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A cosa serve l'analisi tecnica

Grafico settimanale di ENI (ENI.MI)


Il compito principale dell'analisi tecnica è quindi quello di identificare un
cambiamento di tendenza rispetto ad uno stadio iniziale, mantenendo una posizione
di investimento fino a quando non vi sia prova che la tendenza stessa si sia di
nuovo invertita. Gli investitori che la applicheranno avranno un'operatività
nettamente differente da quelli che invece applicheranno una più semplice e comune
tecnica chiamata buy and hold (o approccio del "cassettista"), che consiste invece
nell'acquistare e immobilizzare la posizione per lungo tempo. Esiste un vivace
dibattito rispetto alla migliore strategia di trading, che deve essere comunque
sempre attentamente implementata in base agli obiettivi, alle disponibilità ed alla
propensione al rischio dell'investitore rispetto al rendimento atteso.

Una strategia di investimento dinamico ed a breve termine basata su trading


frequente per sfruttare la volatilità dei mercati fondato solo sull'AT presenta in
media un maggior rischio a fronte della ricerca di possibili maggiori rendimenti;
una strategia di investimento più conservativa (buy and hold basato su analisi
fondamentale, con logica cassettista di medio-lungo termine) presenta solitamente
minori rischi, in correlazione però a possibili minori rendimenti.

I possibili vantaggi dell'analisi tecnica rispetto alla strategia buy and hold
risultano particolarmente evidenti in periodi in cui i mercati non fanno registrare
alcun progresso o trend netto, evidenziando comunque notevoli fluttuazioni laterali
(volatilità). I casi più lampanti che si possono ricordare sono quelli dell'indice
Dow Jones Industrial Average durante il periodo 1966-1982. Alla fine del 1982 il
valore dell'indice si discostava di poco da quello segnato nel lontano 1966,
registrando però al suo interno cinque importanti cicli al rialzo. Un ipotetico
investitore che (in maniera comunque piuttosto improbabile) fosse stato così
fortunato da vendere in corrispondenza dei cinque massimi ed acquistare nei minimi,
avrebbe visto crescere il suo investimento di 1000 $ nel 1966 sino a 10000 $ entro
l'ottobre del 1983 (senza considerare però costi di transazione ed imposte). Nello
stesso periodo un cassettista con strategie di acquisto e immobilizzo avrebbe
guadagnato solo 250 $.

Un altro esempio si ha sull'andamento dell'indice Comit dal 1973 al 1996;


particolarmente significativo appare il decennio 1986-1996, durante il quale
l'indice non ha fatto registrare alcun progresso. In questo periodo una strategia
buy and hold avrebbe fatto registrare una performance addirittura negativa, mentre
una strategia che avesse individuato dinamicamente e sempre correttamente i
principali punti di svolta avrebbe reso più probabile dei gain.

È necessario comunque evitare l'illusione di facili guadagni derivanti


automaticamente dall'uso dell'AT, perché nella realtà del trading è ovviamente
impensabile riuscire ad acquistare esattamente nei punti di minimo e vendere nei
punti di massimo per le posizioni long e viceversa per quelle short. Questi valori
possono essere conosciuti ovviamente solo ex post, ovvero a posteriori, negli studi
storici a tavolino. Le finalità dell'analisi tecnica sono quindi quelle di aiutare
a migliorare l'identificazione della direzione di un trend, e di segnalare quando è
prossima una sua inversione; dal momento che è impossibile concepire un solo
strumento capace di segnalare tutti i punti di svolta, ne sono stati costruiti
molti, che non si limitano solamente a indicatori di tipo grafico, ma anche di tipo
quantitativo e statistico.

Si tratta, in termini generali, di un insieme di indicatori, definiti come funzioni


di prezzi e volumi precedenti; il raggiungimento di un certo valore prestabilito
come soglia segnala l'opportunità di un acquisto o di una vendita. Nella stragrande
maggioranza dei casi si tratta di procedimenti sviluppati e raffinati negli Stati
Uniti a partire dagli anni trenta, e che nel corso di oltre settant'anni hanno
determinato insiemi di regole che costituiscono un concentrato di esperienze
operative di migliaia di operatori; tali regole vengono spesso implementate nei
cosiddetti "trading systems" automatizzati.

Presupposti base dell'analisi tecnica


Questa prima parte farà riferimento esclusivamente all'analisi tecnica propriamente
detta; i presupposti su cui fonda le sue previsioni sono sostanzialmente tre:

Il prezzo sconta tutto


Questa affermazione è una premessa basilare per la corretta comprensione
dell'analisi tecnica. Infatti l'analista si muove dalla convenzione che nei prezzi
di borsa, o di un contratto di merci, siano già incorporati tutti quei fattori di
tipo fondamentale, politico, psicologico, monetario ed economico, che ne hanno
determinato l'andamento.

I grafici, infatti, di per sé non fanno salire o scendere il mercato, ma


semplicemente riflettono la sua psicologia rialzista o ribassista.

Poiché l'approccio tecnico può sembrare alquanto semplicistico, la premessa "il


mercato sconta tutto" acquista forza con l'esperienza individuale e dimostra che lo
studio dei prezzi del mercato è un elemento fondamentale dell'analisi tecnica. Per
mezzo di studio dei grafici, supportati da indicatori tecnici, gli analisti
riescono a capire quale direzione il mercato intende prendere, senza dover
ricorrere all'analisi delle motivazioni esterne al prezzo stesso.

La storia si ripete
Questo risulta molto evidente in situazioni quali doppi-tripli massimi o minimi,
ovvero situazioni in cui prezzi arrestano la loro corsa rialzista o ribassista in
prossimità di aree che già precedentemente avevano invertito tendenze in atto,
dimostrando come alcuni punti critici possano essere ricordati anche ad anni di
distanza.

Validità dei trend


Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Trend.

Grafico giornaliero del Nikkei 225

Grafico giornaliero di STMicroelectronics (STM.MI)


Esiste una ovvia conseguenza di questa premessa: è più facile che un trend abbia un
andamento continuo piuttosto che una brusca inversione, e si può quindi affermare
che è destinato a proseguire finché non mostri chiari segni di inversione.[senza
fonte]

Qui a fianco riportiamo due esempi di trend:

grafico giornaliero del forte trend rialzista (bullish) del Nikkei 225, indice
giapponese, durante il 2000.
grafico giornaliero del forte trend ribassista (bearish) di STMicroelectronics,
durante il 2004.
Oltre ai tre fattori sopra indicati presupposti, è bene esplicitare e valutare
l'ipotesi di inefficienza dei mercati e l'ipotesi di irrazionalità di comportamento
da parte dei diversi operatori.

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