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LA PREMIAZIONE !

Roberto Benigni riceve il


Leone d’Oro a Venezia:
«Grazie Nicoletta, ti devo
tutto»

di Valerio Cappelli, inviato a Venezia

01 set 2021

Roberto Benigni ringrazia in maniera


poetica per l’onori3cenza ricevuta al
Festival del cinema: «Meritavo un
gattino...»

Roberto Benigni stavolta non salta sulle


poltrone dall’euforia, prevale l’emozione e
resta nei ranghi davanti alle autorità: «È il
premio più bello e lucente che si possa
avere in Italia e nel mondo». Quando alla
Mostra gli consegnano il Leone d’oro alla
carriera si alzano tutti in piedi, il presidente
della Repubblica Sergio Mattarella accolto
dalla standing ovation e Pedro Almodovar,
Penelope Cruz e il presidente della
Biennale Roberto Cicutto.

Lui ringrazia Mattarella «per il suo amore


per l’arte, ho la soddisfazione di essere un
suo contemporaneo, la vorrei
abbracciare
abbracciare, in questi anni ci ha aiutato
tanto, lei è un presidente straordinario,
rimanga per la prossima Mostra, rimanga
con noi magari Sno ai mondiali di calcio in
Qatar perché porta fortuna, porta bene.
Presidente, deve rimanere qualche
anno in più più». Dice che quando Alberto
Barbera il direttore artistico lo chiamò per il
premio «mi mi spogliai dalla gioia e
accennai qualche passo di rumba rumba».
Ringrazia tutte le stelle polari che hanno
guidato il suo cammino d’artista, credendo
in lui, dai primi, Giuseppe Bertolucci e
Vincenzo Cerami, a tutti gli altri che
menziona in ordine sparso Ferreri e Fellini,
Renzo Arbore e Massimo Troisi, Woody
Allen, Jim Jarmusch e Matteo Garrone con
il quale, in Pinocchio, ha condiviso la sua
ultima avventura al cinema. «Io meritavo un
gattino, un micino, ma un Leone d’Oro alla
carriera qui a Venezia è veramente il
premio più prestigioso più bello, più
lucente, più luminoso che si possa sognare
in Italia e nel mondo».

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Ma il ringraziamento più bello e


poetico va alla sua Beatrice
Beatrice, la donna
della sua vita, Nicoletta Braschi: «Il mio
modo di misurare il tempo è con te e senza
di te, facciamo tutto insieme da
quarant’anni, questo premio ti appartiene,
lo dedicherai tu a chi vorrai». Il Leone? «Io
Io
prendo la coda per muovere l’allegria,
le ali sono tue. Se qualcosa ha preso il
volo è grazie a te te. La femminilità è un
mistero che non comprendiamo, gli uomini
sono donne che non ce l’hanno fatta,
diceva Groucho Marx». Nicoletta, la sua
luce: «Nostro Signore ha adornato il cielo di
un altro sole, la prima volta che t’ho visto».
Poi si congeda: «Che Dio vi benedica».
Jane Campion aveva appena tenuto la
laudatio paragonando la sua gioia a una
bottiglia di Prosecco pronta a esplodere,
dice che nelle sue opere Benigni ci ricorda
«l’importanza di amare e di innamorarsi
ogni giorno», quest’anima innocente «che
ci disarma e ci riporta al parco giochi della
nostra infanzia».

Di_cile pensare che a ottobre compirà


69 anni. Di_cile credere che Roberto
Benigni è alla sua prima volta alla Mostra
del cinema. Ha lasciato Dante a casa, e
dopo la sua master class tornerà a Roma
col Leone stretto e il ruggito della sua
risata, del suo stupore sulla bellezza del
mondo. Ed eccolo col naso di cartone nel
tempio dei grandi autori così spesso ostili
ai comici. Nel pomeriggio appena sbarcato
al Lido, (in completo grigio Armani), ai
fotograS dice: «Il Leone? Di sicuro stanotte
ci dormo insieme e magari ci facciamo una
nuotata».

Il ragioniere Benigni, nato da due contadini


toscani analfabeti («ioio vengo dal nulla,
da una povertà meravigliosa
meravigliosa») lo
aggiungerà alle nove lauree ad honorem.
La cerimonia d’apertura diventa la sera
degli umoristi e degli illusionisti, con al
centro questo vagabondo della comicità
piena di umori popolari e di buone letture,
attore in 28 Slm e regista di 8. Gli bastano
cinque minuti per mangiarsi tutta la torta
degli applausi, esprimendo ancora la sua
gratitudine («provo un sentimento d’amore
che ve lo rimando indietro decuplicato»)
sotto gli occhi di Almodovar, che in Parla
con lei gli dedicò il personaggio
dell’infermiere Benigno. Uscendo dalla sala
Benigni dice: «Potevo parlare solo di lavoro
e l’ho fatto ringraziando i registi che mi
hanno scelto perché essere scelti è
incredibile, e Nicoletta che è tutto per me».
Nel suo Slm Oscar ha giocato sugli orrori
dell’Olocausto e anche ora ci ricorda che la
vita è bella.

"
Video:Festival di Venezia, Roberto Benigni
" dedica il Leone d’Oro alla moglie: «Questo
premio è tuo»

1 settembre 2021, 19:56 - Aggiornata il 2 settembre 2021, 11:52


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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