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5.2 Le origini dello studio delle gratificazioni (fase iniziale, anni 40)
Nella ricostruzione dello sviluppo dell'approccio degli usi e delle gratificazioni
Blumler e Katz individuano la fase iniziale definita come quella dell’infanzia negli
anni 40. In questa fase si collocano i primi tentativi di arrivare a una descrizione degli
orientamenti dei sottogruppi dell’audience nei riguardi di selezionati contenuti
mediali. L'individuazione degli atteggiamenti degli individui nei confronti dei media,
la natura del loro rapporto, costituì l'obiettivo di ricerca di numerosi scienziati sociali
che pur continuando a cercare gli effetti, iniziò a prestare attenzione anche ad altri
aspetti. In questa prima fase l'interesse degli studiosi si concentrò sulle content
gratifications , ovvero sull'individuazione del nesso tra le gratificazioni tratte dagli
individui e il contenuto dei media. Le possibili gratificazioni tratte dalla fruizione dei
diversi mezzi di comunicazione diverranno oggetto di studio privilegiato solo nella
cosiddetta fase della maturità, nel periodo moderno , quando l'attenzione si
concentrerà sul process gratification.
In una prima tipologia costruita da Klapper, il consumo dei media da parte degli
individui veniva ricondotto a due categorie di funzioni :
Le funzioni semplici e le funzioni complesse. Tra le prime figurano l'offerta di relax,
la stimolazione dell’immaginazione, l'interazione sostitutiva, la creazione di un
terreno comune per i contatti social ; Tra le seconde vi sono la distensione emotiva e
la scuola di vita. L'offerta dire di relax rimanda la capacità da parte dei media di
offrire occasioni di riposo ed evasione. Herzog individua una sorta di sollievo
connesso all’esposizione segnalato da molti intervistati. Nella stessa direzione si
collocano i risultati presentati da Mcphee relativi al consumo del mezzo radiofonico
dopo l'avvento della televisione: una fonte di divertimento di sfondo che può
accompagnarsi ad altre attività.
Con la stimolazione dell'immaginazione si fa riferimento al contributo offerto dai
media alla costruzione di giochi, fantasie, proiezioni. In realtà, questa funzione
rimanda alla capacità dei membri dell’audience di interpretare ed elaborare i
contenuti dei media a seconda dei bisogni individuali ed era già presente tra i dati
raccolti da Blumer sul consumo cinematografico delle giovani generazioni, in quanto
aveva individuato l'esistenza di una forma di influenza sui giochi infantili e sulla
costruzione di storie e fantasie da parte dei ragazzi.
La funzione di interazione sostitutiva assorta dei media. Per spiegarla Klapper fa
come esempio una conversazione avvenuta tra un conduttore radiofonico e una
casalinga sulle ragioni dell’ascolto delle soap opera, il radiofonico invita a illustrare i
motivi dell’ascolto, la donna rispose “perché è una voce in casa”. Che i programmi
radiofonici o televisivi implicanti un interazione sociale, ad esempio i talk show,
esercitano una maggiore presa sulle persone sole emerge anche da altre ricerche
condotte in quegli anni. Più recentemente uno studio condotto sulle motivazioni
degli ascoltatori che intervengono telefonicamente nei talk show dedicata alla
politica ha rilevato come il 27% dei soggetti telefoni semplicemente per essere
coinvolto nella conversazione. Nell'era dei social media, si intuisce come l'
opportunità di interazione offerta sia estremamente attraente per gli individui. Oltre
a consentire di essere tra gli altri anche quando si è soli, i media offrono un terreno
comune per i contatti sociali tramite l'offerta di argomenti di conversazione. Bogart
ha condotto una ricerca a sostegno della presenza di questa funzione, sul ruolo
svolto dai fumetti nella vita di alcuni uomini adulti con un basso livello socio
culturale. Il 65% degli intervistati leggeva fumetti e ne discuteva con altre persone: i
personaggi dei fumetti offrivano materiale utile per descrivere determinati
comportamenti e venivano assunti in riferimento per descrivere e interpretare la
vita reale. Nella stessa direzione si collocano i risultati dell'indagine condotta da
Herzog sulla gratificazione alla base dell’esposizione ai quiz radiofonici alle soap
opera. In ogni caso si è in presenza di una forma di interazione fondata sulla
condivisione del consumo di un prodotto mediale. I risultati ottenuti da Bogart e
dalla Herzog anticipavano l'individuazione di quella che verrà definita da Lull la
“dimensione relazionale” dei media e consentono oggi di interpretare fenomeni
come quelli del second screen ovvero l'attività congiunta del guardare la tv e
commentare sui social media
Sul fronte delle funzioni complesse quella della distensione emotiva coglie il bisogno
che molti individui hanno di ottenere un alleggerimento delle emozioni. La
distensione emotiva si realizza in modi diversi indicando l'ascoltatrice che non è solo
nei suoi dispiaceri o facendola sognare di quel che avrebbe potuto essere.
La scuola di vita è l'ultima funzione complessa attribuita al sistema dei media in
questa fase della ricerca. Nella ricerca di Blumer sul consumo cinematografico dei
giovani emergeva la capacità da parte dei film di offrire modelli, stili di vita e di
comportamento ai quali potersi adeguare: in breve si configurava come una scuola
di etichetta. Anche le donne intervistate dalla Herzog individuava nella radio una
fonte di apprendimento dalla quale attingere consigli di saggezza nei momenti di
difficoltà. Questo ruolo educativo attribuito ai media è una costante che si ritrova in
contesti diversi e che, in Italia si rintraccia nel riconoscimento del ruolo centrale
esercitato dalla televisione intorno agli anni 50 nella diffusione della lingua italiana
in un paese dai 1000 dialetti e con un identità in via di ricostruzione. In conclusione,
sia le funzioni semplici sia le funzioni complesse si occupano di dare visibilità alle
gratificazioni ottenute dai soggetti a seguito del consumo di prodotti mediali.
Mettono cioè in relazione il contenuto mediale le gratificazioni individuali. Nella fase
iniziale della ricerca ispirata a questo approccio il limite dell' esclusiva focalizzazione
sulla dimensione individuale è apparso visibile.