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Attività 3, pag.

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a. Arianna ha sostenuto un’associazione chiamata “Enpa” che promuove l’adozione a distanza di animali trovatelli o
ex-combattenti e lo ha fatto acquistando lì* le bomboniere per la sua Prima Comunione.

* Forse “acquistandole” (le=Enpa)?

c. Non adotterei solo uno! Tutti sono bellissimi! Ma, se devo decidermi… sceglierei alla tartaruga. Mi sembra un
animale così dimenticato per tutti. Non è maestosa come i cavalli, neanche graziosa come l’agnello, il gatto o il
coniglio. Come (almeno a prima vista) le tartarughe sono un po’ brutte e senza grazia quasi nessuno ricorda la sua
esistenza. Per quanto riguarda alla seconda questione: ovviamente porterei a casa al gattino! Perché? Perché amo i
gatti follemente! Infatti ne ho tre: Iru, Ichi, Aru. Sono l’amore della mia vita, la luce della mia esistenza. Vorrei molti
di più! Almeno tre, uno nero, uno bianco e uno grillo. Il nero si chiamerebbe Malinconia, il bianco Nostalgia e il
grillo Accidia, in onore di questo anno così triste. Forse anche adotterei alla cabra o all’uccellino. Entrambi mi
piacciono molto e ho sempre voluto un giardino pieno di animali.

Attività 6 pag. 70

a. Penso che dipenda dal tipo di volontariato. Per esempio, un veterinario sarà utile in una associazione che si occupa
di proteggere gli animali, una infermiera in una che offre assistenza medica e una maestra d’asilo in una che si
occupa dei problemi dei bambini.

b. Martina (veterinaria). Lavora nel settore sanitario, in un ambulatorio, ma anche nel suo tempo libero aiuta in un
rifugio per animali trovatelli.

c.

Maurizio: ha cambiato di lavoro. Prima lavorava nel settore della ristorazione (dei grandi ristoranti) ma adesso lavora
in un piccolo laboratorio di pasta artigianale. Ha lasciato il suo primo lavoro perché non aveva tempo libero.

Sabrina: è impiegata in una tenda ma desidera cambiare di professione perché la sua le sembra un po’ monotona.
Vuole dedicarsi a qualcosa creativa e iniziare un negozio proprio.

Martina: como ho detto già, è medico veterinario. È soddisfatta con il suo lavoro e anche con la sua attività di
volontariato perché gli sono sempre piaciuti gli animali.

Attività 7c, pag. 71

No, non potresti. Non ho nessuna delle abilità che si bisogna*. Non ho pazienza né con gli animali né con gli uomini
e quindi avrei cattivi rapporti con tutti. Neanche ho abilità manuale, spesso mi tremano le mani o si mi cadono le
cose, quindi non potrei né usare gli istrumenti medici né trattare agli animali nel modo giusto. Ma soprattutto non ho
abbastanza resistenza fisica, invece sono sempre stanca, fa sempre male di testa, di pancia, di schiena... A parte
quello, Martina lavora direttamente con i cani e a me i cani no mi piacciono per niente, o beh, no mi piacciono molto
o non mi piacciano sempre. Un’altra questione importante e che bisogno di un orario lavorale compatibile con la mia
vita famigliare cioè, un orario più meno fisso che i veterinari non hanno. Per esempio, non potrei uscire dalla
mia casa in mezzo della notte o spendere tutto il girono fuori. Inoltre, anche certamente mi piacciono gli animali,
grandi e piccoli, brutti e belli, e anche ho un profondo rispetto per loro, mi piacciono di un modo** “contemplativo”,
lontano: mi piace vederli, ascoltarli, a volte giocare con loro, ma basta.

* È così? O invece “bisognano”, al plurale, perché si parla “delle abilità”? Ricordo che “bisognare” ha alcune regole
particolari, ma non ricordo quali.
** Forse “in un senso”?

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