Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il Sistema Nervoso
Rappresenta l’unità morfo-funzionale, cioè l’unità sia anatomica che funzionale caratterizzata da
un tessuto biologico altamente specializzato nel trasmettere-ricevere, controllare-elaborare gli
stimoli interni ed esterni del corpo, per mezzo di segnali bioelettrici, permettendo in definitiva a un
organismo vivente di relazionarsi con il proprio ambiente.
Il sistema nervoso è alla base di tutte le nostre funzioni muscolari, sensoriali, psicologiche,
cognitive ed emotive.
[Tutto è movimento, tutte le nostre comunicazioni con l’esterno sono mediate dal movimento.
Tutti gli output che restituiamo all’esterno sono movimento.]
Il sistema nervoso si divide in sistema nervoso centrale e periferico:
- il sistema nervoso centrale (SNC) è la divisione del sistema nervoso situata all’interno della
scatola cranica e della colonna vertebrale;
- il sistema nervoso periferico (SNP) è la divisione del sistema nervoso situata al di fuori della
scatola cranica e della colonna vertebrale, comprende i nervi e i gangli spinali.
Le cellule del sistema nervoso
Vengono classificate in neuroni e cellule gliali.
Le cellule gliali vengono distinte in : Astrociti, classica forma stellata; microglia; oligodendrociti,
cellule di Schwann.
Il prototipo neurone è formato essenzialmente da tre parti:
un corpo cellulare, soma, centro metabolico del neurone. È presente il nucleo e tutti gli organuli e
organelli dispersi nel citoplasma ed è rivestito da una membrana con doppio strato fosfolipidico,
nota come membrana cellulare;
dal corpo cellulare si diramano le arborizzazioni dentritiche, brevi collegamenti attraverso i quali i
neuroni stabiliscono dei contatti sinaptici con altri neuroni;
il cono di emergenza rappresenta la zona di giunzione, di collegamento tra il corpo cellulare e
l’assone del neurone.
L’assone è un prolungamento del neurone standard e serve a far in modo che l’impulso nervoso si
propaghi nei terminali assonici/ bottoni terminali. Gli assoni del sistema nervoso centrale sono
ricoperti da una sostanza Mielina, formata dal 80% di lipidi e il 20% di proteine, e che serve ad
isolare elettricamente il neurone, fa in modo che l’impulso nervoso si propaghi più rapidamente.
Sia gli assoni che i bottoni terminali sono ricoperti da una membrana plasmatica allo stesso modo
della membrana cellulare che ricopre il corpo cellulare.
A livello dell’assone sono presenti alcune interruzioni note come “nodi di Ranvier”, in onore dello
scienziato. Il potenziale di azione non si propaga lungo tutto l’assone in modo continuo, ma
“saltella” da un nodo di ranvier a quello successivo. Questo movimento si chiama “conduzione
saltatoria del potenziale d’azione”.
Un neurone rilascia delle sostanze chimiche a seguito della stimolazione elettrica che poi vanno ad
agire sul neurone post-sinaptico. La sinapsi è lo spazio compreso tra due neuroni adiacenti
attraverso i quali comunicano, si parte da una segnalazione elettrica, in genere il potenziale
d’azione ha orignine nel cono di emergenza, si propaga lungo l’assone, raggiunge i bottoni
terminali, favorendo il rilascio di alcune molecole note come “neurotrasmettitori” che a loro volta
si vanno a legare al neurone post-sinaptico e causano un nuovo potenziale d’azione che si
trasmette lungo un altro neurone e via dicendo.
Corpo cellulare-assone-sinapsi.
[Si parla di afasia se è presente una difficoltà nel linguaggio, sia di comunicazione che di
riproduzione. Quando invece la difficoltà riguarda il linguaggio scritto, si parla di dislessia.] Quindi,
avevano anche localizzato la sede della lesione cerebrale che aveva causato questo disturbo al
livello della produzione linguistica.
Approfondimento: l’AFASIA
Nel suo studio, Broca inizia ad ipotizzare come funzioni diverse del cervello potevano essere
localizzate in parti specifiche del cervello. A proposito di questo ha parlato di quella che oggi è
nota come afasia di Broca.
Una persona affetta di afasia di Broca è in grado di comprendere a pieno il linguaggio però ha
difficoltà a produrre il linguaggio.
Successivamente un altro studioso ovvero Wernicke (studiando pazienti con lesioni cerebrali) si
rende conto che una lesione in quest’altra area (immagine di seguito) causava deficit nella
comprensione del linguaggio, quindi l’esatto contrario con quello che succedeva con una lesione
nell’area di Broca.
In questo caso le persone erano in grado di produrre il linguaggio ma avevano un deficit nella
comprensione linguistica (non capiscono quello che viene detto e danno risposte a caso).
Tuttavia, ci si rese conto che queste aree sono connesse tra di loro tramite un fascio di fibre, il
fascicolo arquato. Da ciò si deduce che è molto importante andare a caratterizzare non solo le
singole aree, ma anche le connessioni esistenti tra queste aree, proprio perché, ad esempio, in
questo caso si parla di afasia quasi completa nel senso che va ad inficiare sia le capacità di
produzione che di comprensione linguistica.
Il paziente non riuscendo a comprendere ciò che gli viene detto tende a ripetere.
Differenze tra quadro afasico e DSA: ciò che distingue un quadro afasico da un disturbo specifico
dell’apprendimento (dsa) è che in quest'ultimo si parla di deficit di sviluppo, nel caso dell’afasia,
invece, deve essere successo un qualcosa che ha scatenato successivamente i problemi di
comprensione e/o produzione linguistica (una lesione cerebrale che capita in modo accidentale,
un ictus cerebrale, la presenza di un tumore cerebrale. La maggior parte dei casi sono dati da
ictus). Ai tempi odierni è rarissimo trovare casi di afasia pura, nel senso che poi si accompagna
anche ad altri deficit, così come è raro trovare esclusivamente lesioni all’area di Broca e di
Wernicke e quindi di conseguenza si va a complicare il quadro clinico.
COSA FANNO GLI PSICOLOGI CON I SOGGETTI AFASICI?
I pazienti possono essere a conoscenza o meno di essere affetti di afasia. Quindi, l’intervento non
si struttura solo da un punto di vista puramente neuropsicologico, ma anche su un piano emotivo,
più prettamente psicologico, che implica il sostegno familiare e via dicendo. Per quanto riguarda
l’intervento neuropsicologico, il neuropsicologo è chiamato a valutare, quantificare il deficit e
fornire indicazioni a chi si occuperà di riabilitazione linguistica (nel 90% dei casi sarà un logpedista
ad occuparsene.
PLASTICITÀ CEREBRALE
Un concetto molto importante è quello di plasticità cerebrale, infatti il nostro cervello è in grado di
riorganizzarsi. Ad esempio, i meccanismi di apprendimento e memoria sono basati sulla
formazione di nuove sinapsi. Inoltre, quando perdiamo il funzionamento di una specifica area
cerebrale il nostro cervello è in grado di compensare in parte questa perdita. E’ proprio per questo
motivo che il cervello viene considerato plastico, nel senso che non varia il numero di neuroni (che
non vanno incontro ad una divisione cellulare nel cervello adulto, tranne in alcuni rari casi, in cui ci
sono delle aree in cui si vanno a formare dei nuovi neuroni), quello che cambia sono le
connessioni tra i neuroni. Si ha un passaggio quindi dal Locazionismo al Connettivismo.
Nell’ambito della Neuroanatomia, negli anni 60-70 venne condotto un esperimento: se dovessimo
tagliare una falange del dito ad uno scimpanzé, a livello della rappresentazione cerebrale di quella
specifica parte del corpo, avverrebbe il fenomeno dell’arto fantasma, però da un punto di vista
strutturale/ funzionale alcune aree del cervello deputate a svolgere altre funzioni tendono ad
assumere quella funzione oramai mancante, per cercare di compensare quel “vuoto”. Ecco perchè
si parla di plasticità cerebrale.
Giornata Nazionale di Afasia 2017
https://youtu.be/4O5s3zwZF2Y (da vedere, molto interessante!)
AFASIA FLUENTE E NON FLUENTE
Gli afasici fluenti hanno un eloquio relativamente produttivo, riescono infatti a generare una ventina di
parole al minuto con frasi composte da 5-6 elementi; dispongono inoltre di una prosodia e di
un'intonazione della frase relativamente normali. Generalmente non sembrano rendersi conto dei
propri deficit. Il loro linguaggio è caratterizzato dalla presenza contemporanea di parole appropriate e
di parole prive di nesso; le frasi, spesso lunghe, non seguono le regole della sintassi e sono rese
imprecise dall'utilizzo frequente di perifrasi; tuttavia, nei casi più gravi, l'afasico fluente riesce a
produrre soltanto parole senza senso, generando un linguaggio completamente vuoto. Le afasie fluenti
sono causate da lesioni parietali temporali dell'emisfero sinistro. L’afasia di Wernicke è fluente.
Gli afasici non-fluenti sono caratterizzati da una scarsa produzione verbale spontanea, riescono a
produrre soltanto parole isolate o frasi molto brevi composte da 2-3 elementi, riducendo l'espressione
in alcuni casi a una stereotipia o a una formula verbale; hanno inoltre una prosodia ed un'intonazione
della frase fortemente rallentate e anormali. Utilizzano strutture sintattiche molto semplici: impiegano
pochi verbi, a volte neanche coniugati, ed usano uno stile telegrafico, cioè non utilizzano particelle
come articoli, preposizioni e pronomi. Spesso, accorgendosi delle difficoltà nella comunicazione, i
pazienti si scoraggiano e rinunciano all'eloquio o compensano le necessità con il linguaggio non
verbale. Le afasie non fluenti sono causate da lesioni frontali dell'emisfero sinistro. L’afasia di Broca è
non-fluente.
RIABILITAZIONE E CONSAPEVOLEZZA
La mancanza di consapevolezza della malattia comporta una mancata comprensione del perché si stia facendo
una riabilitazione, perciò a volte si deve lavorare anche sulla consapevolezza.
A tal proposito, il logopedista deve avere delle conoscenze psicologiche, così come il neuropsicologo deve
avere delle conoscenze logopediche, poiché ,occupandosi appunto della valutazione del linguaggio, va ad
indicare quali specifiche componenti linguistiche sono compromesse e quali preservate, per impostare il piano
terapeutico che poi seguirà il logopedista. Perciò si può notare come si abbraccia bene il concetto di
interazione di equipe nella riabilitazione neuropsicologica.
MEMORIA E AFASIA
La memoria dipende sempre dal tipo di afasia e se la lesione ha riguardato o meno anche i magazzini di
memoria.
PATTERN E AREE CEREBRALI
In Nilla Pizzi il canto e le capacità di lettura erano rimasti intatti, e la donna è riuscita addirittura a rispettare i
tempi della canzone con un’intonazione perfetta. Questo dimostra come le facoltà di lettura possono essere
preservate in un quadro di afasia, ma non è necessariamente così, poichè ci sono delle afasie che vanno ad
intaccare sia le capacità di produzione sia quelle di scrittura.
Il fatto che queste capacità si sono preservate nella cantante dimostra che esistono pattern, reti di neuroni,
quindi più aree che controllano la stessa funzione (es. aree primarie, aree associative che mettono insieme
diversi tipi di informazioni), ma fondamentalmente il pattern del canto è diverso rispetto a quello della
produzione del linguaggio parlato.
-L'Alzheimer colpisce soprattutto la memoria. Osserviamo il video di questa ex ballerina affetta di Alzheimer:
https://www.youtube.com/watch?v=ME3ideMOJws
Si può vedere come la Signora riesca ancora a ricordare la coreografia di una danza che ballava da giovane.
All'inizio è emersa la paura di non riuscire a ricordare la sequenza dei movimenti poi in realtà muovendo solo
le braccia è riuscita a ricordare perfettamente tutto. Come mai? Questo ci fa supporre che tipi di memorie
diverse sono collocate in strutture o regioni o aree del cervello diverse. La memoria motoria è maggiormente
controllata da una determinata parte del cervello rispetto alla memoria episodica relativa al richiamo di
episodi di vita.
4) Il neurone
Agli inizi del 1800 furono apportati dei miglioramenti al microscopio che offrirono agli scienziati una prima
opportunità per esaminare i tessuti animali ad alto ingrandimento. Così, nel 1839, lo zoologo tedesco Theodor
Schwann enunciò quella che sarebbe stata battezzata teoria cellulare: tutti i tessuti sono costituiti da unità
microscopiche chiamate cellule. Benchè le cellule del cervello fossero già state identificate e descritte, era
rimasta ancora irrisolta la controversia riguardante la possibilità che una singola “cellula nervosa” fosse
effettivamente l’unità funzionale di base del cervello. Le cellule nervose, normalmente, sono dotate di un
certo numero di sottili prolungamenti, o processi, che si estendono dal corpo cellulare centrale. Inizialmente,
gli scienziati non furono in grado di stabilire se i prolungamenti provenienti da differenti cellule fossero
comunicanti come i vasi sanguigni all’interno del sistema circolatorio. Se questo fosse stato vero, allora la
“rete nervosa” che connette tra loro le varie cellule nervose avrebbe potuto rappresentare l’unità elementare
delle funzioni cerebrali. [continua nel cap 2: da pag 24 a 27]