Sei sulla pagina 1di 47

246 Capitolo 4.

Calcolo differenziale per funzioni di più variabil a valori vettorialio 978 88-06 06405,

6.3 Vincoli di disuguaglianza e teorema di Kuhn-Tucker


Considerre solo vincoli di uguaglianza costituisce a volte una seria limitazione. Spe.
cialmente nell'annlisi economica ci si imbatte frequentemente nel problema di otti.
mizzare una funzione f(x) quando la variabile x è soggetta a uno o più vincoli del
tipo g, (x) s b,, oltre alla condizione di non negatività delle Ne compoenti, ciak
r, >0,j 1,...,n. È questo un tipico problena di programmazionematematicn,
alla quale sono dedicati numerosi testi specialistici. Per questa ragione, ei limitiamo
ad accennare, senza dimostrazione, al risultato più importante della teoria, il teoremA
di Kuhu-Thcker, riferendoci, per ssare le idee, al problema di massimo seguente.

Problema Siano date n +I funzioni reali di n variabili f, g1 g2, ... 9m : R" →R tutte
di classe C (R"). Si vuole massimizzare f quando le variabili sono soggette allacondizione
di non negatività e alle m condizioni di vincolo:

91(i, 2, n)Sbi
92(1, T,... ,Ih) Sb

gm(Ti,T2,, tn)S bm
Diciano che un punto di massimo perf sotto i vincoli indicati è soluzione del problema6.3.

Qui non cè nessuna restrizione sul numero m di vincoli. Naturalmente supporremo


che il sistema di vincoli non produca ...l'insieme vuoto!
Osservandoche max f = -min(-f), è chiaro che i risultati per il problemadi
massino possono essere facilmente adattati ai problemi di minimo. Gli estremi si
intendono globali.
Anche in questo caso abbiamo bisogno di introdurre condizioni di regolarità dei
vincoli. In programnazione ve ne sono di vari tipi e si chiamano più propriamente
condizioni di quali cuzione dei vincoli. Precisamente, indichiamo con J (x*) l'insieme
degli indicij e {1,...n} tali che g,(x*) = b;. I vincoli corrispondenti sidicono attivi
in x*.
La più semplice tra le condizioni di quali cazione dei vincoli è la seguente.

DEFINIZZIONE 4.8 Diciamo che i vincoli sono quali cati in x* se i vettori Vg, (x*),
per j E J (x*), sonolinearnienteindipendenti.

La presenza dei vincoli di non negatività delle variabili, cioè : z; 0,j = 1,...,n,
non altera la quali cazione o meno dei vincoli in un punto. Il seguente teorema è
fondamentale in programnazione.

TEOREMA 4.9 (DI KUHN-TUCKER) Sia x* soluzione del problema 6.3. Se i vincoli
sono quali cati in x*, esiste un vettore di moltiplicatori

A' = (Aj,..., Ap,) e R"

(detti moltiplicatori di Kuhn-Tucker) tale che x* e A' sono soluzioni del seguente

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
fi
fi
6 Ottimizzazione. Estremi vincolati 247
e97888
08-06485.)
ondizioni di ottimnalità:
SIsteMa dt condi:
D,S (*) - m ;Dss9,(x*) o,
aį >0, perogni k= 1,...,n
(6:21)

|D (*') - Ej;D,9, (x*) =0


b, - 9i (x*") > 0,
A; >0, perogni i=1,.. .,m
(6.22)
|A; (b, - 9.(x* ) = 0.
. Ahe le prime n condizioni (6.21) indicano che, se per un indice k si ha zị > 0,
Si noti che le prime
allora deve essere: T

D.fox)= D.s, (").


j=1
m condizioni (6.22) si deduce che, se un moltiplicatore à; è positivo, allora
Dalle altre
:- 9: (x*) =0e cioè questo vincolo è attivo. Nesegueche nelle prime n
odizioni intervengono solo i vincoli attivi in y*
Introducendo la funzione Lagrangiana:

C(x*,A)= f (I1,...In) - l9, (T1,...zn) - bjl.


j=l
le condizioi di ottimalità si possono scrivere nella forma più concisa seguente:

O <0, Tk 20, ZkSxk =0 k=1,... „n

OL>0, A, >0, AaA, 0 i=l,...„n.


Inhne, sottolineiamo che, se il problema fosse di minimo, cambierebbe solo il segno
dei moltiplicatori, mentre la altre condizioni rimangono inalterate.

Eseropio

Sivogliaminimizzarelafunzione f (1,z2) = (1 - z1) - 2 -1, sotto i vincoli di


hon negatività delle variabili:
T1 >0 e r2>0.
Lecondizioni di ottimalità sono:

f =-3(I- z)s0. z1>0,z1(-3(1-z1)*]=0


fa =-1<0, r >0,r2(-1] =0.
Sitrovasubito
ubito r2
r, == 0epoia =0 oprt #1 = 1. Le condizioni di Kuhn-Tucker selezionano
attt due punti (0,0) e (0.1)co f i0.0) = 0 e f(0, 1) = -1. Osservandoche f s0in
tntto pimo quadrante, sidedıucec f0 0) > puato di minimo globale.

Creato con Scanner Pro


Glcolointegrale
5 per funzioni di più variabili

Nelcapitolo 2 abbiamo dato signi cato alla nozione di integrale di una funzione (con-
tinua) lungo un arco di curva (integrale di linea di prima specie): questo integrale
generalizza in un certo senso la nozione di integrale de nito per funzioni reali di una
ariabile reale. Vedremo ora altre generalizzazioni del concetto di integrale de nito:
anzitutto, in questo capitolo, introdurremo l'integrale per funzioni reali di più variabi-
(tipicanente, due o tre), quando cioè l'insieme di integrazione ha dimensione mag-
gure di uno. Successivamente, nel capitolo 6. studieremo gli integrali (bidimensionali)
estesia una super cie, anziché a una regione del piano; questo ci condurrà al concetto
đ fusso di un campo vettoriale ea due importanti risultati di calcolo differenziale e
integrale per funzioni di più variabili: i teoremi della divergenza e del rotore.

E1 INTEGRALIDOPPI
11 Integrale di una funzione limitata de nita su un rettangolo
Se f:a, b→Rè unafunzionecontinua,ricordiamoche l'integrale

puð vedersi come un limite di somme di Cauchy-Riemann:

(r)dr = linm s, = lim

dove supponiamo di aver diviso la,.b) in n intervallini di ampiezza (b- a)/n, tạ è un


pustoquaksiasi del k-esino intervallino e il limite è fatto per n → 0, cioè all'infttirsi
della partizione. Più in generale', per ogni funzione f : a. bj → R imitata è possibile
deñnir
nàre lesomme di Cauchy-Riemann S; Si diceche la funzione f è integrabile quando
ste nito il limite della successione S, e inoltre tale limite non dipende da come si

4. volume 1, capitolo 6, paragrafo 2.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
fi
fi
250 Capitolo 5. Calcolo integrale per funzioni di più variabili
©978-8808.
-06485-

sono scelti i puntitk. nei rispettivi intervallini, a ogni passo della costrzio
Si dimostra poi che le funzioni continne su (a. b) risultano effettivaeute
integrabili.
L'idea di integrale doppio per una funzione reale di due variabili è una natu.
sione di questa de nizione, almeno nel caso piiù semplice di una funziome d sten-
consideriamo
ste
una
un rettangolo: se f : (a, b) x (e,d → Rè una funzione linitata, consid. nitasu
partizione di (a,) in n intervalini di ampiezza (b - a)/n, mediante n +
equispaziati:

u+he. perh = 0,1,2,...„n;


n
To = a <I <.<In =b
e uma analoga partizione di (e, dļ in n intervallini di ampiezza (d- c)/n tuediantex..
punti yk

R =c+* n
per k = 0, 1,2,...,n;

y0 =c < y1 < < yn = d.


Queste due partizioni inducono una partizione del rettangolo a. b
C.d in n?
rettangolini
Ihk = (Th-l, Th] x (yk-1, ykl per h, k = 1,2, . .. ,n,
ciascuno di area
Lkl -a)(d- c)
n

ol

Figura 5.1.

Sia phk = (Thk- yhk) € Jhk un punto qualsiasi scelto in ciascun rettangolino e consi-
deriano la somma di Cauchy-Riemann
n
(1.1)
h,k=1

2Qui e nel seguito indicheremo col simbolo (A} l'area dell'insiene A CR?.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
978-88-08-064BS.1 SIS8S0806485.1

1 Integrali doppi 251


struzione iteativ herviamo
nente integrabili. prodo icatogeometricodi 8, (persemplicità,nelcaso f >0): ogniadden-
wolume del paral1'area del rettangolo Ihk per il valore f(PAk), quindirappresenta
na uaturale esten, i una certa regione tri di base Iak e altezza f(Phk): la somma 8, è quindi il
alelepipedo
alune
zione de nita su pprossir tridimensionale che, all'in ttirsi dellapartizione,ciaspet-
onsideriamoa ao aP il piano
tiesopra ianosempre
ry). Possiamoora
Pos dare laseguente:
meglio la regione tridimensionale che sta sotto il grafco di
n+l puntiz, NIZIONE
K1 Diremo che la funzione f : (a,b)x(c,d] → R, limitata, èintegrabile
OsFINIZ R= non
altre tale limite a, b) x C,d se esiste nito lim,,- Sn, con S, come in (1.1) e se
etta Ihk aiteogni
angoliui non dipende
passo dell: da come si sonoscelti i punti phk nei rispettivi ret-
tall ogni passo della
loppio di f sul rettangolo R e sarà costruzione. In tal
indicato col casoquesto limite si dirà integrale
simbolo

mediante n+1
(12) n
h,k=1

zfzy)
<c.d] in n²

) SPi):/

Pz:
OP1 P,
5.2
Figura

Oserviano che nel simbolo di integrale doppio le variabili d'integrazione z, y sono


pariabili mute: questo signi ca che, per esempio, si ha:

Comeper le funzioni di una variabile, la de nizione data lascia aperto il problema di


capirequali funzioni risultino effettivamente integrabili.
Il fatto che, senza qualche ipotesi di continuità, una funzione p0ssa non essere
integrabile, si vede facilmente con esempi del seguente tipo:

consi- Esenmpio

Una funzione nonintegrabile Sia f: (0,1] x (0,1] R coside nita:


J 1 se z €Q
f(r.y) =0 sez€R\Q
E facile convincersi cłhe questa funzione non è integrabile; infatti ad ogni passo della costru-
zione, è possibile sceglierei punti pa in modo che la somma di Cauchy-Riemann 8n valga

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
fi
fi
252 Capitolo 5. Calcolo integrale per funzioni di più variabili
978-88-08-06485-

0 oppure 1 (o altri valori intemedi): il limite di s, dunque dipende dalla ce


alla scelta dei punti
percid l'integrale non esiste.
Vale invece il prossimo risultato positivo:

TEOREMA 5.1 Se f: la, b) x (e,d) →Rè continua, allora è integrabile.

La dimost razione di questo teorema è delicata e viene qui omessa; essa ricol,
del teorema analogo per funzioni di una variabile", basandosi in particol uell
proprietà di uniforme continuità di una funzione continua su un insie: sulla
limitato insiene chiuso e
Per una funzione continua e non negativa su un rettangolo, 1'integrale
opio ha
il sigui cato geometrico di volume della regione tridimensionale compresa
puð costituire na
Tye il gra co della funzione; più precisamente, lintegrale doppio puòc tra ilpiano
de nizione rigorosa di volume della regione in questione. Si noti, infatti
infatti, chenon
affatto elementare, dal punto di vista geometrico, de nire il volume di uneon è
tridimensionale a contorni curvilinei: questo richiede, comunque si proceda regione
qu
tipo di procedimento in nito; il calcolo integrale offre una possibile stradaalche
questa
direzione.
A questo punto si apre il problema del calcolo effettivo degli integrali dos
oppi.
ziché cercare di generalizzare il teorema fondamentale del calcolo integrale si An-
rivela
più utile un procedimento di riduzione degli integrali doppi a integrali iteroti
cioè: al
calcolo di successivi integrali in una variabile.
Per "indovinare" una formula utile, lasciamoci guidare dal signi cato geometrico
dell'integrale doppio come volume sotteso al gra co di f(z, y).
Sia R= la. b) x c, d]; tracciamo un piano verticale parallelo all'asse z: aueststa-
glierà il solido di cui vogliamo calcolare il volume lungo una regione piana diarea A(y).

z= r.y)

A()

Figura 5.3.

Sv. volume 1. Capitolo 6, Complementi.


v. capitolo 3,Complementi. paragrafo 9.1.

Creato con Scanner Pro


fl
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
1 Integrali doppi 253
-1

978-88-08-06485.
O
solido che ha per base la striscia (u.y + dy) avrà volume A(y)dy.
fetta può ricostruire facendo variare y tra ce de poi "sommando" i
ume totale si può
singole fette. La sonma totale non è altro che:
contributidelle

v-fA)4
Dme si calcola l'area A(y)?
suavolta,comesi calco

fay)

A(y)

Figura 5.4,

Dssiamo calcolarla per mezz0 dell'integrale unidimensionale della funzione z


f(r. y) con y ssato:

Nesegue allora

v-[([teaa)
Tutto ciò è intuitivo e può essere enunciato in un risultato preciso:

TEOREMA5.2 (DIRIDUZIONE,PERUNRETTANGOLO)Se f: a, b) x [c, d →Rè


continua. allora il suo integrale doppio si può calcolare come integrale iterato, al modo
seguente:

(1.3)
J..sa-[raa}
-[([ena)a
lteorenmaprecedentesi potrebbe enunciaree dimostrare per una funzione integrabile
qualsiasi,con qualche precisazione, ma per il momento ci limitiamo al caso di funzioni
continue. Per la dimostrazione. prernettiamo il seguente:

LEMMA5.3 Sia f: la.b) x c, d R continua.Allora lafunzione di una variabile:

se)-Tay) dy

Creato con Scanner Pro


fi
Calcolointegrale per funzioni di più variabill
254 Capitolo 5.

è continua in la, b). Analogamente, la funzione di una variabile

w9)-frapd
è continua in c, d. tale che:
Questo lemna afferma una proprietà piuttosto intuitiva; tralasciamo tuttavie
lasua
dimostrazioe, che si basa (come il teorema di integrabilità delle funzioni
funzioni continuye
sull'unilormecontinuità di f sul rettangolo R. Pertat
DIMOSTRAZIONE DEL TEOREMA 5.2. Proviano la prina uguaglinnza in (0.3)
Inmodo
analogo si puo provare che l'integrale doppio è uguale all'altro integrale iterato.
Vogliamo applicare la de nizione di integrale, dunque consideriamo una izione
e, sostit
del
rettangolo la.b) x lc. d] in n rettangolini lh- (Useremo le stesse notazioni introdottenella
de nizione di integrale).
Consideriamo la funzione di una variabile:

p) - [Iu.9au,
continua in (a, b| per il Lema precedente, e quindi integrabile in la. b]. Vogliano most-.
con P
che:
Riena

che è appunto la tesi. Possiamo scrivere:


relati
p(z) dr.

Ora applichiamo a p, su ciascun intervallino rh-1, Zh], il Teorema della media": per ognih
esiste un pnto
Poich
per n
tale che:

|o(r)dr = p(ri)(zn-Ih-1).
Dunque: dung

(1.4) La
hal quel
OSSE
Consideriano ciascn integrale:
dive

kl
Per ogni k ssato, la funzione di una variabile

y ah. )
La
Dv. volume 1, capitolo 6. paragralo 22.
'v voluue 1, capitolo 6, paragralo 3, teorema 6.5.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
1 Integrali doppi 255

licando a ciascuna di queste funzioni ancora il teorema della media


omtin in le,d). Applicando
I-l Vk, otteniamocheesiste,perogni h e per ogni k, un punto
wrun intervallino
Uh E (Vk-1, y&]

taleche:
| sziy)dy=f (ryå) (y -y-1).

Pertanto:
kml

.gstituendonella (1.4)

) dr =
n
h-1 kl k,h1

- ). Abbiamoquindidimostratocheperogni nesisteunasommadiCauchy-
Rienann n

k,h=1

relativ all'integrale doppio J Ja.b]x(e.d] f(z, y) drdy, tale che:

Pichégià sappiamo che la funzione fè integrabile (in quanto continua), passando al imite
pern o0 si ha che:

n 0
lim Sn = (a,y)dzdy.
đunqıe integrale doppio e integrale iterato coincidono.

Latecnica di iterazione permette di ricondurre il calcolo di un integrale doppio a


quellodi due integrali semplici (cioè in una variabile), uno in sequenza all altro. Si
Osserviche mentre si calcola il primo integrale, cioè quello più interno, la variabile
diversada quella rispetto a cui si integra va trattata come una costante.

Esempio

Si voglia calcolare:

ze"drdy.
atunziorneè continua sul rettangolo; calcoliamo l'integrale doppio comne integrale iterato al
modo seguente:

Creato con Scanner Pro


Calcolointegrale per funzioni di più variabili ©978-88-08-0
6-064851 978-88-08-06485-
256 Capitolo 5.

iterno nella
Questo signi ca che prima calcoliamo l'integrale interno nella variabile
variabile y,
u pensando COtme
I
paramet ro ssato:
zedy =(e =-1:
quindi sostituiano il risultato ottenuto (che è una funzione della sola r) nell'intere
egraleesterno
caleolando:

Questo è il valore dell'integrale doppio. Avremmo potuto procedere anche nell'alte ordine
caleolando:

Lo studente è invitato a rifare il calcolo a questo modo. Si trova ovviamente lo stess risultate Figura 5.5.
ma non necessariamente con la stessa facilità!
Se frisulta
OSSERVAZIONE(FUNZIONIA VARIABILISEPARATE) Quando si integra su ..ret. in 2e porrer
tangolo una funzione del tipo f(r)g(y), l'integrale doppio si calcola comeDrodott:
due inteHrali unidimensionali. Infatti:

OSSERVAZI

-[ro([aom). vocamente:
dell'integral
Si noti che,
-([aomn)(no) presenta ur
minio S2 no
Per esempio consideri ir

EsempIo

1.3 S
1.2 Funzioni integrabili su domini non rettangolari.
Insiemi semplici, regolari, misurabili
Naturalmente il caso in cui la funzione integranda sia de nita su un rettangolo è un Vogliamo
CASOparticolare, che abbiano scelto come punto di partenza. Se f è de nita su un
insieme S? C R', limitato. conie si può de nire l'integrale di f? Un'idea naturale è (1.5)
quella di considerare un rettangolo (a,b x (c,d che contiene 2, de nire f in tutto il
rettangolo ponendola per de nizione uguale a zero fuori di SNe integrare sul rettangolo Si noti ct:
la funzione cosi ottenuta (applicando la de nizione precedente). Se tale integraleesiste, quadrato
diremoche fè integrabile in 2. Detto più formalmente considera
(1.5) non
DEFINIZIONE5.2 Sia f: ! -R. conSNCR² limitato,sia R= (a,b x [c,d un
rettangolo contenente 2 (ig. 5.5) e sia: i cap
funzione
i:R-Rcoside nita: Voglian
Îz.y) = fy) se(z,y) EQ mersi e

se (z. y) € R\2. Rest


coniung

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
978-88-08-084
0b483 eorss08064851
-ia variabile y. pensando r Integrali doppi 257
r cOne

Jlasolar)nell'integrale st.
stero,
-2.
cedere anche nell'altro
ordine

viamente lostesso risultate 5.5.


Figuta

Srisulta integrabile in R (n h
integrabile in R (in base alla de nizione 5.1), diremoche f èintegrabile
ando si integra su un ret- in Sle porreno
calcola come prodotto di

wa21ONE Nella de nizione precedente il rettangolo R non è individuato uni-


vocame
mente: tuttavia si può dimostrare che lintegrabilità della funzione e il valore
del'integrale non dipendono dalla scelta di R.

moti che,anchese fè continua inS2,ingenerale f risultadiscontinuain R.perché


preset
wsenta un "salto" lungo il bordo di 2. Pertanto senza fare qualche ipotesi sul do-
inio 2 non è ovvia neppure l'integrabilità delle funzioni continue e limitate in 2. Si
consideri in proposito il prossimo:

Esenmpio

13 SiaS2 l'insienne dei punti del quadrato 0.1] x(0, 1] con coordinata z razionale, cioè

2= {(r.y) e (0,1] x (0,1]:z€ Q}.

Vogliano controllare se esiste


un rettangolo è un
efè de nitasu un
(1.5)
Un'idea naturale è
e nire f in tutto il
Si noti che l'integranda è costante in 2! Se estendiamo la funzione integranda a tutto il
grare sul rettangolo
quadrato (0,1] x (0, 1] ponendola uguale a zero fuori da 2, otteniamo la stessa funzione
ale integrale esiste.
Ousiderata nell'Esempio 1.1, che già sappiamo non essere integrabile. Pertanto l'integrale
(1.5) non esiste.
= (a, b) x (c, d un Si capisce che questo fatto è dovuto alle cattive proprietà del dominio 2, non certo della
funzione integranda (cOstante!)
Vogliamo quindi individuare delle condizioni sul dominio 2 che siano facili da espri-
ersi e suf cieuti a garantire l'integrabilità di una funzione continua e limitata inSn.
Kestringianıo il discorso a funzioni de nite su particolari insiemi, che saranno
Oiunque più che suf cienti per la uaggior parte delleapplicazioni.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
258 Capitolo 5. Calcolo integrale per funzioni di piü variabili

DEFINIZIONE 5.3
y-sermplice se è del tipo
(INSIEMI SEMPLICI, REGOLARI) Ứn insierme E C
.
E= {(r.y) eR²:ze a.b).gn(r) < v s alr)}
con g1.2 : (a. b) → R funzioni contimue. Questo signi ca che tagliando E cn
retta parallela all'asse y si ottiene sernpre un segnento e che questo segmerts rara
con continuità al variare della retta.
Analogamente. E si dirà z-semplice se è del tipo:

E= {(z.y) eR²:ye lc,d,hi(u)Sz shalu)}


con hị, hz: c, d → R funzioni continue.
E si dirà semplice se è r-semplice o y-semplice: si dirà regolare se è unione di ua
munero nito di insiemi semplici.

Per gli obiettivi di questo corso, non ci interesserà mai considerare insierni chenon
siano regolari.

z= h,(y)

y= 9,(z)

a) b)
o o!
Figura 5.6. a) Regione semplice relativamente ll'asse y: b) regione semplice relativamente all'assez

Escmpi

L4 L'insieme:

E-{a.y) e:0szs1, z(1- z)sys (2-)}


12
1

08
0.6

0.4.
0.:2

0 0.2 G4 0,6 0.5 1

Fgra 5.7,

Creato con Scanner Pro


fi
fi
o97888 0806485-1
I Integralidoppi 259

iione) y-seıplice; disegnandolo ( g. 5.7, vediamo che non è anche z-semplice,


(perdethnizne)
t. cette relteorizz0Ontalh tagliano E in un insieme diverso da un segmento.
inquan
L'insiee di gura 5.8

0,8

0,6|

0.4|

0.2

0.5 1.5

Fgura5.8.

sia z-Senplice sia y-scmplice. Si può rappresentare (y-semplice) come:

e.y)€ R°:0szs2.0Svs}

oppure (-semplice) cone:

{(r,y) e R:0svs1, 2y S <2}

6 Unacoronacircolare non è un insiemesemplice,ma èregolare,potendosi decomporre


per esempio come unione di due insiemi r-semplici o y-semplici.

L'insiene î dell'Esempio 1.3 non è regolare: è unione di un numero in nito di


segmenti verticali, ognuno dei quali è una regione y-semplice.

Si noti che un insieme senplice è necessariamente chiuso e limitato, come si vede


subito dalla de nizione: di conseguenza anche un insieme regolare, essendo unione di
un numero nito di insienni semplici. è chiuso e limitato. In particolare una funzione
continua su un dominio regolare ha massimo e minimo (per il teorema di Weierstrass)
ed è perciò limitata.
Veniamo ora al risultato di integrabilità che ci aspettiamo:

TEOREMA5.4 Sia SCR² undominioregolaree f :2-R continua.Allora f è


integrabilein l.

Si noti che questo risultato contiene come caso particolare il Teorema 5.1, visto che
n rettangolo è un insieme regolare; non dimostreremo questo risultato.

La nozione di integrale doppio pernette non solo di dar senso al concetto di volume
della regione tridimensionale che sta sotto il gra co di una funzione, na anche di
quello di area di una regione piana limituia:

Creato con Scanner Pro


fi
fl
fi
fi
fi
fi
fi
260 Capitolo 5. Calcolo integrale per funzioni di più variabili 978-88-08-064851
)

DEFINIZIONE 5.4 (INSIEME MISURABILE) Un insieme limitato 2C R si


idirà
misurabile7 se la funzione costante 1 è integrabile in S2. In tal caso, chiamerenr
neremo
misura (o area) di 2, e indicheremo col simbolo |2|, il numero:

Per il Teorema 5.4, ogni insieme regolare è misurabile (perché la funzione costante
uguale ad 1 in 2è continua!). Esistono tuttavia insiemi non misurabili, comelinsienme
2 deseritto nell'Esempio 1.3.

Si ri etta in particolare sul signi cato del concetto di insieme di misura nulla, che
sarà inportaute nello sviluppo della teoria dellintegrazione. In base alla de nizione
di integrale e di misura, è immediato convincersi della prossima:

PROPOSIZIONE 5.1 (CARATTERIZZAZIONE DEGLI INSIEMI DI MISURA NULLA)


Un insieme limitato S2 C R' è misurabile e ha misura nulla se e solo se vale lasequente
proprietà:
detto R un rettangolocontenente l, consideratalasuddivisionedi l in n²rettan-
golini uguali (come nella de nizione di integrale) e detta A, la somma delle areedei
rettangolini che hanno intersezione non vuota con L, si ha che An →0 per n → 0.

Notiamo esplicitanente che se la proprietà appena enunciata vale per un certo ret-
tangolo R contenente 2. allora vale per qualsiasi rettangolo R contenente 2.
In parole povere. un insicme di misura nulla può essere ricoperto da rettangolini di
area complessiva piccola quanto si vuole. Quali sono, in pratica, gli insiemi di misura
nulla? Vale per esenpio il seguente risultato:

PROPOSIZIONE 5.2 Sia g:(a, b] → R una funzione continua. Allora il gru co di g è


un insieme di misura nulla.

In particolare. quindi, nn segmento ha misura nulla. Si faccia attenzione al signi cato


di questo enunciato: la mnisura di cui si parla è l'area: certamente il gra co di una
funzione continua o un sgmento possono avere lunghezza positiva, ma la loro area
è zero. Possiamo anche osservare quanto segue: l'integrale doppio è de nito in R',
spazio di dimensione 2, e pıio essere utililizzato per de nire l'area, che è una misura
bidimensionale, dei sottoinsieii di R". Analogamente vedremo che mediante l'inte-
grale triplo (in R, spazio di dinensione 3) potremo de nire il volume, che è una
misura tridimensionale.
Vale anche la prossima:

PROPOSIZIONE 5.3 L'unione di un numero nito di insiemi di misura nulla ha


misura nulla.

7Più precisanente, misurabile secondo Peano-Jordan. Esistono infatti detinizioni diverse di


misurabilità, in Analisi.

Creato con Scanner Pro


fi
fl
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
78-88-08-064851
9 978-86-08-06485-1
1 Integrali doppi 261

e limitato 2 C R? si dirè nroposizioni precedenti segue subito il:


Dalle
2. In tal caso, chiamererno
imero: COROLLARIO5.5 Il bordo di un insieme regolare ha mis
misura nulla.

di questi risultati sugli insiemi di misura nulla, in relazione al calcolo


integrale.sta per esempio
Linteeta per esempio nel
n prossimoteorema,cheestendein modosigni cativo la
classedelle funzioni integrabili:

erché la funzione stante TEOREMA5.6 Sia QcR' un dominioregolare ef:→ R² unafunzionelimitata


misurabili, come l'insierne econtinuaaa
a eccezione
eccezione di un insieme di misura nulla di punti di discontinuità. Allora
èintegrabile in D.

ieme di misura nulla, che annlicabilità del teorema di riduzione sul rettangoo si estende a funzioní che
e. In base alla de nizione present per esempio qualche linea di punti di discontinuità:
sima:
TeOREMA5.7 (DI RIDUZIONE,FUNZIONIDISCONTINUE)Sia f :la. blxlc.d -R
MI DI MISURA NULLA) unzione limitata, continua salvo un insieme di misura nulla di punti di disconti-
e solo se vale la seguente
itå Allora il suo integrale doppio si può calcolarecomeintegrale iterato, cioè rale
ancora la (1.3).

isione diN in n² rettan-


13 Proprietà elementari dell'integrale doppio
la somma delle aree dei
he An --0 per n →0. Prima di concentrarci sul calcolo effettivo degli integrali, enunciamo ora le proprietà
elementari dell'integrale doppio, analoghe a quelle dell'integrale in una variabile.
a vale per un certo ret-
R contenente S2. Siano 2 C R² un insieme limitato e misurabile. f.g funzioni integrabili in 2, c € R
operto da rettangolini di unacostante. (Si noti la generalita delle ipotesi su f, su ge su ). Allora valgono le
a, gli insiemi di misura seguenti proprietà.
a) Linearità dell'integrale: le funzioni f +g.cf sonoanch'esseintegrabilie

Allora il gra co di g è

ttenzione al signi cato


ente il gra co di una
Itenaty-cte.a4
itiva, ma la loro area In particolare:
ppio è de nito in R?, cdrdy= e|.
rra, che è una misura
che mediante l'inte b) Positivrità e monotonia dell'integrale rispetto all'integranda:
il volume, che è una

.y) dr dy > 0:
f20inR-
di misua nulla ha

Ifz yljdrdysci2
Fde nizioni diverse di
cOstanteper cui f(z, y)l Sc inS2.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
262 Capitolo 5. Calcolo integrale per funzioni di più variabili 978-88-08-064851

c) Monotona dell'integrale rispetto al dominio di integrazione: se 2 è un insieme


insi
limitato e misurabile contenuto in 2, allora f risulta integrabile anche in S; sein
inoltre
f (u) >0 in 2risulta:

d) Additivitàdell'integralerispettoal doninio diintegrazione:se ,, SOno


dominiregolari,S2,n 2 hamisuranulla e fè integrabilein h Ul2, allora:

(1.6) Jofa. y)drdy=| a.y) drdy+ || fe.y)drdy.

e) Proprietà di annullamento:

| |=0»| y)dz dy = 0.

Le proprietà a) e b) si possono provare esattamente come le analoghe proprietà dellin-


tegrale di nzioni di una variabile", a partire dalla de nizione di integrale comelimite
di somme; le proprietà c) e d) sono un po' delicate da dimostrare (non lofacciamo):
la e) segue subito dall'ultima delle b).

Vediamo ora qualche altra proprietà dell'integrale che vale più speci camente per
funzioni continue su domini opportuni.

TEOREMA 5.8 Siano 2CR? un insieme limitato e misurabile ef:2R continua


e limitata. Allora valgono le seguenti proprietà.
f) Se 2è aperto,valgonole proprietà di annullamento:

f1) |2| >0, f(r.y) 0 f(r, y)drdy = 0→ f(, y) = 0 in ;


j2) se per ogni intorno cicolare DcN si ha:

|[ta.)dr dy=0,
allora
necessarianente
f(a.y) =0 in .
g) Se Sl è connesso, vale il teorema della media: esiste un punto (To,Yo) E tale

che:

(1.7) fa, y) dr dy = f(zo.v0).

DIMOSTRAZIONE.
). Ragioniamo per assurdo. Se esiste un punto di S2 in cui f non si annulla, peresempio
f(Zo. yo) = 0>0, per il teorema di pernanenza del segno (f è continua) esiste unintorno

Sv. volume 1, capitolo 6, paragrafo 3.

Creato con Scanner Pro


fl
fi
fi
fi
1 Integrali doppi 263
e978.88-08-06485.
978-88-08-06485-1
D di (ro,yo) (D c ) in cui è f > 6/2 e allora per il punto c) delteorema
eione: seS2 è un nsiene
rolsre
le anche in S2; se inoltre
precedeme:
0-/ey) dzdy2|a, y)
dzdy
> D.
2) Si dimostra in modo simile alla precedente: se esiste un punto in 2 in cui f non si
ASsrdo
eseupiof (ro,yo) =0>0, esisteunintornocircolareD di (ro,yo) (DC ) in
Annllt.per
esempiof (o
mzione:se Sl, l Sono cuiè f2 6/2 e allora
2, Ure, allora: o-fa.y)dzdy>1DI.
(r.y) drdy. sANsurdo. il teoremadiWeierstrass,f hamassimoMeminimom in 2;dalle
disuguaglianze
msf(r.y) S M perogni(z,y) E si icava:

ms 9fa.y) drdySM.
Datantolamediaintegraledif, , f(, y)drdy,è unvalore
compresotra ilminimo
.amassimodi f inS2:poiché f è continua e 2connesso, il teorema dei valori intermedi
oghe proprietà dell'in- arantisce I'esistenza di un punto (To, yo) € S2 per cui vale la (1.7).
i integrale come limite
are (non lo facciamo):

14 Calcolo degli integrali doppi: metodo di riduzione


ù speci camente per
Orache abbiamo stabilito le prime proprietà dell'integrale ed enunciato delle con-
dizioni suf cienti per l'integrabilità. si pone il problema del calcolo operativo degli
ef:2R continua integrali doppi su domini non rettangolari. La tecnica di riduzione illustrata per gli
integrali su domini rettangolari si estende in modo naturale a domini più generali,
in particolare a domini semplici. sfruttando la rappresentazione analitica di questi
domini.

0 inS2; R continua e
TEOREMA5.9 (DI RIDUZIONE.PER DOMINI SEMPLICI) Sia f :S2
sia 2 un dominio z -semplice, ossia

(1.8) 2= {(a,y) e R²:ye c.d),hi(y) srs hav)}


con h, hg : le. d → R funzioni continue. Allora l'integrale doppio di f si può calcolare
alo (o,Vo) e2 tale come integrale iterato nel modo seguente:

(1.9)

Se invece 2èy-semplice,

nnulla, per esempio


a) esiste un intorno N= {(,y) e R²:z€(a, b).91(r) sv Sgzlr)}

9,V.
pitolo 3. paragrafo 3.2.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
5-1

Calcolointegrale per funzioni di più variabili 978-88-08-0645


o 978-88-08-06485.1
e
264 Capitolo 5.

con gi, gz : la, b) → R funzioni continue, vale la formula:


9a(r)

Se Q è sia r-semplice che y-semplice, valgono entrambe le formule.

Il signiticato geometrico della formula (1.9) è molto simile a quello già illuet- to nel
casodelteorema di riduzione per gli integrali su un rettangolo. Se 2 è n dom
r-senplice, tracciamo un piano verticale parallelo all'asse z; questo taglierttà ominig 5.10.
Figura
di cui vogliamocalcolare il volume lungo una regione piana di area A(u). O do
si calcola permezzodell'integrale unidimensionale della funzione r
tarea
Poichécf oincide
ssato: chav)
A(y)= f(e.y)dr,
Di consegue
dove l'unica differenza rispetto al caso del rettangolo è che ora l'intervallo integra-
zione rispetto a r varia al variare di y.
Il volune totale del solido si ricostruisce poi integrando queste aree A (,) che sostituita ne
y€ c.d.
fz,j) |Esempio
fa,y) 1.8 S i cale

A() dove T è il tria

y
a()

Figura 5.9

DIMOSTRAZIONE.Sia f :2 -R continua e sia R un rettangolocontenenteSN.Sia f la Figura 5.11.


funzionede nitasu tutto Rprolungando f a zero fuori da 2. Per il teorema 5.1 fè integrabile
in 2, ossia fè integrabile in R. Inoltre. per il teorema5.7, per la funzione f vale ilteorema Possiarno ra
di riduzione sul rettangolo R. Infatti. f è discontinua solo su an, che è un insieme di misura
nulla, per il Corollario5.5. Scriviamoesplicitamente cosa signi ca questo, nell'ipotesi che !
sia un dominio -semplice come in (1.8): Quindi, per
siintegrai
(1.10)

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
D6485 1 I ntegraidopp 26S

T8-8-08-06408-1

A(D)

dz.

ule.

ello già illustrato nel


a() r bG)
Se S2è un dominio
sto taglierà il solido Fgra 5.10.
ea A(y). Quest 'area
ecide cou f in 2 edè zero al di fuori di 2. per ogni y €(c,d si ha:
er fz, y) con y Aiché
((z.y) se hs(u) szsha(y)
altrimenti.

consegucnza: fhaly)
D
atervallo d'integra-
()
te aree A (y) per dhesostituita nella (1. 10) dà la tesi.

epio
Si calcoli:

yazdy
doveTè il triangolo con vertici in (0.0), (1,0) e (1. 1).

0.8

0.6

0.4

0.2/

03 1.5 2

Figura 5.11.
e 2. Sia f la
*è integrabile
Je il teorema Possiamorappresentare T come insieme y-semplice:
me di misura
potesi che 2
T= {z,v) e R:0<r<l,0<y<}
Qundi, per calcolare l'integrale iterato, si blocca r tra 0 e l esi integra in y tra 0 e r; poi
integrain r tra 0e 1:

L'Cras)a- -[e--
Creato con Scanner Pro
266 Capitolo 5. Calcolointegrale per funzioni di più vaniabi
976-82-08-6A%

Se avessimo rappresentato T imvece come insierne r-semplice. cioė:

T= {(r.y)€ R*:0<y<l,y<r<1}.
'itgrale si sarebbe calcolato cone segue: si blocca y tra 0 e 1e si integra in
tra
quinii si integra in y tra 0e 1: Ve.

OSSERVAZIONE Se 2è un dominio regolare, unione di un numero nito di


domi
semplici ly che si intersecano a due a due solo lungo il bordo. risulta, per ditività
dell integrale (v. (1.6)):

do:e ognuno degli integrali a secondo membro si può calcolare come opportuno inte
grale iterato.

Calcolo di baricentri e momenti d'inerzia


Suppouiao che una lamina piana di densità super ciale p(z, y) e massa totale
occupi la regione D. I baricentro della lamina è per de nizione il punto dicoordinate.

plz.y)ldz dy

In particolare. se la amina è omogenea (cioè p è costante e quindi M = pD), 1


baricentrO si dice centroide e ha un signi cato puramente geometrico; infatti:

7-Dzddy D-Dvdrdy
Le coordinate del centroide, cioè, dipendono solo dalla forma della lamina e non dalla
densità (costante).
Il momento d'inerzia della lanina rispetto a un asse perpendicolare al piano (z. y)
è invece la quantità:

dove öfz, y) è la distanza di (z.y) dall'asse. Se il corpo è omogeneo e ha massatotale


M, si ha:

) dzdy.

Aleuni esempi e osservazioni saranno utili per mostrare le situazioni più tipiche che
si presetano nel calcolo degli integrali iterati.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
266 Capitolo5. Calcolointegrale per funzioni di più variabili 978-88-08-06485

Se avessimo rappresentato T invece come insieme r-semplice, cioè:

T= {(r,y)e R:0<y<l,y<r<l},
l'integrale si sarebbe calcolato come sege: si blocca y tra 0e le si integra in z tra yel;
quindi si integra in y tra 0e 1:

OSSERVAZIONE Se 2è un dominio regolare, unione di un numero inito didomini


sennplici Slk che si intersecano a due a due solo lungo il bordo, risulta, per l'additività
dell'integrale (v. (1.6)):

a.y)azdy -E a.)drdy.
dove oguuo degli integrali a secondo membro si può calcolare come opportuno inte
grale iterato.

Calcolo di baricentri e momenti d'inerzia


Supponiano che una lamina piana di densità super ciale plz. y) e massa totale M
occupi la regione D. Il baricentro della lanuina è per de nizione il punto di coordinate:

7- plz. y)dzdy 9- r,y)dz


dy
Iu particolare, se la lamina è omogenea (cioè p è costante e quindi M = plD|), 1
baricentro si dice centroide e ha un signi cato puramente geometrico; infatti:

Le coordinate del centroide, cioè, dipendono solo dalla forma della lamina e non dalla
densità (costante).
I momento d'inerzia della lamina rispetto a un asse perpendicolare al piano (r. y)
è invece la quantità:

1-|| Fa.w)e(z.
yldzdy
dove öfz, y) è la distanza di (z, y) dall'asse. Se il corpo è omogeneo e ha massa totale
M, si ha:

Alcuni eSempi e OSServazioni saranno utili per mostrare le situazioni più tipiche che
si presentano nel calcolo degli integrali iterati.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
1 Integrali doppi 267
$-68-0806485-1
978-88-08-06485)

od: EsIOpi
C .ae il baricentro di una laminatriangolaredi vertici (0,0),(1,0).(0,1):
i che il triangolosiaomogeneo:
aell'ipo: cheladensit
)nell'ipotesi che la densità supericiale sia p(r, y) = c( + 1), con c costante.
esi integra in z tra ye ).: I=eper simmnetriasarà ī = y. Abbian
a)Si.

-|- ,-a[rd dy0-do -a-1-


Calcoliauno primna la massa tale:
b)
gunero uito di domìni
risulta, per l'additività

Ora:

come opportuno inte-

)emassatotale M
punto di coordinate:
-
Sia D come in
+-
gura 5.12:

dr dy

indi M = plD), il
rico: infatti:

y=a
annina e non dalla

re al piano (z, y)

Figura 5.12.

ha massa totale
{lacurvadisegnata è il gra co di y = T per z € 0. 1]). Calcolare:

I=| sin(ydazdy.
più tipiche che
KappresentandoD come dominio y-semplice, si ha:

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
268 Capitolo 5. Calcolointegrale per funzioni di iù variabili 978-80-0s

Ora, nell'integrale interno abbiamo una funzione che non ha primitiva elementare, per
il calcolo esatto dell'integrale per questa via appare impraticabile. Naturalmente l'itezral
esiste, perché la funzione è continua e il dominio regolare, e può essere calcolato num
camente con l'approssimazione voluta. Proviamo, in alternativa, a rappresentare D cme
dominio I-semplice:

y=

-o (1 - cos1) ~ 0,153

In questo caso l'integrale interno è facilmente calcolabile, come pure è facilmente determina
bile la primitiva nell'integrale esterno. La conclusione è che, quando entrambe le iterazvni
sono possibili (perché il dominio è semplice rispetto a entrambi gli assi), la scelta dell'ordine
di iterazione può essere importante.

L1 Calcolare:

J,.V4--gdrdy.
+y²<4
Si pensi al signi cato geometrico: l'integrale rappresenta il volume della semisfera z =
V4--y, di raggio2;perciòvale:
16
3
(senza bisogno di ricorrere al calcolo integrale!)

Calcolare:

(z+ siny) dr dy.


|-1,1]x[-1,1]
L'integrale. per linearità, è somma di due integrali, di z e di sin y. Ognuna di queste funzioni
è dispari nlla propria variabile e perciò ha integrale nullo su [-1, 1]: ne segue che l'integrale
doppio è pure nullo (senza bisogno di calcoli!).

L13 Calcolare:

I-|, yázdy
con D come in gura 5.13.

Fura 5.13.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
oo7888 0 06485.
Integrali doppi 269
primiti ełenentare, ner raprybrst/0e aalitica
alaitican di D in questo caso è un po' complessa; la cosa piů naturaleè
cui erierr eome unione dej
nione dei due insiemi seguenti:
hile Naturaimente l'integralo
puo essere calcolato umeri-
iva, a rapPpresentare D
come -fr,y):0srsi,-Isusr-1}:
D, -(.y): 1Srs3,-SVSV-(e-2)
Ddy
Conseguenteent:, 'integrale
altt. I'integale
calvla come integrale iterato: si spezza nella somma di due integrali, ognuno dei quali si
3

ure è facitniente determina-


ndo entranbe le iterazioni dr

-[(-)d-t.)-
iassi), a sceltadell'ordine

ime della semisfera s

Si conclude che:

I=-9 l0
o=1.
Esercizi
uuna di queste funzioni
ne segue che l'integrale
Clcolare i sequenti integrli doppi come integrali iterati opportuni eo mediante
opportune considerazioni di simmetria.

y sin(ry) dz dy

conT={(z,y):0 <I<l;0<y<l- }.

zydr dy

questo caso la funzione non è continua no al bordo del quadrato - nell'origine è discon-
tinua tuttavia è limitata (perché? ) e integrabile.

Creato con Scanner Pro


fi
270 Capitolo 5 Calcolo integrale per funzioni di più variabili

'dr dy
Vale la stessa osservazione dell'esercizio precedente. Si provi qui a calcolare l'int
egrale ite
rando nei due ordini diversi.

sin ydzdy

r siny dr dy

r+ 5)dz dy

conT = {(r. y) : zl s 1,0<ys2-2||}. (Nonoccorrecalcolareintegrali!)

dove Q è il quadrilatero di vertici (0, 1). (1.2). (2. 1). (2. 0).

Calcolare il centroide del quarto di cerchio:

+y'< R', r>0, y>0.


1 Calcolare il centroide del quadrilatero dell'esercizio 9.

Calcolare il baricentro della lamina rettangolare 0,4] x (0.3J, di densitàsuper ciale


plr,y)= 1+r²+y².
Calcolareil momento d'inerzia di una lamina circolare omogenea di massaMe raggio
R rispetto all'asse passante per il centro e perpendicolare al cerchio.
Calcolare l'area del dominio:

D={(r.y):0sys l.y' -1srs V1-y}.


15 Cakcolare il volume della regione sotto il gra co del paraboloide:

V={(z,y.:): z<l--y'; +y'<i}.


16 Calcolare:

doo R {(z.y) :0Ss:0SvS).


Calcolare:

Creato con Scanner Pro


fi
fi
Integrali doppi 271
e9789808
06485-1

Calcolare:
- yldzdy

D= {(r,y):0szsl;rsys1}.

degli integrali doppi: cambiamento di variabili


1.5 ai integrali di funzioni di una variabile (volume 1, capitolo 6), abbia-
Nelcalcolo degli
metodo di integrazione per sostituzione risulta essere uno strumento
movisto che
otente e essibile. Vale la formula:

(L.11)
f(ot) d()dt
Alt) è una funzione derivabile e monotona da -1 (fa, bl) ad la,bl.
ntegrali di funzioni di due variabili (e, come vedremo in seguito, in quelli
in variabili), il procedimentoanalogoconsiste nell'effettuare una trasformazione di
ordinate nel piano: dovendo calcolare

.v) drdy,

sioper una trasforınazione di coordinate T:D'-D, (a,y) = T(u., v) con

I=g(u, v)
ly= h(u,v)
cheporta a esprimere lintegranda in funzione di u, v,

f(glu, v), h(u, v)),


mentre il dominio D viene trasformato in D'.
Il problema è: come si trasforma l'integrale doppio? In altre parole, qual è l'analogo
bidimensionaledella formula

(1.12) da = (t)dt,
chesi utilizza nella sostit uzione (1.11)?
Per capirlo, possiamo pensare alla (1.12) come a una formula che descrive come
cambial'elemento in nitesinIo di lunghezza, sotto l'azione della sostituzione r
o(t). Allora, in due variabili, la domanda diventa: come cambia, sotto l'azione della
trasfornazione di coordinate
=glu,v)
1y=h(u,v),
Telementoin nitesimo d'area drdy?
Perrispondere, ragioniamo nel piano (u, v). I1 "rettangolo in nitesimo" compreso
trau, ut du e v,v + du viene trasforınato in un "parallelogramma in nitesimo" che
haper vertici i quattro punti:

(glu, v + du), h(u, v + dv)) (gu + du, v + du), h(u + du, v + du)
(9(u, v), h(u, v)) (glu + du, v), h(u + du, v)

Creato con Scanner Pro


fl
fi
fi
fi
fi
978-88-08-064851
Capitolo5. Calcolo integrale per funzioni di più variabil
272
ttori
Due lati adiacenti del parallelogramma sono quindi individuati dai vetto
(g(u + du,v),h(u + du, v)) - (g(u, v),h(u, v)

(g(u, v + dv), h(u, v + du)) - (9(u, v), h(u, v)),

uguali in prima approssimazione a


(g,du, h,du)

e (9.dv,h, dr)
rispettivamente.L'area delparallelogrammatrasformato è quindi (in prime appros
simazione) uguale al modulo del determinante della matrice
(9,du h,du
(9.du h,dv)
d'area
Ciòsuggeriscelaseguenteformula di trasformazione dell'elemento in nitesins

dz dy :

Si osservi che la matrice scritta non è altro che la matrice Jacobiana della tracf..
nte
mazione di coordinate (più precisamente, è la sua trasposta, ma il determinante non

cambia per trasposizione).


Il precedente ragionanento euristico è confermato dal seguente teorema:

TEOREMA 5.10 (FORMULA DI CAMBIAMENTO DI VARIABILI) Sia D C R² un do


minio continuae T: D →D, (,y) = T(.n)v)
regolare.f : D-Runafunzione
Con
(z = glu,v)
(1.13) y= h(u,v)
una trasformazione di coordinate, o più precisamente, un diffeomor smo globalel0 che

porta D' in D.
Allora
1au. v), h(u. v) ldet DT (w.e)l dudu
|.sa.y)drdy= | /D
dove
DT (u, v) =

indica la matrice Jacobiana della trasformazione (1.13).

La dmostrazione di questo teorema è lunga e delicata e verrà omessa.

10y. capitolo 4, paragrafo 5.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
s88(t806485

OSSERVAZIONEN. I ntegrali
doppi 273
cons
pa sstituzone Ncliintegralidifunzioni
ite
i unavariabile,ilcriterioper
scegliere
esulla huzioe siste unicamentenelconsiderarelasempli cazioneheessaidu-
it urada. Indue(opim)variabili,
yRorinate pllo avere invece,na trasformazione di
re
ciaseniplitieare la for come scopo sia sempli care la forma della funzioueintegranda.
doniuiodi tipolo forma del domninio (per esempio, ottenendo nellenuove variabili un
poraeaIente, Gli esempiillustrerannoquest'ide
rettangolare); meglio ancora quando si ottengono entrambe le cose
dea.

incte polari.
1 Coonlinate Passando in coordinate polari

pcos 0
|y=psin
si ha:

dr dy = pdpde,
fornula che
nuò anche
modo: il "rettangolo essere giusti cata direttamente (sul piano intuitivo) nel seguente
in nitesinm
taueolo in nitesimo" nel piano p, individuato dai valori p.p+dp. 8,0+ de viene
trasformatoin un settore di corona circolare, nelpianmoz, y, che, in primaapprossimazione,
le un rettangolo di lati, rispettivamente, dp e pde ( g. 5.14) e quindi area pdpde:

de dp

P
p+ dp
Figura 5.14. L'area della regione ombreggiata è circa pdpd.

L'integrale doppio si trasforna pertanto nel modo seguente:

|fa.y)dr dy= | pcst. psin8)pdpde


dove D' è il dominio D espresso nelle nuove variabili (p,0).
Questo cambiamento di variabili è utile al calcolo in molti casi in cui il dominio D ha
qualche simnetria di tipo radiale, per cui si esprime facilmente in coordinate polari. Per
eSempioun cerchio, una corona circolare, un settore circolare, in coordinate polari diventano
rettangoli,poichésonoespressida relazionidel tipo a spsb, c<8< d.Questorende
generale più semplice il calcolo dell'integrale iterato, perchél'integrale interno ha estremi
DSSTanziché variabili. Se anche la funzione integranda ha qualche simmetria radiale (per
Senpio è radiale, oppure è omogenea) le cose sono ancora più semplici.
15 Calcoliano

Creato con Scanner Pro


fl
fi
fi
fi
fi
fi
fi
@97888-08-06485-1
I Integrali doppi 273

Z1ONE Negli integrali di funzioni di una variabile, il criterio per scegliere


a SOstit itzone consiste unicamente nelconsiderarelasempli cazionecheessaindu-
e sulla fuzione integranda. In due (o più) variabili, invece,unatrasformazionedi
wlizate pilò avere come scopo sia sempli care la forma della funzione integranda,
soumDli care la forma del dominio (per esempio, ottenendo nelle nuOve variabili un
inio di tipo rettangolare): meglio ancora quando si ottengono entrambe le cose
domini
outeporaneamente. Gli esempi illustreranno quest'idea.

Esatii
A Coordinate polari. Passando in coordinate polari

JI=pcos
ly=psin
si ha:
dr dy = pdpde,
formula che puo anche essere giusti cata direttamente (sul piano intuitivo) nel seguente
modo: il rettangolo in nitesimo" nel piano p, 0 individuato dai valori p. p+dp, 8,0+de viene
trasformato in un settore di corona circolare, nel piano z, y, che, in prima approssimazione,
equivale a un rettangolo di lati, rispettivamente, dp e pdo ( g. 5.14) e quindi area pdpde:

y 4

Pds

p+ dp

Figura 5.14. L'area della regione ombreggiata è circa p dp de.

L'integrale doppio si trasforma pertanto nel modo seguente:

I,fa.)drdy- ora, pain)pdpde


dove D' è il dominio D espresso nelle nuove variabili (p,0).
Questo cambiamento di variabili è utile al calcolo in molti casi in cui il dominio D ha
qualche simmetria di tipo radiale, per cui si esprime facilmente in coordinate polari. Per
esempio un cerchio, una corona circolare, un settore circolare, in coordinate polari diventano
rettangoli. poiché sono espressi da relazioni del tipo a <p sb,e<es d. Questo rende
ingenerale più semplice il calcolo dell'integrale iterato, perché l'integrale interno ha estremi
hssi anziché variabili. Se anche la funzione integranda ha qualche simmetria radiale (per
eSempio è radiale, oppure è omogenea) le cose sono ancora più semplici.

Calcoliamo
rydady

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
fi
fi
274 Capitolo 5. Calcolo integrale per funzioni di più variabili 9©78-88-08-06485

con D = {(r, v) : +y² <4, > 0,y > 0}.


Si tratta di integrare sul quarto di cerchioespresso, in coordinate polari, da: o < 2:0
0<n/2. Passandoin coordinate polari, l'integrale diventa:

Cbue,u) -(a' ne)(a)- 8 8

339
Si noti che, in questo esempio, in coordinate polari il dominio diventa un rettangolo e
la funzione integranda si fattorizza nel prodotto f(p)g(0); di conseguenza l'integrale
doppio si fattorizza nel prodotto di due integrali unidimensionali.

Esemp

L16 Calcoliamo:
IR r dy.
Passando in coordinate polari, si ha:

In questo caso il dominio è radiale, la funzione integranda è radiale (indipendente da ).


perciò l'integrale doppio in coordinate polari si riduce a un solo integrale unidimensionale
(in p).
L7 Volume dell'ellissoide. Calcoliamo il volume dell'ellissoide di semiassi a,b,c.Pojché
l'ellissoide ha equazione:
2
a²tjat 1,
la metà superiore dell'ellissoide è il gra co della funzione:

Il volumecercatoè quindi il doppiodell'integrale di questafunzionesul dominio +<k

voll--($)
Questo integrale può essere facilmente calcolato mediante un cambiamento di variabili simile
a quello polare, ma di tipo ellittico:

spcos0
y= bpsin
che ha determinante jacobiano:

a cos b sin
|-apsin 6bpcos e= abp.

Creato con Scanner Pro


fi
1
tegrali doppi 275
area è dr dy = abp dp de e l'integrale è:
Duindil'elemento

trisultatotrovato è una
una formula che generalizza in modo naturale la formula del volume
ella
stera.r.

Esercizi

Sv
re nIOvamentegliesercizi3,10,15,Usandolecoordinatepolari (ilprocedimento
risulta sempliicato).

Dil quarto di corona circolare con centro nell'origine, raggi 1 e 2 e angolo variabile
tra e n.Calcolare:

Calcolare:

dove D è
pal'intersezionedelsettorecircolare {<8<} conla coronacircolareconcentro
nell'originee raggi 1e 2.

2 Calcolare:

doyeDè il dominio (interno all'arco di spirale, vedi gura 5.15)espressoin coordinate polari
da:{p<e, 0<0<r}.

-3

Figura5.15.

D nOtiche in questo caso il dominiv espresso in coordinate polari non è un rettangolo; di con-
veguenzal'integrale doppio in polari diventu un effettivo integrale iterato e non semplicemente
prodotto di due integrali).

Calcolare:

Creato con Scanner Pro


fi
Cakokointegraleper hunzionidi più variabil

276 Capitoko5

Caleolare: w'ardy

con un opportuno cambiamento di variabili.


Calcolare il baricentro di una lamina omogenea a forna di n quarto di eoro
ROta

circolare:{(p,0): r<p< R;0 <<}. form


di COTONA
co
Calcolare il monento d'inerzia di una lamina omogenea di massaAM re
circolare di raggi r, R, rispetto all'asse passante per il centro e perpendicolare
alpianodella

Corona. neo di massa M e raggio R, rispetto


Calcolare il momento d'inerzia di un discoomogeneodi maSsn Merarrconferenza
27
a un asseperpendicolare al suo piano epASsante per un punto posto sulla ci
Suggerimento: l'equazione polare della circonferenza di raggio R passante per l'origine

p= 2RcosØ,0 € (-
Calcolare:
dr dy

dove D è laregione descritta in coordinate polari da {(p,O) : T<O < 27,p <e)

2 INTEGRALI DOPPI GENERALIZZATI


Come per I'integrale unidimensionale, anche per gli integrali doppi è utile general:.
ralizzare
la nozione di integrale comprendendo anche i casi in cui
cui ilil domninio
dominio di
di integrazionee/o
integra
la funzione integranda siano illimitate. L'integrale generalizzato può essere de nito
come un opportuno limite di integrali doppi usuali. Non diamo de nizioni aet astratte.
ma mostriamo attraverso alcuni esempi come si utilizza questa nozione. Onandlo la
funzione da integrare ha segno costante sul dominio di integrazione, non ci sono troppi
tror
problemi.

Esenpio
2 Integrale della Gaussiana. Calcoliamo

Si può calcolare questo integrale comne:

lim e-(tvdr dy=limn Ir


RF R→+oo

dove l'integrale IR è stato calcolato nell'Esempio 1.16 e vale m(1 - e-R). Per R +.,
otteniano l= n. L'integralegeneralizzatoproposto, dunque, converge e il suovaloreè .
Osserviano, incidentalmente, che questo permette di calcolare l'integrale unidimen-
sionale notevole:

J= ea

Creato con Scanner Pro


fi
fi
978-88-g8-06485 6485-1
e978
88-08-06484

2 Integrali doppigeneralizzati 277


Intatti.

da eui
arto di corona
J= ī
rmadicorona e quindi
al pianodella
-at=/.
ảo R, rispetto
t risultato non èbanale,
banale, perchéla
perchế funzionee
onferenza.
r T'origineè: risult perché l'integrale della densitàganssiana non eha una primitiva elementareed
ip probabilità, statis
srilevan gioca un
statistica e varie altre discipline. Nei Complementi in ruolo
fondoimportante
al capitolo
strereouo un'applicazione di questo integralenotevole.

Esg
SE Calcoliamo:

ž n rdụ per a >0.

-
eraizzare Ia funzione è illimitata. Si può calcolare:
azionee/o
e de nito I=
astratte.
uando la = (per a 2)
troppi 27
se <2
+00 se 2.

Seinvece a =2, si ottiene:


I= lim -2rlogr=+oo.
r-0+
Pertanto: l'integrale converge se a < 2, diverge se a> 2.

23 Un calcolo analogo mostra che:

Converge se e solo se a > 2.


+c.
eèt. Là convergeuza o meno di un integrale doppio generalizzato puòesserestudiataosser-
ancto la convergenza o meno dell'integrale iterato corrispondente, purché la funzione
imes- eyranda abbia segno costante nell'insieme di integrazione, o per lo meno cambi di
gno solo un numero nito di volte. In caso contrario, si possonopresentarecasi in
Ca t valore dell'integrale iterato non coincide con quellodell'integraledoppio.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
S
278 Capitolo 5. Calcolo integrale per funzioni di più variabili ©78-88-08-06485

Esenpio
24 Studiare la convergenza dell'integrale doppio:

con D = {(r,y) : z > 0,y >0}, oppure D= {(z,y) : a> l,y> 1}.

Il dominio è illimitato, I'integranda è positiva; calcoliamo l'integrale iterato genera.


lizzato:
etoo
dy =
etoc dy
se a = 0 che diverge;

e-y
se a = 1 -dy che converge.

Nel secondo caso, non si sa calcolare il valore esatto dell'integrale.

3 IL CALCOLO DEGLI INTEGRALI TRIPLI


Tutto quaıto abbiamo detto a proposito degli integrali doppi si generalizza adimen-
sione superiore, cioè per funzioni reali di più ariabili. Occupiamoci qui brevemente
degli integrali tripli:; nei Complementi faremo qualche cenno agli integrali di funzioni
di n variabili con n qualsiasi.
Nella de nizione i rettangoli (a, b) x (c, d sono sostituiti dai parallelepipedi (a1,b,)x
az, b) x (a3.b3). dopo di che tutto procede inalterato e si arriva a de nire l'integrale
triplo di una funzione continua de nita su un parallelepipedo.
Per quanto riguarda le funzioni de nite su domini più generali, anche in questo
caso, se il dominio di integrazione ha una rappresentazione analitica abbastanza sem-
plice. si dinostra che una funzione continua risulta integrabile e il suo integrale si
pið calcolare mediante opportuni integrali iterati. Precisamente, si incontrano due
situazioni tipiche:

Integrazione "per li"


Sia 2 un ominio di R' che si puờ rappresentare analiticamente nella forma:

(3.1) 2= {(r.y. z) :g (z,y) < S 2(z, y),(z,y)€ D}


dove, a sua volta. Dè un dominio regolare del piano e g1,92 : D →R sono continue.
Ailora.se f: Rèuna funzionecontinua, f è integrabile in 2 el'integralesi
plò calcolare mediante la forınula (detta "di integrazione per ili" ):

(3.2)

Ceometricanente, la (3.2) signi ca che prima (nell'integrale più interno) si integra


sul ilo" z e (g1 (z,v). 92 (a. y)) e poi si fa variare (u, y) nel dominio i.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
fi
fi
T-88 08064851

978-88-08-06485-
3 # calcolodegi integali tripli
279

2fz, )

t9,(z. y)

Figura 5.16. Integrazione per li: si ssa (z.y) e si integra prima sul segmento tratteggiato.

-
Escmpio
3.1
mente Un dominio che si rappresenta facilmente nella forma richiesta dal teorerma prece-
dente è la semisfera superiore con centro nell'origine e raggio R:
Anzioni

Per esenpio:
,={(a,.2)
:0S:SVRR--ý+ys

dz dy =

A questo punto l'integrale è ridotto a un integrale doppio; in questo caso, il dominio ciroolare
suggerisce di usare le coordinate polari, ottenendo:

Ua-)oa)a-(a)
( ha)-
--4..
ntinue.
rale si

Integrazione "per strati"


Supponiano ora cheS2sia un dominio di R rappresentabile nella forma:
(3.3)
tegra l= {(r.y, z) : hị <z< hz.(z.y)€S(2)}
dove, a sua volta, per ogni z € [h,, h2, (2) è un dominio regolare del piano.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
280 Capitolo 5. Calcolo integrale per funzioni di più variabili
978-88-08.064851

)
Figura 5.17. Integrazione per strati: si ssa zesi integra prima sullasezione (z).

Allora, se f:nRè unafunzionecontinua, f èintegrabilein 2el'integralesipuò


calcolare mediante la formula (detta "di integrazione per strati"):

In questo caso si integra prima sullasezione ("strato") 2 (3) = 20{e=}e poisi


fa variare la quota E tra le quote minima e massima di z in 2.

Esemgio
Un dominio che si rappresenta bene nella forma richiesta dall'integrazione per strati
è il cono. Sia:

-sa:dis()0s*sh
il cono circolare di altezza h, raggio R, vertice nell'origine e asse lungo l'asse z. Per esempio:

(calcolando l'integrale interno in coordinate polari)

-[CCa)-)a-[-
Nel seguito chiameremo domini regolari di R° gli insiemi che si possono esprimere
come unione di un numero nito di insiemi dei tipi (3.1) e (3.3).

Cambio di variabili negli integrali tripli


Anehe per l caleoo degli integrali tripli, puòessere utile eseguireparticolaritrasfor-
mazioni di coorinte. Vale in proposito un teorena perfettamente analogo a quelo
emnciato per gli integrali doppi:

Creato con Scanner Pro


fi
fi
3 Il calcolo degli integrali tripli 281
e97888 0806485.

R 11 (FORMULA DI CAMBIAMENTO DI VARIABILI NEGLI INTEGRALI


c R un dominio regolare, f : D →R una funzione continua e
Pui) Sia DC
p un diffeomor smo globale, con (z,y, z) = T(u, U, w),

I = z(u,V,w)
y= y(u,U,w)
(3.4)
lz = z(u, v,w).

Allona

.y. z)dr dy dz =

(r(u, v, w), v(u, v, w), z (u, v, w) )Jdet DT (u, v, w)l du dv du

dore DT (u,v, w) indica la matrice Jacobiana della trasformazione (3.4).

In pratica. il teoremna precedente viene applicato osservando che l'elemento di volume


si trasforna secondo la legge:

dz dy dz = ldet DT (u, v, w)l du dv dw.

Peresenpio, per le coordinate sferiche (vedi cap. 4, par. 5) abbiamo ( g. 5.18a):

= psin cos 8
y= psinpsin8 con p > 0, (p E (0.m). ee (0, 2r)
z=pcos
dr dydz =p sinp dpdpde.

dp-

A)
Figura
Elere ) Elementodi volumeincoordinatesferiche: AB dp, AD = pd. AC :.
volume incoordinatecilindriche: AB= pd8, AC = d, CD = d:

Creato con Scanner Pro


fi
fi
Calcolointegrale per funzioni di più variabik
Capitolo 5.
282

Per lecoordinatecilindriche (ig. 5.18b):

conp€ 0, +). 0€ 0,2r), t e R

dr dydz = pdpdo dt.

Interpretazionigeometriche e siche degi integrali tripli


Volume:se 2è una regione tridimensionale, il suo volurneI2
S2 sipuo
si puode niretquind
defnire
calcolare. come l'integrale triplo (se esiste):

Pa

Massatotale:se lè un corpo tridimensionale di densitàp(z.y. z), Lasua manatoeal


Percio
Mè uguale a:
I.y. z) dzdydz.

Baricentro: se N è un corpo tridímensionale di densità p (z. y. z), il suo bańcentro ba


coordinate (7,J.E) date dagli integrali:

.z) dr dy dz ecc.

(con M massa totale, calcolata come sopra). Se la densità è costante. il baricentro si


dirà centroide e le formule si sernpli cano corne segue:
Centro

rdr dydz ecc.

Momento d'inerzia: se 2 è un corpo tridimensionale di densità p(z.u.z). il so


momentod'ínerzia I rispetto a un certo asse è dato dall'integrale:

&(r.y. e)plz.y,.z) drdydz

duxe ó (z.y. z) è la distanza del punto (z,y. z) variabile dall'asse in questione. Per
eseipio. rispetto all'asse z si ha: 36
M.

I- ||(+ o) lz.u.e)
drdyd:
e, se la densità è costante.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
978
88-08-06485-1
3 Il calcolo degli integrali tripli 283

Esemp
Calcoliamo:

(0,2] x (0,1]x (0,3)


a' drdydz.
Si ha:

-[ a[4-BG-
SiaD ilconode nitoda r² +y's(1- z)', per 0 ssl,e supponiamocheabbia
densità p(z, y, Z) = 2. Calcoliamo la massa totale.
Rappresentiamo il dominio D nella forma:

D= {(*, y,z) :0<z<1-/z?+y²,+y < 1}.


Percio:

z dz
-y²<ı

-*-ooda-[-ao-
Calcoliamo il baricentro del cono dell'esempio precedente. Per simmetria, il bari-
centrostarà sull'asse z, e quindi ī=y=0. Integriamo per li:

2 dz =

- (1 - Ve+y)'dr dy =

-8(-ppdo =(con
calcolidiroutine.)-

36 Calcoliamo il momento d'inerzia, rispetto al suo ase, del cono omogeneo di massa
M,raggioRealtezzah.Rappresentiamoileonocome: ?+y's ()°, 0<t<h ( g.5.19).
ll momento d'inerzia è, integrando per strati:

M
I= nR2h "ss a.(e'+whas
dy=-

3MR
3M
a(fa)- 6M

2h5

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
284 Capitolo 5. Calcolo integrale per funzioni di più variabili 976-88
08O6AES

y
Figura 5.19.

S4 DERIVAZIONE SOTTO IL SEGNO DI INTEGRALE


Nella deduzione di molti modelli mateatici delle scienze applicate, ci si trova di fronte
al problema di derivare integrali dipendenti da un parametro. Un esenpio tipico è il
seguente.

Esempio

4. Sia p(z, y. z, t) la densità di un mezzo continuo in movimento, nel punto (z,y.2)


all'istante t. La massa totale racchiusa all'istante t in una certa regione D dello spazio si puo
ottenere integrando in D la densità:

M(t) :

Ci chiediamo ora con quale velocità varia, nel tempo, la massa M(t) contenuta nellaregione
D. Per rispondere calcoliamo:
dM
(4.1)
dt
al|oz.. z.)drdyds.
Ecco il problema: come si calcola la derivata, rispetto al "parametro" t, di questo integrale?
Ragioniano cosi. L'integrale è un limite di sommne; la derivata di una somma è la somma
delle derivate; se anche l'operazione di limite può essere scambiata con quella di derivata, la
derivata rispetto a t si può "portare sotto il segno di integrale". Si ha allora:

(4.2) ., z,)drdydz= || yz.t) drdy d:.

Si osservi che la derivata rispetto a t sotto il segno di integrale è una derivata parziale, perché
p dijende ancle da altre variabili.

Sotto ipotesi ragionevoli. la (4.2) si può dimostrare. Vale il seguente:

TEOREMA 5.12 Sia p: Dx (a,b) →R, con D dominio regolare di R³. Indicandocon
(x,1) i punti di D x (a, b], supponiamo che p ep siano continue in D x (a, b); allora
per ogni te (a. bị vale la (4.2).

Creato con Scanner Pro


4 Derivazione sotto il segno di integrale 285
9e78-88Q8-
06485.|
nciato vale, a maggior ragione, per integrali doppi o semplici.
Lo tesso enu auesto teoremapOSSOnoessere indebolite, comprendendo in partico-
Leipotesi di ques
in cui gli integrali coinvolti sianogeneralizzati:questorichiede però
Anche
lcaso
lo Rinunciando a dare un enunciato preciso in questo caso, diciamo
lare.
unacerta cautela. Ri
si applica la (4.2) bisogna sempre controllare che l'integmale a secondo
solochequando si app)
mem
sbro sia convergente.

Esempio
Mostrianno come la derivazione sotto il segno di integrale sia talvolta un metodo di
42 rali de niti (a partire da altri già noti). Calcoliamo l'integrale(generalizzato)
alcolo di integrali de niti (a
nsiozale, dipendente dal parametro a> 0:
unidimensional

dr
ora rispetto ad a ambo i membri dell'identità trovata:
De

Abbiamo quindi così calcolato l'integrale:


+0 1

C (r?ta2j2r =3 perognia >0.

aleolo dello stesso integrale determinando la primitiva di r z sarebbe stato pitù


laborioso.

Esercizi

29 Stabilire se converge o meno l'integrale doppio generalizzato:

conD= {(z,y) : z >0,0 <y<e}.


(Notare che l'insieme di defnizione è illimitato e la funzione integranda è illimitata
all'in nito:;sembrerebbe non essercisperanza diconvergenza. .).

30 Calcolare l'integrale doppio generalizzato:

log(z° + y?)dz dy.

Una sfera di raggio Re centro (0,0, 0) ha densità f (z, y, z) = ap + b, con p =


Vz?+y² + ². Calcolarelamassatotaledellasfera.
Suggerimento: Scrivere l'integrale triplo e introdurre le coordinate sferiche.

Calcolare massa totale e baricentro di un oggetto semisferico di raggio Re centro


ell'origine, nell'ipotesi che la densità sia f(z, y, z) = ap+be lasemisfera sia quella superiore.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
286 Capitolo 5. Calcolo integrale per funzioni di più variabili 978-88-0806485.1

Stabilire per quali a >0 convergel'integrale triplo generalizzato:

R+y'+si<t(V+yt sầar dyd:.


Rişponderepoiallastessadomandaperildominioillimitato z²+y+>.
4 Calcolare la massa totale del cilindro

'+y< R": 0ssh,


supponendo che la sua densità sia espressa, in coordinate cilindriche, da f(p, 0, z) = aptbzte

35 Calcolare il momento d'inerzia di una sfera omogenea di raggio Re massa M rispetto


a un asse passante per il centro.

Calcolare il momento d'inerzia di un cilindro omogeneo di raggio R, altezza he masa


M rispetto al suo asse.
37 Calcolare l'integrale triplo:

dove
D= {(z,y, z) :0<r<2,0<z< 1,0 <y<z+ z}.
38 Nella teoria del potenziale gioca un ruolo importante la funzione:

g(, (e'.y.z')
y249eR?
V(z- r +(y-y +(8-2'de dy'de'
de nita a partire da una funzione f, continua su tutto il dominio di integrazione.Calcolare
gr, grr derivando sotto il segno di integrale. Rendersi conto che la seconda derivata nonpuo
essere calcolata in questo modo, in quanto porta a un integrale divergente nell'intorno di
(z.y, z), mentre la derivata prima porta a un integrale convergente.

E5 COMPLEMENTI
5.1 La funzione Gamma di Eulero
Ci occupianıo ora brevemente di un'importante funzione speciale, nota come funzione Gam-
ma di Eulero. Questa funzione compare in molte questioni matematiche, (in particolare
nell'espressione esatta del valore di certe costanti notevoli o di certi integrali) e in mo-
te questioni siche e probabilistiche. Vedremo un'applicazione di questo tipo nel prossimo
paragrafo di questi complementi, quando calcoleremo il volume della sferan-dimensionale.
Ponianno. per z > 0,

(5.1) re)- a.
L'integrale nella (5.1) è l'integrale generalizzato della funzione reale di variabil- reale f (t) =
*e,che dipende dal parametro z; la funzione fè continua in (0, 00): per t -- +ootende
a zero molto rapidanente e pertanto risulta integrabile; per t→ 0 si ha:

f()~t,

Creato con Scanner Pro


fi
fi
8 06485- 1
978-88-08-064851
5 Complementi 287
olo generalizzato; risul integrabile purchél'esponente
wabilepurchél'esponenter - 1sin >-1,Ossia"" perr> 0.QuindiI'ìntegrale
che ben de nito per ogni r >0e il suovaloredipendedalparametroz. Pertanto
-dcdy d:. ie (3
dire che T () è una funzione, de nita in (0,+oo) a valori reali2;T viene detta
corre unzione Gamma di Eulero.

ator +y'+?>1. appIl pross


sino teorema riassume alcune proprietà importanti diquestafunzione.
TEOREMA5.13
(a) La di Euleroèderivabilein nitevolte in(0,+o0).
ale la formula di ricorrenza:

indriche, da f(p. B, z) = ap+bz4. r(z) = (r - 1)T(r -1) perogni z > 1.


ea di raggio Re massa M rispette lc) Perognin interopositivo :
r (n) = (n - 1)!
2eodi raggio R, altezza he massa
(d) Vale l'identità:

(@) e (c) ci dicono che la funzione I si può vederecome una funzioneregolare


Leprop
infnitamente derivabile) che interpola i valori del fattorale, cioècheassumeivalori ( - 1)!
auandoil suoargomento
argomento rr è intero. ma è de nita su tutta lasemiretta r> 0. Nonstupiscedi
è intero,
yKr+*}. eza che, alla paridell'espressionen!, lafunzioneGammacompaiain tanteformule
natenat iche notevoli.
la funzione: DnsTRAZIONE. (a) Nel paragrafo 4 abbiamo discusso il problema della derivazione sotto
no di integrale. Anche se, nel casodegli integraligeneralizzati,nonabbiamoenunciato
un risultato preciso, possiamo osservare che
+(2-cji dedyds'
Eniodi integrazione. Calcolare
la secondaderivata non può
e che l'integrale generalizzato
ale divergente nell'intorno di
ente. log t'dt
converge per ogni k. Si può dimostrare (non lo facciamo) che la derivata k-esima della
huzione I si può effettivamente calcolare derivando sotto il segno di integrale: pertanto I è
derivabile in nite volte.
(b) Integriamo per parti nell'integrale generalizzato:

, nota cone funzione Gam-


atematiche, (in particolare
re)-(e)dt = (-'e+e-)ea =
i certi integrali) e in mol- =0+ (r - 1)T ( – 1),
iquestotipo nelprossimo
dove si è inteso (coerentemente alla de nizione di integrale generalizzato):
ella sfera n-dimensionale.

(-e* =lim_(-re)-lim(-e)=0+0
perchéper ipotesi r> 1.

edivariabilerealef (t) =
"Si vedano i criteri di integrabilità studiati per gli integrali generalizzati in una variabile nel
0.o0); per -→+oc tende
volune 1, capitolo 6, paragrafo 8.
si ha: Nella matematica superiore si de nisce la funzione T anche se z è complesso, purché con parte
teaic positiva: noi ci limitereho al caso di z reale e positivo.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
288 Capitolo 5. Calcolo integrale per funzioni di più variabili
978-88-08-06485.

(c) Dalla (b) abbiamo:

(5.2) r(n) = (n- 1)r (n - 1)


mentre, direttamente dalla de nizione, osserviamo che:

(5.3) r(1) =1.


Perricorrenza,dalle (5.2)-(5.3)segueche I (n) = (n- 1)!
(d) Ë suf cientecalcolare l'integrale chede nisce (z) col cambio di variabili t = 2.

Funzione Gamma sui semiinteri


Sono utili talvolta (vedremo un esempio nel prossimo paragrafo) i valori che la I (z) assun
per z seniintero, ossia quando = n/2 con n intero positivo.
Se n è part, n = 2k, sappiamo già che:

r(1) =r)- (k-1))- (3-i)!


Occupiamoci quindi del caso n dispari, cioè n = 2k + 1 con k intero positivo. Il casopi
semplice è k = 0: dalla (d) del teorema precedente si ha:

Abbiamo calcolatoquestointegralenell'Esempio2.1 delparagrafo2,provandochevale .


Quindi:
r(4)-va
Più in generale, usando più volte la formula di ricorrenza per la Gamma (punto (b) del
teorea) abbiamo, per k > 1:

r()-r(-)- (*-1)r(-) -
-(4-})(-)r(-3+}) -.
-(-)(-z)-()(-) G)-)-
(2k- 1)(2k-3)(2k-
k-1
5)*5-3 F-

(2k-1)fa.
dove il simbolu (2k - 1)! ("semifattoriale indica per de nizione il prodotto di tutti gi
interi dispari da (2k - 1) in giù:

(2k - 1)!! = (2k - 1)(2k – 3)(2k –5) -5-3.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
A978-88-08-06485 1 5 Complementi 289

Possiamoquindi scrivere:

r(|)-
(64) r()= perndispari> 3,

r()-() per n pari.

s2 De nizioni e proprietà elementari degli integrali in R


La de nizione di integrale per una funzione di n variabili a valori reali, limitata e de nita
s un insieme limitato, generalizza in modo naturale quella di integrale doppio e triplo
e non la ripeteremo in dettaglio: schematicamente, si considerano funzioni de nite su un
(iper)parallelepipedo (che possiamo chiamare anche n-scatola),

Q= la1.b1l] x (a2,ba] x .. x (an, ba).


si suddivide ogni intervallino in k parti uguali (e quindi l'n-scatola iniziale in k n-scatole
ueuali), si de nisce in modo naturale una successione {s*} di sommne di Cauchy-Riemann di
f:Q→ Re si dà la de nizione di funzione integrabile e di integrale. Successivamente, si
estende la de nizione a funzioni de nite su un insiene limitato 2cR", al solito modo.
Osserviamo solo che, dal punto di vista notazionale, un integrale in n variabili viene
solitamente indicato con un unico simbolo di integrale, al modo seguente:

dove quindi il simbolo fo indica già l'integrale multiplo.


Valgono inalterate le proprietà formali dell'integrale (linearità, monotonia... ), cosi come
il fatto che le funzioni continue su un dominio regolare risultino integrabili.
La tecnica di riduzione degli integrali multipli a integrali in dimensione inferiore si adatta
in maniera naturale, ma è complicata dalle numerose possibilità che ora sostituiscono le sole
due forme di integrazione "per li" e "per strati" che si presentavano per gli integrali tripli.
Il teorena sul cambio di variabili negli integrali multipli vale in maniera analoga e
anche in questo caso il modulo del determinante jacobiano della trasformazione compare
nell'espressione dell'elemento in nitesimo di volume.
In questo contesto, vogliamo ora fare qualche osservazione sull'uso delle coordinate polari
in R" e su alcune questioni collegate.

Coordinate polari in R"


La trasformazione di coordinate che lega coordinate euclidee e coordinate polari (dette anche
ipersferiche) in R" è data da:

T| = pcoso1
T2 = psino1cos 2
I3 = psin o1 sin o2cOSO3
(5.5)

Tn-l = psin¢1 ...sin ¢,-2C0sn-1


In = psin ģ1...sin o,-2sinon-1
dove p=x\, I'ultiuo angolo on-1 Varia in (0,2n),mentre tutti gli altri varianoin(0, ).

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
290 Capitolo 5. Calcolo integrale per funzioni di più variabili 978-88-08-06485

Si puð dimostrare che l'elemento in nitesimo di volume ha la forma:

dzıdr,...dr, = p"'sin"-o sin"- oa...sinon-1dpdóndoz...don-1.


Per certi scopi, è suf ciente ricordare che l'elemento in nitesimo ha la forma:

dzydr,... dr, =pdpw(o1,2,....on-) doidớz...do,-1


per un'opportuna funzione w. (Quest'ultimno fatto si capisce facilmente osservando la strut.
tura delle equazioni (5.5) e quindi la forma che assumerà la matrice Jacobiana).

Integrale di una funzione radiale


Calcoliamo l'integrale di una funzione radiale (cioè dipendente solo da lx) su m
dominio a simmetria radiale, per esempio una sfera. Si ha:

(o1.o2.on-1) do,dò, .do,-

(dove abbiamo indicato sinteticamente con l'integrale n -1 dimensionale nell'insie


me di variabilità di tutte le variabili angolari). Ora l'integrale interno è unacostante
(dipendente dalla dimensione n, ma indipendente dalla funzione radiale f) e l'identità
precedente può essere riscritta nella forma più semplice:

(5.6)

La costante w, ha il signi cato geometrico di area della super cie sferica di ragio
unitario e ora calcolererno esplicitamente il suo valore.

Volume e super cie laterale della sfera in R"


Per calcolare wn, utilizziamo ancora la (5.6), nel caSo di una particolare funzione radiale di
cui. per altra via, conosciano l'integrale: lagaussiana e-i". Applicando la (5.6) per R oc:

(5.7)

Il primo membro della (5.7) si può trattare con lo stesso ragionamento fato nelcasSOn =2
nel paragrafo 2:

Confrontando il scondo membro della (5.7) con la (d) del teorema 5.13 si vede che:

r()-/ a

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi
fi
fi
fi
-06485.1 5 Complementi 291
e978
8808.06485-1

rala funzione Gamma di Eulero, perciò:


dove

e=rG)
da cui ricaviamo:
2-n/2
Wn =

A strut. ordiamo che nelle (5.4) abbiamo calcolato esplicitamente i valori (9) (funzione Gamma
ad argomento semiintero).

Il calcolo di w, è utile anche per quello di un'altra costante notevole: il volume della sfera
Su un di aggio R in R". Indicando con

BR = {x € R": x| < R}.


si ha infatti, passando in coordinate polari e applicando la (5.6):
on-1
R 2=n/2
n
"insie-
ate L'ultima espressione trovata si può riscrivere in vari modi, osservando per esempio che
entità 2/2
nr()(G) +1)
In de nitiva otteniamo, tenendo conto anche delle (5.4), che:

per n pari
uggio Vol(BR)gT G)
R per n dispari.
n!
A titolo di esempio:
ale di
0: per n =... vol(BR) =... area(0Br)
rR? 2rR

4nR
=2 R 21°R
4

Osservianno, che per ogni dimensione n, il numero t (elevato a un'opportuna potenza intera)
compare nella formula che asegna il volume della sfera. Notiamo che, curiosamente, per R
ssato e n→o, Vol(Br) →0. Ë anche utile osservare che, in ogni dimensione n:
d
arca (üBr) = (vol (Br) .
dR
L'area della super cie sferica (non inaspettatamente) è la derivata rispetto al ragaio del
volume della stessa sfera.

Creato con Scanner Pro


fi
fi
fi

Potrebbero piacerti anche