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La sottile linea Ucraina

di Riccardo Michelucci

Nella notte tra il 23 e il 24 febbraio la Russia è entrata in Ucraina dalla Crimea, dalla Bielorussia,
dal Mare d'Azov e dalle neonate e autoproclamate repubbliche indipendenti del Donbass,
riconosciute dal presidente russo Putin giusto pochi giorni fa. I russi hanno azzerato in poche ore le
difese missilistiche ucraine, incontrando finora (è la mattina del 24 febbraio) poca resistenza.

Quello tra Mosca e Kiev è un rapporto tanto antico quanto problematico, che in anni recenti ha
visto rinascere tensioni di natura storica, geopolitica e strategica. Fino a trasformare l'Ucraina nella
principale area di crisi tra Russia e Occidente, in un'escalation di provocazioni, minacce e accuse
che ha coinvolto anche Stati Uniti e Cina.

1654: l'annessione.
I rapporti tra i due popoli risalgono al IX secolo, quando i Variaghi (o Rhos), guerrieri vichinghi
giunti dalla Scandinavia, fondarono la Rus' di Kiev. Era il primo Stato a riunire gli Slavi orientali
delle regioni che oggi fanno parte di Ucraina, Bielorussia e Russia Occidentale e la sua capitale era
Kiev. Per secoli fu Kiev, con la sua lingua e la sua cultura distintiva, il cuore del mondo slavo
orientale e della religione ortodossa. Poi, nel Quattrocento, il Granducato di Mosca prevalse sugli
altri principati slavi orientali, inglobandoli ed espandendosi. Nel 1654 il Trattato di Perjaslav sancì
l'unione di Russia e Ucraina, allora in mano ai Cosacchi, sotto il dominio dello zar di Mosca. La
Russia (che della Rus' di Kiev aveva ereditato il nome) esercitò da allora, con pugno di ferro, il
controllo sul territorio ucraino per oltre quattro secoli, contrastando lingua, cultura locale e spinte
indipendentiste. E la repressione aumentò in epoca sovietica.

1991: il crollo dell'URSS.


Quando, alla fine del 1991, l'Unione Sovietica implose, Mosca perse quattordici delle repubbliche
che fino ad allora avevano fatto parte della sua sfera di influenza e della neonata Federazione
Russa. L'Ucraina fu senza dubbio la perdita più dolorosa. Da allora, molti russi provano nei
confronti di quella culla della cultura slava ortodossa (Kiev fu un importantissimo centro di
diffusione del cristianesimo tra gli Slavi, ben prima di Mosca) un legame senza pari tra gli altri ex
Stati sovietici. Anche il presidente russo Vladimir Putin ha fatto spesso riferimento al passato per
sostenere che l'Ucraina è inscindibilmente legata alla Russia. Nell'estate scorsa, in un intervento in
più lingue sul sito ufficiale del Cremlino, ha ribadito che russi e ucraini sono un unico popolo che
condivide "un solo spazio storico e spirituale"... tesi prontamente respinta dal governo di Kiev.

2013-2014: Europa o Russia?


L'attuale crisi risale, invece, al novembre del 2013, quando il presidente ucraino filorusso Viktor
Janukovych decise di non firmare un accordo di libero scambio e di associazione politica con
l'Unione Europea, scegliendo invece di rafforzare i legami con la Russia. Nel centro di Kiev, in
piazza Maidan, scoppiarono violente proteste: decine di migliaia di ucraini scesero in strada
chiedendo le dimissioni di Janukovych - considerato il principale responsabile della grave crisi
economica in atto - e scatenando una durissima repressione da parte delle forze governative. Le
proteste durarono tre mesi e dilagarono in tutto il Paese, raggiungendo l'apice nel febbraio 2014,
quando decine di manifestanti vennero uccisi dalle forze speciali. Janukovych, messo in stato
d'accusa dal Parlamento ucraino, scappò a Mosca, aprendo una nuova fase di instabilità.
Di lì a poco migliaia di soldati russi si riversarono in Crimea (penisola autonoma dell'Ucraina, ma in
maggioranza popolata da russi), dove il governo locale dichiarava la volontà di separarsi da Kiev
chiamando la popolazione a un referendum sull'adesione alla Federazione Russa. Fu un plebiscito
a favore del ritorno della Crimea nell'orbita di Mosca, ma la consultazione venne ritenuta
illegittima dall'Ucraina, dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti. Così, si aprì un nuovo fronte
diplomatico.
Nella primavera del 2014 gli eventi precipitarono anche nell'Ucraina Orientale: i separatisti filo-
russi presero il controllo delle aree industriali di Donetsk e Luhansk, nella regione del Donbass,
dichiarandole indipendenti da Kiev. Seguirono mesi di pesanti combattimenti che causarono circa
quattromila morti. Gli scontri cessarono in settembre, con l'accordo di pace firmato a Minsk da
Russia e Ucraina, ma la crisi è rimasta latente e ha inasprito le relazioni tra Mosca e l'Occidente.
Mentre la Russia ribadiva l'illegittimità del governo di Kiev e denunciava i bombardamenti contro i
civili nella parte russofona del Paese, la comunità internazionale e le organizzazioni umanitarie
condannavano l'intervento militare della Russia accusandola di aver fomentato le rivolte violando
la sovranità del popolo ucraino.

2018-2022: il ruolo della NATO1.


Perché il conflitto nelle regioni di confine russo-ucraine ha assunto fin da subito una grande
rilevanza internazionale? Dalla fine della Guerra Fredda2, la NATO si è allargata verso est
accogliendo alcuni Paesi dell'ex Patto di Varsavia3, un tempo Stati satelliti dell'URSS. Mosca ritiene
che ciò abbia messo a rischio la propria sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti, temendo l'espansione
russa nell'Europa Orientale, vogliono invece limitare l'influenza di Putin e difendere il principio
secondo il quale ogni Paese ha il diritto di scegliersi le proprie alleanze. L'Ucraina, pur non essendo
membro della NATO, non ha mai nascosto i suoi sentimenti euro-atlantici e ritiene che Mosca non
possa impedirle di costruire alleanze con l'Occidente.
Negli ultimi anni non si contano i gravi incidenti e gli scontri a fuoco tra le truppe ucraine e i
separatisti filorussi nei pressi del confine con la Russia. I lunghi negoziati promossi dall'Unione
Europea e dagli Stati Uniti non sono infatti mai riusciti a fermare del tutto le ostilità. Nel novembre
del 2018 il conflitto si è spostato anche nel Mare d'Azov, sullo Stretto di Kerch (che separa la
Russia dalla Crimea), quando unità navali russe hanno aperto il fuoco contro tre navi militari
ucraine e ne hanno sequestrato gli equipaggi con l'accusa di avere attraversato illegalmente il
confine.
Nel novembre del 2021, infine, le immagini satellitari hanno mostrato lo schieramento di circa
centomila soldati russi lungo il confine, al quale hanno fatto seguito imponenti manovre ucraine
nei pressi della Crimea, con il dispiegamento di aerei e artiglieria...

(Focus Storia, marzo 2022)

1
L'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (in inglese North Atlantic Treaty Organization, in sigla NATO) è
un'organizzazione internazionale per la collaborazione nel settore della difesa. Il trattato istitutivo della NATO, il Patto
Atlantico fu firmato a Washington il 4 aprile 1949 ed entrò in vigore il 24 agosto dello stesso anno. Attualmente fanno
parte della NATO 30 Stati del mondo. Ha sede a Bruxelles.
2
Con l'espressione "guerra fredda" si indica la contrapposizione politica, ideologica e militare che venne a crearsi
intorno al 1947, tra le due potenze principali emerse vincitrici dalla Seconda guerra mondiale: gli Stati Uniti e l'Unione
Sovietica. Ben presto si giunse alla divisione dell'Europa in sfere di influenza e alla formazione di blocchi internazionali
ostili, denominati comunemente come Occidente (gli Stati Uniti e gli altri membri della NATO), Oriente (l'Unione
Sovietica e i membri del Patto di Varsavia) e in seguito il terzo blocco dei Paesi non allineati.
3
Il Patto di Varsavia del 1955, detto anche Trattato di Varsavia è stata un'alleanza militare tra gli Stati socialisti del
blocco orientale nata come reazione al riarmo e all'entrata nella NATO della Repubblica Federale Tedesca nel maggio
dello stesso anno.

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