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ambiente disumano e durissimo; la sua storia viene raccontata con un linguaggio nudo
e privo di sovrastrutture retoriche, una vera narrazione popolare.
Il lettore difatti viene introdotto nel mezzo degli avvenimenti, senza che nessuno gli
spieghi gli antefatti e gli tracci un profilo dei personaggi, della loro storia…
Il narratore dunque per ‘Non Essere’, deve vedere le cose con gli occhi dei personaggi,
esprimerle con le loro parole, pensarle con la loro testa: deve assolutamente
annientarsi, eclissarsi.
Basti pensare all’incipit di Rosso Malpelo: “Malpelo si chiamava così perché i capelli
rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo”.
Un’affermazione questa che rivela una visione primitiva e superstiziosa della realtà,
‘che vede nell’individuo diverso un essere segnato da una maledizione che occorre
temere e da cui è necessario difendersi. È come se a raccontare non fosse uno
scrittore colto ma uno qualunque dei vari minatori della casa in cui lavora Malpelo’
(op. cit.).
E se capita talvolta che la voce narrante commenti e giudichi i fatti, non lo fa certo
secondo la visione colta dell’autore, ma in base alla visione sempliciotta rozza del
popolo che non riesce a cogliere le reali motivazioni psicologiche delle azioni e
deforma ogni accadimento in base alle sue personali interpretazioni, fondate soltanto
sulla legge dell’utile e dell’interesse egoistico. È per questo motivo che anche il
linguaggio, come detto, non è quello dello scrittore, ma è un linguaggio spoglio e
povero, cadenzato da modi di dire, proverbi, imprecazioni popolari, espresso con una
struttura sintattica dialettale, elementare e talvolta scorretta. E’ da sottolineare,
comunque che Verga non usa mai espressamente il lessico dialettale, ma se
compaiono, i termini dialettali vengono dall’autore isolati in un corsivo che non vuole
confondersi con la lingua italiana.
• Come accade sovente nel ➔discorso diretto, spesso presenta al suo interno
interiezioni, esclamazioni, avverbi di luogo e tempo, frasi interrogative dirette, frasi
ellittiche e vari costrutti tipici del parlato.
• I tempi verbali più usati sono l’indicativo imperfetto e il condizionale passato (il
cosiddetto ➔futuro nel passato), che permettono una maggiore vicinanza di chi scrive
a ciò che si racconta.
Molto in voga nella prosa narrativa tra Ottocento e Novecento, il discorso indiretto
libero ha lo scopo di riferire in 3a persona le parole e i pensieri di un personaggio,
combinandoli con quelli della voce narrante
Carlo D’Andrea, con gli occhi fissi dietro le grosse lenti da miope, attese un pezzo,
senza trovar parole, non sapendo ancor credere a quella rivelazione, né riuscendo a
immaginare come mai quella donna, finora esempio, specchio di virtù, d’abnegazione,
fosse potuta cadere nella colpa. Possibile? Eleonora Bandi? Ma se aveva in gioventù,
per amore del fratello, rifiutato tanti partiti, uno più vantaggioso dell’altro! Come mai
ora, ora che la gioventù era tramontata… – Eh! Ma forse per questo… (L. Pirandello,
Scialle nero).
ROSSO MALPELO
La novella presenta tutti i caratteri del racconto verista. Non si svolge secondo una
organica successione di eventi ma per aggregazione di fatti, quindi con
anticipazioni, aggiunte e riprese proprio come se a narrarla fossero gli stessi
protagonisti anziché lo scrittore.
Verga usa la tecnica narrativa del discorso indiretto libero e utilizza le espressioni
gergali proprie dei personaggi, come se a raccontare fosse uno degli operai della cava.
La vicenda si svolge in Sicilia ed è incentrata sul fenomeno del lavoro minorile nelle
cave di sabbia.