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Napoli, 30 maggio 2012

La torsione

Cristoforo Demartino

Università degli Studi di Napoli Federico II

30 maggio 2012

Cristoforo Demartino (Università degli Studi di Napoli Federico II) La torsione


Napoli, 30 maggio 2012

Outline della lezione

Introduzione

Torsione in travi a sezione circolare e corona circolare

Analogia idrodinamica e cenni al caso generale

Torsione in travi a sezione sottile biconnessa


Le formule di Bredt

Torsione in travi a sezione rettangolare

Esempio

Cristoforo Demartino (Università degli Studi di Napoli Federico II) La torsione


Introduzione Napoli, 30 maggio 2012

Caratteristiche della sollecitazione I

Valendo il principio di sovrapposizione degli effetti, la soluzione del


de Saint Venant può pertanto essere studiata decomponendola nei
seguenti casi elementari di sollecitazione semplice:
I di solo sforzo normale N 6= 0
I di flessione retta Mx 6= 0 o My 6= 0
I di flessione deviata Mx 6= 0 e My 6= 0
I di taglio Tx 6= 0 e/o Ty 6= 0
torsione pura Mt 6= 0
I

ˆ ˆ
   
σz y Mx
MG = [(x − xg ) × t(k)] dA =  σz x  dA =  My 
A A τzy x − τzx y Mt
(1)

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Introduzione Napoli, 30 maggio 2012

Caratteristiche della sollecitazione II

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Introduzione Napoli, 30 maggio 2012

Torsione: meccanismo I

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Introduzione Napoli, 30 maggio 2012

Torsione: meccanismo II

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Introduzione Napoli, 30 maggio 2012

Torsione: meccanismo III

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Introduzione Napoli, 30 maggio 2012

Torsione: meccanismo IV

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Introduzione Napoli, 30 maggio 2012

Torsione: meccanismo V

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Introduzione Napoli, 30 maggio 2012

Casi presi in considerazione

Per questo tipo di sollecitazione si studieranno i casi di trave:


I sezione circolare
I con sezione circolare
I a corona circolare
I a sezione sottile biconnessa
I a sezione sottile monoconnessa (rettangolare)

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Torsione in travi a sezione circolare e corona circolare Napoli, 30 maggio 2012

Ipotesi cinematiche

La soluzione è definita a meno di un arbitrario spostamento rigido


della trave, che viene assunto nullo, e vale in generale l’ipotesi di
piccoli spostamenti.
La rotazione risulta essere una funzione lineare di z per cui si ha:

θ(z) = θ̄ + θ0 z (2)
dove:
I θ(z) rotazione della sezione posta alla coordinata z;
I θ̄ rotazione rigida posta pari a 0;
I θ0 = dθ
dz derivata di θ rispetto a z, è detto ‘angolo specifico di
torsione’
I z coordinata in direzione dell’asse della trave.

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Torsione in travi a sezione circolare e corona circolare Napoli, 30 maggio 2012

Campo di spostamenti I
Il campo di spostamenti può essere descritto come una rotazione
rigida della sezione:

u(r, z) = θ0 zk × r (3)
che sviluppato fornisce:

 
 
i j k −y
u(r, z) = θ0 zk × r = θ0 z det  0 0 1  = θ0 z  x  (4)
x y 0 0

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Torsione in travi a sezione circolare e corona circolare Napoli, 30 maggio 2012

Campo di spostamenti II
che può essere visto come la rotazione di π/2 in senso antiorario
del vettore r:

    
−y 0 −1 0 x
0  0 
u(r, z) = θ z x  =θz 1 0 0   y  = θ0 zRr (5)
0 0 0 0 0
dove R(α):
 
cos α − sin α 0
R(α) =  sin α cos α 0  (6)
0 0 0
In componenti si ha:

 ux = −θ0 yz

uy = θ0 xz (7)
uz = 0

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Il campo deformativo
Le uniche componenti non nulle del tensore della deformazione
infinitesima sono:

∂ux ∂uz
γzx = + = −θ0 y
∂z ∂x
(8)
∂uy ∂uz
γzy = + = θ0 x
∂z ∂y
in forma vettoriale:
 
0 −y
γz = θ = θ0 Rr (9)
x
dove:
 
γzx
γz = (10)
γzy

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Torsione in travi a sezione circolare e corona circolare Napoli, 30 maggio 2012

Il campo tensionale

Introducendo il legame costituivo:

τ z = G γz (11)
si ha:

−G θ0 y
     
τzx γzx
=G = (12)
τzy γzy G θ0 x
in forma vettoriale:

τ z = G θ0 Rr (13)

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Torsione in travi a sezione circolare e corona circolare Napoli, 30 maggio 2012

Orientazione del campo tensionale


Dovendo essere il campo tensionale in ogni punto generato dal
vettore r ruotato di π/2 in senso antiorario, le linee di flusso di τ z
sono circonferenze aventi tutte centro nel baricentro della sezione.

L’equilibrio al contorno è verificato!

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Torsione in travi a sezione circolare e corona circolare Napoli, 30 maggio 2012

Risultante del momento torcente


Il momento torcente è dato da:

ˆ ˆ
G θ0 x 2 + G θ0 y 2 dA

Mt = (τzy x − τzx y ) dA =
A A
ˆ ˆ (14)
0 2 2 0 r dA = GJGp θ0
 2
= Gθ x +y dA = G θ
A A

da cui:

Mt = Ct θ0 (15)
avendo posto

Ct = GJGp (16)

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Torsione in travi a sezione circolare e corona circolare Napoli, 30 maggio 2012

Il momento d’inerzia polare

Il momento di inerzia polare è dato da:


ˆ ˆ
2
x 2 + y 2 dA

JGp = r dA =
(17)
A A

che vale per:


I Sezione circolare:
πR 4
JGp = (18)
2
I Sezione a corona circolare
π Re4 − Ri4

JGp = (19)
2

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Torsione in travi a sezione circolare e corona circolare Napoli, 30 maggio 2012

Soluzione della sezione

Noti il momento torcente e la rigidezza torsionale è possibile


valutare l’angolo specifico di rotazione come:

Mt Mt
θ0 = = (20)
Ct GJGp
e dunque il campo tensionale come:

Mt Mt
τ z = G θ0 Rr = G Rr = Rr (21)
G JGp JGp

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Torsione in travi a sezione circolare e corona circolare Napoli, 30 maggio 2012

Valutazione dei massimi delle tensioni tangenziali

Per la sezione circolare il valore massimo delle tensioni tangenziali


possono essere valutati come:

Mt 2Mt 2Mt
kτ z kmax = R= 4
R= (22)
JGp πR πR 3
Per le sezioni a corona circolare il valore massimo delle tensioni
tangenziali possono essere valutati come:

Mt 2Mt
kτ z kmax = Re = Re (23)
JGp π Re4 − Ri4

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Torsione in travi a sezione circolare e corona circolare Napoli, 30 maggio 2012

Moduli di resistenza
Le precedenti possono essere riscritte utilizzando i moduli di
resistenza:

Mt
τmax = (24)
Wt
dove con Wt si è indicato il modulo di resistenza che vale:
I per sezioni circolari:
πR 3
Wt = (25)
2
I per sezioni a corona circolare:
π Re4 − Ri4

Wt = (26)
2Re

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Analogia idrodinamica e cenni al caso generale Napoli, 30 maggio 2012

Cenni al caso generale

Nel caso generale di una sezione diversa da quella circolare o a


corona circolare si ha:
I il campo di tensioni tangenziali non soddisfa le condizioni di
tangenza al contorno
I la sezione retta, oltre a subire una rotazione rigida, è anche
caratterizzata da spostamenti in direzione dell’asse z, che
determinano il cosiddetto ‘ingobbamento’ della sezione
I le linee di flusso non sono più circonferenze e si ‘adeguano’
invece al contorno esterno ed eventualmente ad uno o più
contorni interni della sezione
I la soluzione matematica è basata sul calcolo di una funzione
ingobbamento che dipende esclusivamente dalle caratteristiche
geometriche della sezione

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Analogia idrodinamica e cenni al caso generale Napoli, 30 maggio 2012

Ingobbamento della sezione

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Analogia idrodinamica e cenni al caso generale Napoli, 30 maggio 2012

Soluzione del caso generale


La soluzione del caso generale richiede la soluzione del seguente set
di equazioni:

 div τ z = 0
 ∀x ∈ A
0
rot τ z = 2G θ ∀x ∈ A (27)

τz · n = 0 ∀x ∈ ∂A

La prima si ottiene ponendo σz = 0 nell’equazione indefinita di


equilibrio.
La seconda si dimostra essere una condizione di congruenza
interna, legata al fatto che il campo delle tensioni tangenziali deve
poter essere ricavabile a partire da un campo di spostamenti
mediante il legame spostamenti-deformazioni ed il legame elastico
tra deformazioni e tensioni.
La terza è la condizione al contorno.

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Analogia idrodinamica e cenni al caso generale Napoli, 30 maggio 2012

Analogia idrodinamica I
La determinazione qualitativa dell’andamento delle tensioni
tangenziali in una sezione soggetta a torsione è utile considerare la
seguente ‘analogia idrodinamica’.
Si consideri un recipiente cilindrico contenente un liquido che possa
essere schematizzato come incomprimibile e non viscoso.
Si faccia ruotare il liquido intorno ad un asse parallelo alle
generatrici del cilindro con una velocità angolare costante ω molto
piccola.
Il campo di velocità su una sezione piana parallela alla base del
cilindro è governato dalle seguenti equazioni:

 div v = 0 ∀x ∈ A

rot v = 2ω ∀x ∈ A (28)

v·n =0 ∀x ∈ ∂A

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Analogia idrodinamica e cenni al caso generale Napoli, 30 maggio 2012

Analogia idrodinamica II

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Analogia idrodinamica e cenni al caso generale Napoli, 30 maggio 2012

Analogia idrodinamica III

Tramite l’analogia idrodinamica possono dedursi i seguenti


risultati, utili nella pratica tecnica:
I la presenza di cavità o di rientranze nel contorno determina, in
zone vicine l’addensamento di linee di corrente e la riduzione
della loro dimensione dalla quale si accompagna l’aumento
della velocità del fluido e quindi l’incremento della tensione
tangenziale.
I in presenza di spigoli rientranti le tensioni crescono, mentre
decrescono in prossimità degli spigoli uscenti.

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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Napoli, 30 maggio 2012

La sezione sottile biconnessa

Una sezione retta si dice ‘sottile’ quando l’area è concentrata in


prossimità di una linea del piano della sezione, detta ‘linea media’
della sezione e biconnessa quando la linea media definisce una
curva biconnessa del piano.

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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Napoli, 30 maggio 2012

Descrizione della sezione sottile biconnessa

Sia s un’ascissa curvilinea


lungo la linea media.
Il segmento ortogonale alla
linea media avente come
due estremi i due punti più
vicini del contorno della
sezione è detto una ‘corda’
e la sua lunghezza è detta
‘spessore’ della linea media
ed indicata con δ(s).
Detta L la lunghezza della
linea media, per ipotesi
δ(s)  L in ogni punto.

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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Napoli, 30 maggio 2012

Variazione della tensione tangenziale lungo la corda I


Sia dato un sistema di riferimento in funzione dell’ascissa s {n, t}:

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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Napoli, 30 maggio 2012

Variazione della tensione tangenziale lungo la corda II


Si indichino con τzn e τzt le due tensioni tangenziali agenti in
ciascun punto della sezione. La condizione di congruenza interna
fornisce:

∂τzt ∂τzn
+
rotτ z = = 2G θ0 (29)
∂n ∂t
Nei due punti di intersezione della generica corda con il contorno
della sezione la z deve essere tangente al contorno stesso dunque si
ha:

τzn = 0 ∀x ∈ ∂A (30)
Per la piccolezza dello spessore si può poi estendere l’ipotesi:

τzn = 0 ∀x ∈ A (31)

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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Napoli, 30 maggio 2012

Variazione della tensione tangenziale lungo la corda III


Con questa ipotesi si
ottiene:

∂τzt ∂τzn

+  = 2G θ0 (32)
∂n ∂t
che fornisce come
risultato:

∂τzt
= 2G θ0
∂n (33)
τzt = 2G θ0 n + c

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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Napoli, 30 maggio 2012

Variazione della tensione tangenziale lungo la corda IV

D’altra parte, in virtù dell’analogia idrodinamica e della piccolezza


dello spessore, le linee di flusso in una sezione biconnessa si
possono supporre con buona approssimazione parallele alla linea
media.
Il valore medio τzt,med = c è nettamente predominante rispetto alla
variazione lineare massima sulla corda, che può essere trascurata
ottenendo:

2Gθ0 n + τzt,med
τzt =  (34)


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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Napoli, 30 maggio 2012

Legge di costanza del flusso

Nel caso idrodinamico deve essere costante la portata lungo ogni


corda della linea media, nel caso della torsione si avrà la seguente
legge di ‘costanza del flusso’:

τz (s)δ(s) = q = cost (35)


Pertanto, mentre in generale τz e δ possono variare con s il loro
prodotto, detto ‘flusso’ ed indicato con q, non varia e quindi non è
funzione di s.

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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Le formule di Bredt Napoli, 30 maggio 2012

La prima formula di Bredt I


Si consideri la linea media di una sezione sottile biconnessa e si
orienti la linea media in senso antiorario. Si indicherà con Am l’area
racchiusa dalla linea media. Sia inoltre n il versore uscente dal Am
in modo che il versore tangente t è diretto secondo il verso positivo
della linea media.

Cristoforo Demartino (Università degli Studi di Napoli Federico II) La torsione


Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Le formule di Bredt Napoli, 30 maggio 2012

La prima formula di Bredt II

Il valore della forza infinitesima di una porzione elementare


dA = δ(s)ds è data da:

dF = τz (s)δ(s)tds = qtds (36)


Il momento rispetto al baricentro può essere valutato come:

dMt = r × dF = r×qtds (37)

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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Le formule di Bredt Napoli, 30 maggio 2012

La prima formula di Bredt III

Il momento torcente totale è pari a:


˛ ˛
Mt = dMt = [(r × qt) k] ds (38)
A ∂Am

che ricordando la regola di permutazione del prodotto misto


(r × t) k = (t × k) r si ha:
˛
Mt = q [(t × k) r] ds (39)
∂Am

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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Le formule di Bredt Napoli, 30 maggio 2012

La prima formula di Bredt IV


Il prodotto vettoriale può essere sviluppato come:

   
i j k nx
t × k = det  −ny nx 0  = nx i + ny j =  ny  = n (40)
0 0 1 0

che sostituito nella precedente fornisce:


˛
Mt = q [r · n] ds (41)
∂Am

su cui applicando il teorema della divergenza si ha:


˛ ˛
Mt = q [r · n] ds = q div rdA = 2qAm (42)
∂Am Am

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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Le formule di Bredt Napoli, 30 maggio 2012

La prima formula di Bredt V


ricordando che
 
x ∂x ∂y
div r = div  y  = + =2 (43)
∂x ∂y
0

La prima formula di Bredt assume dunque la seguente forma:

Mt
q= (44)
2Am
e ricordando la definizione di flusso:

Mt
tz (s) = (45)
2Am δ(s)

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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Le formule di Bredt Napoli, 30 maggio 2012

La seconda formula di Bredt I


Per il teorema di Stokes, la circuitazione del vettore τ z può
calcolarsi come integrale del rotore di τ z esteso all’area racchiusa
dalla linea media, Am :

˛ ˆ ˆ ˆ
0 0
τz ds = rot τz dA = 2G θ dA = 2G θ dA = 2G θ0 Am
∂Am Am Am Am
(46)
Calcolando la circuitazione del vettore τ z sostituendovi il valore
della prima formula di Bredt si ha:
˛ ˛ ˛
Mt Mt 1
τz ds = ds = ds (47)
2Am δ(s) 2Am δ(s)
∂Am ∂Am ∂Am

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Torsione in travi a sezione sottile biconnessa Le formule di Bredt Napoli, 30 maggio 2012

La seconda formula di Bredt II

Uguagliando le due relazioni precedenti si ha:


˛
Mt 1
2G θ0 Am = ds (48)
2Am δ(s)
∂Am

Dalla precedente è possibile ricavare la rigidezza torsionale della


sezione biconnessa:

Mt 4GA2m
Ct = 0 = (49)
θ ¸ ds
∂Am δ(s)

che è nota in letteratura come seconda formula di Bredt.

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Torsione in travi a sezione rettangolare Napoli, 30 maggio 2012

Torsione in travi a sezione rettangolare I

Si consideri una sezione rettangolare con l  δ del tipo:

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Torsione in travi a sezione rettangolare Napoli, 30 maggio 2012

Torsione in travi a sezione rettangolare II


Essendo τzy nulla lungo PQ e RS si può ritenere che essendo δ una
quantità piccola, si può ipotizzare che sia nulla lungo la corda CD.
Questa ipotesi porta a poter scrivere la terza equazione di
equilibrio:

∂τzx ∂τzy

+  =0 (50)
∂x ∂y
che porta a:

τzx = cost (51)


Viceversa si può dimostrare che la τzx varia linearmente lungo y :

∂τzx ∂τzy

rotτ z = +  = 2G θ0 → τzx = ay (52)
∂y ∂x
dove a è una costante da determinare per ricavare in seguito θ0 .
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Torsione in travi a sezione rettangolare Napoli, 30 maggio 2012

Torsione in travi a sezione rettangolare III

Il momento torcente generato da questo campo di tensioni può


essere valutato come:
l δ δ
ˆ2 ˆ2 ˆ2 " #δ
y3 2

Mt1 = τzx ydxdy = l ay 2 dy = la


3
− δ2 (53)
− 2l − δ2 − δ2
3 aδ 3
 
al δ
= ·2= l
3 8 12

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Torsione in travi a sezione rettangolare Napoli, 30 maggio 2012

Torsione in travi a sezione rettangolare IV

Nei bordi PQ, presa una


striscia di dimensione
arbitraria ε, le τzx (in
verde) devono diventare
τzy (in ciano) dovendo le
tensioni tangenziali
risultare tangenti al lato.
Il flusso delle tensioni
tangenziali sulla corda TU
è pari a quello delle
tensioni tangenziali τzx nel
tratto compreso tra la
quota y e quella δ/2.

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Torsione in travi a sezione rettangolare Napoli, 30 maggio 2012

Torsione in travi a sezione rettangolare V

δ δ
ˆ2 ˆ2 δ
aξ 2 2

q(y ) = τzx (ξ)dξ = aξdξ =
2 y
y y
 2
δ y2

aδ 2

y2 8
 (54)
=a − = 1−
8 2 8 2 δ2
2 2
 
aδ 4y
= 1− 2
8 δ
che risulta essere indipendente da ε e nullo sulle corde RR 0 e PP 0 e
variabile con legge parabolica.

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Torsione in travi a sezione rettangolare Napoli, 30 maggio 2012

Torsione in travi a sezione rettangolare VI

La risultante di tale flusso è pari:


δ δ
ˆ2 ˆ2 
aδ 2 4y 2

Rτzy = 2 q(y )dy = 2 1 − 2 dy
8 δ
0 0
δ (55)
aδ 2 3 2
aδ 2 δ 4 δ2
  
4 y
= y− 2 = −
4 δ 3 0 4 2 δ 2 24
aδ 2 1 1 aδ 3 2 aδ 3
 
= δ − = =
4 2 6 4 6 12

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Torsione in travi a sezione rettangolare Napoli, 30 maggio 2012

Torsione in travi a sezione rettangolare VII

La risultante Rτzy agisce su uno spessore ε piccolo, dunque è


possibile considerare la risultante applicata sul bordo laterale. Con
questa considerazione il momento aggiuntivo sarà pari a:

aδ 3
Mt2 = l (56)
12

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Torsione in travi a sezione rettangolare Napoli, 30 maggio 2012

Torsione in travi a sezione rettangolare VIII

Il momento torcente totale è dato da:

aδ 3 aδ 3 aδ 3
Mt = Mt1 + Mt2 = l+ l= l (57)
12 12 6
da cui è possibile ricavare la costante a come:

6Mt
a= (58)
lδ 3
e la tensione tangenziale massima:

δ 6Mt δ 3Mt
τmax = a = 3 = 2 (59)
2 lδ 2 lδ

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Torsione in travi a sezione rettangolare Napoli, 30 maggio 2012

Torsione in travi a sezione rettangolare IX


Ricordando le precedenti relazioni:

∂τzx ∂τzy

rotτ z = +  = 2G θ0 → τzx = ay → a = 2G θ0 (60)
∂y ∂x

6Mt
a= (61)
lδ 3
e uguagliano il termine a da entrambe

6Mt
2G θ0 = (62)
lδ 3
è possibile calcolare il contributo di rigidezza torsionale come:

Mt Glδ 3
Ct = = (63)
θ0 3

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Esempio Napoli, 30 maggio 2012

Esempio applicativo I

Data la sezione in figura, sollecitata da momento torcente Mt :


1. disegnare l’andamento del flusso delle tensioni tangenziali;
2. diagrammare la distribuzione delle tensioni tangenziali;
3. calcolare, in ogni tratto, il valore massimo della tensione
tangenziale.

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Esempio Napoli, 30 maggio 2012

Esempio applicativo II

Siano:
h = 200 mm
b = 100 mm
s1 = 5.6 mm
s2 = 8.5 mm
E = 206000 N/mm2
ν = 0.3
Mt = 1.5 · 106 N · mm

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Esempio Napoli, 30 maggio 2012

Esempio applicativo III


La prima fase consiste nel calcolo delle rigidezze torzionali, per
profili rettangolari sottili:

Glδ 3
Cti =
3
nel caso specifico:

1
Ct1 = G · · 100 · 8.53 = 20470.8 · G = Ct3
3
1
· 183 · 5.63 = 10717, 6 · G
Ct2 = G ·
3
La rigidezza totale sarà pari a:
X
Cti = Ct1 + Ct2 + Ct3 = 51654, 2 · G
i

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Esempio Napoli, 30 maggio 2012

Esempio applicativo IV
La condizione di equilibrio richiede che:
X
Mi = Mt (64)
i

Le condizioni di compatibilità cinematica richiedono che tutti i


rettangoli subiscano la medesima torsione, ovvero:

θ10 = θ20 = · · · = θn0 = θ0 (65)


Risolvendo il sistema composto dalle precendento nello spirito del
metodo degli spostamenti con:

Mi = Cti θi0 (66)

Mt = Ct θ0 (67)

Cristoforo Demartino (Università degli Studi di Napoli Federico II) La torsione


Esempio Napoli, 30 maggio 2012

Esempio applicativo V

si ottiene:

Mt
θ0 = P (68)
i Cti
ovvero:
X
Ct = Cti (69)
i

Con opportuni passaggi:

MT
Mj = P Ctj (70)
i Cti

Cristoforo Demartino (Università degli Studi di Napoli Federico II) La torsione


Esempio Napoli, 30 maggio 2012

Esempio applicativo VI
La ripartizione del momento torcente nelle parti componente la
sezione può essere effettuata come:

MT
Mj = P Ctj
i Cti
nel caso specifico

M1 = M3 = 594457 N · mm

M2 = 311085 N · mm
La tensione massima tangenziale sarà pari a:

3Mt,i Mt,i
τmax,i = 2
= Gδ
lδ Cti

Cristoforo Demartino (Università degli Studi di Napoli Federico II) La torsione


Esempio Napoli, 30 maggio 2012

Esempio applicativo VII

nel caso specifico

Mt,1 N
τmax,1 = G δ = 246.84
Ct1 mm2

Mt,2 N
τmax,2 = G δ = 162.62
Ct2 mm2

Cristoforo Demartino (Università degli Studi di Napoli Federico II) La torsione


Esempio Napoli, 30 maggio 2012

Esempio applicativo VIII

Infine il diagramma delle


tensioni tangenziali.

Cristoforo Demartino (Università degli Studi di Napoli Federico II) La torsione


Fine Napoli, 30 maggio 2012

Grazie per l’attenzione

Cristoforo Demartino (Università degli Studi di Napoli Federico II) La torsione

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