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9 Hours, 9 Persons, 9 Doors
9 Hours, 9 Persons, 9 Doors
9 Hours, 9 Persons, 9 Doors
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0. Premessa
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La prima cosa che notò Junpei riguardo la porta era il
numero che la decorava rozzamente. Sulla superficie della
porta, con vernice rossa, qualcuno aveva scritto un 5. «5? Cosa
significa questo 5…». Sospettoso, e ancora confuso, Junpei si
avvicinò lentamente alla porta. Infine, di fronte ad essa, Junpei
impugnò la maniglia a forma di L. Spingere non provocò
alcun movimento, e lo stesso accadde – o meglio, non accadde
– tirando.
1 ,2 ,3 ,4 ,5
6 ,7 ,8 ,9 ,0
“Radici digitali
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Per ricavare la radice digitale di un numero, segui
questi passaggi:
6 + 7 + 8 = 21 -> 2 + 1 = 3
1 + 2 + 3 + 4 = 10 -> 1 + 0 = 1
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Junpei afferrò la chiave e la infilò a forza nella sua tasca.
Era intenzionato a riprendere immediatamente la ricerca
disperata, ma… qualcosa lo fermò. Il suo riflesso si stagliava di
fronte a lui nello specchio, ma riuscì a stento a riconoscersi.
«Ma che ha la mia faccia…»
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C’era qualcosa che non quadrava, però. C’era la brezza.
Respiri della fredda notte si diffondevano nel suo
appartamento, portando gli odori d’autunno. Le tende bianche
alla finestra ondeggiavano gentilmente al vento.
E poi accadde.
1 + 6 + 7 = 14 -> 1 + 4 = 5
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2. Che il gioco abbia inizio!
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Somigliava terribilmente all’entrata di un lussuoso
palazzo dei primi anni del 1900. Junpei non poté fare a meno di
chiedersi se fosse realmente su una nave. L’acqua che riempiva
velocemente il corridoio dietro di lui suggeriva che sì, era su
una nave. Appena diede uno sguardo, una forte onda arrivò
nella stanza in cui si trovava, guadagnando velocità sulle scale.
«Ok, è definitivamente una na… eh, un’onda? M-merda! Devo
uscire da qui!»
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Tutta questa interazione fu giusto una questione di
secondi. La donna parlò a Junpei, e il tempo ricominciò a
scorrere. «Pare ci sia un altro di noi ora.» La donna era vestita,
pensò Junpei, praticamente come una ballerina. I suoi vestiti la
coprivano molto poco, i suoi colossali gioielli un po’ di più.
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raffinato, e Junpei non poté fare a meno di sentire che era
nobile e solenne, in qualche modo. Non ne aveva mai visto
uno, ma quest’uomo sembrava come Junpei aveva sempre
immaginato sarebbe un principe. «Siamo in nove, quindi. Tutte
le carte sono in tavola.»
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«…»
«…»
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l’infanzia – frequentarono insieme la scuola elementare per 6
anni. Ma… cosa ci faceva sulla nave?
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«Voglio che partecipiate ad un gioco. Alcuni di voi, lo so,
hanno familiarità con questo gioco. Il Nonary Game. È un
gioco in cui metterete la vostra vita in palio.»
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Ci sono, ad ogni modo, dei limiti. Solo da 3 a 5 persone
possono passare attraverso una data porta numerata. Tutti
quelli che entrano devono aver contribuito, e tutti quelli che
hanno contribuito devono entrare.»
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Il suono del nono rintocco si dissolse. Il decimo non
giunse mai. Questo significava che erano le 9 in punto.
Probabilmente le 9 di sera. Quando Junpei aveva guardato
fuori dalla finestra della sua stanza, non aveva visto altro che
oscurità. Doveva essere notte. Se le cose stavano così, avrebbero
dovuto fuggire entro le 6 del mattino seguente.
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3. Convenevoli e non solo
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la minima idea di quale potesse essere, ma… doveva esserci
una ragione.
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evidenziato dalla superficie dell’acqua sul ponte D, liscia come
il vetro.
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Quindi sarò Santa, da Santa Claus, Babbo Natale. Mi sta
benissimo, non trovate?» Il leone parlò: «Dunque il numero del
tuo braccialetto è…» «Sì, ha un 3 sopra. Buon lavoro, nonno.»
Proprio come la montagna poco prima, Silver mostrò la mano
sinistra. Il suo braccialetto recava un 3.
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sulle scale, e non sembrava il tipo di persona incline alla
conversazione.
4+1=5
4 + 1 + 9 = 14 -> 1 + 4 = 5
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metallico. Lasciò andare Clover. «Aspetta!» Junpei corse verso
il nono uomo, ma non fu abbastanza veloce. L’uomo spinse
Clover, e saltellò attraverso la porta. «O-okay, buona fortuna,
ragazzi. Ora me ne vado. Bene… addio…» Alzò la mano in
segno di saluto, con una smorfia contorta e dall’aria furba. Poi,
se ne andò. La porta si serrò con un lento fragore di metallo
contro metallo.
«A-ah… mio Dio, mio Dio, non c’è più tempo…! Ascoltate!
Sono stato ingannato! Mi ha mentito! Mi ha fatto entrare lui! È
stato lui! Mi ha ucciso! È stato lui!» Le urla isteriche non si
contenevano. Poi, un’esplosione che fece oscillare tutta la
stanza. Istintivamente tutti si rannicchiarono, poi si rialzarono
lentamente realizzando che non c’era pericolo.
5 + 3 + 6 = 14 -> 1 + 4 = 5
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Junpei sospettò che la detonazione l’avesse scagliato contro il
muro. Metà del suo volto era frantumata, e l’altra metà
ricoperta di sangue. Buona parte dell’addome era vuoto, per
l’esplosione o per la forza di gravità. Giaceva a schiena in giù, e
rigide bianche costole sporgevano fuori dal torace, come le
gambe di un granchio macabro.
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cercò di ricordare. Tutti quelli che si identificavano, poi
dovevano entrare.
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«Eh? Che cos’è questo?» Seven prese la carta, che poi passò
a Lotus, a June, e infine a Junpei. La guardò, e comprese. «È in
braille.» Braille. Il linguaggio scritto dei ciechi. Il foglio era
ricoperto di piccoli punti sporgenti. Junpei lo riconosceva, ma
non poteva certo leggerlo. «Mi spiace, ragazzi, ma questo non
ve lo posso leggere.» Junpei restituì il foglio a Snake. Che
annuì con un piccolo sorriso furbo.
«L’ho trovata nel mio taschino. Posso solo supporre che sia
un messaggio da parte di Zero.» Tutti erano confusi e volevano
sapere cosa dicesse il messaggio. Si ammassarono attorno a
Snake, cercando disperatamente di sentire. Santa, in particolare,
sembrava come aggrappandosi a Snake volesse scuotere le
risposte direttamente da lui.
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Il DEAD è il Deactivation Device, dispositivo di
disattivazione. Fa esattamente quel che dice il suo nome. Dopo
essere passato attraverso la porta numerata, devi usare il DEAD
per fermare il detonatore nel tuo braccialetto.
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Chiunque non si sia identificato al RED non potrà
identificarsi al DEAD. Quindi, se passi attraverso la porta
numerata senza esserti identificato al RED, in 81 secondi
morirai.
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chiaro. Solo chi si era identificato al RED poteva passare
attraverso la porta numerata. Le squadre non potevano
aumentare o diminuire il loro numero. I RED, DEAD e
braccialetti si assicuravano che le regole fossero rispettate.
Erano giudice, giuria e boia.
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«Ehi… credete che potremmo capire chi sia Zero in base a
questo?», disse Santa. «Sì, hai ragione. Connetti i punti tra le
vittime con delle linee, e alla fine trovi il colpevole. Roba da
manuale.», aggiunse Seven. Lotus chiese: «Junpei, June, vi
viene in mente qualcosa? Magari siete stati a scuola con il
figlio di un multi-milionario…» «Un milionario?», disse June.
«Un figlio?», disse Junpei. «Be’, qualcuno deve pur aver
comprato questa nave, e messo in piedi tutta questa… roba.
Chiunque sia, Zero dev’essere incredibilmente ricco.»
5 + 8 + 3 + 6 = 22 -> 2 + 2 = 4
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4. Porta 4: Cabina di seconda classe
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Ace tirò la leva. Il suo volto contratto con determinazione,
si guardò indietro per vedere Junpei e i suoi compagni. «A
presto.» Lotus rispose: «Fate attenzione.» Appena Ace tirò la
leva, la porta si aprì, come la bocca di una grande bestia
famelica.
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Dev’essere quel coso, il DEAD! Forza! Venite qui! Dobbiamo
identificarci!»
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attraversarono insieme la porta. Nel momento in cui varcarono
la soglia, ognuno sentì un suono freddo ed elettronico
provenire dal proprio polso sinistro.
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«Oh, fanculo!» Non c’era tempo per contare ed esserne
certi. Junpei corse verso la porta più vicina. Afferrò la maniglia
e la scosse con forza. Non si sarebbe aperta. Non sembrava
chiusa a chiave… sembrava più come se qualcuno avesse
piazzato una tavola di metallo dall’altro lato della porta.
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Il DEAD era infisso alla parete sinistra, lampeggiando
quasi sarcasticamente. «Svelti!» Junpei afferrò il dispositivo, le
sue mani madide di sudore, e tremolanti. Sbatté la mano
contro lo scanner. Gli altri tre seguirono velocemente. Con un
grugnito, Santa abbassò violentemente la leva.
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scalinate principali. I simboli del sistema solare… Sole,
Saturno, Terra… quindi, suppongo questo sia Marte.»
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come una marionetta.» Mentre si diresse alla stanza 93, Lotus
proseguì: «Be’, ora abbiamo queste due stanze. Sono sicura che
c’è dentro qualcosa che ci aiuterà ad uscire di qui. Troviamo
questa cosa. Io e Santa cercheremo in questa stanza. Junpei e
June, guardate nell’altra.» «Bene.» «Okay!»
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«È una bottiglia d’acqua. E questa è una camera da
letto…» disse June. «Probabilmente l’hanno messa qui perché
quando ci si sveglia si ha la gola secca», proseguì. «La mia gola
è secca, ma penso che sia perché ora sono un po’ nervoso.»
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«Uhm, bella domanda. Effettivamente dubito che
l’avrebbe menzionato se non ci fosse una ragione… che sia il
Titanic?» June rispose: «Il Titanic? Intendi dire, tipo, come se
avesse viaggiato nel tempo e fosse finito qui? Prima che la
nave affondasse, il 14 aprile 1912…»
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«Be’, si dice fosse molto carina.» «Carina?» «Sì.» «Ma… era
una mummia.» «Appunto. Non era raggrinzita o putrefatta o
simili. Sembrava come se fosse viva.»
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sia tornata la febbre, e se non è il caso di sdraiarsi un po’; lei
risponde che è un po’ presto per sdraiarsi, ma lui non capisce.
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Il cuore di Junpei ebbe un sussulto. «Vuoi saperlo?»
Doveva ammetterlo, era un po’ curioso. «Non preoccuparti.»
June gli sorrise. «Solo diciotto… volte zero. Eh sì… mi sa che
non ho ancora incontrato Mister Uomo Giusto…» June
sembrava un po’ imbarazzata, e si grattò la testa nel disperato
tentativo di apparire indifferente.
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Junpei si dirige verso l’altra stanza, con Lotus e Santa. È
speculare a quella di prima, e c’è la stessa cornice; il quadro,
però, contiene solo un tassello che è grande ¼ rispetto al tutto.
Sul tavolo c’è una candela. Junpei la accende coi fiammiferi, e
si dirige verso la camera da letto che è completamente buia.
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Santa si grattò l’orecchio, e sembrò impacciato. «Be’, vedi,
ogni foglia del quadrifoglio ha un significato. E le foglie
significano proprio queste quattro parole. È come… il
linguaggio dei fiori. Be’, non è proprio un fiore. È come il…
linguaggio delle foglie, ecco. Sì, puoi considerarle parole delle
foglie.»
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«Quindi, per uscire da questa nave… dobbiamo comporre
una squadra i cui numeri abbiano una radice digitale di 9…»
disse Junpei. «E solo le persone in quel gruppo potranno uscire
vive…» aggiunse Santa. «Esatto! È per questo che si chiama
Nonary Game», disse Lotus.
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Da qualche parte in lontananza, Junpei udì lo scricchiolio
del metallo in tensione. Suonava quasi come Zero che rideva di
loro… o il triste, disperato lamento di un maiale diretto alla
macelleria.
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davanti… queste quelle di dietro.» Junpei tracciò i contorni con
le dita.
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che indossava un cappello. La seconda era… be’, questa del
cane. Dunque. Il loro esperimento…»
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precedente aveva come risultato un tasso di successo del 9,2% -
il cambiamento non era statisticamente rilevante.
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«Oh, stavo solo scherzando. Non dovreste prendermi sul
serio, davvero. Cioè, voglio dire, le cose che vi ho raccontato
sono vere. Sono accadute realmente. Ma i risultati
dell’esperimento non sono nulla di eclatante. Potrebbero essere
stati facilmente falsificati. Alla fin fine, erano interessati
all’audience. Sono una stazione TV, dopotutto.»
«Certo che no! Come ti ho detto, sono certa che sia solo
pseudoscienza!» «Ah, okay!» Santa e Lotus risero, e si diedero
un gioviale colpetto sulla spalla. Junpei, comunque, non
sentiva ci fosse molto da ridere.
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Lì vicino c’erano un paio di ascensori. Premendo alcuni
tasti realizzarono che questi non avrebbero risposto alle loro
chiamate. Potevano solo supporre che gli ascensori non
ricevessero energia. Rimaneva solo una porta. «Be’, sembra che
non abbiamo molta scelta.» Gli altri convennero con Junpei,
che afferrò la maniglia, e aprì gentilmente la porta.
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Fece scorrere le dita sulla mappa, mormorando tra sé. «Lo
sapevo. Vedi qui? Guarda.» Junpei fece come gli venne detto.
Santa e June si avvicinarono per dare un’occhiata. «Visto?
Siamo entrati da qui. Se usciamo da qui, saremo dall’altro lato
della grata.» Con le dita, Lotus tracciò un percorso sulla mappa.
Aveva ragione.
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davvero. Stavo solo pensando a Futility…» La cosa non stava
assumendo maggiore senso.
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«Mh… Non so. Voglio dire, ok, sembra un po’ strano,
ma… sono abbastanza sicuro che non fosse così raro per le navi
scontrarsi con un iceberg a quei tempi, o anche con altre navi.»
«Sì.»
«Non è così.»
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«William Thomas Stead fu un passeggero del Titanic.
Scrisse semplicemente ciò che vide con i suoi occhi… vent’anni
prima che accadesse.»1
Junpei decise che sarebbe stato meglio non dire nulla. Ciò
che June diceva era folle e completamente assurdo. Se avesse
cercato di prenderla sul serio, sarebbe andato fuori di testa.
Junpei sorrise, a disagio: «Be’… che ne dici di parlarne un’altra
volta… okay?»
1
Tutto quanto viene affermato su Robertson e Stead è vero.
http://en.wikipedia.org/wiki/Futility,_or_the_Wreck_of_the_Titan
http://en.wikipedia.org/wiki/William_Thomas_Stead C’è di più: Stead
stesso affermò di possedere il potere della scrittura automatica e che
quanto scriveva sarebbe avvenuto. Le due storie si intitolavano How the
Mail Steamer went down in Mid Atlantic by a Survivor e From the Old
World to the New.
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conservare il calore corporeo. «Brr… fa freddo qui. Cos’è
questo posto?» «Sei cieco? È una cella frigorifera.» I denti di
Santa avevano già iniziato a vibrare. Poco sorprendente: la cella
frigorifera era troppo fredda per qualcuno vestito come lui.
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rispondere: «Cosa? Che succede?» «La porta non si apre! Prova
ad aprirla dal tuo lato!» «Oh, okay, aspetta…» Presto, udirono
Lotus dall’altro lato della porta grugnire tirando con forza. Poi
i grugniti cessarono, e sentirono i respiri affannati per lo sforzo.
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«Be’, immagino che potremmo usarlo per uscire di qui»,
rispose Santa. Erano in procinto di muoversi, quando parlò
June: «Il punto di sublimazione dell’anidride carbonica è -78°C.
A qualsiasi temperatura maggiore, diventa gas. Minore, e
diventa solida.»
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Santa rispose: «Ecco, questo è strano. L’acqua è liquida tra
gli 0°C e i 100°C. Perché non vale per l’anidride carbonica?»
June replicò con una risposta che stupì entrambi: «Be’, c’è un
tipo di ghiaccio che non diventa liquido a 0°C. Ne ho sentito
parlare… il punto di fusione è 46°C.»
2
Il ghiaccio-nove viene dal romanzo del 1963 Cat’s Cradle (il titolo italiano
è proprio Ghiaccio-nove) di Kurt Vonnegut. Non è una sostanza realmente
esistente, e quanto si afferma sugli scienziati che l’avrebbero scoperta è
falso.
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se il ghiaccio supera i 46°C sarà liquido, altrimenti solidificherà.
Puoi pensarlo come un polimorfo dell’H2O. Come i diamanti e
la grafite… Entrambi sono fatti di carbonio, giusto? Però, in
base alla forma cristallina, la durezza e la struttura sono
completamente diverse.»
3
La storia della cristallizzazione della glicerina è una leggenda nata da un
articolo pubblicato nel 1923 sul Journal of American Chemical Society, che
afferma: “After the seed crystals had arrived it was found that
crystallization practically always occurred when amounts of 100 g. of any
laboratory sample were slowly warmed over a period of a day, after
cooling to liquid-air temperatures. This occurred even when great
precautions were taken to exclude the presence of seeds. However, it was
found readily possible, by temperature manipulation alone, to produce
crystalline or supercooled glycerol at will.” J. Am. Chem. Soc. 1923, 45, 93.
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esagerato, seriamente. Potrò anche chiamarmi Santa, ma non
sono cresciuto in Islanda. Odio il fottuto freddo. Quindi
troviamo un’uscita, okay?»
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«Urrà! Siamo fuori!» June, sollevata, collassò al suolo.»
«Muoviti!» Santa spinse Junpei e corse verso il grill, che afferrò
immediatamente. «Oh! Maledizione! Caldo caldo caldo caldo
caldo caldo! Cazzo!» Procedette a calciare il grill in un futile
ma divertente scoppio di rabbia.
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a parete. Oltre di essa c’erano due ascensori e l’entrata per la
cucina. Erano entrati da una parte e usciti dall’altra. Questo
significava che la mappa dell’interno della nave era accurata.
Mantenendo la mappa aperta di fronte a loro, iniziarono a
discutere la mossa successiva.
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L’acqua li fissò di rimando, la superficie liscia come un
grande specchio. Per quanto infausto, Junpei trasse un po’ di
conforto dal fatto che il livello dell’acqua non era salito di
molto dall’ultima volta che avevano controllato. Tornarono al
ponte C.
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fossero, ma certamente abbastanza da esserne scoraggiati.
«Maledizione. Se cerchiamo in tutte queste stanze, il sole sarà
sceso prima di averne viste la metà», disse Santa.
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5. Porta 5: Cabina di prima classe e Casinò
«No, non puoi. Non puoi venire con me.» «P-perché?» «Be’,
sai cosa c’è lì dietro, no? Sicura di volerlo vedere?» «…» June
aprì bocca, come per dire qualcosa… ma invece la richiuse, e
posò lo sguardo sul pavimento. Junpei sentì una fitta al petto
per il dolore evidente di June, ma ormai aveva deciso. Non
poteva fare altro.
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Junpei volse lo sguardo altrove, facendo del suo meglio
per mettere a tacere il turbinio di emozioni. «Per favore.
Fatemi passare per la porta 5.» Seven si grattò il capo e guardò
il giovane. «Amico… ora siamo di nuovo al punto di partenza,
lo sai vero?»
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Seven, Snake e Junpei si identificarono in rapida
successione. Il display del RED mostrò tre asterischi. «A posto,
possiamo andare.» Junpei si guardò intorno un’ultima volta, la
mano che afferrava la leva del RED. «Okay… fai attenzione…»
La preoccupazione era evidente sul volto di June. Junpei la
guardò negli occhi e le diede quello che sperava essere un
cenno di rassicurazione.
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Si erano a stento resi conto della faccenda, quando con un
forte rumore metallico la porta numerata dietro di loro si
richiuse. Se non fossero riusciti a trovare il dispositivo che
avrebbe disattivato i detonatori sui loro polsi, non avrebbero
più lasciato quel corridoio. «Ehi! Dov’è il DEAD?» La paura e la
fretta nel volto di Seven esprimeva ciò che tutti e tre
provavano. Junpei girò velocemente su se stesso cercando
disperatamente di intravedere il DEAD. Lo trovò abbastanza
facilmente. Era sul muro, accanto alla porta chiusa con il 5.
«Trovato! È qui!»
C’erano due porte sul lato destro della stanza. Aprì quella
alla sua destra, ed entrò. Dall’altro lato della porta c’era un
piccolo corridoio. Lo percorse, aprì la porta all’altra estremità, e
sbirciò dentro. Ecco dov’erano: alla sua destra, indaffarati ad
esaminare qualcosa.
99
Junpei fu colto alla sprovvista da questa rivelazione.
Guardò Snake, scettico. «Non mi credi, eh? Vuoi una
dimostrazione? Devo avvertirti però, senza dubbio te ne
pentirai.» Junpei non disse nulla. «Bene, immagino che
abbiamo perso abbastanza tempo. Riprendiamo la nostra
ricerca, ok? Con un piccolo sorriso soddisfatto di sé, Snake si
voltò e se ne andò a cercare.
100
l’acqua della vasca da bagno. Poi toglie il tappo della basca per
svuotarla, trovando un altro spartito azzurro.
101
«Stai dicendo la verità?» «Eh?» «Be’, sembri molto calmo
per essere qualcuno che non ricorda nulla. Se avessi davvero
l’amnesia, non dovresti essere, tipo… turbato, confuso, o
qualcosa di simile?» «Certo, sicuro, voglio dire, ero piuttosto
confuso quando mi sono svegliato giù al ponte D. Ma è passato
un po’. Ho avuto abbastanza tempo per abituarmici. Dopo un
po’, ho capito che non valeva la pena farsi problemi o
preoccuparsene. Dopotutto, che senso ha preoccuparsi di
qualcosa che non posso cambiare? Di solito l’amnesia non dura
per sempre. Immagino se ne andrà via da sola, alla fine.»
103
Seven voleva tornare indietro, difficilmente era per suonare il
pianoforte.
104
tutti ai corpi celesti… Verosimilmente, questo rappresenta
Venere, e non il simbolo femminile. Così suppongo.»
106
più debole quella che ha 0. Le cifre delle decine vengono
semplicemente ignorate. Capito?»
107
verso le scale. Al centro del cancello c’era la serratura,
adornata con il marchio di Venere.
108
Di fronte alle scale c’erano due ascensori. Sembravano
identici ai due al piano di sopra. Tra essi, alla parete, c’era un
altro card reader. E su di esso c’era un altro strano simbolo.
«Ehi, guardate questo… è il simbolo di Lotus», disse Junpei.
«Cosa?», chiese Seven. «Non vedi? È il simbolo della donna,
però sopra ha le corna del diavolo, no?» Seven scoppiò in una
fragorosa risata. «Vedo, vedo. Nessun dubbio al riguardo.
Questa era buona, ragazzo.»
109
Per il momento, decisero di lasciar perdere gli ascensori, e
tornare indietro verso le scale. A sinistra c’era un altro
corridoio. C’erano svariate porte allineate lungo entrambi i lati.
Sembravano estendersi all’infinito, e i tre uomini si sentirono
molto piccoli. «Oh merda, non abbiamo abbastanza tempo per
controllarle tutte, vero?», disse Seven. «Magari potremo
tornarci più avanti. Andiamo a vedere l’altro lato.»
110
6. La scomparsa
111
con medicine accatastate, e una serie di apparecchiature
mediche la cui funzione era ignota a Junpei.
112
Junpei e gli altri posero le loro mani sul pannello, ma non
accadde nulla. Il RED si rifiutava di rispondere. Provarono a
tirare la leva, ma ancora niente. Come scoprirono ben presto,
non era solo il RED della porta 8 ad essere apparentemente
mal funzionante. Il RED della porta 7, e il RED della porta 3.
Nessuno di essi funzionava.
«Eh?» «Chi?» Sia June che Junpei erano confusi. «Be’, non
è semplice? Seven.» Aveva ragione. Aggiungendo Seven, la
radice digitale sarebbe stata 8. Loro quattro avrebbero potuto
attraversare la porta 8. Ma… «Ehi, aspetta un secondo. Che ne
sarebbe degli altri quattro?» «Perché non provi a sommarli?»
Era abbastanza semplice…
1 + 2 + 3 + 4 = 10 -> 1 + 0 = 1
121
«Esatto. A meno che non portiamo anche Ace con noi, saremo
bloccati.»
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Per il bene di Clover, dovevano trovare Snake, e in fretta.
Fece del suo meglio per scacciare la tristezza e la depressione, e
abbozzò un sorriso. Decisero di andare al corridoio con tutte le
porte. Di fronte ad esse, lungo il corridoio, riconobbero Ace.
«Ehi! Snake! Dove sei? Rispondimi se ci sei!» Con June al
seguito, Junpei corse verso Ace.
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Junpei inarcò le sopracciglia: «Così, in altre parole… uno
di noi è la persona che ha messo a posto i RED.» Santa ghignò:
«Bingo. Abbiamo un vincitore.» «Ma se questo fosse vero,
allora la persona che l’ha fatto non vuole che noi lo sappiamo.»
«Sì.» «Ma… perché?» «Non ne ho idea. Forse se facciamo
chiarezza su questo punto, possiamo scoprire qualcos’altro,
qualcosa di brutto.» «Qualcosa di brutto?» «Non so. Qualunque
cosa sia, a questa persona conviene nasconderlo. Potrebbe
avere a che fare con la scomparsa di Snake.»
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Snake sembrava completamente scomparso. Non sarebbe
servito a nulla sprecare altro tempo. Anche gli altri
sembravano pensarla allo stesso modo, ma rimasero in silenzio.
Infine, Seven parlò: «Non abbiamo scelta… Lotus ha ragione.
Non troveremo Snake qui. C’è un problema, comunque.
Dobbiamo decidere chi va per quale porta.» Lotus lo
interruppe: «Sì. Ho una proposta.»
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June intervenne: «No! È troppo crudele!» «Cosa c’è di così
crudele?» «Di… di sacrificare qualcuno in questo modo…» «E
allora qual è il tuo piano? Dovremmo sacrificare due persone,
anziché una sola?» «Non è quello che intendevo! Non
dobbiamo sacrificare nessuno!» «Te l’ho detto, è impossibile!
Svegliati!»
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Clover alzò lentamente lo sguardo. «Andremo a cercarlo
insieme, okay? Se sacrificheremo una persona, potremo andare
a cercarlo. Tu… sei d’accordo con me, vero?» Clover annuì.
Clover fece una risatina. «Mozione approvata!» Lotus si voltò e
camminò verso Junpei. «Ora, iniziamo a votare per…» «Non
sarà necessario.» Ace non aveva quasi parlato per tutto il
discorso di Lotus, e tutti balzarono.
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«Hai… hai usato questa?» «Sì… è solo… un anestetico…
starò bene… l’ho trovato prima, mentre cercavamo nelle
camere dell’ospedale… pensavo che avrebbe potuto essere
utile, più avanti… Non pensavo che avrei… dovuto usarlo su di
me…» «Perché l’hai fatto?» «Non te l’ho… detto? Voglio fare
un… sonnellino… Sono… molto stanco.»
Junpei sapeva che non l’aveva fatto per quello. Ace si era
iniettato l’anestetico per prevenire i tentativi di Junpei e June di
portarlo con loro. Se non poteva muoversi, non avrebbero
potuto fare nulla. Se l’era iniettato per costringerli a lasciarlo
indietro. «Ace…» «Sì…? C’è qualcosa che vuoi… dirmi? Voglio
solo dormire… un po’…» «No! Non farlo, Ace! Non
addormentarti!» «Ah… è così… caldo, e soddisfacente… penso
che farò… buoni sogni…» Le palpebre di Ace si abbassarono
sempre di più… come se stesse morendo.
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Poi improvvisamente, Santa parlò: «Sì, ma non abbiamo
ancora scelto, no?» «Uh? Cosa intendi?» «Be’, non abbiamo
deciso chi va per quale porta.» «Ah, sì. Sì, è vero.» «Bene, ne ho
abbastanza di questo casino. Decidiamo. Inizia tu, Lotus. Quale
porta preferisci?»
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June non disse nulla. Le sue lacrime erano sparite, ma i
suoi occhi erano ancora tristi, mentre guardava Junpei. Lui
ricambiò lo sguardo, e con tutta la rassicurazione che poteva
darle, le pose gentilmente la mano sulla spalla. «Andrà tutto
bene. Ci rivedremo ancora. Te lo prometto.» Junpei si morse le
labbra e annuì impercettibilmente.
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7. Porta 7: la Sala Operatoria
Guardò alla sua destra, verso la porta8. June era lì, come
fosse l’immagine riflessa di Junpei. Si voltò a guardarlo. I loro
sguardi si incrociarono. Annuirono. Il loro congedo durò circa
1,5 secondi. Poi qualcuno afferrò il braccio di Junpei, e lo tirò
con forza attraverso la porta. Udì il suono della porta numerata
sbattere violentemente dietro di lui.
137
sorriso sembrava forzato e deforme. «È la seconda volta che
passiamo per una di queste porte numerate, ma… wuh, non ti
ci abitui mai.»
«Tu non hai le…» «Tu, piccola-… argh, vuoi morire?» «Mi
piacerebbe vederti a provarci, tsé!» «Fottuta peste… bene, l’hai
voluta tu!»
138
«Questa porta è la nostra unica strada, vero?», chiese
Seven. «Sì, pare proprio sia così.» C’era una placca di metallo
incastonata sopra la porta. Diceva “Sala operatoria”. Se
bisognava crederci, dall’altro lato della porta ci sarebbe stata
una sala operatoria. Ciò rendeva Junpei… nervoso…
139
soffitto. Lentamente, si avvicinarono. Mentre si avvicinarono al
corpo, divenne chiaro che non si trattava proprio di un corpo.
«Che diavolo… è solo una bambola gigante o roba simile…»,
disse Junpei.
140
Clover. «O magari ha… usi più personali…?» Il largo ghigno
di Seven era un po’ più che perverso. Clover gli lanciò
un’occhiataccia.
142
«Be’, ricordo una storia sull’EDT. È successa circa
cinquant’anni fa. C’era questa fabbrica, da qualche parte in
America, che faceva grandi cristalli di EDT. Li facevano per
vendere questo detergente industriale, come ti ho detto poco fa.
Ma un anno dopo che la fabbrica iniziò…»
144
marittimo della storia. Dunque?» «Hai mai sentito della nave
che venne mandata a recuperare i cadaveri?»
145
mostrava alcun segno dell’invecchiamento o della
decomposizione. Dissero che sembrava sontuosa, come una dea.
148
C’è un’altra porta sul fronte opposto a quella da cui sono
arrivati, con scritto “Sala allestimento”. È aperta, e conduce ad
una stanza. Dentro un cassetto c’è un foglio.
149
Tornano alla sala operatoria e mettono tutte le parti del
manichino Lucy al suo posto. Non succede nulla, perché il
peso è sbagliato. Devono scambiare le parti del corpo con
quello di John per arrivare al peso corretto.
150
essere morto… È per questo che non lo troviamo. E se è
morto… io sarò la prossima.»
151
piangere. Provò a nascondere le lacrime guardando il
pavimento, ma servì a poco.
«Oh, non penserai che possa lasciar scorrere una cosa così?
Di che “esperimento” parlavi?» Clover guardò altrove. Il
quadrifoglio era ancora nelle sue mani. Lei lo fissò per un
lungo momento e poi, finalmente, parlò: «Tu… mi prometti
che non lo dirai a nessuno?» «Lo giuro sul mio cuore.»
152
«Davvero?» «Davvero.» «Posso… fidarmi di te, giusto?»
«Certo che puoi.» Clover si mise il quadrifoglio in tasca. I suoi
occhi ancora rossi dal pianto, guardò Junpei: «Ti dirò cosa è
accaduto su questa nave, nove anni fa…»
153
«Be’, lo butterei via e comprerei un altro calzino.» «No no
no, è il tuo calzino preferito! Fingi che sia così.» «Okay,
allora… immagino che lo rattopperei. Prenderei del tessuto per
chiudere il buco.» «Okay, e cosa faresti se si bucassero ancora?»
155
un po’ troppo velocemente per essere del tutto innocente,
Clover si diresse verso l’uscita. Seven la fissò, poi si voltò verso
Junpei con un’espressione divertita.
«Ehi, che hai?» disse Seven a Junpei. «Sei troppo serio, sai?
Non puoi essere più felice? Sorridente?» «No.»
156
8. Porta 8: il Laboratorio
157
Per un lungo minuto, stettero in fronte alla porta. Poi,
Lotus premette la mano contro il suo petto, e si voltò verso
Junpei e Clover. «Siete pronti? Andiamo.» Misero le mani sul
pannello e Lotus tirò la leva. La porta si aprì. Un corridoio
stretto si stendeva di fronte a loro. Lotus e Clover fecero un
salto oltre la porta. Nel momento in cui la attraversarono, i
loro braccialetti emisero un bip. I detonatori nei loro
braccialetti erano stati attivati. Junpei camminò per
raggiungerli, ma mentre stava per varcare la soglia, si fermò.
Guardò alla sua sinistra, verso la porta 7. June era lì, come
fosse l’immagine riflessa di Junpei. Si voltò a guardarlo. I loro
sguardi si incrociarono. Annuirono. Il loro congedo durò circa
1,5 secondi. Poi qualcuno afferrò il braccio di Junpei, e lo tirò
con forza attraverso la porta. Udì il suono della porta numerata
sbattere violentemente dietro di lui.
«Proprio quel che penso io. Ora tutto quel che dobbiamo
fare è trovarlo. Lotus e io controlleremo qui attorno. Clover,
dovrai cercare dalla tua parte.» «Oh, sì! Lo farò!»
161
rimuovere anche macchie indelebili. A destra c’è un computer,
ma senza case: solo monitor, tastiera e mouse.
4 3
162
quindi non può funzionare. Lotus ribatte che non si può mai
sapere finché non si prova.
163
Poi, prima che Junpei avesse tempo per battere le
sopracciglia, Lotus si mise a scrivere ad una velocità incredibile,
con il suono delle dita sulla tastiera simile al fuoco di una
mitragliatrice. Junpei era senza parole. «Non te l’aspettavi, eh?»
«Certo che no! Che lavoro facevi? Che cosa sei?» «Al momento
sono disoccupata. Ho lavorato per una società di sicurezza
informatica, ma poi ho… smesso.» «E perché?» Lotus batté le
ciglia. «Uh? Be’, per… è stata… una cosa.» Smise di scrivere per
un momento, e guardò in basso.
166
raccapricciante, pensò. Suonava molto simile ai dettami di una
bizzarra setta religiosa.
4
Nella versione inglese, Lotus dice a Junpei che lo sta kidding, per poi
usare il termine inventato adulting. Era impossibile riprodurre in italiano
questo gioco di parole.
168
braccio destro in alto, e lo riabbassò solennemente per premere
il tasto Invio.
Non dovrei affidarmi così tanto agli altri, pensò Junpei tra
sé. Da quel momento in poi, si disse, non avrebbe fatto più
affidamento su nessuno. Junpei incrociò le braccia e fissò il
puzzle mostrato sullo schermo.
169
Cliccando sui quadratini nell’ordine indicato dal disegno
di Clover, tutto il quadrato diventa verde, e si sente il rumore
di qualcosa che si sblocca. Sono gli armadietti con le luci rosse,
che ora sono verdi. L’armadietto centrale si apre, e contiene
due chiavi. Una è una normalissima chiave, l’altra ha il
simbolo della terra, quello della porta sul ponte A.
170
Ad ogni modo… «Mi spiace, Clover… non mi viene in
mente nulla. Voglio dire, diceva di avere capacità superiori a
quelle di una persona media, o roba simile, ma… no, niente.»
«Okay…» Le parole di Clover furono a malapena udibili.
Annuì vagamente a Junpei, e si allontanò.
Una delle due porte che prima era bloccata, con la luce
rossa, ora è verde. Aprendola, Clover li raggiunge. Tossisce
molto. I tre finalmente escono usando l’altra porta con la luce
verde.
172
9. Una vecchia conoscenza
173
Santa parlò: «Ehi! Che ci fate voi qui?» Junpei rispose:
«Cosa? Ma… noi non…» Prima che potesse terminare, Clover
disse: «Uhm, ragazzi, potete venire qui?» Lei stava vicino alla
fine del corridoio che poi girava a destra. Tutti corsero da lei,
curiosi di sapere cosa avesse trovato. C’era qualcosa sulla
parete alla fine del corridoio.
174
all’incredulità. Uno ad uno, gli altri notarono ciò che lui aveva
visto. Come un unico corpo, si diressero tutti verso la porta che
poco prima Junpei era stato in procinto di aprire.
C-cosa?!?
«Sì... è vero...»
«...»
«Preoccuparmi cosa?»
«Di... bagnarti...»
180
«Oh, Jumpy! Sei così coraggioso!»
«Sì...»
«F-finita...?
«... Paradiso...?»
181
«...Eh?»
«...Uh?»
Era... era proprio così che succedeva? Forse era così che
funzionava... magari si era sbagliato per tutti questi anni. Aveva
frainteso la vita in modo così grave? Il solo pensiero lo
terrorizzava. June sembrava totalmente ignara della crescente
confusione e della paura di Junpei.
182
accadrà, il tuo corpo non riuscirà a prendere più ossigeno, e
comincerai a sentire quella sensazione di volare...»
«...»
«...»
«...»
«...»
183
all’interno. Erano due: E e C. Premette il tasto E e saltò fuori
dall’ascensore.
184
«Capisco… quindi è per questo che la nave non è
affondata? La forma interna le impedisce che si riempia tutta
d’acqua?» «Sì, penso sia così.» Junpei richiuse il quaderno e lo
rimise in tasca. «Ok, ora scendo a controllare. Tu rimani qui, va
bene?» «Ma io…» «Eddai, fallo e basta, ok?»
185
June si guardò attorno nervosamente, e poi… espirò. «Hai
ragione. Non è sommersa.» «Già.» «Ma c’è comunque un sacco
di acqua.» «Sì, proprio sopra di noi.» «Cosa succede se il soffitto
cede?» Junpei ci pensò un po’. «Be’, probabilmente ci
bagneremmo un sacco… quassù.» «Eh?» «Ad ogni modo,
dobbiamo fare alla svelta a controllare. Lotus e Santa
potrebbero già essere tornati indietro.» «Okay. Buona idea.»
186
Nel tornare indietro, Junpei notò una mappa sulla parete.
Come poté constatare, era una mappa bruciacchiata del ponte
E.
187
Quell’idea li fece pensare in silenzio per un po’. June si
morse le labbra, mentre Lotus sospirava sommessamente tra sé,
e Santa si scrocchiava il collo teso e fissava il vuoto.
188
«Snake era… Snake è…» Seven non poteva terminare.
Volse lo sguardo altrove, il volto contratto da… Junpei non era
sicuro da cosa. Invece, parlò Ace. Prese un profondo respiro,
chiuse gli occhi, e parlò: «Snake è… morto. È morto… proprio
come il nono uomo.»
189
Non era aperta quando ci erano passati prima. Ma ora,
proprio come aveva detto Seven, c’era una scopa incastrata tra
la porta e la sua cornice, mantenendola aperta. La guardarono
per un momento, e poi entrarono.
190
lentamente. Junpei mise le mani sul divisore e scrutò dietro
l’angolo. Per un momento, si dimenticò di respirare. Sentì il
suo cuore collassargli nel torace come un pacchetto di
sigarette vuote, e il tempo congelò.
191
che la ricopriva la faceva sembrare quasi l’impasto crudo della
pizza ricoperto da pomodoro.
192
Ace, Santa, June e Lotus. Seven li guardò fissi negli occhi,
uno a uno, e poi proseguì. «È abbastanza semplice. Non è
difficile immaginare come abbiano fatto. Prima, gli assassini
hanno presto Snake per identificarlo sul RED della porta 3. Poi
l’hanno scaraventato dentro, da solo… e hanno atteso 9 secondi
per far chiudere la porta. Una volta che la porta si è chiusa, era
finita per Snake, ma lui non si è arreso. Probabilmente pur
sapendo che non sarebbe servito a nulla, è corso verso le docce
cercando il DEAD. Era una piccola chance, ma non aveva nulla
da perdere. Sfortunatamente, non ha funzionato. I detonatori si
disattivano solo se tutti quelli che si sono identificati entrano e
usano il DEAD. E poi, 81 secondi dopo essere stato gettato
dentro… è successo.»
194
Le sopracciglia di Ace si innalzarono rapidamente. «Sei
serio, Junpei? Lo confesso, sono un po’ deluso. Di solito sei così
sagace. Non è ovvio? “Questa nave”.» «Cosa?» «Zero ha ripetuto
più volte “questa nave” quando ci parlava. “Sono Zero, il
capitano di questa nave.” E poi “lasciate questa nave vivi.” E
ancora, “questa nave ha iniziato ad affondare.” Se non fosse
stato qui, non avrebbe detto questa nave, no? Avrebbe detto
qualcosa come quella nave o la nave.»
195
ragione!» Clover guardò Junpei, poi di nuovo a terra: «Tu…
non mi credi…»
196
Clover non rispose. Non aveva neppure guardato Ace. Per
tutto il tempo, i suoi occhi erano su Junpei. Poteva sentire lo
sguardo di Clover perforarlo. Erano del colore di un profondo
lago d’inverno. Junpei non vide sospetto in quegli occhi, solo
tristezza.
197
Come prima, l’ascensore tornò asciutto quanto come era
partito. Dopo essere stato controllato, Junpei e June entrarono
nell’ascensore. C’erano solo due bottoni: C e “In fondo”. Gli
altri erano distrutti, oppure non facevano nulla se premuti.
Junpei premette il tasto “In fondo”.
Dopo un po’…
198
l’unica ragione. Junpei aveva proposto questo sistema di voto
perché aveva un piano.
199
poi guardò giù al sesto biglietto. Lo aprì. «June vuole la porta
6…» «Sì. Non è che ci sia un motivo, semplicemente sentivo di
voler quella.»
200
10. Porta 1: Il quartier generale
201
«Be’? Cosa c’è scritto?» Junpei si trattenne dal sorridere
compiaciuto. «Mh, hai avuto fortuna.» Santa sbuffò, e gettò il
bigliettino per terra, frustrato.
«Eh… be’… io…» June era senza parole. Lotus, invece, no.
«Lurido cane… aspetta e vedrai…» I suoi occhi erano gli occhi
di una donna pronta ad uccidere. Un brivido corse lungo la
spina dorsale di Junpei. Anche dopo che si erano separati alle
scale principali, Lotus continuava a borbottare rabbiosamente
tra sé.
202
corridoio c’era una porta con un grosso e rosso 1. Una porta
numerata. A sinistra, incastonato alla parete, il RED.
204
Una voce che non si aspettava di sentire fece trasalire
Junpei, mentre esaminava l’orologio. «Oh, un orologio da
taschino. Posso dargli un’occhiata?» Si voltò per vedere Ace
fermo sulla soglia della porta. Junpei scrollò le spalle, e glielo
diede.
205
Leggi questa parte solo se hai sia la parola chiave
“QUADRIFOGLIO” che “MANICHINO”:
206
Ci vogliono almeno tre persone per aprire una porta numerata,
e se sottrai Snake, ne servono due.»
207
Junpei tirò fuori la penna e il quaderno e glieli diede. Lei
aprì il quaderno… e scrisse varie semplici addizioni. Alla fine,
ne aveva ottenute otto che davano 3 come radice digitale.
a. 2 + (1 + 3 + 6) = 12
b. 2 + (1 + 4 + 5) = 12
c. 2 + (4 + 7 + 8) = 21
d. 2 + (5 + 6 + 8) = 21
e. 2 + (1 + 3 + 7 + 8) = 21
f. 2 + (1 + 4 + 6 + 8) = 21
g. 2 + (1 + 5 + 6 + 7) = 21
h. 2 + (3 + 4 + 5 + 7) = 21
«Perché c’è June. Non esiste al mondo che lei faccia una
cosa simile!» «Ne sei sicuro?» «Scommetterei la mia vita.»
208
«Okay… quindi posso togliere anche la a, giusto?» «Sì.»
«Bene… cosa ci rimane?» Ancora una volta, Junpei rispose
prontamente: «La e…»
209
«Io… credo di saperlo», disse Clover. «E cos’è?» Junpei
appoggiò gentilmente la mano sulla spalla di Clover. Era
vicino, così vicino, alla risposta… ma Ace scelse il peggiore
momento possibile per fare ritorno.
210
Era una piccola sconfitta, ma pur sempre una sconfitta.
Junpei non era più in posizione di vantaggio, e lo sapeva.
Poteva sentire il suo stomaco iniziare a contrarsi.
211
Alla timoniera sono comparse delle indicazioni su un
tabellone delle partenze e degli arrivi sulla parete. Indica vari
porti e partenze, ma soltanto una partenza ha una indicazione
temporale. Indica le 03, 00 minuti e 10 secondi.
213
erano dilatate, e non stava respirando. Junpei sollevò l’uomo –
il cadavere. C’era una profonda ferita rossa sul suo torace.
Junpei non dovette interrogarsi a lungo su cosa avesse potuto
ucciderlo.
214
della nave. In un cassetto di quella scrivania, Junpei trova un
foglio che riporta:
012345678
0123456789abcdef
0123456789abcdefghijklmn
0123456789abcdefghijklmnopqrstuv
215
Clover era confusa. Junpei proseguì: «Non capisci? Le
lettere che dicono “zero” sugli schermi televisivi… i vestiti del
capitano… e, ovviamente, il braccialetto con lo 0. È troppo
ovvio.»
216
«È così… contorto… Sembra quasi infantile…», disse
Clover. «Sì, hai ragione. È davvero infantile. È come se fosse
solo un gioco per chiunque ci sia dietro. È questo che mi
sembra buffo.»
217
visto, sai? Voglio dire, se non ci fosse tutto questo sangue,
sembrerebbe quasi come se fosse ancora vivo.»
218
«Sta’ zitto e rispondi!» Clover spinse la sua faccia vicino a
quella di Junpei, che poteva vedere il fuoco nei suoi occhi.
219
importante, comunque, era che se Clover ne era così certa,
probabilmente aveva ragione.
221
nove anni fa?» «Conosci i campi morfogenetici?» Li conosceva,
e questo fece rabbrividire Junpei. Raccontò brevemente quel
che Lotus gli aveva detto in precedenza. Clover annuì.
«Che c’è?», chiese Ace. Junpei aprì gli occhi. Solo allora
notò che Ace lo stava fissando, curiosità e preoccupazione
dipinte sul suo volto in parti eguali. Non c’era ragione per
Junpei di nascondere i suoi pensieri. Iniziò a spiegare la sua
teoria ad Ace.
226
A quel punto Junpei comprese ciò che Ace stava
suggerendo. «Ehi ehi ehi, aspetta un minuto!» Ace lo guardò e
inarcò un sopracciglio. Junpei proseguì: «Stai dicendo che
Alice fu congelata utilizzando quel… CAS?» «Be’, certamente
la possibilità è piuttosto bassa, ma è una possibilità… Se questo
ghiaccio speciale che chiami ghiaccio-nove esiste davvero, e se
il CAS venne usato per congelarla in quella specie di ghiaccio
istantaneamente…»
228
conoscenza. Ma oltre a quella… cosa lo attendeva, oltre la
foresta della conoscenza?
230
Ricominciò a correre, pensando. Una nota? Una nota…
Junpei era curioso. Ma c’era un’altra cosa che lo preoccupava…
le sue tasche erano gonfie, e contenevano molto più di un
pezzo di carta… Junpei fece del suo meglio per convincersi che
avrebbe avuto senso più avanti, e superò Clover.
232
11. Porta 6: il motore
233
«Maledizione… e ora che facciamo?», chiese Lotus. «Che
facciamo ora…» Junpei incrociò le braccia, e fece del suo
meglio per mettere ordine tra i pensieri. Gli altri fecero lo
stesso, ma con scarsi risultati.
234
dove c’era la porta 1, vicino alle scalinate principali. Junpei,
June, Ace e Santa, invece, presero l’ascensore verso il ponte E.
235
che aveva visto nel resto della nave. Questa zona era
puramente a scopi tecnici, e assolutamente tremenda.
236
«Stanza del motore a vapore?» «Sì. Quella cosa che sembra
la sezione trasversale di un fungo è la caldaia. Vedi i tre
sportelli rotondi vicino al fondo? Lì dentro va il carbone, che
viene bruciato, e scalda l’acqua che produce il vapore. È lo
stesso principio che fa funzionare le macchine a vapore. Questo
è solo… più grande.»
«Ehi! Che c’è che non va? Stai bene?» Si gettò su di lei, e le
avvolse il braccio attorno le spalle per sorreggerla. Fu a quel
punto che se ne accorse. «Sei… sei caldissima! Ti è tornata la
febbre?» «Sì… sì, probabilmente è così… Ma… sto bene… per
favore, non preoccuparti… per me… devo solo riposarmi…
starò bene…»
237
Si voltò. E guardò Ace e Santa. Magari non potevano
condividere la profondità delle sue emozioni, ma certamente
condividevano la stessa preoccupazione. Non ebbe bisogno di
parole per esprimere l’urgenza della situazione. «Ok,
cominciamo. Resisti, June… ti porterò fuori di qui molto
presto.» June annuì leggermente prima di riappoggiare la testa
al muro.
238
Ace disse: «Quale sarà la causa di tutto ciò, mi chiedo. Una
malattia, forse?» «No, è stremata.» La risposta di Santa era
fiduciosa e certa. «È stata portata in una nave del cazzo,
costretta a giocare a questo gioco incasinato… se ci pensi, è
molto più strano che noi non stiamo male quanto lei, sai?»
239
Ci fu un momento di silenzio dopo che Santa pose la
domanda, e poi Ace rispose: «B, ovvio. Il topo non ha modo di
sapere che l’uscita B è elettrificata.» «Esatto. Il topo sceglie
l’uscita B. Chiaramente, come ho detto, è elettrificata. Il che
significa che il topo non può uscire da lì. Così, dopo vari
tentativi ed errori, il topo finalmente trova l’uscita A.»
240
Lo stesso esperimento venne condotto in un altro
laboratorio, lontano dal primo, con gli stessi risultati. No, a dire
il vero, i risultati non furono proprio gli stessi. I topi di questo
secondo esperimento trovavano l’uscita molto più velocemente
di quelli del primo esperimento.5
5
Il primo esperimento è stato condotto da William McDougall ad Harvard,
a partire dal 1920 e utilizzando 34 generazioni di topi. Il secondo
esperimento è stato realizzato da W.E. Agar a Melbourne, nel 1938, per 20
anni. La prima generazione di topi usata da Agar era veloce quanto l’ultima
di McDougall.
241
«Perché hanno usato una vasca, per l’esperimento? Voglio
dire, mi sembra che si potesse fare allo stesso modo senza
l’acqua. Potevano usare una scatola asciutta, no? Se avessero
dovuto motivare i topi a fuggire, avrebbero potuto, non so…
mettere un’esca all’uscita B, o roba simile. Voglio dire… è così
importante che i topi stessero per affogare?»
242
June chiede di aiutare, ma Junpei le dice di riposare e lei,
riluttante, acconsente. Devono però accenderla, e usano un
dispositivo sopra le scale per farlo. All’improvviso tre
ingranaggi che sporgono dal terreno iniziano a ruotare. Uno è
di bronzo, uno d’argento e uno d’oro. Fanno mezzo giro per
esporre ciascuno un disco, che Junpei raccoglie.
243
«Sì, suppongo sia vero», rispose Ace. «Dovremmo andare
tutti e tre da June, quindi?» «No, fa niente. Lascerò che se ne
occupi Junpei.» Sembrava ancora irritato da qualcosa,
comunque, e si sedette sulle scale in modo insolente.
6
Nella versione inglese, il gioco di parole è tra “warrior” e “worrier”.
244
ridere, allora stava davvero molto meglio. Le diede un colpetto
amichevole sulla fronte. «Andiamo.» «Andiamo dove?» «Ah
giusto, non te l’ho detto… abbiamo aperto la porta!» «Oh,
fantastico! Andiamo!» June batté le mani e annuì.
247
voce di Santa interruppe il loro momentaneo stato di trance:
«Be’, probabilmente dovremmo iniziare trovando l’uscita, no?
Andiamo!»
Sulle casse c’è una sacca che contiene una tessera con il
ritratto del nono uomo. Su un’altra cassa, c’è una sacca la cui
tessera ritrae Santa. C’è una grata che li separa dall’altra parte
della stanza, ed è elettrificata. Le casse pesano troppo per
essere spostate in modo da oltrepassarla.
249
scatola!» Junpei le mise il palmo sulla fronte. La sua
temperatura era la stessa dell’ultima volta che aveva
controllato. Non era calda come prima, ma ancora tiepida. La
febbre non era completamente sparita.
250
efficace. Per queste ragioni, ha riscosso un vasto successo tra le
forze di polizia e militari in molti paesi.
251
vergogno a confessarlo, ma credo di stare sviluppando la
presbiopia. Invecchiare è cosa difficile.» Fece del suo meglio
per sfoggiare un sorriso di auto-commiserazione, ma il suo
volto era arrossito e le sue labbra erano pallide e contratte.
Fu a quel punto che Junpei ricordò ciò che Lotus gli aveva
raccontato un po’ di tempo prima. «Prosopagnosia… Be’, messa
in modo semplice, è la condizione per cui la mente non può
distinguere i volti umani. In altre parole, la mia faccia
sembrerebbe uguale a quella di Clover, o alla tua. Chi ne soffre
non può ricordare i volti, che sono il metodo che utilizziamo
maggiormente per riconoscerci l’un l’altro. Questo significa
che le persone con la prosopagnosia hanno difficoltà anche a
riconoscere le persone cui sono più vicine.»
8 1 6
3 5 7
4 9 2
253
Finalmente il monitor si accende, e mostra un software
chiamato Pushmaster 5000. Permette di manovrare una
macchina dall’altra parte della stanza che sposti le casse, in
modo da formare un percorso salvo per raggiungere una bara
posta su una cassa.
254
Junpei brontolò e scosse la testa. «Eddai, aprila», disse
Santa. Junpei resistette alla tentazione di ricordare a Santa che
l’avrebbe già aperta da un po’, se lui non l’avesse interrotto, e
fece scorrere velocemente il coperchio via dalla bara.
Sbirciarono all’interno.
256
Junpei prese un profondo respiro, si preparò, afferrò la
maniglia e tirò. Si fermò per un momento, poi varcò la soglia,
ed entrò nella stanza. E lì, vide il numero che avevano
continuato a pensare da quando si erano svegliati.
257
Alla fine, avevano trovato l’uscita, ma un brivido freddo
gli strinse il cuore, e sapeva troppo bene la ragione. Mentre era
lì, pietrificato, incerto di cosa pensare o provare… «Jumpy!
Guarda! Dietro di te!» Si voltò. E non poté credere a ciò che
vide.
258
digitale di entrambi i gruppi è 9. O 2349 e 15678: anche queste
radici digitali sono uguali a 9. C’erano molte altre
combinazioni possibili, ma tutte finivano allo stesso modo: con
la radice digitale 9.
259
mondo presente. Non aveva senso preoccuparsi del futuro.
Dovevano decidere cosa fare in quel momento. C’erano quattro
persone nella stanza.
260
«Ah… non è che volevi dire Atlantide?», chiese Ace. Forse
fu per l’improvvisa rassicurazione che nessuno voleva lasciare
indietro June, ma Junpei rise come non aveva riso per molto
tempo. Santa ed Ace sorrisero.
261
piccola alcova rettangolare alla fine del tappeto, e nell’alcova
una piattaforma rialzata. In cima alla piattaforma c’era una
bara. Una bara. Una bara. Perché diamine una bara doveva
trovarsi in un posto come quello?
262
«Abbiamo aspettato un po’, ma Clover non usciva.»
«L’abbiamo chiamata, ma non rispondeva…» «Così ho
sfondato la porta, e siamo entrati.» «Ma…» «…era vuota.»
«Clover non era lì.» «C’era una porta dall’altro lato.» «Ed era
aperta.»
263
12. Coltello
264
Naturalmente, chiamarla “Signorina Kurashiki” sarebbe
stato ancor più maldestro, e semplicemente “Kurashiki” un po’
brusco. E sebbene non sapesse dire esattamente perché, gli
sembrava in qualche modo impertinente chiamarla “Akane”
quando non l’aveva vista per così lungo tempo.
265
sudore gocciolò lungo la sua schiena. Sentì il suo stomaco
capovolgersi.
267
intravedere l’aggressore. Ma non appena lo fece, il coltello si
spinse più in profondità, torcendosi viscidamente. Junpei
collassò al suolo – un burattino coi fili tagliati. Le sue braccia e
le sue gambe giacevano dove erano cadute, contorte
goffamente.
Fine.
268
13. Cassaforte
269
giaceva su una pozzanghera rossastra-marrone di sangue secco.
Ci sono vari modi in cui un uomo può morire, ma questo…
270
è morta. L’ho trovata… nel bagno della cabina di prima
classe…»
272
Junpei annuì e chiuse gli occhi. C’era un’altra cosa che
doveva chiedere. «Seven, c’è un altro fatto che mi
preoccupa…» «Cosa?» «Quando abbiamo finito gli enigmi di
questa stanza, e abbiamo aperto la porta… tu hai incastrato
una di queste targhette tra la porta e la cornice, giusto? Perché
l’hai fatto?»
«Eddai, non te l’avevo già detto? L’ho fatto per non far
chiudere la porta. Per tornare indietro, in questa stanza… oh.
Pensi che sia stato io?» «Be’, non lo so. Questo dipende da ciò
che dirai, non credi?» Seven sospirò, e scosse la testa:
«Seguimi.»
274
Sul pavimento, vicino all’ammasso frantumato di quella
che era la testa dell’uomo, giacevano i suoi occhiali, con varie
fratture sulle lenti. Chiazze di sangue vicino agli occhiali si
erano già asciugate, come croste sul suolo.
275
Ho trovato questo.» Mentre parlava, si era avvicinato alla testa
di Clover. Si inginocchiò, e le aprì la mano destra.
7
Truth had gone, truth had gone, and truth had gone. Ah, now truth is
asleep in the darkness of the sinister hand.
276
dell’infausta mano” avesse qualcosa a che fare con il
braccialetto?
“Fatto 1:
Fatto 2:
Fatto 3:
278
Fu pianificato dalle seguenti quattro persone:
Devo punirli.
Zero.”
279
«Di cosa…. Vorresti essere sicuro?», chiese Santa. «Voglio
sapere se la persona di cui sospetto è davvero il colpevole.»
«Aspetta… quindi, stai dicendo che…», iniziò Seven. «Sì. Penso
di aver capito. So chi ha ucciso Snake e Clover.» L’atmosfera
nella stanza cambiò. Il dolore sparì improvvisamente,
rimpiazzato da una tensione, come una cinghia di pelle tirata
fino al limite.
280
chi ha ucciso Snake e Clover?» Quello che Junpei sottintendeva
era palese, e Seven capì perfettamente. «Ugh… okay.»
281
«C-cosa? Che razza di domanda…» «Rispondi e basta, per
favore. Chi sono io?» «Tu sei… Junpei. È ovvio. Chi altro
potresti essere?»
282
lo fossi? È ovvio che non lo sono. Solo pensarlo è… ridicolo. Ma
tu non hai notato quanto era ovvio. Te l’ho chiesto prima, no?
“Cosa ti rende così sicuro che non sono Santa?” E tu hai
risposto… “Se tu fossi Santa, la porta 3 non si sarebbe aperta
poco fa!” La maggior parte della gente non direbbe una cosa
simile. Come ragione per cui io non potrei essere Santa,
intendo. La prima cosa che salterebbe alla mente di chiunque
altro non sarebbe il numero del braccialetto. Direbbero solo
una cosa. Una frase. “Tu non hai la sua faccia.” Ace. Tu hai la
prosopagnosia. Dico bene?»
284
Junpei proseguì: «Capisco. Molto bene. Be’, ho ancora due
prove che suggeriscono che l’assassino sei tu. La seconda è che,
come ho detto, hai la prosopagnosia.» «Stai dicendo che una
persona che non può distinguere i volti umani deve essere una
cattiva persona? Junpei, questo si chiama pregiudizio.»
285
Ace non disse nulla. Junpei proseguì: «D’altro canto, se
ammettiamo che l’assassino aveva la prosopagnosia, tutto ha
senso. Credeva che Mister X fosse Snake e l’ha ucciso.»
«Aspetta. Aspetta solo un attimo. Ammettiamo che tu abbia
ragione, e che io ho scambiato Mister X per Snake. Anche in
questo caso, non avrei motivo di ucciderlo! Perché avrei dovuto
voler uccidere Snake?»
287
«Quindi non posso averlo fatto da solo. Non posso aver
aperto la porta 3, solo io e Mister X.» «No. Sì che hai potuto.»
Tutti furono scioccati. Il volto di Ace era teso e contratto, i suoi
denti digrignavano. Junpei lo guardò con sguardo fermo. La
trappola stava per scattare.
1 + 2 + 9 = 12 -> 1 + 2 = 3
288
«Certo. Sarà un piacere.» Seven si schioccò le nocche con un
suono simile ad uno sparo.
290
Junpei osservò Ace. Prese un profondo respiro, e pensò
alla prossima domanda che aveva da porre. Non voleva. Aveva
paura della risposta. Non voleva sentirla. Junpei deglutì, e poi
parlò: «Ace… Hai ucciso Clover?» «Sì.» «Perché… perché l’hai
uccisa?»
“Devo punirli.
Zero”
294
«Tre persone? Che intendi?», chiese June. «Uhm, bene.
Coglierò questa opportunità per illuminarvi. Sono stato io ad
uccidere il nono uomo. O, per essere più accurato, l’ho
incoraggiato ad uccidersi da sé. Mentre stavamo esaminando le
scalinate principali, mi ha raggiunto e mi ha detto il suo nome.
L’ho riconosciuto subito. Così gli ho dato una piccola… spinta.
Con una piccola piccola bugia. “Sembra che le impostazioni dei
DEAD siano cambiate. Ora basta una sola persona per
disattivare il detonatore nel braccialetto. Investiga su cosa c’è
oltre la porta 5. Ci ritroveremo più avanti.” Avevo quattro
ragioni per ucciderlo. Come detto prima, nel Nonary Game il
braccialetto 9 è di massima importanza. Se gli avessi permesso
di tenerlo, lui – o esso – sarebbe diventato una minaccia, per
me. Così, ho deciso che dovevo eliminarlo alla svelta. Seconda
ragione: volevo il braccialetto 9. Se avessi potuto ottenerlo,
avrei potuto manipolare il gioco a mio piacimento. Ma non
potevo ottenerlo a meno che il possessore non fosse morto.
Terza, anche al di là del numero, non avrebbe rappresentato
altro che problemi per me. Conosceva il mio passato. Sapeva
cosa era accaduto nove anni fa. Era fondamentale eliminarlo
prima che potesse diffondere questa informazione. Ultimo,
volevo fare un test. Un test per vedere se questo Nonary Game
era serio, oppure solamente uno scherzo. Dovevo
accertarmene. Così, l’ho incoraggiato ad andare contro le
regole per osservare il risultato.»
295
sia nelle condizioni di obbligarmi a dirtelo.» Ace fece un
sorriso compiaciuto. Cercava di provocarli, e stava
funzionando.
9 + 8 + 1 = 18 -> 1 + 8 = 9
«Non c’era mica una porta col 9 nella stanza che sembrava
una chiesa? È lì che stai andando, vero?», esclamò Seven. «E
come fai tu a saperlo?» «Me l’ha detto Santa mentre cercavamo
Clover.» «Capisco. Be’, dici bene, è la mia destinazione, ma ora
devo dare l’addio a tutti voi. Ah, e per favore, non dimenticate
il mio avviso. Muovetevi, e premerò il grilletto. Non mi serve
viva per aprire la porta, lo sapete.»
296
Mentre parlava, Ace iniziò a indietreggiare verso la porta,
praticamente trascinando Lotus con sé. Junpei, Santa, June e
Seven rimasero immobili, congelati. Ace aveva l’espressione di
un uomo divenuto pazzo. Non avevano dubbi sul fatto che
avrebbe davvero premuto il grilletto.
297
Cosa doveva fare Junpei? Gli occhi di June si posarono su
di lui. Lei riuscì ad esprimere un debole sorriso: «Jumpy…
non… preoccuparti per me. Mi serve solo… un po’ di riposo.
Starò bene. Non ti… ricordi? Dovevo solo riposare… un po’…
l’ultima volta. Quindi, per favore… per favore… salva Lotus…»
298
piccola. Questo RED gli avrebbe detto se Ace e Lotus erano
passati di lì.
299
«Capisco… quindi finché non inseriamo la password, non
si aprirà.» Il rumore non si era fermato. Di fatto, era
continuato, ed era anzi diventato più forte. Che cosa dovessero
fare, si chiese Junpei. C’era qualche indizio da qualche parte?
Rimasero fermi per qualche momento, fissando la bara, e poi
Seven parlò.
300
Rapidamente, li digitò. Controllò di avere inserito i numeri
corretti, prese un profondo respiro, e premette E.
LOCK-OPEN.
302
«Cosa?» «Cosa c’è?» «Io, eh… ho trovato una cosa,
prima…» «Cosa hai trovato?» «Questo.» Aveva finalmente
trovato la tasca che voleva, e vi infilò la mano. Seven estrasse
qualcosa di rotondo, e metallico. Un braccialetto. Non c’era
dubbio sul numero che brillava davanti a loro, come un occhio
disegnato.
7+2+0=9
304
Seven chiaramente non aveva pensato che i loro
esperimenti avrebbero portato a qualcosa di utile, ed era
piuttosto confuso. Snake era, come sempre, calmo e
compiaciuto. La porta si richiuse.
305
Mentre correvano, Seven parlò: «Devo ammetterlo, mi hai
davvero sorpreso lì dentro, ragazzo. Non avrei mai immaginato
che avresti trovato un modo per venire. Ma perché non l’hai
fatto anche le altre volte?»
307
formarsi vicino all’estremità. Anche a vari metri di distanza,
Junpei poteva vedere Lotus tremare. Era terrorizzata.
308
tre non potete avere aperto una porta con il 9. Avete usato il
braccialetto di Clover, per caso?» «C-cosa?» esclamò Snake.
2 + 5 + 7 + 4 = 18 -> 1 + 8 = 9
309
«Avrei preferito morisse con meno sofferenza… una
pallottola nel cervello, forse, sarebbe stata l’ideale.
Sfortunatamente, avrebbe fatto troppo rumore. Le circostante
erano quelle che erano, sono stato costretto a ricorrere al
coltello. Quello del nono uomo, ricordi? Credo di averla colpita
giusto sotto la scapola. Sono stato abbastanza fortunato, di
fatto. Il primo fendente è finito tra le sue costole. La sua carne
era così soffice. Il coltello è scivolato così facilmente… non c’è
stata resistenza. Quella sensazione era… lo confesso, mi sento
piuttosto emozionato. È un… ricordo grandioso. Un giorno,
forse, spero di poterlo sentire ancora.»
310
Un altro urlo riempì la stanza. Era Lotus. Corse lungo la
stanza verso Junpei, gli occhi pieni di terrore. Il fallito attacco
di Snake aveva allentato la morsa di Ace su di lei, che era
fuggita. Aveva raggiunto Seven e Junpei, e si era acquattata
dietro di loro.
311
Junpei poté vedere il dito di Ace irrigidirsi. Poté vedere
come iniziava a premere sul grilletto. Il suo corpo teso,
preparato all’impatto catastrofico di piombo caldo contro la
carne umana.
Poi, accadde.
Snake si rialzò.
313
Snake si girò verso di loro. Tossì, e del sangue spruzzò sul
pavimento. Poi sorrise con tristezza. «Chiedo scusa, ma temo…
di non poterlo fare. Fareste meglio a… dimenticarvi di me.
Dovete… andarvene, presto… Lo porterò… con me…» Ace
urlò: «Stai zitto! Calmati!» Stava continuando a scalciare.
«Sette… sei…»
315
loro. Junpei corse verso la porta. C’era una piccola finestrella.
Dentro, poté vedere Ace e… Snake…
317
caldo al contempo. Si forzò a guardare. La sua schiena… la sua
schiena si muoveva. Lentamente, si rialzò e ricadde.
318
lacrime. Poteva sentire un calore penetrante nel profondo del
cuore, come una fiamma incandescente. Guardò Akane.
«Perché?»
«Esatto.»
319
«Non ha importanza. La sconfitta è stata decretata.»
«C-Cosa?»
«Uh? Kanny?»
Lei non c’era più. Non era da nessuna parte. Giaceva lì, al
suolo, solo qualche istante prima. E ora se ne era andata.
320
A quel punto se ne accorse. Uno strano odore, che aveva
già sentito in precedenza… l’odore di un peculiare… fumo…
bianco… nove secondi dopo, la mente di Junpei si spense.
Fine.
321
14. L’ascia
4 + 3 + 6 + 7 = 20 -> 2 + 0 = 2
2 + 3 + 7 = 12 -> 1 + 2 = 3
4+5+0=9
326
Junpei si contorse, in agonia. Tremò in preda agli spasmi,
il suo corpo sotto shock. Urlò finché la sua gola non fu
squarciata e sanguinante, e poi urlò ancor di più. Le sue grida
echeggiarono per la stanza.
Fine.
328
«Sai, è grazie a Santa se siamo tutti qui.» «Uh?» «Tutti e 7
varcheremo la porta 9.» Junpei era confuso. «Non ci arrivi?
Santa, Seven e Lotus… Qual è la loro radice digitale?»
3 + 7 + 8 = 18 -> 1 + 8 = 9
329
Sembrava che Seven avesse ragione. La porta di fronte a loro
era l’unica scelta.
331
Puoi prestarmeli?» Ancora confuso, estrasse quanto richiesto
dalle tasche.
1 + 3 + 5 = 9 Rimanenti: 4 + 6 + 7 + 8 = 25
3 + 7 + 8 = 18 Rimanenti: 1 + 4 + 5 + 6 = 16
4 + 6 + 8 = 18 Rimanenti 1 + 3 + 5 + 7 = 16
5 + 6 + 7 = 18 Rimanenti 1 + 3 + 4 + 8 = 16
1 + 3 + 6 + 8 = 18 Rimanenti 4 + 5 + 7 = 16
1 + 4 + 5 + 8 = 18 Rimanenti 3 + 6 + 7 = 16
1 + 4 + 6 + 7 = 18 Rimanenti: 3 + 5 + 8 = 16
3 + 4 + 5 + 6 = 18 Rimanenti: 1 + 7 + 8 = 16
332
guardare, Junpei osservò la stanza attorno a lui. Mentre lo fece,
iniziò a chiedersi… che cos’era?
333
Seven afferrò il quaderno e iniziò a scriverci sopra. Gli
altri si raggrupparono attorno a lui, tentando forsennatamente
di sbirciare.
1+3+5=9
4 + 6 + 8 = 18
Rimanente… 7
336
L’angolo delle sue labbra si contrasse in un sorriso
leggermente più ampio.
3 + 6 + 1 + 8 = 18
341
Il rumore non si stava fermando. Di fatto, il volume
aumentava. Non avevano idea di chi ci fosse nella bara, ma
volevano farlo uscire, e volevano farlo subito. Ma non avevano
idea di cosa fare. Senza password, sembrava non ci fosse molto
che potessero fare. Non potevano neanche dire di quante cifre
fosse composta. «Non c’è un indizio da qualche parte?», chiese
Clover. «Be’, cerchiamo!»
Fine.
342
16. Nove anni fa
Il mondo brillò.
343
destro e poi quello sinistro, tre volte di seguito. Otto cifre si
susseguirono sul display. Junpei controllò un’ultima volta:
14383421
8
Racconto scritto da Washington Irving nel 1819. Il protagonista si
addormenta sotto un albero e fa ritorno al villaggio dopo vent’anni,
inconsapevole del tempo trascorso.
344
una bimba sperduta che aveva finalmente trovato la via di
casa.
345
«Capisco. Credo di aver compreso alquanto bene adesso, vi
ringrazio. Nelle docce, c’è un cadavere che indossa i miei
vestiti. A causa di ciò, avete supposto che io fossi morto. È
esatto?» Aveva velocemente e accuratamente riassunto gli
eventi di svariate ore. Junpei annuì.
346
«Quand’è che sei svenuto?» «Quando ci siamo divisi per
cercare il RED.»
347
spiegazione che avesse un qualche senso, ma quasi non ce
l’aveva.
348
Snake interruppe i suoi pensieri: «Ad ogni modo, avremo
tempo in abbondanza per decifrare ulteriori dettagli in seguito.
Al momento, è di somma importanza che fuggiamo. Junpei,
erano le 4:30 l’ultima volta che hai controllato l’orologio, sì? Il
che significa che abbiamo meno di un’ora. Dobbiamo
affrettarci!»
5 + 4 + 7 + 2 = 18 -> 1 + 8 = 9
349
controllare una cosa?», chiese Snake. «Sì, ma prima di farlo…
Seven, potresti tirare la leva, per favore? Voglio essere sicuro
che possiamo autenticarci con solo quattro di noi.»
7 + 5 + 6 = 18 -> 1 + 8 = 9
1. Porta 4
6 + 3 + 5 + 8 = 22 -> 2 + 2 = 4
352
2. Porta 8
6 + 3 + 8 = 17 -> 1 + 7 = 8
3. Porta 6
6 + 3 + 7 + 8 = 24 -> 2 + 4 = 6
4. Porta 9
6 + 3 + 1 + 8 = 18 -> 1 + 8 = 9”
353
E naturalmente, c’è solo una ragione per questo… il suo
numero non è il 3. Il vero numero di Santa è… Seven, saresti
così gentile da modificare le equazioni di mia sorella?»
1. Porta 4
9 + 0 + 5 + 8 = 22 -> 2 + 2 = 4
2. Porta 8
9 + 0 + 8 = 17 -> 1 + 7 = 8
3. Porta 6
9 + 0 + 7 + 8 = 24 -> 2 + 4 = 6
4. Porta 9
9 + 0 + 1 + 8 = 18 -> 1 + 8 = 9”
354
ha giocato comunque secondo le regole del Nonary Game, per
tutto il tempo.» «Precisamente.»
355
c’era un simbolo inciso sopra la serratura. Somigliava ad un
arpione di quelli usati per prendere pesci, con tre denti. Snake
ne tracciò la forma con le dita.
356
“Alice riposa in una piccola camera oltre la foresta della
conoscenza”… Appena iniziò la sua ricerca, per ragioni che non
comprendeva del tutto, Junpei sentì queste particolari parole
girargli per la testa.
C’è uno scaffale quasi vuoto se non per quattro libri con 4
lettere ciascuno sul bordo laterale: ERNL, PEIU, NEDB, OHFB.
Scambiandoli si può ottenere, leggendo in verticale, OPEN
HERE FIND BULB. Si apre uno scomparto segreto a destra, in
cui c’è una lampadina.
357
Un’intera libreria è protetta da una teca di vetro e contiene
solo sei libri. È chiusa con un lucchetto e una combinazione di
sei cifre. I libri all’interno sono numerati 6, 3, 2, 4, 1, 5. Questa
è anche la combinazione. All’interno c’è un’altra lampadina.
358
l’”epifania”, e la seconda è il “pericolo”.» Snake sospirò: «Quella
ragazza… le avevo chiesto di non parlarne con nessuno…»
360
fermò, e piegò di lato la testa, come se stesse ascoltando
qualcosa in gran lontananza.
362
erano in grado di rispondervi correttamente, pur senza aver
mai visto il problema in precedenza. Perché? Come?»
366
Forzando i bambini in una situazione di vita o di morte,
Hongou sperava di incrementare la probabilità di una loro
connessione ai campi. I bambini del gruppo Q, dall’altro lato,
furono confinati nella struttura Q. Questa struttura era un
perfetto duplicato dell’interno e degli enigmi del Gigantic.
368
Snake sembrava non riuscire a continuare. Pareva come se
quello che stava per dire gli procurasse un grande dolore. «Il
suo nome era Akane. Fu la ragazza che… morì…»
Con ogni passo che faceva, il freddo, duro suono dei piedi
contro il metallo scavava nel suo cuore.
369
Trovano i volumi di Sheldrake, dietro il quinto c’è un
bottone rosso, una volta premuto al piano di sopra un’intera
arcata di librerie scorre lateralmente, rivelando una parete con
due porte sigillate e una piccola rientranza rettangolare tra
esse, al centro.
370
Cliccando su una delle caselle blu si scambia
l’accensione/spegnimento di tutte quelle adiacenti. Le due
caselle spente hanno 4 e C. La soluzione si ottiene riuscendo a
spegnere solo D e B tenendo acceso tutto il resto, perché
considerando le lettere come numeri in esadecimale le
equazioni si risolvono così.
..
....
.
Junpei inserisce invece
..
-.-.
.
Ossia ICE. Un altro pannello scorre rivelando lo stemma
con il simbolo del codice Morse, uno strano cerchio. La bara
sembra inoltre essersi sbloccata. Aprono la bara, che contiene
la chiave di Nettuno e uno stemma con simboli uguali a quelli
sulla bara.
372
I quattro stemmi vanno inseriti nell’ordine corretto, in
base ai simboli presenti nelle rientranze sulla scrivania (ossia
timone, croce, cerchio e bara). Junpei inserisce lo stemma del
timone, e un display si accende. Mostra delle palline coi
numeri da 1 a 9 in alto (il pallino 9 è rosso), e due spazi in
basso che contengono uno il 6 e l’altro il 3.
Le istruzioni dicono:
373
Inserisce poi lo stemma del codice Morse. Questa volta le
palline rosse sono la 1, la 3 e la 9. Entrambe le aree hanno un
7. Junpei risolve il puzzle utilizzando le palline 8, 2 e 6 da un
lato e 4, 5 e 7 dall’altro. Infine utilizza lo stemma della bara e
ricompare l’enigma. 1, 3, 6 e 9 sono rossi. Le aree hanno l’8 e il
9. Junpei mette tutte le palline utilizzabili nell’area 8 e nessuna
nel 9, risolvendo il puzzle.
374
aveva incontrato una fine spiacevole. Infine, l’uomo sulla
sinistra. L’uomo con l’abito a righe.
375
ma era certamente significativo. Lo lesse ad alta voce, in modo
da non lasciare Snake all’oscuro del tutto:
376
«Avevo dei sospetti fin dal principio. Le loro voci mi erano
familiari… troppo familiari, per essere una coincidenza. Non
potrò mai dimenticare la sua voce. Era la voce del demonio.
Nondimeno, non potevo esserne certo. Dopotutto, non avevo
modo di controllare. Certamente non avrei potuto
chiederglielo. E se anche l’avessi saputo, ad ogni modo, non ve
l’avrei mai detto. Zero aveva palesato abbastanza chiaramente
cosa sarebbe accaduto se l’avessi fatto.»
379
Successe nove anni fa. Il molo era scuro, freddo e non
lasciava presagire nulla di buono. Ai tempi, stava
investigando su una gran quantità di rapimenti, tutti
bambini. Avevano tutti una cosa in comune… erano stati
tutti visitati in un preciso ospedale. L’ospedale era
amministrato dalla Cradle Pharmaceutical, e le
investigazioni di Seven avevano reso evidente che la
Cradle era coinvolta nei rapimenti.
380
“Lascia la pistola”, disse la fredda voce dietro di lui.
“Potrei ucciderti in questo preciso istante. Non è un
problema. Devo solo legare un’ancora ai tuoi piedi e
dubito che chiunque ti troverà, per una settimana o su di
lì. È questo che vuoi? I pesci qui sarebbero grati per questo
bocconcino…” Con queste parole, udì il freddo oggetto
metallico dietro di lui premere contro il cranio.
386
ragazza con la cravatta rossa, seguita dal ragazzo in
giacchetta che aveva detto che si sarebbe arrampicato da
sé. L’ultimo fu il ragazzo in uniforme. Come il ragazzo con
la giacchetta, si arrampicò da solo.
388
è una buona cosa!” “Ugh” Seven grugnì. “Bene, l’altra
porta! Andiamo nell’altra porta! Svelti!”
390
richiuse, con la serietà di una grande ghigliottina di
metallo.
392
dov’erano, pietrificati. Il ragazzo in uniforme collassò,
crollando al pavimento in un guazzabuglio di arti come
un burattino a cui siano stati tagliati i fili. Passarono
alcuni minuti. La porta si aprì.
393
Qualcosa, dentro Junpei, si fermò. Non erano rimaste
parole. Non era rimasto Junpei. Era solo un involucro di ossa e
carne. Seven si voltò verso Snake: «Tu c’eri quel giorno, non è
vero? Il ragazzo alto con la giacchetta… Eri tu, vero?» «Sì, ero
io. Deduzione corretta, detective.»
Junpei batté gli occhi. Era tornato: «Ci sono ancora troppe
cose che non sappiamo. Voglio dire, troppe troppe. Ma… c’è
una cosa che penso possiamo dire di sapere.» «E cos’è?», gli
chiese Seven. Junpei proseguì: «Il corpo che abbiamo trovato
nelle docce deve essere quello di Nijisaki, vestito in modo da
sembrare Snake.»
397
Cosa era successo… Junpei corse verso June. Si fermò
bruscamente di fronte a lei e si inginocchiò. «Che succede? Stai
bene?» Il suo volto era pallido, le labbra asciutte. Quando
parlò, lui poté a malapena sentirla. «Jumpy… sei tornato a
salvarmi…» «Naturalmente. Ti ho fatto una promessa.»
398
pistola premuta contro di lei, sembravano tentare
disperatamente di dire qualcosa.
1 + 8 + 9 = 18 -> 1 + 8 = 9
399
«Credo di aver vinto questo gioco.» Il suo sorriso
compiaciuto fece ribollire il sangue nelle vene a Junpei. «È da
un pezzo che gioco con voi. Devo ringraziare Zero, suppongo.»
Aspetta… c’era qualcosa nel modo in cui aveva parlato… Ace
non sapeva chi era Zero? Gli occhi di Junpei scattarono verso
Santa.
400
Aveva posato la rivoltella. Era proprio sotto al RED. Seven
scelse quel momento per agire. Si mosse molto più
velocemente di quanto un uomo della sua stazza avrebbe
dovuto essere in grado, e lanciò la sua stazza dritta contro Ace.
402
«N-no… non è… era Nijisaki? Perché… come…» «Ci
arriverò. Ad ogni modo, pensavi fosse Snake. Snake era uno dei
bambini del tuo esperimento di nove anni fa. Ti ricordavi di lui
perché era il bambino cieco. Ma la sua presenza ti aveva fatto
pensare… “Snake era uno dei miei soggetti nove anni fa.
Probabilmente mi odia. Ma se è così… perché non sta dicendo
nulla? Se ne sta zitto perché non può vedere, e non mi ha
riconosciuto? O forse lavora con Zero per vendicarsi di me…
Qualunque sia la ragione, chiunque conosca il mio passato è
una minaccia. Prima che provi a fare qualunque cosa, devo
sbarazzarmi di lui.” E così, hai deciso che dovevi ucciderlo.
L’arma del delitto è stata il braccialetto di Kubota. L’hai
semplicemente sventolato vicino al RED. Hai autenticato il tuo
stesso numero, e poi hai afferrato il braccio di Nijisaki e l’hai
avvicinato allo scanner. Quando la porta si è aperta, poi, l’hai
ficcato dentro. Nove secondi dopo, la porta si è chiusa. E
ottantuno secondi dopo, il povero Nijisaki è morto.»
403
parlarmi. Ricordi cosa hai detto? “Oh, un orologio da taschino.
Posso dargli un’occhiata?” Ti ho passato l’orologio, e hai
lasciato la stanza.»
404
«L’omicidio di Musashidou è l’unico che non capisco.
Ovviamente sei stato tu, ma… perché?» «Per questo…»
Lentamente, Ace allungò la mano e tirò qualcosa fuori dalla
sua tasca. Era un pezzo di carta ripiegato. Junpei lo prese e lo
aprì. Ecco cosa recitava:
“Numero 1.
Zero”
405
piano… sfortunatamente, l’hai trovato prima tu. Quel gioco di
prestigio è stato il massimo che ho potuto tentare con quel
poco preavviso.»
409
abbastanza. Ci sei arrivato, vero? Sono abbastanza sicuro che tu
abbia capito dove stia andando a parare, Junpei.»
9
«Who am I? I am I.» Non ho trovato modo di tradurre la frase dall’inglese
conservandone il senso. A dirla tutta, trovo curioso che nell’originale
giapponese avesse questo significato.
411
Santa condusse Ace oltre un cancello, che si richiuse
dietro di loro. “E così, noi siamo rimasti chiusi qui dentro. Se
non altro il mal di testa di Seven sembra sparito. Vediamo se la
porta si apre… dannazione. Non c’è verso.”
413
«Fare un tentativo?», chiese Seven. «Sì, è quello che ho
detto.» Si autenticarono, ma la porta non si aprì. «Ma nove anni
fa si aprì. La radice digitale era 9 ai tempi, ne sono certo», disse
Snake. «Pensi che abbiano cambiato lo scenario?», chiese
Junpei. «Forse.»
415
sua voce aveva autorevolezza e dignità. Le risse
scemarono, e ci riunimmo attorno a lui. “Ho una sorellina
più piccola. Lei è molto importante per me. In questo
momento, lei è nella struttura Q e sta tentando
disperatamente di inviarmi informazioni. Il suo nome è
Clover, e oggi è il suo nono compleanno.”
417
“Cosa?” “Che sta succedendo?” “Cos’hanno detto?”
“Non sembra una buona cosa!” Mio fratello Aoi deglutì e
rispose: “Penso che significa che questa stanza brucerà…”
“Brucerà…” “La placca sulla porta dice inceneritore. E la
voce dice che l’incenerimento sta per cominciare… e
incenerire significa bruciare…”
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che potemmo, e continuammo a correre. Le scale salivano
come un tornado.
419
Gentarou Hongou. Nove anni dopo, l’avremmo chiamato
Ace. “Ah, che bello vedere che hai deciso di tornare
indietro.”
421
“Dov’è Hongou?” “È uscito dall’altra porta!” “C-cosa?” Poi
iniziò di nuovo.
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macchinario stesse zitto. Quindici minuti. Torniamo a questo
apparecchio. Se è comparso solo ora, dev’essere importante.
Ma… che diavolo dovrei farci?”
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molto doloroso! Ahahah!” La sua orribile risata echeggiò
per la stanza, e anche dopo che il suo volto sparì dalla
finestrella, continuai a sentirla.
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Junpei urlò: «Akane!» «Akane?», disse Seven. «Chi diavolo
è Akane?», esclamò Lotus. «Zitti! State zitti, cazzo!»
«Akane!»
“Jumpy!”
“È lei! È qui!”
428
“Ora capisco cosa intendeva Santa… Bene. C’è un solo
modo di aiutarla.” Junpei ripensò a quello che gli aveva detto
Santa: “Sei stato portato qui per aiutare mia sorella. Per salvare
Akane”. “Ora capisco…”
“Jumpy!”
429
«Sì, lo so! Resisti, va bene? Ti prometto che ti tirerò fuori
da lì! Non ti lascerò morire! Lo prometto! Non preoccuparti, va
bene? Dammi solo qualche minuto. Okay?»
430
Mano a mano che Junpei risolve il puzzle, sullo schermo a
lato si forma una scritta che una volta completa è 2+4+5+7+8.
“Jumpy!”
431
«Cosa c’è?»
432
“Giusto. Okay, così almeno hanno una ragione per essere
arrabbiati. Oh, non ho ancora premuto il tasto invio. Bene, ora
non c’è più nulla che mi trattenga! Ecco qua! … Aspetta…”
433
“Oh merda oh merda oh merda oh merda! Non c’è
abbastanza tempo! Spero che si fidino di me e basta o siamo
tutti fottuti! Okay, non c’è tempo di spiegare, dobbiamo andare
e basta!”
434
«Akane! Akane! Akane, puoi sentirmi?» “Voglio dirle che
ce l’abbiamo fatta… voglio dirle quanto mi sento bene… Ma…
nulla…”
435
Snake, il ragazzo cieco, mi stavano guardando.
Sembravano totalmente esterrefatti dal mio arrivo
improvviso. I loro occhi erano spalancati e le bocche
aperte. “Molto bene, usciamo da qui. Potremmo trovare di
nuovo Hongou!”
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eccetera.» «Giusto. In altre parole, a in base 16 è 10 in base 10.
B è 11, c è 12, d è 13, e così via.» «Quindi? Che c’entra?» «Non
ci arrivi? Prova a continuare con questo schema. Guarda cosa
succede se superi la base 16 e arrivi in base 27.»
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Sentii una mano sulla mia spalla. Era Aoi. Mi diede
una piccola, rassicurante stretta. Ero così felice che sentivo
avrei potuto sciogliermi. Il mio cuore era in pace. E non
solo perché io e mio fratello eravamo di nuovo riuniti.
Grazie al gigantesco detective, tutti noi nove che eravamo
stati rapiti, riuscimmo finalmente a fuggire dal Gigantic.
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«Cosa?» «Non può essere!» «Questo è…»
“Jumpy!”
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“Stai… bene?”
“Davvero…?”
“Sì.”
“Non sembra…”
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“Eh… che significa?” Junpei fece un largo sorriso e
tentò una risata malriuscita.
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«Ehi, Clover… attenta con quegli urti, okay? Appena
l’auto salta un minimo mi sembra di andare incontro alla
morte!», esclamò Junpei.
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diavolo state facendo?” Poi gli saltò addosso. Raccolse il
gattino rapidamente e lo lanciò a me.
443
Seven grugnì: «Perché non glielo chiedi direttamente?»
“Be’ sì, in effetti potrei…” «È ancora nel bagagliaio,
suppongo?», osservò Snake. “Sì, lo è. Ancora legato, presumo, e
con la bocca imbavagliata. Sì, potrei fare una chiacchierata
anche con il vecchio. … I suoi occhi sembrano… vuoti. Senza
emozioni. Sembra come se si sia semplicemente arreso. Mi
chiedo se gli importi ancora di quel che gli accade…”
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«Be’… vedi, nove anni fa, dopo essere fuggito dal
Gigantic… ho continuato a investigare su Hongou per conto
mio, sperando di poterlo catturare quando avrebbe commesso
un passo falso. E durante le mie indagini, ho imparato molte
cose sul Gigantic. Ho scoperto anche di Gordain e Alice.»
10
Credo che questo sia un gioco di parola tre “For-You” doll e “Voodoo”
doll.
11
June
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“Se qualcosa andrà male, tienila e prega. Arriverà…
ovunque tu sarai. Ecco, prendi.” Presi la bambola
gentilmente. “Grazie… grazie mille, Jumpy.” Prima di
potermene accorgere, scoppiai a piangere. Lacrime
scesero sul mio volto, e caddero sul piccolo corpo
filamentoso di June.
Fine.
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17. Sommario
Premessa ................................................................................................................................................. 2
Prologo ..................................................................................................................................................... 4
Bivio ................................................................................................................................................... 51
Porta 4 ........................................................................................................................................ 52
Porta 5 ........................................................................................................................................ 93
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