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Philosophie
di PIERO DI VONA
(l) Spinoza, Opera, herausgegeben von Carl Gebhardt, Heidelberg, Carl Winters, 192
vol. I, pp. 127-133, vol. II, pp. 79-80, 83. Nel seguito ci riferiremo a questa edizione. L
esposizioni più complete e recenti della polemica antifinalistica di Spinoza sono ne
seguenti opere : S. Zac, L'idée de vie dam la philosophie de Spinoza, Paris, Presses Univer
sitaires de France, 1963, pp. 1-16 ; M. Gueroult, Spinoza, Paris, Aubier-Montaigne, t. I,
1968, pp. 393-400 ; A. Matheron, Individu et Communauté' chez Spinoza, Paris, Les Editions
de Minuit, 1969, pp. 102-112.
(2) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. II, p. 35, vol. IV, p. 335. Gueroult in Spinoza, cit., t. I,
pp. 419-425, pensa che le figure geometriche per Spinoza partecipino, insieme, ma sotto
aspetti diversi, aile nozioni deU'immaginazione ed all'idea vera. Zac, op. cit., pp. 65-68,
167-169, 254-255, ci sembra dare appoggio all'interpretazione che sosteniamo.
(3) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. II, pp. 57-60, vol. IV, pp. 55-58. Gueroult in Spinoza,
cit., t. I, pp. 424-425, rileva anche lui che il metodo geometrico costituisce "le modèle
imprescriptible de toute connaissance d'essence".
(4) Qjiesto punto trova un ampio e continuo appoggio in tutta l'opéra di Spinoza dagli
scritti giovanili fino alla piena maturità. Cfr. Spinoza, Opera, ed. cit., vol. I, pp. 15, 527 ;
vol. II, pp. 34-35, 50, 60, 64, 74 ; vol. Ill, pp. 57, 252 ; vol. IV, pp. 13, 53-54. 270-271.
(5) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. II, pp. 34-36, 38.
(6) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. I, pp. 51-53, 554"556- Cfr. pp. 46-47, 551-552.
(7) Spinoza, Opera, td. cit., pp. 4, 40. Per il primo passo cfr. p. 321, da cui risulta che i
Nagelate Schriften, invece di imfterfectum, hanno : "onvolmaakt en gebrekkelijk" : "im
perfetto e difettoso".
(8) A. Darbon in Etudes Sfnnozistes, Paris, Presses Universitaires de France, 1946, p. 29,
nota I, mette in rilievo l'esposta relazione tra l'essenza e le sue proprietà, e ravvisa
un'analogia tra la deflnizione dell'essenza data nel Tractatus de intellectus emendatione in
questo punto e la corrispondente deflnizione deWEthica.
(9) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. I, pp. 131-132.
(13) J- Freudenthal, Spinoza und die Scholastik, Philosophische Aufsätze Ed. Zeller
gewidmet, Fue's Verlag (R. Reisland), Leipzig, 1887, p. 108.
(14) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. I, pp. 238-239.
(15) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. II, p. 84.
(16) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. II, p. 130.
cui parla Spinoza, sono gli attributi ed i modi infiniü, e, pei corpi,
l'estensione ed il modo infinito moto e quiete (17). La conclusione di
Spinoza è che l'essenza si identifica completamente con la res singolare,
di cui è l'essenza, e con nessun'altra.
Con la proposizione 10 délia parte II àeWEthica, il successivo scolio e
corollârio, Spinoza prova, in virtù deile proprietà metafisiche délia
sostanza, che l'essere délia sostanza non spetta all'essenza dell'uomo, e
che questa è costituita "a certis Dei attributorum modificadoni
bus" C8). Lo scolio successivo al corollârio illustra le fondamentali
conseguenze metafisiche che derivano per la fïlosofïa di Spinoza dalla
definizione dell'essenza.
Spinoza osserva che "apud omnes in confesso est" che Dio è l'unica
causa di tutti gli esseri sia quanto alla loro essenza, sia quanto alla loro
esistenza. Nondimeno, "plerique id ad essentiam alicujus rei perunere
dicunt, sine quo res nec esse, nec concipi potest". La conseguenza di
questa dottrina dell'essenza è che coloro che la accettano o credono
che la natura di Dio appartenga all'essenza delle cose create, oppure
ritengono che gli end creati possano essere, o essere pensad, senza
Dio. Per Spinoza entrambe queste teorie debbono essere rigettate. I
plerique si contraddicono perché ammettono che Dio è l'unica causa
dell'essenza e dell'esistenza dell creature, ma insieme concepiscono
l'essenza in modo da confondere la natura di Dio con la natura delle
creature, oppure in modo da negare che Dio è necessario all'essere ed
alla conoscibilità delle creature. Spinoza spiega la confusione in cui
sono caduti i plerique con la mancanza di un retto ordo philosophandi.
Essi commisero l'errore di considerare ultima nell'ordine délia
conoscenza la natura di Dio, e prime le cose che sono oggetto dei
sensi. Spinoza spiega perché non accoglie la definizione dell'essenza
accettata dai plerique : "nimirum, quia res singulares non possunt sine
Deo esse, nec concipi, et tarnen Deus ad earum essenuam non per
tinet". Bisogna, perciô, definire l'essenza alla maniera di Spinoza come
ciô che, se dato, pone la res, e se tolto, la toglie, o ancora come "id, sine
quo res, es, et vice versa id, quod sine re nec esse, nec concipi
potest" (").
(17) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. II, p. 118. Cfr. p. 126.
(18) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. II, pp. 92-93.
(19) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. II, pp. 93-94.
(20) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. II, pp. 46, 49.
(21) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. II, pp. 63-64.
(22) S. von Dunin Borkowski in Spinoza, Münster i. W., Aschendorff, 4 volumi, 1933
1936, Band I, pp. 349-352, Band II Teil I, p. 320, Band IV Teil III, pp. 366-373, 396-398,
401, 558, ha spiegato gli equivoci, in cui sono caduti Spinoza ed i suoi storici a proposito
deila causa immanente, ed ha riconosciuto l'importanza della definizione spinoziana
dell'essenza. Qjiesta secondo l'illustre critico deve metterci in guardia ogni volta che il
sistema di Spinoza viene additato corne un panteismo. Gueroult in Spinoza, cit., I, pp.
295-3°°, continua ad intendere la causalità immanente di Dio in Spinoza come "im
manence de Dieu aux choses".
(23) Spinoza, Opera, ed. cit., vol. IV, pp. 6, 8.
(24) H. A. Wolfson, The Philosophy of Spinoza, Cambridge-Massachusetts, Harvar
University Press, 1934, vol. I,pp. 383-385, vol. II, pp. 29,37-41. Anche Wolfson ammett
che Spinoza con la sua definizione dell'essenza respinse il panteismo inteso come l'i
clusione dell'uomo e del mondo in Dio. La definizione spinoziana dell'essenza si connett
con la critica della definizione come fu concepita da Aristotele.
(25) Gueroult, Spinoza, cit., t. II, p. 113 nota 16. Cfr. pp. 20-21, 110-115. Gueroul
reputa che la definizione spinoziana dell'essenza è rivolta contro Cartesio, e la teor
dello scolio in questione contro gli scolasdci. Per Gueroult Cartesio non è in discussion
perché cominciô da Dio, e non dagli oggetd dei sensi. Ma questo non ci sembra vero. L
(28) H. G. Hubbeling in Spinoza's Methodology, Assen, van Corcum, 1964, pp. 15-16, 20
23, 46-48, 55-57, 128, svolge ia sua interpretazione materialistica e quantitativa
dell'essenza in Spinoza, e sostiene anche lui che la definizione spinoziana dell'essenza non
si adatta bene al sistema.
(29) Cfr. l'ampia, e ancora fondamentale trattazione di A. Rivaud, Les notions d'essence
et d'existence dam la philosophie de Spinoza, Paris, Alcan, 1906, pp. 11-12, 18-19, 23"24> 30-31,
42-43, 59-63, 70-74, 101-102, 114-115, 199-202. Joachim, op. cit., pp. cit., e A Study of the
Ethics of Spinoza, Oxford at the Clarendon Press, 1901, pp. 191-192. Woi.fson, op. cit., pp.
cit., Hubbeling, op. cit., pp. cit.
(30) Per la distinzione spinoziana dell'essenza dall'esistenza nelle "res a Deo productae"
ci permettiamo di rimandare il lettore ai nostri Studi sulla Scolastica delta Controriforma,
Firenze, La Nuova Italia, 1968, pp. 294-300.
(31) Joh. Combachii Metaphysicorum Libri Duo, Francofurti, 1630, p. 270. Primae Philoso
phiae sive Institutionum Metaphysicarum libri sex, Auctore Gilberto Jacchaeo, Lugduni Batavo
rum, 1640, pp. 17, 220-221.
(32) R- P- Ant. Bernaldi de Qjjiros Opus Philsophicum, Lugduni, 1666, p. 724 col. 2.
(33) Philosophia Auctore P. Raphaele Aversa, t. I, Bononiae, 1650, pp. 245 col. 1-247
col. 2. Cfr. Max Wundt, Die deutsche Schulmetaphysik des 17. Jahrhunderts, Tübingen, Mohr,
'939> PP- XI> 27 nota 1.
(34) Franconis Burgersdici lnstitutionum Metaphysicarum Libri Duo, Lugduni Batavorum,
1640, pp. 50-52.
(35) Summa Universae Philosophiae Authore P. M. Balthazare Tellez, Ulyssipone, 1641,
pp. 10 col. 2-11 col. 1. Qyesto trattato ebbe anche un'edizione a Paris nel 1644.
(36) S. von Dunin Borkowski, Spinoza, cit., Band II Teil I, p. 321. Cfr. Oeuvres de Descar
tes par Adam et Tannery, Paris, L. Cerf, t. VIII, 1905, p. 25. I principali testi di Cartesio
sul rapporto tra la sostanza e l'attributo principale sono stati citati da Lachieze-Rey, cit.,
p. 49 nota t. Cfr. Arnoldi Geulincx Opera Philosophica, recognovitj. P. N. Land.Hagae
Comitum, apud M. NijhofF, vol. I, 1891, pp. xiv-xviu, 165, 186 ; vol. II, 1892, pp. vi, 137,
261-263. Joh. Claubergm Opera Omnia Philosophica, Amstelodami, P. et I. Blaev, 1691, t. I,
pp. 283-285, 292-296, t. Ill, p. 790 n. 44.