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Diritto delle religioni e cittadinanza multiculturale

Il fattore religioso esplica i suoi effetti all'interno della società; in seguito alla caduta del
Muro di Berlino si sono ridisegnati i confini dell'Europa portando più immigrati all'interno.
L'Italia è stata solo una zona di transito, perchè i flussi migratori erano diretti verso il Nord
Europa. Successivamente i flussi migratori iniziarono a rimanere in Italia, non dirigendosi
più verso Nord Europa. In tutto ciò però si è mostrata impreparata, perchè non ha politiche
adatte. Prima di allora questo processo è nato dapprima in Francia, che inizialmente ha
attuato politiche per ospitare, e successivamente si è tirata indietro.
Giurisprudenza: sentenze Dottrina:scuola di pensiero Laicità positiva: ugualianza di tutte le
religioni, neutrali. Laicità negativa: inifferenza dello stato, non prende posizioni.
Art 19
Disciplina la libertà di religione della Costituzione, garantendo a tutti di poter professare la
propria religione nei limiti del buon costume. A livello sanitario ci sono problematiche con i
testimoni di Geova e le trasfusioni del sangue, in quanto si mostrano contrari. O
mutilazioni genitali femminili che alcune religioni prevedono. Tutto ciò in Italia non è
consentito.
La donna, si sottoponeva a queto tipo di operazioni per rivendicare la propria identità.
Le patologie di immigrazione sono causate da: alimentazione, sanità e clima.
A livello lavorativo ci sono problematiche legate alla preghiera (Musulmani che devono
pregare 5 volte al giorno, e il datore deve tenerne conto; Ebrei sabato sabbatico)
Il flusso migratorio è composto dal 90% da musulmani.
Altra causa è la ghettizzazione, in quanto esistono scuole per determinate religioni, ma lo
Stato si è mostrato contrario.
Un altro problema è il matrimonio; nell'48, ci fu una sentenza di separazione tra T.di Geova
e cattolico.
La libertà di coscienza è diversa dalla libertà di religione, ed è molto più importante, in
quanto il soggetto può decidere se essere ateo o professare il proprio credo; poi subentra
la libertà religione. Diversa dall'obiezione di coscienza, ovvero il diritto di ciascun
individuo di poter operare secondo di principi morali e religione sul quale orienta il suo
agire.
Il nuovo scenario politico, ha portato l'Europa a trasformarsi, da una comunità a un
insieme di comunità, quindi a conformarsi con un insieme di gruppi diversi che hanno
chiesto un riconoscimento.
Nella nuova composizione geografica, in Europa, si è trovata da un lato l'esistenza di un
fenomento di esaltazione della diversità, dall'altra ha dovuto affrontare i rapporti che
riguardano la religione a liv. Politico. La caratteristica principale della società
contemporanee è la complessità, si disarticolano strutture e meccanismi che a loro volta si
dividono in sottosistemi, che hanno cambiato la percezione del ruolo della religione.
Il fenomeno religioso è tornato alla ribalta nella storia e nella politica ma ciò è avvenuto per
una serie di fattori: irreversibile crisi delle ideologie secolari, rilancio a livello internazionale
della rilevanza pubblica della fede.
In alcune religoni viene consentito l'uso delle droghe per restare in contatto con il
trascendentale, con l'uso psicoattivo, stimolando lo scopo religioso.
L'Italia è dovuta intervenire mediante una sentenza; la Corte di Cassazione, numero
44227/05, l'esigenza di praticare un certo culto religioso o di farne opera di proselitismo e
divulazione, non devono diventare illecito penale, pur essendo certamente liberi e tutelati.
Le intese sono atti bilaterali stipulati tra lo stato Italiano e la confessione
interessata.
In Italia, vengono chiamate intese, negli altri stati trattati internazionali.
Il Concordato è un patto che si ha tra lo Stato e la Chiesa Cattolica.
Inoltre, i Costituenti devono garantire un pluralismo confessione aperto, mirato alla
realizzazione dell'ugualianza e alla libertà di tutte le confessioni religiose.
Le intese, sono disciplinate dall'art 8, in quanto tutte le confessioni religiose sono
ugualmente libere davanti alla legge. Primo comma. Garanzia di pluralismo internazionale.
Le confessioni diverse da quella cattolica, hanno il diritto di organizzarsi liberamente
secondo i loro statuti, purchè non entrino in contrasto con l'ordinamento italiano. Secondo
comma. Libertà di confessione religiosa.

I rapporti delle confessioni religiose con lo stato italiano


Sono regolati dalla legge, sulla base di intese con relative rappresentanze. Terzo comma.
Tutela di ogni confessione religiosa.
Rigurado la religione cattolica, l'art.7, stabilisce i rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica,
inoltre i rapporti sono regolati dai Patti Laternanensi, al cui interno sono presenti 4 accordi
internazionali. (Stato e Chiesa sono due stati a parte ugualmente riconosciuti dalla legge)
Il concordato è un accordo tra la Santa sede e lo Stato riguardo atti di interesse comune;
l'Intesa è tra lo Stato e una confessione religiosa. Lo Stato è l'ente fisso, ciò che cambia è
la confessione religiosa.
Nell'84 le materie oggetto di modifica erano:
• il matrimonio; in quanto nel 70 è stata introdotta la legge sul divorzio e nel 75 la
legge sul diritto di famiglia; anche se la Chiesa ha cambiato la sua idea del
matrimonio, nel diritto canonico (della chiesa) esiste il codice canonico, in quanto
nel 1917 la Chiesa concepiva il matrimonio come un patto, da sottoscrivere tra due
soggetti e che aveva come obiettivo principale la procreazione; mentre già
nell'84 il matrimonio non era visto come un patto, ma come un accordo basato sul
bene dei coniugi e per quanto riguardava la procreazione, era vista come elemento
non insipensabile. La Chiesa ha quindi un diritto elastico, che pur avendo delle basi
ferree, si adatta al passare del tempo e al mutare delle cose.
• L'insegnamento della religione cattolica nelle scuole; nel '29 la religione cattolica
era la religione di Stato (confessionista); mentre nell'84 la religione cattolica rimane
quella di base fornita in tutti gli ordini e in tutte le scuole, ma con libera scelta di
aderirvisi o meno, fino ai 14. (perchè? Il minore dai 16 anni in poi può compiere atti
di ordinaria amministrazione, lavorare, e non ha l'obbligo di frequenza, il legislatore
ritiene che il minore abbia maturità psicofisica tale da compiere scelte importanti)
Per chi decide di astenersi dall'insegnamento della religione deve trovare
alternative valide. L'introduzione dell'insegnamento di altre religioni nelle scuole è
difficile per i seguenti motivi: Trovare chi è competente nello spiegare i principi di
una religione diversa da quella cattolica.

Confessione cattolica art 7


Confessione acattolica con l'Intesa
Confessione regolata con il decreto 1159/29 in quanto le confessioni religiose sono
regolate da un decreto (in Italia non è stato stipulato)
Art 8 comma 2. Autonomia statutaria costituzionalmente riconosciuta.
Lo statuto è un complesso dato dall'organizzazione e il funzionamento di enti pubblici o
privati. Non deve entrare in contrasto con i principi fondamentali su cui regge lo Stato.
Comma 3. Per stipulare un intesa, si nomina una Commissione interministeriale, il parere
finale può essere sia positivo che negativo, se positivo si crea una bozza siglata sia dai
Rappresentanti e sia dai Sottosegretari dei ministri. Dopo la firma, la bozza passa al vaglio
del Consiglio dei Ministri, se approvato viene firmato dal presidente del Consiglio dei Min.
E dal rappresentante della stessa.
Questo atto è trasmesso al Parlamento, dove si discute, ma senza emettere modifiche. Se
il dibattito è positivo si ha la legge di esecuzione dell'Intesa o approvazione. Si arriva così
alla legge, fonte atipica, legge ordinaria che ha una sua base costituzionale, che risiede
nell'Intesa in conformità alla Costiuzione. E' rinforzata, cioè non può essere modificata, o
deve avvenire solo mediante una nuova intesa, non può essere abrogata, modificata,
annullata da una legge ordinaria. Può entrare nel merito dell'approvazione dell'Intesa la
Corte Costituzionale.
Sul nostro territorio, esistono le seguenti Intese:
Assemblea di Dio (SI), Tavola Valdese (SI), L'Unione Induista Italiana (Senza INTESA),
Comunità ebraica italiana (SI), Unione buddista italiana (SI) T.di Geova (in fase di
approvazione)
Non tutte sono diventate legge di esecuzione, ad esempio di T.di Geova hanno dei principi
che entrano in conflitto con due diritti fondamentali; il diritto alla vita (in quanto sono
contrari alle trasfusioni di sangue) e il diritto di voto (si astengono dalle elezioni).
L'Intesa con l'Islam manca a causa della presenza di 12 filoni religiosi e dalla mancanza di
un unico rappresentante della confessione interessata.
I problemi della comunità islamica posti all'interno dell'Ordinamento sono: il velo islamico
(per fattori di sicurezza), riconoscimento dei diritti civili del matrimonio, matrimonio con
minori, pene e sanzioni scritte nella Sharia, poligamia (reato in italia), filiazione ed
educazione dei minori, matrimoni misti in tal caso i figli hanno problematiche riguardanti la
diversa cultura e l'educazione dei figli.
I matrimoni misti hanno due tipologie: accettazione del credo del coniuge o cambio credo.
Ci sono dei casi di contrasto tra i coniugi, in ambito familiare, (bambini portati in patria e
non tornati più in Italia, infibulazione, reato penale in Italia)
Intesa con l'UAAR Unione atei agnostici razionali. La sentenza del 1995 in cui la UAAR
chiede allo Stato italiano un'intesa ha esito negativo, in quanto non è una confessione
religiosa.
Il TAR Lazio ha emesso un altra sentenza nel 2014 in cui afferma che la stipula dovrebbe
rifarsi all'art 18 (libertà di assocazione). La negazione di una stipula non comporta la
disparità di trattamento.
Dall'ultima sentenza della C.di Cassazione del 2013 si evince che l'interesse del UAAR ha
base Costituzionale. Sancito nell'art 8.

Condizione della donna relativa alle religioni come Islam, Ebraismo, Cristianesimo.
Queste 3 religioni vogliono raggiungere le medesimi condizioni e fini ma i mezzi cambiano.
Ebraismo: la donna vive in una condizione definibile "mediante il testo della Bibbia". La
condizone degli uomini è la cura dell'ambito lavorativo mentre le donne si occupano della
casa e dei figli. Gli ebrei sono devoti al lavoro in quanto non possono contrarre matrimonio
se l'uomo non lavora. La donna assume un ruolo rilevate in quanto riveste la condizione
spirituale di completare l'uomo e quella materiale della cura della casa. Nella Bibbia uomo
e donna sono uguali, dal punto di vista giuridico, la Costituzione e le leggi riportano
l'ugualianza tra uomo e donna, in quanto la donna è predisposta alla vita pubblica, purchè
riesca a gestire il suo ruolo originario.
Islam: la donna non si occupa dell'educazione religiose dei figli, pone più istituti diversi ed
è la confessione orientale per eccellenza. L'Islam tradizionale è moderato in quanto non
condiziona i ruoli della donna e dell'uomo e non prevede l'inversione dei determinati ruoli.
Nel Corano la figura della donna è tutelata a seconda delle interpretazioni. Le due correnti
sono quelle sunnita e sciita. Con l'inizio della civiltà araba la condizione della donna è
stata istituzionalizzata. La tutela della donna è più elevata nella Costituzione. Nella pratica
non è molto elevata perchè i principi su cui si fonda lo stato sono diversi, e i modi di
interpretazione sono diversi dal Corano. Anche nell'Islam la donna si occupa della casa e
dei figli e l'uomo del lavoro e dell'educazione religiosa dei figli. L'uomo musulmano può
sposare anche una donna non musulmana, mentre una donna musulmana deve
necessariamente sposarsi con un musulmano. La condizone della donna diventa diritto
divino in quanto professata da Maometto. La donna è una serva di Dio e non dell'uomo. I
ruoli (economico e familiare) sono stabiliti dalla società e non dalla religione. La donna ha
diritto all'istruzione, diversamente da paesi come Iran e Iraq in cui è previsto anche il velo
totale. A differenza dell'Egitto e dell'Algeria in cui è previsto quello parziale (più laici)
Il velo e la poligamia sono questioni importantissime. Inizialmente in Occidente si sono
estirpate alcune tradizioni orientali. In Oriente il velo è legato a una questione religione in
quanto in pubblico protegge la donna dagli sguardi degli altri uomini, in privato può essere
tolto. In Occidente il velo viene visto come occultamento o disgregazione della donna,
essa può scegliere se indossare o meno il velo che diviene motivo di riconoscimento. In
Occidente, gli orientali per evitare di essere assorbiti dalla cultura occidentale hanno
dovuto puntare sulla religione e sull'uso del velo. I veli sono chadar e burqua. E si usa in
zone in cui le donne non sono scolarizzate e non conoscono i loro diritti e le leggi. La
condizione della donna è ritenuta uguale nella maggior parte delle Costituzioni dei paesi
del bacino del Mediterraneo. In Libia e Algeria la condizione della donna nelle Cost. È
equiparata a quella dell'uomo ma nella vita reale vive condizioni di inferiorità. In Tunisia e
in Marocco la donna è considerata alla pari dell'uomo grazie alla legge di famiglia. E' stata
abolita la poligamia e il ripudio.
Nelle leggi fondamentali dei paesi arabi, la donna ha assoluta autonomia anche per
quanto riguarda il divorzio. Ha diritto ha una parte del patrimonio del marito, perchè grazie
a lei l'uomo può guadagnare. Il problema non si ha dal punto di vista religioso ma dalla
stessa società, l'applicazione dei principi religiosi è diversa da ciò che la religione dice.
Cattolicesimo: ha qualche elemento in comune con l'Islam, anche la Madonna portava il
velo come elemento di sottomissione a Dio e non all'uomo.
Cristianesimo: la condizione della donna è privilegiata rispetto alle altre religioni, è uguale
all'uomo anche nella vita reale. Come dal punto di vista costituzionale. Solo un elemento è
differente dall'uomo alla donna. Il sacerdozio. Nel cristianesimo è previsto, ma nel
cattolicesimo no. La corrente cristiana comprende: cattolicesimo, valdesi, luterani, battisti
ecc. Il cattolicesimo è compreso nel cristianesimo. La condizione della donna è importante
perchè la riveluzione di Dio è avvenuta nella donna. Nella Bibbia ci sono altre figure
femmilinili importanti oltre alla Madonna, ciò ci fa capire che la condizione della donna è
superiore dal punto di vista biblico rispetto all'uomo. L'applicazione pratica dei principi
religiosi è data anche dagli elementi dei giorni nostri, possiamo considerare elementi a
favore della donna (organizzazioni che difendevano le donne lavoratrici) fino ad oggi in cui
la donna viene tutelata. Anche nell'ambito giuridico sono state effettuate la Convenzione
dell'abolizione della discriminazione della donna (2000) in quanto i principi costituzionali
tutelano l'eguaglianza della donna. Durante la Conferenza di Pechino si sono stabiliti i
principi per tutelare la donna nell'ambito europeo validi anche nei paesi islamici.

La famiglia
Nella società diventa molto importante in quanto nascono i valori, le relazioni sociali che
ispirano i comportamenti e le relazioni con l'altro.
Società e religione sono collegate tra loro. La concezione relativa al matrimonio cambia a
seconda delle conf. Religiose.
Ebraismo: la famiglia è fondamentale. Si evince dal testo sacro. Nella Genesi, Dio invita
l'uomo ad unirsi in matrimonio per riprodursi e diffondere la conf. Ebraica nel mondo. Il
matrimonio viene visto come un contratto e non come un sacramento.
All'interno della famiglia ebraica il matrimonio è molto importante in quanto viene contratto
prima dei 15 anni, adesso 18 anni. L'uomo deve essere maggiorenne per garantire il
sostentamento della famiglia mentre la donna può essere minorenne.
I matrimoni combinati sono quasi scomparsi anche se in passato erano frequenti. Per la
scelta del coniuge esistono delle regole: la donna deve essere mite e pia, obbediente. Il
concetto storico di matrimonio riporta un'acquisizione in cui l'uomo prende la moglie come
sposa. Nel fidanzamento vi è uno scambio di doni che vale come promessa e avviene
anche negli USA. Ciò è legato alla tradizione religiosa.
Islam: la famiglia islamica è fondata sul matrimonio e vede come fine principale la
procreazione. Il m. Islamico non è poligamico, quello musulmano è un matrimonio
tradizionale (coniugi+testimone+tutore padre o fratello in mancanza)
La fase di scioglimento del matrimonio prevede diversi modi: il ripudio (forma di divorzio
che può avvenire solo da parte dell'uomo, abolita in alcune C.) o congiuntamente o per
volontà di uno (può avvenire per motivi gravi e si svolge in presenza di un giudice) questo
però pone la donna in condizione di pregiudizio.
La poligamia (matrimonio poligamico) prevede il matrimonio dell'uomo con massimo 4
mogli. La poligamia ha delle caratteristiche essenziali: esiste la consapevolezza della
presenza di altre mogli; c'è un grave motivo che spinge l'uomo a contrarre più matrimoni
(pazzia, sterilità, grave malattia); l'uomo è tenuto a trattare tutte le donne allo stesso modo
A favore della poligamia c'è una ragione, la poligamia è più lecita del tradimento
(condannato) ed è vista come una forma di allargamento dell'amore.
Il diritto di famiglia ha origine nella Sharia. Nei luoghi più remoti non si tiene conto
dell'applicazione giuridica ma solo della legge divina.
All'interno della famiglia vengono distinti due ruoli; la donna è sottomessa all'uomo che è il
capofamiglia.
Esempi di costituzione più avanzati (Marocco, Tunisia, Turchia)
Marocco: Costituzione del 1957, Legge di Famiglia composta da un inseme di leggi, si
parla in termini moderni del ruolo della donna e del matrimonio. La poligamia è autorizzata
dal giudice e si può inserire una clausola di non poligamia. L'età per contrarre matrimonio
è minimo 18 anni.
Il Marocco tutela la libertà religiosa e di coscienza, nonostante vi sia rispetto dei principi
costituzionali, i matrimoni misti non sono consentiti (la donna non può, l'uomo può con
cattolici ed ebrei a patto che mostrino la volontà di cambiare religione) Il Codice Penale
nell'art 220 afferma che chi ha impedito lo svolgimento del culto è punito con ammenda o
reclusione, il comma 2 afferma che chi usa la seduzione per far vacillare la fede viene
punito. Comma 3 vieta il proselitismo. Gli ebrei sono presi in considerazione, oltre all'art
220 c'è il 222 che afferma che chi è conosciuto per essere musulmano e rompe il digiuno
in un luogo pubblico è punito.
Tunisia: Costituzione del 1956, Diritto di Famiglia 1993. Paese più laico, vede la presenza
di un codice di statuto personale, sono stati aboliti ripudio e poligamia. Età minima 17
donna, 20 l'uomo.
Per i tunisini nella Costituzione si afferma che la Tunisia è uno stato libero, indipendente e
sovrano. Ma all'art 38 si afferma che il Presidente deve essere necessariamente
musulmano. Ciò si scontra col principio di laicità dell'art.1. All'art 5 sono garantite una serie
di libertà tra cui la libertà religiosa, ma la conversione di un musulmano a un altra religione
viene vista di mal occhio. Sono però tollerati i matrimoni misti. Ma nel Corano è vietato
contrarre matrimoni con chi sia di altra religione.
Turchia: paese ancora più laico, Costituzione islamica ma che tutela i diritti fondamentali.
Legge di famiglia nel codice civile del 26 con innovazioni fondate sul principio di
ugualianza. Età minima 18 anni.
Dichiarazione Universale Diritti dell'Uomo. Enuncia principi di libertà religiosa; è stata
sottoscritta da musulmani e inserita nella loro Costituzione. Tranne l'Arabia Saudita in
quanto hanno ritenuto andasse contro il Corano. La Dichiarazione del Il Cairo è stata
sottoscritta nel 1990 da tutti i paesi arabi.
L'affermarsi dell'Islam ha portato a una forte crescita delle ondate migratorie e alla
presenza del fondamentalismo legato al terrorismo (ISIS).
Tutto ciò ha svelato il vero potenziale delle religione e gli effetti che essa produce sui
sistemi politici. Inoltre hanno inciso sul ruolo dell'autocoscienza delle conf. Religiose.
Le confessioni religiose
Sono un gruppo gerarchico avente una determinata ideologia (Chiesa) più i fedeli, che si è
organizzato e dato regole. I presupposti affinchè sia una confessione religiosa sono i
seguenti: presenza di un testo sacro, edificio di culto, riconoscimento storico,
consuetudine.
In Italia si è avuto il superamento del principio confessionista secondo cui esiste solo una
religione, chiamata religione di Stato e verso cui lo Stato riconosce dei diritti.
Nello Statuto Albertino, la religione cattolica era l'unica religione di Stato, mentre in
Inghilterra esiste il principio confessionista protestante
Le correnti del cristianesimo sono: cattolicesimo, protestantesimo, evangelisti, ortodossi.
Con l'abolizione del principio confessionista si è avuta l'introduzione di nuove confessioni
religiose con una forte carica identitaria, che ha portato le confessioni religioni di
minoranza a chiedere la rivendicazione della loro diversità o identità, dando al diritto di
libertà religiosa contenuti più rivendicativi rispetto alla semplice affermazione della non
internferenza dello stato in materia religiosa.
L'appartenenza confessionale non è più considerata come fatto privato da far rientrare
nella coscienza individuale, ma è un fenomeno frutto dell'esperienza di proiettare il
personale nella sfera pubblica
Il fattore religioso è l'affermazione come fattore principale della formazione individuale e
collettiva di cui lo Stato deve ovviamente tener conto.
La dimensione religiosa propone principi etici che trovano fondamento o nella Rivelazione
o nella natura o nella coscienza. Sono istanze superiori rispetto a ogni governo; da
sempre punto di rifermento per la vita della persona, in cui l'individuo disegna la sua
identità.
Il fattore religioso si accosta al pluralismo religioso cioè più religioni presenti sul territorio.
Il multiculturalismo nasce quando a causa dell'elemento religioso emergono altri fattori alla
base del proprio credo. Il multiculturalismo è un fenomeno nuovo, diverso dal pluralismo
religioso.
Il pluralismo è la proiezione dei rapporti sociali di quella che è l'affermazione del diritto di
libertà religiosa. Da qui la multiculturalità che è l'esperienza di una diversità sul piano
culturale e che si esprime in differenti usi e comportamenti di origine etica e religiosa; ed è
originata dalla convivenza talora forzata di individui che appartengono a comunità diverse
dalla comunità ospitante. All'interno della società ospitante si propongono di continuare a
vivere secondo i valori della loro società anche in contrasto coi principi di quella
ospitante(convivenza forzata)
Il multiculturalismo è uno strumento che permette la convivenza di più culture nelle attuali
società. Tra il 1990 e il 2010 l'UE ha attratto 28 milioni di immigrati che sono il triplo
rispetto agli 80.
Gli stranieri nell'UE sono il 10% della popolazione. La nostra società deve imporsi politiche
di cooperazione e allargamento per costruire una pacifica convivenza e tener conto della
disomogeneità, delle origini dei soggetti e rendere la convivenza pacifica.

La POLONIA
La Polonia fa parte degli stati che ha subito un cambiamento in quanto sono passati dal
sistema del Comunismo a quello Democratico (89). La Polonia è entrata nell'UE il primo
Maggio del 2004 assieme ad altri 4 paesi dell'Europa dell'Est. La nascita dell'UE ha
imposto agli neo-stati membri l'obbligo di adeguarsi a tutti gli atti e regolamenti
precedentemente imposti. Gli obiettivi dell'UE sono stabiliti nei trattati e sono raggiunti
dagli stati membri nel quadro organizzativo e giuridico dell'unione con il supporto della
commissione dell'UE, al fine di garantire il rispetto e l'attuazione di essi.
Si prevede che gli stati membri debbano partecipare attivamente nella creazione del
regime giuridico per controllarne la legittimità degli atti.
Dal 2004 è stata avviata una fase di accertamento di inadempimento degli obiettivi
comunitari imposti dai trattati dell'UE. Dal 2004 al 2017 sono stati riscontrati 73 casi di
inadempienza in Polonia. Le cause dell'inadempimento sono: mancata adozione entro il
termine di forniture necessarie per conformarsi alle direttive UE, recepimento incompleto
della direttiva, mancata informazione circa le disposizioni adottate, violazione del
regolamento UE, mancata rispetto delle disposizioni del Parlamento UE. Gli ambiti più
comuni della violazione sono stati: trasporti, tasse, energia, politiche sociali.
Di 71, solo 8 casi sono stati chiusi.
In Polonia vi è una pratica sbagliata in quanto bisogna adottare le misure per garantire
l'adempimento degli obbighi derivanti dall'UE in quanto la maggior parte dei reclami contro
la Polonia sono dovute alle difficoltà di mancata comprensione delle direttive.
Per quanto riguarda lo sfondo religioso è un paese profondamente cattolico (95%) mentre
in minoranza sono protestanti, ortodossi, e musulmani.
L'immigrazione non è presente in Polonia, usata solo come zona di transito, in quanto
vista come un paese povero.
All'interno della Costituzione polacca è sancita la libertà di religione e di coscienza.

Che cos'è la religione?


Nel corso della storia persone e gruppi di persone assumono comportamenti chiaramente
guidati da un sistema di regole e valori sovranaturali, considerati importanti per la vita.
All'interno della religione ritroviamo il problema della libertà e della persona umana,
quando noi paragoniamo le diverse religioni, non bisogna pensare a cosa sia la religione,
perchè con la parola religione possiamo intendere cose diverse. Ad esempio, la religione
pratica è vista come un insieme di riti, tradizioni, cerimonie coltivate da persone e
trasmesse di generazione in generazione; ma è anche una visione complessiva
della vita, credenze, regole di comportamento e costruisce la nostra visione del
mondo.
Possiamo intendere la religione come dottrina, scuola di pensiero, che spiega il rapporto
dell'uomo con tutto ciò che è fuori dalla realtà materiale e quindi in contatto con la realtà
ultraterrena.
La religione come atteggiamento spirituale dell'animo umano indica il rapporto del singolo
con ciò che è sacro.
Il termine deriva dal latino "religio" ma può essere condotto a "relegere" (rileggere);
rivedere e approfondire quello che era il culto degli dei o "re-legere"; raccogliere e indica
l'azione di raccoglimento tipica della preghiera e dei riti sacri. Infine può derivare da "res-
ligore" legare insieme.
In Italia non si ha una definizione di religione, alcuni giudici all'interno dell'ordinamento
hanno tentato di dare una definizione ad esempio il caso Scientology, che inoltre ha posto
delle problematiche all'interno dell'ordinamento giuridico italiano ed europeo, in cui l'Italia
ha sentito la necessità di definire la religione attraverso due sentenze.
La sentenza della C. Di Cassazione del 97 in cui viene stabilita una definizione di religione
che non può essere fondata senza violare le norme di diritto Costiuzionale, non può
essere fondata sulle confessioni religiose ebraiche, cristiane e musualmane che
finirebbero per escludere le religioni politeiste (sciamaniche, buddiste). Inoltre i giudici
hanno osservato che tutte le religioni sono il rapporto di un evoluzione, nata come sistema
completo di credo e pratiche in un dato periodo di tempo.
La sentenza della C. Costituzionale del 93 ha precisato al meglio la definizione di
religione, vuole accertare se una determinata assocazione sia da considerare come una
assocazione religiosa o non. In mancanza di un intesa con lo Stato, ai sensi del art. 8
Cost. i criteri di riferimento devono essere anzitutto i precedenti riconoscimenti pubblici, in
secondo luogo l'esistenza di uno statuto che esprima con chiarezza i caratteri
dell'associazione e, infine, la comune considerazione. In mancanza di questi non può
essere riconosciuta come confessione religiosa.
Caso Scientology
Con sentenza resa in data 2 luglio 1991, il Tribunale di Milano escludeva, per la Chiesa di
Scientology, la natura di associazione per delinquere, non solo in quanto riconosceva lo
scopo sociale perseguito da uno statuto, ma anche perché accertava il perseguimento del
medesimo fine da parte degli adepti. Eventuali condotte illecite, pertanto, non sarebbero
state altro che comportamenti devianti dei singoli.
La Corte d'Appello di Milano, con sentenza 5 novembre 1993, ribaltava la decisione del
giudice di primo grado, da un lato, affermando la presenza di associazione per delinquere,
in quanto la Chiesa di Scientology avrebbe svolto, sin dalla sua nascita, attività
commerciale diretta all'acquisizione di rilevanti quantità di denaro, approfittando di
patologie psichiche.
Internviene a sedare il conflitto la Corte di Cassazione che annulla la sentenza della Corte
d'Appello in quanto crede che i singoli fedeli non si siano accordati ma avevano uno scopo
religioso. Possiamo dire che la chiesa di Scientology regolata da statuto esprime carattere
di religiosità solo in tempi recenti, e non può essere un criterio che escluda i fini religiosi.
Il problema di Scientology è simile a quello dei Testimoni di Geova, gruppi chiusi in cui è
difficile entrare a far parte. La differenza è che la si conosce di più perchè i suoi fedeli
sono facoltosi e celebrità.
Scientology non è una assocazione religiosa in quanto non ha una comune
considerazione di riconoscimento pubblico in quanto non si evince nelle norme dello
Statuto a carattere religioso.
Il problema di Scientology si pone negli anni 80/00 si diffonde al Nord e la Guardia di
Finanza è anche intervenuta.
Infine, Scientology è un'attività a fine commerciale e non a fine trascendentale, non
conforme all'art.8, non ha un'intesa e non ha elementi religiosi.

Il diritto delle religioni nella giurisprudenza italiana.


Dopo la riforma del diritto di famiglia in Italia, si è sviluppata una nuova attenzione riguardo
la famiglia e il minore e i loro bisogni correlati.
L'ordinamento italiano ha cominciato a riconoscere il minore come un titolare di diritti
garantiti dalla nostra Costituzione, in quanto sono riconosciuti i diritti inviolabili dell'uomo,
sia nel singolo che nelle sue formazioni sociali. Inoltre la Cost. Si impegna ad abbattere
tutti gli ostacoli ma punta alla personalità del minore in quanto viene riconosciuto come
persona (lo dicono anche le Convenzioni internazionali) e assume rilevanza riguardo
l'educazione. Tutto ciò è riportato nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Insieme ai diritti all'educazione c'è la maturazione di una personalià autonoma, in quanto il
minore non è in grado di pretendere e individuare i suoi diritti, quindi l'ordinamento è
promotore di tali diritti.
Il primo organismo che dovrebbe adempiere in questa funzione è la famiglia, anche se
nella realtà odierna, lei stessa ha bisogno di un supporto. Non sempre la famiglia è in
grado di promuovere lo sviluppo della personalità del minore, quindi interviene la sede
giudiziaria o amministrativa cercando di risolvere e improntandolo nell'interesse del minore
(Principio di interesse del minore).Anche l'assistente sociale deve cercare di adattare ogni
strumento per l'interesse del minore.
Il problemi interenti al minore sono crisi familiari e anche il multiculturalismo. Nell'art 30
dove viene enunciato il diritto di educare e istruire i propri figli anche se nati fuori dal
matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro
compiti. La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale
compatibile coi diritti della famiglia legittima. Il minore è posto al centro ed è titolare di
capacità e posizioni proprie tipiche di un cittadino, non ponendolo ai margini della
società.
Ed è titolare di una serie di libertà, religiosa, lavorativa, di pensiero, di associazione,
informazione nei limiti della C.
Nel 1948 la libertà religiosa era una libertà per eccellenza intesa come la libertà di poter
professare la propria confessione religiosa mentre l'ateismo non era preso in
considerazione.
Il nostro ordinamento ha sempre distinto l'idoneità di essere soggetto di diritto
riconoscendo a tutti la soggettività giuridica(attributo indispensabile dell'umano) dalla
libertà di poter esercitare diritti soggettivi, assumendo con la capacità di agire (18 anni) i
doveri giuridici che ne conseguono.
Il minore prima dei 18 anni può compiere delle scelte per la sua vita, ma la giurisprudenza
evidenzia dei conflitti familiari. In riferimento al Cod. Civile nell'art155 in caso di disaccordo
dei coniugi interviene il giudice nel tentare di dare una soluzione concordata, ascoltando
entrambi i coniugi.
Nell'art316 il giudice interviene nel conflitto tra i coniugi, verificando le intenzioni del
minore a patto che abbia compiuto il 14 anno d'età.
Nell'art250 si afferma il consenso del figlio 16 enne che può riconoscere il figlio naturale e
può contrarre matrimonio (minore emancipato)
A 14 anni il minore può scegliere se avvalersi o meno della religione. A seconda dell'età il
minore acquista un'autonomia e un autodeterminazione. Il grado di maturità pone una
discriminante, in quanto il giudice ricorre alla capacità di discernimento (facoltà di
assumere un comportamento in base alla situazione richiesta).

Rapporto tra ordinamento statale e ordinamento internazionale.


Il richiamo al diritto internazionale ai nostri giorni è molto più forte di quello che avevamo
negli anni 40/50 anni in cui sono state formate le prime dichiarazioni internazionali.
Attualmente abbiamo una coalizione di destra (post 45) e una sensibilizzazione dei diritti
umani (compresa la lib. Religiosa e si è accentuato il panorama internazionale che mette
in luce i conflitti)
Gli stati quando firmano una dichiarazione internazionale non sono sempre vincolati
all'interno dell'ordinamento, è accaduto che uno Stato ha violato lo stesso trattato che egli
stesso ha sottoscritto.
E' a discrezione di ogni ordinamento recepire quelle norme e attuarle. Non è compito
della Comunità internazionale recepire e attuare le norme interne di un altro stato. Quando
uno stato firma la dichiarazione internazionale non ha efficacia interna. Per quanto
riguarda l'Italia, ha firmato diverse dichiarazioni internazionali, sensibilizzando il nostro
ordinamento affinchè la nostra Costituzione e le leggi che ne sono scaturite siano sensibili
al tema della tutela.

Il diritto di libertà religiosa nella comunità internazionale.


Un primo tentativo di incastro all'interno della C.Internazionale si è avuto quando si è
creato lo Statuto sui diritti del Minore. Quando le società delle Nazioni Unite nel 1924
approvarono una Dichiarazione dei diritti del fanciullo che enunciava i diritti essenziali, la
cui attuazione era condizione essenziale per un adeguamento dello sviluppo del minore.
Allo stesso tempo, questa dichiarazione impegnava, almeno formalmente, gli stati che la
sottoscrissero ad agire su questi ambiti.
Successivamente si sentì il bisogno di dare un'elencazione di quelli che erano i diritti del
minore. Così nel 1959 l'ONU elaborò una nuova Dichiarazione dei diritti del fanciullo:
il diritto alla protezione e alle cure speciali; il diritto alla nascita; il diritto al nome e alla
nazionalità; il diritto di ricevere amore e comprensione da parte della famiglia; il diritto
all'educazione; il diritto di essere protetto contro ogni forma di sfruttamento; diritto di
essere aiutato.
Queste dichiarazioni non hanno efficacia giuridica vincolante, infatti i diritti riconosciuti in
questa dichiarazione non sono completamente rintracciabili nei singoli ordinamenti. Esse
rappresentano sicuramente un valore culturale e un riconosciumento del minore come
persona. Si parla di principi di forma e non di sostanza.
Il 1979 viene proclamato l'anno Internazione del bambino, e l'ONU decide si insediare un
gruppo di lavoro col compito di elaborare un progetto di convenzione internazionale sui
diritti del bambino. Il testo del progetto internazionale viene approvato nell'89. L'Italia ha
reso esecutivo questo testo con una legge del 1991/176 si tratta di uno statuto dei diritti
del minore, in questo documento sono enunciati con molta precisione i diritti, viene
esclusa qualsiasi forma di discriminazione e per diritti si intendono il diritto alla vita, ad
avere un nome, libertà di pensiero, religione, coscienza, associazione e riunione.
In Italia si evince l'esigenza che l'interesse del minore prevalga su qualsiasi altro interesse
ed emerge il fatto che bisogna preservare il soggetto nella sua fase evolutiva da ogni
forma di discriminazione che possa essere non solo familiare ma anche esterna. Ciò
significa che il minore entra in contatto con diverse realtà; il minore risulta, pertanto, arbitro
del proprio destino, soggetto in grado di poter volere le proprie scelte essenziali e di veder
garantito il proprio interesse nei confronti di qualsiasi altro soggetto; questa condizione è
presente nel nostro ordinamento quando si dice che i genitori sono deputati ad assicurare
un'armonico sviluppo del fanciullo e in questo compito devono essere affiancati dallo Stato
e da quelle politiche volte ad attuare i programmi di assistenza materiale.
Il diritto che più emerge è il diritto all'educazione; l'educazione è un processo acquisitivo di
capacità e posizioni proprie del futuro cittadino. Va sottolineato che i diritti all'educazione
sono fondamentali per crescita e sviluppo psico-fisico del minore, ma non erano mai stati
presi in considerazione in maniera così precisa. Alcune dichiarazioni che soffermano la
loro attenzione sul diritto all'educazione sono: la Dichiarazione di Ginevra 1924,
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, 1948; Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo,
1959; Patto Internazionale relativo ai Diritti Economici, Sociali e Culturali, 1976;
Convenzione sui Diritti del Minore, 1989; Protocollo addizionale, 1952; Convenzione sulla
Salvaguardia dei Diritti Fondamentali dell'Uomo, 1950.
La Convenzione di Ginevra del 1924, è importante perchè di questo testo si ribadisce che
al fanciullo debbano fornirsi mezzi necessari al suo sviluppo fisico e morale, materiale e
spirituale.
La Dichiarazione dei Diritti Universali dell'Uomo del 1948 è importante all'art27 che
stabilisce che ogni individuo ha diritto ha essere istruito ma l'istruzione deve essere mirata
al pieno sviluppo della personalità e deve rispettare le libertà fondamentali.
La Dichiarazione Universale del 1948 esprime l'importanza del ruolo genitoriale e del loro
ruolo nella scelta dell'istruzione da impartire al figlio.
L'art 13 del Patto Internazionale del 1976 stabilisce che gli Stati parti riconoscono il diritto
ad ogni individuo di essere istruito, nel rispetto della personalità e dei principi
fondamentali.
Sentenza del 04/04/11 – Separazione di coniugi appartenenti a diverse fedi religiose e
affidamento dei figli.
Art 155, relativo al diritto del figlio minore e alla separazione del genitore al fine di
mantenere un rapporto equilibrato. Il giudice è chiamato a disporre tramite sentenza un
provvedimento motivato riguardo l'affidamento di entrambi i figli.
Sentenza 8/10-8/11/04 – Separazione di B. (padre) e P. (madre)
Il giudice stabilisce il rapporto di frequentazione del padre con i figli, e corrispondendo con
un assegno mensile di €900 da parte del padre. Il tribunale ha adottato l'idoneità della
madre di prendersi cura dei figli e la non condivisione della religione ebraica del marito.
Ricorso del 05/12/05 il padre ha proposto dinanzi alla corte la non condivisione riguardo al
trasferimento della madre presso la città di Siena. D. Figlio maggiore è stato ascoltato in
quanto desideroso di tornare a vivere col padre, presso Roma. In seguito, anche la figlia
minore G. Ha manifestato il desiderio di voler ritornare a causa della mancanza delle
vecchie amicizie. Il pubblico ministero è internvenuto con delle osservazioni, la prima
udienza nel 2006 ha disposto all'audizione del minore, G, al suo affidamento e alle
condizioni psico-fisiche. Dalla seconda si enunciano i seguenti motivi: inadeguatezza della
madre di perseguire il bene e gli interessi dei figli dovuto al trasferimento; applicazione
dell'art 155 ed emerge che il cambiamento di residenza o domicilio è irrilevante al fine di
stabilire la idoneità genitoriale, mentre, è rilevate l'intervento dell'assistente sociale, con
annesso parere dei figli. La corte si è espressa mediante l'affidamento congiunto e
stabilendo la libertà di orientamento religioso, il figlio primogenito risiderà presso
l'abitazione del padre; la figlia secondogenita abiterà con la madre; entrambi i genitori
dovranno ritagliare il tempo per i figli e non dovranno versare assegni di mantenimento.
Dalle varie sentenze analizzate evince che le decisioni giuridiche devono essere prese
nell'interesse dei minori, non devono essere premi o punizioni. Il fattore religioso non è
non può essere causa di affido o meno. Il mutamento religioso del coniuge non può essere
motivo di non affidamento dei figli. Inoltre i figli possono continuare a professare la
religione materna anche se vivono col padre.

Rapporto tra assistenza sanitaria e fenomeno religioso.


Lo spostamento tra individui e intere popolazioni è un fenomeno antichissimo, infatti nella
storia dell'umanità il diritto ad emigrare è un fatto inconfutabile, si può ritrovare in tradizioni
storiche, politiche e religiose di qualsiasi popolo. I flussi migratori dopo la caduta del
sistema bipolare si presentano con tutta la loro intensità proponendo problemi. Secondo
l'Onu ci sono 130 milioni tra migranti e rifugiati, nel mondo, in media ci sono 6 stranieri su
100 residenti in Europa. L'Italia si colloca intorno al 3%. Le problematiche sono: il diritto
alla salute degli individui in relazione alle patologie di cui sono portatori, in quanto sono
patologie poco conosciute e già debellate in passato. Le cure non risultano condivisibili
con la religione di appartenenza dello straniero, inoltre, gli immigrati richiedono cure
sanitarie perchè contraggono patologie da immigrazione (in arrivo), dovute alle difficoltà di
adattamento (cond.ambientali, di vita) e ai diversi costumi alimentari. Questo porta a un
sistema medico-assistenziale che deve adottare misure per contrastare questi fenomeni.
Prima dei flussi migratori il conflitto tra cure sanitarie e fenomeni religiosi era minoritario,
perchè era un problema di alcune confessioni diverse dalla cattolica. Il nostro ordinamento
stabilisce di imporre trattamenti sanitari a chi non sia consenziente, in quanto l'individuo
può prendere decisioni in grado di intendere e di volere. La nostra legge non ammette che
coloro che hanno la potestà genitoriale possano rifiutare dei trattamenti per la cura della
salute dei minori stessi. Caso delle emotrasfusioni nei territori di guerra, i quali sono
contrari all'uso del sangue nel trattamento sanitario.
Riguardo il diritto alla salute il loro rifiuto deve ritenersi legittimato, ci sono stati casi in cui i
trattamenti sono stati somministrati in modo forzato, il medico, è stato giustificato in
quanto, secondo il Giuramento di Ippocrate, egli deve curare tutti indistintamente da
sesso, razza e religione.
Diverso caso dall'obiezione di coscienza, che ha esaminato il caso in cui i T.di Geova,
hanno impedito ai loro figli di impedire i trattamenti sanitari provocandone in alcuni casi la
morte. La valutazione della responsabilità è complessa in quanto occorre valutare se il
comportamento dei genitori si è materializzato in un non fare, o un astensione dal fare o
un impedire ad altri di fare. Il giudice deve valutare queste 3 possibilità, occorre valutare
se ci sono terzi responsabili tenuti ad agire in sostituzione dei genitori e va precisato che
nei confronti del minore non esiste lo stesso diritto di disposizione del corpo che può avere
di se stesso. I valori della vita e della salute non sono collegati a una motivazione
religiosa. La mutilazione degli organi genitali femminili crea un disordine sociale ed entra
in contrasto con l'ordine pubblico, perchè vanno in contrasto con la compatibilità delle
pratiche sanitarie e con il nostro sistema giuridico. Essendo praticate in forma rituale, da
non medici, comporta l'insorgenza di infezioni e non bisogna valutare solo la legittimità
delle pratiche ma anche esaminare le sanzioni di ordine penale. In Italia nel 1999.
Internvento del Servizio Sanitario Nazionale dove si è cercato di invitare a non effettuare
queste pratiche o per lo meno farlo in luoghi sterili.
La circoincisione invece, non da problemi, perchè non è invasiva come l'infibulazione.

Polonia; matrimonio concordatario nel contesto dei rapporti Stato – Chiesa in


Polonia.
I principi fondamentali del diritto ecclesiastico polacco sono: la libertà di religione e di
culto; e l'ugualianza dei diritti di tutte le chiese e delle altre conf. Religiose. Anche nella
Costituzione c'è la libretà di coscienza (attraverso la manifestazione del proprio credo
singola o collettiva in luoghi di culto e di preghiera) la libertà di religione invece consiste il
possesso di templi, luoghi di culto in base alla necessità dei credenti. Puo essere limitata
dalla legge solo se necessario per la difesa della sicurezza dello Stato o dei diritti altrui.
Hanno il divieto di macellare carne come rituale.
Le Chiese hanno uguali diritti, le autorità si mantengono imparziali nelle questioni religiose
per garantire la libertà di religione a tutti, da non confondere con un att.passivo. I rapporti
tra stato e Chiesa si basano sul rispetto reciproco per il bene comune, definiti in un
accordo internazionale. I rapporti con le altre confessioni religiose sono stabiliti sulla base
di accordi. I rapporti tra Stato e conf. Religiose si dividono in: sistemi confessionali, sistemi
di separazione, sistemi di coordinazione.
Tra la Santa sede e la Rep. Polacca c'è stato un concordato che ha portato al matrimonio
concordatario. Il matriomonio in chiesa ha gli stessi effetti del matriomonio civile se: tra gli
sposi non esistono impedimenti, essi fanno una concorde manifestazione della volontà di
produrre gli effetti civili, la celebrazione del matrimonio è stata trascritta nei registri civili su
notifica trasmessa all'Ufficio dello Stato Civile entro cinque giorni dalla celebrazione del
matrimonio. In Italia per sciogliere il matrionio religioso bisogna chiedere la sentenza della
Santa Sede ha validità anche per annullare il matrimonio civile. (caso raro, che deve
soddisfare alcuni canoni) Mentre in Polonia sono divise le procedure. La differenza
sostanziale tra il sistema italiano e quello polacco e' data dal fatto che in Polonia puo'
chiedersi il divorzio senza che sia necessaria una previa separazione legale.

La KAFALA
E' un istituto arabo appartenente al diritto musulmano e generalmente può essere
paragonata alla nostra adozione. Nei paesi arabi la religione musualmana non accetta
l'adozione, non prevede che all'interno di una famiglia vi siano delle stirpi di sangue
diverso.
Il diritto umano, la legge, ha fatto si che venisse istituito un istituto che si prendesse cura
dei bambini abbandonati la Kafala, tipica del Magreb. Il Kafil è colui che adotta e può
essere solo uno, o massimo due. Il Makful è il minore adottato. E' un istituto che si occupa
di bambini minorenni sotto i 18 anni di età. Il minore, dopoi 18 anni esce dalla famiglia di
adozione, e torna alle proprie origini o di rimanere con la famiglia. Il legame della khafala è
diverso da gentori e figli, in quanto il rapporto che si viene a creare è di aiuto reciproco,
affetto.
La Kafala non da cognome all'adottato, non cambia il suo status, non ha diritti di
successione, tutto ciò vale nel caso o meno l'adottore non includa il minore nella sua
eredità, ma il ruolo del minore è come quello di una badante a cui viene lasciata l'eredità.
Può nascere in 2 modi: in forma giudiziale, più diffiusa e autorizzata, viene assegnato
all'adottante tramite un provvedimento del giudice previa indagine, che dovrà soddisfare
dei requisiti (religione musulmana, coppia stabile, capaci di mantenere,educare ed istruire)
o in forma consensuale; accordo tra le due famiglie (parenti) nel caso in cui i genitori
venissero meno.
Rispetto di alcune caratteristiche riconosciute giuridicamente, quale il provvedimento di
omologazione, di controllo dell'istituto. Avviene anche nel nostro ordinamento nel caso
della separazione consensuale.
Non può essere ricondotta all'adozione perchè non si interrompe, l'adottato è visto come
membro della famiglia, acquisisce anche in cognome e i diritti successori.
La kafala diventa rilevante nel nostro ordinamento quando i flussi migratori richiedono al
nostro ordinamento un riconosciumento familiare, un visto per far entrare in Italia il minore.
Le 3 sentenze di ricorso per il visto del minore in questione, hanno portato alla sentenza
del 2008 la kafala viene riconosciuta in italia, in quanto è obbligo dello stato tutelare i
minori.
Affidamento, adozione e tutela del minore. Con i tre istituti, riconosciuti dalla legge, si può
avere il visto d'ingresso. Per cui la khafala non rientra nei metodi di entrata del minore in
Italia. Quando la cassazione ha riconosciuto la kafala in Italia ha ritenuto che tra due
interessi primari quello del minore fosse privilegiato.
Alla kafala sono stati assimilati alcuni casi di affidamento eterofamiliare (Scopo dell’Istituto
è quello di salvaguardare l’interesse del minore in caso di temporanee difficoltà familiari)
dopo le tre sentenze gemelle del 2008, che hanno riconosciuto la kafala come mezzo di
ricongiungimento familiare, ci sono diversi casi di riferimento. La Francia l'ha riconosciuta,
inizialmente non ha autorizzato il ricongiungimento familiare nel caso degli algerini, si
rischiava di far entrare il minore legamente attraverso un visto, ma il vero intento era di
ottenere l'adozione del minore in paesi in cui era legale (Europa)mentre in Algeria non era
legale l'adozione. Inizialmente ha negato e ha consigliato di ricorrere al metodo
dell'adozione internazionale. Successivamente la Cassazione in Italia si è epressa in
maniera negativa nel confronti della Kafala perchè il giudice ha intravisto una sorta di
escamotage per ottenere l'adozione di bambini il cui paese di origine la vietava. Possono
ricorrere anche i cittadini italiani musualmani, la giurisprudenza ha distinto la richiesta degli
italiani per cui vengono utilizzati metri di valutazione diversi da quella straniera. Ciascun
paese ha una diversa gestione della kafala.
In Tunisia: ha molti legami con la Francia, si è riconosciuta la kafala che prevede
l'affidamento di un minore a una coppia o a una struttura assistenziale che sia in grado di
mantenere ed educare il minore.
In Libia: ordinamento rigido. Sono più rigidi di controlli sugli adottanti. E' necessario che la
coppia o il singolo siano di religione musulmana, non abbiano più di 55 anni, siano cittadini
libici e siano stabili economicamente.
In Algeria: l'ordinamento è più morbido. I minori abbandonati possono essere mantenuti. E'
consentita sia la kafala contrattuale che giudiziale.
In Marocco: nel 2002 c'è stata una legge che regola la kafala che ha natura consensuale.
Attraverso un accordo tra le due parti. E' consentita la nascita di un rapporto di filiazione
ove vi sia la volontà da entrambe le parti. Consente cambio del cognome, acquisizione di
status di figlio ed erede.
In Egitto: non è previsto. Ma si usra badila ovvero una famiglia sostitutiva, più antico e
musualmano. Può prendersi cura del minore che ha superato 2 anni perchè ha bisogno di
essere allattato dalla mamma naturale. Se la mamma viene a mancare durante il parto
interverrà il giudice.

Rapporto fra fenomeno religioso e internet


Anche le religioni si avvalgono dell'uso di internet e dei media perchè è il nuovo modo di
diffondere i contenuti di ogni religione. Questo è un modo per attirare il fedele. La religione
non è solo espressione di un potere che porta a dei principi religiosi ma rappresenta anche
l'ambito in cui la persona disegna la sua identità ciò le conferisce carattere pubblico.
La religione ha una connottazione pubblica, mette in rilievo la coscienza personale.
Questo porta ad una partecipazione democratica e più ampia ad un contesto in cui la
persona sente di appartenere a una confessione religiosa. E' un fenomeno di
partecipazione sociale che interessa anche le organizzazioni religiose. Le istituzioni civili e
religiose alla domanda di partecipazione dell'uomo alla coscienza personale rispondono
estendendo gli spazi di visibilità attraverso l'uso di internet. Con la visibilità dei mass
media si sono sviluppate correnti religiose diverse dalla cattolica, musualmana ecc che
sembrano incuriosire gli individui. Le domande riguardo le nuove correnti religiose
provengono da un pubblico molto giovane. La visibilità e la necessità di comuncazione
sono gli elementi che spingono i giovani a far uso di mezzi informatici. Tutto ciò porta a
una rivoluzione tecnologica, che porta a un cambiamento delle categoria della
comunicazione, strutturando in maniera diversa il messaggio religioso. Esiste una vera e
propria religione che esiste in rete, ed è la Rete. La rete e le nuove scoperte scientifiche
hanno portato le varie religioni ad aggiornarsi. L'uso di internet immette il principio di
ugualianza ovvero la possibilità di poter accedere tutti allo stesso messaggio.
La consenguenza è che le nuove religioni sono paragonati in rete a culti strambi, le varie
confessioni religiose comunicano in maniera rapida, e contemportaneamente i siti
diffondono messaggi non solo verbalmente ma anche con le immagini. Diffondono
messaggi che hanno l'obiettivo di mettere in discussione le religioni tradizionali, dal punto
di vista pratico è facile trovare siti religiosi molto accessibili e pratici. La chiesa cattolica
diffonde il suo messaggio con i social network e attraverso la televisione, questo
messaggio è positivo, colui che esplora i siti religiosi conosce meglio la religione e i
messaggi possono essere distorti o recepiti diversamente.

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