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DIPARTIMENTO

PROMOZIONE DELLA SALUTE, DEL BENESSERE SOCIALE


E DELLO SPORT PER TUTTI

SEZIONE INCLUSIONE SOCIALE ATTIVA E INNOVAZIONE RETI SOCIALI



PugliaCapitaleSociale 2.0
Programma regionale per la cittadinanza attiva e la promozione del bene comune
(artt. 72 e 73 del dec. leg.vo n. 117/2017)


Premessa

Con l’approvazione della legge 6 giugno 2016, n. 106 il Parlamento ha delegato il Governo
all’adozione di diversi decreti legislativi in materia di riforma del Terzo settore, al fine di sostenere
l'autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene
comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, favorendo la
partecipazione, l'inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e
di occupazione lavorativa.
L’art. 9, comma 1, lettera g), della stessa legge, istituisce un fondo destinato a sostenere - tra gli
altri obiettivi specifici - lo svolgimento di attività di interesse generale, attraverso il finanziamento
di iniziative e progetti promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione
sociale e fondazioni comprese tra gli enti del Terzo settore, disciplinandone altresì le modalità di
funzionamento e di utilizzo delle risorse.
La legge n. 106/2016 ha trovato una prima sostanziale attuazione nel corso del 2017, attraverso
l’approvazione di una serie di provvedimenti, tra i quali il Decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117
Codice del Terzo settore.
Ai sensi dell’art. 5 del decreto, gli enti del Terzo settore esercitano in via esclusiva o principale una
o più delle seguenti attività di interesse generale:

a) interventi e servizi sociali ai sensi dell'articolo 1, commi 1 e 2, della legge 8 novembre 2000, n.
328, e successive modificazioni, e interventi, servizi e prestazioni di cui alla legge 5 febbraio
1992, n. 104, e alla legge 22 giugno 2016, n. 112, e successive modificazioni;
b) interventi e prestazioni sanitarie;
c) prestazioni socio-sanitarie di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 febbraio
2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 129 del 6 giugno 2001, e successive
modificazioni;
d) educazione, istruzione e formazione professionale, ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53, e
successive modificazioni, nonché le attività culturali di interesse sociale con finalità educativa;
e) interventi e servizi finalizzati alla salvaguardia e al miglioramento delle condizioni
dell'ambiente e all'utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, con esclusione
dell’attività, esercitata abitualmente, di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi;
f) interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, ai sensi del
decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni;
g) formazione universitaria e post-universitaria;
h) ricerca scientifica di particolare interesse sociale;
i) organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse
attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e
delle attività di interesse generale di cui al presente articolo;
j) radiodiffusione sonora a carattere comunitario, ai sensi dell'articolo 16, comma 5, della legge 6
agosto 1990, n. 223, e successive modificazioni;
k) organizzazione e gestione di attività turistiche di interesse sociale, culturale o religioso;
l) formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica e al
successo scolastico e formativo, alla prevenzione del bullismo e al contrasto della povertà
educativa;
m) servizi strumentali ad enti del Terzo settore resi da enti composti in misura non inferiore al
settanta per cento da enti del Terzo settore;
n) cooperazione allo sviluppo, ai sensi della legge 11 agosto 2014, n. 125, e successive
modificazioni;
o) attività commerciali, produttive, di educazione e informazione, di promozione, di
rappresentanza, di concessione in licenza di marchi di certificazione, svolte nell'ambito o a favore
di filiere del commercio equo e solidale, da intendersi come un rapporto commerciale con un
produttore operante in un'area economica svantaggiata, situata, di norma, in un Paese in via di
sviluppo, sulla base di un accordo di lunga durata finalizzato a promuovere l'accesso del
produttore al mercato e che preveda il pagamento di un prezzo equo, misure di sviluppo in favore
del produttore e l'obbligo del produttore di garantire condizioni di lavoro sicure, nel rispetto delle
normative nazionali ed internazionali, in modo da permettere ai lavoratori di condurre
un'esistenza libera e dignitosa, e di rispettare i diritti sindacali, nonché di impegnarsi per il
contrasto del lavoro infantile;
p) servizi finalizzati all'inserimento o al reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori e
delle persone di cui all'articolo 2, comma 4, del decreto legislativo recante revisione della
disciplina in materia di impresa sociale, di cui all'articolo 1,
comma 2, lettera c), della legge 6 giugno 2016, n. 106;
q) alloggio sociale, ai sensi del decreto del Ministero delle infrastrutture del 22 aprile 2008, e
successive modificazioni, nonché ogni altra attività di carattere residenziale temporaneo diretta a
soddisfare bisogni sociali, sanitari, culturali, formativi o lavorativi;
r) accoglienza umanitaria ed integrazione sociale dei migranti;
s) agricoltura sociale, ai sensi dell'articolo 2 della legge 18 agosto 2015, n. 141, e successive
modificazioni;
t) organizzazione e gestione di attività sportive dilettantistiche;
u) beneficenza, sostegno a distanza, cessione gratuita di alimenti o prodotti di cui alla legge 19
agosto 2016, n. 166, e successive modificazioni, o erogazione di denaro, beni o servizi a sostegno
di persone svantaggiate o di attività di interesse generale a norma del presente articolo;
v) promozione della cultura della legalità, della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa
non armata;
w) promozione e tutela dei diritti umani, civili, sociali e politici, nonché dei diritti dei
consumatori e degli utenti delle attività di interesse generale di cui al presente articolo,
promozione delle pari opportunità e delle iniziative di aiuto reciproco, incluse le banche dei
tempi di cui all'articolo 27 della legge 8 marzo 2000, n. 53, e i gruppi di acquisto solidale di cui
all'articolo 1, comma 266, della legge 24 dicembre 2007, n. 244;
x) cura di procedure di adozione internazionale ai sensi della legge 4 maggio 1983, n. 184;
y) protezione civile ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, e successive modificazioni;
z) riqualificazione di beni pubblici inutilizzati o di beni confiscati alla criminalità organizzata.

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Lo stesso D. Lgs. n. 117/2017 prevede, all’art. 72, la costituzione del Fondo per il finanziamento di
progetti e di attività di interesse generale nel Terzo settore, destinato a sostenere lo svolgimento
di attività di interesse generale, a cui si affiancano le risorse di cui all’art. 73 dello stesso Codice.
Una parte di queste risorse è destinata al sostegno di iniziative e progetti di rilevanza nazionale,
un’altra al sostegno di iniziative e progetti di rilevanza locale, entro la cornice di accordi di
programma, da sottoscriversi con le Regioni e le Province autonome.

Le modalità di utilizzo di tali risorse sono state definite da uno specifico atto di indirizzo, previsto
dal comma 3 dell’art. 72 del Codice stesso, adottato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali
il 13 novembre 2017, nel quale s’individuano gli obiettivi generali, le aree prioritarie di intervento
e le linee di attività finanziabili.

Per le iniziative e i progetti di rilevanza locale l’atto di indirizzo del Ministero rinvia la definizione
delle caratteristiche specifiche alle Regioni e alle Province autonome, nel rispetto degli obiettivi
generali, delle aree prioritarie di intervento, nonché delle eventuali priorità emergenti a livello
locale. Si chiede pertanto alle Regioni di individuare, sulla base dell’analisi dei bisogni specifici del
proprio territorio e della complementarietà tra le diverse programmazioni in corso di attuazione,
le aree prioritarie individuate, eventualmente integrare con ulteriori priorità emergenti a livello
locale.

A seguito dell’emanazione dell’atto di indirizzo indicato, il 27 dicembre 2017 il Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali e la Regione Puglia hanno sottoscritto l’accordo di programma per
l’attuazione degli articoli 72 e 73 del Decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, che prevede la
realizzazione da parte della Regione Puglia di un programma di interventi diretti a sostenere
l’implementazione delle attività di interesse generale, come indicate all’art. 5 del citato decreto,
da parte delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale che
risultino iscritte, nelle more dell’operatività del registro unico nazionale del Terzo settore, a uno
dei registri attualmente previsti dalle normative di settore.

Le sinergie con il Programma PugliaSocialeIN per l’innovazione sociale e l’economia sociale

E’ intendimento della Regione Puglia rendere questo programma di interventi parte integrante del
più ampio Programma per l’innovazione sociale e lo sviluppo dell’economia sociale, approvato con
Del. G.R. n. 2274/2017 e denominato “PugliaSocialeIN”, tanto al fine di coordinare le iniziative
riservate alle organizzazioni di volontariato e di promozione sociale di cui al citato accordo di
programma con tutte le altre iniziative che saranno realizzate a valere sulle risorse del POR Puglia
2014-2020 per tutti gli altri Enti del Terzo Settore, ivi inclusa l’intera platea delle imprese sociali,
nonché al fine di favorire l’integrazione tra risorse ordinarie e risorse aggiuntive o straordinarie
per sostenere specifici programma di investimento promossi dagli Enti del Terzo Settore.

Il Programma regionale PugliaSocialeIN intende concorrere alla finalità e agli obiettivi generali di
seguito riportati, perseguendo contestualmente una maggiore efficacia ed efficienza nell’utilizzo
delle risorse dei fondi strutturali favorendo progetti di investimento pubblici e privati definiti con
riferimento sia alla generazione di positivi impatti sociali che alla costruzione di maggiore valore
economico.
PugliaSocialeIN è il programma regionale che integra tutte le azioni che l’Amministrazione
regionale porrà in essere nel periodo 2017-2020 per promuovere un contesto favorevole
all’innovazione sociale e allo sviluppo dell’economia sociale, ricercando e attivando soluzioni

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innovative e risposte nuove alle domande di benessere e qualità della vita delle persone, delle
organizzazioni e delle comunità locali.
L’innovazione sociale considerata come leva per lo sviluppo di nuove aree di business, di nuove
piattaforme integrate di servizi, di nuove opportunità di inclusione e di attivazione, di
rigenerazione di contesti urbani e di patrimonio immobiliare, dunque trasversale ai diversi settori
di attività economica, tradizionali e del terziario avanzato, diventa con PugliaSocialeIN la chiave di
definizione di nuove prospettive di investimento e di nuove opportunità di consolidamento di
organizzazioni e reti di enti del terzo settore, di crescita delle imprese sociali esistenti e di nuove
imprese sociali anche in quanto capaci di sviluppare nuove arese di social business.

Nel quadro strategico e nel contesto normativo così come evoluto nell’ultimo biennio, la Regione
Puglia si presenta tra le prime Regioni italiane ad avviare un processo partecipato di recepimento
e attuazione della cd. Riforma del Terzo Settore, assumendo la finalità strategica di utilizzare tutte
le leve disponibili per favorire lo sviluppo dell’economia sociale e per promuovere importanti aree
di innovazione sociale.
In questo quadro PugliaSocialeIN si propone di conseguire i seguenti obiettivi generali :
- favorire la qualità delle organizzazioni del terzo settore nel territorio regionale, e delle loro
reti, in termini di empowerment delle stesse organizzazioni, qualità delle organizzazioni,
crescita della capacità manageriale interna alle organizzazioni, sviluppo di network e
capacità di alleanza con imprese sociali e altre aziende profit ma anche in termini di
capacità di comunicazione e di informazione, orientamento e promozione dell’accessibilità
dei propri servizi, e ancora di sperimentazione di innovazione interna alle proprie
organizzazioni con la diffusione della rendicontazione sociale, di esperienze di welfare
aziendale e di certificazione etica delle stesse organizzazioni;
- promuovere lo sviluppo di nuove aree di produzione di beni e servizi, capaci di fornire
risposte innovative a bisogni sociali diffusi e nuovi delle persone, delle famiglie e delle
comunità, nonché capaci di sostenere la crescita delle imprese profit e non profit operanti
in diversi settori di attività economica.
Gli obiettivi specifici di PugliaSocialeIN sono i seguenti:
- Promuovere l’innovazione sociale per costruire risposte nuove a problemi e bisogni sociali
antichi e nuovi, capaci di integrare la capacità di risposta che il welfare consolidato già offre
- Sostenere lo sviluppo di nuova economia sociale, con la nascita di nuove imprese sociali e
l’attivazione di nuove opportunità di business e social business;
- Accompagnare la riforma del terzo settore e dell’impresa sociale in Puglia per favorire uno
sviluppo dell’economia sociale, che non riguardi solo le singole organizzazioni o realtà di
impresa impegnate nei servizi alle persone, ma anche la capacità di tutti i soggetti
economici di innovare i processi di offerta e di incontrare la domanda e i nuovi bisogni
sociali in diversi settori di attività;
- Mettere a sistema tante buone pratiche e singole iniziative innovative, perché
costituiscano una rete sempre più dinamica e pervasiva di soluzioni innovative e
opportunità di inclusione in comunità generative;
- Promuovere la contaminazione del welfare tradizionale con iniziative innovative che in
tutti i settori di attività economica possono concorrere ad accrescere la qualità delle
risposte ai bisogni di persone e comunità, e favorire il matching tra esperienze, idee, know-
how per lo sviluppo dell’economia sociale;
- Sperimentare nuove modalità di partenariato pubblico-privato per iniziative ad elevato
impatto sociale in contesti locali già impegnati in processi di rigenerazione urbana, di
contrasto a gravi crisi socioeconomiche, di innovazione sociale.

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In questo quadro più ampio di programmazione regionale, il programma di interventi che la
Regione, di intesa con il tavolo regionale per l’attuazione della riforma del Terzo Settore, intende
realizzare a valere sulle risorse di cui all’accordo di programma ex artt. 72-72 del Codice ETS,
costituisce una delle prime leve di attivazione ed ha un rilievo strategico per favorire la
partecipazione attiva di tutte le organizzazioni di volontariato e di promozione sociale al processo
che si avvia per promuovere l’innovazione sociale e la crescita dell’economia sociale in funzione di
un nuovo salto di qualità richiesto all’intero welfare pugliese.

Obiettivi del Programma di interventi PugliaCapitaleSociale 2.0

Il programma di interventi che la Regione Puglia adotta, denominato PugliaCapitaleSociale 2.0,
intende sostenere lo sviluppo di iniziative territoriali di interesse generale, in coerenza con la
programmazione regionale ed in particolare con il Piano regionale delle politiche sociali,
approvato dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 2324 del 28 dicembre 2017, con il
Programma regionale per l’innovazione sociale e lo sviluppo dell’economia sociale Puglia Sociale
In, approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 2274 del 28 dicembre 2017 e con le altre
iniziative regionali di promozione della cittadinanza attiva e del capitale sociale nelle comunità
locali.
La l.r. n. 19/2006 individua la sussidiarietà tra i principi generali di riferimento del sistema
regionale di welfare e riconosce l’importanza del ruolo e della funzione dei cittadini, singoli e
associati, nel processo di costruzione delle politiche sociali a livello locale. Il principale strumento
di attuazione della normativa pugliese in materia di politiche sociali, il Reg. R. 18 febbraio 2007, n.
4, e s.m.i., disciplina la partecipazione dei cittadini alla realizzazione del sistema integrato dei
servizi con le disposizioni dell’art. 16 Partecipazione e cittadinanza attiva. Il regolamento regionale
prevede che i cittadini partecipino in tutte le fasi del processo di definizione di una politica sociale
a livello locale: nella programmazione, ma anche nella progettazione e nell’organizzazione degli
interventi e dei servizi, nella valutazione e nella verifica dell’efficacia degli stessi. La stessa legge
regionale, all’art. 16, comma 3, lettera a), individua tra le diverse competenze dei Comuni quella
della promozione della partecipazione, cioè della valorizzazione del contributo che all’attuazione
del Piano Sociale di Zona può dare la collettività, tramite forme innovative di collaborazione per lo
sviluppo di interventi di auto-aiuto e per favorire la reciprocità tra cittadini nell’ambito della vita
comunitaria.
Più di recente, con l’approvazione della l.r. n. 13 luglio 2017, n. 28, “Legge sulla partecipazione”, la
Regione Puglia – tra le altre cose - riconosce la partecipazione in quanto diritto e dovere delle
persone, intese come singoli e nelle formazioni sociali, promuove forme e strumenti di
partecipazione democratica per assicurare la qualità dei processi decisionali democratici,
attraverso la valorizzazione di modelli innovativi di democrazia partecipativa e di democrazia
deliberativa, la realizzazione e la sperimentazione di nuove pratiche di coinvolgimento nelle scelte
pubbliche e nelle decisioni amministrative.
Nel complesso, in definitiva, le norme regionali attribuiscono una funzione importante al
contributo che i cittadini possono dare al perseguimento degli obiettivi di benessere e tutela dei
diritti sociali, attività d’interesse generale, in modo coerente con il principio di sussidiarietà di cui
all’art. 118 della Costituzione e con le indicazioni di cui alla l.n. 6 giugno 2016, n. 106.
Questo programma si pone, pertanto, l’obiettivo di dare piena attuazione all’indirizzo normativo
nazionale e regionale e all’accordo di programma sottoscritto tra la Regione Puglia e il Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali, promuovendo iniziative di cittadinanza attiva finalizzate allo
sviluppo di capitale sociale, nell’ambito delle comunità locali, in coerenza con la
programmazione regionale.

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Gli obiettivi generali sono quelli indicati dall’atto di indirizzo ministeriale, che prevedono la
realizzazione di attività che concorrano al raggiungimento di alcuni degli obiettivi individuati
indicati nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile:
a) promuovere la salute e il benessere per tutti e per tutte le età;
b) promuovere un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento per
tutti;
c) promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e
produttiva e un lavoro dignitoso per tutti;
d) promuovere le pari opportunità e contribuire alla riduzione delle diseguaglianze;
e)promuovere società giuste, pacifiche e inclusive;
f) promuovere un’agricoltura sostenibile e responsabile socialmente.

Le aree prioritarie d’intervento individuate con l’atto d’indirizzo sono:
a) contrasto delle forme di sfruttamento del lavoro, in particolare in agricoltura, e del fenomeno
del caporalato;
b) sviluppo della cultura del volontariato, in particolare tra i giovani e all’interno delle imprese;
c) sostegno all’inclusione sociale, in particolare delle persone con disabilità e non autosufficienti;
d) prevenzione e contrasto delle dipendenze, ivi inclusa la ludopatia;
e) prevenzione e contrasto delle forme di violenza, discriminazione e intolleranza, con particolare
riferimento a quella nei confronti di soggetti vulnerabili;
f) contrasto a condizioni di fragilità e di svantaggio della persona al fine di intervenire sui fenomeni
di marginalità e di esclusione sociale, con particolare riferimento alle persone senza dimora, a
quelle in condizioni di povertà assoluta o relativa e ai migranti;
g) sviluppo e rafforzamento della cittadinanza attiva, della legalità e della corresponsabilità, anche
attraverso la tutela e la valorizzazione dei beni comuni;
h) sostegno alle attività di accompagnamento al lavoro di fasce deboli della popolazione;
i) contrasto alle solitudini involontarie specie nella popolazione anziana attraverso iniziative e
percorsi di coinvolgimento partecipato;
l) sviluppo di forme di welfare generativo di comunità anche attraverso il coinvolgimento attivo e
partecipato in attività di utilità sociale dei soggetti che beneficiano di prestazioni di integrazione e
sostegno al reddito nonché degli altri appartenenti alle categorie di cui all'articolo 1, comma 312,
della legge 28 dicembre 2015, n. 208 e all’articolo 1, commi 86 e 87, della legge 11 dicembre 2016,
n. 232;
m) sviluppo delle reti associative del Terzo settore e rafforzamento della loro capacity building,
funzionale all’implementazione dell’offerta di servizi di supporto agli enti del Terzo settore;
n) sensibilizzazione e promozione del sostegno a distanza.

A seguito dell’incontro di insediamento del Tavolo regionale per l’attuazione della riforma del
terzo settore, istituito presso l’Assessorato al welfare della Regione Puglia, svoltosi il 25 gennaio
2018, l’elenco delle aree prioritarie d’intervento è integrato da:

o) attività di promozione e salvaguardia delle aree ambientali, interventi e servizi finalizzati al al
miglioramento delle condizioni dell'ambiente e all'utilizzazione accorta e razionale delle risorse
naturali.

Inoltre è emersa in sede di confronto con tutti i partecipanti al suddetto Tavolo regionale, la
necessità di realizzare una “azione di sistema” a regia regionale con la collaborazione dei CSV attivi
sul territorio regionale per perseguire specificamente l’obiettivo specifico di cui alla lett. m) per

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accompagnare lo sviluppo delle reti associative del Terzo settore e il rafforzamento della loro
capacity building, parallelamente alla costruzione di percorsi territoriali di innovazione sociale e di
empowerment delle singole organizzazioni o reti tra le stesse.

I progetti d’intervento specifici dovranno pertanto prevedere iniziative riferite a uno o più di
questi ambiti d’intervento, coerenti con i criteri guida di seguito specificati.
I programmi locali assumeranno la forma di veri e propri patti di collaborazione, in coerenza con
gli impegni assunti dalla Regione Puglia, dal Forum Regionale del Terzo Settore, da CSVNet Puglia e
dalle altre organizzazioni regionali di rappresentanza degli enti di Terzo settore, in sede di Tavolo
regionale per l'attuazione della Riforma del Terzo Settore, che ha, peraltro espresso la necessità e
la opportunità di un sinergico coinvolgimento di ANCI Puglia in rappresentanza delle Autonomie
locali.
I patti di collaborazione sono dei documenti che sanciscono intese e impegni reciproci dei
sottoscrittori, enti pubblici, organizzazioni non profit, imprese, finalizzati all’attuazione delle
iniziative solidaristiche previste sul territorio, con l’intento di consolidare le esperienze di
collaborazione tra i diversi soggetti locali e sostenere nel tempo gli obiettivi del programma.

Attori principali della fase attuativa programma regionale saranno dei comitati locali, ad ampia
base di partecipazione, già esistenti e/o appositamente costituiti, formati da tutti i soggetti
pubblici, privati, enti del terzo settore che dichiarano di condividere le finalità dell’intervento e
pongono in essere azioni concrete di sostegno alle attività previste dal progetto locale, articolato
sulla dimensione territoriale dell’Ambito sociale, ex art. 5 della l.r. n. 19/2006. A tal fine il bando
regionale chiederà l’elaborazione di un vero e proprio progetto di partenariato, come meglio
specificato più avanti.
Il soggetto capofila del comitato locale dovrà essere un’organizzazione di volontariato o
un’associazione di promozione sociale, ai sensi del D.Lgs. n. 117/2017 e dell’atto di indirizzo
indicato in premessa, che risultino iscritte al registro regionale delle organizzazioni di volontariato
o al registro regionale delle associazioni di promozione sociale.

Le linee di attività di PugliaCapitaleSociale 2.0

Il Programma di interventi sarà, dunque, articolato in due linee di attività

Linea A – Programmi locali per l’implementazione di attività di interesse generale
Procedure di selezione delle operazioni: Avviso pubblico regionale per la candidatura di
programmi locali
Contributo finanziario massimo (a valere sui fondi dell’accordi di programma ex art. 72-73 del
Codice ETS): Euro 20.000,00 per programma locale
Durata dei programmi locali: 12 mesi
Soggetti proponenti: Organizzazioni di Volontariato e Associazioni di Promozione sociale, già
iscritte nei registri nazionali e regionali vigenti, quali soggetti capofila di “comitati locali” per lo
sviluppo del capitale sociale e l’implementazione di attività di interesse generale in una delle aree
prioritarie di cui all’Atto di indirizzo adottato dal Ministero del Lavoro e Politiche sociali in data
13.11.2017.

Linea B – Azioni trasversali per lo sviluppo delle reti associative del Terzo settore e il
rafforzamento della loro capacity building.

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Procedure di selezione delle operazioni: Procedura negoziale con i CSV pugliesi – Azioni dirette a
regia regionale
Contributo finanziario massimo (a valere sui fondi dell’accordi di programma ex art. 72-73 del
Codice ETS): Euro 20.000,00 per ciascun piano di attività territoriali
Durata dei programmi locali: 12 mesi
Soggetti proponenti: Le azioni di comunicazione e formazione, di monitoraggio e valutazione, di
rilievo regionale saranno realizzate da Regione Puglia in collaborazione con il Coordinamento
Regionale dei Centri di Servizio per il Volontariato (CSVnet Puglia); i piani di attività territoriali
saranno proposti e realizzati dai CSV costituiti in forma di APS/OdV.

La distribuzione delle risorse finanziarie

La dotazione finanziaria complessiva del Programma “PugliaCapitaleSociale 2.0” a valere sulle
risorse dell’accordo di programma ex artt. 72-73 del Codice ETS ammonta ad Euro 1.328.748,57 e
saranno così articolate per linea di attività:
Linea A – Programmi locali per l’implementazione di attività di interesse generale
Euro 1.140.000,00 per i programmi locali
Num. min. di progetti finanziabili: n. 57
Importo massimo per progetto: Euro 20.000,00

Linea B – Azioni trasversali per lo sviluppo delle reti associative del Terzo settore e il
rafforzamento della loro capacity building.
Euro 188.748,57 così ripartiti:
b.1) programmi di attività territoriali dei CSV per le OdV e le APS: Euro 100.000,00
b.2) azioni di monitoraggio e valutazione: Euro 40.000,00
b.3) azioni di comunicazione e formazione: Euro 48.748,57

Descrizione delle attività

I programmi locali (Linea A) saranno finanziati dalla Regione Puglia con un ammontare massimo di
risorse pari a 20.000,00 euro (ventimila). Ciascun programma locale potrà prevedere ulteriori
risorse finanziarie messe a disposizione dai soggetti pubblici e privati del partenariato, a titolo di
cofinanziamento. La Regione Puglia, Assessorato al Welfare, in sede di valutazione dei programmi
locali, si riserverà di rimodulare l’articolazione dei costi e/o di apportare modifiche al budget, a
proprio insindacabile giudizio, qualora lo ritenga necessario per garantire coerenza ed efficacia
all’azione prevista. I soggetti proponenti potranno accettare o rifiutare le modifiche proposte dalla
Regione Puglia, rinunciando nel secondo caso alla gestione del programma locale.

La durata dei programmi locali d’intervento sarà di dodici mesi.

Ipotesi di cronoprogramma:
febbraio 2018 approvazione del progetto esecutivo
marzo 2018 pubblicazione del bando regionale
maggio 2018 scadenza per la presentazione delle candidature
giugno -luglio2018 valutazione dei programmi locali e ammissione a finanziamento
settembre 2018 avvio delle attività previste dai programmi locali
settembre 2019 conclusione dei programmi locali e rendicontazione

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Il programma prevede l’iniziativa delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di
promozione sociale, insieme al coinvolgimento attivo degli enti locali, delle organizzazioni
sindacali, delle cooperative sociali, delle organizzazioni datoriali e del sistema imprenditoriale
locale, al fine di sostenere e consolidare le forme di collaborazione tra le reti locali finalizzate alla
promozione della cittadinanza attiva e alla tutela dei beni comuni. In ogni caso le risorse saranno
destinate al soggetto capofila (OdV o APS) e da esso rendicontate, secondo le modalità indicate di
seguito.
Il bando dovrà pertanto prevedere la presentazione di un vero e proprio progetto di partenariato,
soggetto a valutazione insieme agli altri criteri indicati, intendendo così promuovere, sostenere e
consolidare reti di collaborazione non occasionali, episodiche o saltuarie tra i diversi attori locali
del programma.
I programmi locali dovranno prevedere quindi azioni e interventi di cittadinanza attiva, elaborati in
coerenza con l’atto di indirizzo ministeriale, l’accordo di programma sottoscritto dal Ministero del
Lavoro e delle Politiche sociali e dalla Regione Puglia, la programmazione regionale e quella locale
(Piani Sociali di Zona, ai sensi dell’art. 10 della legge regionale 19/2006, altri strumenti di
programmazione locale). Tali azioni e interventi devono prestare particolare attenzione alle
strategie di valorizzazione e mobilitazione delle risorse della comunità locale, cittadini, famiglie,
imprese, coinvolgendole pienamente nell’attuazione del programma.
I programmi locali dovranno declinare compiutamente il tema della sostenibilità, sia sul versante
dei processi, sia su quello degli eventuali prodotti. Intendiamo con questa indicazione riferirci alla
necessità che le pratiche di cittadinanza attiva che s’intendono realizzare siano coerenti con i
valori della sobrietà, dell’equilibrio, dell’utilizzo consapevole delle risorse, che pur riferiti
prioritariamente a fenomeni di carattere ambientale ed economico, possono trovare una piena
applicazione anche nella dimensione sociale e comunitaria. Vorremmo così favorire iniziative che
si riferiscono a logiche di reciprocità, di prossimità, di condivisione, capaci cioè di promuovere -
anche sul piano culturale - il tema della cura e della valorizzazione del bene comune per la
comunità di riferimento.
I programmi locali dovranno prestare particolare attenzione al tema della fattibilità, con
particolare riferimento alla corretta articolazione del rapporto tra gli obiettivi indicati e le risorse
previste, nel rispetto delle indicazioni in tal senso fornite con il bando regionale, nonché della
aggiuntività, per sostenere percorsi di crescita in rapporto con le comunità di riferimento e non di
solo mantenimento delle attività proprie dell’organizzazione. A tale scopo s’indica come valore di
riferimento massimo ammissibile per la determinazione dei costi di personale, la percentuale del
35% del totale dei costi del programma locale.
Il programma locale dovrà indicare anche elementi di progettazione concernente la fase di follow
up, sia con riferimento al tema specifico della promozione del capitale sociale delle comunità
locali, sia con riferimento alle attività più generali del comitato locale.

Le azioni e gli interventi previsti dal programma locale dovranno caratterizzarsi per la capacità di
promuovere innovazione sociale, cioè per la capacità di indicare strategie d’intervento e risposte
creative ai bisogni sociali individuati sul territorio in coerenza con le indicazioni del presente
programma, e di sviluppare interventi generatori di valore sociale.
In generale possiamo affermare che l’innovazione sociale ha a che vedere con la capacità di
elaborare una nuova idea, o meglio con la capacità di mettere insieme elementi che nessuno
prima aveva messo in relazione, sia in termini di risorse umane che materiali. Da questo punto di
vista i programmi locali dovranno svilupparsi in coerenza con gli orientamenti e le indicazioni di cui
al Programma regionale per l’innovazione sociale e lo sviluppo dell’economia sociale
PugliaSocialeIN.

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A tal fine, i programmi locali dovranno presidiare la dimensione della generatività, cioè della
capacità di produrre capitale sociale per la comunità di riferimento in termini di valore culturale,
rafforzamento della coesione territoriale, rafforzamento istituzionale. Per capitale sociale, in
questa sede, senza avere la pretesa di ridurre la complessità della riflessione sul tema, possiamo
accettare un riferimento all’insieme dei valori, degli stili di vita, delle norme di comportamento
che orientano le scelte individuali in direzioni coerenti con la promozione del bene comune della
società. In tal senso i programmi locali dovranno esplicitamente indicare in che modo le iniziative e
le azioni previste possano considerarsi generative.

In considerazione di quanto fin qui indicato i programmi locali dovranno pertanto conformarsi ai
seguenti criteri guida:
a) elaborazione di un progetto di partenariato,
b) coerenza con la programmazione regionale e locale,
c) valorizzazione delle risorse della comunità locale,
d) sostenibilità,
e) fattibilità,
f) aggiuntività
g) follow up delle iniziative previste,
h) innovazione sociale,
i) generatività.

L’Avviso pubblico regionale interverrà a specificare i requisiti di accesso e i criteri di valutazione
delle proposte progettuali in considerazione dei suddetti criteri guida.

I programmi di attività territoriali dei CSV (Linea B) saranno finanziati a valle di una procedura
negoziale con tutti i CSV già attivi sul territorio regionali, e aventi i requisiti giuridici minimi di
ammissibilità alle risorse di che trattasi, con un importo massimo di Euro 20.000,00 per CSV e
potranno finanziare esclusivamente attività aggiuntive rispetto a quelle ordinarie già svolte dai
CSV, con specifico riferimento al potenziamento delle attività di informazione e affiancamento
mirato per il recepimento degli adempimenti e degli indirizzi di cui al Codice ETS e ai relativi
decreti attuativi. Tutte le attività da realizzare dovranno essere aggiuntive, anche rispetto alle
risorse umane e alle experties coinvolte, rispetto alle attività base ed aperte a tutte le
organizzazioni del terzo settore attive sul territorio di riferimento.

Gestione del programma

Il programma regionale PugliaCapitaleSociale 2.0 sarà coordinato dalla Regione Puglia, Assessorato
al Welfare, Sezione Inclusione Sociale attiva e Innovazione Reti Sociali, in collaborazione con la
rete dei Centri di Servizio per il Volontariato.
La collaborazione prevede la realizzazione comune di iniziative di animazione territoriale,
comunicazione e formazione, per la promozione del programma stesso e per il coinvolgimento dei
diversi soggetti territoriali interessati alla partecipazione alle attività.
Durante la fase di attuazione dei programmi locali i CSV collaboreranno con la struttura regionale
competente per le attività di monitoraggio e valutazione che saranno in seguito programmate.

Il responsabile unico del procedimento è la Dott.ssa Serenella Pascali, funzionario del Servizio
Economia Sociale, Terzo Settore e Investimenti per l'Innovazione Sociale presso l’Assessorato al
Welfare della Regione Puglia.

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Tutte le attività del programma troveranno rilievo e diffusione sul portale web tematico
istituzionale http://pugliasociale.regione.puglia.it e tramite i canali social istituzionali FB e Twitter
di PugliaSociale Net.




Bari, 31 gennaio 2018



La Dirigente della Sezione
Inclusione Sociale Attiva e Innovazione Reti Sociali
Dott.ssa Anna Maria Candela

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