, – Milano, FrancoAngeli Ed.
storia del pensiero politico, un libro dedicato ad
Alexandre Marc, vero e proprio padre del federalismo
Andrea Chiti Batelli, per chi non lo sapesse, è un
integrale. Fa ancora più piacere se solo si pensa che,
esponente storico del federalismo organizzato in Italia ed
dell’immenso lavoro del grande pensatore francese,
in Europa, oltre ad essere un saggista prolifico e sempre
pochissimo è stato tradotto in Italia, e quel poco ha
interessante, anche nelle sue "prese di posizione" più
avuto scarsissima circolazione (basti pensare ad una
controverse. E forse quella che ci presenta nel suo ultimo
delle migliori raccolte, Europa e Federalismo Globale, pubblicata nel 1996 dalla case
libro, edito da FrancoAngeli, è una di queste. Perchè Chiti
editrice Il Ventilabro e a cura del prof. Raimondo Cagiano). In tutta onestà, ci sfuggono i
Batelli ci presenta non solo una panoramica
motivi di una tale scelta, soprattutto se si considera l’attenzione dedicata al federalismo
estremamente interessante delle critiche alla democrazia
integrale in generale, e alle elaborazioni di Marc in particolare, da uno dei massimi
rappresentativa, ma ce ne dimostra chiaramente e
studiosi del federalismo mondiale, Daniel J. Elazar. Non vogliamo pensare che possa
lucidamente le degenerazioni sia a livello nazionale, sia a livello europeo, e pone con
dipendere dai conflittuali rapporti instauratisi negli anni tra Marc e il federalismo europeo
altrettanta lucidità una possibile soluzione, attraverso l'aggiornamento e l''applicazione
organizzato in Italia (sono noti gli spinosi giudizi dati sulla persona e sulle idee da Altiero
del progetto di Ordine Politico delle Comunità che Adriano Olivetti formulò nell'immediato
Spinelli e Mario Albertini) e che risulta sicuramente maggioritario nell’ambito accademico
dopoguerra. Il libro risulta così essere qualcosa di più di un semplice atto di accusa nei
italiano: più probabilmente è l’ennesimo effetto di un certo provincialismo
confronti di un sistema che, a detta dell'autore, è ormai funzionale solo al mantenimento
autoreferenziale spesso presente nella cultura italiana. Rimane il fatto che Grazia
di determinate strutture di potere, e diventa l'articolazione di una vera e propria proposta
Manganaro, dell’Università degli Studi di Trieste, contribuisce con un ottimo testo a far
politica, una proposta di riforma democratica della democrazia che ha come suo "pilastro"
conoscere meglio il percorso di questo intellettuale atipico del Novecento, senza cadere in
costitutivo la realizzazione di una unità politica europea su base federale. E su questo
sterili celebrazioni, ricostruendo in particolare gli anni della “formazione” di Marc,
Chiti Batelli è molto chiaro: non si tratta di realizzare l'unione politica sulla base
nell’ambito di quel variegato movimento che verrà successivamente etichettato come “non
dell'attuale processo di integrazione, del quale ci mostra tutti i limiti, né di riproporre a
conformismo”. E la panoramica che la Manganaro ci offre del Marc impegnato a costruire
livello continentale strutture ed istituzioni già abbondantemente superate a livello
un fronte non conformista e federalista tra gli anni Trenta e gli inizi della Seconda Guerra
nazionale, ma di riorientare tutto il processo su linee nuove ed autenticamente federaliste
Monidale, dai rapporti conflittuali con Mounier alla rivista Ordre Noveaux,consente al
(o meglio, integralmente federaliste - v. pag. ). A questo proposito, l'autore si dimostra
lettore di inquadrare meglio la figura e di apprezzare la coerenza del percorso, sempre
particolarmente severo nei confronti non tanto dell'europeismo "di maniera", che pure
segnato dalla costante elaborazione di una vera e propria filosofia del federalismo (senza
depreca, quanto nei confronti del federalismo rappresentato in Italia dal Movimento
mai peraltro abbandonarsi allo “spirito di sistema”, sempre avversato da Marc), che avrà
Federalista Europeo e in Europa dall'UEF, di matrice strettamente "hamiltoniana" (del quale
fine solo con la sua morte nel 2000. E forse è proprio il focalizzare l’attenzione su questo
è stato peraltro autorevole esponente): in più occasioni ne evidenzia infatti l'incapacità di
periodo che costituisce il limite maggiore del libro: in effetti, la parte dedicata ai
leggere correttamente la crisi del sistema democratico e i nuovi fenomeni politico-sociali,
successivi sviluppi del pensiero marciano (che comunque vengono evidenziati) risulta
troppo sintetica, e in definitiva non rende merito alla complessità della produzione
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tanto da mettersi "fuori dal tempo". Una critica severa, e condivisibile, che meriterebbe
una seria riflessione negli ambienti federalisti, ma non osiamo sperare tanto.
In conclusione, è un testo che merita un'attenzione e un approfondimento ben maggiore
di quello che possiamo dare in questo spazio ristretto: certo è che risulta essere uno dei
testi più interessanti nel panorama di quelli dedicatiai problemi della democrazia, del
federalismo e dell'unificazione europea, e decisamente un testo di riferimento per tutti
quelli che si richiamano al federalismo integrale.

( Lanfranco Nosi )

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DEL MODULO D’ISCRIZIONE Lanfranco Nosi
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Restituire a: Redazione
Silvia Marcuz, Luca Carapelli, Federico Manzoni
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