Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
56
Giugno 2019
La regolazione
degli impianti
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE PUBBLICITÀ 70% - FILIALE DI NOVARA
EDITORIALE
Scrivere e scrivere bene sono due cose diverse, che producono effetti differenti.
Soltanto da lontano, dall’alto, due pagine scritte sono simili fra loro. La stessa storia,
raccontata da un bravo o da un pessimo narratore cambia, e non di poco. Una
trama interessante in mano a uno scrittore mediocre perde forza e vigore, al pari di
come una storia da nulla, in mano a un bravo scrittore, ammalia e avvince.
Così credo di non sbagliarmi dicendo che parte dei risultati Caleffi siano legati a
come i prodotti sono stati spiegati, portati, letteralmente, consegnati a chi li deve
usare. Un prodotto perfetto ma non adeguatamente comunicato è come un bel
quadro lasciato mezzo coperto da un telo, mal esposto, fuori posto.
La commistione fra pura tecnica e tecnica applicata, è stata sempre ben chiara a
Mario, che nella vita ha saputo metter mano a più livelli della stessa cosa, padro-
neggiandone le diverse forme: dallo studio di progettazione allo stare dietro un
bancone e davanti all’istallatore, per discutere con lui la prassi dell’oggetto, i trucchi
e la pratica del suo utilizzo, la sua realtà concreta.
Una scrittura bella e forte, di norma, è emanazione di una persona bella e forte,
arguta e ironica, colta, curiosa, mai paga. Una persona, l’ingegner Doninelli, che
ci è stata vicina molto negli anni - a mio padre Franco, a mio zio Bonini Dante e a
me - nel nostro lavoro e oltre.
Conservo fra i miei ricordi alcune lettere a me indirizzate di suo pugno, ricevute in
momenti in cui di una lettera c’era proprio bisogno: un modo antico e bello, desueto
e raro, di esser vicino, di dir la propria, nero su bianco, con la forza pacata di un
pensiero quando è messo (per sempre) per iscritto.
Il Presidente
N° 56 giugno 2019 3
SOMMARIO
56
5 LA REGOLAZIONE DEGLI IMPIANTI
4 N° 56 giugno 2019
LA REGOLAZIONE DEGLI IMPIANTI
In questo numero di Idraulica tratteremo Nella prima parte della rivista tratteremo Verranno poi proposte alcune appli-
alcuni degli aspetti fondamentali legati brevemente l’evoluzione delle valvole cazioni attraverso l’utilizzo di schemi
alla regolazione degli impianti di climatiz- di regolazione, per poi concentrarci illustrati.
zazione. Il tema della regolazione è una dapprima sul loro ruolo all’interno degli Infine, vedremo quali criteri adottare
materia molto vasta che si sviluppa in impianti, e poi analizzandone le varie per il dimensionamento delle valvole di
diversi ambiti e settori: ci soffermeremo tipologie e gli accorgimenti costruttivi regolazione, aspetto molto importante
in particolar modo sulle applicazioni che le contraddistinguono. per garantire le corrette condizioni di
di alcuni dispositivi, cioè le valvole di Dopodiché saranno presentati i circuiti lavoro di questi componenti. A tale
regolazione, che, attraverso opportuni di regolazione maggiormente adottati: proposito, attraverso alcuni esempi,
controlli, permettono da una parte il per ciascuno di essi analizzeremo il verranno presentati sia metodi di calcolo
mantenimento del benessere termico principio di funzionamento e quali sono analitici sia più semplici ed immediati
e dall’altra consentono di contenere il le corrette configurazioni di installazione metodi grafici basati sull’utilizzo di
dispendio energetico degli edifici. assieme alle varianti più diffuse. diagrammi specifici.
N° 56 giugno 2019 5
EVOLUZIONE DELLA REGOLAZIONE
Ma è con la rivoluzione
industriale che si ha un
grande sviluppo di questi
sistemi, soprattutto per
il controllo del vapore e
dei flussi a servizio delle
macchine nelle diverse
filiere produttive. È proprio
in questo contesto che Antiche valvole romane
vengono ideate e forma-
lizzate le teorie che anco- È infine con la rivoluzione industriale che verranno sviluppate
ra oggi sono alla base le valvole nelle forme che conosciamo. In questo ambito,
del controllo automatico. grazie alle nuove tecnologie in campo di lavorazione dei
metalli e ad approfonditi studi teorici, si iniziano a produrre
Infine, l’ultima grande
i componenti, che tuttora utilizziamo in forma sempre più
evoluzione è avvenuta
evoluta.
durante la Seconda guer-
ra mondiale, soprattutto
in campo militare per la
necessità di realizzare
sistemi di puntamento
Orologio ad acqua automatici per la difesa
aerea.
6 N° 56 giugno 2019
LE VALVOLE DI REGOLAZIONE
NEGLI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO
Gli impianti di riscaldamento e raffrescamento, siano essi Le valvole di regolazione sono componenti che fanno normal-
semplici o complessi, hanno lo scopo di garantire le giuste mente parte di un sistema di regolazione automatica. Lo
condizioni di comfort negli ambienti. Per far fronte a tale studio di questa materia è particolarmente vasto e complesso,
esigenza, l’impianto e tutti i circuiti che lo costituiscono ma in modo molto semplificato un sistema di regolazione
devono poter regolare l’emissione della corretta quantità automatica è sempre costituito da tre elementi fondamen-
di energia termica, in funzione dell’effettiva necessità. Il tali:
raggiungimento di questa condizione è “disturbato” da diversi
• Il sensore di misura: è quel dispositivo in grado di misu-
fattori, quali, ad esempio, la variazione della temperatura
rare la grandezza che si vuole controllare, come, ad
esterna o altri fenomeni influenti (variazioni di carico, grado
esempio, i sensori di temperatura.
di affollamento, irraggiamento solare, etc..). Pertanto, risulta
necessario compensare in modo continuativo l’effetto di • Il controllore o regolatore: ha il compito di effettuare un
tali fattori, agendo tramite opportuni dispositivi, ovvero le confronto tra il segnale ricevuto dal sensore e il valore
valvole di regolazione. Questi dispositivi sono utilizzati con desiderato della grandezza da controllare. In base a
lo scopo di riportare e mantenere il sistema alla condizione questa comparazione, il regolatore, tramite una opportuna
desiderata, se opportunamente comandati. logica, stabilisce come comandare l’organo di regola-
zione. Il termostato ne rappresenta un tipico esempio.
In altre parole, occorre quindi controllare la potenza emessa
in un circuito di riscaldamento (o raffrescamento) e, per farlo, • L’organo di regolazione: è quel dispositivo che, oppor-
è importante conoscere da quali grandezze essa dipende. tunamente comandato dal controllore, consente di
Nel caso di utilizzo di acqua come fluido termovettore, la correggere la grandezza da regolare, con lo scopo di
potenza termica può essere espressa in maniera sempli- riportarla al valore desiderato. Le valvole di regolazione,
ficata come: unitamente ai loro servomotori, ne sono quindi un esempio
P = G · DT all’interno di un impianto di riscaldamento.
dove: P = potenza termica scambiata, kcal/h Per poter meglio comprendere questi concetti, possiamo
G = portata volumetrica, l/h analizzare la similitudine con un semplice piatto di una
∆T = salto termico, °C bilancia a molla.
La potenza termica scambiata è quindi direttamente propor-
zionale alla portata e al salto termico.
T1
∆T G P
T2
Potenza termica scambiata
Analogia con una bilancia
Dalla precedente relazione, appare quindi evidente che
variare la portata è un metodo efficace per controllare la In questo sistema si deve controllare il livello del piatto
potenza emessa. Un secondo metodo, consiste invece nel mobile in modo da far raggiungere una determinata tacca
controllare il salto termico. Ciò può avvenire agendo sulla dell’indicatore di livello. Questa azione è resa possibile da
temperatura di miscelazione di due flussi, uno caldo ed uno una serie prestabilita di pesi che l’operatore (controllore), in
più freddo, variandone opportunamente le portate. base a quanto visivamente misurato dall’indicatore di livello
(sensore), aggiungerà o toglierà dalla bilancia (organo di
Una valvola di regolazione è un dispositivo che, grazie a
regolazione).
particolari accorgimenti costruttivi, è in grado di far oppor-
tunamente variare il flusso che la attraversa. Questo è reso Per analogia, così come aggiungere o togliere i pesi alla
possibile dalla capacità di modificare la sezione di passaggio bilancia modifica il livello, l’apertura o la chiusura di una
della valvola in un intervallo compreso tra la sua completa valvola di regolazione modifica la portata che la attraversa.
apertura e la sua completa chiusura. Questa azione viene
normalmente svolta da un servomotore.
N° 56 giugno 2019 7
VALVOLE DI REGOLAZIONE A 2 E 3 VIE
A AB
A AB
Valvola miscelatrice
Valvola deviatrice
A AB
8 N° 56 giugno 2019
TIPOLOGIE COSTRUTTIVE DI VALVOLE
In generale, ne esistono di molte varianti, a seconda dell’applicazione. Volendo porre l’attenzione all’ambito della regolazione,
tralasceremo le valvole meno indicate a tale scopo, quali le valvole a farfalla o diaframma.
La quasi totalità delle valvole di regolazione si suddividono principalmente in valvole a globo (dette anche ad otturatore) o
a settore.
Va inoltre citato il caso molto particolare della valvola a sfera: tradizionalmente questa tipologia è utilizzata a scopo di inter-
cettazione, ma alcuni produttori, lavorando opportunamente il foro di passaggio, riescono a renderla adatta alla regolazione.
Di seguito possiamo riassumere le caratteristiche principali delle due tipologie costruttive delle valvole di regolazione più diffuse:
N° 56 giugno 2019 9
CARATTERISTICHE DELLE VALVOLE DI REGOLAZIONE
In seguito, analizzeremo le principali proprietà delle valvole di regolazione, cercando di evidenziare quali sono le soluzioni
costruttive che sono in grado di rendere efficaci le loro prestazioni.
LA CURVA CARATTERISTICA Kv Kv
La curva caratteristica di una valvola di regolazione definisce
il modo in cui essa regola la portata al variare del grado di
apertura, cioè al variare della corsa del proprio otturatore.
Sperimentalmente i produttori ricavano curve, del tipo ripor-
tato nel grafico sottostante, che riportano il valore di Kv della
valvola al variare della corsa dell’otturatore.
Grazie a questo diagramma è possibile calcolare le perdite
di carico in ogni condizione di funzionamento della valvola. Apertura rapida Apertura lenta
Per tale motivo viene definita curva caratteristica della valvola
di regolazione. Esempi di curve caratteristiche
10 N° 56 giugno 2019
METODI DI CARATTERIZZAZIONE
Le valvole di regolazione possono essere costruite in modo da ottenere differenti comportamenti idraulici. Ciò è possibile
intervenendo sulle geometrie interne dei componenti in fase progettuale e costruttiva.
In particolare, nelle valvole a globo, vengono opportunamente sagomati gli otturatori; nelle valvole a settore, invece, possono
essere ricavate specifiche forme delle sezioni di passaggio in funzione del comportamento che si vuole ottenere.
0% 20% 40% 60% 80% 100% Apertura 0% 20% 40% 60% 80% 100%
VALVOLE A GLOBO
0% 20% 40% 60% 80% 100% Apertura 0% 20% 40% 60% 80% 100%
VALVOLE A SETTORE
0% 20% 40% 60% 80% 100% Apertura 0% 20% 40% 60% 80% 100%
N° 56 giugno 2019 11
TIPOLOGIE DI CARATTERIZZAZIONE
È facile intuire che si possono realizzare molti differenti disegni di profili di otturatori o sagome delle sedi, e, conseguente-
mente ottenere diverse caratterizzazioni delle valvole.
Nella termoregolazione le caratterizzazioni maggiormente diffuse sono la caratteristica lineare e la caratteristica equiper-
centuale.
7 7 Scala Scala
partire dalla condizione di pieno carico, la riduzione di portata alterata tradizionale
provoca una diminuzione molto contenuta della potenza. Ad
1 1
esempio, se si vuole ottenere una riduzione della potenza 2
emessa del 50% occorre ridurre la portata fino al 20% di 3 2
quella di progetto. Tuttavia, a portate più basse, le prestazioni 1° 2° 1
2
1 4
3
del calorifero crollano molto repentinamente.
3 2
4
5
3 5
4 4
6 5
6
6
7 7
5
6
Potenza 100%
7 7
1 1
1° 2° 3° 2
3 2
4
3
5
50% 4
6 5
7 7
12 N° 56 giugno 2019
Valvole di questo tipo presentano una curva caratteristica
CARATTERISTICA DI REGOLAZIONE LINEARE molto piatta a bassi gradi di apertura ma che diventa via
Le valvole con caratteristica lineare sono in grado di far via sempre più “ripida” quanto più ci si avvicina all’apertura
variare la portata proporzionalmente al loro grado di apertura. massima.
Pertanto, la percentuale di apertura della valvola corrisponde
In riferimento ai seguenti diagrammi, si può notare come la
in ugual misura a quella della portata che la attraversa.
potenza emessa dal radiatore si dimezza quando è attraversato
da una portata pari al 20% di quella massima (diagramma
Kv 100% A). Nella valvola equipercentuale rappresentata, questo
Kvs valore di portata è raggiunto proprio alla metà della corsa
(diagramma B).
In questo modo, come si intuisce dal diagramma risultante
50%
(C) sotto riportato, la potenza emessa risulta proporzionale al
grado di apertura della valvola. Grazie a questo accorgimento,
le valvole con caratteristica equipercentuale sono in grado di
sfruttare efficacemente tutta la loro corsa nelle applicazioni
in cui è richiesto il controllo dell’emissione termica.
A B
ata Potenza
A prima vista, una valvola a caratteristica lineare può sembrare Potenza Portata
la più adatta alla regolazione: possiede infatti lo stesso
comportamento per tutta la corsa. In effetti, questo è vero
se lo scopo 50%è esclusivamente quello di regolare la portata. 50%
Tuttavia, utilizzando valvole di questo tipo per il controllo della
potenza termica, si avrebbero non poche difficoltà di regola- 20%
zione. Queste valvole infatti ricalcherebbero il comportamento
50%
tipicoCorsa
dei fenomeni20%di scambio termico,
Portata e di conseguenza 20% Portata 50% Corsa
sarebbero costrette a funzionare, con scarsa efficacia, solo
a bassi gradi di apertura.
Kv 100%
50% Kvs 50%
50% Corsa
50% Corsa
20%
Curva caratteristica equipercentuale Regolazione della potenza termica tramite valvola equipercentuale
N° 56 giugno 2019 13
DIMENSIONAMENTO DELLE VALVOLE DI REGOLAZIONE:
L’AUTORITÀ DELLE VALVOLE
I più comuni dispositivi di un circuito idraulico vengono solitamente dimensionati cercando di ridurre le perdite di carico
che il componente stesso genera. Questo aspetto, negli ultimi anni, è preso sempre più in considerazione anche per una
maggiore attenzione al risparmio energetico.
A prima vista, si può pensare di seguire un criterio simile anche per il dimensionamento delle valvole di regolazione, ma,
come vedremo in seguito, questo approccio potrebbe comportare scarse prestazioni della valvola e, quindi, conseguenti
malfunzionamenti degli impianti. In tale ambito, occorre tenere in considerazione che impianti mal regolati provocano sprechi
energetici ben maggiori rispetto all’eventuale risparmio dato dalla scelta di una valvola con basse perdite di carico.
Per meglio comprendere come dimensionare una valvola di Dalle precedenti considerazioni, si deduce quindi che è
regolazione, è necessario introdurre il concetto di autorità. opportuno ricercare il miglior compromesso tra le prestazioni
Questa caratteristica è importante in quanto permette di di regolazione ed il contenimento dei costi di pompaggio. I
valutare la capacità di regolare la portata della valvola all’in- valori di autorità ottimali a tale proposito sono tipicamente
terno del circuito idraulico in cui è installata, e può essere i seguenti:
calcolata con la seguente formula:
a = 0,3÷0,5
ΔPVALV
a= In maniera più intuitiva, ciò significa che valori pratici di
ΔPVALV + ΔPC dimensionamento sono quelli per cui si ha una perdita di
carico della valvola pari almeno alla metà di quelle rimanenti
dove: ΔPVALV = perdita di carico della valvola alla portata
del circuito, o ancor meglio pari ad esse:
di progetto (in completa apertura)
ΔPC = perdite di carico di tutti i componenti del a ≈ 0,3 → ΔPVALV ≈ 0,5 · ΔPC
circuito, esclusa quella della valvola
a = 0,5 → ΔPVALV = 1 · ΔPC
∆PVALV
Per analogia, il comportamento di una valvola di regolazione
con bassa autorità descritto in precedenza, si può parago-
nare ad una bilancia dotata di una corsa molto lunga rispetto
alla propria scala di regolazione. Fino a che non viene aggiunto
∆PC
un numero di pesi tali da rientrare nella scala, il piatto della
bilancia si muove senza effetto. Perciò, i primi pesi posizio-
nati sul piatto non hanno un effetto regolante, così come
una valvola sovradimensionata “spreca” gran parte della sua
Perdite di carico in un circuito corsa utile.
Per meglio comprendere l’effetto dell’autorità delle valvole di regolazione, cerchiamo di analizzare ciò che accade in un
semplice circuito, in cui si vuole poter controllare efficacemente la portata. A tale scopo, consideriamo la scelta di tre diffe-
renti valvole, dotate di curva caratteristica lineare, abbinate al medesimo circuito.
Valvola A: KvsA = 18 m3/h KvsA KvsB KvsC
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
( ) ( )
GA (75%) 2 GA (75%) 2
Valvola B: con una autorità pari a 0,5, risulta il miglior compro-
HA = ΔPA (75%) + ΔPCIRC (75%) = 0,01 · + 0,01 ·
messo tra la capacità di regolazione ed il contenimento dei
KvA (75%) KvCIRC
costi di pompaggio.
da cui:
KvA (75%) · KvCIRC 13,5 · 6 Valvola C: ha una autorità molto elevata pari a 0,8 ed ha quindi
GA (75%) = 10 · · √ HA = 10 · · √ 694 = 1445 l/h capacità di regolazione elevate a fronte tuttavia di una prevalenza
√ Kv 2
A (75%)
+ Kv CIRC
2
√ 13,5 2
+ 62 necessaria molto alta.
N° 56 giugno 2019 15
REGOLABILITÀ TRAFILAMENTO
È piuttosto intuitivo che, ai fini della regolazione, la condizione Indica e quantifica il passaggio di flusso per una valvola in
di lavoro ideale di una valvola sarebbe quella in cui si riesce posizione di completa chiusura.
a sfruttare l’intera corsa di apertura. Tuttavia, per problemi
Le valvole di regolazione in genere non presentano una tenuta
costruttivi e limiti dati dalle tolleranze di lavorazione, le valvole
perfetta in questa condizione. Normalmente questo non
non sono fisicamente in grado di regolare accuratamente in
rappresenta un problema, in quanto bassi valori di portata di
prossimità del punto di chiusura.
trafilamento non incide generalmente sui processi regolati, ed
anzi in certi casi può rappresentare un vantaggio. È questo,
ad esempio, il caso delle batterie delle unità di trattamento
kv 100%
kvs
aria, dove un piccolo trafilamento di portata migliora il tempo
di risposta della macchina durante gli avviamenti e, inoltre,
previene il completo raffreddamento delle batterie allonta-
nando il pericolo di gelo nei mesi invernali.
Tuttavia, in altre applicazioni il trafilamento può essere causa
di malfunzionamenti o addirittura danni. Basti pensare ad
esempio al caso di scambiatori di calore a servizio delle reti
di riscaldamento. Il pericolo è rappresentato dal fatto che,
quando non sussiste richiesta a valle dello scambiatore, la
0% 100% Apertura continua circolazione di portata può provocare vaporizza-
zione del fluido, con conseguenti possibili danni nonché
Zona di difficile regolabilità
pericoli per la salute.
In queste situazioni impiantistiche è opportuno scegliere
valvole a trafilamento nullo, oppure prevedere una valvola
aggiuntiva che abbia l’unica funzione di intercettare il circuito
primario in caso di mancata richiesta da parte dell’utenza.
Campo di regolabilità
16 N° 56 giugno 2019
SERVOMOTORI PER VALVOLE DI REGOLAZIONE
I servomotori abbinabili alle valvole di regolazione sono i componenti che, opportunamente comandati, hanno la funzione
di determinare il grado di apertura delle valvole, determinandone quindi la posizione dell’otturatore.
Sono essenzialmente composti da:
• un motore elettrico, in grado di fornire l’energia meccanica utile al movimento;
• una trasmissione meccanica, che ha la funzione principale di amplificare la coppia del motore;
• contatti elettrici, per l’alimentazione del motore e la gestione dei comandi di apertura o chiusura
In base alla tipologia costruttiva della valvola, si possono distinguere servomotori di tipo lineare e di tipo rotativo.
I servomotori di tipo lineare vengono accoppiati alle valvole del tipo a globo, e vengono definiti tali in quanto imprimono un
spostamento lungo un asse. In questo caso, la trasmissione meccanica svolge anche la funzione di trasformare la rotazione
prodotta dal motore in un moto lineare.I servomotori di tipo rotativo, invece, vengono accoppiati alle valvole di tipo a settore
o a sfera, le quali, come descritto a pag. 9, sfruttano la rotazione per svolgere la loro funzione.
N° 56 giugno 2019 17
Se volessimo rappresentare questo funzionamento tramite
SERVOMOTORI PROPORZIONALI
l’analogia della bilancia, è come se l’operatore, dovendo
regolare l’altezza del piatto, avesse la sola possibilità di Sono dotati di componenti elettronici integrati, in grado di
controllarne la posizione e poi aggiungere o togliere un peso controllare il movimento del motore in funzione di un parti-
alla volta. L’insieme di pesi disponibili all’operatore sono tutti colare segnale di comando, che tipicamente è un valore di
della medesima dimensione. tensione variabile tra 0 e 10 Volt. Il valore di tale segnale è
“proporzionale” alla corsa effettuata dal servomotore, per
cui, un segnale di 0 Volt corrisponde al limite inferiore della
+ – corsa (normalmente associato alla chiusura della valvola),
così come ad esempio un segnale di 4 Volt corrisponde ad
3 punti
un posizionamento al 40% della corsa e così via.
Set Point
Spesso, la logica di controllo adottata per questi servo-
motori viene comunemente chiamata di tipo “posizionale”
per via del principio di funzionamento descritto. Rispetto ai
servomotori con comando a 3 punti, il regolatore abbinato
a quelli proporzionali risulta essere più semplificato: ciò è
dovuto al fatto che il segnale di comando contiene già per
sua natura l’informazione di posizionamento da comunicare
Comandoi a 3 punti al servomotore, e risulta quindi indipendente dal tempo di
corsa di quest’ultimo.
Volendo riportarsi ancora una volta al paragone equivalente
Normalmente, è possibile impostare sul regolatore la durata
con la bilancia, il servomotore proporzionale è analogo al
degli impulsi di apertura o chiusura. Nella nostra analogia
caso in cui l’operatore disponga di istruzioni di regolazione
ciò corrisponde alla possibilità di decidere la dimensione dei
nelle quali sia indicato il numero di pesi da utilizzare per
pesi a disposizione dell’operatore. Impulsi di lunga durata
raggiungere una determinata posizione. In questo modo,
(equivalenti quindi a pesi di grande dimensione) possono
in un’unica operazione l’operatore è in grado di portare la
causare il problema del pendolamento, ovvero continue
bilancia al livello richiesto, a differenza del servomotore con
oscillazioni al di sopra e al di sotto del punto di regolazione
comando a 3 punti, dove abbiamo visto che il controllore
richiesto. Al contrario impulsi di breve durata (e quindi equi-
necessita continuamente di verificare la posizione raggiunta.
valenti a piccoli pesi) possono causare tempi di risposta del
sistema regolato molto lenti.
Per migliorare l’accuratezza della regolazione e compen-
sare i limiti citati, il regolatore dovrebbe conoscere il tempo
di corsa del servomotore da controllare. Sui regolatori 0-10 V 1
3 Set Point
questo parametro. 4
5 1
6
7 2
3
4
Comandoi proporzionale
18 N° 56 giugno 2019
COMANDO A 3 PUNTI COMANDO PROPORZIONALE
Stop Stop
10
10
ap
ap a
ch I ra
ra
0%
0%
0%
0%
In tur
In tur
iu n
iu n
su
su
ch I
er
er
a
VANTAGGI VANTAGGI
• Elettronica del servomotore semplificata • Precisione maggiore
• Consumi ridotti • Regolazione svincolata dal tipo di valvola
e servomotore
• Può restituire l’effetivo stato di apertura
SVANTAGGI SVANTAGGI
• Precisione limitata • Elettronica del servomotore più
• Programmazione del regolatore correlata complessa
al tempo di apertura e chiusura
I CIRCUITI DI REGOLAZIONE
Fino ad ora, in questa trattazione, ci siamo soffermati in modo particolare su aspetti strettamente legati alle valvole di rego-
lazione ed alle loro caratteristiche. Da un punto di vista impiantistico invece, vogliamo ora considerare come anche i sistemi
più complessi possano sempre essere suddivisi e a loro volta ricondotti a schemi tipici più semplificati, comunemente chia-
mati circuiti di regolazione. Negli impianti di riscaldamento e raffrescamento, questi circuiti, sono costituiti dall’insieme di
quei componenti (valvole, circolatori, regolatori) che, opportunamente collegati, rendono possibile il controllo della potenza
termica emessa.
Nelle pagine seguenti individueremo i principali circuiti di regolazione, analizzandone per ciascuno il principio di funzionamento,
i relativi vantaggi e svantaggi, e presentando inoltre le più diffuse varianti. Inoltre, per ognuna delle tipologie individuate,
saranno presentate alcune delle applicazioni tipiche nel contesto dei sistemi di termoregolazione.
Infine, nelle ultime pagine, verranno presentati i metodi di dimensionamento utilizzabili per una corretta scelta delle valvole
di regolazione. A seconda della applicazione e quindi della tipologia di circuito di regolazione in cui sono previste, ciascuna
procedura di dimensionamento sarà dapprima approfondita in forma analitica e verranno poi mostrati metodi grafici alter-
nativi di semplice utilizzo.
N° 56 giugno 2019 19
CIRCUITO
IN UTENZA
LIMITAZIONE TIPO DI
REGOLAZIONE
Regolazione
UTENZA della portata
TIPO DI
REGOLAZIONE
Regolazione
della portata
DISPOSITIVO DI
REGOLAZIONE
SCHEMA E PRINCIPIO DIValvola FUNZIONAMENTO
a 2 vie
Descrizione: Il circuito in limitazione controlla la portata
DISPOSITIVO DI che attra- Funzionamento: Questa tipologia di circuito è sempre a portata
versa il circuito utenza, tramite la REGOLAZIONE
gestione del grado di apertura variabile.
di una valvola a due vie. È possibileValvola a 2 vie
in questo
DISPOSITIVI modo controllare la Nel funzionamento a pieno carico, la valvola a due vie è comple-
potenza termica scambiata ACCESSORI
dal circuito utenza. Il funzionamento tamente aperta. Durante la regolazione il grado di apertura della
deve essere garantito da unaValvole
pompa di a monte del circuito. valvola viene gestito in funzione del carico richiesto.
DISPOSITIVI
bilanciamento
ACCESSORI
Valvole di
bilanciamentoUTENZA TIPO DI
TIPO DI REGOLAZIONE
REGOLAZIONE
Regolazione
Regolazione
della portata
della portata
DISPOSITIVO DI DISPOSITIVO DI
REGOLAZIONE REGOLAZIONE
Valvola a 2 vie Valvola a 2 vie
DISPOSITIVI DISPOSITIVI
ACCESSORI ACCESSORI
Valvole di Valvole100%
di 50% 0%
bilanciamento bilanciamento
100% 50% 0%
100% 50% 0%
100% 50%
La presenza di una valvola di bilancia- Rispetto alla variante 1, prevede un Rispetto allo schema tipico, viene utiliz-
mento permette di avere la portata di by-pass controllato da una valvola di zata una valvola tipo Flowmatic® al posto
progetto a pieno carico. Va prevista bilanciamento (oppure un Autoflow®) di quella tradizionale. Questa valvola è
specialmente nelle reti di grandi dimen- per garantire una portata minima anche in grado di compensare le variazioni di
sioni. a carico nullo. Questo accorgimento pressione differenziale sul circuito, e, di
garantisce maggiore reattività durante conseguenza, garantisce il bilanciamento
le fasi di avviamento. anche nel funzionamento a carichi parziali.
VANTAGGI SVANTAGGI
• massimizza il salto termico anche ai carichi parziali • soggetto a possibili ritardi all’avviamento
• minimizza la portata dell’impianto • sensibile a problemi di trafilamento
20 N° 56 giugno 2019
SCHEMI APPLICATIVI DEL CIRCUITO IN LIMITAZIONE
T T T T
T T
+ +
+
N° 56 giugno 2019 21
CIRCUITO
IN DEVIAZIONE
UTENZA
UTENZA TIPOTIPO
DI DI
REGOLAZIONE
REGOLAZIONE
Regolazione
Regolazione
della portata
della portata
DISPOSITIVO DI DISPOSITIVO DI
REGOLAZIONE REGOLAZIONE
A Valvola a 3 vie A Valvola a 3 vie
B
B DISPOSITIVI AB DISPOSITIVI
ACCESSORI ACCESSORI
Valvole di Valvole di
bilanciamento 100%
bilanciamento 50% 0%
100% 50% 0%
VARIANTE 1 VARIANTE 2
A A
B B
100% 50% 0%
A A
100% 50%
B B
AB AB
AB AB
Rispetto allo schema tipo, è presente una valvola di bilancia- Rispetto allo schema tipo, sul ramo di ritorno è inoltre instal-
mento sul ramo di by-pass, che ha la funzione di introdurre lata una valvola di bilanciamento (oppure un Autoflow®).
una perdita di carico simile a quella dell’utenza. Questa configurazione viene utilizzata in distribuzioni estese
In questo modo si evitano portate eccessive sul by-pass e ramificate, oppure con forti differenze di carico termico tra
anche con piccole aperture della valvola, migliorando quindi i vari circuiti regolati.
B
l’efficacia
A della regolazione. B
A
A A
B B
AB AB
AB AB
VANTAGGI SVANTAGGI
• pronta risposta per effetto della continua circo- • bassi salti termici a causa della portata deviata
lazione di portata sul by-pass
• soggetto a riscaldamento per conduzione a
valvola chiusa
22 N° 56 giugno 2019
SCHEMI APPLICATIVI CIRCUITO IN DEVIAZIONE
T T T T
T T
+ +
+
N° 56 giugno 2019 23
CIRCUITO
DI MISCELAZIONE
UTENZA TIPO DI
REGOLAZIONE
UTENZA TIPO DI
Regolazione
dellaREGOLAZIONE
temperatura
Regolazione
della temperatura
DISPOSITIVO DI
SCHEMA E PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
REGOLAZIONE
Descrizione:
AB Il circuito di miscelazioneDISPOSITIVO
Valvolacontrolla DI
a 3 vie la temperatura del Funzionamento: La porzione di circuito a valle della valvola a tre
flusso che attraversa
B il circuito utenzaREGOLAZIONE
tramite la gestione del grado vie può funzionare sia a portata costante che a portata variabile.
AB Valvola a 3 vie
di apertura di una valvola a tre vie. In questo modo, infatti, Il flusso Quella a monte, invece, è sempre a portata variabile.
A B DISPOSITIVI
in mandata può essere opportunamente miscelato con quello di Nel funzionamento a pieno carico, la via (A) è completamente aperta
ACCESSORI
ritorno. LaApompa del circuito utenza preleva
DISPOSITIVI
Valvole di portata dal circuito e pertanto si ha la temperatura massima nel circuito utenza. Durante
primario: non è quindi necessariabilanciamento
unACCESSORI
pompa a monte del circuito. la regolazione, la via di by-pass (B) viene progressivamente aperta,
Valvole di limitando di conseguenza il flusso dal circuito primario proveniente
bilanciamento
dalla via (A).
TIPO DI UTENZA TIPO DI
REGOLAZIONE REGOLAZIONE
Regolazione Regolazione
della temperatura della temperatura
DISPOSITIVO DI
DISPOSITIVO DI
REGOLAZIONE
REGOLAZIONE
Valvola a 3 vie
AB Valvola a 3 vie
B
DISPOSITIVI
ACCESSORI A DISPOSITIVI
Valvole di ACCESSORI
100% 50% 0%
bilanciamento Valvole di
bilanciamento
100% 50% 0%
VARIANTE 1 VARIANTE 2
AB
AB B
B 100% 50% 0%
AB
AB A 100% 50%
A B
B
A
A
Rispetto allo schema tipico, è presente un by-pass tarato Rispetto allo schema tipico, è presente un by-pass del circuito
detto di pre-miscelazione. Tale accorgimento è utilizzato nei con funzione di separazione idraulica.
circuiti dove vi è una notevole differenza tra la temperatura Sul ramo di ritorno è necessaria una valvola di bilanciamento
del primario e quella da regolare. In questa configurazione la (oppure un Autoflow®).
regolazione sfrutta in modo ottimale la corsa della valvolaAB
a tre Questa configurazione viene utilizzata in distribuzioni estese
AB
vie, evitando condizioni di funzionamento in cui la via primaria B con il fine di evitare eccessivi ritardi nella regolazione della
B
(A) risulti in posizione di quasi completa chiusura. temperatura. AB
AAB B
A B
A
VANTAGGI A
SVANTAGGI
• temperatura costante all’utenza • necessità di sistema di pompaggio nel circuito
utenza
24 N° 56 giugno 2019
SCHEMI APPLICATIVI CIRCUITO IN MISCELAZIONE
A
hgiH
A
hgiH
A
hgiH
ycneicffiE ycneicffiE ycneicffiE
A
hgiH
A
hgiH
A
hgiH
ycneicffiE ycneicffiE ycneicffiE
A
hgiH
A
hgiH
A
hgiH
ycneicffiE ycneicffiE ycneicffiE
Gruppi di regolazione preassemblati - Regolazione con valvole a 3 vie in centrale termica medio grande
Gruppo di regolazione termica modulante con regolatore per impianti a pannelli radianti
1 1
2
2
3
4 4
5 5
1 1
2
2
3
4 4
5 5
1 1
2
2
3
4 4
5 5
Regolazione climatica con valvola a 3 vie in centrale termica per impianti a radiatori
N° 56 giugno 2019 25
CIRCUITO A INIEZIONE
CON VALVOLA A 2 VIE
UTENZA TIPO DI
UTENZA TIPO DI
REGOLAZIONE
REGOLAZIONE
Regolazione
dellaRegolazione
SCHEMA E PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
temperatura
della temperatura
Descrizione: Il circuito a iniezione con valvola a due vie controlla Funzionamento: La porzione di circuito a valle della linea di by-pass
la temperatura del flusso che attraversa il circuito
DISPOSITIVO DI utenza tramite la può funzionare sia a portata costante che a portata variabile. Quella
gestione del grado di apertura della DISPOSITIVO
REGOLAZIONE
valvola. DI modo, infatti,
In questo a monte, invece, è sempre a portata variabile.
REGOLAZIONE
è possibile regolare la quantità di Valvola
flusso a 2 vie nel circuito utenza
“iniettato” Nel funzionamento a pieno carico, la valvola a due vie è completamente
Valvola a 2 vie
così che possa essere miscelato con quello di ritorno. Il circuito aperta e pertanto si ha la temperatura massima nel circuito utenza.
utenza è dotato di una pompa ed è idraulicamente separato dalla
DISPOSITIVI
presenza della linea di by-pass:ACCESSORI
perDISPOSITIVI
questo motivo è necessaria
una pompa a monte di un circuito Valvole di
aACCESSORI
iniezione.
bilanciamento
Valvole di
bilanciamento
UTENZA TIPO DI
TIPO DI
REGOLAZIONE
REGOLAZIONE
Regolazione
Regolazione
della temperatura
della temperatura
DISPOSITIVO DI DISPOSITIVO DI
REGOLAZIONE REGOLAZIONE
Valvola a 2 vie Valvola a 2 vie
DISPOSITIVI DISPOSITIVI
ACCESSORI ACCESSORI
Valvole di Valvole di
100% 50% 0%
bilanciamento bilanciamento
100% 50% 0%
VARIANTE 1 VARIANTE 2
100% 50% 0%
100% 50%
La presenza di una valvola di bilanciamento permette di avere Rispetto allo schema tipico, viene utilizzata una valvola tipo
la portata di progetto a pieno carico. Va prevista specialmente Flowmatic®. Questa valvola è in grado di compensare le
nelle reti di grandi dimensioni. variazioni di pressione differenziale sul circuito, e, di conse-
guenza, garantisce il bilanciamento anche nel funzionamento
a carichi parziali.
VANTAGGI SVANTAGGI
• massimizza il salto termico anche ai carichi parziali • soggetto a possibili ritardi all’avviamento
• minimizza la portata dell’impianto • sensibile a problemi di trafilamento
26 N° 56 giugno 2019
SCHEMI APPLICATIVI CIRCUITO A INIEZIONE CON VALVOLA A 2 VIE
Regolazione della temperatura con valvola a 2 vie in utenze con impianti a pannelli radianti
Regolazione climatica con valvola a 2 vie in centrale termica per impianti a ventilconvettori
N° 56 giugno 2019 27
CIRCUITO A INIEZIONE
CON VALVOLA A 3 VIE
UTENZA TIPO DI
REGOLAZIONE
UTENZA TIPO DI
Regolazione
REGOLAZIONE
della temperatura
SCHEMA E PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO Regolazione
della
Descrizione: Il circuito a iniezione con temperatura
valvola a tre vie controlla la Funzionamento: La porzione di circuito a valle della linea di by-pass
DISPOSITIVO
temperatura del flusso che attraversa DI
il circuito utenza tramite la può funzionare sia a portata costante che a portata variabile. Quella
REGOLAZIONE
gestione del grado di apertura della valvola. In questo modo, infatti, a monte, invece, è a portata costante per via della presenza della
A Valvola aDISPOSITIVO
3 vie DI
è possibileBregolare la quantità di flusso “iniettato”
REGOLAZIONE nel circuito utenza valvola a tre vie.
così che possa essere A miscelato con quello
Valvola a 3divie
ritorno. Il circuito Nel funzionamento a pieno carico, la via (A) è completamente aperta
utenza è dotatoABdi
B una pompa ed è idraulicamente separato dalla
DISPOSITIVI e pertanto si ha la temperatura massima nel circuito utenza. Durante
presenza della linea di by-pass:ACCESSORI
per questo motivo è necessaria la regolazione la via di by-pass (B) viene progressivamente aperta
Valvole di
una pompa a monte di ABun circuito aDISPOSITIVI
iniezione.
bilanciamento
limitando di conseguenza il flusso che viene iniettato dal circuito
ACCESSORI
Valvole di primario verso il circuito utenza.
bilanciamento
UTENZA TIPO DI
TIPO DI
REGOLAZIONE
REGOLAZIONE
Regolazione Regolazione
della temperatura della temperatura
DISPOSITIVO DI DISPOSITIVO DI
REGOLAZIONE REGOLAZIONE
Valvola a 3 vie A Valvola a 3 vie
B
B DISPOSITIVI AB DISPOSITIVI
ACCESSORI ACCESSORI
Valvole di Valvole di
100% 50% 0%
bilanciamento bilanciamento
100% 50% 0%
VARIANTE 1 VARIANTE 2
A A
B 100% 50% 0% B
100% 50%
AB A A
B AB
B
AB AB
Rispetto allo schema tipico, è presente una valvola di bilan- La presenza di una valvola di ritegno impedisce la circolazione
ciamento (oppure un Autoflow®) sul ramo del ritorno. Questa inversa sul ramo di by-pass ed evita, quindi, di innalzare
configurazione viene utilizzata in distribuzioni estese e rami- eccessivamente la temperatura di ritorno.
ficate, oppure in caso di forti differenze di carico tra i vari
circuiti regolati.
A A
B B
A
AB B B
AB
VANTAGGI SVANTAGGI
AB
• pronta risposta per effetto della continua circo- • bassi salti termici a causa della portata deviata
lazione di portata sul by-pass
28 N° 56 giugno 2019
SCHEMI APPLICATIVI CIRCUITO A INIEZIONE CON VALVOLA A 3 VIE
Regolazione con valvole a 3 vie in centrale termica medio grande senza separatore idraulico
Regolazione della temperatura con valvola a 3 vie in utenze con impianti a pannelli radianti
1 1
2
1 1
3
3
2
4 4
5 5
3
4 4
5 5
1 1
2
2
3
4 4
5 5
Regolazione climatica con valvola a 3 vie in centrale termica per impianti a radiatori
N° 56 giugno 2019 29
DIMENSIONAMENTO
CIRCUITO IN LIMITAZIONE (2 VIE) E DI DEVIAZIONE (3 VIE)
∆Putenza (mm c.a.)
∆Pvalvola (mm c.a.)
8000
Esprimendo la perdita di carico della valvola in funzione della portata G e del coefficiente di flusso Kv si
ottiene
250 la relazione di dimensionamento della valvola:
50000
250000
35000
40000
45000
(l/h)
G
∆P UTENZA
10
20
dove: ∆TG==10°C
portata, l/h
ΔP
50 UTENZA
= perdita di carico di tutti i componenti del circuito esclusa la valvola, mm c.a.
Kv ∆P VALV. Kv = coefficiente di flusso della valvola, m3/h
100
G 200
In alternativa, i criteri di dimensionamento sopra descritti possono essere rappresentati graficamente su
specifici
500 diagrammi: ciascuna banda colorata corrisponde alla scelta di una valvola con caratteristiche
idrauliche ottimali a seconda dei dati di progetto.
1000
2000
ESEMPIO 5000
10000
Si dimensioni una valvola a due vie per il controllo della potenza termica di uno scambiatore di calore
con le seguenti caratteristiche: P (kW)
∆Putenza (mm c.a.)
• Potenza termica scambiatore: P = 500 kW ∆Pvalvola (mm c.a.)
∆Putenzascambiatore:
• Salto termico (kPa) ΔT = 10°C 8000 ∆Pvalvola (kPa)
8000
• Perdita di carico utenza: ΔPUTENZA = 3000 mm c.a. 10
5000
5000
Metodo analitico: A
5
Si ricava la portata nominale a partire da potenza e salto termico: 2000 C B
G = P ∙2000
860/ΔT = 500 ∙ 860/10 = 43000 l/h 00
Kv1
1000 8 0- 2
Si ricavano i coefficienti di flusso Kv della valvola di regolazione: DN
1000
KvMIN = 0,10 ∙ 43000/√ 3000 = 78,5 m3/h 500 1
KvMAX = 500
0,15 ∙ 43000/” √ 3000 = 117,7
” m3/h /4
”
/2
”
/2 1 /4 3 1” 11 11 2”
250 0,5
50000
250000
30000
35000
40000
45000
(l/h)
Si dimensiona quindi una valvola DN 80, con coefficiente Kv pari a 100 m /h. La perdita di carico 3
G
250
della valvola risulta: 10
10000
1000
2000
5000
(l/h)
200
500
1200
1400
1600
1800
2500
3000
3500
4000
4500
6000
7000
8000
9000
250
300
350
400
450
600
700
800
900
5000
2000
1000
6 5
v4
,0 6,3 0 v1 v2 0
500 K Kv K v1 -K -K v4
”- -
”- ” ” -K
1/2 3 /4” 1 1 1/4 1 1/2 2”
250
10000
20000
30000
1000
2000
5000
12000
14000
16000
18000
25000
(l/h)
500
1200
1400
1600
1800
2500
3000
3500
4000
4500
6000
7000
8000
9000
600
700
800
900
G
1
2 ∆T = 5°C ∆T = 10°C ∆T = 15°C ∆T = 20°C ∆T = 25°C ∆T = 30°C ∆T = 35°C
5
10
20
50
100
200
500
1000
P (kW)
5000
2000
1000
0 0 0 0
63 10 16 22 32
- Kv - Kv - Kv - Kv - Kv
500 65 80 1 00 125 1 50
DN DN DN DN DN
250
100000
200000
400000
10000
20000
50000
120000
140000
160000
180000
250000
300000
350000
250000
12000
14000
16000
18000
30000
35000
40000
45000
60000
70000
80000
90000
(l/h)
G
10
20 ∆T = 5°C ∆T = 10°C ∆T = 15°C ∆T = 20°C ∆T = 25°C ∆T = 30°C ∆T = 35°C
50
100
200
500
1000
2000
5000
10000
P (kW)
N° 56 giugno 2019 31
DIMENSIONAMENTO
CIRCUITO DI MISCELAZIONE
∆Putenza (mm c.a.) ∆Pvalvola (mm c.a.)
8000
1000
5000
2000
(l/h)
1200
1400
1600
1800
2500
Esprimendo la perdita di carico della valvola in funzione della portata G e del coefficiente di flusso Kv si
G
ottiene la relazione di dimensionamento
1 della valvola:
20
In alternativa, i criteri di dimensionamento sopra descritti possono essere rappresentati graficamente su
specifici diagrammi: ciascuna banda colorata corrisponde alla scelta di una valvola con caratteristiche
idrauliche ottimali a seconda 50 dei dati di progetto.
ESEMPIO
100
P (kW)
Si dimensioni una valvola a tre vie per un circuito di miscelazione di un impianto a pannelli radianti
con le seguenti caratteristiche: ∆Putenza (mm c.a.) ∆Pvalvola (mm c.a.)
∆Putenza (kPa) 8000 ∆Pvalvola (kPa)
• Portata di progetto: G = 2000 l/h 1000
80 10
• Perdita di carico utenza: ΔPUTENZA = 2.300 mm c.a. 5000
50 500
Metodo analitico: 5
A
Si ricavano i coefficienti di flusso Kv della valvola di regolazione: 2000
200
KvMIN = 0,25 ∙ 2000/√ 2300 = 10,4 m3/h
20
6
1000 K v1 B C 2
/4 ”-
KvMAX = 0,45
10 ∙ 2000/√ 2300 = 18,8 m3/h 11 100
500 1
Si dimensiona
5 quindi” una valvola da” 1 ¼’’, con coefficiente Kv4”pari a 16 m2”3/h 50
1/
2
3/
4 1” 11
/
11
/ 2”
250 0,5
La perdita di carico della valvola risulta:
2000
(l/h)
1200
1400
1600
1800
2500
ΔPVALV. =2,5
0,01 · (G/Kv)2 = (2000/16)2 = 156 mm c.a.
1
10000
1000
2000
5000
(l/h)
200
500
1200
1400
1600
1800
2500
3000
3500
4000
4500
6000
7000
8000
9000
250
300
350
400
450
600
700
800
900
∆T = 6°C
Metodo grafico:
1 2
Alternativamente si possono sfruttare i grafici riportati alla pagina a lato. ∆T = 4°C ∆T = 6°C ∆T = 8°C ∆T = 10°C
Incrociando 2 i valori di portata G e perdita di carico ΔP si individua il punto A, che rientra
UTENZA 5
nella banda relativa ad una valvola da 1 ¼’’. La perdita di carico della valvola è invece ricavabile a
partire dal 5punto B (intersezione tra il valore diportata G e la curva della valvola scelta) e leggendo 10
È inoltre possibile
20
ricavare la potenza scambiata tramite il grafico sottostante a quello di scelta.
50
Nell’esempio considerato, ipotizzando un salto termico di 6°C si stima una potenza di 13,9 kW
a partire dalla portata di progetto pari a 2000 l/h. 100
50
P (kW)
100
50
32 N° 56 giugno 2019
20
∆Putenza (mm c.a. ) ∆Pvalvola (mm c.a.)
8000
1000
5000
500
2000
200
1000
100
4,0 6 ,3 1 0 v 16 v 25 4 0
500 Kv Kv -K -K
Kv Kv
”- ”- 1”
- /4” /2” 2”
-
1/2 3/4 11 11 50
250
10000
1000
2000
5000
(l/h)
200
500
1200
1400
1600
1800
2500
3000
3500
4000
4500
6000
7000
8000
9000
250
300
350
400
450
600
700
800
900
G
1
∆T = 4°C ∆T = 6°C ∆T = 8°C ∆T = 10°C
2
10
20
50
100
P (kW)
500
2000
200
1000
0 0 0 0 100
v 63 10 v 16 v 22 v 32
500 v
-K -K -K -K -K
65 80 10
0
12
5
15
0
DN DN DN DN DN 50
250
100000
10000
20000
50000
250000
2000
5000
12000
14000
16000
18000
30000
35000
40000
45000
60000
70000
80000
90000
(l/h)
2500
3000
3500
4000
4500
6000
7000
8000
9000
10
∆T = 4°C ∆T = 6°C ∆T = 8°C ∆T = 10°C
20
50
100
200
500
1000
P (kW)
N° 56 giugno 2019 33
DIMENSIONAMENTO
CIRCUITO A INIEZIONE CON VALVOLA A 2 O 3 VIE
∆H (mm c.a.)
∆Pvalvola (mm c.a.)
8000
6,3
Kv
SCHEMA TIPICO 5000
METODO DI
3 DIMENSIONAMENTO
/4”
-
A
∆P UTENZA
Nei circuiti a iniezione, la presenza della linea di by-pass separa il circuito utenza da quello primario in cui
∆P UTENZA
èCinstallataBla valvola di regolazione a 2 o 3 vie. Inoltre, ai fini del funzionamento di questo circuito, deve
2000
essere sempre presente una pompa a monte. Per garantire efficacia nella regolazione della temperatura
di mandata del circuito utenza, è necessario considerare un corretto valore di autorità in fase di dimensio-
1000
namento. Occorre quindi prevedere che la valvola abbia una perdita di carico non troppo bassa rispetto
∆P VALV. Kv Kv ∆P ΔH
alla prevalenza disponibile VALV. a monte del circuito. Valori consigliati per un rapido dimensionamento
GP 500possono
GP quindi essere scelti considerando:
∆H ∆H
ΔPVALV. ≅ 0,5÷1,0 · ΔH
250
Esprimendo la perdita di carico della valvola in funzione della portata GP e del coefficiente di flusso KvVALV
5000
(l/h)
2500
3000
3500
4000
4500
∆P UTENZA
1 ottiene la relazione di dimensionamento della valvola:
si
2Kv = 0,10÷0,15 GP /√ΔH
∆T = 25°C
ESEMPIO 500
1000
Si dimensioni una valvola a tre vie per il controllo della temperatura di mandata tramite un circuito ad
P (kW)
iniezione con le seguenti caratteristiche:
∆H (mm c.a.)
• Temp. di mandata circ. primario: TP = 70°C • Potenza termica: P = 90 kW ∆Pvalvola (mm c.a.)
• Temp. di∆Pmandata
utenza (kPa)
circ. secondario: TS = 50°C • Prevalenza disp.: ΔH = 3500 mm c.a. 8000 ∆Pvalvola (kPa)
,3
8000
• Temp. di ritorno: TR = 45°C v6 10
5000 ” -K
3/ 4
5000 A
Metodo analitico: 5
C B
Si ricava il salto termico sul circuito primario: 2000
ΔT = TP2000
-TR = 70 - 45 = 25°C
1000 2
Si ricava il valore di portata nel circuito primario:
GP = P 1000
∙ 860/ΔT = 90 ∙ 860/25 = 3096 l/h
500 1
Si ricavano
500
i coefficienti di flusso Kv della valvola di regolazione:” ”
2” 4” 1” /4 /2 2”
1/ 3/ 11 11
KvMIN = 0,10 ∙ 3096/√ 3500 = 5,2 m /h 3 250 0,5
5000
(l/h)
2500
3000
3500
4000
4500
2000
5000
(l/h)
200
500
1200
1400
1600
1800
2500
3000
3500
4000
4500
6000
7000
8000
9000
250
300
350
400
450
600
700
800
900
2 ∆T = 25°C
1
Si dimensiona quindi una valvola 3/4’’, con Kv pari a 6,3 m3/h.
∆T = 4°C ∆T = 6°C ∆T = 8°C 5∆T = 10°C
La perdita di carico della valvola risulta:
2
10
ΔPVALV. = 0,01 · (G/Kv)2 = (3096/6,3)2 = 2415 mm c.a. 20
5
L’autorità della valvola di regolazione scelta è pari a: 50
a = 2415/(2415
10 + 3500) = 0,40 100
200
Metodo grafico:
20
500
Tramite l’apposito grafico sottostante a quello di dimensionamento, è possibile ricavare la portata di
1000
progetto individuando
50 sulla linea corrispondente ad un salto termico di 25°C il punto relativo alla potenza
P (kW)
termica di progetto di 90 kW. Si trova quindi il punto A in corrispondenza del valore di prevalenza dispo-
nibile ΔH,100che rientra nella banda di scelta della valvola 3/4’’.
Dal puntoPB(kW)(intersezione tra il valore di portata GP e la curva della valvola scelta) è possibile leggere
∆Putenza (kPa) il
valore di perdita di carico della valvola (punto C sul medesimo asse). 8000
5000
2000
1000
6 5
4,0 6,3 0 v1 v2 0
500 Kv Kv K v1 -K -K v4
- -
”- ” ” -K
1 /2” 3 /4” 1 1 1/4 1 1/2 2”
250
10000
20000
30000
1000
2000
5000
12000
14000
16000
18000
25000
(l/h)
500
1200
1400
1600
1800
2500
3000
3500
4000
4500
6000
7000
8000
9000
600
700
800
900
G
1
2 ∆T = 5°C ∆T = 10°C ∆T = 15°C ∆T = 20°C ∆T = 25°C ∆T = 30°C ∆T = 35°C
5
10
20
50
100
200
500
1000
P (kW)
∆H (mm c.a.)
∆Pvalvola (mm c.a.)
8000
5000
2000
1000
3 00 60 20 32
0
K v6 K v1 K v1 K v2 Kv
5- 0- 0- 5- 50
-
500 6 8 10 12 1
DN DN DN DN DN
250
100000
200000
400000
10000
20000
50000
120000
140000
160000
180000
250000
300000
350000
250000
12000
14000
16000
18000
30000
35000
40000
45000
60000
70000
80000
90000
(l/h)
G
10
20 ∆T = 5°C ∆T = 10°C ∆T = 15°C ∆T = 20°C ∆T = 25°C ∆T = 30°C ∆T = 35°C
50
100
200
500
1000
2000
5000
10000
P (kW)
N° 56 giugno 2019 35
TRATTAMENTO ACQUA NEGLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE
Nelle precedenti edizioni sono stati affrontati, a livello impiantistico, differenti aspetti riguardanti l’ottimizzazione e l’efficien-
tamento degli impianti di climatizzazione e distribuzione dell’acqua sanitaria.
L’acqua è il componente principale all’interno delle reti di distribuzione, per questo motivo le sue caratteristiche rappresen-
tano un aspetto chiave per il contenimento dei costi di gestione e la longevità dell’intero impianto.
Proprietà inadeguate dell’acqua posso infatti generare problematiche come incrostazioni, corrosioni, depositi, formazioni
microbiologiche, congelamento o degrado del fluido.
36 N° 56 giugno 2019
Gli inibitori di corrosione e di incrostazione diventano Gli impianti operanti a bassa temperatura forniscono le
fondamentali in ogni impianto, a prescindere dalla sua tipo- condizioni ideali per la proliferazione di batteri ed alghe
logia, per prevenire seri malfunzionamenti e danneggiamenti, che possono occludere i passaggi e formare depositi. In
specialmente dei componenti più delicati. questa tipologia di distribuzione diventa quindi obbligatorio
l’utilizzo di additivi biocidi in grado di limitare od annullare
Depositi pregressi o accumuli di impurità possono innescare
totalmente tale proliferazione.
o accelerare i fenomeni corrosivi e non lasciano agli additivi
protettori la possibilità di creare uno strato omogeneo a A causa dell’abbassamento della temperatura sotto lo zero
protezione del sistema. Per tale motivo diventa fondamentale, termico l’acqua può ghiacciare aumentando il suo volume e
sia per nuove realizzazioni che per quelle esistenti, effettuare provocando rotture, perdite e danni ingenti agli impianti e alle
il lavaggio con appropriati additivi disperdenti. apparecchiature ad essi collegate. In caso di impossibilità
di cicli o sistemi tecnologici atti ad evitare il congelamento,
Per preservare il sistema è bene che il valore di pH (misurato
questo fenomeno si deve prevenire mediante l’utilizzo di
a 25°C) rimanga in valori prossimi alla neutralità, tra 7 e
prodotti a base di glicoli atossici passivati.
8,5. Per tale motivo diviene fondamentale misurare questo
parametro ad ogni riempimento e, qualora servisse, riportarlo
entro valori standard.
Disperdono e mantengono in
Dispersione di depositi sospensione i depositi evitan- In tutte le tipologie d’impianto
done l’accumulo sulle superfici
Mantengono un pH in un
Per valori di pH post caricamento
Correzione del pH intervallo neutro-leggermente
al di fuori dai limiti
alcalino
N° 56 giugno 2019 37
A rafforzamento dell’importanza di questi prodotti è il fatto
Trattamenti fisici e chimico-fisici (o esterni)
precedentemente spiegato che gli inibitori di incrostazione ed
I trattamenti chimici obbligatori precedentemente descritti i disperdenti per il lavaggio non sono in grado di eliminare le
svolgono l’importante compito di preservare la salute dei impurità presenti nell’impianto, ma solamente di mantenerle
componenti degli impianti di climatizzazione, generando strati in sospensione. Diventa facile capire come questi disposi-
protettivi capaci di prevenire la corrosione e di mantenere in tivi debbano andare naturalmente ad integrare l’azione dei
sospensione le impurità, evitando pericolosi depositi. condizionanti chimici obbligatori, al fine di massimizzare
l’efficienza dell’intero sistema.
Tuttavia, questo comporta che le particelle di sporco possano
inficiare i passaggi più stretti all’interno dei componenti di L’aria è sempre presente all’interno degli impianti di climatiz-
regolazione, delle pompe di circolazione o degli scambiatori zazione. Nonostante un caricamento adeguato e puntiglioso
di calore. volto ad eliminare i gas contenuti nelle tubazioni, l’aria si
trova in forma disciolta all’interno dell’acqua di riempimento.
Inoltre, tali trattamenti non sono in grado di controllare la
Secondo la legge di Harry, l’aumento della temperatura
presenza di aria all’interno dei sistemi distributivi.
o la diminuzione della pressione dell’acqua provocano la
La revisione della norma UNI 8065 suggerisce, in aggiunta separazione dell’aria, generando delle micro bolle.
ai predetti sistemi di trattamento chimico, anche dei sistemi Queste micro bolle vengono trascinate dal fluido per tutto
fisici o chimico-fisici per migliorare e mantenere nel tempo l’impianto, dove, cambiando di stato, danno origine al feno-
elevati standard energetici negli impianti di climatizzazione. meno della cavitazione, danneggiando gli organi di regolazione
e le giranti delle pompe.
I trattamenti previsti sono:
• Filtrazione e/o defangazione;
• Disaerazione;
• Addolcimento mediante resine a scambio ionico;
• Rimineralizzazione;
• Rimozione selettiva di nitrati e altri ioni mediante resine
a scambio ionico;
• Demineralizzazione.
Già in diverse edizioni precedenti abbiamo speso parole per
spiegare l’importanza della defangazione e filtrazione delle
impurità negli impianti di climatizzazione. La stessa norma
UNI 8065 suggerisce sempre l’utilizzo di almeno una delle
due tipologie, se non addirittura la combinazione di entrambe.
A prevenzione di queste problematiche, la norma UNI 8065
suggerisce l’installazione di disaeratori, dispositivi in grado
di trattenere e separare le micro bolle dal fluido vettore,
eliminandole dall’impianto attraverso l’azione di una valvola
di sfiato automatica.
38 N° 56 giugno 2019
La durezza dell’acqua di riempimento dipende dal conte- La demineralizzazione è un trattamento che elimina la
nuto di bicarbonati di calcio e magnesio disciolti nell’acqua maggior parte dei sali contenuti in forma ionica nell’acqua:
e permette di capire le sue capacità incrostanti nel circuito diminuisce la conducibilità elettrica. Si utilizzano di solito
chiuso. L’addolcimento è un trattamento che prevede la dei letti di resine miste a scambio ionico. Poiché l’acqua
sostituzione di calcio e magnesio con il sodio. I bicarbonati demineralizzata ha un basso potere tampone nei confronti
di sodio rilasciati non hanno capacità incrostante, nemmeno delle variazioni di pH, è preferibile diminuire la conducibilità
dopo riscaldamento. Un addolcimento totale (0÷5°f) rende elettrica senza spingersi alla demineralizzazione totale. È
l’acqua “aggressiva” con possibili danneggiamenti di alcuni opportuno aggiungere un idoneo condizionante chimico dopo
componenti dell’impianto. Per questo motivo è preferibile aver effettuato il riempimento con acqua demineralizzata.
mantenere un valore di durezza residua tra 5 e 15°f. Dopo
aver riempito l’impianto con acqua addolcita è necessario
aggiungere un idoneo condizionante chimico.
ADDOLCIMENTO
ADDOLCIMENTO DEMINERALIZZAZIONE
DEMINERALIZZAZIONE
HCO3- HCO3-
HCO3- HCO3- HCO3- HCO3-
SO4 2-
SO4 2-
Na+ Na+ + SO42- SO42-
Ca2+ Ca2+ Na Na+ Ca2+ Ca2+
Mg 2+ Mg2+ SO42- SO42- Mg2+ Mg2+
Ca2+ Ca2+ HCO3- HCO3- Na+ Cl-+
Na Cl- Ca2+ Ca2+ HCO - HCO -
3 3
Na+ Na+
Ca2+ Ca2+ Ca2+ Ca2+
Na+ HCO
Na+3 HCO3
- -
Na+ Na+
Mg2+ Mg 2+
SO 2- 4
SO42- Na+ Na+ Mg2+ Mg2+
SO 2- 4
SO42-
acqua
acqua acqua
acqua acquaacqua acqua
acqua
di rete
di rete addolcita
addolcita di rete
di rete demineralizzata
demineralizzata
Passi operativi
La nuova norma UNI 8065 integra ulteriormente le richieste del Decreto 26.06.2015, rendendo obbligatori, per il raggiungi-
mento della massima efficienza energetica, ulteriori interventi.
Gli interventi indicati nella seguente tabella sono da attuarsi indipendentemente dalla potenza dell’impianto di climatizzazione
e dalla durezza dell’acqua di caricamento.
Lavaggio 4
Verifica perdite 4
Risanamento 4
Filtrazione di sicurezza dell’acqua di carico dell’impianto 4 4
Filtrazione e/o defangazione dell’acqua dell’impianto 4 4
Disaerazione 4 4
Condizionamento chimico 4 4
L’obbligo di addolcire l’acqua di caricamento scatta con il medesimo limite imposto dal Decreto dei Requisiti Minimi, tuttavia
la nuova norma UNI 8065 integra la possibilità di sostituire questo trattamento con un sistema di demineralizzazione, fermo
restando la presenza dei trattamenti descritti in precedenza.
N° 56 giugno 2019 39
L’eXtra Small ancora più performante
Per una protezione veloce e completa dell’impianto
www.caleffi.com