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IN
di BRUNO TRAMICE
TEATRO TROISI
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IL PRINCIPE SANSEVERO
Personaggi:
Un gruppo di 9 amici: 1 Samuele, 2 Maria Francesca, 3 Alfonso, 4 Luigi, 5 Andrea 6 Manuel 7
Andrea C, 8 Sara, 9 Ludovica
Maria D’Avalos: Cecilia
Un gruppo di bambini vaga di notte per le strade del centro storico di Napoli.
1 Ecco ci siamo persi, io non ci volevo venire con voi ed ora dove andiamo.
8 Sei il solito fifone di cosa hai paura?
1 E’ buio e in giro ci sono i delinquenti, se ci prendono finisce male.
9 Mi hai stufato con i tuoi discorsi da donnetta paurosa.
4 Perché non ritorni a casa e ci lasci in pace.
1 A casa? Da solo? Ma voi siete pazzi?
5 Allora stai zitto e cammina senza fiatare, che dobbiamo essere quasi arrivati.
1 Ma perché proprio a quest’ora di notte non era meglio venire di giorno alla luce del sole.
6 Secondo te i fantasmi vanno in giro di giorno?
1 Fantasmi? Che intendi dire? Non stiamo andando a vedere il Palazzo di Raimondo di Sangro,
Principe di Sansevero?
7 Certo che sì, ora fai silenzio e muoviti.
1 Ragazzi che mi state nascondendo, c’è qualcosa che devo sapere? Parlate se no non mi muovo di
qua.
2 D’accordo se proprio insisti, allora ascolta: si dice che il palazzo del principe di Sansevero una
volta era abitato dal principe di Venosa che uccise per gelosia la moglie Maria d’Avalos, e che da
allora la sua anima vaga di notte urlando per le strade.
3 Noi abbiamo intenzione di scoprire se questa leggenda è vera, quindi dobbiamo andare davanti al
palazzo del principe Sansevero, detto anche il palazzo maledetto e aspettare.
1 Delitti? Fantasmi? Palazzi maledetti? State scherzando vero, io non ci credo hai fantasmi sono
tutte idiozie per spaventarmi, i fantasmi non esistono sono solo stupide credenze popolari, ma chi
volete prendere in giro, non sono mica così sciocco da credere a queste sciocchezze.
Dalle quinte si sente un grido angoscioso. Entra una bambina col viso coperto da un velo.
Il bambino 1 sviene per lo spavento. La bambina 2 si toglie il velo e tutti ridono per lo scherzo.
Fingono di tagliare la mano e poi mostrano una mano finta come un trofeo. il bambino 1 sviene.
Maria D’avalos- Sono Maria d’Avalos, pietà di me! Aiuto! Pietà di me! Aiuto!
1 Ma smettetela di nuovo con questo scherzo. Ma la volete finire di prendermi in giro!
Maria D’avalos- Sono Maria d’Avalos, mio marito mi ha pugnalata a tradimento ed ora sono
costretta a vagare di notte per l’eterno. Pietà di me! Aiuto!
1 Ma togliti questo velo e falla finita!
le tolglie il velo maria d’avalos che appare con una faccia bianca cadaverica, lancia un urlo
(registrato). i bambini per lo spavento scappano via, maria d’avalos li insegue fuori la scena.
LA BELLA’ MBRIANA
Personaggi:
Papà Alfonso
Antonio Andrea
Alessio Luigi
Maria Cecilia
musica entrano tre bambini che sistemano tavolo e tre sedie giocano a carte. fine musica entra il
padre.
musica. i bambini restano soli e riprendono a giocare. dalla quinta arriva una palla e colpisce la
testa di antonio.
di nuovo musica riprendono a giocare. un'altra palla dopo qualche secondo colpisce alessio
Maria- Mio Dio non è che è stata la Bella ‘Mbriana a lanciare la palla?
Antonio- Per cortesia non ti ci mettere pure tu con questa storia.
Maria- Ma hai sentito prima cosa ha detto tuo padre, se si offende fa i dispetti.
Alessio- E va bene mi hai stufato, vuoi una dimostrazione che non esiste? Brutta ‘Mbriana ci sei?
Brutta strega se ci sei batti un colpo? Cos’è hai paura?
musica. dalle quinte di destra e di sinistra arrivano una serie di palline che colpiscono i bambini
che per lo spavento scappano.
Papà- Cara Bella ‘Mbriana che ci vuoi fare sono ragazzi! A tavola la cena è pronta!
si chiude il sipario.
I MUNACIELLI
Personaggi:
Agente 1 Sara
Agente 2 Manuel
Signor Rossi Alfonso
Signora Rossi Maria Francesca
Silvio Samuele
Marta Cecilia
3 Munacielli 1 Andrea 2 Luigi 3 Andrea C
SI RIAPRE IL SIPARIO. la scena si presenta con degli scatoloni al centro e un tavolino e una
sedia daun lato, e due sedie dall’altro, coperti da lenzuoli bianchi.
(musica entra la famiglia rossi osservano la casa poi si fermano…LA TRACCIA 8 VA VIA
Agente 1- Questo è il salone, la stanza più grande della casa.
Agente 2- La casa è molto grande, di spazio ce ne a quantità ed è anche ben riscaldata.
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Signor Rossi- Si in effetti è davvero bella, accogliente e poi per quello che costa mi sembra un
affare, però…
Agente 1- Però? Dite, qualcosa non vi convince?
Signora Rossi- Il fatto e che abbiamo sentito dire che questa casa è infestata
dai…monace…munnaci…
Agente 2- Munacielli!
Signora Rossi- Esatto. Per carità noi siamo una famiglia del nord, non siamo superstiziosi, ma così
tanto per sapere, cos’è questa storia dei Munacielli?
Agente 2- I Munacielli sono i folletti dispettosi e generosi che abitano le vecchie case di Napoli,
sono alti poco più di mezzo metro, è vestiti da frati con in testa uno zucchetto…
Agente 1- Ma è solo una leggenda napoletana sono solo sciocchezze non vi preoccupate.
Marta- Ma sono cattivi? Non che io ci creda eh? Così tanto per saperne di più sulle leggende
napoletane.
Silvio- Ci hanno detto che dipende dal colore dello zucchetto, è vero?
Agente 2- Esatto. Se la testina è rossa porta fortuna e ricchezza, se la testina è nera allora son guai.
Marta- Ma che storia divertente!
Signora Rossi- questi napoletani hanno una bella fantasia.
Agente 1- Ben detto sono solo fantasie. Prego lasciate pure le valige qui, vi faccio vedere il terrazzo
della casa.
Munaciello3- Guarda hanno portato un sacco di bella roba. Guarda che bei occhiali da sole! Guarda
che bel cappello!
Munaciello2- Qui ci sono delle belle sciarpe, come sono calde.
Munaciello1- Fermi! Non toccate nulla!
Munaciello2- Questo cappello è mio!
Munaciello3- Non ci provare l’ho visto prima io!
Munaciello1- Datemi il cappello che lo rimetto in valigia
Munaciello3- Prendilo se ci riesci.
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entra la famiglia rossi. prima i figli che si fermano davanti alla valigia aperta e poi agenti e
genitori sul fondo che parlano tra loro.
Agente 1- Bene queste sono le chiavi di casa, spero che vi troviate bene.
Marta- Guarda papà le valige sono state aperte.
Signora Rossi- Mio Dio, chi è stato?
Silvio- Forse sono entrati dei ladri.
Agente 2- Impossibile la porta di casa è blindata.
Marta- Ma allora sono stati i Munacielli?
Tutti- I Munacielli???
Agente 1- Non diciamo sciocchezze, i Munacielli non esistono sono solo fantasie.
Signor Rossi- Questo lo dite voi sarà meglio controllare.
Signora Rossi- Venite andiamo a dare un’occhiata nelle altre stanze.
Munaciello1- Lo sapevo ora se ne andranno anche loro. Tutto per colpa di uno stupido cappello.
Visto che avete combinato che disastro! Ed ora mettiamo tutto a posto. (mette in ordine la valigia)
Munaciello2- No, hai sentito cosa dicevano di noi, che non esistiamo.
Munaciello3- Ma chi si credono di essere. Sono appena arrivati e già si danno delle arie da padroni.
Munaciello2- Io non li sopporto.
Munaciello3- Io non li voglio questi tra i piedi.
Munaciello1- Per favore non ricominciamo. L’avete già combinata grossa, datevi una regolata.
Munaciello2- No!
Munaciello3- No!
Munaciello1- Nooo?
Munaciello2.3- Noooo!
Munaciello1- Diamogli il benvenuto e non siate monelli!
Munaciello2- Troppo tardi stanno ritornando.
Munaciello1- Se ci vedono si spaventano, andiamo via.
i munacielli con lo zucchetto nero, si nascondono in scena. gli altri escono. entrano marta e
silvio in cerca dei munacielli.
girano una scatola che diventa un camino, sistemano due sedie al centro della scena, il camino di
fianco sulla sx. fine cambio scena. entrano i nonni e si siedono. geppino si addormenta.
IL MAGO VIRGILIO
Personaggi:
Nonno Alfonso
Nonna Maria Francesca
Virgilio Luigi
San Gennaro Andrea
3 nipotini 1 Cecilia 2 Samuele 3 Manuel 4 Andrea C 5 Sara 6 Ludovica
entrano i bambini intonando “nonna…nonno” e saltellando intorno ai nonni. poi si fermano alle
loro spalle.
6- Un cantante?
1- Uno stregone?
2- Un attore?
3- Un musicista?
4- Un dottore?
5- Un Architetto?
6- è vero che Virgilio con i suoi incantesimi proteggeva la città di Napoli?
Tutti- Dai racconta!
Nonna- Piano bambini non urlate così mi fate venire il mal di testa. Facciamo domani ora il nonno
devo riposare?
1- Dai nonna, vogliamo saperlo ora non domani.
Nonno- Ma è tardi dobbiamo dormire. (il nonno si addormenta)
2- Solo questa storia e poi andiamo a letto.
Tutti- (incitandoli) Nonna, nonno…nonna…nonno…
Nonna- D’accordo ma sappiate che come tutte le leggende è una storia vera solo se noi ci crediamo.
(si mettono tutti seduti davanti ai nonni spalle al pubblico) Geppì e vuoi cominciare!
Nonno- Dovete sapere che accanto al culto di San Gennaro c’è stato a Napoli per secoli anche
quello di Virgilio…(si addormenta)
Tutti- (chiamano il nonno) Nonno…nonno…nonno!
Nonno- Oggi a noi può sembrare strano, eppure è vero.
3- Ma chi era Virgilio?
Nonna- Virgilio era un personaggio potentissimo che con incantesimi, talismani e forze occulte,
proteggeva la città e provvedeva, secondo i napoletani, a tutti i suoi bisogni. Aveva ereditato fin dai
tempi antichi molti poteri dagli Dei pagani.
Nonno- Per questo motivo Virgilio e San Gennaro furono i campioni di una lotta che vedeva
paganesimo e cristianesimo affrontarsi per il dominio spirituale della città. (si addormenta)
Tutti- (chiamano il nonno) nonno…nonno…nonno!
Nonna- Geppì e dormi sempre!
4- E alla fine chi vinse San Gennaro o Virgilio?
Nonno- Alla fine la vinse, San Gennaro, il santo patrono della nostra amata città. Ma la lotta fu
molto dura…
San Gennaro- Uà ì faccie ‘e Grazie a chi so mmerita, e a chi si comporta buone cu mme, ce faccie
avé pure ‘e nummere a lotto, ì faccio ‘a felicità e tutte ‘e napulitane. Anzi signataville 6, 16 e 21
terno secco sulla ruota di Napoli. Signò signateville pure voi.
Virgilio- mi sembra un po’ poco per meritare il titolo che dichiarate di avere. Se permette io sono
amato e venerato più di voi in questa città.
San Gennaro- Ah sì ‘è pecché che facite pe sta città?
Virgilio- Scrivo poesie per innalzare lo spirito e la mente della gente e poi faccio incantesimi per
proteggere la città.
San Gennaro- Ah ho capito siete un mago, facite ‘e stregonerie, site nù buffone, ciarlatano ‘è
imbrugliate ’a povera gente cu i vostri discorsi poetici ‘e le vostre stregonerie?
Virgilio- ma come vi permettete?
San Gennaro- mio caro la gente si fida di me perché io songo na persona semplice e come tale mi
faccio vulé bene. Sia lodato Dio e tutte le persone che seguono i suoi insegnamenti. Quelle sono le
sole parole che vale la pena di ascoltare altro che poesie!
Virgilio- ognuno è libero di pensarla come vuole ma io resto della mia idea.
San Gennaro- Ma faciteme ‘o piacere.
virgilio prende un uovo e lo da ai nipoti che in fila se lo passano uno ad uno. poi virgilio riprende
l’uovo e lo mette in un bicchiere.
Virgilio- Porterò quest’uovo in una stanza segreta del castello e chiuderò la porta a chiave. Da oggi
in poi questo castello si chiamerà: Castel dell’Ovo e così sarà finché l’uovo resterà intatto.
Esce Virgilio. le battute che seguono sono supportate da delle immagini proiettate.
1 - Il mago Virgilio fece anche costruire a Baia dei bagni termali per la cura delle malattie e fece
scavare in una sola notte da esseri soprannaturali una galleria, la Cripta Neapolitana che collegava
Napoli con Baia.
6- Questa Cripta era illuminata dalla luce del sole per metà della sua lunghezza al mattino e per
l’altra metà al pomeriggio.
2 - Il mago creò ai piedi di Montevergine, un giardino meraviglioso di piante medicinali. Un altro
orto era a Posillipo dove Virgilio insegnava le arti magiche: la famosa Scuola di Virgilio.
3 - Il mago trovò e uccise con le sue formule magiche un serpente che divorava i bambini del
Pendino. Fece costruire la cosiddetta Pietra del Pesce per proteggere i pescatori e far sì che sulle
loro tavole non mancassero mai triglie, cefali e orate.
4- Virgilio morì nel 19 avanti Cristo il suo corpo fu sepolto a Napoli. Le sue ossa furono sepolte in
uno scrigno e murate a Castel dell’Ovo dove col tempo se ne persero le tracce.
3- E’ una storia incredibile, anch’io voglio diventare un mago come Virgilio.
5- Lascia perdere meglio andare a dormire sennò domani salti la scuola e diventi un asino altro che
Virgilio!
Tutti- Notte!
SI CHIUDE IL SIPARIO. si svuota la scena di tutti gli oggetti e si mettono delle piccole scodelle in
proscenio con dei cucchiai di legno. SI RIAPRE IL SIPARIO.
Personaggi:
Re Alfonso
Servo Samuele
Giovannella Maria Francesca
7 amici 1 Luigi 2 Manuel 3 Andrea 4 Cecilia 5 Andrea C 6 Ludovica 7 Sara
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Scena I
una fila di bambini avanza verso il pubblico e si ferma.
Scena II
1 Dicono che sia un mostro che mangia i bambini. Se ne sta sempre chiuso in casa non vede mai
nessun.
2 Bobbotta parole greche o latine…
1.3.4.5 Eeeeh?
2 Bobbotta bobbotta…
1.3.4.5 BoRbotta!!!!!
2 E che ho detto io bobbotta, bobbotta….parole greche o latine o forse formule magiche.
3 E’ sempre sveglio, curvo su una pentola nella quale bollono chissà quali erbe malefiche.
4 Si lava le mani con una sostanza rossa simile al sangue.
7 Ma non ci credo ha gli occhi buoni e un aspetto così gentile…
5 zitti fate attenzione sta passando qualcuno.
entra il servo di chico il mago che attraversa la scena. i bambini lo temono e restano immobili a
guardare il suo passaggio.
Scena III
1 è andato via?
2 pare di sì.
Giovannella- salve ragazzi!
Tutti- Ah!!!! (TUTTI CADONO A TERRA)
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musica. raccolgono le scodelle e impastano con i cucchiai di legno poi svuotano tutto nel
pentolone di giovannella che esce e rientra con un piatto di maccheroni.
Scena IV
musica, entra il re e mangia la pasta.
Re- Delizioso, squisito, divino! Congratulazioni, non avevo mai assaggiato dei cilindri di pasta così
gustosi per non parlare del sugo. Ma come hai avuto questa ispirazione?
Giovannella- Maestà, un angelo mi è apparso in sogno e mi ha insegnato a prepararli.
Re- E ti ha anche detto come si chiamano?
Giovannella- Mi ha detto che il Re gli avrebbe trovato un nome.
Re- Ci vorrebbe un nome importante, capace di esprimere la gioia che si prova nel mangiarli. Per
esempio un nome derivato dal greco, macar- macaros che significa felice, beato.
5 Come maccheroni maestà?
Re- E maccheroni siano
Tutti- Evviva i maccheroni!!
PALAZZO DONN’ANNA
Personaggi:
Turista 1 Maria Francesca
Turista 2 Cecilia
Turista 3 Sara
Salvatore Andrea
Tonino Manuel
Ciro Alfonso
Donn’Anna Ludovica
Parcheggiatore 1/Duca di Maddaloni Luigi
Parcheggiatore 2/Principe Cecè Samuele
Parcheggiatore 3/Marchese di Casamassima Andrea C
Scena 1
Scena I
entrano due turiste, cercano palazzo donn’anna, poi si fanno una foto.
Salvatore- Loro sono i miei amici siamo tutti attori ma per arrotondare facciamo i parcheggiatori.
Guagliù si comincia!
Parcheggiatore 1- Un tempo qui c’era una villa, la più bella di tutta posillipo e si chiamava “La
Sirena”
Parcheggiatore 2 - Nel 500 la Sirena fu acquistata dalla famiglia Carafa e un secolo dopo divenne
proprietà della principessa Anna.
Parcheggiatore 3- (mettendo una parrucca bionda a Donn’Anna) Donn’Anna Carafa era una
giovane donna severa e orgogliosa. Aveva capelli biondi, un viso rotondo e il naso leggermente
imponente.
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Parcheggiatore 1- Era tanto ricca da essere considerata “la prima dote d’europa" Per questo motivo
era molto corteggiata.
Parcheggiatore 2- I suoi corteggiatori, tutti ovviamente nobilissimi, cercavano di conquistarla
mostrando le loro ricchezze.
Parcheggiatore 3- E la grandezza delle loro imbarcazioni, scolpite e dorate, che facevano navigare
sotto “La Sirena”.
Parcheggiatore 1- Dalle barche i nobiluomini scendevano per rendere omaggio a Donn’Anna.
Indossavano vestiti di velluto nero impreziositi da ricami di merletti.
Parcheggiatore 2- Portavano gemme che valevano una fortuna e spade incrostate di corallo e di
madreperla.
Parcheggiatore 3- I pretendenti incontrandosi tra loro si salutavano freddamente, rivolgendo
appena uno sguardo all’avversario per valutarne la ricchezza e l’eleganza.
Donn’Anna- Mi sembrate una trottola, non vi reggete in piedi! No, non fa per me. Entri il principe
Cecè!
Cecè- Principessa Donn’Anna, vi offro ville e castelli e assieme alla mia mano tanti gioielli. Più bel
principe di me non c’è sono il bellissimo ed elegantissimo Cecè.
Donn’Anna- Grazie mio principe bellimbusto, siete bello ma non di mio gusto, che vada via mi
sembra più giusto! No, non fa per me.
Donn’Anna- Eeeeeeh?
Marchese- mia principessa ho portato con me un immensa fortuna.
Donn’Anna- Aaaaaaaah!
Marchese- Anche se ho la testa d’aglio e sono un po’ stitico…
Donn’Anna- - Eeeeeeh?
Marchese- - anche se un poco tartaglio e sono un po’ timido…
Donn’Anna- Aaaaaaaah
Marchese- posso far salsicce alla principessa…
Donn’Anna- Eeeeeeh?
Marchese- posso far felice la principessa.
Donn’Anna- Aaaaaaaah! Marchese di Casamassima, quando parla non si capisce un fico secco di
quello che dice. Ora si rompe il disco, ora la punta, non fa per me.
Scena 3
Salvatore- Alla fine Donn’Anna sposò, per volere del Re di Napoli, il duca di Medina, futuro
viceré di Napoli
Tonino- E siccome villa “La Sirena” non era abbastanza grande per la coppia più potente di Napoli,
nel 1642 la fecero abbattere e costruirono al suo posto un maestoso palazzo. Il più bello e originale
di Napoli. L’attuale Palazzo Medina. Donn’Anna raggiunse il suo scopo e diventò la donna più
nobile e potente del vicereame.
Ciro- Donn’Anna s’illudeva di essere anche la più amata, ma così non era. Durante un dramma
recitato dai nobili stessi com’era di moda in quel periodo in Francia… Mercede la nipote di
Donn’Anna recitò talmente bene che il principe di Casapesenna si commosse e cadde in ginocchio
coprendola di baci.
Salvatore- Tutta la sala applaudì con entusiasmo, solo Donn’Anna, pallida, si mordeva le labbra.
Capì in quel momento che non era lei la più amata.
Parcheggiatore 1- Donn’Anna non perdonò la nipote e così un giorno la giovane scomparve dal
palazzo. Fu detto che si era ritirata in convento ma nessuno seppe dire quale.
Parcheggiatore 3- Casapesenna la cercò in Italia, in Francia e in Spagna ma non rivide mai più la
sua amata. Nel 1645 il duca di Medina fu richiamato in Spagna, poco dopo moriva Donn’Anna e il
palazzo fu distrutto da un terremoto.
Parcheggiatore 2- Ormai abbandonato divenne rifugio di ladri, barboni e vi furono ambientate
cupe leggende.
Salvatore- (alzandosi) We we my friend vi siete incantati?
Turista1- Sorry Salvatore, questa storia di palazzo Medina is wonderfull!
Tonino- Mò basta però si è fatto tradi dobbiamo andare.
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Personaggi:
Devoto1 Andrea
Devoto2 Manuel
Devoto1- San Gennà tu mi conosci io mattina, pomeriggio e sera sto sempre qua…San Gennà io sto
ancora aspettando se mi potessi fare quella grazia di cui ti ho parlato tempo fa…San Gennà io non
dovrei parlare proprio, io sono cliente tuo affezionato qua, lo sai…San Gennà a me mi voleva la
chiesa a fianco, ma io ho detto: ma perché devo cambiare io mi trovo bene qua, san Gennaro non mi
fa mancare niente…
Devoto2- San Gennà Buongiorno!
Devoto1- Eh sta parlando col fratello!
Devoto2- San Gennà io voglio il trattamento mi spetta.
Devoto1- San Gennà tu già sai quello che devi fare, cerchiamo di non far succedere la disturbata in
chiesa…
Devoto2- San Gennà se potessi anticipare le pratiche di quella grazia…ne ho bisogno.
Devoto1- Sa Gennà…Ma tu mo che vuoi da San Gennaro? Ah ho capito vuole chiedere di morire.
Devoto2- Chi io? No!
Devoto1- Vabbè San Gennà fagli sta grazia e leviamoci il pensiero
Devoto2- No ma io non ho detto…
Devoto1- Non ti preoccupare che San Gennaro ora ti accontenta…
Devoto2- Ma che state dicendo…
Devoto1- Non ti agitare che quello mo te la fa…così vai in paradiso.
Devoto2- Ue ma perché devo morire?
Devoto1- Ma che vuoi, tu l’hai detto…
Devoto2- Io? Ma quando mai! San Gennà tu lo sai io ho bisogno di quei soldi
Devoto1- San Gennà beve! Non gli far prendere soldi che beve!
Devoto2- San Gennà e poi a te che ti costa a me mi basta un ambo una settimana sì e una no 15 e
58.
Devoto1- San Gennà tu lo dovessi far prendre tutte le settimane…
Devoto2- No! No! Una sì e una no.
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Devoto1- Certo quello pure è un fastidio andare tutte le settimane a ritirare i soldi. San Gennà 16 e
21.
LA LEGGENDA DI
DONNALBINA, DONNAREGINA E DONNAROMITA
Personaggi:
Narratore 1 Luigi
Narratore 2 Andrea C
Narratore 3 Cecilia
Narratore 4 Samuele
Albina Sara
Regina Ludovica
Romita Maria Francesca
Filippo Capece Alfonso
N1 Questa è la chiesa di Donnalbina, di stile rinascimentale, possiede grandi quadri del 1500. È
stata costruita per volere di Albina Toraldo, baronessa napoletana.
N2 Questa è la chiesa di Donnaregina, di stile gotico, possiede tanti affreschi della scuola di Giotto.
È stata costruita da Regina Toraldo nel 1300.
N3 Questa è la chiesa di Donnaromita, di stile rinascimentale, possiede molti quadri del 1400 ed è
stata costruita da Romita Toraldo nel 1500.
N4 Le tre chiese hanno in comune una leggenda che contrasta con i periodi storici delle loro
fondazioni.
N1 La leggenda vuole che le tre figlie del barone Toraldo, Albina, Regina e Romita, erano
innamorate del giovane cavaliere Filippo Capece.
Albina- Mi chiamo Albina e di tutte e tre sono la più carina. Ho la pelle bianca e morbida come
quella di una bambina.
Regina- Mi chiamo Regina sono sempre elegante, raffinata e di bell’aspetto anche quando mi
sveglio di prima mattina.
Romita- Mi chiamo Romita di giorno son vivace, allegra una vera peperina ma quando cala la notte
crollo e mi faccio una bella dormita.
N1 Albina era così chiamata perché aveva la carnagione bianca come la neve.
N2 Regina era così chiamata perché sembrava una regina dai portamenti fieri ed alteri.
N3 Romita era così chiamata perché era metà donna e metà bambina.
Romita- Bambina a chiiii?
Regina- A te, non ti vedi allo specchio!
Albina- Ha ragione sai ancora di latte!
Romita- Ha parlato biancaneve!
Albina- Come ti permetti?
Regina- Finitela non siate sgradevoli come sempre!
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filippo capece entra guarda le tre sorelle spettinate e in disordine ed esce scuotendo il capo. Le
tre sorelle lo inseguono. LA TRACCIA 19 VA VIA
N4 Il loro amore non era corrisposto dal nobile cavaliere. Per dimenticare esse decisero di farsi
monache e ognuna fondò una chiesa.
N1 La chiesa di Donnalbina nell’omonimo vicolo.
N2 La chiesa di Donnaregina a piazza donnaregina
N3 E la chiesa di Donnaromita in via Paladino.
FINE