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LA NULLITA’ PARZIALE
Si ha nullità parziale nei casi in cui la nullità riguarda solo una clausola del contratto.
Se essa è determinante (e quindi “se risulta che i contraenti non avrebbero concluso
il contratto senza quella parte del suo contenuto che è colpita dalla nullità” art. 1419
c. 1) allora l’intero contratto sarà colpito da nullità. Se la clausola non è
determinante allora la nullità non colpirà l’intero contratto ma solamente la
clausola. Tutto dipende dunque dall’importanza che la clausola obiettivamente
riveste nel contratto.
Può tuttavia accadere che il contratto resti in piedi, anche se la clausola nulla è
essenziale: ciò si verifica “quando le clausole nulle sono sostituite di diritto da norme
imperative”, e cioè quando opera il meccanismo della inserzione automatica di
clausole. In quest’ultima ipotesi dunque il carattere della determinatezza è
irrilevante.
CONVERSIONE
La conversione è il meccanismo per cui il contratto nullo (incapace di produrre i suoi
effetti) può produrre gli effetti di un contratto diverso (art. 1424). La conversione
opera di diritto in presenza di due condizioni:
1. Il contratto nullo deve avere i requisiti di sostanza e di forma previsti per il
contratto diverso;
2. Deve risultare che le parti avrebbero voluto il contratto diverso, se avessero
saputo della nullità del loro contratto (volontà delle parti).
Diversa è la cosiddetta conversione legale, che si ha quando la legge, di fronte a un
contratto nullo, prevede la possibilità di convertirlo in un contratto di tipo diverso, a
prescindere dalla volontà ipotetica delle parti. Dunque all’interno della conversione
legale non assume rilevanza l’ultima condizione e cioè la volontà delle parti.
Infine non bisogna confondere la conversione del negozio nullo con la conversione
formale; quest'ultima opera in maniera automatica quando un negozio giuridico può
essere compiuto validamente in più forme.
Se è nulla la forma prescelta il negozio può assumere la diversa forma valida; se, ad
esempio, un atto pubblico non è stato posto in essere secondo le formalità
prescritte dalla legge, potrà valere come scrittura privata sempreché, beninteso, sia
stato redatto in forma scritta (articolo 2701 c.c.).
RINNOVAZIONE
Infine alle parti è concesso stipulare nuovamente il negozio nullo ma ovviamente
evitando il difetto che ha dato luogo alla nullità. In questo caso si parla di
rinnovazione del contratto.
MANCANZA DELL’ACCORDO DELLE PARTI
L’accordo delle parti è uno degli elementi essenziali del contratto e viene posto in
essere tramite le dichiarazioni delle parti, ma se tali dichiarazioni non sono
accompagnate dalle rispettive volontà delle parti, di conseguenza mancherà
l’accordo ed il negozio sarà nullo. Si distinguono due ipotesi fondamentali:
1) Mancanza di volontà. Essa si ha nei casi di:
a) Dichiarazione non seria, come avviene per scopi didattici o nel corso di una
rappresentazione teatrale.
b) Violenza fisica, come avviene nel momento in cui durante un’asta Tizio alza
il braccio a Caio (contro la sua volontà) per fargli fare un’offerta.
2) Divergenza tra volontà e dichiarazione. Essa si ha nei casi di:
a) Errore ostativo, ovvero quando viene commesso un errore nell’emettere la
dichiarazione (Es. al posto di scrivere 1100 scrivo 1010). In questi casi però
la legge non ha previsto la nullità ritenendola eccessiva, bensì ha applicato
all’errore ostativo la stessa disciplina dettata per l’errore vizio.
b) Simulazione, come nel caso in cui dichiaro di donare a Tizio ma in realtà
intendo arricchire Caio.
ANNULLABILITA’ IN CASO DI INCAPACITA’ NATURALE
L’annullabilità è prevista anche in caso di incapacità naturale, essa è la condizione di
chi sia di fatto incapace di intendere o di volere: vuoi perché abitualmente infermo
di mente ma non (ancora) interdetto, vuoi perché seppure ordinariamente capace si
trovi transitoriamente in condizioni di incapacità al momento in cui compie un atto
(a causa ad esempio di ipnosi, di ubriachezza, di sostanze stupefacenti).
Per poter capire al meglio in quali casi il contratto è annullabile a causa
dell’incapacità naturale del soggetto, bisogna dividere gli atti in:
1) Atti unilaterali. Sono quelli che vedono un solo soggetto come autore e sono
annullabili solo se il soggetto dimostra prima di tutto lo stato di incapacità in
cui si trovava al momento del compimento del contratto, poi occorre anche
dare prova di un grave pregiudizio che da questo atto vi sia stato procurato
(es. la remissione di un debito di rilevante importo, il riconoscimento del
diritto altrui);
2) Contratti. Quest’ultimi non vedono soltanto un soggetto come autore bensì
due parti. Possono essere annullati non soltanto attraverso la prova
dell’incapacità, ma c’è bisogno anche della mala fede della controparte,
ovvero se si prova che il contraente conosceva l’alterata condizione del
soggetto (vuoi perché evidente nel comportamento esteriore, vuoi perché
implicita nel pregiudizio ad essa derivante dal contratto). Se invece il contratto
è stato stipulato da un contraente che non era in malafede, a quel punto il
contratto non verrà annullato.
3) Atti di natura personale (es. donazione, testamento e matrimonio). In questi
atti la sola prova dell’incapacità transitoria del soggetto è sufficiente per
l’annullamento.
ERRORE DI DIRITTO
L’errore di diritto è quell’errore che cade sull’esistenza o sul contenuto di una norma
giuridica. Ad esempio un americano compra un’anfora in Italia ma poi scopre che
non la può portare a New York poiché il bene non è esportabile; oppure Tizio
compra un terreno pensando che sia edificabile ma non lo è. Come possiamo notare
si tratta di errori che cadono sulla qualità giuridica di un bene e di conseguenza
cadono su elementi interni al contratto. Dobbiamo specificare che l’errore di diritto
non attribuisce alcuna rilevanza ai motivi, poiché essi vengono considerati sempre
degli elementi esterni al contratto. Infatti se Tizio compra il terreno pensando che
quelli attorno non siano edificabili, non potrà annullare il contratto perché si tratta
di un motivo e dunque non si tratterà di un errore di diritto poiché non cade su
elementi interni al contratto. Allo stesso modo se Tizio compra un 125 non potrà
annullare il contratto perché viene a sapere che ci vuole il patentino per poterlo
guidare, qui Tizio infatti si trova di fronte ad un ostacolo che può rimuovere, inoltre
l’errore non cade su un elemento del contratto bensì sulla sfera personale di Tizio.
Non bisogna confondere l’errore di diritto con la cattiva conoscenza della disciplina
del contratto. Ad esempio possiamo fare riferimento ai casi in cui Tizio non era a
conoscenza della norma sulla garanzia della vendita, qui infatti non è possibile
invocare la mancata conoscenza della disciplina del contratto che si è stipulato per
poter ottenere l’annullabilità di essa.
ERRORE OSTATIVO
Accanto all’errore di fatto e di diritto troviamo un altro tipo di errore, l’errore
ostativo. Quest’ultimo è un’ipotesi di divergenza tra volontà e dichiarazione (a
differenza degli altri dove la volontà viene semplicemente viziata dall’errore) e se
volessimo essere precisi quindi si tratterebbe di un’ipotesi di nullità poiché
all’interno della dichiarazione manca la volontà delle parti. Però il legislatore ha
pensato che la nullità è una sanzione eccessiva per questa ipotesi e dunque ha
previsto anche in questo caso la sanzione della annullabilità.
CONTRATTI A EFFETTI TRASLATIVI DIFFERITI
Come abbiamo visto, i contratti dove il trasferimento del diritto si produce
immediatamente, prendono il nome di contratti a effetti traslativi immediati; ma nel
momento in cui il contratto ha ad oggetto la vendita di cose generiche, cose future o
cose altrui, il trasferimento del diritto non potrà avvenire immediatamente. In
quest’ultima ipotesi il contratto avrà soltanto effetti obbligatori (non ci sono effetti
reali) poiché il venditore avrà l’obbligo di far acquistare il diritto all’acquirente e
prenderà il nome di contratto a effetti traslativi differiti (anche chiamata vendita con
effetti obbligatori).
Se si tratta di vendita di cose generica, il trasferimento del diritto di proprietà si ha
con la individuazione (e dunque l’effetto reale si realizza), ovvero specificando quale
cosa (tra le tante dello stesso genere) dovrà andare al compratore. L’individuazione
può avvenire con la separazione del bene dal resto delle cose dello stesso genere
(ma solo nei casi in cui le parti si siano accordate in tal senso) oppure mediante la
consegna al vettore o allo spedizioniere (in caso di perdita od avaria del bene, essa
sarà a carico dell’acquirente).
Se si tratta di vendita di cose future, l’effetto reale del trasferimento del diritto di
proprietà si produrrà con la venuta ad esistenza del bene.
Se si tratta di vendita di cose altrui, l’effetto reale del trasferimento del diritto di
proprietà si produrrà con l’acquisto della proprietà da parte del venditore.
Dunque se in un contratto consensuale non viene consegnato il bene, il
venditore sarà colpito da responsabilità contrattuale poiché il contratto è già
stato posto in essere tramite il semplice consenso. Se invece si dovesse
trattare di un contratto reale, il soggetto qualora abbia promesso di prestare
un oggetto a tizio, egli sarà colpito da responsabilità precontrattuale, essendo
il contratto non ancora stipulato (come sappiamo oltre al consenso delle parti,
nel contratto reale, sarà necessaria anche la consegna del bene).