Alcuni aspetti. Gesù qui fa un paragone fra quelli che comandano, i capi e
la comunità cristiana. Tre volte si dice tra voi (v.43.44). Gesù sottolinea il
contrasto che c’è tra i cristiani e la comunità che c’è tra gli imperi del
mondo. Dice che il distintivo dei cristiani è il servizio, (διάκονος) che non
significa il ministero del diaconato, ma il senso comune, il servizio. Qual è
il servizio? È quello del Figlio dell’uomo che è dare la propria vita in
riscatto per molti. Anzitutto, quel molti, nel linguaggio aramaico significa
tutti. Nel testo greco abbiamo tutti (πολλῶν). Non significa che Gesù ha
pagato un prezo al Padre, come se il Padre volesse il sangue di Gesù per
liberare l’uomo. Tantomeno Gesù ha pagato il prezzo al demonio. Allora,
l’idea commerciale della salvezza dobbiamo toglierla della nostra testa.
Riscatto per molti, cosa significa? In Mc, questo dare la vita in riscatto per
molti signica che il compito a cui sono chiamati i discepoli è quello di dare
la vita per gli altri, di donare la vita per gli altri. Mc 8,35 ( 35Perché chi
vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la
propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. ) Quindi, la
morale del cristiano è quella di servire, che significa dare la propria vita,
significa non vivere per sé stesso, non cercare di salvare sé stessi, ma
salvare gli altri dando la propria vita per gli altri. Cosa significa la croce in
Mc? Non sofferenza, sacrifici; ma la croce in Mc dice fondalmente che il
successo è nell’oblazione, nel donare la propria vita. Per Mc è cercare di
dare sé stessi. In Gv si dice la stessa cosa, però in altro modo Gv 12,24 (24In
verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra,
non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto
frutto.). La partoriente muore, perché chi partorisce porta la donna dopo il
parto stenuata dal parto.
L’ambiente dove Mc è stato scritto. Abbiamo dei libri come riferimento.
Un testo della Bibbia non vuole dire come stanno le cose, vuole dire come
dovrebbe essere, come possiamo cambiare, che ci sono altre strade. I
vangeli li dobbiamo tenere come pragmatica. Io capisco non soltanto per
ciò che l’altro dice, ma perché cosa intende dire.
Attenzione a non dividere croce e rissurrezione, perché è l’unico mistero
pasquale. Non possiamo dividere, vedere la rissurrezione come un tappa
bucchi. Se noi vogliamo parlare di ressurrezione dobbiamo incarnare la
ressurrezione nella vita sofferente di tanta gente. Non è un Deus ex
machina che risolve tutto.
Chi è l’autore? Chi sono i destinatari? Dove è stato scritto? Quando è stato
scritto? Possiamo arrivare a tutte queste notizie e quali sono le strade per
arrivare a queste notizie? Ci sono due strade: una strada implicita, che è
quella che ci indica il Vangelo, che in qualche modo ci dice chi è l’autore,
ecc. L’altra strada è quella di interrogarsi cosa dicevano i Padri, i teologi
medievali, una strada all’esterno.
L’opera ci rivela l’autore, per chi, come, quando e il luogo dove scrive.
Fuori del Vangelo. Sappiamo che il titolo del Vangelo () è stato inserito
soltanto nel II secolo. La prima testimonianza sul vangelo di Mc ci viene da
un certo Papia di Gerapoli, che è una città dell’attuale Turchia, che nel 130
ci dice che lui (il vescovo) ha sentito dire da Giovanni il presbitero (chi è
costui?) che parlava in questo modo. Giovanni presbitero è un personaggio
vissuto dopo l’anno 90 (si distingue da Giovanni l’apostolo) e diceva che
Mc aveva scritto un vangelo, era stato l’interprete di Pietro e aveva scritto
in maniera un po’ disordinata le parole del Signore. Ci dobbiamo fidare di
Papia? Non abbiamo nessuno scritto di questo vescovo. Ci parla di Papia
Eusebio, nella Storia Ecclesiastica. È una tradizione che dura diversi
decenni e la domanda è: è attendibile Papia? La prima domanda è da quale
fonte viene? (anche per i temi attuali). Eusebio non stimava molto Papia,
riportò le tradizioni di Papia. Una cosa che possiamo essere sicuri: un
vangelo che ha scritto un uomo chiamato Marco. Se si doveva inventato
una persona per aver scritto un vangelo, si doveva dare il nome di un
personaggio importante, come di un Apostolo e non un personaggio
sconosciuto. Proprio perché Mc non è un apostolo, Marco dovrebbe essere
un nome che corrisponde all’autore del vangelo.
At 12,12-25 ci parlano di un certo Giovanni Marco, che sta insieme a Paulo
per un certo tempo, poi a Paolo e Barnaba per un certo tempo. Marco lo
troviamo accanto a Paolo. Questo Giovanni Marco di cui si parla negli atti
è il Marco che ha scritto il vangelo? Non abbiamo un risposta precisa. Di
un’altro Marco si parla in 1 Pt 5,13, e lo chiama “Figlio mio”. La domanda
è: Il Marco a cui Pietro si rivolge è l’autore del vangelo? Non abbiamo una
risposta precisa. Quello che possiamo dire è che è molto probabile che il
vangelo sia stato scritto da un uomo che si chiama Marco. Certamente deve
essere l’autore del Vangelo. Certamente conosce l’ambiente di
Gerusalemme, conosce l’aramaico, quindi è un giudeo, ma che
probabilmente vive in un’altra nazione e si rivolge a dei pagani, non ai
giudei. C’è una prova: quando Mc parla dei farisei incomincia a descrivere
i farisei, cioè, si parla a delle persone che non conoscono i farisei o non
conoscono a delle usanze dei farisei. Mc 7,3-4
3- i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono
lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli
antichi 4e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto
le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come
lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti -,
Mc da una spiegazione a quelli che non conoscono i costumi dei farisei. Mc
14,12 o 15,42. Usa delle parole latine e traduce sempre le parole aramaiche.
Mc 3,17 Dove Boanerghes viene tradotto dall’aramaico. I termini aramaici
Mc li traduce. Usa dei termini militari latini, il centurione, per esempio.
Potremmo dire che Mc è un giudeo cristiano che scrive per una comunità
che non sta in Palestina, che non parla aramaico, che non conosce le usanze
giudaiche, dunque una comunità pagano-cristiana. Quindi si è fatta
un’ipotesi di che Mc ha scritto. Paolo non stava ancora in Roma ma scrive
la lettera ai Romani. Aveva conosciuto Paolo tanti giudei e tanti cristiani
che abitavano a Roma. A Roma è sicuro che abbia avuto una comunità dei
giudei o pagani cristiani. A Roma, negli anni 60-70 c’era certamente una
comunità cristiana. Certamente c’era una comunità giudaica.
È probabile che Mc abbia scritto il suo vangelo a Roma. È possibile che Mc
abbia avuto contatto con Pietro, come 1 Pt 5,13.
Ireneo dice che Mc scrisse il suo vangelo alla morte di Pietro. Testimonia
che Mc scrisse il suo vangelo dopo alla morte di Pietro. Quando Mc scrisse
il suo vangelo? Certamente Mc non ha davanti il vangeli di Mt e né il
vangelo di Lc. Prima o dopo la distruzione di Gerusalemme? Sappiamo che
in Mc 14 sembra fare alcuni acceni alla distruzione di Gerusalemme. Poco
prima o poco dopo la distruzione di Gerusalemme, però intorno all’anno
70.